III Commissione

Affari esteri e comunitari

Affari esteri e comunitari (III)

Commissione III (Affari esteri)

Comm. III

Affari esteri e comunitari (III)
SOMMARIO
Giovedì 8 aprile 2021

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:

5-05681 Fitzgerald Nissoli: Sull'erogazione dei contributi per i corsi di lingua e la formazione italiana nel Nordamerica ... 43

ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 47

5-05682 Delmastro delle Vedove: Sul mancato ricongiungimento con la propria famiglia rifugiata in Italia di quattro minori uiguri ... 44

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 48

5-05684 Lupi: Sull'aggravarsi della repressione da parte cinese della democrazia e dei diritti fondamentali ad Hong Kong ... 44

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 49

5-05685 Di Stasio: Sulle indagini sulla morte del cooperante italiano Mario Paciolla in Colombia ... 45

ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 50

5-05683 Quartapelle Procopio: Sulle azioni per chiedere l'accesso alle cure e il rilascio incondizionato di Alexei Navalny nel quadro del rispetto dei diritti umani da parte della Federazione Russa ... 45

ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 52

INCONTRI CON DELEGAZIONI DI PARLAMENTI ESTERI:

Incontro informale, in videoconferenza, con la Commissione Affari esteri della Grande Assemblea Nazionale turca ... 46

III Commissione - Resoconto di giovedì 8 aprile 2021

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Giovedì 8 aprile 2021. — Presidenza del vicepresidente Paolo FORMENTINI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.

  La seduta comincia alle 13.

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv e il canale satellitare della Camera dei deputati.

5-05681 Fitzgerald Nissoli: Sull'erogazione dei contributi per i corsi di lingua e la formazione italiana nel Nordamerica.

  Fucsia FITZGERALD NISSOLI (FI), intervenendo da remoto, illustra l'interrogazione in titolo, sottolineando che l'oggetto è stato concordato con gli enti gestori e con il Consiglio Generale degli italiani all'estero del Nordamerica, i quali sollecitano il rinvio dell'entrata in vigore della nuova disciplina sull'erogazione dei contributi per i corsi di lingua e la formazione italiana nel mondo.

  Il Sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Fucsia FITZGERALD NISSOLI (FI), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta del Governo, di cui apprezza la disponibilità. Ribadisce che l'obiettivo dell'atto in titolo è promuovere l'opportuno rinvio di un anno, data la situazione emergenziale nella quale operano gli enti gestori, che non sono in grado di sostituire il contributo ministeriale con fonti di finanziamento alternative né possono gravare su famiglie già in difficoltà a causa della pandemia. Le difficoltà finanziarie mettono a rischio l'avvio dei corsi di lingua, che avrebbero carattere curriculare, e, di riflesso, la promozione della lingua e cultura italiana all'estero ed il rapporto con le comunità dei nostri connazionali nel mondo. Nel sottolineare la specifica importanza dei corsi di lingua nell'economia delle politiche di internazionalizzazione, invita, quindi il Governo a rivalutare con attenzione l'opportunità di rinviare l'entrata in vigore della nuova disciplina, auspicando che possa rapidamente essere convocato il preannunciato tavolo tecnico con gli stessi enti gestori.

5-05682 Delmastro delle Vedove: Sul mancato ricongiungimento con la propria famiglia rifugiata in Italia di quattro minori uiguri.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI) illustra l'interrogazione in titolo, evidenziando che la vicenda privata oggetto della interrogazione è emblematica dei crimini perpetrati dal regime cinese nei confronti della minoranza uigura, tra cui le pratiche di aborto forzato, a fronte dei quali il Governo italiano è chiamato ad assumere una posizione di ferma condanna, ben lontana dalle parole di apprezzamento che il Ministro Di Maio, mentre avvenivano i fatti di cui all'interrogazione in titolo, ha avuto nei confronti di Pechino per la fornitura di mascherine, forse soggiogato dalle prospettive di sviluppo della nuova Via della Seta, che invece altro non è che una grave forma di soggezione alla dittatura comunista cinese.

  Il Sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), replicando, si dichiara profondamente insoddisfatto della risposta del Governo che, a fronte di una vicenda agghiacciante, si limita a fornire spiegazioni dal tenore burocratico, adducendo di avere trasmesso un messaggio di posta elettronica alle Autorità cinesi a fronte delle migliaia di chilometri percorsi dai minori in cerca della propria famiglia. A suo avviso, non è sufficiente esprimere un vago impegno a promuovere il ricongiungimento familiare, occorre invece assicurare a questi minori la possibilità di raggiungere la propria famiglia in Italia e porsi in salvo da un regime responsabile di condotte genocidarie, che al momento li fa crescere come detenuti all'interno di un orfanotrofio e, una volta raggiunta l'età adulta, li condannerà alle torture e alla detenzione nei campi di lavoro forzato, da cui usciranno solo quando non potranno più svolgere alcuna attività e diventeranno vittime dell'espianto di organi, poiché è questo il destino che attende il popolo uiguro.
  Auspica che i rappresentanti dello Stato italiano, facendo leva sulla vasta rete di relazioni di cui dispongono in Cina, vogliano recarsi sul posto e occuparsi in modo adeguato della vicenda, sottraendo quei minori al genocidio che li attende, al di là dei vincoli derivanti dalla nuova «Via della Seta», che è motivo di disonore per il nostro Paese.
  Ribadisce, dunque, la necessità di una risposta celere ed efficace per risolvere la questione oggetto dell'interrogazione, superando le ambiguità che hanno contraddistinto negli ultimi anni la posizione dell'Italia nei riguardi della Cina.

5-05684 Lupi: Sull'aggravarsi della repressione da parte cinese della democrazia e dei diritti fondamentali ad Hong Kong.

  Maurizio LUPI (M-NCI-USEI-R-AC), illustrando l'interrogazione in titolo, che insiste casualmente su tematica connessa a quella dell'interrogazione del collega Delmastro delle Vedove, esprime grande preoccupazione per la torsione autoritaria che la Cina sta imponendo ad Hong Kong, rispetto alla quale l'Italia deve reagire allineandosi alle posizioni dei propri partner tradizionali, Stati Uniti e Unione europea, anche valutando l'opportunità di rivedere gli accordi definiti nell'ambito della nuova Via della Seta. Ricorda di avere posto tali questioni in occasione dell'audizione del Ministro Di Maio sulle linee direttive del suo Dicastero, poiché davvero non è più tollerabile procedere oltre nell'ambiguità ed occorre capire se l'Italia intenda recedere dalla Via della Seta ed allinearsi alle posizioni della comunità euroatlantica.

  Il Sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Maurizio LUPI (M-NCI-USEI-R-AC), replicando, si dichiara profondamente insoddisfatto della risposta del Governo: benché la sua formazione gli impedisca di usare toni accesi rileva che il Governo italiano dovrebbe uscire finalmente dal cono di ambiguità che ha caratterizzato negli ultimi tempi le sue relazioni con la Cina, guardando all'esempio del Presidente Biden, che ha parlato di un vero e proprio attacco del regime cinese alla democrazia dei diritti nel mondo. Ricordando che il Presidente Draghi, nel suo discorso alle Camere, ha affermato che in politica estera occorre chiarezza e ha poi esplicitamente ribadito la vocazione europeista ed atlantista del nostro posizionamento – con un chiaro cambio di passo rispetto al suo predecessore Conte che, nel suo intervento sulla fiducia alla Camera dei deputati, aveva messo sullo stesso piano Cina e Stati Uniti – ribadisce la necessità che il Ministro Di Maio ed il Sottosegretario Di Stefano esprimano con chiarezza, utilizzando tutti gli strumenti diplomatici a loro disposizione, il profondo dissenso verso la politica egemonica della Cina, sia ad Hong Kong sia in Africa. Qualora ciò non avvenisse, si tratterebbe di una chiara ed inaccettabile rottura della linea di politica estera delineata dal Presidente Draghi e anche dell'unità che dovrebbe caratterizzare la postura internazionale delle forze politiche italiane.

5-05685 Di Stasio: Sulle indagini sulla morte del cooperante italiano Mario Paciolla in Colombia.

  Iolanda DI STASIO (M5S) illustra l'interrogazione in titolo.

  Il Sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Iolanda DI STASIO (M5S), replicando, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo, sollecitando la Farnesina ad assicurare un costante impegno per fare piena luce sulla tragica morte del connazionale Mario Paciolla.

5-05683 Quartapelle Procopio: Sulle azioni per chiedere l'accesso alle cure e il rilascio incondizionato di Alexei Navalny nel quadro del rispetto dei diritti umani da parte della Federazione Russa.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) illustra l'interrogazione in titolo, sottolineando la scelta coraggiosa dell'oppositore russo Navalny, che ha deciso di tornare a Mosca pur sapendo di rischiare l'arresto, come poi è avvenuto al suo arrivo in aeroporto sulla base di un capo di accusa assai debole. Segnala, quindi, le penose condizioni di salute in cui versa Navalny e che potrebbero derivare da una tubercolosi o da un contagio da Covid.

  Il Sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5), sottolineando che sul tema dei rapporti con la Federazione Russa così come con la Cina l'Italia intende muoversi in piena sintonia con le iniziative dell'UE, al fine di rafforzare il peso specifico dell'azione nei confronti di questi Paesi.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD, replicando, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo. Ricordando che l'Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, in occasione del recente, gravissimo atto ostile relativo al reclutamento come spia dell'ufficiale di marina Biot, ha sottolineato l'assoluta importanza, per la Russia, di conservare buone relazioni con l'Italia, ribadisce la necessità che il nostro Paese agisca, sia in sede di Unione europea sia a livello bilaterale, per chiedere l'immediato accesso alle cure e la scarcerazione di Navalny.
  Ricordando che nei giorni scorsi i componenti di una delegazione – compreso un medico che aveva chiesto di visitare e prestare soccorso in carcere a Navalny – sono stati a loro volta arrestati, come è accaduto a molti altri attivisti, difensori dei diritti umani e oppositori politici che non sono noti ma versano in simili condizioni, sollecita l'Esecutivo ad attivarsi per chiedere la scarcerazione di tutti i detenuti politici, nonché la possibilità di assistere ai processi.

  Paolo FORMENTINI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.40.

INCONTRI CON DELEGAZIONI
DI PARLAMENTI ESTERI

  Giovedì 8 aprile 2021.

Incontro informale, in videoconferenza, con la Commissione Affari esteri della Grande Assemblea Nazionale turca.

  L'incontro informale si è svolto dalle 14 alle 15.

III Commissione - giovedì 8 aprile 2021

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-05681 Fitzgerald Nissoli: Sull'erogazione dei contributi per i corsi di lingua e la formazione italiana nel Nordamerica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Canada e Stati Uniti, come l'Interrogante ben sa e giustamente evidenzia, sono Paesi importanti per la diffusione e promozione della lingua italiana. Vi operano in tutto 23 enti promotori: 10 in Canada e 3 negli USA. Ugualmente rilevanti sono i fondi ad essi destinati. Nel 2020, ultimo esercizio finanziario in cui è stata applicata in toto la vecchia normativa – ovvero la circolare 13/2003 – i contributi assegnati all'area ammontavano a oltre 3,3 milioni di euro. La quota maggioritaria del sostegno, per un totale di circa due milioni e mezzo di euro, è andata agli Stati Uniti, in cui opera uno fra i maggiori enti promotori di tutta la rete, lo IACE di New York, al quale è stato assegnato un contributo di oltre un milione e 400mila euro.
  Per l'esercizio finanziario corrente, sempre in base alla circolare 13/2003, sono stati assegnati fondi pari a 1.382.367 euro per 9 enti negli Stati Uniti e 388.655 euro per 9 enti in Canada, destinati a sostenere le attività relative al periodo da gennaio fino alla conclusione dell'anno scolastico 2020/21. Le attività oggetto di contributo, in entrambi i Paesi, riguardano principalmente il sostegno alla creazione e svolgimento di corsi di italiano integrati nell'offerta formativa delle istituzioni scolastiche locali, lo svolgimento di corsi extra-curriculari indirizzati a utenti in età scolare e la fornitura di materiale didattico.
  Come ricordato dall'Interrogante la nuova circolare 3/2020, che si applica dall'anno scolastico 2021/2022, si caratterizza per l'adozione di un diverso approccio al sostegno del MAECI alle attività degli Enti gestori. La precedente normativa prevedeva la presentazione al Ministero di due bilanci (preventivo e consuntivo), dalla cui analisi dipendeva non solo la concessione ma anche la determinazione dell'entità del sostegno ministeriale. La nuova circolare adotta, invece, un approccio a progetto, concentrandosi sulle sole attività oggetto del contributo MAECI.
  Questa nuova filosofia è in linea con le indicazioni emerse nel corso degli anni proprio in occasione di numerosi incontri con rappresentanti degli enti e con il CGIE, con cui la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese della Farnesina ha mantenuto un dialogo costante, proprio in vista dell'adozione della circolare 3/2020.
  Il dialogo è continuato anche dopo, proprio al fine di facilitare la transizione al nuovo sistema, sia mediante attività di carattere «formativo», quali incontri e stesura di vademecum per la presentazione dei progetti, sia assicurando flessibilità nell'applicazione delle misure maggiormente innovative. In particolare, in relazione alla previsione di compartecipazione ai progetti con risorse proprie degli enti, il MAECI, come già pochi giorni fa manifestato ai rappresentanti del Comitato di presidenza del CGIE, intende venire ulteriormente incontro alle richieste di flessibilità. Anche in considerazione del perdurare dell'emergenza pandemica in molte aree del mondo, prevediamo dunque la possibilità, in casi specifici e ben motivati dalla sede diplomatico-consolare di riferimento, di diminuire sensibilmente il co-finanziamento richiesto.
  Quanto alle spese amministrative sostenibili con i fondi ministeriali, per la precedente normativa queste non dovevano eccedere il 25 per cento delle uscite totali dell'ente. Secondo la nuova impostazione, invece, ad esse non può essere destinato più del 15 per cento del contributo ministeriale assegnato al progetto, fermo restando che eventuali spese eccedenti potranno essere coperte con risorse proprie
conferite dall'ente. Alla luce della differente impostazione del sistema tale misura non risulta penalizzante, fermo restando che gli enti promotori hanno sempre la facoltà di svolgere attività capaci di generare entrate e saldi positivi in bilancio (ad esempio, corsi per utenti in età non scolare) che, a differenza della normativa precedente, non comporterebbero rimodulazioni del contributo ministeriale.
  Per quanto riguarda, infine, la rimodulazione dei pagamenti o moratoria nell'applicazione della circolare 3/2020, ritengo opportuno evidenziare che già dall'inizio dell'anno gli enti che operano nell'emisfero australe stanno lavorando secondo la nuova normativa, avendo già presentato, a oggi, 24 progetti concreti. Una sospensione o rinvio dell'applicazione a questo stadio rischierebbe pertanto di configurare una disparità di trattamento.
  Il MAECI considera il lavoro svolto dagli enti promotori un elemento qualificante della proiezione dell'Italia nel mondo ed è pronto a sviluppare con essi un reale partenariato, basato su un confronto continuo. Partendo dall'esperienza di questo primo anno di applicazione della circolare 3/2020, potremo certamente pensare ad eventuali futuri interventi migliorativi.
  In conclusione, auspichiamo quindi una piena collaborazione da parte degli enti, che troveranno gli uffici della Farnesina aperti all'ascolto e sempre disponibili al dialogo.

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-05682 Delmastro delle Vedove: Sul mancato ricongiungimento con la propria famiglia rifugiata in Italia di quattro minori uiguri.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il caso dei 4 minori desiderosi di ricongiungersi alla loro famiglia in Italia merita, ovviamente, la massima attenzione. Lasciatemi, innanzi, tutto chiarire che il nulla osta al ricongiungimento emesso dalla Prefettura di Latina il 26 novembre 2019 è tuttora valido, fino al 30 aprile 2021, in virtù di una proroga generale disposta dal Governo a seguito dello scoppio dell'emergenza Covid. L'Ambasciata a Pechino è pertanto pronta a ricevere le domande relative ai 4 minori e a dare tutta l'assistenza necessaria per procedere all'emissione dei visti.
  Ritengo utile riassumere la dinamica di quanto accaduto. Il 15 aprile 2020 l'Associazione Ricreativa e Culturale Italiana (ARCI), sezione di Latina, a titolo di ente di tutela per richiedenti asilo e rifugiati, aveva preso contatto con l'Ambasciata d'Italia a Pechino per segnalare le pratiche di ricongiungimento familiare per i quattro minori. Dopo aver appurato che nessuna domanda di visto era stata ancora presentata, l'Ambasciata a Pechino ha avocato a sé la pratica, che la Prefettura di Latina aveva invece trasmesso al Consolato Generale a Shanghai. Lo ha fatto per rispettare la competenza territoriale, ma soprattutto con l'intenzione di facilitare i seguiti, considerato che la località di Jiashi, dove risulta la residenza dei minori, è sensibilmente più vicina a Pechino che non a Shanghai. Inoltre, la concessione di visti a minori uiguri è una pratica delicata che l'Ambasciata avrebbe preferito gestire con maggiore sicurezza a Pechino. Conseguentemente, il 20 maggio l'Ambasciata ha informato con una email ARCI della riassegnazione della competenza del nulla osta da Shangai a Pechino.
  Gli interessati e l'ARCI non hanno più preso contatto con l'Ambasciata per presentare domanda di visto o per acquisire ulteriori informazioni sulle relative procedure. La visita di uno dei figli presso l'agenzia esterna che istruisce le pratiche dei visti per conto del Consolato Generale di Shanghai non era stata in alcun modo preannunciata al Consolato Generale o all'Ambasciata dall'interessato, dai suoi familiari o persino dall'ARCI.
  Rimaniamo pronti, lo ripeto, per fornire tutta l'assistenza del caso, con la massima flessibilità e riservatezza. La nostra Ambasciata a Pechino, che è sempre stata a disposizione dell'ARCI e dei familiari, sta già esperendo passi presso le Autorità cinesi per attivare un canale di comunicazione con i minori e auspicabilmente addivenire a un'intesa per il loro ricongiungimento con i genitori e i fratelli in Italia.
  In questo senso, il Sottosegretario Della Vedova ha indirizzato una sua lettera al Vice Ministro degli esteri cinese Qing Gang, affinché quest'ultimo possa aiutare a risolvere la delicata questione, con l'unico intento di riportare i minori nel loro naturale nucleo familiare.

ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-05684 Lupi: Sull'aggravarsi della repressione da parte cinese della democrazia e dei diritti fondamentali ad Hong Kong.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Siamo molto preoccupati per l'erosione del principio «Un Paese, Due Sistemi» ad Hong Kong. La legge sulla sicurezza nazionale e la sua applicazione non sono conformi agli impegni internazionali sottoscritti dalla Cina, come non lo è la decisione dell'11 marzo dell'Assemblea Nazionale del Popolo a Pechino di intervenire sul sistema elettorale di Hong Kong riducendo ulteriormente gli spazi democratici e soffocando il pluralismo politico.
  L'Italia ha sostenuto con convinzione l'azione dell'Unione europea, nella consapevolezza della maggior incisività che l'UE può avere nel parlare con una sola voce, univoca e forte, in difesa dei principi fondamentali cui si ispirano il nostro sistema di valori e la nostra azione internazionale.
  Con questa stessa convinzione abbiamo aderito alla dichiarazione pronunciata il 12 marzo scorso a nome di 26 Paesi dell'Unione europea in occasione della 46ma sessione del Consiglio Diritti Umani. L'Italia ha anche sostenuto lo statement dei Paesi G7, lo stesso 12 marzo, volto a stigmatizzare, senza incertezze, le violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali ad Hong Kong e a chiedere alle Autorità cinesi e di Hong Kong di porre fine alle persecuzioni non giustificate di quanti rivendicano il rispetto dello stato di diritto e dei valori democratici e difendono diritti e libertà, in azione coesa e congiunta con l'Unione europea.
  Sul piano dell'azione, l'Italia ha appoggiato sin dal luglio dell'anno scorso le iniziative a sostegno della società civile di Hong Kong. Con i partner europei condividiamo la necessità di dare ulteriori concreti segnali in tal senso, e ci aspettiamo che nuove decisioni siano assunte nei prossimi giorni dal Consiglio Affari Esteri dell'UE di aprile con l'obiettivo di rafforzare i nostri legami e ribadire la solidarietà con la società civile di Hong Kong.
  L'Italia ha sempre sostenuto con fermezza l'affermazione e la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Lo abbiamo fatto e lo faremo contribuendo alla coesione europea, ma anche sul piano bilaterale, in tutte le occasioni di incontro e dialogo con le controparti cinesi. Siamo, infatti, convinti e consapevoli della necessità di avere – su tali valori fondamentali – un dialogo franco e trasparente, che non può e non deve contemplare arretramenti.

ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-05685 Di Stasio: Sulle indagini sulla morte del cooperante italiano Mario Paciolla in Colombia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come ricordato, Carmine Mario Paciolla è stato trovato senza vita il 15 luglio 2020 nella sua abitazione a San Vincente del Caguán, in Colombia, dove lavorava come cooperante nella Missione di Verifica ONU dal 20 agosto 2018.
  La Farnesina, anche tramite l'azione dell'Ambasciata a Bogotà, ha da subito seguito, con la massima attenzione, questa triste vicenda, stabilendo e mantenendo nel tempo un costante contatto con i familiari e i legali del connazionale, con le Nazioni unite e con tutte le autorità colombiane, in particolare Ministero degli Esteri, Procura Generale della Nazione, Polizia.
  Le indagini dell'Autorità giudiziaria locale sono tuttora in corso sotto la supervisione diretta del Procuratore Generale della Nazione, che ha garantito di attribuire al caso la massima priorità. Già il 18 luglio 2020, la ViceProcuratrice Generale, nel corso di una videoconferenza, si era impegnata in questo senso con i genitori di Carmine Mario.
  Sin dal luglio scorso il Governo ha effettuato una serie di passi per sollevare il caso al più alto livello, sia con le autorità colombiane che in ambito UE e ONU. In un colloquio telefonico del 28 luglio, il Ministro Di Maio aveva ricevuto dalla collega colombiana rassicurazioni circa la massima attenzione prestata al caso. Il 6 agosto otteneva anche dall'Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza Josep Borrell il sostegno dell'Unione europea alle nostre richieste di chiarezza sulla vicenda. Successivamente, il 10 agosto 2020, in un colloquio telefonico, il Segretario Generale dell'ONU, Antonio Guterres, sottolineava al Ministro Di Maio il pieno e incondizionato sostegno delle Nazioni Unite alle indagini, sia a livello centrale sia attraverso la Missione in Colombia, per far piena luce sul tragico evento. Il caso era stato oggetto di una conversazione in videoconferenza tra l'allora Presidente del Consiglio Conte e lo stesso Segretario Generale Guterres, il 22 settembre 2020, a margine della 75ma Assemblea Generale dell'ONU.
  Grazie agli interventi svolti, cui si è accompagnata un'intensa e costante azione di sensibilizzazione effettuata anche per il tramite della nostra Rappresentanza Permanente a New York, le competenti istanze delle Nazioni Unite, in particolare l'Ufficio per gli Affari Legali dell'Organizzazione (Office of Legal Affairs, OLA), hanno instaurato una fattiva e proficua interlocuzione con la Procura della Repubblica di Roma, che, come noto, sta conducendo le indagini italiane sul decesso Paciolla.
  L'OLA ha infatti puntualmente fornito riscontro alle richieste di assistenza giudiziaria internazionale formulate dalla nostra Autorità giudiziaria a partire dall'agosto 2020. Inoltre, grazie alla nostra azione diplomatica, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha disposto la sospensione dell'immunità per quei funzionari ONU che lavoravano con Carmine Mario Paciolla nella Missione di Verifica in Colombia, così da consentire ai magistrati italiani di sentirli nell'ambito delle indagini tuttora in corso e su cui viene evidentemente mantenuto il necessario riserbo.
  Proficua si è dimostrata anche la collaborazione fornita dall'Autorità giudiziaria colombiana. Contatti diretti tra investigatori italiani e colombiani sono stati prontamente stabiliti, anche tramite l'organizzazione di due video conferenze. Reciproche rogatorie sono state formulate e puntualmente riscontrate da parte della
Procura di Roma e dalla Procura Generale di Bogotà. Anche in questo caso l'attività di indagine rimane ovviamente coperta da stretto riserbo. La Farnesina continuerà a seguire la vicenda, auspicando naturalmente che possa essere fatta piena chiarezza sulla morte del nostro connazionale.

ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-05683 Quartapelle Procopio: Sulle azioni per chiedere l'accesso alle cure e il rilascio incondizionato di Alexei Navalny nel quadro del rispetto dei diritti umani da parte della Federazione Russa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Governo ha seguito il caso Navalny con la massima sensibilità e attenzione sin dalle sue prime fasi nell'agosto scorso, quando, insieme ai nostri partner e nei principali fora internazionali, abbiamo espresso forte preoccupazione per il trattamento inaccettabile a lui riservato, il nostro sdegno e condanna per il suo avvelenamento a mezzo di agente nervino, e la ferma aspettativa di indagini tempestive e trasparenti sull'accaduto.
  Gli stessi messaggi sono stati veicolati in maniera diretta al più alto livello e con la massima fermezza nei confronti delle Istituzioni della Federazione Russa in via bilaterale, sia nei contatti intercorsi tra il Presidente del Consiglio italiano e il Presidente russo, che nel corso della missione del Ministro Di Maio a Mosca, nell'ottobre scorso, di cui si ricorre il passaggio in conferenza stampa.
  L'Italia ha inoltre sostenuto la richiesta dell'immediato e incondizionato rilascio dell'attivista russo, oltre che di una piena e imparziale indagine sulla sua vicenda ribadita ad alto livello e a nome di tutta l'Unione europea in occasione della visita a Mosca dell'Alto Rappresentante UE, Borrell, lo scorso febbraio. In quella stessa occasione è stata ricordata al Ministro degli Esteri Lavrov l'aspettativa che la Federazione Russa si conformi agli obblighi che essa stessa ha liberamente assunto sotto il profilo del rispetto e della tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, ivi incluso nel contesto della Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo.
  Ricordiamo che nello stesso senso si è espresso infine, sempre a nome di tutta l'Unione europea e al più alto livello, anche il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel nella recente conversazione telefonica avuta con il Presidente Putin.
  In parallelo a tali contatti si sono svolti il Consiglio Affari esteri e il Consiglio europeo, nonché la riunione Ministeriale della NATO, tutte occasioni in cui insieme ai nostri partner e alleati è stato affrontato il nodo delle relazioni con Mosca e in cui si è rinnovata la forte preoccupazione per la tendenza al deterioramento del clima dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Russia, simboleggiata in particolare proprio dal caso Navalny.
  Al riguardo, è emerso un orientamento unanime rispetto alla centralità che tali aspetti continueranno a mantenere nell'interlocuzione con le autorità russe, pur nella volontà di non rinunciare al dialogo e alla cooperazione con la Russia sui temi di interesse bilaterale, oltre che sulle questioni regionali e globali, incoraggiando le autorità russe a compiere ogni sforzo per evitare di rendere più profonda la distanza politica e valoriale tra Occidente e Federazione Russa.
  Infine, il 2 marzo 2021, il Consiglio Affari esteri dell'Unione europea ha adottato all'unanimità le prime misure sanzionatorie nell'ambito del nuovo regime globale di sanzioni europee per violazioni dei diritti umani, le cui prime quattro designazioni sono relative a individui ritenuti responsabili di gravi violazioni dei diritti umani legate all'arresto arbitrario, al procedimento penale e alla condanna di Aleksej Navalny, nonché alla repressione contro manifestanti pacifici nell'ambito delle recenti proteste nella Federazione russa.
  Continueremo a seguire con la massima attenzione, insieme ai partner dell'Unione europea, la vicenda dell'esponente dell'opposizione russa, anche con particolare riferimento alle preoccupanti notizie relative alle sue condizioni di salute, che sappiamo essere preoccupanti.