II Commissione
Giustizia
Giustizia (II)
Commissione II (Giustizia)
Comm. II
Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza. Doc. XXVII, n. 18 (Parere alla V Commissione) (Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni) ... 57
ALLEGATO (Parere approvato) ... 65
SEDE CONSULTIVA
Martedì 23 marzo 2021. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per la giustizia, Anna Macina.
La seduta comincia alle 10.45.
Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza.
Doc. XXVII, n. 18.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta di ieri.
Mario PERANTONI, presidente, ricorda che nella seduta di ieri il relatore ha illustrato la proposta di parere favorevole con osservazioni. Come da accordi intercorsi in sede di Ufficio di presidenza, invita i gruppi a procedere alla dichiarazione di voto, in modo da passare conseguentemente alla votazione del prescritto parere.
Pierantonio ZANETTIN (FI), nell'annunciare il voto favorevole del suo gruppo, desidera ringraziare nuovamente il relatore, onorevole Cataldi, per il lavoro di sintesi svolto e per la capacità di ascolto dimostrata. Sottolinea che Forza Italia avrebbe preferito che fosse evidenziata una maggiore discontinuità rispetto all'operato del precedente Esecutivo. Ribadisce, tuttavia, l'espressione di grande fiducia nei confronti del lavoro che la Ministra Cartabia svolgerà nel rispetto dei principi costituzionali.
Roberto TURRI (LEGA,) nel riportarsi alle considerazioni svolte dalla collega Bisa nella seduta di ieri, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.
Ciro MASCHIO (FDI), pur sottolineando come, rispetto al passato, si sia effettuato un apprezzabile passo in avanti nella direzione del confronto tra forze politiche, evidenzia come l'impianto della proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza, per quanto attiene al comparto giustizia, sia insufficiente. Per tale motivo preannuncia l'astensione del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore ed auspica che il provvedimento possa essere modificato nel corso dell'esame in Assemblea.
Lucia ANNIBALI (IV), nell'unirsi ai ringraziamenti rivolti al relatore, onorevole Cataldi, per il lavoro attento e preciso svolto, sottolinea come lo stesso, nel predisporre la proposta di parere, abbia recuperato parte del lavoro effettuato dalla Commissione sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, in particolare per quanto attiene al tema della violenza maschile sulle donne. Sottolinea che il suo gruppo avrebbe auspicato un ulteriore passo in avanti e si augura che si possano approfondire sul tema soluzioni di merito. Ciò premesso, annuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.
Andrea COLLETTI (MISTO-L'A.C'È), nel richiamarsi alle considerazioni svolte nella seduta di ieri, sottolinea come la proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza sia, a suo avviso, insufficiente e che, per quanto attiene al settore giustizia, perpetri i medesimi errori che da decenni vengono reiterati. Nell'evidenziare come tale provvedimento, ad eccezione della parte relativa alla digitalizzazione – sulla quale tuttavia si dovrebbero effettuare diversi ragionamenti – non sia innovativo, preannuncia il voto contrario della sua componente politica sulla proposta di parere del relatore.
Carla GIULIANO (M5S), nel preannunciare il voto convintamente favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore, che ringrazia per l'ottimo lavoro svolto, sottolinea come la proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza sia un eccellente strumento che individua le priorità del settore giustizia.
Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazioni formulata dal relatore (vedi allegato).
Cosimo Maria FERRI (IV) interviene per ringraziare, in occasione del suo trasferimento in un altro ufficio, la signora Silvia Nati, segretaria parlamentare che ha sin qui coordinato le attività organizzative di segreteria della Commissione. Si tratta di una persona che ha lavorato per tanti anni in Commissione Giustizia con grande professionalità, umanità e disponibilità nei confronti di tutti i parlamentari e del Governo. Fermo restando che le scelte relative all'assegnazione del personale competono all'Amministrazione, reputa opportuno esprimere un riconoscimento, non solo a colei che fino ad oggi ha coordinato le attività organizzative di segreteria della Commissione Giustizia, ma a tutto il personale della Camera che lavora ogni giorno con serietà.
Giusi BARTOLOZZI (FI) si associa alle considerazioni e alle parole del collega Ferri. Ringrazia la segretaria parlamentare che ha sin qui coordinato l'attività organizzativa di segreteria della Commissione per il professionale contributo fornito, evidenziando l'ottimo lavoro che l'intero ufficio svolge a supporto di tutti i parlamentari.
Alfonso BONAFEDE (M5S) si unisce anch'egli ai ringraziamenti formulati dai colleghi nei confronti di una dipendente che ha supportato per molto tempo e con professionalità le attività organizzative della Commissione, attestando come l'ufficio a sostegno della Commissione Giustizia costituisca un punto di riferimento per i parlamentari.
Mario PERANTONI, presidente, nell'unirsi alle manifestazioni di stima nei confronti della segretaria parlamentare che ha sin qui coordinato le attività organizzative di segreteria della Commissione, comunica che si farà carico di rappresentarle le espressioni di apprezzamento e di ringraziamento dei colleghi.
Prima di dichiarare conclusa la seduta, desidera infine ringraziare ancora una volta il collega Cataldi per l'ottimo lavoro svolto nella predisposizione del proposta di parere, sottolineando come l'esito della votazione odierna sia stato determinato proprio da tale lavoro.
La seduta termina alle 10.55.
DELIBERAZIONE DI RILIEVI
Martedì 23 marzo 2021. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene, in videoconferenza, la sottosegretaria di Stato per la giustizia, Anna Macina.
La seduta comincia alle 15.20.
Sui lavori della Commissione.
Mario PERANTONI, presidente, avverte che, poiché nella seduta della giornata odierna in sede di deliberazione di rilievi, non sono previste votazioni, ai deputati è consentita la partecipazione da remoto, in videoconferenza, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre scorso.
Schema di decreto ministeriale recante disposizioni per l'individuazione delle prestazioni funzionali alle operazioni di intercettazione e per la determinazione delle relative tariffe.
Atto n. 247.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 9 marzo scorso.
Mario PERANTONI, presidente, ricorda che si è concluso il ciclo di audizioni programmato e che la Commissione procederà nella seduta odierna alla discussione generale sul provvedimento.
Giusi BARTOLOZZI (FI) interviene sull'ordine dei lavori, ritenendo propedeutico all'esame del merito del provvedimento ottenere dal Governo i chiarimenti già richiesti con riguardo ai decreti attuativi ancora da adottare e all'esito del tavolo tecnico istituito dall'allora Ministro Bonafede. Sottolinea inoltre la necessità di acquisire le informazioni preannunciate in sede di audizione dal Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata con riguardo all'elenco analitico dei costi sostenuti per le intercettazioni dalla sua procura e da alcune delle procure di maggiori dimensioni.
Mario PERANTONI, presidente, con riguardo alle osservazioni della collega Bartolozzi, precisa che, secondo quanto precisato nel corso delle audizioni dei funzionari del Ministero della giustizia, non sono stati ancora emanati i decreti attuativi previsti dalla disciplina in materia di intercettazioni.
Giusi BARTOLOZZI (FI) rammenta a tale proposito che i funzionari del Ministero della Giustizia auditi dalla Commissione si erano riservati di verificare presso gli uffici lo stato di avanzamento dei decreti attuativi previsti dalla legge 23 giugno 2017, n. 103 (cosiddetta riforma Orlando) e dai successivi interventi in materia, rilevando quindi l'opportunità di rinviare l'esame del provvedimento in oggetto, nel caso in cui la loro emanazione fosse prossima. Ribadisce inoltre la richiesta di acquisire le risultanze del tavolo tecnico che, sulla base del colloquio informale intercorso stamattina con la sottosegretaria Macina, sarebbero state rese disponibili nel pomeriggio di oggi.
La sottosegretaria Anna MACINA, intervenendo da remoto, in primo luogo osserva che, in merito alla richiesta di note esplicative circa le osservazione degli onorevoli Bartolozzi e Costa, l'articolo 1, commi 89 e 90, della legge 23 giugno 2017, n. 103, in forza della quale il decreto è stato emesso, prevede l'invio del decreto per l'esame delle Commissioni parlamentari competenti in materia finanziaria. Sottolinea che, peraltro, il Ministero, tramite i dirigenti del Ministero, ha già reso in sede di audizione presso la Commissione Giustizia della Camera, ampi chiarimenti in merito a quasi tutti i punti che si appresta a ripetere. In ogni caso, per il primo aspetto segnalato, osserva che il decreto in esame nulla ha a che fare con i decreti richiamati dall'onorevole Bartolozzi, che sono previsti dalla legge di modifica delle intercettazioni, realizzata prima con il decreto legislativo 29 dicembre 2017, n. 21, e poi con il decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 161 – uno dei quali, peraltro, quello relativo ai requisiti tecnici dei programmi informatici funzionali all'esecuzione delle intercettazioni mediante inserimento di captatore informatico su dispositivo elettronico portatile, è stato già adottato con il decreto ministeriale 20 aprile 2018 – e la cui tempistica è dettata dai predetti testi di legge. Nel merito del decreto in esame, precisa, quanto al criterio di scelta operato, fissando una range tariffario aperto, tra un minimo ed un massimo, che si tratta di una scelta coerente con le preoccupazioni espresse anche da alcuni degli onorevoli intervenuti in sede di audizione dei dirigenti del ministero, perché permette di tenere conto della specifica complessità o semplicità della singola attività e di altre variabili meritevoli di apprezzamento al fine di non appiattire il corrispettivo su importi fissi. Rileva, inoltre, che la forbice discrezionale di liquidazione delle spese permette sempre alla Ragioneria generale dello Stato di quantificare in maniera corretta i costi previsti per le attività funzionali alle intercettazioni, perché, dato il monte attività degli anni precedenti, si può individuare esattamente un importo minimo e uno massimo. Fermo che, peraltro, ad oggi, senza alcun tariffario certo, alcuna concreta valutazione è invece possibile, rileva inoltre che, siccome il costo massimo oggi fissato equivale, come da direttiva di legge, al costo medio dei cinque centri maggiore di spesa, di certo l'adozione del decreto comporterà un ampio risparmio rispetto all'attualità. Osserva, infine, che la previsione di un tavolo tecnico predisposto appositamente per monitorare i costi – e non ancora attivato – sia delle intercettazioni che delle attività funzionali consentirà, a differenza del passato, di tenere sotto controllo i costi. Quanto alla «previsione di una lista chiusa, asseverata, dei soggetti ai quali le procure possono rivolgersi per appaltare le intercettazioni», fa presente, in primo luogo, che, essendo un intervento che incide sulla libertà di mercato, servirebbe un intervento legislativo di fonte primaria per prevederlo, ma soprattutto, in secondo luogo, che si tratta di un intervento che non potrebbe essere realizzato con il decreto qui in esame. Inoltre, favorendo soluzioni di monopolio non è assolutamente detto che si consentano costi omogenei e una riduzione della spesa delle intercettazioni stesse. In riferimento alle valutazioni ricavate dalla relazione tecnica di accompagnamento, in merito al ricorso alle attività di intercettazione e alla durata delle stesse, rileva che si tratta di elementi del tutto estranei all'oggetto del decreto in esame, il quale, invece, ha lo scopo di fissare un tariffario oggi non esistente e imposto dalla legge. Circa la connessa richiesta di disporre di dati aggregati per singolo distretto e per singolo tribunale in merito alle intercettazioni ambientali e, in particolare, ai costi connessi al ricorso al captatore informatico, sottolinea che oggi i dati raccolti non sono disaggregati, anche in ragione del fatto che, non essendoci un tariffario che dettaglia e specifica i costi per la singola attività, l'afflusso dei dati di spesa non è disaggregato. E proprio questo è un merito collaterale del decreto in esame, che, fissando per ogni singola attività, il corrispettivo, consentirà una disaggregazione dei dati di spesa e un'analisi accurata degli stessi. Da ultimo, evidenzia che il tema posto dalla Corte di giustizia dell'Unione europea in merito all'accesso da parte delle autorità competenti ai dati delle comunicazioni elettroniche relativi al traffico è del tutto estraneo al decreto in esame.
Giusi BARTOLOZZI (FI), nel ringraziare la sottosegretaria Macina per le riflessioni portate all'attenzione della Commissione, fa presente che il richiamato riferimento all'emanazione dei tre decreti attuativi tuttora mancanti è contenuto nella documentazione predisposta dagli uffici sul provvedimento in esame. A tale proposito evidenzia che, secondo quanto riportato nella documentazione, l'articolo 2 del decreto-legge n. 161 del 2019 (convertito dalla legge n. 7 del 2020) reca modifiche alle norme di attuazione, coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e altre disposizioni attuative in materia di intercettazioni anche mediante captatore informatico. Nel dettaglio, nella documentazione si rileva che «il comma 3 dell'articolo 2 demanda ad un decreto del Ministro della giustizia la definizione dei requisiti tecnici dei programmi informatici funzionali alle intercettazioni mediante trojan, programmi informatici che, ai sensi del comma 4, devono avere caratteristiche tali da garantire affidabilità, sicurezza ed efficacia». A suo parere dovrebbe essere chiara anche per il Governo la necessità che, prima di procedere ad esaminare nel merito lo schema in oggetto, la Commissione sia messa a conoscenza dei contenuti del suddetto decreto, che non è quello relativo alla revisione delle voci di listino entrato in vigore nel 2018, cui sembra riferirsi la sottosegretaria Macina. Ritiene pertanto che permangano le perplessità evidenziate, oltre che da lei stessa, anche dagli uffici della Camera e dai soggetti auditi. Rammenta a tale proposito quanto dichiarato in particolare dal procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, il quale ha ritenuto singolare parlare di costi delle prestazioni funzionali alle intercettazioni laddove non siano stati ancora definiti i requisiti tecnici dei programmi informatici destinati alla loro esecuzione. Nel sottolineare a tale proposito che i costi delle operazioni di intercettazione subiranno inevitabili variazioni in ragione del software che si deciderà di utilizzare, ribadisce la richiesta di conoscere lo stadio di avanzamento del suddetto decreto attuativo, di cui al comma 3 dell'articolo 2 del decreto-legge n. 161 del 2019. Quanto alla seconda richiesta, non avendo ottenuto risposta, chiede nuovamente che la Commissione possa acquisire le risultanze dei lavori del tavolo tecnico istituito dall'allora Ministro Bonafede con l'obiettivo di effettuare il monitoraggio dei costi delle operazioni di intercettazione. Nel rammentare l'appartenenza del proprio gruppo alla maggioranza di Governo, fa presente che si tratta di richieste costruttive, non certo volte non ad ostacolare l'iter del provvedimento in esame.
Ciro MASCHIO (FDI), intervenendo sull'ordine dei lavori, anche alla luce delle considerazioni della collega Bartolozzi e degli elementi procedurali e di merito posti nella seduta odierna, chiede di rinviare la discussione generale sullo schema in esame, al fine di consentire ulteriori approfondimenti.
Catello VITIELLO (IV) chiede di sapere quale sia l'orientamento del presidente in merito alla richiesta avanzata dal collega Maschio.
Mario PERANTONI, presidente, fa presente che sulla questione intende acquisire l'orientamento dei gruppi e della sottosegretaria Macina.
Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), a nome del gruppo della Lega, si associa alla richiesta del collega Maschio, al fine di acquisire le risultanze del lavoro del tavolo tecnico nonché di approfondire alcune delle questioni poste dai soggetti auditi, con riguardo in particolare alle modalità di archiviazione dei dati originali e all'attribuzione della funzione di decrittazione di tali dati. Nel rammentare inoltre che, come evidenziato in sede di audizioni, è lo stesso personale delle aziende operanti nel settore ad occuparsi direttamente del posizionamento delle eventuali microspie, sottolinea come i costi di tali operazioni siano verosimilmente molto diversi a seconda della pericolosità del soggetto da intercettare. Nel ribadire inoltre la necessità di acquisire le informazioni sulle tariffe medie delle prestazioni citate in audizione dal procuratore di Torre Annunziata, evidenzia l'inopportunità di discutere di costi prima di sapere quale sarà l'impianto di ricezione, archiviazione e decrittazione dei dati acquisiti. Ritiene pertanto ragionevole il rinvio richiesto, al fine di poter svolgere un lavoro adeguato alla delicatezza del settore, evidenziando come le operazioni di intercettazioni costituiscano, oltre che un costo, anche una forma di investimento, potendo contribuire a conseguire in molti casi la confisca di beni consistenti, in grado di compensare lo sforzo economico, tecnico ed investigativo.
Alfredo BAZOLI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, nel prendere atto della richiesta di rinviare la discussione generale sullo schema in esame, rileva che l'interesse comune dovrebbe essere quello di accelerare e non di ritardare l'adozione di un decreto ministeriale finalizzato a fissare le regole di un'attività delicata, ad oggi demandata alle autonome scelte delle diverse procure. Con riguardo ai rilievi avanzati dai colleghi, non disconoscendo l'opportunità di svolgere gli opportuni approfondimenti nel merito, di cui il Governo sarà libero di tenere conto o meno, sollecita tuttavia i colleghi a procedere rapidamente, nell'interesse di tutti.
Catello VITIELLO (IV) suggerisce che la Commissione svolga la discussione generale sul provvedimento, procrastinando tuttavia il termine entro il quale formulare i rilievi alla giornata di giovedì 25 marzo prossimo, per consentire ai commissari di analizzarne il testo sotto tutti gli aspetti.
Enrico COSTA (MISTO-A-+E-RI) interviene per porre una questione relativa al tariffario, nel quale sono elencate le singole prestazioni. Osserva come si dia per scontato che ogni prestazione in esso inserita sia legittima e prevista da una disposizione di legge. Fa presente che non esiste una disciplina organica relativa all'utilizzo dei «trojan» e che a questi dispositivi si applica la disciplina di cui al comma 2 dell'articolo 266 del codice di procedura penale relativa alle intercettazioni ambientali. Ricorda che il suo gruppo ha sostenuto in moltissime circostante la necessità di una disciplina organica sulla materia e che comunque si è sempre affermato che tale strumento si potesse impiegare esclusivamente per captare i cosiddetti flussi di comunicazione. Rammenta che nel tariffario si fa riferimento ad una serie di voci da pagare agli operatori per determinare la prestazione che attiene al recupero, dagli smartphone, di elementi statici quali la rubrica, i video e le fotografie. Sottolinea come a tali dati, essendo statici, si possa accedere soltanto attraverso perquisizione. Rileva, pertanto, che attraverso l'utilizzo del trojan si può effettuare una perquisizione occulta permanente, senza attivare le garanzie previste per tale tipo di attività. Ritiene quindi necessario, per evitare che lo Stato attraverso la determinazione delle tariffe relative a tali attività le legittimi di fatto, che nella proposta di rilievi che la Commissione dovrà formulare sia posto un rilievo con il quale si preveda lo stralcio di tali voci dal tariffario.
La sottosegretaria Anna MACINA, intervenendo da remoto, desidera precisare che non verrà fornita da parte del Ministero della Giustizia ulteriore documentazione e di aver esposto, nel suo precedente intervento, le risposte alle richieste che erano state avanzate nel corso delle precedenti sedute. Sottolinea che il citato tavolo tecnico non ha prodotto alcuna risultanza e che nel corso delle audizioni sono intervenuti anche i funzionari del Ministero della Giustizia che hanno ampiamente risposto alle domande che sono state loro rivolte.
Catello VITIELLO (IV) condivide le perplessità del collega Costa sottolineando che si tratta di una attività che non appartiene al momento intercettativo in quanto non è relativa ai flussi. Evidenzia come l'articolo 268 del codice di procedura penale preveda che gli impianti per la captazione del flusso siano installati esclusivamente nelle procure della Repubblica, mentre fa presente che il decreto ministeriale in esame alla lettera o) del comma 1 dell'articolo 1 parla di «periferiche» e, al successivo articolo 4, stabilisce che i fornitori assicurano la conservazione e la gestione dei dati. A suo avviso, pertanto, il decreto ministeriale in discussione è in palese violazione del codice di rito e dell'articolo 15 della Costituzione. Ritiene pertanto necessario che la Commissione chiarisca dove verranno allocate queste periferiche in quanto il principio di fondo vuole che questi impianti siano all'interno delle procure e invece nel decreto ministeriale questo non viene affermato. Per tale ragione, specificando che il suo intervento è sull'ordine del lavori, invita la presidenza a prendere in considerazione l'opportunità che la Commissione svolga un vaglio maggiore sul provvedimento.
Carla GIULIANO (M5S) interviene per ribadire che il perimetro del decreto ministeriale in esame si circoscrive alla determinazione delle tariffe delle operazioni di intercettazione. Rileva che la Commissione è chiamata ad esprimere i propri rilievi esclusivamente nell'ambito di tale perimetro. A suo avviso, dunque, la Commissione ha acquisito, anche attraverso le audizioni svolte, tutti gli elementi utili per proseguire i propri lavori.
Giusi BARTOLOZZI (FI) sottolinea come lo schema di decreto ministeriale in esame si componga di due parti, relative rispettivamente all'individuazione delle prestazioni funzionali alle operazioni di intercettazione e alla determinazione delle rispettive tariffe. Rileva che due dei decreti attuativi di cui ha chiesto chiarimenti riguardano proprio la materia oggetto delle osservazioni dei colleghi Costa e Vitiello e ribadisce la necessità di comprendere, prima di proseguire con i lavori e valutare quali siano le tariffe, a cosa ci si riferisca con il termine «prestazioni funzionali», acquisendo nel contempo almeno i verbali delle riunioni del tavolo tecnico.
Mario PERANTONI, presidente, sottolinea come il rappresentante del Governo abbia esplicitato di non dover trasmettere ulteriore documentazione e che pertanto la Commissione dovrà esprimere i propri rilievi sulla base dei dati già in suo possesso. Propone di sollecitare il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata a dare seguito alla sua volontà di far pervenire un prospetto dei costi. Ritiene che, alla luce del dibattito che si è sviluppato, i tempi siano comunque maturi per affrontare nel merito l'esame del provvedimento.
Giulia SARTI (M5S), relatrice, rileva che, in base a come è stata posta la questione da parte dei colleghi precedentemente intervenuti, la Commissione dovrebbe formulare i propri rilievi soltanto dopo aver preso visione del contenuto degli altri decreti attuativi relativi all'archivio riservato, alla trasmissione dei dati e alla conservazione dei dati, che ancora non sono stati emanati. Evidenzia, come già esplicitato dalla collega Bartolozzi, che non è chiaro se tali decreti attuativi saranno emanati a breve o meno. Osserva che, qualora gli stessi dovessero essere adottati in tempi celeri, la Commissione potrebbe attendere per formulare i propri rilievi sul provvedimento in esame, mentre, in caso contrario, la Commissione dovrà comunque procedere con i propri lavori. Ribadisce che la Commissione può sollecitare il Ministero affinché emani tali decreti attuativi evidenziando la loro rilevanza ai fini della definizione del tariffario e che, qualora fosse evidente che gli stessi non dovessero essere emanati in tempi strettissimi, sarà necessario continuare la discussione generale nella giornata di domani. Precisa che nella redazione della proposta di rilievi non potranno confluire le osservazioni avanzate sulla riservatezza e sulla conservazione dei dati anche se pertinenti, ma evidenzia che è importante per la Commissione comprendere come stia agendo sulla questione l'Esecutivo. Invita quindi i colleghi a far pervenire eventuali osservazioni per iscritto o a formularle nel corso della prossima seduta, al termine della quale si potrà valutare se formulare i rilievi nella giornata di giovedì. Chiede infine alla presidenza di interloquire con la V Commissione per comprendere entro quando sia necessario concludere i lavori.
Mario PERANTONI, presidente, fa presente che il termine entro il quale la Commissione doveva formulare i propri rilievi alla V Commissione è già scaduto ed evidenzia che spetterebbe alla Commissione di merito evidenziare come si ritenga ostativa all'espressione del prescritto parere la mancata emanazione degli altri decreti ministeriali richiamati. Propone quindi di verificare con il rappresentante del Governo a che punto sia la predisposizione dei citati decreti attuativi e, preso atto di tale situazione, di proseguire la discussione generale del provvedimento nella seduta di domani per arrivare alla formulazione dei rilievi nella giornata di giovedì 25 marzo prossimo.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.
ALLEGATO
Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza. Doc. XXVII, n. 18.
PARERE APPROVATO
La II Commissione permanente (Giustizia),
esaminata, per le parti di competenza, la Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18);
premesso che:
il Next Generation EU è stato istituito dal Regolamento (UE) 2020/2094 per contribuire a riparare i danni economici e sociali immediati causati dalla pandemia da SARS COV 2, autorizzando la Commissione europea a contrarre prestiti, per conto dell'Unione, sui mercati dei capitali fino a un importo di 750 miliardi di euro, di cui 360 miliardi sotto forma di prestiti e 390 miliardi sotto forma di sovvenzioni;
per accedere alle risorse del Next Generation EU, ciascuno Stato membro dovrà predisporre entro il 30 aprile 2021 un Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR – Recovery and Resilience Plan) in cui sia definito un pacchetto coerente di riforme e investimenti pubblici per il periodo 2021-2026, che può includere anche regimi pubblici volti a incentivare gli investimenti privati, purché in linea con la disciplina degli aiuti di Stato;
in linea con gli orientamenti della Commissione europea, il Piano – oltre ad essere coerente con le sfide e le priorità specifiche per Paese individuate nel contesto del semestre europeo, con i Programmi nazionali di riforma e con gli altri piani nazionali settoriali – dovrà, tra l'altro, dedicare almeno il 37 per cento della dotazione al sostegno della transizione verde, compresa la biodiversità, e almeno il 20 per cento alla trasformazione digitale, fornendo una dettagliata spiegazione delle modalità con le quali si intenda: rafforzare il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro e la resilienza; attenuare l'impatto sociale ed economico della crisi; contribuire alla parità di genere e alle pari opportunità;
considerato che:
il Governo italiano intende affrontare, insieme alle conseguenze immediate – sanitarie, sociali ed economiche – della crisi pandemica (Piano di Ripresa) anche i nodi strutturali dell'economia e della società che hanno contribuito al declino del Paese già a partire dall'inizio degli anni novanta, in particolare avviando quei processi che consentano alla struttura economica del Paese di affrontare eventi estremi (Piano di Resilienza) anche attraverso l'adozione di riforme (Piano di Riforma) in linea con le Raccomandazioni specifiche al Paese (Country Specific Recommendations – CSR) della Commissione europea e i Piani Nazionali di Riforma (PNR) adottati dal Governo negli ultimi anni;
l'insoddisfacente crescita italiana è dovuta non solo alla debole dinamica degli investimenti, ma anche a fattori strutturali, quali la dinamica demografica declinante e il basso tasso di natalità, la ridotta dimensione media delle imprese e l'insufficiente competitività del sistema-Paese, il peso dell'elevato debito pubblico, l'incompleta transizione verso un'economia basata sulla conoscenza, senza peraltro trascurare le disparità di reddito, di genere, generazionali e territoriali, la necessità di miglioramento della resilienza delle infrastrutture – puntando sulla manutenzione straordinaria, sull'ammodernamento tecnologico delle attività di monitoraggio e degli strumenti di supporto, sulla prevenzione, la protezione civile e il soccorso pubblico – oltre alla debole capacità amministrativa del settore pubblico italiano;
in tale prospettiva l'azione di rilancio del Paese delineata dal Piano nazionale si concentra su tre assi strategici condivisi a livello europeo (digitalizzazione e innovazione; transizione ecologica; inclusione sociale), articolati in 6 Missioni (digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione e salute), che raggruppano 16 Componenti, funzionali a realizzare gli obiettivi economico – sociali definiti nella strategia del Governo, articolate, a loro volta, in 48 linee di intervento per progetti omogenei e coerenti;
per ogni Missione sono inoltre indicate le riforme di settore necessarie a una più efficace realizzazione degli interventi, nonché i profili più rilevanti ai fini del perseguimento delle tre priorità trasversali, parità di genere, giovani, sud e riequilibrio territoriale, perseguite – attraverso un approccio integrato ed orizzontale – in tutte le Missioni che compongono il Piano;
nell'ambito del percorso per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Parlamento è già intervenuto esprimendosi, con l'approvazione di due distinte risoluzioni da parte delle Assemblee di Camera e Senato sulla proposta di Linee guida per la definizione del Piano, a seguito dell'iniziativa assunta dalla V Commissione (Bilancio) della Camera e dalle Commissioni riunite 5ª (Bilancio) e 14 ª (Politiche dell'Unione europea) del Senato, a cui hanno preso parte anche le Commissioni di settore;
constatato che:
all'interno della Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, che ha come obiettivo generale «l'innovazione del Paese in chiave digitale, grazie alla quale innescare un vero e proprio cambiamento strutturale», compare la Componente 1 che riguarda la digitalizzazione, l'innovazione e la sicurezza nella Pubblica Amministrazione e presenta tra i suoi obiettivi l'accelerazione, all'interno di un quadro condiviso, dei tempi della giustizia, al fine di favorire la competitività delle imprese e la propensione a investire nel Paese;
tra i settori della Componente 1 figura infatti quello relativo alla innovazione organizzativa della giustizia, con uno stanziamento di 2,3 miliardi di euro;
nel quadro del settore dell'innovazione organizzativa della giustizia la proposta di Piano mira a rispondere alle Raccomandazioni del Consiglio europeo – circa la necessità della riduzione dei processi civili, del miglioramento dell'efficienza del sistema giudiziario nonché dell'efficacia della prevenzione e repressione della corruzione riducendo la durata dei processi penali e attuando il nuovo quadro anticorruzione – attraverso:
la valorizzazione dell'ufficio per il processo, quale modello di collaborazione integrata tra giudici ordinari, giudici onorari, personale amministrativo;
lo smaltimento del contenzioso tributario pendente in Cassazione mediante l'assegnazione temporanea di magistrati onorari ausiliari alle sezioni tributarie della Corte;
il completamento della digitalizzazione del processo civile e di quello penale;
rilevato che:
il Governo sottolinea l'importanza di dare corso alle riforme del processo civile, del processo penale e dell'ordinamento giudiziario, nonché di valorizzare i metodi di risoluzione alternativa delle controversie;
andrebbe valutata l'opportunità di individuare gli strumenti più idonei per portare a compimento le sopra citate riforme tali da garantire una piena partecipazione del Parlamento al processo riformatore;
rilevata l'opportunità di specificare che:
l'integrazione delle diverse professionalità all'interno dell'ufficio per il processo deve avvenire nell'esclusivo obiettivo di collaborare allo studio della controversia e della giurisprudenza e di fornire supporto istruttorio al magistrato;
a seguito della presenza nel sistema giudiziario di disparità tra i diversi uffici sotto il profilo dell'efficienza, andrebbe valutata l'ipotesi di valorizzare la figura del magistrato anche in relazione a competenze e capacità gestionale, da accertare in sede di selezione e da implementare in sede di formazione durante il percorso lavorativo, anche ai fini della progressione di carriera, utilizzando a tal fine anche le best practice nel settore;
ritenuto altresì opportuno che le spese di investimento nel settore giustizia si concentrino su:
il perfezionamento del processo di digitalizzazione in tutti i settori della giustizia, anche attraverso l'implementazione di una rete esclusivamente dedicata al sistema giustizia con elevati standard di sicurezza. In tale prospettiva vanno sostenute sia la formazione delle risorse umane del comparto giustizia, al fine di accrescerne le competenze digitali, sia l'implementazione delle dotazioni informatiche, consentendo l'accesso ai registri da remoto, con ricadute positive in termini di maggiore vivibilità e di decongestione degli uffici giudiziari, di risparmio di costi per il mantenimento dei locali, di migliore razionalizzazione degli spazi, di maggiore incremento dell'occupazione femminile grazie alla possibilità di conciliare meglio i tempi casa-lavoro;
l'edilizia penitenziaria, anche minorile, attraverso la creazione di nuove strutture, la riqualificazione di strutture già esistenti, da progettare e realizzare con criteri innovativi che includano interventi di efficientamento energetico e antisismici, l'implementazione di impianti di compostaggio di comunità e l'adozione di impianti tecnologici di sicurezza negli istituti penitenziari, in modo da rendere più efficace la funzione rieducativa della pena, la tutela del diritto alla salute, la preservazione dei legami tra genitori e figli, anche attraverso il ricorso alle più avanzate innovazioni tecnologiche;
la rieducazione dei detenuti attraverso il potenziamento delle misure alternative alla detenzione e l'implementazione dei progetti di formazione, anche ad alto grado di tecnicizzazione o specializzazione, e di lavoro intramurario ed extramurario, privilegiando i progetti in grado di fornire competenze spendibili sul territorio nel momento in cui i detenuti saranno rimessi in libertà, con finalità di reinserimento sociale e contrasto alla recidiva, nonché attraverso il perfezionamento dell'offerta trattamentale favorendo lo svolgimento negli istituti penitenziari, ed in particolare, ma non solo, negli istituti minorili, di attività culturali (ad es. laboratori teatrali), artistiche ed espressive che favoriscano il percorso di maturazione e crescita personale dei ristretti con sicure positive ricadute in termini di inclusione sociale;
considerato poi che:
gli aspetti relativi all'edilizia giudiziaria sono ricondotti dal Governo alla Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica), all'interno della quale per la riqualificazione e il potenziamento del patrimonio immobiliare dell'amministrazione della giustizia sono stanziati 450 milioni di euro, ai quali si aggiungono 400 milioni di euro derivanti dai progetti del programma operativo nazionale del Ministero della Giustizia;
la mancanza di strutture idonee e di aule in grado di contenere il necessario afflusso di persone (specialmente in epoca pandemica) limita infatti la produttività degli organi giurisdizionali ed incide sul servizio giustizia per i cittadini; pertanto un'attenta opera di riqualificazione del patrimonio dell'amministrazione giudiziaria consentirà anche di garantire il pieno utilizzo delle risorse tecnologiche disponibili, di realizzare «edifici intelligenti», nonché di ridurre progressivamente il peso delle locazioni passive;
in tale prospettiva andrebbe promossa anche la realizzazione di ambienti e servizi, all'interno degli uffici giudiziari, da adibire a nidi per l'infanzia, iniziativa ormai imprescindibile nell'attuazione delle politiche volte alla conciliazione tra vita familiare e professionale e con sicure positive ricadute in termini di incremento dell'occupazione femminile e dunque in termini di effettività della parità di genere nell'accesso alle professioni caratterizzanti il comparto giustizia;
osservato che:
il PNRR è un'occasione unica per superare la gravissima diseguaglianza di genere che colpisce il nostro Paese: un obiettivo che non può essere disatteso e il cui raggiungimento dipenderà dalle priorità indicate e dalle scelte fatte per valorizzare il capitale umano femminile presente in ogni ambito;
nelle Missioni del PNRR sarà quindi necessario introdurre un meccanismo di valutazione ex ante ed ex post dell'impatto di genere della totalità delle scelte politiche che si metteranno in atto;
nel PNRR dovrebbero essere indicati con chiarezza per ogni Missione l'entità delle risorse destinate a progetti che promuovono la parità di genere con particolare riferimento agli investimenti nell'occupazione e nella imprenditoria femminile, al superamento della disparità salariale, al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere;
il PNRR rappresenta anche una opportunità unica, per l'Italia, per promuovere la riduzione dei divari territoriali, con particolare riguardo al Mezzogiorno;
in occasione dell'esame delle Linee Guida del Governo per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), i documenti approvati da Camera e Senato, con specifico riferimento alla priorità di realizzare il riequilibrio territoriale, hanno chiarito che la clausola del 34 per cento, ossia la distribuzione dei fondi al Mezzogiorno in ragione della popolazione residente, «non appare sufficiente a promuovere la riduzione dei divari territoriali ancora oggi esistenti tra le diverse aree del nostro Paese, in cui persiste una differenziazione relativamente al PIL pro capite e al tasso di disoccupazione» e hanno rappresentato la necessità di «applicare, con eventuali aggiustamenti, il criterio di riparto tra i Paesi previsto per le sovvenzioni dal Dispositivo di ripresa e resilienza (popolazione, PIL pro capite e tasso di disoccupazione) anche all'interno del Paese (tra le regioni e le macro-aree), in modo da sostenere le aree economicamente svantaggiate», escludendo da tale computo le risorse per le quali esiste già un vincolo di ripartizione come, ad esempio, la porzione prevista del Fondo per lo sviluppo e la coesione o il REACT-EU;
nel PNRR potrebbe essere utile, quindi, esplicitare la quota di risorse destinata al Mezzogiorno, in maniera specifica e distinta dalle risorse per le quali esiste già un vincolo di ripartizione, come ad esempio la porzione prevista del Fondo sviluppo e coesione, il REACT-EU e i fondi strutturali e di investimento europei (SIE); in relazione ai tre assi strategici condivisi a livello europeo (digitalizzazione e innovazione; transizione ecologica; inclusione sociale) sarebbe opportuno, in particolare, prevedere aggiustamenti nel criterio di riparto dei fondi, destinando risorse significativamente superiori al 34 per cento all'area del Mezzogiorno, al fine di consentire un reale e concreto sostegno alla riduzione del divario territoriale presente in Italia, anche in relazione al settore giustizia;
valutato che:
la sentenza n. 41 del 2021 della Corte costituzionale rende necessaria una rivisitazione del ruolo della magistratura onoraria all'interno del perimetro costituzionale delineato dalla stessa Corte, come sottolineato anche dalla Ministra della giustizia nel corso dell'audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero dinanzi alla Commissione Giustizia del Senato il 18 marzo scorso;
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con le seguenti osservazioni:
a) si valuti la possibilità di integrare la Componente 1 della Missione 1 prevedendo:
1) con riferimento agli interventi in materia di digitalizzazione, la realizzazione di una rete esclusivamente dedicata al sistema giustizia e dotata di elevati standard di sicurezza che preveda un'unica piattaforma di gestione dei processi telematici, che dovrebbero essere estesi a procedimenti attualmente non digitalizzati, quali il processo minorile e la giustizia di prossimità, garantendo al contempo la formazione delle risorse umane e incrementando le dotazioni informatiche, in modo da consentire l'accesso ai registri da remoto;
2) con riferimento all'ufficio del processo, quale modello di collaborazione integrata tra giudici ordinari, giudici onorari, personale amministrativo, la precisazione che si tratta di professionalità deputate allo studio della controversia e al supporto istruttorio della decisione del magistrato;
3) interventi per l'edilizia penitenziaria, anche minorile, nonché per gli edifici sede degli uffici deputati all'esecuzione penale esterna, attraverso la realizzazione di nuove strutture e attraverso la riqualificazione di strutture già esistenti, da progettare e realizzare con criteri innovativi che includano anche interventi di efficientamento energetico e antisismici, l'implementazione di strumenti e impianti tecnologici per la sicurezza, l'introduzione di impianti di videosorveglianza, di schermatura nonché impianti per il compostaggio di comunità, con individuazione e predisposizione di un sistema di poli detentivi di alto profilo tecnologico, in modo da rendere più efficace la funzione rieducativa della pena, la tutela del diritto alla salute, la preservazione dei legami tra genitori e figli, anche attraverso il ricorso alle più avanzate innovazioni tecnologiche, la distinzione tra diverse tipologie di detenuti, anche mediante l'adozione di appositi criteri architettonici;
4) interventi volti a favorire il potenziamento delle misure alternative alla detenzione e alla rieducazione dei detenuti attraverso l'implementazione dei progetti di formazione, anche ad alto grado di tecnicizzazione o specializzazione, e di lavoro intramurario ed extramurario, privilegiando i progetti in grado di fornire competenze spendibili sullo specifico territorio nel momento in cui i detenuti saranno rimessi in libertà, con finalità di reinserimento sociale e contrasto alla recidiva, nonché attraverso il perfezionamento dell'offerta trattamentale, favorendo lo svolgimento negli istituti penitenziari ed in particolare, ma non solo, negli istituti minorili, di attività culturali (ad es. laboratori teatrali), artistiche ed espressive, che favoriscano il percorso di maturazione e crescita personale dei ristretti con sicure positive ricadute in termini di inclusione sociale;
5) la valorizzazione della figura del magistrato anche in relazione a competenze e capacità gestionali, da accertare in sede di selezione e da implementare in sede di formazione durante il percorso lavorativo, anche ai fini della progressione carriera, utilizzando a tal fine anche le best practice nel settore;
6) interventi mirati a garantire, in ogni ambito del settore giustizia, il rispetto dei principi della parità di genere, garantendolo altresì in ogni futuro provvedimento normativo;
7) interventi diretti a prevenire e contrastare il fenomeno della violenza sulle donne attraverso la formazione specifica e l'aggiornamento del personale (forze dell'ordine, sanitari, etc....) chiamato ad interagire con le donne vittime di violenza e l'attivazione di programmi di trattamento per gli uomini maltrattanti ed in generale per i sex offender nella fase di esecuzione della pena, al fine di combattere la recidiva, particolarmente elevata in relazione a questo genere di reati; in tale prospettiva andrebbero promosse ed estese le buone pratiche già sperimentate, valorizzano le collaborazioni avviate con, ad esempio, l'ordine degli psicologi e egli enti territoriali, per l'esecuzione della pena dei sex offender;
8) investimenti nel potenziamento delle misure e degli strumenti da utilizzare per la prevenzione e il contrasto della criminalità organizzata, delle mafie e del fenomeno della corruzione, al fine di consolidare un ambiente di legalità che possa favorire ed incentivare gli investimenti e garantire una gestione corretta e trasparente delle risorse. A tal fine andrebbero previsti: a) investimenti per migliorare i sistemi di comunicazione e di interconnessione fra le banche dati pubbliche al fine di permettere controlli più tempestivi; b) investimenti per la realizzazione di un casellario unico nazionale e di più strumenti per l'agevolazione delle indagini e per i controlli fiscali e patrimoniali. Sarà utile anche rafforzare la funzionalità e l'efficacia del sistema di gestione e riutilizzazione dei beni confiscati alla mafia che presenta diverse criticità;
9) la destinazione di una quota significativamente superiore al 34 per cento delle risorse ivi previste all'area del Mezzogiorno, al fine di consentire un reale e concreto sostegno alla riduzione del divario territoriale presente nell'amministrazione della giurisdizione;
b) sia integrata la Componente 6 della Missione 2 specificando, in riferimento ad interventi in materia di edilizia giudiziaria attraverso la riqualificazione e il potenziamento del patrimonio immobiliare dell'amministrazione della giustizia in chiave ecologica e digitale, che si tratti di area facilmente accessibile e dotata di servizi e ambienti da adibire a nidi per l'infanzia, nell'attuazione delle politiche volte alla conciliazione tra vita familiare e professionale, con ricadute positive in termini di incremento dell'occupazione femminile e di effettività della parità di nell'accesso alle professioni caratterizzanti il comparto giustizia.