III Commissione

Affari esteri e comunitari

Affari esteri e comunitari (III)

Commissione III (Affari esteri)

Comm. III

Affari esteri e comunitari (III)
SOMMARIO
Mercoledì 21 aprile 2021

SEDE CONSULTIVA:

Documento di economia e finanza 2021. Doc. LVII, n. 4 e Annesso (Parere alla V Commissione) (Seguito esame e conclusione – Parere favorevole) ... 150

ALLEGATO 1 (Proposta alternativa di parere presentata dal deputato Delmastro Delle Vedove) ... 159

ALLEGATO 2 (Parere approvato dalla Commissione) ... 160

Sui lavori della Commissione ... 151

Modifica all'articolo 3 della legge 18 giugno 1998, n. 194, in materia di proroga dalla concessione dell'esercizio della tratta italiana della ferrovia Domodossola-Locarno. C. 2663 Borghi (Parere alla IX Commissione) (Esame e conclusione – Parere favorevole) ... 151

ALLEGATO 3 (Parere approvato dalla Commissione) ... 162

RISOLUZIONI:

Sui lavori della Commissione ... 153

7-00597 Suriano ed altri: Sul rispetto del principio del giusto processo da parte delle Autorità turche, con particolare riferimento ad arresti di massa di avvocati e giuristi (Seguito della discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00108) ... 153

ALLEGATO 4 (Risoluzione approvata dalla Commissione) ... 164

7-00613 Formentini: Sulla repressione della minoranza uigura nello Xinjiang cinese.
7-00623 Delmastro delle Vedove: Sulla repressione della minoranza uigura nello Xinjiang.
7-00626 Quartapelle Procopio: Sulla repressione della minoranza uigura nello Xinjiang.
7-00627 Di Stasio: Sulla repressione della minoranza uigura nello Xinjiang.
7-00628 Valentini: Sulla repressione della minoranza uigura nello Xinjiang (Seguito della discussione e rinvio) ... 153

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA:

Comunicazione congiunta al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni «Partenariato rinnovato con il vicinato meridionale – Una nuova agenda per il Mediterraneo». JOIN(2021)2 final (Esame ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio) ... 154

INDAGINE CONOSCITIVA:

Sulla politica estera dell'Italia per la pace e la stabilità nel Mediterraneo.
Audizione, in videoconferenza, del Ministro della difesa, Lorenzo Guerini ... 158

III Commissione - Resoconto di mercoledì 21 aprile 2021

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 21 aprile 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 13.40.

Documento di economia e finanza 2021.
Doc. LVII, n. 4 e Annesso.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 20 aprile 2021.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che è pervenuta una proposta alternativa di parere presentata dal collega Delmastro delle Vedove, che è in distribuzione (vedi allegato 1).

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), illustrando la proposta di parere contrario da lui presentata a nome del Gruppo Fratelli d'Italia, sottolinea che, pur apprezzando le misure di promozione del Made in Italy, il DEF non prevede alcuna iniziativa efficace per favorire il cd. «reshoring» delle imprese in Italia. Inoltre, benché l'Italia abbia aderito all'iniziativa della Nuova Via della Seta – che sarebbe più opportuno definire «nuova via della sottomissione» a Pechino – con l'obiettivo annunciato dal Ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio di riequilibrare la bilancia commerciale tra Cina ed Italia, i più recenti dati sull'interscambio commerciale evidenziano una significativa riduzione dell'export italiano verso la Cina. Inoltre, è del tutto inaccettabile che il Documento di economia e finanza persegua la riduzione del rapporto debito pubblico/PIL anche attraverso un incremento del flusso netto migratorio: a suo avviso, sarebbe assai più opportuno adottare politiche per invertire il trend in materia di denatalità che da tempo affligge il nostro Paese. Da ultimo, evidenzia l'opportunità di modificare radicalmente le politiche indicate nel DEF in materia di aiuto pubblico allo sviluppo, destinando ogni risorsa utile a politiche di rilancio del tessuto produttivo nazionale e sospendendo temporaneamente la concessione di risorse a prestito e a dono a Paesi terzi: al riguardo, stigmatizza che anche nella fase più drammatica della pandemia l'Esecutivo abbia scelto di stanziare 5,3 miliardi di euro per le attività di cooperazione, a fronte di soli 3,8 miliardi a beneficio del sistema produttivo.

  Paolo FORMENTINI (LEGA), preannunciando il voto favorevole del Gruppo Lega sulla proposta di parere presentata dalla relatrice, richiama tuttavia la relazione illustrativa, svolta ieri dalla collega Berlinghieri, nella parte in cui fa cenno ad «atteggiamenti nazionalistici giustificati da motivazioni di sicurezza nazionale e tutela della salute pubblica». Al riguardo precisa che, considerato che l'aggettivo «nazionalistici» è spesso inteso in un'accezione negativa, sarebbe stato più opportuno parlare di atteggiamenti patriottici. Inoltre, a suo avviso, il riferimento all'accordo di libero scambio (Regional Comprehensive Economic Partnership) tra quindici Stati dell'Asia-Pacifico – inclusa la Cina – come esempio virtuoso di multilateralismo è parso poco pertinente rispetto all'atto in esame e anche incongruo alla luce del ripensamento in corso in tutto l'Occidente, sull'opportunità di una ridefinizione dei rapporti con Pechino.

  Marina BERLINGHIERI (PD), relatrice, segnala di non avere nulla da obiettare al collega Formentini: certamente il multilateralismo in tutte le sue espressioni costituisce per il suo Gruppo un fattore positivo per le relazioni internazionali, da valorizzare in ogni contesto ma certamente non rappresenta questione centrale nell'esame del DEF. Segnala, inoltre, di accogliere la proposta di integrazione del terzultimo punto della premessa, avanzata dalla collega Di Stasio nella precedente seduta.

  Il Sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA manifesta un orientamento favorevole sulla proposta di parere presentata dalla relatrice, a differenza della proposta alternativa presentata dall'onorevole Delmastro Delle Vedove, su cui il Governo dissente.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che in caso di approvazione della proposta di parere formulata dalla relatrice, la proposta alternativa presentata dal collega Delmastro delle Vedove deve ritenersi respinta.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole della relatrice (vedi allegato 2).

Sui lavori della Commissione.

  Piero FASSINO, presidente, coglie l'occasione per dare il benvenuto al collega Battiloccchio che, come ricordato nella seduta di ieri, è entrato a far parte della Commissione in sostituzione dell'onorevole Carfagna. Anche in ragione della sua esperienza pregressa di parlamentare europeo, si dice certo che il collega potrà certamente offrire un contributo prezioso ai lavori di questa Commissione.

  Alessandro BATTILOCCHIO (FI) ringrazia il presidente Fassino per l'accoglienza e per le parole di apprezzamento usate nei suoi riguardi.

Modifica all'articolo 3 della legge 18 giugno 1998, n. 194, in materia di proroga dalla concessione dell'esercizio della tratta italiana della ferrovia Domodossola-Locarno.
C. 2663 Borghi.
(Parere alla IX Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Marina BERLINGHIERI (PD), relatrice, segnala che la proposta di legge, che consta di un solo articolo, ha inizialmente previsto una proroga della citata concessione fino al 31 agosto 2046, con ciò novellando l'articolo 3, comma 9, della legge n. 194 del 1998, che già disponeva la proroga della durata della concessione ferroviaria della linea Domodossola-Locarno fino al 31 agosto 2021.
  Ricorda che la linea ferroviaria Domodossola-Locarno – ampiamente utilizzata dai lavoratori transfrontalieri – rientra tra le linee ferroviarie «isolate», vale a dire quelle adibite a servizi ferroviari locali isolati dal punto di vista funzionale dal resto del sistema ferroviario, individuate dall'allegato al decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti n. 347 del 2 agosto 2019.
  Evidenzia che la costruzione e gestione della medesima linea ferroviaria sono disciplinate da una Convenzione internazionale tra l'Italia e la Confederazione Svizzera, stipulata in data 12 novembre 1918 e resa esecutiva con legge n. 3195 del 1923.
  Per quanto riguarda l'Italia, la Convenzione individua, all'articolo 1, il soggetto titolare della concessione nella «Società Subalpina di Imprese Ferroviarie», che risulta essere tuttora concessionaria della tratta in questione.
  Sottolinea che nel corso dell'esame presso la Commissione di merito è emersa l'urgenza di approvare il provvedimento tenuto conto dell'esigenza di scongiurare l'interruzione del servizio nel pieno della pausa estiva, anche perché un altro Stato europeo, la Svizzera, sarebbe direttamente interessata dal problema.
  Sempre nel corso dell'esame presso la Commissione Trasporti è emersa l'esigenza che questa Commissione contribuisca a chiarire quale sia la norma prevalente ai fini della proroga della concessione, se la norma di diritto internazionale di cui alla citata Convenzione italo-svizzera o il diritto dell'Unione europea, che pone precisi obblighi rispetto all'esigenza di sottoporre a bando di gara la proroga della concessione.
  Al riguardo, rileva che il regolamento (CE) n. 1370/2007 stabilisce che, a decorrere dal 25 dicembre 2023, i contratti di servizio pubblico in ambito ferroviario sono posti obbligatoriamente a gara.
  Sul punto, presso la Commissione di merito il rappresentante del Governo ha segnalato che proprio da parte della Farnesina sarebbero in corso opportuni approfondimenti, anche per verificare se l'obbligo internazionale derivante dalla Convenzione consenta di superare l'applicabilità della normativa dell'Unione europea. In quella sede, il rappresentante del Governo ha dichiarato la disponibilità del Governo per una proroga triennale o anche quinquennale, subordinando un ulteriore ampliamento della proroga stessa agli esiti della verifica in corso presso il MAECI.
  Precisa che, conseguentemente, su proposta del relatore Borghi, è stato approvato un emendamento che ha fissato la proroga al 2026, in luogo del 2046.
  Al riguardo, segnala innanzitutto che l'articolo 351, paragrafo 1, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) prevede che «le disposizioni dei Trattati non pregiudicano i diritti e gli obblighi derivanti da convenzioni concluse anteriormente al 1° gennaio 1958 o, per gli Stati aderenti, anteriormente alla data della loro adesione, tra uno o più Stati membri da una parte e uno o più Stati terzi dall'altra».
  Tale disposizione, come precisato dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell'UE, mira a consentire agli Stati membri di rispettare i diritti che, in conformità del diritto internazionale, gli Stati terzi vantano sulla base delle suddette convenzioni precedenti.
  Infatti, in base ad un orientamento assunto in una sentenza del 1962 (la C-10/61) e ribadito in successive pronunce, uno Stato membro può invocare la clausola di cui all'articolo 351 del TFUE soltanto nel caso in cui il diritto dell'Unione lo costringa a tenere un comportamento in violazione di obblighi internazionali precedentemente assunti verso terzi; o, ancora, nel caso in cui uno Stato terzo vanti un proprio diritto in forza di un accordo precedente, il quale possa essere pregiudicato dall'applicazione del diritto dell'Unione.
  Sottolinea che, peraltro, lo stesso articolo 351, al paragrafo 2, stabilisce che «nella misura in cui tali convenzioni sono incompatibili coi trattati, lo Stato o gli Stati membri interessati ricorrono a tutti i mezzi atti ad eliminare le incompatibilità constatate».
  Con l'ampliarsi delle competenze dell'UE, sul finire degli anni Novanta, la Commissione ha infatti avviato diverse procedure di infrazione a carico di Stati membri per la violazione di tale norma e, segnatamente, per la mancata eliminazione delle incompatibilità di accordi precomunitari.
  Rileva che, conseguentemente, se da un lato la proroga della concessione va in modo evidente nella direzione dell'adempimento di un obbligo di natura internazionale, sussiste un dovere da parte italiana a promuovere un adeguamento della Convenzione al fine di renderla compatibile con il diritto dell'Unione europea.
  Osserva che, d'altra parte, la rete ferroviaria in questione e i servizi su essa resi (essendo una rete ferroviaria isolata adibita al trasporto passeggeri, ed esercitando l'imprese ferroviaria unicamente servizi di su tale rete) sono esclusi, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, lettera a) dall'applicazione delle disposizioni del decreto legislativo n. 112 del 2015, che ha recepito la direttiva 2012/34/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, che istituisce uno spazio ferroviario europeo unico.
  Alla luce di queste considerazioni, presenta una proposta di parere favorevole (vedi allegato 3).

  Il Sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA conviene con quanto testé rappresentato dalla relatrice.

  Simone BILLI (LEGA), preannunciando il voto favorevole del proprio Gruppo sulla proposta di parere presentata dalla relatrice, sottolinea l'opportunità di promuovere tutte le iniziative utili a migliorare i collegamenti infrastrutturali con la Svizzera, a cui il nostro Paese è legato da solide relazioni economiche, sociali e culturali, anche in ragione della presenza di una numerosa comunità italiana in territorio elvetico.

  La Commissione approva, all'unanimità, la proposta di parere favorevole della relatrice.

  La seduta termina alle 13.55.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 21 aprile 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 14.

Sui lavori della Commissione.

  Piero FASSINO, presidente, ritiene opportuno avvertire la Commissione fin da ora che è imminente la visita in Italia della nuova Ministra degli Affari esteri della Libia, Najla El Mangoush, la quale, per il tramite dell'Ambasciata libica a Roma, ha manifestato la propria disponibilità ad essere audita dalla Commissione. Subordinatamente a quanto potrà emergere dalla riunione odierna dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, preannuncia che tale audizione potrebbe tenersi nella mattinata di venerdì 23 aprile prossimo. Anche alla luce della recente visita del Presidente del Consiglio Draghi in Libia, sottolinea la rilevanza di questa personalità, che potrà fornire alla Commissione un quadro aggiornato sugli ultimi sviluppi e le prospettive di superamento della crisi libica.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), segnalando che nella data indicata la Commissione d'inchiesta sulla morte di Giulio Regeni è già convocata per un'importante audizione del Direttore dell'Agenzia Informazioni per la Sicurezza Esterna (AISE), Generale Giovanni Caravelli, chiede di valutare una calendarizzazione dell'audizione della Ministra Mangoush compatibile con questo importante impegno pregresso.

  Iolanda DI STASIO (M5S) fa presente che nella prima mattinata di venerdì è convocata una riunione del Gruppo Movimento 5 Stelle.

  Piero FASSINO, presidente, rinviando la questione alla sede dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si riserva di sondare l'adattabilità della agenda della ministra libica della delegazione libica alle esigenze degli organi parlamentari qui richiamati dalle colleghe Quartapelle Procopio e Di Stasio.

7-00597 Suriano ed altri: Sul rispetto del principio del giusto processo da parte delle Autorità turche, con particolare riferimento ad arresti di massa di avvocati e giuristi.
(Seguito della discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00108).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione, rinviata nella seduta del 7 aprile 2021.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che è in distribuzione la proposta di risoluzione riformulata sulla base delle richieste avanzate nella scorsa seduta dal collega Migliore e dal rappresentante del Governo.

  La Commissione approva, quindi, all'unanimità, la risoluzione n. 7-00597 come riformulata, che assume il numero n. 8-00108 (vedi allegato 4).

7-00613 Formentini: Sulla repressione della minoranza uigura nello Xinjiang cinese.
7-00623 Delmastro delle Vedove: Sulla repressione della minoranza uigura nello Xinjiang.
7-00626 Quartapelle Procopio: Sulla repressione della minoranza uigura nello Xinjiang.
7-00627 Di Stasio: Sulla repressione della minoranza uigura nello Xinjiang.
7-00628 Valentini: Sulla repressione della minoranza uigura nello Xinjiang.
(Seguito della discussione e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni, in titolo rinviata nella seduta del 7 aprile 2021.

  Piero FASSINO, presidente, comunica sono state presentate e pubblicate le risoluzioni nn. 7-00627 Di Stasio e 7-00628 Valentini che, vertendo su identica materia, in assenza di obiezioni, saranno discusse congiuntamente agli altri atti di indirizzo.
  Avverte, altresì, che il 12 aprile scorso è stata pubblicata una nuova formulazione della risoluzione 7-00623 Delmastro delle Vedove, come dallo stesso collega preannunciato nella precedente seduta.
  Ricorda, infine, che nella scorsa seduta, anche alla luce degli annunci di presentazione di ulteriori atti di indirizzo sulla stessa materia, la seduta si era conclusa con l'auspicio affinché i Gruppi potessero pervenire ad un testo unificato delle risoluzioni, che tenesse nella debita considerazione le riformulazioni già proposte dal Governo, in un'ottica il più possibile inclusiva e per favorire un ampio consenso.

  Paolo FORMENTINI (LEGA), esprimendo apprezzamento per l'intenso lavoro congiunto fin qui svolto dai Gruppi per addivenire ad un testo comune, ormai largamente condiviso, sottolinea tuttavia l'esigenza imprescindibile di inserire nella parte dispositiva un impegno al Governo affinché promuova nelle sedi internazionali competenti la costituzione di commissioni d'inchiesta su tutti i casi sospetti di violazione sistematica dei diritti umani individuali e collettivi di cui siano vittima minoranze etniche, nazionali o religiose, al fine di accertare la natura delle repressioni/persecuzioni che, secondo alcune fonti, sarebbero di natura genocidiaria.
  Propone, quindi, che la Commissione possa disporre di ulteriore tempo di riflessione anche per valutare quest'ultima proposta di integrazione del testo.

  Piero FASSINO (PD), presidente, evidenziando che, a suo avviso, l'ultimo ostacolo da superare è relativo all'utilizzo del termine «genocidiario», nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.05.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 21 aprile 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 14.05.

Comunicazione congiunta al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni «Partenariato rinnovato con il vicinato meridionale – Una nuova agenda per il Mediterraneo».
JOIN(2021)2 final.
(Esame ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Gennaro MIGLIORE (IV), relatore, ricorda che la Commissione europea e l'Alto Rappresentante hanno presentato il 9 febbraio 2021 una comunicazione congiunta nella quale si propone una nuova Agenda per il Mediterraneo, volta a delineare le priorità e il quadro della politica dell'UE nei confronti della regione. La nuova Agenda per il Mediterraneo è accompagnata da un piano di investimenti economici per stimolare la ripresa socioeconomica a lungo termine nel vicinato meridionale.
  Segnala che si tratta di una iniziativa da lungo tempo attesa e di grande importanza geostrategica per l'Unione europea, e in particolare per l'Italia, considerata la collocazione del nostro Paese al centro del Mediterraneo. Tale iniziativa viene a colmare una evidente asimmetria che si è creata nel tempo nella politica di vicinato dell'UE. Mentre la politica per il partenariato orientale rivolta ai Paesi dell'Europa dell'est è stata, infatti, condotta sostanzialmente sulla base di una cornice unitaria, la politica dell'UE per il vicinato meridionale nell'ultimo decennio si è sviluppata – a causa anche di una maggiore instabilità politica, dell'eterogeneità delle situazioni e delle aspirazioni dei paesi del vicinato meridionale – sulla base di una impostazione bilaterale con ciascun Paese, senza la definizione di un vero e proprio quadro comune dell'approccio dell'UE a tale regione che delineasse un progetto di più ampia durata.
  Al riguardo, ricorda che l'unico quadro comune di cooperazione regionale con i Paesi del vicinato meridionale, ormai risalente nella sua impostazione, ha natura intergovernativa ed è stato rappresentato dal partenariato euro-mediterraneo, avviato nel 1995 (cosiddetto processo di Barcellona) e poi assorbito dall'Unione per il Mediterraneo, istituita su iniziativa francese nel luglio 2008 al fine di rafforzare e dare nuovo impulso al Partenariato euro-mediterraneo. L'UpM ha un versante parlamentare costituito dall'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo.
  Ritiene, quindi, importante che la nuova Commissione europea e l'Alto Rappresentante abbiano posto la necessità di dare nuovo impulso alla sua politica nei confronti dei Paesi del vicinato meridionale con l'avvio di un processo volto a definire in modo organico le priorità strategiche dell'UE nei confronti dei paesi del vicinato meridionale.
  Sottolinea che la nuova Agenda per il Mediterraneo sarà centrale nel contribuire a rafforzare ed intensificare il dialogo politico tra l'UE e i suoi Stati membri e i partner meridionali per risolvere i conflitti e ridurre le tensioni nella regione.
  Evidenzia che l'area del vicinato meridionale indubbiamente è caratterizzata da un ampio ventaglio di situazioni e di tensioni geopolitiche regionali e sub-regionali. In particolare, nella comunicazione si indica che l'UE, i suoi Stati membri e i partner dovrebbero rinnovare gli sforzi perché si raggiunga un accordo nel processo di pace in Medio Oriente. A tale riguardo, l'UE cercherà di incoraggiare e consolidare i rapporti diplomatici stabiliti di recente tra Israele e un certo numero di Paesi arabi, al fine di rafforzare le prospettive di una soluzione negoziata a due Stati basata sui parametri concordati a livello internazionale, nonché la pace e la sicurezza regionali. Rileva che l'UE, in qualità di organizzatrice delle conferenze sulla Siria, e i partner meridionali dovrebbero intensificare gli sforzi per risolvere il devastante e ormai decennale conflitto in Siria, a sostegno degli sforzi guidati dalle Nazioni Unite. Dovrebbero inoltre continuare a sostenere gli sforzi del Libano per risolvere la crisi economica, sociale e politica interna. L'UE e i partner dovrebbero cooperare più strettamente nell'affrontare le sfide di pace, stabilità e sviluppo nella regione del Sahel. L'UE e i vicini meridionali dovrebbero anche intensificare il sostegno agli sforzi per raggiungere una soluzione alla questione del Sahara occidentale nell'ambito del processo guidato dall'ONU. Evidenzia che anche trovare una soluzione politica sostenibile e inclusiva all'annosa crisi in Libia rappresenta una priorità. L'UE continuerà ad impegnarsi attivamente nel processo di Berlino guidato dalle Nazioni Unite e a sostenerlo, anche a livello operativo attraverso l'operazione IRINI e altri contributi ed esplorerà un possibile sostegno aggiuntivo all'attuazione del cessate-il-fuoco e sosterrà il processo costituzionale ed elettorale e la stabilizzazione a lungo termine del Paese.
  Rileva che nel Mediterraneo orientale l'UE sosterrà il dialogo pacifico basato sul diritto internazionale, anche attraverso una conferenza multilaterale che affronti questioni per le quali sono necessarie soluzioni multilaterali.
  Precisa che la nuova Agenda per il Mediterraneo delinea una strategia complessiva che si incentra su cinque settori d'intervento: 1) Stato di diritto e sviluppo umano, in particolare: sostenendo un rinnovato impegno a favore dei diritti umani, dello Stato di diritto, della democrazia e del buongoverno; rafforzando le capacità di preparazione e di risposta dei sistemi sanitari; promuovendo l'emancipazione dei giovani, della società civile e la parità di genere; incoraggiando la ricerca, l'innovazione, la
cultura e l'istruzione mediante una più stretta partecipazione ai programmi dell'UE; 2) resilienza, prosperità e transizione digitale, in particolare ristabilendo la fiducia nel contesto imprenditoriale, incoraggiando la diversificazione economica, sostenendo la transizione digitale sia per il settore pubblico che per il settore privato, migliorando l'accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese e promuovendo l'emancipazione economica delle donne; 3) pace e sicurezza, fornendo sostegno ai Paesi per affrontare le sfide in materia di sicurezza e trovare soluzioni ai conflitti in corso, riaffermare il ruolo dell'UE quale operatore di pace e di prevenzione e risoluzione dei conflitti ed intensificando la cooperazione in materia di sicurezza per contrastare meglio il terrorismo, le minacce cibernetiche e ibride e la criminalità organizzata; 4) migrazione e mobilità, in particolare: intensificando la cooperazione sulla migrazione tramite partenariati globali, equilibrati, ritagliati sulle esigenze di ciascun Paese; affrontando le cause profonde della migrazione irregolare e dello sfollamento forzato mediante la risoluzione dei conflitti, nonché il superamento delle sfide socio-economiche acuite dalla pandemia attraverso una risposta mirata che offra opportunità, specie ai giovani; facendo ricorso alle possibilità offerte dalla migrazione legale e dalla mobilità in funzione delle competenze dell'UE e degli Stati membri; 5) transizione verde, resilienza climatica, energia e ambiente, con l'obiettivo di proteggere le risorse naturali della regione e generare crescita verde sfruttando le potenzialità di un futuro a basse emissioni di carbonio e delle iniziative dell'UE a favore del green deal e della strategia europea per l'idrogeno, in particolare sostenendo i Paesi nell'assolvimento degli impegni climatici assunti, promuovendo l'integrazione regionale dei mercati e delle reti dell'elettricità e la transizione energetica e garantendo la sicurezza energetica, incoraggiando l'uso efficiente delle risorse, la tutela della biodiversità e la transizione verso sistemi alimentari sostenibili.
  Sottolinea che per ognuno dei settori di intervento la comunicazione prevede una serie di azioni, per la cui illustrazione rimanda alla documentazione predisposta dagli uffici.
  Accanto ad alcuni profili, che nella loro problematicità ed attualità sono in sostanziale continuità nell'approccio fin qui condotto dall'UE con i Paesi del vicinato meridionale, come le questioni relative allo Stato di diritto, al rispetto dei diritti fondamentali, o alle migrazioni, evidenzia le novità costituite dai profili relativi alla transizione digitale, alla transizione verde, all'energia ed all'ambiente. Osserva che la trasformazione verde dell'economia europea, lungo le direttrici disegnate dal Green Deal europeo, apre nuove possibilità di cooperazione e investimento in ambito energetico con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, mentre il rafforzamento della sovranità europea nell'ambito del digitale e delle nuove tecnologie dell'informazione, mediante una robusta dose di investimenti, potrebbe offrire l'opportunità, in prospettiva, di creare nuove sinergie di ricerca e sviluppo con i Paesi della regione mediterranea. Rileva che, oltre a creare sinergie tra aziende delle due sponde del Mediterraneo, il coinvolgimento di attori locali nello sviluppo di tecnologie di punta – ad esempio nel settore delle energie rinnovabili – potrebbe generare esternalità positive sui distretti coinvolti nei Paesi terzi e contribuire allo sviluppo economico e sociale.
  Segnala che per l'attuazione dell'Agenda per il Mediterraneo si prevede uno stanziamento fino a 7 miliardi di euro, nell'ambito del nuovo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale dell'UE (NDICI), per il periodo 2021-2027. A giudizio della Commissione tale importo potrebbe mobilitare fino a 30 miliardi di euro di investimenti privati e pubblici nella regione nei prossimi anni.
  Rileva che il livello del sostegno finanziario dell'UE sarà proporzionato alle ambizioni e all'impegno di ciascun partner nei confronti dei valori condivisi, dell'agenda delle riforme e della relativa attuazione.
  Sottolinea, come riconosciuto nella comunicazione, che l'unità e la solidarietà tra gli Stati membri dell'UE e la coerenza tra
le diverse posizioni dei singoli Stati membri costituiscono il presupposto per l'effettiva attuazione dell'Agenda per il Mediterraneo, sia per gli sforzi volti a risolvere i conflitti e ad affrontare i problemi di sicurezza condivisi così come per la cooperazione economica e settoriale.
  Per raggiungere gli obiettivi della nuova Agenda per il Mediterraneo sarà, infatti, particolarmente importante il pieno coinvolgimento degli Stati membri dell'UE, per le loro reti diplomatiche, la cooperazione di lunga data che intrattengono in materia di sicurezza e di sviluppo e la loro capacità di mobilitare il settore privato.
  Sottolinea, inoltre, l'importanza che il dialogo politico e strategico fra le sponde del Mediterraneo avvenga sia attraverso il rafforzamento della cooperazione regionale, sia attraverso la cooperazione sub-regionale e interregionale, in particolare con tutti i partner del continente africano.
  Nella comunicazione si indica, infatti, che l'UE intende promuovere la cooperazione regionale, sub-regionale e interregionale, attraverso: una più ampia cooperazione con le regioni e i Paesi vicini, in particolare rafforzando la cooperazione tra l'Africa settentrionale e subsahariana, anche come cooperazione triangolare con l'UE; la coerenza fra l'azione dell'UE nei confronti dei partner dell'Africa settentrionale e quella nei confronti del resto del continente africano; la cooperazione interregionale con le regioni del Golfo e del Mar Rosso e con gli attori e le organizzazioni regionali, in particolare la Lega degli Stati arabi e l'Unione africana; l'esplorazione di possibili iniziative basate sulla geometria variabile per sostenere coloro che vogliono far progredire ulteriormente la cooperazione sui beni comuni del Mediterraneo.
  In tal senso, rileva che il dialogo dell'UE con i Paesi del vicinato meridionale oltre ad essere una evidente priorità per sé, rappresenta per l'UE anche la naturale porta di ingresso per il dialogo con l'intero continente africano, che se non adeguatamente presidiata ora si presta all'ingresso nella regione, peraltro già cominciato, di attori terzi portatori di interessi non necessariamente coincidenti con quelli dell'Europa.
  L'UE intende promuovere il rafforzamento del dialogo politico attraverso riunioni periodiche a livello di Ministri degli Esteri e settoriali e di alti funzionari, mentre riunioni dei Capi di Stato o di Governo potrebbero essere indette quando necessario.
  Segnala che la nuova Agenda per il Mediterraneo ispirerà la preparazione di quadri politici bilaterali definiti di comune accordo con i partner e la programmazione pluriennale nell'ambito dell'NDICI per il periodo 2021-2027, sulla base delle consultazioni con i Paesi partner e altri portatori di interessi pertinenti.
  Osserva che il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile Plus (EFSD+) nell'ambito del nuovo strumento del nuovo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale dell'UE (NDICI), per il periodo 2021-2027, in corso di approvazione definitiva, e la relativa architettura finanziaria innovativa consentiranno di attirare investimenti del settore privato, in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti (BEI), la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), le banche di sviluppo degli Stati membri e le istituzioni finanziarie internazionali.
  Inoltre, sottolinea l'importanza dell'indicazione di facilitare la partecipazione dei Paesi del vicinato meridionale ai programmi dell'UE nel periodo 2021-2027, che potrebbe realizzare un'ulteriore integrazione e scambio tra le due sponde del Mediterraneo sulla base di progetti concreti.
  Evidenzia che l'Agenda per il Mediterraneo è accompagnata da un piano di investimenti economici, che prevede iniziative volte a stimolare la ripresa socio-economica a lungo termine nel vicinato meridionale, da realizzare a livello regionale, nazionale e locale. Il piano prevede dodici iniziative faro nell'ambito di quattro settori: Stato di diritto, buona governance e sviluppo umano; rafforzamento della resilienza, prosperità e transizione digitale; migrazione e mobilità; transizione verde. Ma
è importante rilevare che il piano di investimenti è una prima indicazione di progetti non esaustiva e in quanto tale sarà suscettibile di essere in futuro integrata in relazione ai progressi ed all'evoluzione della cooperazione con i Paesi del partenariato meridionale.
  In conclusione, sottolinea che la comunicazione definisce obiettivi strategici e ambiziosi e rappresenta un'occasione importante per la III Commissione per discutere della nuova Agenda per il Mediterraneo, in una prospettiva utile ad impostare le relazioni con i Paesi della riva sud del Mediterraneo non solo nel contesto delle situazioni attuali, ma anche con un orizzonte più ampio di sviluppo di tale regione nel medio e lungo periodo in linea con le politiche e i valori dell'UE.

  Il Sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  Piero FASSINO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.20 alle 14.45.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 21 aprile 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO.

  La seduta comincia alle 15.05.

Sulla politica estera dell'Italia per la pace e la stabilità nel Mediterraneo.
Audizione, in videoconferenza, del Ministro della difesa, Lorenzo Guerini.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Introduce, quindi, l'audizione.

  Il Ministro della difesa Lorenzo GUERINI svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

  Intervengono, quindi, Piero FASSINO (PD), presidente, a più riprese, Gennaro MIGLIORE (IV), Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), Maurizio LUPI (M-NCI-USEI-R-AC), Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), da remoto, Pino CABRAS (MISTO-L'A.C'È) e Paolo FORMENTINI (LEGA).

  Il Ministro della difesa Lorenzo GUERINI risponde ai quesiti e fornisce ulteriori precisazioni, riservandosi di trasmettere alla Commissione eventuali elementi integrativi di risposta, considerata l'ampiezza delle questioni poste e l'imminenza delle votazioni presso l'Aula.

  Piero FASSINO, presidente, ringrazia il Ministro Guerini per la disponibilità a completare comunque la sua esposizione e, avendo a breve inizio le votazioni in Aula, dichiara quindi conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.05.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

III Commissione - mercoledì 21 aprile 2021

ALLEGATO 1

Documento di economia e finanza 2021 (Doc. LVII, n. 4 e Annesso).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE
PRESENTATA DAL DEPUTATO DELMASTRO DELLE VEDOVE

  La III Commissione,

   esaminato, per le parti di competenza, il Documento di economia e finanza 2021 (Doc. LVII n. 4 e Annesso);

   considerato che:

    l'andamento dell'economia italiana e internazionale, condizionata dall'epidemia da COVID-19 e dalle conseguenti misure restrittive adottate, ha fatto registrare, secondo le stime ufficiali dell'Istat, una caduta del PIL, per l'anno 2020, pari all'8,9 per cento in termini reali e al 7,8 per cento in termini nominali;

    le misure restrittive adottate, nonostante l'applicazione in regime differenziato a livello territoriale in relazione all'andamento della pandemia, hanno dato luogo ad effetti fortemente negativi sui consumi delle famiglie e sugli investimenti nel settore privato;

    in tale contesto di crisi ed incertezza, la finanza pubblica ha agito da ammortizzatore sociale, portando ad un incremento del saldo di indebitamento netto della Pubblica amministrazione (PA) dall'1,6 per cento del 2019 al 9,5 per cento nel 2020 all'11,8 per cento nel 2021;

    in conseguenza del crollo del Prodotto interno lordo come conseguenza della contrazione dei volumi di entrata fiscale e dei livelli di consumo nell'anno 2020, il rapporto tra lo stock di debito pubblico ed il PIL ha subito un incremento dal 134,6 per cento nel 2019 al 155,8 per cento con un ulteriore aumento previsto per l'anno in corso al 159,8 per cento con un progressivo rientro a partire dall'anno 2022;

    relativamente alle principali variabili macroeconomiche, nel 2020 è stata rilevata una forte caduta dell'input di lavoro, col – 11 per cento per le ore lavorate e – 10,3 per cento in termini di unità di lavoro armonizzate (ULA);

    secondo alcune stime, sono oltre 35.000 le imprese italiane che hanno delocalizzato all'estero. Tra le ragioni che hanno spinto i nostri imprenditori ad abbandonare l'Italia o a spostare in altre nazioni alcune parti del ciclo produttivo vi sono l'elevato costo del lavoro, l'alto livello della tassazione e la mancanza di manodopera qualificata;

    la delocalizzazione ha progressivamente indebolito le potenzialità del Made in Italy, distruggendo buona parte del tessuto produttivo di qualità fatto di piccole e medie imprese, con le annesse ripercussioni sul livello generale di disoccupazione, a favore di grandi multinazionali che inevitabilmente puntano alla standardizzazione del prodotto;

    nella sua tragicità, la pandemia ha portato alla luce la strategicità di alcuni settori produttivi attualmente delocalizzati e ha dimostrato cosa può succedere a una nazione membro del G8 e seconda potenza manifatturiera d'Europa nella sciagurata ipotesi in cui vengano interrotte le catene di approvvigionamento di materie prime e semilavorati;

    nel Documento di Economia e Finanza non si assumono iniziative per favorire il cosiddetto «reshoring» delle imprese in Italia;

    il 23 marzo 2019 il Governo ha firmato l'adesione dell'Italia all'iniziativa cinese «Belt and Road Initiative» (detta anche Nuova Via della Seta), con l'obiettivo politico annunciato dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio di invertire la rotta per riequilibrare la bilancia commerciale tra Cina ed Italia;

    i dati riportati dal Sistema InfoMercatiEsteri, però, hanno del paradossale. L'export italiano verso la Cina è diminuito rispetto all'anno precedente del 2,7 per cento nel 2018, del 1 per cento nel 2019 e dello 0,6 per cento nel 2020. A fronte di questo rallentamento nel crollo dell'export italiano in Cina il Sistema rileva un costante aumento delle importazioni cinesi in Italia: +8,5 per cento nel 2018 rispetto all'anno precedente, +2,5 per cento nel 2019 e +1,5 per cento nel 2020;

    appare quindi evidente come l'accordo siglato sia controproducente per gli interessi nazionali e come il Governo non abbia ancora individuato una strategia complessiva in grado di fronteggiare efficacemente l'aggressione commerciale cinese agli asset strategici nazionali;

    l'Italia attraversa da molti anni un «inverno demografico», che si traduce in un crollo significativo delle nascite e in un progressivo invecchiamento della popolazione. Tra le principali conseguenze dell'invecchiamento vi sono le ripercussioni in termini di calo della produttività conseguente alla contrazione della forza lavoro, l'aumento della spesa pensionistica e della spesa sanitaria, nonché i rischi in merito alla sostenibilità del debito pubblico;

    tali aspetti sono stati adeguatamente presi in considerazione nel Documento di economia e finanza e il Governo ha individuato le due alternative politiche percorribili per invertire il trend in materia di denatalità: la prima strada è sostenere la nascita di nuove vite sul territorio nazionale; la seconda strada è importare forza lavoro immediatamente operativa da Paesi extracomunitari;

    nei vari scenari individuati dal DEF emerge come sostenere nuove nascite sul territorio nazionale sia una strada lunga e non in grado di sostenere la crescita nell'immediato. Il Governo ritiene quindi di voler sostenere l'economia nazionale attraverso l'incremento del flusso netto migratorio di un terzo rispetto al previsto, il quale permetterebbe di diminuire il rapporto debito/PIL nel ventennio successivo;

    di contro, secondo il Governo, una significativa riduzione del flusso immigratori porterebbe ad un aumento del rapporto debito/PIL già nel breve periodo. A fine periodo, il debito pubblico sarebbe maggiore di quasi 50 p.p. di PIL rispetto allo scenario di riferimento;

    se il problema è quello di sostenere la crescita per sostenere il debito, appare evidente come vi siano altre alternative rispetto a quella dell'aumento dei flussi di immigrati indicata dal Governo, come la riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro e da attività d'impresa;

    se il problema è invertire l'inverno demografico, non vi è altra alternativa al sostegno a maternità e natalità;

    in fine, occorre evidenziare come le linee politiche indicate nel DEF in materia di aiuto pubblico allo sviluppo non tengano conto della necessità di destinare ogni risorsa utile a politiche di rilancio del tessuto produttivo nazionale, sospendendo temporaneamente la concessione di risorse a prestito e a dono a Paesi terzi;

    di contro, il Governo conferma l'auspicio di un proseguimento del percorso di avvicinamento all'obiettivo dello 0,7 per cento del RNL fissato nel 2015 dall'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e ribadisce l'esigenza di assicurare, con una prospettiva pluriennale, graduali incrementi degli stanziamenti assegnati alle amministrazioni dello Stato per interventi di cooperazione allo sviluppo;

    per tutto quanto evidenziato in premessa,

  esprime

PARERE CONTRARIO

ALLEGATO 2

Documento di economia e finanza 2021 (Doc. LVII, n. 4 e Annesso).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,

   esaminato, per le parti di competenza, il Documento di economia e finanza 2021 (Doc. LVII n. 4 e Annesso);

   preso atto del fatto che la struttura del DEF 2021 presenta una significativa differenza rispetto a quello degli anni fino al 2019 poiché non reca il Programma nazionale di riforma (PNR), in quanto, in linea con la normativa comunitaria, il Governo procederà, successivamente, alla trasmissione del solo PNRR che sarà presentato alla Commissione europea nel termine previsto del 30 aprile prossimo;

   atteso che, oltre alle risorse del Next generation EU, il PNRR potrà contare su una disponibilità di fondi nazionali che lungo il periodo 2021-2026 porterà il perimetro complessivo del Piano a 222 miliardi, di cui circa 169 miliardi saranno aggiuntivi rispetto alla programmazione esistente. A tali risorse si aggiungeranno circa 15 miliardi netti provenienti dalle altre componenti del NGEU, quale il REACT-EU;

   per quanto attiene allo scenario economico internazionale, il DEF evidenzia che le prospettive degli scambi internazionali sono state profondamente modificate dal diffondersi della pandemia all'inizio del 2020 e i relativi effetti sulle politiche dei diversi Paesi appaiono ancora incerti;

   secondo le più recenti proiezioni macroeconomiche, la flessione dell'economia globale sarebbe pari al 3,3 per cento nel 2020 dopo l'espansione del 2,8 per cento registrata nel 2019. La riduzione del commercio mondiale riflette, non solo la marcata ciclicità di tale variabile durante le fasi recessive del ciclo economico, ma anche la peculiarità della crisi innescata dal Covid-19, che ha determinato interruzioni nelle catene mondiali di produzione e un incremento dei costi del commercio a causa delle misure di contenimento dei contagi;

   evidenziato come il DEF prefiguri, pertanto, nel medio termine una moderazione della crescita globale che si attesterebbe al 3,3 per cento e prospetti una crescita più vivace nelle economie emergenti, che si espanderebbero del 6,7 per cento quest'anno e del 5 per cento nel 2022, rispetto a quelle avanzate, per le quali l'espansione sarebbe pari al 5,1 per cento nel 2021 e al 3,6 per cento nel 2022;

   in relazione al quadro previsionale interno, nello scenario programmatico già l'anno prossimo il PIL arriverebbe a sfiorare il livello del 2019. Infatti, dopo la caduta dell'8,9 per cento registrata nel 2020, il PIL recupererebbe del 4,5 per cento quest'anno e del 4,8 per cento nel 2022, per poi crescere del 2,6 per cento nel 2023 e dell'1,8 per cento nel 2024, evidenziando tassi di incremento mai sperimentati nell'ultimo decennio;

   rilevato che il DEF evidenzia l'alto livello raggiunto dal rapporto deficit/PIL, pari all'11,8 per cento, dovuto tuttavia principalmente a misure di natura temporanea, nonché alla caduta del PIL stesso, cui dovrebbe seguire un progressivo rientro nei prossimi anni, che già nel 2024 si avvicinerebbe alla soglia del 3 per cento, grazie ad una graduale discesa del deficit della PA;

   quanto al posizionamento commerciale del nostro Paese, il DEF rileva che l'avanzo commerciale è stato pari a 63,6 miliardi (in aumento rispetto ai 56 miliardi registrati nel 2019), rimanendo tra i più alti in Europa in rapporto al PIL, dopo Germania, Paesi Bassi e Irlanda. Tenendo conto della quota sulle esportazioni complessive, la riduzione delle vendite di beni all'estero in media d'anno ha riguardato tutti i principali partner commerciali tra cui gli Stati Uniti, la Francia e la Germania;

   rilevato che le prospettive per il 2021 appaiono più favorevoli soprattutto in relazione alla ripresa dell'attività economica e del commercio mondiale: l'andamento del commercio estero italiano è infatti rimasto favorevole in gennaio e in particolare verso i Paesi europei mentre le prime indicazioni del commercio extra-UE per febbraio prefigurano una riduzione delle esportazioni accompagnato da un rimbalzo delle importazioni;

   sottolineata l'esigenza di potenziare il complesso delle misure a sostegno dell'export e dell'internazionalizzazione delle imprese, così come espresso nel parere approvato da questa Commissione il 18 marzo 2021 sulla proposta di PNRR, assicurando finanziamenti strutturali adeguati e rafforzando gli strumenti di promozione integrata del Made in Italy alla luce del ruolo determinante delle esportazioni nel sostenere i tassi di crescita del Paese;

   preso atto positivamente dell'impegno, ribadito nel DEF, ad un progressivo adeguamento agli standard internazionali e alla normativa nazionale di riferimento delle risorse per l'Aiuto pubblico allo sviluppo, proseguendo un percorso di avvicinamento all'obiettivo dello 0,7 per cento del RNL fissato dall'Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile;

   richiamata l'esigenza di assicurare, con una prospettiva pluriennale, graduali incrementi degli stanziamenti assegnati alle amministrazioni dello Stato per interventi di cooperazione allo sviluppo, in linea con quanto previsto dall'articolo 30 della legge n. 125 del 2014, con particolare riferimento alle risorse assegnate al MAECI per attività di cooperazione allo sviluppo,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

ALLEGATO 3

Modifica all'articolo 3 della legge 18 giugno 1998, n. 194, in materia di proroga dalla concessione dell'esercizio della tratta italiana della ferrovia Domodossola-Locarno (C. 2663 Borghi).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La Commissione III,

   esaminato per i profili di competenza il nuovo testo della proposta di legge recante «Modifica all'articolo 3 della legge 18 giugno 1998, n. 194, in materia di proroga della concessione dell'esercizio della tratta italiana della ferrovia Domodossola-Locarno», che costituisce oggetto di una apposita Convenzione tra l'Italia e la Confederazione Svizzera, stipulata in data 12 novembre 1918;

   ricordato che tale tratta ferroviaria, rientrante tra le cosiddette linee isolate, è stata oggetto di una Convenzione internazionale tra l'Italia e la Confederazione Svizzera – stipulata il 12 novembre 1919 e tuttora in vigore, in base alla quale le Parti si sono impegnate a «far assicurare l'esercizio della ferrovia a scartamento ridotto da Locarno (Svizzera) a Domodossola (Italia) in base alle concessioni date in Svizzera alle Società delle tramvie di Locarno, della ferrovia Locarno–Pontebrolla–Bignasco (linea della Vallemaggia) e delle “Ferrovie Regionali Ticinesi” per il tronco da Locarno a Camedo (frontiera italiana) e in Italia alla “Società Subalpina di Imprese Ferroviarie” a Roma per il tronco da Domodossola alla frontiera svizzera»;

   evidenziato che la Convenzione non disciplina la durata e la sua eventuale proroga e che la concessione per la costruzione e gestione del tratto italiano, rilasciata per una durata di 70 anni il 27 maggio 1911 in favore della Società Subalpina di Imprese ferroviarie (SSIF S.p.A.), per il tronco da Domodossola alla frontiera svizzera, è stata più volte prorogata, da ultimo dall'articolo 3, comma 9, della legge n. 194 del 1998, ed è in scadenza il prossimo 31 agosto 2021;

   preso atto che il nuovo testo della proposta di legge consta di un solo articolo, che novella il citato articolo 3, comma 9, della legge n. 194 del 1998, al fine di disporre una proroga limitata a 5 anni, fino al 31 agosto 2026, della durata della concessione ferroviaria della linea Domodossola-Locarno, in ottemperanza del regolamento (CE) n. 1370/2007 che stabilisce che, a decorrere dal 25 dicembre 2023, i contratti di servizio pubblico in ambito ferroviario siano posti obbligatoriamente a gara, e dunque al fine di prorogare la concessione del servizio ferroviario Domodossola-Locarno per il tempo necessario all'espletamento delle attività propedeutiche all'espletamento del bando di gara;

   evidenziato che la rete ferroviaria in questione e i servizi su essa resi sono esclusi, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, lettera a) dall'applicazione delle disposizioni del decreto legislativo n. 112 del 2015, che ha recepito la direttiva 2012/34/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, che istituisce uno spazio ferroviario europeo unico, ed appaiono rientrare, in base al citato Regolamento (CE) n. 1370/2007, come da ultimo modificato dal Regolamento (CE) n. 2016/2338, in un regime derogatorio quanto all'obbligo di espletamento del bando di gara;

   segnalato, in generale, che, da un lato, l'articolo 351, paragrafo 1, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) prevede che «le disposizioni dei Trattati non pregiudicano i diritti e gli obblighi derivanti da convenzioni concluse anteriormente al 1° gennaio 1958 o, per gli Stati aderenti, anteriormente alla data della loro adesione, tra uno o più Stati membri da una parte e uno o più Stati terzi dall'altra» e che, dall'altro lato, il paragrafo 2 del medesimo articolo stabilisce che «nella misura in cui tali convenzioni sono incompatibili coi trattati, lo Stato o gli Stati membri interessati ricorrono a tutti i mezzi atti ad eliminare le incompatibilità constatate»;

   ritenuto, in generale, essenziale preservare il principio pacta sunt servanda e quindi comunque assicurare l'esercizio della ferrovia, nonché tutelare un principio di affidamento nelle relazioni con la Svizzera con riferimento alla durata e alle modalità di gestione, anche in considerazione dei necessari investimenti finalizzati alla predisposizione di servizi che dovranno comunque prevedere standard di qualità comuni,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

ALLEGATO 4

7-00597 Suriano ed altri: Sul rispetto del principio del giusto processo da parte delle Autorità turche, con particolare riferimento ad arresti di massa di avvocati e giuristi.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

   La III Commissione,

   premesso che:

    in seguito al fallito golpe del 2016, il Governo turco ha imputato condotte o attività terroristiche o sovversive ad avvocati, giuristi, accademici, intellettuali, giornalisti, musicisti e artisti in genere, rei di svolgere in maniera indipendente la loro professione o di aver manifestato la loro contrarietà alla politica governativa e solo per questo minacciati, arrestati e condannati a lunghe pene detentive, al termine di processi svolti in violazione dei principi del contraddittorio e del giusto processo, come è stato denunciato da numerosi organismi internazionali e come, in particolare, evidenziato dalla risoluzione 2347 (2020) dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, dalle deliberazioni della Corte Edu nei casi Demirtas contro Turchia (n. 2) e Kavala contro Turchia, in linea con le decisioni del Consiglio dei Ministri del 1/9/2020 e 29/9/2020;

    sino al febbraio 2020 più di 1.500 legali sono stati indagati, 605 sono stati arrestati e posti in custodia cautelare e, secondo l'ultimo aggiornamento del rapporto di Arrested Lawyers Initiative, finora 441 avvocati sono stati condannati alla pena complessiva di 2.728 anni di reclusione per presunta appartenenza ad un'organizzazione terroristica armata o per aver diffuso propaganda terroristica;

    inoltre, durante il periodo emergenziale, 34 delle 1.412 associazioni di avvocati operanti in 20 diverse province del Paese sono state definitivamente soppresse, ne sono stati confiscati i beni e la gran parte dei loro membri sono stati indagati sulla base delle leggi antiterrorismo;

    è dei giorni scorsi la notizia di ulteriori arresti di massa a Diyarbakir: la polizia ha fatto irruzione nelle case di avvocati e rappresentanti delle organizzazioni della società civile, a cui sono stati confiscati computer, libri e materiali digitali;

    per protestare contro le violazioni del diritto alla difesa e dei diritti dei detenuti, numerosi avvocati turchi detenuti in ragione della loro attività professionale hanno effettuato un lungo sciopero della fame in forma controllata che, per due di loro – Ebru Timtik ed Aytac Unsal – si è trasformato in «sciopero fino alla morte», fino a quando le autorità turche non avessero liberato tutti gli avvocati e le avvocate e le detenute e i detenuti e fino a quando non avessero garantito il rispetto dello Stato di diritto;

    Ebru Timtik, avvocata e attivista per i diritti umani nota per le sue battaglie in difesa delle donne vittime di violenza e soprattutto della minoranza curda, è morta in difesa della giustizia, del diritto alla difesa e della dignità della professione forense, dopo 238 giorni di sciopero della fame, mentre era detenuta, il 27 agosto 2020;

    Ebru ed Aytac erano stati arrestati insieme ad altri colleghi della medesima associazione degli avvocati progressisti nell'ottobre del 2018. A marzo 2019 erano stati condannati rispettivamente a 13 anni e mezzo e 10 anni e mezzo di reclusione. L'accusa era di affiliazione a organizzazione terroristica, nello specifico, il DHKP/C, considerato tale da Turchia, Europa e Stati Uniti. A ottobre 2020, la sentenza è stata confermata in appello e i due avvocati hanno allora avviato lo sciopero della fame, chiedendo di essere sottoposti ad un giusto processo;

    dopo la morte dell'avvocata e attivista e a seguito della mobilitazione internazionale dell'Avvocatura e dell'opinione pubblica, l'avvocato Aytac Unsal è tornato in libertà il 3 settembre 2020 dopo 213 giorni di sciopero della fame a seguito della pronuncia della Corte Suprema, che ha deciso la sua temporanea scarcerazione in attesa che le sue condizioni di salute migliorino sulla base della perizia medico legale che già a fine luglio aveva definito le sue condizioni incompatibili con la detenzione;

    il caso di Ebru Timtik è drammatico ma non è isolato. La sua morte ricorda quella dei tre componenti del Grup Yorum, un complesso musicale noto per i suoi testi di denuncia sociale e le loro critiche al regime di Erdogan. Condannati con lo stesso capo di accusa dell'avvocata, anche loro chiedevano solo di venire giudicati in modo neutrale e con le garanzie previste dalla legge;

    la mobilitazione a sostegno degli avvocati turchi è stata ed è trasversale: l'intera classe forense nazionale è in mobilitazione a supporto dei colleghi turchi almeno dal 2017. Nello specifico, i Giuristi Democratici e l'Osservatorio avvocati minacciati dell'Unione delle Camere Penali, hanno pubblicato tutti i report relativi all'osservazione internazionale ai processi, e numerosi comunicati;

    il Consiglio nazionale forense, con una delibera del 17 gennaio 2020, ha proclamato il 2020 l'Anno dell'avvocato in pericolo nel mondo e denuncia da anni, anche in sinergia con il Consiglio degli ordini forensi europei (CCBE) e l'Osservatorio degli avvocati in pericolo (OIAD), le violazioni dei diritti umani in Turchia;

    800 avvocati di tutta Europa, e finanche dal Giappone, Stati Uniti e Brasile, hanno firmato una petizione rivolta alla Cassazione turca per chiedere l'immediata liberazione dei colleghi;

    anche il CCBE, organismo di rappresentanza dell'avvocatura dei Paesi del Consiglio d'Europa, è intervenuto più volte pubblicamente sollecitando le autorità turche a consentire ai colleghi cure mediche di fiducia e i diritti che spettano ad ogni detenuto. Alle detenzioni di attivisti e avvocati difensori di diritti umani si somma la repressione sistematica dei diritti democratici di molti parlamentari e sindaci, democraticamente eletti, ai quali viene sistematicamente revocata l'immunità parlamentare, revocato il mandato elettivo e, infine, in molti casi comminata una pena detentiva, in particolare per i leader del partito HDP. Tale condizione viene ulteriormente aggravata dalla recente decisione della Procura Generale turca di chiedere alla Corte Costituzionale di procedere allo scioglimento del partito HDP, con ciò cancellando il diritto alla rappresentanza di milioni di cittadini e cittadine turche;

    i Relatori Speciali dell'Onu hanno chiesto al Governo turco di intraprendere azioni immediate per rilasciare le persone detenute e condannate in violazione del diritto internazionale;

    i relatori dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa (PACE) hanno espresso la loro preoccupazione per la nuova ondata di arresti di avvocati e per le perquisizioni dei loro uffici;

    anche il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa è intervenuto affermando che «il sistema giudiziario turco si sta trasformando in uno strumento per zittire avvocati, difensori dei diritti umani e giornalisti, attraverso una negazione sistematica dei principi più basici dello Stato di diritto». Per tali ragioni, «le autorità turche devono urgentemente rispettare i principi di equità processuale levando le restrizioni al diritto di difesa introdotte durante lo stato d'emergenza, e garantendo che nessuno sia incarcerato senza processo», condannando quindi l'attitudine crescente del sistema giudiziario turco di considerare gli avvocati colpevoli per associazione con i loro clienti;

    l'Unione europea ha sottolineato l'urgente necessità per le autorità turche di affrontare in modo credibile le preoccupazioni sulla situazione dei diritti umani nel Paese, così come ha affermato in una nota il portavoce del Servizio per l'azione esterna dell'Unione europea, secondo cui «la Turchia ha urgente bisogno di dimostrare progressi concreti in materia di Stato di diritto e libertà fondamentali»;

    ugualmente, sul piano interno, l'indignazione è stata trasversale e tutte le forze politiche condividono la necessità di una condanna formale e un appello al rispetto dello Stato di diritto;

    insieme a tali censure da parte degli organismi internazionali ed ai moniti espressi dal Presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo, Robert Ragnar Spano, durante la sua visita istituzionale in Turchia, sono proseguite le operazioni antiterrorismo e gli arresti di avvocati ad Ankara ed in 7 altre province;

    tutto ciò premesso, si esprime la piena solidarietà nei confronti di chi lotta quotidianamente per il rispetto delle libertà democratiche e per il diritto ad un processo giusto ed imparziale, nonché preoccupazione per la tenuta dello Stato democratico ed il rispetto dei diritti umani in Turchia, condizione aggravata dalla scelta del presidente Erdogan di revocare l'adesione alla Convezione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza domestica nei confronti delle donne e la violenza domestica, firmata dieci anni fa a Istanbul,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative di competenza per monitorare costantemente la situazione in Turchia in merito ad arresti da considerarsi arbitrari di avvocati, giuristi, professori, giudici, giornalisti, musicisti, politici e quanti siano ingiustamente detenuti e affinché sia garantito loro il diritto alla salute e ad un giusto processo, oltre che il rispetto dei diritti fondamentali;

   ad attivare la rappresentanza diplomatica italiana in Turchia affinché verifichi, in raccordo con gli altri partner europei e con la Delegazione dell'Unione europea, le condizioni detentive di tutti i detenuti, secondo le linee indicate dal Comitato per la Prevenzione della Tortura (CPT), e in particolare di salute di quanti si ha motivo di credere che si trovino ingiustamente in stato di arresto o detenzione;

   ad invitare le autorità turche, congiuntamente con i partner europei, ad acconsentire all'ingresso nel Paese degli osservatori internazionali, inclusi gli esperti delle competenti organizzazioni internazionali (Nazioni Unite, Consiglio d'Europa, Unione europea, OSCE), anche revocando l'eventuale divieto di ingresso stabilito nei confronti di giornalisti ed avvocati in ragione del mero esercizio della loro attività professionale, garantendo loro la dovuta sicurezza;

   a continuare ad attivarsi presso l'Unione europea ed il Consiglio d'Europa affinché tali istituzioni:

    esortino la Turchia a favorire la distensione del clima politico e chiedano al Governo turco di osservare gli impegni assunti con la sottoscrizione dei trattati internazionali, per il rispetto dei principi dello Stato di diritto dell'indipendenza della giurisdizione e del diritto di difesa in un giusto processo;

    esortino la Turchia a dare esecuzione alle sentenze della Corte europea dei diritti umani, avuto riguardo in particolare a quelle relative al rispetto delle condizioni detentive ed all'ingiusta detenzione.
(8-00108) «
Fassino, Suriano, Perantoni, Quartapelle Procopio, Migliore, Palazzotto».