XI Commissione

Lavoro pubblico e privato

Lavoro pubblico e privato (XI)

Commissione XI (Lavoro)

Comm. XI

Lavoro pubblico e privato (XI)
SOMMARIO
Martedì 22 dicembre 2020

RISOLUZIONI:

7-00495 Serracchiani e 7-00512 Zangrillo: Sistemi di protezione sociale per i lavoratori (Seguito discussione congiunta e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00097) ... 78

ALLEGATO 1 (Proposta di testo unificato delle risoluzioni) ... 83

ALLEGATO 2 (Nuovo testo unificato delle risoluzioni approvato dalla Commissione) ... 85

SEDE REFERENTE:

Disposizioni in materia di lavoro, occupazione e incremento della produttività. C. 1818 Murelli e C. 1885 De Maria (Seguito esame e rinvio – Nomina di un Comitato ristretto) ... 81

INTERROGAZIONI:

5-04559 Legnaioli: Risultati conseguiti dai navigator nell'ambito delle politiche attive del lavoro ... 81

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 88

5-04753 Pezzopane: Situazione occupazionale dei lavoratori già impiegati presso il call center Customer2Care dell'Aquila ... 82

ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 90

5-04796 Rizzetto: Mancato riconoscimento dell'incentivo detto «Io Lavoro» ai datori di lavoro che ne hanno diritto ... 82

ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 92

XI Commissione - Resoconto di martedì 22 dicembre 2020

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 22 dicembre 2020.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.05 alle 12.10.

RISOLUZIONI

  Martedì 22 dicembre 2020. — Presidenza della presidente Debora SERRACCHIANI. – Interviene il Sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali, Stanislao Di Piazza.

  La seduta comincia alle 12.10.

7-00495 Serracchiani e 7-00512 Zangrillo: Sistemi di protezione sociale per i lavoratori.
(Seguito discussione congiunta e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00097).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni, rinviato nella seduta del 9 luglio 2020.

  Debora SERRACCHIANI, presidente, comunica che l'ordine del giorno reca il seguito della discussione congiunta delle risoluzioni n. 7-00495 Serracchiani e n. 7-00512 Zangrillo, riguardanti i sistemi di protezione sociale per i lavoratori, rinviata lo scorso 9 luglio.
  Ricorda che la Commissione ha svolto un ampio ciclo di audizioni, che ha permesso di raccogliere gli spunti e i dati necessari alla conclusione della discussione.
  Avverte che lo scorso 4 dicembre è stato trasmesso alla Commissione un documento, approvato dall'assemblea del CNEL nella seduta del 25 novembre 2020, concernente osservazioni e proposte sui sistemi di protezione sociale per i lavoratori, oggetto delle risoluzioni in discussione.
  Fa presente, infine, che è stata presentata una proposta di testo unificato delle risoluzioni, che è in distribuzione (vedi allegato 1). Prego, pertanto, l'onorevole Zangrillo, firmatario della risoluzione n. 7-00512, di illustrare brevemente la proposta di testo unificato delle risoluzioni.

  Paolo ZANGRILLO (FI), firmatario della risoluzione n. 7-00512, rileva che la proposta di testo unificato muove dalla necessità, come le risoluzioni di cui costituisce la sintesi e il punto di incontro, di ripensare e ridisegnare il sistema di welfare italiano, sia per porre rimedio ai profili critici messi in luce dalla crisi pandemica in atto, sia per proiettare i diversi istituti rientranti tra gli ammortizzatori sociali in una prospettiva futura, che permetta il rilancio del sistema produttivo italiano grazie al sostegno sia dei lavoratori, attraverso un solido e avanzato sistema di formazione, sia delle imprese, che possano reperire sul mercato del lavoro le professionalità di cui hanno bisogno. Infine, il testo unificato sottolinea la necessità di intervenire sull'organizzazione istituzionale che governa, o dovrebbe farlo, l'incrocio tra domanda e offerta di lavoro, in primo luogo l'ANPAL, che ha dimostrato la sua inadeguatezza già prima dell'acuirsi della crisi. Più in particolare, la risoluzione unificata pone l'accento sulla necessità di un maggior coordinamento tra i livelli istituzionali, tra l'ANPAL e le regioni, nonché su quella di dotare delle competenze necessarie il personale chiamato all'attuazione delle politiche attive. Infine, auspica che il Governo si attivi al più presto, in quanto il biennio a venire si annuncia ancora irto di difficoltà ed è più che mai urgente intervenire per favorire il reinserimento nel circuito produttivo dei tanti che, a causa della crisi, ne sono stati o ne saranno espulsi.

  Antonio VISCOMI (PD), in qualità di cofirmatario della risoluzione n. 7-00495 Serracchiani, illustra i punti sui quali si è registrata la sintesi che ha consentito di giungere all'elaborazione del testo unificato. In primo luogo, sottolinea il ruolo della crisi economica generata dalla pandemia, che ha messo in luce i profili critici del sistema di welfare italiano e ha evidenziato la necessità di aprirlo alle categorie di lavoratori difficilmente classificabili nelle categorie tradizionali del lavoro subordinato e di quello autonomo e, per questo, quasi del tutto privi di tutele. In secondo luogo, rileva la comune consapevolezza della necessità di superare la convinzione che solo il progressivo ridursi dell'entità del beneficio possa essere di stimolo alla ricerca di un'occupazione. Al contrario, il cosiddetto décalage, lungi dall'avere una funzione di incentivo, impoverisce inutilmente i percettori delle indennità. Ancora, osserva che è stata trovata la sintesi anche sulla necessità di ripensare le politiche attive del lavoro, che si dovrebbero piuttosto definire politiche di attivazione del lavoro, essendo volte anche ad affiancare il lavoratore e l'impresa, mettendoli in condizione, l'uno, di acquisire una solida preparazione, al passo con il progresso tecnologico, e l'altra di trovare sul mercato del lavoro le professionalità di cui ha bisogno. Infine, d'intesa con il collega Zangrillo, propone di modificare il testo unificato in distribuzione per tenere conto delle novità introdotte recentemente nel disegno di legge di bilancio, in discussione alla Camera, riguardanti, in particolare, l'istituzione dell'ISCRO, uno strumento di welfare pensato per i titolari di partite IVA iscritti alla gestione separata o ad altre gestioni dei lavoratori autonomi.

  Debora SERRACCHIANI, presidente, fa presente che anche il testo unificato integrato dalle modifiche proposte dai deputati Viscomi e Zangrillo è a disposizione dei commissari e pubblicato su GeoCamera (vedi allegato 2). Chiede, quindi, al rappresentante del Governo di esprimere il parere di competenza sull'ulteriore nuovo testo unificato delle risoluzioni.

  Il Sottosegretario Stanislao DI PIAZZA, manifestando il suo apprezzamento per lo sforzo di sintesi che ha portato all'elaborazione di un testo unificato delle due risoluzioni su un tema cruciale per il mercato del lavoro italiano, esprime parere favorevole, sia sulle premesse sia sugli impegni richiesti al Governo.

  Stefano LEPRI (PD), cofirmatario della risoluzione n. 7-00495 Serracchiani, preannunciando il proprio voto favorevole, intende porre all'attenzione dei colleghi un punto, non approfondito dalla risoluzione unitaria, ma che, a suo giudizio, merita un intervento futuro della Commissione. Fa riferimento, in particolare, alla necessità di modificare la disciplina relativa alla condizionalità, in base alla quale l'accesso a un determinato beneficio, CIGS, NASpI, Reddito di cittadinanza e via dicendo, è subordinato all'accettazione di un'attività, in genere in favore dell'ente locale di appartenenza. Si tratta di una disciplina purtroppo disattesa, ma che potrebbe avere un grande valore, permettendo a coloro che attendono una ricollocazione di rendersi utili alle loro comunità.

  Flora FRATE (MISTO-A-+E-RI) preannuncia la sua astensione nella votazione sulla proposta di testo unificato delle risoluzioni, in quanto esso non le appare pienamente corrispondente alle reali necessità del mercato del lavoro italiano, acuite dalle conseguenze della crisi pandemica in atto. Infatti, non condivide la delimitazione dell'ambito preso in considerazione dal testo, che non considera tutte le categorie di lavoratori colpiti dalla crisi, come per esempio i professionisti, e giudica un errore non avere messo l'accento sulla necessità di garantire l'accesso al mercato del lavoro a chi, specie nel Meridione, conclude il ciclo scolastico. Inoltre, ritiene che il testo non distingua nettamente tra le politiche sociali e le politiche attive, che riguardano ambiti diversi, e che non affronti il tema, estremamente importante, dell'insufficienza di molti lavori ad affrancare dal pericolo della povertà.

  Niccolò INVIDIA (M5S) preannuncia il voto favorevole del gruppo Movimento 5 Stelle sulla nuova proposta di testo unificato delle risoluzioni, condividendo la richiesta di ridisegnare e aggiornare il sistema di welfare italiano con l'introduzione di uno strumento universale che raggiunga tutte le categorie di lavoratori. Concorda anche sull'accento posto sulla necessità di intervenire concretamente sulla formazione, coinvolgendo tutte le parti in causa, lavoratori, imprese e istituzioni, e ritiene, in particolare, condivisibile la proposta di incentivare i percettori di NASpI, DIS-COLL e Reddito di cittadinanza ad accettare proposte di stage formativi, consentendo di cumulare il trattamento di sostegno del reddito e l'emolumento percepito nell'ambito del percorso formativo.

  Claudio DURIGON (LEGA) preannuncia il voto favorevole del gruppo Lega sull'ulteriore testo unificato delle risoluzioni, anche se ritiene che esso non tocchi tutti i punti critici del sistema di welfare messi in luce dalla crisi attuale. Infatti, sarebbe opportuno un intervento tempestivo del Governo per riformare l'ANPAL e auspica l'impegno della Commissione sul punto, perché solo partendo da questo si potrà porre mano a un'efficace riforma organica delle politiche attive.

  Antonio VISCOMI (PD), a integrazione del suo precedente intervento, sottolinea il ruolo che la Commissione è chiamata a svolgere nel corso del 2021 per stimolare una riforma delle politiche di attivazione che non potrà prescindere da interventi, non solo sugli strumenti, ma anche sui soggetti istituzionali chiamati ad attivarli. I temi in primo piano saranno certamente anche quelli richiamati dai colleghi, dagli enti competenti all'impoverimento dei lavoratori, ai salari minimi, all'equo compenso per i lavoratori autonomi, nella consapevolezza che si tratta di tessere di un mosaico che deve essere composto per fornire al Governo la cornice in cui inquadrare gli interventi.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva il nuovo testo unificato delle risoluzioni n. 7-00495 Serracchiani e 7-00512 Zangrillo, che assume il numero 8-00097 (vedi allegato 2).

  La seduta termina alle 12.45.

SEDE REFERENTE

  Martedì 22 dicembre 2020. — Presidenza della presidente Debora SERRACCHIANI. – Interviene il Sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali, Stanislao Di Piazza.

  La seduta comincia alle 12.45.

Disposizioni in materia di lavoro, occupazione e incremento della produttività.
C. 1818 Murelli e C. 1885 De Maria.
(Seguito esame e rinvio – Nomina di un Comitato ristretto).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto delle proposte di legge, rinviato nella seduta del 21 luglio 2020.

  Debora SERRACCHIANI, presidente, comunica che la Commissione prosegue l'esame in sede referente delle abbinate proposte di legge n. 1818 Murelli e C. 1885 De Maria, recanti disposizioni in materia di lavoro, occupazione e incremento della produttività, rinviato nella seduta dello scorso 21 luglio 2020.
  Avverte che, essendosi concluso il ciclo di audizioni informali, che ha permesso l'acquisizione di importanti elementi di approfondimento, la Commissione, nella seduta odierna, dovrà stabilire le modalità di prosecuzione dell'esame delle proposte di legge, in particolare procedendo all'adozione di una delle due proposte come testo base o nominando un Comitato ristretto per l'elaborazione di una proposta di testo unificato.
  Invita, pertanto, i relatori, onorevoli Murelli e Viscomi, a formulare la loro proposta al riguardo.

  Elena MURELLI (LEGA), relatrice, anche a nome del collega relatore, onorevole Viscomi, propone la nomina di un Comitato ristretto, che permetta, da un lato, di utilizzare gli spunti forniti dalle numerose audizioni informali svolte dalla Commissione e, dall'altro, di verificare l'impatto delle modifiche normative introdotte nell'ordinamento da quando sono state presentate le due proposte di legge e di cui il testo dovrà tenere conto.

  Debora SERRACCHIANI, presidente, propone di nominare, secondo quanto prospettato dai relatori, un Comitato ristretto per il seguito dell'istruttoria legislativa sulle proposte di legge in esame.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di nominare un Comitato ristretto, riservandosi la presidenza di indicarne i componenti sulla base della designazione dei gruppi.

  Debora SERRACCHIANI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.50.

INTERROGAZIONI

  Martedì 22 dicembre 2020. — Presidenza della presidente Debora SERRACCHIANI. – Interviene il Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Stanislao Di Piazza.

  La seduta comincia alle 12.50.

5-04559 Legnaioli: Risultati conseguiti dai navigator nell'ambito delle politiche attive del lavoro.

  Il sottosegretario Stanislao DI PIAZZA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Elena MURELLI (LEGA), in qualità di cofirmataria dell'atto di sindacato ispettivo, ringrazia il sottosegretario per la risposta, che fornisce una grande quantità di dati, molti dei quali, peraltro, già noti. Tuttavia, essa sorvola sulle numerose criticità che persistono e che devono essere affrontate per dare un futuro, anche contrattuale, ai navigator, in considerazione dell'importante ruolo che sono chiamati a svolgere. Quanto al più generale tema della disciplina del Reddito di cittadinanza, sottolinea la necessità di intervenire per rendere più cogente l'obbligo di accettare le offerte di lavoro per i percettori del trattamento, onde evitare di erogare il sussidio a chi, contravvenendo allo spirito della norma, rifiuta fino a tre volte l'offerta di lavoro, non ritenendola congrua.

5-04753 Pezzopane: Situazione occupazionale dei lavoratori già impiegati presso il call center Customer2Care dell'Aquila.

  Il sottosegretario Stanislao DI PIAZZA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Stefania PEZZOPANE (PD), intervenendo da remoto, ringrazia il sottosegretario e si dichiara soddisfatta della risposta, dalla quale apprende importanti novità, ovvero l'esito del tavolo di confronto regionale, da lei sollecitato al momento della presentazione della sua interrogazione, e, soprattutto, la previsione di un tavolo di confronto nazionale, che permetta anche di affrontare il più generale tema della crisi del settore dei call center. Avendo appreso che la società Wind si appresta a scegliere il soggetto a cui affidare la commessa, auspica l'applicazione completa delle clausole sociali e la garanzia della continuità lavorativa, per il definitivo superamento della precarietà che ha fino ad oggi gravato sui lavoratori e sulle loro famiglie.

5-04796 Rizzetto: Mancato riconoscimento dell'incentivo detto «Io Lavoro» ai datori di lavoro che ne hanno diritto.

  Il sottosegretario Stanislao DI PIAZZA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Walter RIZZETTO (FDI), intervenendo da remoto, ringrazia il sottosegretario, ma si dichiara assolutamente insoddisfatto, in quanto la risposta conferma l'esistenza delle criticità da lui segnalate. Infatti, la pubblicazione solo a ottobre e novembre di quest'anno della circolare e del messaggio dell'INPS, necessari per rendere operativo l'incentivo, dimostra il fallimento dell'organizzazione, che ha reso inutilizzabile lo strumento introdotto dal legislatore. Gli ulteriori errori compiuti dall'ANPAL e l'incompatibilità dei sistemi operativi dei due Istituti hanno contribuito a ritardare l'utilizzo di una misura che sarebbe stata preziosa nell'attuale crisi e hanno ancora una volta dimostrato la necessità che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali eserciti appieno la sua funzione di vigilanza nei confronti di INPS e ANPAL, per evitare che, ancora una volta, chi sbaglia non paghi.

  Debora SERRACCHIANI (PD), presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.15.

XI Commissione - martedì 22 dicembre 2020

ALLEGATO 1

7-00495 Serracchiani e 7-00512 Zangrillo: Sistemi di protezione sociale per i lavoratori.

PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO DELLE RISOLUZIONI

   La XI Commissione,

   premesso che:

    la grave crisi economica e occupazionale che si è abbattuta sull'Italia, in conseguenza della pandemia da COVID-19, e la conseguente e indispensabile interruzione di gran parte delle attività produttive, ha evidenziato ataviche fragilità sociali, nuove forme di diseguaglianza e profonde carenze del sistema italiano di welfare;

    come noto, il documento di economia e finanza 2020 (DEF) prevede una contrazione del prodotto interno lordo pari a –8 per cento per il 2020 (nella Nota di aggiornamento del DEF di settembre 2019 era prevista una crescita del 0,6 per cento) e un rimbalzo del +4,7 per cento nel 2021. Dati sostanzialmente confermati anche dall'ISTAT, nelle sue previsioni sulle prospettive dell'economia italiana nel 2020-2021, evidenziando come la caduta del Pil sarà determinata prevalentemente dalla domanda interna al netto delle scorte (-7,2 punti percentuali) condizionata dalla caduta dei consumi delle famiglie e delle Isp (-8,7 per cento) e dal crollo degli investimenti (-12,5 per cento), a fronte di una crescita dell'1,6 per cento della spesa delle amministrazioni pubbliche, cui dovrà aggiungersi la flessione della domanda estera netta e delle scorte;

    sul piano occupazionale, le previsioni tendenziali considerano per l'anno in corso una contrazione dell'occupazione rilevata dalla contabilità nazionale e delle forze lavoro nettamente più contenuta di quella dell'economia reale e di poco superiore al 2 per cento, grazie al ricorso agli ammortizzatori della cassa integrazione straordinaria (CIGS) e soprattutto di quella in deroga, eccezionalmente estesa nel loro ambito di applicazione dai provvedimenti adottati dal Governo. Maggiore invece sarà la contrazione attesa per l'occupazione espressa in unità di lavoro equivalente (Ula) e per le ore lavorate, che non tengono conto degli ammortizzatori sociali, per le quali si prevede una riduzione, rispettivamente, del 6,5 e del 6,3 per cento. Il tasso di disoccupazione peggiorerà nel 2020 all'11,6 per cento, per recuperare parzialmente all'11,0 per cento nel 2021;

    per far fronte ai gravi effetti sull'occupazione e sui redditi dei lavoratori interessati dal blocco delle attività economiche e dal crollo della domanda, il Governo ha dovuto mettere in campo una serie di misure emergenziali, impegnando ingenti risorse finanziarie pari a oltre 17 miliardi di euro con il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, che si sommano ai quasi 8 miliardi di euro impegnati con il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18;

    nonostante queste ingenti risorse, l'impatto sui lavoratori è comunque pesante. Basti pensare che, per i lavoratori dipendenti – ovvero quelli che attualmente godono di un sistema di tutele più ampio ed articolato – è stato calcolato che il solo ricorso alla cassa integrazione per i mesi di aprile ha registrato un incremento dell'800 per cento, corrispondenti alla assenza completa di attività produttiva per oltre un milione e 100 mila lavoratori e una perdita di reddito e di potere d'acquisto di 2 miliardi di euro;

    ancora oggi, una vasta platea di lavoratori, soprattutto nell'ambito del lavoro autonomo e professionale, risulta del tutto priva di misure ordinarie e strutturali di sostegno del reddito in caso di perdita o riduzione del lavoro, anche a motivo della tradizionale correlazione genetica tra accesso agli istituti di tutela e tipologia contrattuale di riferimento, che invece dimostra, oggi, limiti significativi e produce evidenti effetti distorsivi nel sistema generale delle tutele;

    è di tutta evidenza che, al di là delle misure di carattere emergenziale adottate e che si potranno ulteriormente definire, anche grazie all'intervento e alle risorse approntate dall'Unione europea con il Piano Sure – quale sostegno per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza con uno specifico stanziamento di 100 miliardi di euro – è necessario avviare un'ampia operazione di revisione dell'attuale quadro normativo per arrivare alla definizione di un sistema di ammortizzatori sociali davvero universale, che ricomprenda tutte le tipologie di lavoratori e che sia basato sul principio della compartecipazione delle imprese e dei lavoratori al finanziamento;

    un significativo passo in avanti nella direzione dell'ampliamento delle categorie di lavoratori tutelati dai rischi di disoccupazione o di riduzione dell'attività lavorativa in costanza di rapporto di lavoro è stato realizzato con la riforma 10 dicembre 2014, n. 183, e, in particolare, con i corrispondenti decreti delegati 4 marzo 2015, n. 22 e 14 settembre 2015, n. 148;

    gli effetti della pandemia da Covid-19 hanno tuttavia palesato e reso evidenti alcune carenze di tutela nei riguardi delle partite IVA iscritte alle gestioni autonome o alla gestione separata;

    oltre a garantire un sostegno reddituale alle persone che perdono il posto di lavoro, ulteriore sfida strategica per il rilancio del sistema Paese sarà quella di attuare ogni strumento utile a garantire al maggior numero possibile di disoccupati di rientrare nel processo produttivo, garantendo percorsi formativi che consentano concretamente di acquisire nuove competenze anche di natura specialistica, rafforzando ed efficientando le azioni di politica attiva;

    anche al fine di una revisione ed integrazione del quadro normativo, sarebbe auspicabile un'attenta verifica degli effetti prodottisi successivamente all'entrata in vigore dei citati decreti legislativi, così come previsto dall'articolo 1, comma 13, della richiamata legge n. 183 del 2014;

    per quanto concerne il mondo delle professioni, un ruolo fondamentale potrà essere svolto dalle casse di previdenza private, di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, per la definizione di misure di sostegno del reddito dei liberi professionisti iscritti, nonché per l'erogazione di prestazioni socio-assistenziali e di welfare ulteriori rispetto a quelle già praticate,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative per realizzare un sistema di protezione sociale che progressivamente, ma entro tempi certi e ravvicinati, assicuri a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori titolari di contratti di lavoro subordinato e di lavoro autonomo o professionale, pure se occasionali, intercorrenti con datori di lavoro o committenti privati e pubblici, nonché alle lavoratrici e lavoratori che effettuino prestazioni di lavoro in ragione di contratti di tipo associativo, e ai titolari di partite IVA iscritti alle gestioni separate o alla gestione autonoma, in caso di disoccupazione involontaria, anche per periodi dell'anno, e di contrazione dell'attività produttiva, trattamenti economici e tutele previdenziali tali da assicurare loro un'esistenza libera e dignitosa, superando l'attuale situazione di frammentazione e disparità di tutela tra lavoratori;

   ad adottare iniziative per rivedere, in particolare, la disciplina in materia di protezione del reddito dei disoccupati, rafforzando NASpI e DIS-COLL e superando la frammentazione e le discriminazioni, per arrivare ad un unico strumento di disoccupazione, allungandone i periodi di fruizione ed escludendo ogni forma di décalage, in modo che la garanzia del reddito sia costante per tutta la durata dell'indennità, soprattutto per i lavoratori ultra-cinquantenni, e favorendo l'accesso all'indennità con requisiti ridotti per i lavoratori giovani;

   a valutare l'opportunità di riformare la disciplina in materia di compatibilità degli strumenti di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro con lo svolgimento di altra attività lavorativa anche per incentivare i percettori di cassa integrazione o di altre forme d'integrazione salariale ad acquisire nuove competenze;

   ad adottare ogni iniziativa utile al fine di prevedere concreti e adeguati percorsi di formazione professionale per i percettori di NASpI e DIS-COLL, anche con il coinvolgimento di organizzazioni datoriali, imprese e istituti universitari;

   a valutare l'opportunità di incentivare, d'intesa con le organizzazioni datoriali e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, i beneficiari di NASpI, DIS-COLL e reddito di cittadinanza ad accettare proposte di stage formativi formulate dalle aziende e presentate per il tramite dei centri per l'impiego, consentendo la possibilità di cumulo tra il beneficio erogato e l'emolumento percepito nell'ambito dello stage formativo;

   a porre in essere ogni iniziativa utile al fine di garantire l'efficienza e l'efficacia dell'azione di ANPAL;

   ad investire, anche sostenendo l'azione dei fondi interprofessionali, sulla formazione continua delle persone in cassa integrazione per l'aggiornamento delle competenze, in particolare sul digitale e sulla green economy, finalizzata a favorire la riorganizzazione dei processi produttivi e una coerente riqualificazione delle competenze professionali nonché la valorizzazione dell'occupabilità delle persone;

   ad adottare iniziative per definire strumenti di indennizzo e ristoro che riguardino tutte le categorie di lavoratori autonomi, ispirati a un criterio di maggiore incisività della tutela per soggetti con redditi bassi e con comprovato calo di attività, valutato su base temporale compatibile con le specifiche professionalità, e che siano operativi anche per i periodi di osservanza dei protocolli sanitari, incluso l'isolamento fiduciario obbligatorio, al fine di incentivare il rispetto dei medesimi protocolli in un'ottica di prevenzione del contagio da Covid-19;

   ad adottare iniziative normative affinché anche gli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria possano prevedere, per le diverse gestioni obbligatorie da loro amministrate, ulteriori forme di assistenza ai propri iscritti, da equiparare ai fini fiscali e contributivi a quelle corrispondenti del sistema pubblico.

ALLEGATO 2

7-00495 Serracchiani e 7-00512 Zangrillo: Sistemi di protezione sociale per i lavoratori.

NUOVO TESTO UNIFICATO DELLE RISOLUZIONI APPROVATO DALLA COMMISSIONE

   La XI Commissione,

   premesso che:

    la grave crisi economica ed occupazionale che si è abbattuta sull'Italia, in conseguenza della pandemia da COVID-19 e la conseguente e indispensabile interruzione di gran parte delle attività produttive, ha evidenziato ataviche fragilità sociali, nuove forme di diseguaglianza e profonde carenze del sistema italiano di welfare;

    come noto, il documento di economia e finanza 2020 (DEF) prevede una contrazione del prodotto interno lordo pari a –8 per cento per il 2020 (nella Nota di aggiornamento del DEF di settembre 2019 era prevista una crescita del 0,6 per cento) e un rimbalzo del +4,7 per cento nel 2021. Dati sostanzialmente confermati anche dall'ISTAT, nelle sue previsioni sulle prospettive dell'economia italiana nel 2020-2021, evidenziando come la caduta del PIL sarà determinata prevalentemente dalla domanda interna al netto delle scorte (-7,2 punti percentuali) condizionata dalla caduta dei consumi delle famiglie e delle Isp (-8,7 per cento) e dal crollo degli investimenti (-12,5 per cento), a fronte di una crescita dell'1,6 per cento della spesa delle amministrazioni pubbliche, cui dovrà aggiungersi la flessione della domanda estera netta e delle scorte;

    sul piano occupazionale, le previsioni tendenziali considerano per l'anno in corso una contrazione dell'occupazione rilevata dalla contabilità nazionale e delle forze lavoro nettamente più contenuta di quella dell'economia reale e di poco superiore al 2 per cento, grazie al ricorso agli ammortizzatori della cassa integrazione straordinaria (CIGS) e soprattutto di quella in deroga, eccezionalmente estesa nel loro ambito di applicazione dai provvedimenti adottati dal Governo. Maggiore invece sarà la contrazione attesa per l'occupazione espressa in unità di lavoro equivalente (Ula) e per le ore lavorate, che non tengono conto degli ammortizzatori sociali, per le quali si prevede una riduzione, rispettivamente, del 6,5 e del 6,3 per cento. Il tasso di disoccupazione peggiorerà nel 2020 all'11,6 per cento, per recuperare parzialmente all'11,0 per cento nel 2021;

    per far fronte ai gravi effetti sull'occupazione e sui redditi dei lavoratori interessati dal blocco delle attività economiche e dal crollo della domanda, il Governo ha dovuto mettere in campo una serie di misure emergenziali, impegnando ingenti risorse finanziarie pari a oltre 17 miliardi di euro con il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, che si sommano ai quasi 8 miliardi di euro impegnati con il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18;

    nonostante queste ingenti risorse, l'impatto sui lavoratori è comunque pesante. Basti pensare che, per i lavoratori dipendenti – ovvero quelli che attualmente godono di un sistema di tutele più ampio ed articolato – è stato calcolato che il solo ricorso alla cassa integrazione per i mesi di aprile ha registrato un incremento dell'800 per cento, corrispondenti alla assenza completa di attività produttiva per oltre un milione e 100 mila lavoratori e una perdita di reddito e di potere d'acquisto di 2 miliardi di euro;

    ancora oggi, una vasta platea di lavoratori, soprattutto nell'ambito del lavoro autonomo e professionale, risulta del tutto priva di misure ordinarie e strutturali di sostegno del reddito in caso di perdita o riduzione del lavoro, anche a motivo della tradizionale correlazione genetica tra accesso agli istituti di tutela e tipologia contrattuale di riferimento, che invece dimostra, oggi, limiti significativi e produce evidenti effetti distorsivi nel sistema generale delle tutele;

    è di tutta evidenza che, al di là delle misure di carattere emergenziale adottate e che si potranno ulteriormente definire, anche grazie all'intervento e alle risorse approntate dall'Unione europea con il Piano SURE – quale sostegno per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza con uno specifico stanziamento di 100 miliardi di euro – è necessario avviare un'ampia operazione di revisione dell'attuale quadro normativo per arrivare alla definizione di un sistema di ammortizzatori sociali davvero universale, che ricomprenda tutte le tipologie di lavoratori e che sia basato sul principio della compartecipazione delle imprese e dei lavoratori al finanziamento;

    un significativo passo in avanti nella direzione dell'ampliamento delle categorie di lavoratori tutelati dai rischi di disoccupazione o di riduzione dell'attività lavorativa in costanza di rapporto di lavoro è stato realizzato con la riforma 10 dicembre 2014, n. 183, e, in particolare, con i corrispondenti decreti delegati 4 marzo 2015, n. 22 e 14 settembre 2015, n. 148;

    gli effetti della pandemia da Covid-19 hanno tuttavia palesato e reso evidenti alcune carenze di tutela nei riguardi delle partite IVA iscritte alle gestioni autonome o alla gestione separata;

    oltre a garantire un sostegno reddituale alle persone che perdono il posto di lavoro, ulteriore sfida strategica per il rilancio del sistema Paese sarà quella di attuare ogni strumento utile a garantire al maggior numero possibile di disoccupati di rientrare nel processo produttivo, garantendo percorsi formativi che consentano concretamente di acquisire nuove competenze anche di natura specialistica, rafforzando ed efficientando le azioni di politica attiva;

    anche al fine di una revisione e integrazione del quadro normativo, sarebbe auspicabile un'attenta verifica degli effetti prodottisi successivamente all'entrata in vigore dei citati decreti legislativi, così come previsto dall'articolo 1, comma 13, della richiamata legge n. 183 del 2014;

    per quanto concerne il mondo delle professioni, un ruolo fondamentale potrà essere svolto dalle casse di previdenza private, di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, per la definizione di misure di sostegno del reddito dei liberi professionisti iscritti, nonché per l'erogazione di prestazioni socio-assistenziali e di welfare ulteriori rispetto a quelle già praticate,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative per realizzare un sistema di protezione sociale che progressivamente, ma entro tempi certi e ravvicinati, assicuri a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori titolari di contratti di lavoro subordinato e di lavoro autonomo o professionale, pure se occasionali, intercorrenti con datori di lavoro o committenti privati e pubblici, nonché alle lavoratrici e ai lavoratori che effettuino prestazioni di lavoro in ragione di contratti di tipo associativo e ai titolari di partite IVA iscritti alle gestioni separate o alla gestione autonoma, in caso di disoccupazione involontaria, anche per periodi dell'anno, e di contrazione dell'attività produttiva, trattamenti economici e tutele previdenziali tali da assicurare loro un'esistenza libera e dignitosa, superando l'attuale situazione di frammentazione e disparità di tutela tra lavoratori. In tale prospettiva, l'istituzione dell'ISCRO, introdotta durante l'esame della legge di bilancio, rappresenta un primo importante passo nella direzione di un ridisegno organico;

   ad adottare iniziative per rivedere, in particolare, la disciplina in materia di protezione del reddito dei disoccupati, rafforzando NASpI e DIS-COLL e superando la frammentazione e le discriminazioni, per arrivare a un unico strumento di disoccupazione, allungandone i periodi di fruizione ed escludendo ogni forma di décalage, in modo che la garanzia del reddito sia costante per tutta la durata dell'indennità, soprattutto per i lavoratori ultracinquantenni, e favorendo l'accesso all'indennità con requisiti ridotti per i lavoratori giovani;

   a valutare l'opportunità di riformare la disciplina in materia di compatibilità degli strumenti di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro con lo svolgimento di altra attività lavorativa, anche per incentivare i percettori di cassa integrazione o di altre forme d'integrazione salariale ad acquisire nuove competenze;

   ad adottare ogni iniziativa utile al fine di prevedere concreti e adeguati percorsi di formazione professionale per i percettori di NASpI e DIS-COLL, anche con il coinvolgimento di organizzazioni datoriali, imprese e istituti universitari;

   a valutare l'opportunità di incentivare, d'intesa con le organizzazioni datoriali e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, i beneficiari di NASpI, DIS-COLL e reddito di cittadinanza ad accettare proposte di stage formativi formulate dalle aziende e presentate per il tramite dei centri per l'impiego, consentendo la possibilità di cumulo tra il beneficio erogato e l'emolumento percepito nell'ambito dello stage formativo;

   a porre in essere ogni iniziativa utile al fine di garantire l'efficienza e l'efficacia dell'azione di ANPAL;

   a investire, anche sostenendo l'azione dei fondi interprofessionali, sulla formazione continua delle persone in cassa integrazione per l'aggiornamento delle competenze, in particolare sul digitale e sulla green economy, finalizzata a favorire la riorganizzazione dei processi produttivi e una coerente riqualificazione delle competenze professionali nonché la valorizzazione dell'occupabilità delle persone;

   ad adottare iniziative per definire strumenti di indennizzo e ristoro che riguardino tutte le categorie di lavoratori autonomi, ispirati a un criterio di maggiore incisività della tutela per soggetti con redditi bassi e con comprovato calo di attività, valutato su base temporale compatibile con le specifiche professionalità, e che siano operativi anche per i periodi di osservanza dei protocolli sanitari, incluso l'isolamento fiduciario obbligatorio, al fine di incentivare il rispetto dei medesimi protocolli in un'ottica di prevenzione del contagio da Covid-19;

   ad adottare iniziative normative affinché anche gli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria possano prevedere, per le diverse gestioni obbligatorie da loro amministrate, ulteriori forme di assistenza ai propri iscritti, da equiparare ai fini fiscali e contributivi a quelle corrispondenti del sistema pubblico.
(8-00097) «
Serracchiani, Zangrillo, Viscomi, Gribaudo, Lepri, Mura, Carla Cantone, Polverini, Cannatelli, Musella».

ALLEGATO 3

5-04559 Legnaioli: Risultati conseguiti dai navigator nell'ambito delle politiche attive del lavoro.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare si chiede al Governo di fornire un bilancio circa l'utilizzo dei navigator ad un anno di distanza dalla loro istituzione.
  Al riguardo, nel sottolineare l'importanza dell'attività svolta dai navigator a supporto dei Centri Per l'Impiego (CPI) nei diversi contesti regionali, voglio rappresentare che nel periodo compreso tra il 1° settembre 2019 e il 31 ottobre 2020, i navigator hanno partecipato, con azioni dirette o in assistenza tecnica, alla realizzazione delle seguenti attività:

   convocazione presso i CpI di 731.159 beneficiari di RdC;

   accoglienza al 1° appuntamento di 530.580 beneficiari convocati;

   sottoscrizione di 337.163 Patti per il Lavoro;

   verifica delle condizioni di esonero, riscontrate in 74.901 beneficiari;

   verifica di 17.935 beneficiari che sono stati rinviati ai Comuni per il Patto per l'inclusione.

  I navigator (2.756 al mese di ottobre 2020) hanno svolto attività mirate all'inserimento nel mercato del lavoro dei Beneficiari del Reddito di Cittadinanza. Anche durante i mesi di lockdown hanno continuato a supportare, da remoto, le attività di convocazione, accoglienza e presa in carico dei soggetti trattati tenuti alla sottoscrizione del Patto per il Lavoro.
  In tale contesto il contributo specifico apportato dall'attività dei navigator è stato il seguente: dal 1° settembre 2019 al 31 ottobre 2020 i navigator:

   hanno partecipato alle convocazioni e ai colloqui per 882.296 beneficiari di RdC;

   nelle Regioni che autorizzano i navigator ad operare direttamente, hanno seguito 179.746 Piani personalizzati di accompagnamento al lavoro correlati ai Patti per il lavoro, ne hanno monitorati 108.748 e svolto attività costante di verifica dell'attuazione delle azioni previste dai Piani;

   hanno complessivamente reso disponibili ai beneficiari di RdC presi in carico, 315.564 vacancies e/o opportunità formative/orientative.

  Dal 28 settembre 2020 i navigator sono stati impegnati in un'attività di mappatura delle opportunità occupazionali presso le imprese, con i seguenti risultati:

   da quella data fino all'8 dicembre 2020, 10.622 aziende, tra quelle contattate dai Navigator, hanno manifestato l'intenzione di assumere, per un totale di 31.952 posizioni di lavoro dichiarate;

   il 32,3 per cento delle posizioni di lavoro rilevate sono definibili come vacancies, in quanto si tratta di posizioni disponibili da subito o comunque entro i 3 mesi successivi alla rilevazione;

   riguardo ai contratti offerti nell'ambito delle opportunità occupazionali rilevate, quasi uno su 10 sono a tempo indeterminato (9,7 per cento) e il 5,5 per cento contratti di apprendistato; il 70 per cento a tempo determinato.

  Ad ogni modo, il dato attuale di circa 1,2 milioni di nuclei familiari che al 30 novembre risultano percettori del Reddito o della Pensione di cittadinanza, corrispondenti a circa 2,8 milioni di persone, testimonia la capacità della misura di raggiungere i soggetti più bisognosi.
  Il Governo respinge ogni tipo di strumentalizzazione o attacco contro il Reddito di Cittadinanza. Si tratta, infatti, di una misura che ha permesso a oltre 3 milioni di persone di uscire da una condizione di povertà e di esclusione sociale, e di recuperare la propria dignità. Con il Reddito di cittadinanza stiamo aiutando 1,3 milioni di nuclei e centinaia di migliaia di minori e anziani che altrimenti sarebbero abbandonati.
  Parliamo di una misura che ha contribuito e sta contribuendo a garantire alle famiglie più in difficoltà un riparo sicuro dalla crisi economica causata dal Covid-19.
  Pertanto, concludo ribadendo l'importanza dell'attività dei navigator e contestualmente della misura del reddito di cittadinanza che deve essere completato e rafforzato. Occorre ultimare la struttura di reinclusione lavorativa e sociale dei beneficiari. È importante lavorare sul rafforzamento del sistema dei servizi territoriali affinché il disegno del Rdc raggiunga pienamente gli obiettivi fissati anche in vista delle sfide che attendono l'Italia nel post-pandemia.
  In questo senso, strategico sarà il ruolo del piano nazionale straordinario di politiche attive del lavoro e formazione che stiamo definendo insieme alle Regioni e attraverso il confronto con le parti sociali, e che coinvolgerà tutti i lavoratori e i disoccupati, con una particolare attenzione a giovani e donne.

ALLEGATO 4

5-04753 Pezzopane: Situazione occupazionale dei lavoratori già impiegati presso il call center Customer2Care dell'Aquila.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante richiama l'attenzione sulla situazione occupazionale dei lavoratori già impiegati presso il call center Customer2Care dell'Aquila dopo la revoca del contratto di subappalto della commessa WindTre.
  Al riguardo, la Regione Abruzzo, espressamente interpellata ha reso noto che lo scorso 23 novembre, su formale convocazione dell'Assessore al lavoro, si è tenuto un incontro, in modalità videoconferenza, al quale hanno partecipato i rappresentanti nazionali e regionali delle Organizzazioni Sindacali, il Prefetto dell'Aquila, i Consiglieri regionali, dell'Amministrazione comunale e i Parlamentari dell'Aquila, la RSU e i rappresentanti di Windtre e CCSUD (committente di Windtre).
  Le Organizzazioni sindacali hanno rappresentato la ormai insostenibile situazione occupazionale dei lavoratori della ex commessa Wind occupati presso il sito dell'Aquila. Tutti i 170 lavoratori dipendenti dalla Customer2Care che operava in subappalto da CCSUD ad eccezione di 10 di loro, sono stati licenziati a partire dal mese di marzo 2020. La Regione Abruzzo ha fatto presente che esistono ipotesi di accordo tra le OO.SS. e la parte datoriale, per la riassunzione dei lavoratori.
  Le OO.SS. hanno chiesto altresì un intervento diretto di WindTre sull'appaltatrice attesa la crescente insostenibilità della situazione dei lavoratori interessati e delle loro famiglie, aggravata altresì dalla pandemia in corso.
  Nel corso dell'incontro è emersa la disponibilità della Società CCSUD, committente di Windtre, a sottoscrivere un accordo con le OO.SS., per la riassunzione dei lavoratori licenziati. La Società si è altresì dichiarata disponibile ad aumentare le ore di lavoro in conseguenza di un aumento delle attività.
  Durante l'incontro è stato evidenziato come sia importante dare continuità alle attività produttive e lavorative soprattutto nella zona dell'Aquila, attesa la aggiuntiva crisi dovuta alla pandemia che ha ulteriormente aggravato la situazione occupazionale di un territorio già profondamente colpito dagli eventi sismici.
  La Regione Abruzzo, chiedendo a Windtre un impegno immediato per la risoluzione della vertenza, si è resa disponibile a porre in essere ogni intervento utile al fine di ricercare una soluzione condivisa tra le Parti anche attraverso l'istituzione di un tavolo permanente presso la Regione riguardo alle problematiche del settore dei call center.
  In data 1o dicembre 2020, si è svolta una ulteriore riunione, convocata dalla Regione Abruzzo, durante la quale le Parti hanno ribadito le loro posizioni. Nel frattempo, sono state presentate n. 2 manifestazioni di interesse, da parte di imprese aquilane, interessate a rilevare la commessa Windtre.
  Nel corso della riunione, la Regione Abruzzo, nel confermare l'impegno a mantenere aperto il tavolo istituzionale e ad intervenire, senza indugio, nel porre in essere ogni intervento utile e disponibile in favore dei lavoratori interessati, ha provveduto a riconvocare un incontro che si è svolto proprio ieri al fine di raggiungere un accordo che possa salvaguardare i posti di lavoro in essere. Da notizie rese informalmente, la Regione ha comunicato il fattivo e positivo incedere della interlocuzione.
  Segnalo, altresì, che il Ministero dello sviluppo economico ha ricevuto richiesta da parte delle organizzazioni sindacali per l'attivazione di un tavolo di crisi nazionale. Tale comunicazione è stata portata all'attenzione
della Segreteria del Sottosegretario ing. Alessandra Todde, delegata al coordinamento della gestione delle crisi aziendali.
  Ciò premesso, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali pur non avendo – al momento – ricevuto alcuna comunicazione né richiesta di intervento, prendendo atto della situazione segnalata dall'onorevole interrogante, seguirà con attenzione la vicenda in favore della salvaguardia occupazionale dei lavoratori, garantendo, ove possibile, l'impegno massimo del Governo e del Ministero che rappresento in modo particolare per il riconoscimento di tutti gli strumenti di sostegno al reddito in favore dei lavoratori e delle loro famiglie.
  Da ultimo, voglio segnalare che nella Legge di Bilancio per il 2021 il Governo ha inserito una norma che rifinanzia anche per l'anno 2021 le misure di sostegno del reddito per i lavoratori dipendenti delle imprese del settore dei call center previste dall'articolo 44, comma 7, del decreto legislativo n. 148 del 2015, nel limite di spesa di 20 milioni di euro. Si tratta di misure di sostegno del reddito per i lavoratori dipendenti delle imprese del settore dei call center consistenti in un'indennità, riconosciuta in favore dei lavoratori, appartenenti alle aziende del settore dei call center, non rientranti nel campo di applicazione del trattamento straordinario di integrazione salariale con un organico superiore alle 50 unità nel semestre precedente alla presentazione della domanda, con unità produttive site in diverse regioni o province autonome. Tale indennità, pari al trattamento massimo di integrazione salariale straordinaria, può essere richiesta quando la sospensione o la riduzione dell'attività lavorativa sia determinata da una crisi aziendale ed il relativo programma contenga un piano di risanamento volto a fronteggiare gli squilibri creatisi.

ALLEGATO 5

5-04796 Rizzetto: Mancato riconoscimento dell'incentivo detto «Io Lavoro» ai datori di lavoro che ne hanno diritto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto parlamentare concernente l'incentivo «Io lavoro».
  Al riguardo, voglio da subito sottolineare che con la circolare Inps n. 124 del 26 ottobre 2020, l'incentivo «Io lavoro» è stato reso operativo. Con il messaggio dell'Inps del 10 novembre 2020, sono state fornite ulteriori indicazioni operative.
  Con riferimento alla citata incompatibilità tra i sistemi informativi ANPAL-INPS, si rammenta che detti sistemi hanno un rapporto di cooperazione e interscambio pluriennale su molteplici ambiti, non ultimi i diversi incentivi che hanno preceduto l'incentivo Io Lavoro.
  Riguardo a quest'ultimo, ANPAL e INPS hanno sviluppato e messo in campo un servizio ad hoc per la gestione delle istanze presentate dalle aziende. Tale servizio risulta funzionante e coerente con le logiche previste dal Decreto Direttoriale dell'ANPAL dell'11 febbraio 2020.
  I problemi iniziali, dunque, sono stati dovuti ad adeguamenti procedurali, effettuati i quali, è stato possibile riprendere la corretta gestione delle domande.
  Pertanto, voglio rassicurare l'Onorevole interrogante sottolineando che la collaborazione tra ANPAL e INPS procede costruttivamente per consentire la massima tempestività ed efficacia nelle risposte all'utenza. Il processo di acquisizione e valutazione delle istanze è quindi in corso. Così come sono in corso tutti i necessari approfondimenti in relazione alle istanze rigettate.
  Da ultimo, segnalo che, alla data del 15 dicembre 2020, risultano presentate 109.000 istanze di cui accolte 31.125.