Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Comm. bicam. Vigilanza RAI
Comm. bicam. Vigilanza RAI
Sulla pubblicità dei lavori ... 3
Variazioni nella composizione ... 4
Sui lavori della Commissione ... 4
ATTIVITÀ DI INDIRIZZO E VIGILANZA:
Seguito dell'esame della proposta di risoluzione «In materia di produzione culturale, trasmissione di prodotti indipendenti e sostegno allo sviluppo dell'industria nazionale dell'audiovisivo da parte della Rai.» – Relatore alla Commissione sen. Verducci (Seguito e conclusione dell'esame – Approvazione con modificazioni).
Esame della risoluzione in materia di produzione culturale, trasmissione di prodotti indipendenti e sostegno allo sviluppo dell'industria nazionale dell'audiovisivo da parte della Rai – Relatore alla Commissione on. Capitanio (Esame – Approvazione con modificazioni) ... 4
ALLEGATO 1 (Testo approvato nella seduta del 30 marzo 2021) ... 11
ALLEGATO 2 (Testo approvato nella seduta del 30 marzo 2021) ... 13
ALLEGATO 3 (Testo della risoluzione Verducci) ... 15
ALLEGATO 4 (Testo della risoluzione Capitanio) ... 18
Esame della proposta di risoluzione relativa a forme di collaborazione tra la RAI e la piattaforma digitale ITsART – Relatore alla Commissione sen. Barachini (Esame – Mancata approvazione non risultando la maggioranza richiesta dall'articolo 12, comma 2 del Regolamento interno) ... 8
ALLEGATO 5 (Testo della risoluzione Barachini) ... 20
Esame dell'atto di indirizzo sulla presenza delle forze politiche di opposizione nel servizio pubblico radio televisivo. – Relatore alla Commissione sen. Garnero Santanchè (Esame e rinvio) ... 8
ALLEGATO 6 (Testo della risoluzione Garnero Santanchè) ... 22
Sulla risposta pervenuta ad un quesito ... 10
Sulla pubblicazione dei quesiti ... 10
ALLEGATO 7 (Quesito per il quale è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (n. 336/1642)) ... 24
Martedì 30 marzo 2021. — Presidenza del presidente BARACHINI.
La seduta comincia alle 20.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicità dei lavori.
Il PRESIDENTE comunica, che ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.
Variazioni nella composizione.
Il PRESIDENTE comunica che in data 24 marzo 2021 il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione la deputata Laura Cavandoli, in sostituzione del deputato Alessandro Morelli, entrato a far parte del Governo. A nome di tutti i componenti della Commissione, ringrazia il deputato Morelli per il lavoro svolto e dà il benvenuto alla deputata Cavandoli.
Sui lavori della Commissione.
Il PRESIDENTE, se non vi sono osservazioni, reputa opportuno inviare all'Amministratore delegato della Rai una lettera affinché l'Azienda si allinei alla data del 31 marzo prossimo, indicata, come noto, quale termine di avvio della procedura di selezione delle candidature alla carica dei consiglieri di amministrazione della Rai di designazione parlamentare, tramite avviso che sarà pubblicato sui siti internet del Senato, della Camera e della Rai.
Il deputato ANZALDI (IV) chiede conferme sulla data del 31 marzo per l'avvio della procedura richiamata.
Il PRESIDENTE, in base a quanto risulta, osserva che tale data appare confermata.
La Commissione conviene.
Il PRESIDENTE, a seguito di quanto convenuto nella scorsa seduta, preannuncia che sarà data comunicazione ai Presidenti delle Camere della determinazione di avviare un'indagine conoscitiva sui modelli di governance e sul ruolo del Servizio pubblico radiotelevisivo, anche con riferimento al quadro europeo e agli scenari del mercato audiovisivo.
La Commissione prende atto.
Il PRESIDENTE ricorda che il Tar Lazio, sezione terza ter, ha disposto l'annullamento della delibera Agcom 69/20/CONS che aveva sanzionato la Rai per inadempimento degli obblighi di servizio pubblico generale radiotelevisivo, con specifico riferimento al rispetto del pluralismo e del contraddittorio, nonché dei principi di correttezza e completezza dell'informazione.
In particolare i giudici amministrativi, nel motivare l'annullamento della delibera dell'Agcom, hanno avanzato censure di carattere procedurale, rilevando la violazione dei canoni della partecipazione e del contraddittorio procedimentali diretti a prevedere che la concessionaria debba essere coinvolta in ogni fase dell'istruttoria nonché alla conclusione di quest'ultima.
Comunica infine che è stata depositata una proposta di risoluzione a prima firma del deputato Capitanio in materia di una corretta informazione all'educazione alimentare da parte della Rai.
ATTIVITÀ DI INDIRIZZO E VIGILANZA
Seguito dell'esame della proposta di risoluzione «In materia di produzione culturale, trasmissione di prodotti indipendenti e sostegno allo sviluppo dell'industria nazionale dell'audiovisivo da parte della Rai.» – Relatore alla Commissione sen. Verducci.
(Seguito e conclusione dell'esame – Approvazione con modificazioni).
Esame della risoluzione in materia di produzione culturale, trasmissione di prodotti indipendenti e sostegno allo sviluppo dell'industria nazionale dell'audiovisivo da parte della Rai – Relatore alla Commissione on. Capitanio.
(Esame – Approvazione con modificazioni).
Prosegue l'esame della proposta di risoluzione all'ordine del giorno, che nella seduta del 10 dicembre, è stato illustrato dal relatore, sen. Verducci.
Il PRESIDENTE fa presente che il testo (vedi allegato 3), è stato integrato con le proposte modificative di alcuni Gruppi. Successivamente, è stata presentata una proposta di risoluzione (vedi allegato 4), a prima firma del deputato Capitanio, che verte su tematiche similari, avente il titolo «per la promozione di produzioni e contenuti culturali sui canali Rai».
Rileva che da parte dell'Azienda sono stati suggeriti, rispetto al testo di cui è primo firmatario il senatore Verducci, alcune possibili modifiche: in particolare, nel primo impegno si intende mettere in risalto il quadro delle risorse già assegnate, un suggerimento che a suo avviso potrebbe essere accolto. Sempre da parte dell'Azienda sono stati avanzati ulteriori rilievi – sui quali nutre riserve – volti ad espungere dal testo la parte relativa «in tutti i canali generalisti e specializzati, radiofonici, televisivi, multimediali e sulle piattaforme web» nonché la parte che fa riferimento ai diritti di trasmissione «trasmessi sulla piattaforma Raiplay, utilizzando appieno tutti i fondi per la produzione di fiction, cinema e documentari appostati nell'anno 2020, così da accrescere le risorse complessive, finalizzate al medesimo scopo, iscritte nel bilancio di previsione 2021».
Ulteriori proposte attengono al terzo impegno, nel senso di espungere in particolare il riferimento alla programmazione di quote trasmissive obbligatorie e a una riformulazione concernente gli oneri informativi nei riguardi della Commissione.
Il relatore, senatore VERDUCCI (PD), preliminarmente si riserva di approfondire i suggerimenti provenienti dall'Azienda che sono stati riportati dal Presidente, ravvisando comunque l'esigenza che il testo della proposta di risoluzione mantenga la propria efficacia: è evidente infatti come il destinatario dell'atto di indirizzo possa avere interesse a depotenziarne il contenuto.
Peraltro, tale proposta integra e recepisce le proposte avanzate da varie forze politiche con le quali è stato instaurato un metodo di lavoro condiviso e finalizzato all'obiettivo di rafforzare le produzioni indipendenti italiane, le arti creative e lo spettacolo dal vivo, garantendo quote di trasmissione obbligatorie.
Anche per tale ragione, sarebbe auspicabile che la proposta di risoluzione avanzata dal deputato Capitanio, vertendo su tematiche similari, possa essere in parte recepita, all'interno del testo della proposta di cui è primo firmatario in modo da salvaguardare quello spirito unitario che ha fin qui ispirato il lavoro di tutte le forze politiche che ringrazia per la disponibilità.
Il deputato CAPITANIO (Lega) evidenzia che la propria forza politica sostiene le ragioni e i contenuti della proposta di risoluzione del senatore Verducci. Tuttavia, insiste affinché la Commissione esamini anche la proposta di risoluzione presentata dai commissari della Lega in quanto essa pone l'accento sull'esigenza della produzione e valorizzazione delle produzioni e dei contenuti culturali sui canali della Rai.
Il PRESIDENTE dichiara aperta la discussione su entrambe le proposte di risoluzione.
Il senatore AIROLA (M5S) esprime alcuni dubbi su entrambe le proposte di risoluzione, ritenendo che l'obiettivo condivisibile di sostenere lo spettacolo dal vivo possa essere raggiunto con un richiamo a quanto già previsto dal Contratto di servizio. Inoltre, entrambe le proposte intendono introdurre ulteriori impegni di spesa per la stessa Società concessionaria, che si trova di fronte a note difficoltà di bilancio. In tal senso, i riferimenti contenuti, ad esempio, all'utilizzo appieno di tutti i fondi per la produzione di fiction, cinema e documentari appostati nell'anno 2020 o l'esigenza di quote trasmissive obbligatorie costituiscono indicazioni a cui oggettivamente la Rai non può far fronte, se non in minima parte.
Per quanto concerne poi la proposta di risoluzione del deputato Capitanio suggerisce di espungere il secondo e il quarto punto della parte dispositiva.
Il senatore GASPARRI (FIBP-UDC), nel concordare con gli intenti della proposta di risoluzione presentata dal senatore Verducci, rimarca la necessità che la Rai valorizzi il settore delle produzioni culturali, suggerendo altresì che nel testo sia inserito un riferimento alle clausole anticoncorrenza per evitare di trasferire a soggetti privati il bagaglio di competenze che l'Azienda ha maturato in settori strategici, come posto in luce dal recente passaggio del già direttore di Rai Fiction alla concorrente Netflix.
Critica poi incidentalmente l'inserimento di elementi di pura finzione nella serie dedicata a Leonardo da Vinci in onda su Rai 1, che restituiscono al pubblico un'immagine distorta di un personaggio reale.
Il deputato, MOLLICONE (FDI) nell'associarsi a quanto da ultimo proposto dal senatore Gasparri, rileva che l'assunzione del tutto legittima da parte di Netflix di una dirigente Rai ha comportato che alla stessa società fossero trasferiti molti contenuti appartenenti alle teche e agli archivi Rai, contenuti che a suo giudizio, andrebbero attentamente valorizzati. Su tale questione occorrerebbe da parte dell'Azienda una posizione ufficiale, senza nascondersi in risposte talvolta inadeguate o sommarie che, ad esempio, accompagnano i quesiti avanzati dai commissari nell'esercizio dei propri poteri di vigilanza.
In tal senso, coglie l'occasione per esprime la propria insoddisfazione su quanto riportato dall'Azienda in risposta ad un quesito in merito all'evidente pubblicità indiretta che caratterizza diverse puntate del programma «Che tempo che fa».
Il PRESIDENTE manifesta il proprio assenso alla proposta suggerita dal senatore Gasparri, apparendo necessario valorizzare i contenuti e il patrimonio delle teche e dell'archivio Rai in modo che esso sia difeso nei confronti di iniziative commerciali verso soggetti esterni.
Il deputato MOLLICONE condivide i contenuti della proposta di risoluzione avanzata dal senatore Verducci alla quale la propria parte politica ha offerto un contributo costruttivo nell'intento di valorizzare le produzioni culturali indipendenti. In tal senso, anche la proposta presentata dai commissari della Lega è certamente meritevole di sostegno.
Ravvisa comunque profili di possibile sovrapposizione dei testi richiamati con la proposta di risoluzione all'ordine del giorno di questa seduta concernente forme di collaborazione della Rai con la piattaforma digitale ITsART. A tale riguardo, rivendica che il Gruppo di Fratelli d'Italia fin dall'origine ha criticato fortemente un'operazione che risulta priva di logica; infatti non si comprende il coinvolgimento in tale piattaforma digitale di un'azienda privata che versa in difficoltà finanziarie e che propone il modello ormai superato della pay per view. Inoltre, in linea teorica, è favorevole a un intervento tramite Cassa depositi e prestiti, purché esso sia diretto ad altri obiettivi, come il sostegno ai teatri privati e non a favore di soggetti o società sui quali persistono forti riserve.
Coglie l'occasione per rilevare che la propria forza politica ha più volte sottolineato l'obiettivo di rafforzare la piattaforma Raiplay in modo da unificare e proporre i contenuti prodotti dalle aziende nazionali in funzione di una positiva competizione con le attuali piattaforme cosiddette Over the top (OTT), obiettivo recepito in due risoluzioni approvate all'unanimità dalla Commissione nelle sedute del 7 novembre 2019 e del 14 maggio 2020, i cui indirizzi vanno pertanto rispettati da parte della Società concessionaria.
Il PRESIDENTE rileva che la proposta di risoluzione che invita la Rai a forme di collaborazione con la nascente piattaforma digitale ITsART ha una propria specificità mentre l'esigenza di rafforzare la piattaforma Raiplay costituisce un tema contiguo e parzialmente differente, già sottolineato dalla Commissione nei due atti di indirizzo in precedenza ricordati.
Il deputato ACUNZO (Misto-CD) suggerisce che nella parte dispositiva della proposta di risoluzione presentata dal deputato Capitanio si precisi anche l'esigenza di sostenere lo spettacolo dal vivo.
Non essendovi più ulteriori interventi nella fase di discussione, il PRESIDENTE cede la parola ai senatori Veducci e Capitanio, invitandoli a precisare le riformulazioni ai testi da loro ritenute accoglibili.
Il senatore VERDUCCI (PD), nel ringraziare quanti sono intervenuti, ritiene di poter accogliere quanto suggerito dall'Azienda circa il richiamo alle risorse già assegnate nella prima parte del dispositivo. Sempre in tale parte del dispositivo si intende prevedere il rafforzamento – anziché il pieno utilizzo – dei fondi per la produzione di fiction, cinema e documentari previsti per l'anno 2020.
Reputa poi che la seconda parte del dispositivo possa essere integrata con la previsione di clausole anticoncorrenza la cui mancanza può danneggiare la Rai e le sue produzioni, mentre nella terza parte del dispositivo ritiene di sostituire il termine «quote» destinate all'individuazione di produzioni che si contraddistinguono per la promozione della diversità culturale con il termine «misure».
Il senatore AIROLA (M5S) esprime il proprio ringraziamento al senatore Verducci per aver colto lo spirito dei suggerimenti da lui evidenziati.
Il deputato CAPITANIO (Lega), con riferimento alla proposta di risoluzione presentata dalla propria parte politica, ritiene accoglibili gli spunti emersi negli interventi precedenti, espungendo la seconda parte del dispositivo che faceva riferimento all'impiego dei fondi appostati per l'anno 2020 nonché quanto rilevato dal deputato Acunzo circa l'esigenza di sostenere anche il settore dello spettacolo dal vivo.
Il senatore VERDUCCI (PD) ritiene necessario che nel testo della proposta a prima firma del deputato Capitanio sia soppresso il riferimento a programmi dedicati agli studi superiori e universitari e reputa necessario un riferimento anche al sostegno al mondo delle professioni, oltre che dei mestieri del mondo della cultura.
Il senatore DI NICOLA (M5S), nell'evidenziare l'esigenza che il testo non contenga indicazioni eccessivamente dettagliate, a tutela dell'autonomia editoriale dell'Azienda, solleva qualche perplessità sulla terza parte del dispositivo della proposta di risoluzione presentata dai commissari delle Lega che fa rinvio alla sinergia con Regioni e comuni.
Il deputato CAPITANIO (Lega) ritiene di accogliere le indicazioni da ultimo proposte dai senatori Verducci e Di Nicola.
Il PRESIDENTE avverte che saranno poste quindi in votazione entrambe le proposte di risoluzione, come riformulate, ad iniziare da quella del senatore Verducci, presentata per prima in ordine di tempo, seguita da quella del deputato Capitanio.
Ricorda altresì che, ai sensi dell'articolo 12, comma 2 del Regolamento della Commissione, la risoluzione deve essere approvata dalla maggioranza dei componenti.
Pone in votazione la proposta di risoluzione presentata dal senatore Verducci, integrata dalle riformulazioni che sono state in precedenza evidenziate.
La Commissione approva con la maggioranza richiesta dall'articolo 12, comma 2 del Regolamento.
La Presidenza si intende autorizzata ad apportare al testo (vedi allegato 1), in sede di coordinamento, le modifiche formali eventualmente necessarie, precisando ulteriormente che al testo della risoluzione approvata aggiungono le proprie firme i rappresentanti di tutti i Gruppi.
Successivamente è posta ai voti la proposta di risoluzione presentata dal deputato Capitanio, integrata dalle riformulazioni che sono state in precedenza evidenziate.
La Commissione approva con la maggioranza richiesta dall'articolo 12, comma 2 del Regolamento.
La Presidenza si intende autorizzata ad apportare al testo delle risoluzioni (vedi allegato 2), in sede di coordinamento, le modifiche formali eventualmente necessarie.
Esame della proposta di risoluzione relativa a forme di collaborazione tra la RAI e la piattaforma digitale ITsART – Relatore alla Commissione sen. Barachini.
(Esame – Mancata approvazione non risultando la maggioranza richiesta dall'articolo 12, comma 2 del Regolamento interno).
Il PRESIDENTE ricorda che la proposta in esame (vedi allegato 5), come noto, nasce dopo che la Commissione ha appurato che nella nascente piattaforma digitale, denominata ITsART, promossa al di fine di sostenere la ripresa delle attività culturali, non è presente la RAI. Ne è seguita un'interlocuzione con il Ministro della cultura con lettera del 4 dicembre 2020; successivamente, la stessa Commissione ha approfondito tale tematica sia nel corso dell'audizione dell'Amministratore delegato della Rai, dottor Fabrizio Salini (nella seduta del 24 febbraio 2021) nonché durante una specifica audizione dello stesso Ministro della cultura (nella seduta del 3 marzo 2021).
È emersa quindi l'esigenza di promuovere un coinvolgimento e una collaborazione della RAI nella piattaforma citata e verso iniziative analoghe, nella prospettiva di ogni possibile sostegno alle attività culturali ed al mondo dello spettacolo.
Con questa finalità, quindi, la proposta – oggetto di una preventiva e favorevole valutazione da parte dei Gruppi – intende invitare il Consiglio di amministrazione della Rai ad individuare le modalità più efficaci, in conformità al Contratto di servizio, di coinvolgimento e di collaborazione della Società concessionaria con la piattaforma digitale ITsART, nonché a favore di iniziative – promosse in particolare dal Ministero della cultura – volte a sostenere il mondo della cultura e dello spettacolo.
Fa presente che è stata avanzata una possibile integrazione da parte del deputato Mollicone che, tuttavia, non ritiene in linea con i contenuti e gli obiettivi della proposta di risoluzione che verte sulla piattaforma digitale ITsART e su iniziative analoghe.
Il deputato CAPITANIO (Lega) preannuncia il voto favorevole del Gruppo della Lega.
Il senatore AIROLA (M5S) manifesta perplessità sul contenuto dell'atto di indirizzo, perché ritiene che ogni forma di collaborazione con la piattaforma dovrebbe portare, a suo avviso, un ritorno all'Azienda, che qui non ravvisa, mentre vede forti differenze tra la Rai e ItsART.
Il PRESIDENTE precisa che il senso della proposta è rimarcare come la Rai non possa astenersi dal partecipare a iniziative come quella in oggetto, ciò che invece è successo in questo caso: si tratta perciò di un segnale che viene dato anche per il futuro.
Il deputato Andrea ROMANO (PD) annuncia il voto favorevole del Gruppo del Partito democratico.
Il PRESIDENTE avverte quindi che la proposta di risoluzione sarà messa ai voti, ricordando altresì che, ai sensi dell'articolo 12, comma 2 del Regolamento della Commissione, la risoluzione deve essere approvata dalla maggioranza dei componenti.
Con il voto contrario da parte della senatrice Garnero Santanchè e del deputato Mollicone e voto di astensione da parte del senatore Airola, la proposta di risoluzione non consegue la maggioranza di voti favorevoli richiesta dall'articolo 12, comma 2 del Regolamento della Commissione.
Esame dell'atto di indirizzo sulla presenza delle forze politiche di opposizione nel servizio pubblico radio televisivo. – Relatore alla Commissione sen. Garnero Santanchè.
(Esame e rinvio).
Il PRESIDENTE ricorda che, convenuto nell'ultima riunione dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, nella seduta odierna prende avvio l'esame della proposta di risoluzione (vedi allegato 6), presentata il 19 febbraio scorso. Dopo la fase iniziale della trattazione, come concordato, potrà essere programmata l'audizione del Presidente dell'Agcom che ha di recente adottato un atto di indirizzo (92/21/Cons) sul rispetto del pluralismo dell'informazione, nell'ottica di tener conto dei nuovi equilibri e scenari determinati a seguito della formazione del nuovo Esecutivo.
Nel ricordare che da parte del deputato Mollicone è stato già depositato un emendamento, cede quindi la parola alla relatrice, senatrice Garnero Santanchè.
La senatrice GARNERO SANTANCHÈ (FdI) illustra la proposta di atto di indirizzo rilevando come, probabilmente, nella storia della Repubblica non si sia mai verificata una tale sproporzione tra maggioranza politica e forze di opposizione e come sia perciò necessario un intervento della Commissione a tutela di spazi adeguati per queste ultime. Peraltro, il proprio è l'unico partito di opposizione costituito in gruppi in entrambe le Camere e i recenti dati dell'Osservatorio di Pavia confermano che gli spazi ad esso dedicati dal Servizio pubblico si attestano su percentuali estremamente ridotte. Calcolare una percentuale sulla sola rappresentanza parlamentare non è a suo avviso equo nell'attuale situazione, mentre sarebbe più congruo applicare la regola «dei tre terzi», già seguita dalla Rai e richiamata dalla proposta dell'atto di indirizzo, volta a riservare un terzo degli spazi al Governo, un terzo alle forze di maggioranza e un terzo a quelle di opposizione.
Assicura in ogni caso la massima disponibilità al dialogo e, al fine di poter pervenire a un testo condiviso, chiede al Presidente di istituire un tavolo di lavoro con i rappresentanti dei gruppi. Ribadisce l'urgenza di dare un indirizzo chiaro alla Rai in materia a tutela del pluralismo.
Il PRESIDENTE rassicura la senatrice Garnero Santanchè che la Commissione è sensibile ed attenta alla tutela delle forze di opposizione nel servizio pubblico radiotelevisivo. Quanto al prosieguo dei lavori ribadisce la necessità di una preventiva audizione con il Presidente dell'AGCOM al fine di acquisire ogni elemento informativo utile.
Ad avviso del senatore AIROLA (M5S) potrebbe essere opportuno approfondire il precedente maturato con l'insediamento del Governo presieduto dal senatore Monti nella parte conclusiva della XVI legislatura, raccogliendo ogni informazione e dato da parte della Rai e di AGCOM relativamente a tale fase politico-parlamentare.
Il senatore DI NICOLA (M5S), nel concordare con la proposta di prevedere un tavolo di confronto tra tutte le forze politiche, condivide l'esigenza di una interlocuzione con l'AGCOM che, a suo parere, dovrebbe essere integrata anche con un approfondimento con i direttori di rete e di testata della Rai per comprendere come nel tempo è stata effettivamente modulata la prassi relativa alla cosiddetta regola «dei tre terzi», nella prospettiva di una corretta salvaguardia del principio del pluralismo e della rappresentanza politica, a partire dagli spazi informativi.
Il senatore GASPARRI (FIBP-UDC) sottolinea che la regola «dei tre terzi» rappresenta una prassi non codificata in alcuna espressa fonte normativa: riservare oggi un terzo degli spazi all'opposizione potrebbe apparire eccessivo, ma di sicuro occorre un riequilibrio. In tal senso, si dichiara favorevole ad un incontro, anche in via informale, con i direttori dei telegiornali in modo che la Commissione abbia un quadro conoscitivo il più possibile completo nell'ottica di esaminare tempestivamente la proposta di risoluzione presentata dai commissari di Fratelli d'Italia.
La senatrice GARNERO SANTANCHÈ (FdI) condivide lo spirito delle osservazioni emerse negli interventi precedenti, purché gli approfondimenti suggeriti non rallentino eccessivamente l'iter di una proposta che è stata depositata dalla propria parte politica oltre un mese fa.
Con riferimento alla regola «dei tre terzi» potrebbe essere auspicabile una iniziativa della stessa Commissione affinché tale criterio – al momento regolato solo in via di prassi – sia effettivamente codificato.
Il deputato CAPITANIO (Lega) nel concordare con gli approfondimenti richiesti, reputa opportuno un confronto anche con l'Osservatorio di Pavia al fine di valutare un'eventuale revisione dei criteri su cui si fonda il monitoraggio delle presenze delle forze politiche.
Secondo la senatrice DE PETRIS (Misto-LeU) l'interlocuzione non dovrebbe essere limitata solo ai direttori dei telegiornali della Rai, atteso che la prassi legata alla regola «dei tre terzi» ha avuto nel tempo una applicazione discutibile, anche negli spazi non propriamente informativi.
Il PRESIDENTE, nel rinviare ad una prossima seduta il seguito dell'esame, avverte che, sulla base di quanto emerso, sarà programmata a breve una audizione del Presidente dell'AGCOM, alla quale successivamente potrà seguire un incontro di natura informale con i direttori di rete e di testata, nonché con rappresentati dell'Osservatorio di Pavia.
Il seguito dell'esame è quindi rinviato.
Sulla risposta pervenuta ad un quesito.
Il senatore GASPARRI (FIBP-UDC) manifesta la propria insoddisfazione per la risposta presentata dalla RAI al quesito avanzato insieme alla senatrice Binetti ed altri n. 331/1617 circa alcuni interventi avvenuti nel recente festival di Sanremo, con riferimento in particolare, al discutibile impiego o richiamo a simboli religiosi.
Sulla pubblicazione dei quesiti.
Il PRESIDENTE comunica che è pubblicato in allegato, ai sensi della risoluzione relativa all'esercizio della potestà di vigilanza della Commissione sulla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, approvata dalla Commissione il 18 marzo del 2015, il quesito n. 336/1642 per il quale è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (vedi allegato 7).
La seduta termina alle 21.45.
ALLEGATO 1
Risoluzione in materia di produzione culturale, trasmissione di prodotti indipendenti e sostegno allo sviluppo dell'industria nazionale dell'audiovisivo da parte della Rai presentata dal senatore Verducci, dalla senatrice Fedeli, dalla senatrice Ricciardi, dal deputato Capitanio, dal deputato Mollicone, dal senatore Gasparri, dalla senatrice De Petris, dal deputato Anzaldi, dal deputato Fornaro.
TESTO APPROVATO NELLA SEDUTA DEL 30 MARZO 2021
La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
premesso che:
l'articolo 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103 e gli articoli 1 e 49, comma 12-ter, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) attribuiscono alla Commissione funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi;
l'articolo 14 del Regolamento interno della Commissione stabilisce che essa esercita i poteri e le funzioni che le sono attribuiti dalla legge, adottando, quando occorra, risoluzioni contenenti direttive per la società concessionaria;
l'articolo 45, comma 1, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), prevede che il servizio pubblico generale radiotelevisivo è affidato in concessione a una società che lo svolge sulla base di un Contratto nazionale di servizio di durata triennale con il quale ne sono individuati diritti e obblighi; inoltre, al comma 2, lettera l), specifica che il servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale comunque garantisce «la destinazione di una quota non inferiore al 15 per cento dei ricavi complessivi annui alla produzione di opere europee, ivi comprese quelle realizzate da produttori indipendenti»;
l'articolo 2, comma 1, lettera p) del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 definisce «produttori indipendenti, gli operatori della comunicazione europei che svolgono attività di produzioni audiovisive e che non sono controllati da, ovvero collegati a, fornitori di servizi media audiovisivi soggetti alla giurisdizione italiana e, alternativamente: 1) per un periodo di tre anni non destinano più del 90 per cento della propria produzione ad un solo fornitore di servizi media audiovisivi; ovvero, 2) sono titolari di diritti secondari», così come modificato dal decreto legislativo 7 dicembre 2017, n. 204 (Riforma delle disposizioni legislative in materia di promozione delle opere europee e italiane da parte dei fornitori di servizi di media audiovisivi, a norma dell'articolo 34 della legge 14 novembre 2016, n. 220);
l'articolo 17 della Direttiva 2010/13/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 10 marzo 2010, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi (direttiva sui servizi di media audiovisivi), dispone che «gli Stati membri, ogniqualvolta sia possibile e ricorrendo ai mezzi appropriati, provvedono a che le emittenti riservino alle opere europee realizzate da produttori indipendenti dalle emittenti stesse il 10 per cento almeno del loro tempo di trasmissione – escluso il tempo assegnato a notiziari, manifestazioni sportive, giochi, pubblicità, servizi di teletext e televendite – oppure, a scelta dello Stato membro, il 10 per cento almeno del loro bilancio destinato alla programmazione. Tenuto conto delle responsabilità delle emittenti verso il loro pubblico in fatto di informazione, educazione, cultura e svago, questa percentuale dovrebbe essere raggiunta gradualmente secondo criteri appropriati. Essa deve essere raggiunta assegnando una quota adeguata ad opere recenti, vale a dire quelle diffuse entro un termine di cinque anni dalla loro produzione»;
il Contratto di servizio Rai 2018-2022 impegna l'Azienda a sostenere il mercato delle produzioni indipendenti, in particolare: l'articolo 2, comma 2, lettera b) dispone alla Rai di articolare la propria offerta con l'obiettivo di definire, per quanto concerne il sistema audiovisivo, «interventi in grado di valorizzare il sistema culturale, creativo e dei talenti e supportare la crescita dell'industria audiovisiva sotto il profilo sia qualitativo sia quantitativo, anche nella prospettiva di una sua maggiore proiezione internazionale»; più specificamente, l'articolo 7, dedicato all'Industria dell'audiovisivo, conferma alla Rai il compito di valorizzare «le capacità produttive, imprenditoriali e culturali del Paese al fine di favorire lo sviluppo e la crescita del sistema di produzioni audiovisive indipendenti, italiane ed europee, promuovendone l'efficienza e il pluralismo, nonché la ricerca di nuovi modelli produttivi e di nuovi linguaggi anche multimediali» (comma 1), assicurando «un adeguato sostegno allo sviluppo dell'industria nazionale dell'audiovisivo, anche con riferimento alla produzione di documentari e di film di animazione, mediante l'acquisizione o la co-produzione, nel quadro di procedure trasparenti, di prodotti di alta qualità, realizzati da o con imprese anche indipendenti che abbiano stabile rappresentanza in Italia, per una loro valorizzazione nei mercati esteri» (comma 2);
il Contratto di servizio Rai 2018-2022, nell'ambito degli obblighi per l'attuazione della missione, all'articolo 25, comma 1, lettera f) «Industria dell'audiovisivo», vincola la Rai a «rispettare le disposizioni in materia di promozione (programmazione e investimento) delle opere europee e italiane da parte dei fornitori di servizi di media audiovisivi, come stabilite dalla normativa vigente»;
tenuto conto che:
l'Unione Europea riconosce importanza fondamentale all'attività di sostegno nazionale alle produzioni cinematografiche e audiovisive, promosse da tutti gli Stati europei con differenti misure applicate in particolare alle fasi di creazione e produzione, con l'obiettivo di garantire l'espressione della cultura e del potenziale creativo degli Stati membri, in grado di generare sviluppo e consolidamento economico nel settore audiovisivo;
le filiere culturali e creative sono fondamentali nel percorso di rilancio del Paese, producendo – secondo i dati a disposizione – ricchezza diretta per oltre 90 miliardi di euro, attivando al contempo altri settori dell'economia muovendo così fino al 265 miliardi di euro, equivalenti a circa il 17 per cento del valore aggiunto nazionale;
nell'ambito di tale sostegno, lo Stato può intervenire nelle dinamiche di mercato per sostenere le industrie cinematografiche, che per le loro caratteristiche non sopravvivrebbero da sole e la cui esistenza è essenziale allo sviluppo culturale e sociale di ogni comunità, al fine di garantire diversità e pluralismo;
la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha approvato all'unanimità alcune precedenti risoluzioni (nelle sedute del 7 novembre 2019 e del 14 maggio 2020) che chiedono, tra l'altro, alla concessionaria il rafforzamento della piattaforma Raiplay in modo da unificare e proporre i contenuti prodotti dalle aziende nazionali in funzione di una positiva competizione con le attuali piattaforme cosiddette Over the Top (OTT);
la figura del produttore indipendente, sostenuta nel perimetro dell'Eccezione e della Diversità culturale, può rappresentare un contributo originale, innovativo e autonomo a favore del concessionario del servizio pubblico radiotelevisivo, il quale necessita di un rafforzamento delle proprie funzioni di player culturale, sia sul piano nazionale sia internazionale, innescando una positiva competizione con gli altri OTT del mercato globale, sia nella produzione di contenuti sia nella capacità di stimolare merito e concorrenza, ovvero diversità culturali e produzioni indipendenti
impegna
il Consiglio di amministrazione della RAI:
a provvedere, nell'ambito delle risorse già assegnate, alla definizione di spazi dedicati, secondo le quote già previste o mediante aumento delle stesse o mediante spazi aggiuntivi, in tutti i canali generalisti e specializzati, radiofonici, televisivi, multimediali e sulle piattaforme web, alla promozione dei giovani talenti e delle produzioni indipendenti italiane, anche mediante un apposito «Piano operativo in materia di produzione culturale, trasmissione di prodotti indipendenti e sostegno allo sviluppo dell'industria nazionale dell'audiovisivo», nel rispetto dell'autonomia editoriale della società concessionaria, (ferme restando le co-produzioni internazionali quale strumento di diffusione dei prodotti e di potenziamento della capacità produttiva dell'audiovisivo italiani sui mercati esteri), attivando partnership con musei, teatri, compagnie teatrali ed altri enti culturali, del settore creativo, dello spettacolo, delle arti performative, per l'acquisizione dei diritti di trasmissione di contenuti prodotti da questi ultimi e da trasmettere sulla piattaforma Raiplay, rafforzando i fondi per la produzione di fiction, cinema e documentari previsti nell'anno 2020, così da accrescere le risorse complessive, finalizzate al medesimo scopo, iscritte nel bilancio di previsione 2021;
ad individuare criteri e procedure volte ad evitare possibili conflitti d'interesse e rischi di accumulazione di incarichi assegnati ad un medesimo operatore economico, sia esso produttore o artista e a prevedere altresì clausole anticoncorrenza, la cui mancanza può danneggiare la Rai e le sue produzioni;
di prevedere una riserva di misure destinate all'individuazione di produzioni che si contraddistinguono per la promozione della diversità culturale e di prevedere la programmazione di quote trasmissive obbligatorie per la musica italiana, per l'audiovisivo italiano, per lo spettacolo dal vivo italiano, per le arti performative e creative, per l'arte italiana, in particolare dei talenti emergenti, costruendo spazi di trasmissione competitivi a partire dalla capacità dei contenuti di poter fare la differenza;
a comunicare alla Commissione, sia preventivamente, sia successivamente, tutte le iniziative assunte.
ALLEGATO 2
Risoluzione per la promozione di produzioni e contenuti culturali sui canali Rai presentata dal deputato Capitanio, dal senatore Bergesio, dal deputato Coin, dal senatore Fusco, dalla deputata Maccanti, dalla senatrice Pergreffi e dalla deputata Cavandoli.
TESTO APPROVATO NELLA SEDUTA DEL 30 MARZO 2021
La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
premesso che:
il Contratto di servizio Rai 2018-2022 impegna l'Azienda a sostenere il mercato delle produzioni indipendenti, in particolare: l'articolo 2, comma 2, lettera b) dispone alla Rai di articolare la propria offerta con l'obiettivo di definire, per quanto concerne il sistema audiovisivo, «interventi in grado di valorizzare il sistema culturale, creativo e dei talenti e supportare la crescita dell'industria audiovisiva sotto il profilo sia qualitativo sia quantitativo, anche nella prospettiva di una sua maggiore proiezione internazionale»; più specificamente, l'articolo 7, dedicato all'Industria dell'audiovisivo, conferma alla Rai il compito di valorizzare «le capacità produttive, imprenditoriali e culturali del Paese al fine di favorire lo sviluppo e la crescita del sistema di produzioni audiovisive indipendenti, italiane ed europee, promuovendone l'efficienza e il pluralismo, nonché la ricerca di nuovi modelli produttivi e di nuovi linguaggi anche multimediali» (comma 1), assicurando «un adeguato sostegno allo sviluppo dell'industria nazionale dell'audiovisivo, anche con riferimento alla produzione di documentari e di film di animazione, mediante l'acquisizione o la co-produzione, nel quadro di procedure trasparenti, di prodotti di alta qualità, realizzati da o con imprese anche indipendenti che abbiano stabile rappresentanza in Italia, per una loro valorizzazione nei mercati esteri» (comma 2);
l'articolo 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103, e articolo 49, comma 12-ter, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), attribuiscono alla Commissione funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi;
l'articolo 14 del Regolamento interno stabilisce che essa esercita i poteri e le funzioni che le sono attribuiti dalla legge, adottando, quando occorra, risoluzioni contenenti direttive per la società concessionaria;
l'articolo 45, comma 1, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), prevede che il servizio pubblico generale radiotelevisivo è affidato in concessione a una società che lo svolge sulla base di un Contratto nazionale di servizio di durata triennale con il quale ne sono individuati diritti e obblighi; inoltre, al comma 2, lettera l), specifica che il servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale comunque garantisce «la destinazione di una quota non inferiore al 15 per cento dei ricavi complessivi annui alla produzione di opere europee, ivi comprese quelle realizzate da produttori indipendenti»;
l'articolo 3 del vigente Contratto di servizio 2018-2022, sottoscritto dal Ministero dello sviluppo economico e dalla Società concessionaria, impone a quest'ultima di garantire, all'interno della sua offerta televisiva (generalista, semigeneralista e tematica), la trasmissione di eventi sportivi e dell'informazione correlata;
il Contratto di servizio Rai 2018-2022, nell'ambito degli obblighi per l'attuazione della missione, all'articolo 25, comma 1, lettera f) «Industria dell'audiovisivo», vincola la Rai a «rispettare le disposizioni in materia di promozione (programmazione e investimento) delle opere europee e italiane da parte dei fornitori di servizi di media audiovisivi, come stabilite dalla normativa vigente»;
impegna
la Società concessionaria:
a valorizzare la presenza di prodotti culturali in prima serata, soprattutto in occasione del palinsesto estivo, con particolare attenzione ai contenuti sostenuti da patrocini o collaborazioni con il Ministero della cultura, anche con riferimento agli eventi delle città designate ogni anno «Capitale italiana della cultura» ai sensi dell'articolo 7, comma 3-quater del decreto-legge 31 maggio 2014 n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106;
a promuovere luoghi del territorio italiano poco noti ma caratterizzati da attività culturali uniche e peculiari;
a realizzare programmi di approfondimento dedicati ai percorsi di formazione nonché ai mestieri e alle professioni del mondo della cultura e dello spettacolo dal vivo, così da contribuire alla diffusione della conoscenza rispetto a tali eccellenze italiane e all'avvicinamento dei giovani ad esse;
a riferire ogni anno alla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi circa le misure adottate per dare attuazione alla presente risoluzione.
ALLEGATO 3
Proposta di risoluzione in materia di produzione culturale, trasmissione di prodotti indipendenti e sostegno allo sviluppo dell'industria nazionale dell'audiovisivo da parte della Rai presentata dal senatore Verducci.
TESTO DELLA RISOLUZIONE VERDUCCI
La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
premesso che:
l'articolo 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103 e gli articoli 1 e 49, comma 12-ter, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) attribuiscono alla Commissione funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi;
l'articolo 14 del Regolamento interno della Commissione stabilisce che essa esercita i poteri e le funzioni che le sono attribuiti dalla legge, adottando, quando occorra, risoluzioni contenenti direttive per la società concessionaria;
l'articolo 45, comma 1, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), prevede che il servizio pubblico generale radiotelevisivo è affidato in concessione a una società che lo svolge sulla base di un Contratto nazionale di servizio di durata triennale con il quale ne sono individuati diritti e obblighi; inoltre, al comma 2, lettera l), specifica che il servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale comunque garantisce «la destinazione di una quota non inferiore al 15 per cento dei ricavi complessivi annui alla produzione di opere europee, ivi comprese quelle realizzate da produttori indipendenti»;
l'articolo 2, comma 1, lettera p) del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 definisce «produttori indipendenti, gli operatori della comunicazione europei che svolgono attività di produzioni audiovisive e che non sono controllati da, ovvero collegati a, fornitori di servizi media audiovisivi soggetti alla giurisdizione italiana e, alternativamente: 1) per un periodo di tre anni non destinano più del 90 per cento della propria produzione ad un solo fornitore di servizi media audiovisivi; ovvero, 2) sono titolari di diritti secondari», così come modificato dal decreto legislativo 7 dicembre 2017, n. 204 (Riforma delle disposizioni legislative in materia di promozione delle opere europee e italiane da parte dei fornitori di servizi di media audiovisivi, a norma dell'articolo 34 della legge 14 novembre 2016, n. 220);
l'articolo 17 della Direttiva 2010/13/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 10 marzo 2010, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi (direttiva sui servizi di media audiovisivi), dispone che «gli Stati membri, ogniqualvolta sia possibile e ricorrendo ai mezzi appropriati, provvedono a che le emittenti riservino alle opere europee realizzate da produttori indipendenti dalle emittenti stesse il 10 per cento almeno del loro tempo di trasmissione – escluso il tempo assegnato a notiziari, manifestazioni sportive, giochi, pubblicità, servizi di teletext e televendite – oppure, a scelta dello Stato membro, il 10 per cento almeno del loro bilancio destinato alla programmazione. Tenuto conto delle responsabilità delle emittenti verso il loro pubblico in fatto di informazione, educazione, cultura e svago, questa percentuale dovrebbe essere raggiunta gradualmente secondo criteri appropriati. Essa deve essere raggiunta assegnando una quota adeguata ad opere recenti, vale a dire quelle diffuse entro un termine di cinque anni dalla loro produzione»;
il Contratto di servizio Rai 2018-2022 impegna l'Azienda a sostenere il mercato delle produzioni indipendenti, in particolare: l'articolo 2, comma 2, lettera b) dispone alla Rai di articolare la propria offerta con l'obiettivo di definire, per quanto concerne il sistema audiovisivo, «interventi in grado di valorizzare il sistema culturale, creativo e dei talenti e supportare la crescita dell'industria audiovisiva sotto il profilo sia qualitativo sia quantitativo, anche nella prospettiva di una sua maggiore proiezione internazionale»; più specificamente, l'articolo 7, dedicato all'Industria dell'audiovisivo, conferma alla Rai il compito di valorizzare «le capacità produttive, imprenditoriali e culturali del Paese al fine di favorire lo sviluppo e la crescita del sistema di produzioni audiovisive indipendenti, italiane ed europee, promuovendone l'efficienza e il pluralismo, nonché la ricerca di nuovi modelli produttivi e di nuovi linguaggi anche multimediali» (comma 1), assicurando «un adeguato sostegno allo sviluppo dell'industria nazionale dell'audiovisivo, anche con riferimento alla produzione di documentari e di film di animazione, mediante l'acquisizione o la co-produzione, nel quadro di procedure trasparenti, di prodotti di alta qualità, realizzati da o con imprese anche indipendenti che abbiano stabile rappresentanza in Italia, per una loro valorizzazione nei mercati esteri» (comma 2);
il Contratto di servizio Rai 2018-2022, nell'ambito degli obblighi per l'attuazione della missione, all'articolo 25, comma 1, lettera f) «Industria dell'audiovisivo», vincola la Rai a «rispettare le disposizioni in materia di promozione (programmazione e investimento) delle opere europee e italiane da parte dei fornitori di servizi di media audiovisivi, come stabilite dalla normativa vigente»;
tenuto conto che:
l'Unione Europea riconosce importanza fondamentale all'attività di sostegno nazionale alle produzioni cinematografiche e audiovisive, promosse da tutti gli Stati europei con differenti misure applicate in particolare alle fasi di creazione e produzione, con l'obiettivo di garantire l'espressione della cultura e del potenziale creativo degli Stati membri, in grado di generare sviluppo e consolidamento economico nel settore audiovisivo;
le filiere culturali e creative sono fondamentali nel percorso di rilancio del Paese, producendo – secondo i dati a disposizione – ricchezza diretta per oltre 90 miliardi di euro, attivando al contempo altri settori dell'economia muovendo così fino al 265 miliardi di euro, equivalenti a circa il 17 per cento del valore aggiunto nazionale;
nell'ambito di tale sostegno, lo Stato può intervenire nelle dinamiche di mercato per sostenere le industrie cinematografiche, che per le loro caratteristiche non sopravvivrebbero da sole e la cui esistenza è essenziale allo sviluppo culturale e sociale di ogni comunità, al fine di garantire diversità e pluralismo;
la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha approvato all'unanimità alcune precedenti risoluzioni (nelle sedute del 7 novembre 2019 e del 14 maggio 2020) che chiedono, tra l'altro, alla concessionaria il rafforzamento della piattaforma Raiplay in modo da unificare e proporre i contenuti prodotti dalle aziende nazionali in funzione di una positiva competizione con le attuali piattaforme cosiddette Over the Top (OTT);
la figura del produttore indipendente, sostenuta nel perimetro dell'Eccezione e della Diversità culturale, può rappresentare un contributo originale, innovativo e autonomo a favore del concessionario del servizio pubblico radiotelevisivo, il quale necessita di un rafforzamento delle proprie funzioni di player culturale, sia sul piano nazionale sia internazionale, innescando una positiva competizione con gli altri OTT del mercato globale, sia nella produzione di contenuti sia nella capacità di stimolare merito e concorrenza, ovvero diversità culturali e produzioni indipendenti
impegna
il Consiglio di amministrazione della RAI:
a provvedere alla definizione di spazi dedicati, secondo le quote già previste o mediante aumento delle stesse o mediante spazi aggiuntivi, in tutti i canali generalisti e specializzati, radiofonici, televisivi, multimediali e sulle piattaforme web, alla promozione dei giovani talenti e delle produzioni indipendenti italiane, anche mediante un apposito «Piano operativo in materia di produzione culturale, trasmissione di prodotti indipendenti e sostegno allo sviluppo dell'industria nazionale dell'audiovisivo», nel rispetto dell'autonomia editoriale della società concessionaria, (ferme restando le co-produzioni internazionali quale strumento di diffusione dei prodotti e di potenziamento della capacità produttiva dell'audiovisivo italiani sui mercati esteri), attivando partnership con musei, teatri, compagnie teatrali ed altri enti culturali, del settore creativo, dello spettacolo, delle arti performative, per l'acquisizione dei diritti di trasmissione di contenuti prodotti da quest'ultimi e trasmessi sulla piattaforma Raiplay, utilizzando appieno tutti i fondi per la produzione di fiction, cinema e documentari appostati nell'anno 2020, così da accrescere le risorse complessive, finalizzate al medesimo scopo, iscritte nel bilancio di previsione 2021;
ad individuare criteri e procedure volte ad evitare possibili conflitti d'interesse e rischi di accumulazione di incarichi assegnati ad un medesimo operatore economico, sia esso produttore o artista;
di prevedere una riserva di quote destinate all'individuazione di produzioni che si contraddistinguono per la promozione della diversità culturale e di prevedere la programmazione di quote trasmissive obbligatorie per la musica italiana, per l'audiovisivo italiano, per lo spettacolo dal vivo italiano, per le arti performative e creative, per l'arte italiana, in particolare dei talenti emergenti, costruendo spazi di trasmissione competitivi a partire dalla capacità dei contenuti di poter fare la differenza;
a comunicare alla Commissione, sia preventivamente, sia successivamente, tutte le iniziative assunte a seguito del presente atto di indirizzo.
ALLEGATO 4
Proposta di risoluzione in materia di produzione culturale, trasmissione di prodotti indipendenti e sostegno allo sviluppo dell'industria nazionale dell'audiovisivo da parte della Rai presentata dal deputato Capitanio, dal senatore Bergesio, dal deputato Coin, dal senatore Fusco, dalla deputata Maccanti e dalla senatrice Pergreffi.
TESTO DELLA RISOLUZIONE CAPITANIO
La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
premesso che:
il Contratto di servizio Rai 2018-2022 impegna l'Azienda a sostenere il mercato delle produzioni indipendenti, in particolare: l'articolo 2, comma 2, lettera b) dispone alla Rai di articolare la propria offerta con l'obiettivo di definire, per quanto concerne il sistema audiovisivo, «interventi in grado di valorizzare il sistema culturale, creativo e dei talenti e supportare la crescita dell'industria audiovisiva sotto il profilo sia qualitativo sia quantitativo, anche nella prospettiva di una sua maggiore proiezione internazionale»; più specificamente, l'articolo 7, dedicato all'Industria dell'audiovisivo, conferma alla Rai il compito di valorizzare «le capacità produttive, imprenditoriali e culturali del Paese al fine di favorire lo sviluppo e la crescita del sistema di produzioni audiovisive indipendenti, italiane ed europee, promuovendone l'efficienza e il pluralismo, nonché la ricerca di nuovi modelli produttivi e di nuovi linguaggi anche multimediali» (comma 1), assicurando «un adeguato sostegno allo sviluppo dell'industria nazionale dell'audiovisivo, anche con riferimento alla produzione di documentari e di film di animazione, mediante l'acquisizione o la co-produzione, nel quadro di procedure trasparenti, di prodotti di alta qualità, realizzati da o con imprese anche indipendenti che abbiano stabile rappresentanza in Italia, per una loro valorizzazione nei mercati esteri» (comma 2);
l'articolo 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103, e articolo 49, comma 12-ter, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), attribuiscono alla Commissione funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi;
l'articolo 14 del Regolamento interno stabilisce che essa esercita i poteri e le funzioni che le sono attribuiti dalla legge, adottando, quando occorra, risoluzioni contenenti direttive per la società concessionaria;
l'articolo 45, comma 1, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), prevede che il servizio pubblico generale radiotelevisivo è affidato in concessione a una società che lo svolge sulla base di un Contratto nazionale di servizio di durata triennale con il quale ne sono individuati diritti e obblighi; inoltre, al comma 2, lettera l), specifica che il servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale comunque garantisce «la destinazione di una quota non inferiore al 15 per cento dei ricavi complessivi annui alla produzione di opere europee, ivi comprese quelle realizzate da produttori indipendenti»;
l'articolo 3 del vigente Contratto di servizio 2018-2022, sottoscritto dal Ministero dello sviluppo economico e dalla Società concessionaria, impone a quest'ultima di garantire, all'interno della sua offerta televisiva (generalista, semigeneralista e tematica), la trasmissione di eventi sportivi e dell'informazione correlata;
il Contratto di servizio Rai 2018-2022, nell'ambito degli obblighi per l'attuazione della missione, all'articolo 25, comma 1, lettera f) «Industria dell'audiovisivo», vincola la Rai a «rispettare le disposizioni in materia di promozione (programmazione e investimento) delle opere europee e italiane da parte dei fornitori di servizi di media audiovisivi, come stabilite dalla normativa vigente»;
impegna
la Società concessionaria:
a valorizzare la presenza di prodotti culturali in prima serata, soprattutto in occasione del palinsesto estivo, con particolare attenzione ai contenuti sostenuti da patrocini o collaborazioni con il ministero della cultura;
ad impiegare in maniera efficiente nell'anno 2021 i fondi per la produzione di fiction e cinema appostati nell'anno 2020 e non utilizzati (anche a causa dell'emergenza sanitaria), così da accrescere le risorse complessive, finalizzate al medesimo scopo, iscritte nel bilancio di previsione 2021, con particolare attenzione alla valorizzazione di storie che raccontino i grandi personaggi della imprenditorialità, della politica, della società e dello sport italiani;
a promuovere, in sinergia con le Regioni e i Comuni, luoghi del territorio italiano poco noti ma caratterizzati da attività culturali uniche e peculiari;
a realizzare programmi di approfondimento e dibattito dedicati agli studi superiori e universitari nonché ai mestieri del mondo della cultura, così da contribuire alla diffusione della conoscenza rispetto a tali eccellenze italiane e all'avvicinamento dei giovani ad esse;
a riferire ogni anno alla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi circa le misure adottate per dare attuazione alla presente risoluzione.
ALLEGATO 5
Proposta di risoluzione relativa a forme di collaborazione della RAI con la piattaforma digitale ITsART e con iniziative volte a sostenere il mondo dello spettacolo e della cultura presentata dal Presidente Barachini.
TESTO DELLA RISOLUZIONE BARACHINI
La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
premesso che:
l'articolo 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103 e l'articolo 49, comma 12-ter, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), attribuiscono alla Commissione funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi;
l'articolo 14 del Regolamento della Commissione stabilisce che essa esercita i poteri e le funzioni che le sono attribuiti dalla legge, adottando, quando occorra, risoluzioni contenenti direttive per la società concessionaria;
considerato che:
l'articolo 183, comma 18, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 prevede che, al di fine di sostenere la ripresa delle attività culturali, il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo realizza una piattaforma digitale per la fruizione del patrimonio culturale e di spettacoli, anche mediante la partecipazione dell'Istituto nazionale di promozione di cui all'articolo 1, comma 826, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, che può coinvolgere altri soggetti pubblici e privati;
la Commissione ha appreso, anche attraverso alcune interlocuzioni con la stessa Azienda, che in tale piattaforma, denominata ITsART, in avanzato stato di realizzazione, non è presente la RAI ed ha conseguentemente richiesto i necessari chiarimenti allo stesso Ministro della cultura con lettera del 4 dicembre 2020;
successivamente, la stessa Commissione ha approfondito tale tematica sia nel corso dell'audizione dell'Amministratore delegato della Rai, dottor Fabrizio Salini (nella seduta del 24 febbraio 2021) nonché durante una specifica audizione dello stesso Ministro della cultura (nella seduta del 3 marzo 2021)
ritenuto che:
da una parte, è certamente condivisibile e degna di sostegno la finalità che, ad esempio, tramite tale piattaforma digitale, si incentivi la ripresa delle attività culturali – settore tra i più penalizzati dalla situazione di emergenza sanitaria che il nostro Paese sta vivendo – dall'altra, risulta tuttavia quanto mai opportuno che, a partire da tale progetto, si individuino possibili strumenti di collaborazione tra la Rai, che resta uno dei principali veicoli di trasmissione culturale dell'Italia, ed altre iniziative analoghe;
un più efficace impiego delle piattaforme digitali, in una logica di integrazione e di impulso delle numerose voci che animano il mondo della cultura, è stato spesso oggetto di attenzione e di approfondimento in diverse interlocuzioni con i vertici del Servizio pubblico che hanno mostrato interesse verso questa esigenza, ormai ineludibile, sottolineando, in varie occasioni, il ruolo strategico, ad esempio, della piattaforma RaiPlay, del portale Rai Cultura o di canali come Rai Storia e Rai 5;
lo stesso Contratto nazionale di servizio 2018-2022 evidenzia la centralità della Società concessionaria nella declinazione di offerte e proposte dirette alla valorizzazione del sistema culturale e creativo, tramite una programmazione articolata e sempre più orientata in una logica multimediale e multipiattaforma;
risulta necessario quindi promuovere un coinvolgimento ed una collaborazione della RAI nella piattaforma ITsART e verso iniziative come quella richiamata, come peraltro auspicato dallo stesso Ministro Franceschini nella menzionata audizione, nella prospettiva di ogni possibile sostegno alle attività culturali ed al mondo dello spettacolo
invita
il Consiglio di amministrazione della RAI – Radiotelevisione italiana S.p.a. a:
ad individuare le modalità più efficaci, in conformità al Contratto di servizio, di coinvolgimento e di collaborazione della Società concessionaria con la piattaforma digitale ITsART, nonché a favore di iniziative – promosse in particolare dal Ministero della cultura – volte a sostenere il mondo della cultura e dello spettacolo.
ALLEGATO 6
Proposta di atto di indirizzo sulla presenza delle forze politiche di opposizione nel servizio pubblico radiotelevisivo presentato dalla senatrice Garnero Santanchè e dal deputato Mollicone.
TESTO DELLA RISOLUZIONE GARNERO SANTANCHÈ
La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
premesso che:
la tutela del pluralismo all'interno del servizio pubblico radiotelevisivo e, più in generale, dei servizi di media audiovisivi e radiotelevisivi è uno dei cardini del nostro ordinamento, diretta emanazione dell'articolo 21 della Costituzione;
la legge n. 103 del 1975 assegna alla Commissione la determinazione dell'indirizzo generale e l'esercizio della vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
la legge sulla par condicio (legge n. 28 del 2000), all'articolo 1, comma 1, prevede, in via generale che l'accesso ai mezzi di informazione per la comunicazione politica è garantito a tutti i soggetti politici in condizioni di parità di trattamento e di imparzialità;
il testo unico dei servizi media audiovisivi e radiofonici (decreto legislativo n. 177 del 2005) afferma, all'articolo 7, comma 2, lettera c), il generale principio secondo cui «l'accesso di tutti i soggetti politici alle trasmissioni di informazione e di propaganda elettorale e politica va garantito in condizioni di parità di trattamento e di imparzialità»;
la Corte costituzionale, pronunciandosi, con sentenza n. 155 del 2002, sulla legge sulla par condicio, ha precisato che «il diritto alla completa ed obiettiva informazione del cittadino appare [...] tutelato in via prioritaria soprattutto in riferimento a valori costituzionali primari, che non sono tanto quelli [...] alla pari visibilità dei partiti, quanto piuttosto quelli connessi al corretto svolgimento del confronto politico su cui in permanenza si fonda, indipendentemente dai periodi di competizione elettorale, il sistema democratico»;
la deliberazione del 18 dicembre 2002, integrata nella seduta del 29 ottobre 2003, con la quale la Commissione di vigilanza è intervenuta in materia di comunicazione politica e messaggi autogestiti nei periodi non interessati da campagne elettorali o referendarie, attribuisce a ogni direttore responsabile di testata il compito di garantire, nei programmi di informazione, «un'equa rappresentazione di tutte le opinioni politiche assicurando la parità di condizioni nell'esposizione di opinioni politiche presenti nel Parlamento nazionale e nel Parlamento europeo»;
l'Atto di indirizzo sulle garanzie del pluralismo nel servizio pubblico radiotelevisivo, approvato dalla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi nella seduta dell'11 marzo 2003 ha raccomandato che «tutte le trasmissioni di informazione – dai telegiornali ai programmi di approfondimento – devono rispettare rigorosamente, con la completezza dell'informazione, la pluralità dei punti di vista e la necessità del contraddittorio»;
l'articolo 14 del Regolamento della Commissione stabilisce che questa eserciti i poteri e le funzioni che le sono attribuite dalla legge, adottando, quando occorra, risoluzioni contenenti le direttive per la società concessionaria;
considerato che:
a seguito della formazione del Governo presieduto da Mario Draghi e del voto di fiducia espresso a larga maggioranza dalle Camere, l'opposizione è costituita da una porzione esigua del Parlamento, all'interno della quale, peraltro, l'unico partito costituito in Gruppi parlamentari è Fratelli d'Italia;
oltre alla garanzia alle forze politiche di spazi proporzionati al consenso ricevuto dagli elettori occorre perciò tenere adeguatamente conto anche della funzione da queste svolte, di maggioranza o di opposizione all'Esecutivo, a tutela della funzione costituzionale di quest'ultima, che evidentemente verrebbe conculcata dall'applicazione di un criterio meramente proporzionale;
poiché il Governo, in quanto tale, ha un vantaggio comunicativo e di esposizione mediatica, i principi posti dalla Costituzione e gli obblighi derivanti dalla legge non si possono ritenere soddisfatti attraverso una mera distribuzione del tempo residuo fra tutte le forze politiche, a prescindere dalla loro appartenenza alla maggioranza o all'opposizione;
in passato, la RAI aveva adottato la regola «dei tre terzi», che prevedeva la suddivisione degli spazi in tre parti uguali tra Governo, maggioranza e opposizione, regola tuttora richiamata come canone di riferimento, e che dovrebbe tornare a rappresentare un corretto punto di equilibrio anche nell'attuale situazione;
è inoltre doveroso che, all'interno dei programmi di informazione, a partire naturalmente dai telegiornali, sia sempre garantita, con adeguato tempo di parola, la presenza del punto di vista dell'opposizione;
il mutato quadro politico rende necessaria l'approvazione di un apposito atto di indirizzo,
formula le seguenti direttive nei confronti della Società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo:
1. La RAI deve garantire, all'interno dei propri programmi di informazione, telegiornali e programmi di approfondimento, adeguati spazi alle forze politiche di opposizione, quantificabili nella misura complessiva di un terzo, sia quanto al tempo di parola, sia quanto al tempo di notizia.
2. La RAI deve altresì garantire che, all'interno ogni singolo programma di informazione, a fronte di notizie riguardanti il Governo e la maggioranza, siano sempre riportate le posizioni dell'opposizione, con un tempo di parola proporzionato a quello riconosciuto agli altri soggetti politici.
3. Anche l'eventuale presenza di esponenti politici all'interno dei programmi di intrattenimento deve tenere conto del principio della riserva di un terzo dello spazio alle forze politiche di opposizione.
ALLEGATO 7
QUESITO PER IL QUALE È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (336/1642)
BERGESIO, CAPITANIO, COIN, FUSCO, MACCANTI, PERGREFFI, BRUZZONE, CORTI, GOLINELLI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
Per sapere,
premesso che,
il giorno 27 febbraio 2021, nella trasmissione «Indovina chi viene a cena», condotta dalla giornalista Sabrina Giannini, sono stati trattati i temi dei virus dell'influenza aviaria, della caccia agli anatidi, delle aziende faunistico venatorie vallive del delta del Po e della peste suina africana, anche in questo caso con riferimenti alla caccia, nello specifico al cinghiale;
i citati argomenti sono stati esposti in modo macroscopicamente errato, impreciso, fuorviante e tendenzioso, al punto che l'informazione fornita non può ritenersi corretta nell'ambito di un servizio pubblico, pagato da tutti i contribuenti;
la conduttrice ha inizialmente affermato che per prima la Regione Veneto ha adottato, solo in favore dei cacciatori, misure che potessero consentire in zona arancione lo svolgimento della caccia al di fuori del comune di residenza, vietando a suo dire tutti gli altri spostamenti;
contrariamente a quanto affermato, altre categorie di persone avevano la possibilità di spostarsi dal proprio comune e anche in altre regioni a classificazione arancione o rossa, come i giocatori di golf o i cercatori di tartufi. Inoltre, la prima regione ad adottare il provvedimento di autorizzazione a spostarsi per i cacciatori in area arancione è stata la Regione Toscana, seguita poi da molte altre, tra cui il Veneto;
sempre in riferimento al Veneto e alla diffusione dell'influenza aviaria, è stato dichiarato che la caccia agli anatidi era da vietare per evitare una possibile propagazione del virus. Affermazione che contrasta con il fatto che, proprio in Veneto, la presenza del virus è stata identificata grazie ai cacciatori che hanno fornito i capi abbattuti per l'esecuzione dei tamponi e, successivamente il Ministero della Salute ha emanato le disposizioni restrittive per gli allevamenti, che hanno consentito la prevenzione della diffusione del virus;
la trasmissione ha poi offerto spazio per parlare in modo negativo dei cacciatori del delta del Po, affermando che sono questi ad attirare gli uccelli acquatici, facendo riferimento in particolare alle aziende faunistico venatorie, descritte in modo negativo rispetto all'area protetta del Parco;
queste dichiarazioni, oltre ad essere confuse e poco comprensibili, sono errate nel contenuto. Infatti, nulla c'entrano le aree gestite dai cacciatori con la comparsa del virus, che proviene dall'Asia, e che si è manifestato in molti paesi europei, anche dove la caccia a queste specie è vietata (es. Paesi Bassi), oppure al di fuori di zone aperte alla caccia (Germania, Francia);
inoltre, proprio le aziende faunistico venatorie del delta del Po, sono esempi eccellenti di conservazione e ripristino della Biodiversità dove le specie protette e quelle cacciabili, grazie al lavoro svolto dai cacciatori-proprietari delle aree, a costo zero per la collettività, sostano, nidificano e si alimentano in misura quasi sempre superiore a quanto accade nell'area del parco;
anche sulla peste suina africana è stata fatta disinformazione, affermando che la caccia sarebbe il problema mentre, esattamente come nel caso dell'influenza aviaria, i cacciatori sono considerati in tutta Europa, Italia inclusa, le sentinelle e i veri protagonisti dell'individuazione precoce della malattia e della sua eradicazione;
vista la gravità del fatto riportato, alla Società concessionaria si chiede:
se la Dirigenza RAI sia al corrente di quanto esposto in premessa e se si ritiene compatibile questo modo fuorviante di fare comunicazione con le responsabilità e i compiti del servizio pubblico;
se siano pervenute altre segnalazioni analoghe e quali azioni siano state intraprese. (336/1642)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto, si trasmette la risposta elaborata da Raitre con i dati forniti dalla struttura che ha la responsabilità del programma:
«In riferimento alla interrogazione a firma del senatore Bergesio e altri che chiedono conto della puntata di “Indovina chi viene a cena” trasmessa il 28 febbraio su Raitre e che in particolare pone alcune domande su come sia stata affrontata la questione caccia all'interno della trasmissione vi forniamo alcune precisazioni, per poter essere più puntuali nelle risposte riportiamo evidenziato in grassetto anche quanto scritto dal senatore e le risposte ai singoli temi, in particolare:
premesso che,
Il giorno 27 febbraio 2021, nella trasmissione “Indovina chi viene a cena”, condotta dalla giornalista Sabrina Giannini, sono stati trattati i temi dei virus dell'influenza aviaria, della caccia agli anatidi, delle aziende faunistico venatorie vallive del delta del Po e della peste suina africana, anche in questo caso con riferimenti alla caccia, nello specifico al cinghiale;
i citati argomenti sono stati esposti in modo macroscopicamente errato, impreciso, fuorviante e tendenzioso, al punto che l'informazione fornita non può ritenersi corretta nell'ambito di un servizio pubblico, pagato da tutti i contribuenti;
la conduttrice ha inizialmente affermato che per prima la Regione Veneto ha adottato, solo in favore dei cacciatori, misure che potessero consentire in zona arancione lo svolgimento della caccia al di fuori del comune di residenza, vietando a suo dire tutti gli altri spostamenti;
contrariamente a quanto affermato, altre categorie di persone avevano la possibilità di spostarsi dal proprio comune e anche in altre regioni a classificazione arancione o rossa, come i giocatori di golf o i cercatori di tartufi. Inoltre, la prima regione ad adottare il provvedimento di autorizzazione a spostarsi per i cacciatori in area arancione è stata la Regione Toscana, seguita poi da molte altre, tra cui il Veneto;
in allegato le deroghe emanate dalla Regione Veneto che hanno dato il via libera all'attività venatoria nel periodo di fermo “arancione” e che per argomento erano congruenti con il tema trattato nello speciale sulle zoonosi, e in modo specifico della caccia, attuata in gruppo. Il Veneto a dicembre e gennaio era in zona arancione e tutti i cittadini potevano muoversi solo in ambito comunale Con le deroghe un cacciatore poteva spostarsi anche a decine di chilometri di distanza.
sempre in riferimento al Veneto e alla diffusione dell'influenza aviaria, è stato dichiarato che la caccia agli anatidi era da vietare per evitare una possibile propagazione del virus. Affermazione che contrasta con il fatto che, proprio in Veneto, la presenza del virus è stata identificata grazie ai cacciatori che hanno fornito i capi abbattuti per l'esecuzione dei tamponi e, successivamente il Ministero della Salute ha emanato le disposizioni restrittive per gli allevamenti, che hanno consentito la prevenzione della diffusione del virus;
Il fatto che alle associazioni sia stato chiesto di fornire i capi (morti) per i prelievi dei campioni per la ricerca dell'aviaria non è la prova che sia stata identificata grazie ai cacciatori. Semmai è la prova del nove che la politica ha consentito ai cacciatori di sparare, uccidere, veicolare virus aviari nonostante l'aviaria H5N8 stesse imperversando in tutto il mondo, e che dopo avere contagiato milioni di avicoli ha fatto lo spillover, il salto di specie sull'uomo, cosa avvenuta a fine febbraio in Russia. Un esperto dell'Ispra, al quale la giornalista Giannini con rigore scientifico si è rivolta, ha specificato come la caccia amplifica irresponsabilmente la presenza degli anatidi al solo scopo venatorio.
la trasmissione ha poi offerto spazio per parlare in modo negativo dei cacciatori del delta del Po, affermando che sono questi ad attirare gli uccelli acquatici, facendo riferimento in particolare alle aziende faunistico venatorie, descritte in modo negativo rispetto all'area protetta del Parco;
queste dichiarazioni, oltre ad essere confuse e poco comprensibili, sono errate nel contenuto. Infatti, nulla c'entrano le aree gestite dai cacciatori con la comparsa del virus, che proviene dall'Asia, e che si è manifestato in molti paesi europei, anche dove la caccia a queste specie è vietata (es. Paesi Bassi), oppure al di fuori di zone aperte alla caccia (Germania, Francia);
in risposta a questa contestazione riportiamo le affermazioni del dottor Serra, ISPRA (Ministero Ambiente) che in relazione all'impatto dell'attività venatoria sulla propagazione dei virus aviari ha dichiarato
“L'attività venatoria può indirettamente aumentare la diffusione del virus in quanto è una presenza umani in più che viene in contatto diretto con questi uccelli e che poi esce dalle zone umide quindi involontariamente possono essere trasportati animali infetti in altre zone e difficilmente è possibile controllare i cacciatori nell'esercizio della loro attività e quindi sono movimenti non controllati di animali che potenzialmente sono infetti”.
Ricordiamo che il dottor Serra esegue prelievi proprio nella concessione Figheri, ampia zona venatoria dove abitualmente vengono uccisi migliaia di anatidi ogni anno e dove vengono usati richiami vivi e adottate quelle pratiche che attirano i selvatici in modo “artificiale” al solo scopo di uccidere fauna che non si fermerebbe nelle Valli del Delta del Po.
Sempre il dottor Serra afferma: “la promiscuità (tra richiami vivi intrappolati per richiamare appunto i selvatici a cui sparare, NdA) ritengo che sia sicuramente un rischio proprio in questa ragione in presenza di virus l'utilizzo dei richiami vivi è vietato. Quando avete visto i richiami vivi era prima che venisse segnalata la presenza del virus. Nelle ultime settimane, mesi di caccia di quest'anno l'utilizzo del richiamo vivo non era consentito...”.
Comunque, migliaia di anatidi selvatici sono stati uccisi, prelevati dalle acque, trasportati nelle case di centinaia di persone rischiando di contagiare anche i milioni di avicoli allevati nelle zone attigue al Delta del Po. Fatto che dovrebbe far pensare al rischio economico enorme che in altri Paesi europei vicini come la Francia ha portato ad abbattimenti di migliaia di animali allevati.
Inoltre, proprio le aziende faunistico venatorie del delta del Po, sono esempi eccellenti di conservazione e ripristino della Biodiversità dove le specie protette e quelle cacciabili, grazie al lavoro svolto dai cacciatori-proprietari delle aree, a costo zero per la collettività, sostano, nidificano e si alimentano in misura quasi sempre superiore a quanto accade nell'area del parco;
Nessuno mette in dubbio che l'area del Delta del Po sia un'area faunistica importante. Ma che siano i cacciatori a mantenerla tale è una affermazione che non trova riscontro scientifico. Semmai è la caccia che sta alterando l'equilibrio.
Sempre dagli studi ISPRA risulta che la caccia abbia alterato nel tempo i flussi migratori, proprio a causa della pasturazione artificiale che aumenta in modo innaturale la convivenza tra animali di passaggio e stanziali.
anche sulla peste suina africana è stata fatta disinformazione, affermando che la caccia sarebbe il problema mentre, esattamente come nel caso dell'influenza aviaria, i cacciatori sono considerati in tutta Europa, Italia inclusa, le sentinelle e i veri protagonisti dell'individuazione precoce della malattia e della sua eradicazione;
Anche nel caso della parte sulla peste suina l'autrice del programma e del servizio ha studiato a lungo la questione su dati FAO e ISPRA interfacciandosi in questo caso con l'esperto di peste suina di ISPRA, già FAO, Vittorio Guberti. Uno dei più importanti al mondo.
vista la gravità del fatto riportato, alla Società concessionaria si chiede:
se la Dirigenza RAI sia al corrente di quanto esposto in premessa e se si ritiene compatibile questo modo fuorviante di fare comunicazione con le responsabilità e i compiti del servizio pubblico;
se siano pervenute altre segnalazioni analoghe e quali azioni siano state intraprese;
In conclusione, il servizio ha utilizzato esclusivamente dati, documenti ufficiali e le parole di esperti autorevoli.
“Indovina chi viene a cena” è un programma di Raitre di inchiesta che si concentra dal 2016 sulle tematiche dell'ambiente e della sostenibilità, temi ritenuti fondamentali per il servizio Pubblico».