III Commissione
Affari esteri e comunitari
Affari esteri e comunitari (III)
Commissione III (Affari esteri)
Comm. III
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:
Sulla liberazione dei pescatori di Mazara del Vallo detenuti in Libia ... 71
5-05186 Valentini: Sulla dotazione ai consoli onorari dei dispositivi elettronici, meglio conosciuti come «valigette elettroniche» ... 72
ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 78
5-05189 Zoffili: Sulle eventuali infiltrazioni del Partito Comunista Cinese nella rete diplomatico-consolare italiana in Cina ... 72
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 78
5-05187 Lupi: Sulle misure da adottare in merito alle violazioni dei diritti umani in Bielorussia ... 73
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 79
5-05010 Fitzgerald Nissoli: Sulle misure di sostegno ai connazionali in condizioni di indigenza residenti nel Nord e Centro America ... 73
ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 81
7-00588 Ehm: Sulla revoca e sulla sospensione delle licenze all'esportazione di armamenti destinati a Paesi coinvolti nel conflitto in Yemen.
7-00589 Quartapelle Procopio: Sulla sospensione delle licenze per l'esportazione di armamenti destinati a Paesi coinvolti nel conflitto in Yemen (Discussione congiunta e rinvio) ... 74
ALLEGATO 5 (Proposta di testo unificato presentato dalle deputate Ehm e Quartapelle Procopio) ... 83
7-00544 Fitzgerald Nissoli: Sulla fissazione di una data per il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero (Comites) e del Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE) e della risoluzione (Discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 7-00544) ... 76
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Giovedì 17 dicembre 2020. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni.
La seduta comincia alle 13.05.
Sulla liberazione dei pescatori di Mazara del Vallo detenuti in Libia.
Piero FASSINO, presidente, a nome della Commissione esprime profonda soddisfazione per la liberazione, avvenuta questa mattina, dei diciotto pescatori appartenenti alla marineria di Mazara del Vallo che da oltre cento giorni versavano in condizione di ingiusta detenzione a Bengasi, in Libia.
Nel segnalare che il Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, e il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, si sono subito recati in Libia al fine di riportare i pescatori in Italia e restituirli alle rispettive famiglie, avverte che su tale tema, in vista della seduta odierna, il gruppo del Partito Democratico aveva presentato l'interrogazione a risposta immediata n. 5-05188, a prima firma Quartapelle Procopio e che, in vista della presente seduta, alla luce della positiva notizia, lo stesso Gruppo ha provveduto al ritiro dell'atto, informandone la Presidenza.
La Commissione si associa alle espressioni del Presidente Fassino di compiacimento per la liberazione dei pescatori di Mazara del Vallo e prende atto dell'avvenuto ritiro dell'interrogazione a risposta immediata n. 5-05188, a prima firma Quartapelle Procopio.
Piero FASSINO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv e il canale satellitare della Camera dei deputati.
Avverte, altresì, che l'odierna seduta sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto, in videoconferenza, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre scorso. In proposito, ricorda che è necessario che i deputati partecipanti da remoto risultino visibili alla Presidenza, soprattutto nel momento in cui essi svolgo il proprio intervento, il quale deve ovviamente essere udibile.
5-05186 Valentini: Sulla dotazione ai consoli onorari dei dispositivi elettronici, meglio conosciuti come «valigette elettroniche».
Fucsia FITZGERALD NISSOLI (FI), in qualità di cofirmataria dell'interrogazione in titolo, ne illustra il contenuto.
La Viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Marina SERENI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1)
Fucsia FITZGERALD NISSOLI (FI), cofirmataria dell'interrogazione in titolo, intervenendo da remoto, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo nell'auspicio che gli sforzi messi in atto siano proporzionali all'impegno che l'Esecutivo ha assunto con la sottoscrizione del Patto per l'export, che per la sua concreta attuazione richiede un deciso potenziamento dell'organico del MAECI, con personale sia di ruolo sia a contratto. A suo avviso, la promozione del made in Italy è infatti uno strumento essenziale per valorizzare le comunità di italiani all'estero e per supportare le imprese – in particolare le piccole e medie imprese – che si affacciano sui mercati internazionali.
Esprime, altresì, rammarico, per avere appreso che la Commissione Bilancio ha respinto un emendamento al disegno di legge di bilancio finalizzato proprio a stanziare risorse aggiuntive per il potenziamento della rete diplomatico-consolare.
5-05189 Zoffili: Sulle eventuali infiltrazioni del Partito Comunista Cinese nella rete diplomatico-consolare italiana in Cina.
Eugenio ZOFFILI (LEGA) illustra l'interrogazione in titolo.
La Viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Marina SERENI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Paolo FORMENTINI (LEGA), replicando in qualità di cofirmatario dell'interrogazione in titolo, si dichiara insoddisfatto della risposta del Governo, stigmatizzandone il tono eccessivamente burocratico. Esprime, altresì, riserve sulla effettiva possibilità di garantire un'adeguata protezione dei dati sensibili rispetto alle infiltrazioni del regime cinese, pur a fronte delle misure di precauzione illustrate dalla Viceministra Sereni.
A suo avviso, è necessario che l'Italia e, in generale, tutti i Paesi occidentali, seguano l'esempio indicato dall'Amministrazione Trump, che non ha subordinato la difesa dei valori e dei princìpi guida dell'Occidente agli interessi economici e commerciali, e senza mai rinunciare a censurare, con atti concreti, i soprusi messi in atto dal regime comunista cinese.
Piero FASSINO, presidente, in attesa che sopraggiungano in seduta i colleghi firmatari dell'interrogazione n. 5-05187 sulle misure da adottare in merito alle violazioni dei diritti umani in Bielorussia sospende brevemente la seduta.
La seduta sospesa alle 13.20, è ripresa alle 13.30.
5-05187 Lupi: Sulle misure da adottare in merito alle violazioni dei diritti umani in Bielorussia.
Riccardo MAGI (MISTO-A-+E-RI), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, ne illustra il contenuto.
La Viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Marina SERENI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3)
Riccardo MAGI (MISTO-A-+E-RI), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta illustrata dalla rappresentante del Governo, che denota una piena consapevolezza della complessità della crisi bielorussa. Al riguardo, evidenzia che le sanzioni imposte dall'Unione europea non hanno prodotto gli effetti sperati, dal momento che le misure di repressione e le gravi violazioni dei diritti umani continuano ad essere perpetrate dal regime di Lukashenko. Pur riconoscendo l'importante ruolo svolto dall'Ambasciata italiana a Minsk nella concessione dei visti per i Paesi confinanti, auspica che il Governo esprima una più decisa ed esplicita posizione di condanna delle violenze e degli abusi commessi dalle Autorità bielorusse, dal momento che nella fase iniziale della crisi la postura dell'Esecutivo è stata piuttosto incerta ed opaca.
Piero FASSINO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata previste all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 13.35.
INTERROGAZIONI
Giovedì 17 dicembre 2020. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni.
La seduta comincia alle 13.20.
Piero FASSINO, presidente, avverte che l'odierna seduta sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto, in videoconferenza, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre scorso. In proposito, ricorda che è necessario che i deputati partecipanti da remoto risultino visibili alla Presidenza, soprattutto nel momento in cui svolgono il proprio intervento, il quale deve ovviamente essere udibile.
5-05010 Fitzgerald Nissoli: Sulle misure di sostegno ai connazionali in condizioni di indigenza residenti nel Nord e Centro America.
La Viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Marina SERENI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).
Fucsia FITZGERALD NISSOLI (FI), replicando, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo, assai precisa e dettagliata, al contrario della risposta, molto più generica, fornita a seguito di un quesito relativo a norme analoghe contenute nel decreto-legge «Cura Italia». Al riguardo, segnala la necessità di fornire indicazioni chiare sull'accesso alle misure di sostegno ai nostri connazionali, che continuano a denunciare situazioni di grave disagio, elaborando misure sempre più mirate ed efficaci e predisponendo un'adeguata campagna comunicativa.
Piero FASSINO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 13.30.
RISOLUZIONI
Giovedì 17 dicembre 2020. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni.
La seduta comincia alle 13.40.
7-00588 Ehm: Sulla revoca e sulla sospensione delle licenze all'esportazione di armamenti destinati a Paesi coinvolti nel conflitto in Yemen.
7-00589 Quartapelle Procopio: Sulla sospensione delle licenze per l'esportazione di armamenti destinati a Paesi coinvolti nel conflitto in Yemen.
(Discussione congiunta e rinvio).
La Commissione inizia la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo.
Piero FASSINO, presidente, avverte che le risoluzioni n. 7-00588 a prima firma Ehm e n. 7-00589 a prima firma Quartapelle Procopio, vertendo su materia analoga saranno trattate congiuntamente.
Invita quindi le presentatrici ad illustrare gli atti di indirizzo in titolo.
Yana Chiara EHM (M5S), anche a nome della collega Quartapelle Procopio, presenta una proposta di testo unificato delle risoluzioni in oggetto, che procede ad illustrare (vedi allegato 5).
La Viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Marina SERENI ricorda che il conflitto yemenita e i suoi devastanti effetti sulla popolazione civile sono fonte di estrema preoccupazione per l'Italia e che il Governo non cessa di monitorare attentamente gli sviluppi della situazione.
Evidenzia che, sotto l'aspetto politico e diplomatico, il Governo italiano è impegnato a mantenere alta l'attenzione sulla crisi yemenita, sia nei fora internazionali sia nelle occasioni di confronto con gli attori regionali.
Ribadisce l'impegno affinché le armi tacciano e vi sia un serio coinvolgimento di tutti gli attori interessati per la soluzione del conflitto: l'unica via d'uscita alla guerra in Yemen rimane la diplomazia e in particolare la mediazione dell'ONU.
Ribadisce, quindi, la volontà di partecipare ai fora internazionali di consultazione incentrati sullo Yemen e di sostenere il lavoro del Gruppo di esperti eminenti delle Nazioni Unite sullo Yemen, il cui mandato, rinnovato annualmente dal Consiglio Diritti Umani – da ultimo lo scorso 6 ottobre – include il monitoraggio sulle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, nonché l'esame dei fatti per identificare i responsabili delle violazioni, al fine di favorire, tra l'altro, l'accesso alla giustizia e la riconciliazione.
Rileva che, sotto il profilo umanitario, il Governo mantiene un elevato impegno per alleviare le sofferenze della popolazione yemenita. Al riguardo, segnala che il 2 giugno scorso la Vice Ministra per gli Affari Esteri Del Re ha annunciato, in occasione della Conferenza internazionale dei donatori per lo Yemen, un contributo di oltre 5 milioni di euro per il 2020, di cui 3 milioni destinati all'OMS per finanziarne le attività in Yemen destinate a combattere la malnutrizione nei bambini e 2 milioni al Comitato Internazionale della Croce Rossa per attività a tutela delle persone più vulnerabili nei settori della protezione e dell'accesso ai servizi di base.
Ricorda, altresì, che in ottobre il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ha erogato, attraverso lo UNDP, 250 mila euro alla Peace Support Facility per lo Yemen delle Nazioni Unite. Un milione di euro era stato inoltre destinato allo UNDP nel 2019 per attività a sostegno diretto della mediazione ONU. Nel 2019, il Paese è risultato destinatario nel complesso di 6,1 milioni di euro per interventi di emergenza della nostra cooperazione.
Nel solco di un tradizionale impegno in politica estera nella promozione e tutela del patrimonio culturale, sottolinea che l'Italia guarda con favore alla realizzazione di azioni di sensibilizzazione per salvaguardare il patrimonio culturale yemenita, in particolare, attraverso l'approfondimento della cooperazione multilaterale, specie in ambito UNESCO, attraverso un coinvolgimento e coordinamento con i Paesi like-minded. Preannuncia, quindi, che sono in programma attività di formazione del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico dei Carabinieri offerte al personale yemenita presso la base di Gibuti, da realizzare non appena le condizioni sanitarie e di sicurezza lo consentiranno.
Sul fronte armamenti, osserva che il Governo continua a dare scrupolosa attuazione alla mozione parlamentare n. 1-00204 del giugno 2019, che prevede la sospensione delle esportazioni verso l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti di specifici tipi di armamenti, ovvero «bombe d'aereo e missili, che possano essere utilizzati per colpire la popolazione civile in Yemen, e loro componentistica, sino a quando non vi saranno sviluppi concreti nel processo di pace con lo Yemen».
Alla luce del quadro ancora critico del conflitto in Yemen, conferma l'apprezzamento per lo spirito che anima la proposta di testo unificato delle due risoluzioni in titolo, le quali, in particolare, impegnano il Governo a revocare le licenze già in essere, di bombe d'aereo e missili, sospese con la mozione del giugno 2019. Si tratta di un atto necessario ex legge n. 241 del 1990, alla scadenza dei diciotto mesi dalla decisione di sospensione, non potendo essere ulteriormente prorogata e non essendovi al contempo le condizioni per riattivare le licenze. Ricorda che contro la decisione di revoca l'azienda potrà presentare ricorso. Le risoluzioni, inoltre, opportunamente confermano la sospensione della concessione di nuove licenze, secondo le stesse modalità, sino a quanto non vi saranno sviluppi nel processo di pace yemenita.
Alla luce di queste considerazioni, esprime parere favorevole sulla proposta di testo unificato delle due risoluzioni.
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) sottolinea che, rispetto all'epoca in cui fu approvata la mozione n. 1-00204 nel giugno 2019 lo scenario regionale e quello internazionale sono profondamente mutati: in particolare, da un lato, la crisi umanitaria in Yemen si è ulteriormente deteriorata, dall'altro, l'esito delle elezioni presidenziali americane fa ben sperare che si possa esercitare una pressione più efficace su alcuni dei Paesi coinvolti nel conflitto, nell'ottica di avviare un dialogo finalizzato alla definitiva pacificazione. Peraltro, a suo avviso, l'Italia può e deve giocare un ruolo attivo nel processo negoziale, facendo leva sui suoi rapporti con uno dei principali attori del conflitto, ovvero l'Iran che deve essere coinvolto. In tale direzione l'Italia può ben svolgere un ruolo di facilitatore. Auspica, dunque, che la Commissione possa continuare a monitorare l'evoluzione della crisi, valutando, se del caso, l'approvazione di ulteriori atti di indirizzo.
Laura BOLDRINI (PD), esprimendo soddisfazione per la scelta di convergere su un testo unitario, evidenzia l'importanza del secondo paragrafo della parte dispositiva, finalizzato a valutare la possibilità di estendere la sospensione della concessione di nuove licenze anche ad altre tipologie di armamenti, oltre a bombe d'aereo e missili.
Si tratta di un qualificante impegno, seppur timido a suo avviso, volto a ridurre l'export di armi verso quei Paesi – in primis l'Arabia Saudita – che tanta parte hanno avuto nella ulteriore recrudescenza del conflitto yemenita.
Nell'evidenziare anche la rilevanza del terzo punto della parte dispositiva, sottolinea l'esigenza di scongiurare che componenti prodotti in Italia possano assemblati all'estero ed esportati in Paesi come l'Arabia Saudita, con ciò eludendo lo spirito degli atti di indirizzo.
Yana Chiara EHM (M5S), associandosi all'auspicio della collega Quartapelle Procopio circa l'opportunità di approvare, in prospettiva, altri atti di indirizzo in relazione all'evolvere della crisi, auspica che la Commissione approvi all'unanimità la proposta di risoluzione in esame, confermando il ripudio della guerra come strumento per la risoluzione delle controversie internazionali e il più ampio sostegno alla popolazione civile – soprattutto donne e bambini – che maggiormente ha sofferto per le conseguenze del conflitto.
Eugenio ZOFFILI (LEGA) sottopone alla presidenza l'esigenza di posticipare il voto, evidenziando la necessità di approfondire con maggiore accuratezza i contenuti del nuovo testo di risoluzione testé presentato.
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), ricordando che la Lega approvò a suo tempo la mozione n. 1-00204, insiste affinché la Commissione proceda alla votazione nella seduta odierna.
Laura BOLDRINI (PD) propone una breve sospensione dei lavori.
Piero FASSINO, presidente, pur non ravvedendo motivi ostativi rispetto alla richiesta di rinvio avanzata dal collega Zoffili, sospende brevemente la seduta per consentire al Gruppo Lega di ben ponderare le proprie richieste.
La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 14.10.
Eugenio ZOFFILI (LEGA), in ragione della complessità e delicatezza della materia oggetto della risoluzione, ribadisce la richiesta di posticipare il voto alla settimana prossima.
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) chiede chiarimenti sul calendario dei lavori d'Aula della settimana prossima: qualora, infatti, l'andamento dei lavori non consenta alla Commissione di riunirsi, occorre procedere alla votazione nella seduta odierna, poiché la sospensione della concessione delle licenze per l'esportazione degli armamenti scade a fine anno.
Piero FASSINO, presidente, precisa che, sulla base della programmazione dei lavori dell'Assemblea ad oggi definita, la Commissione potrebbe tornare a riunirsi lunedì mattina.
Eugenio ZOFFILI (LEGA) acconsente a nome del Gruppo alla proposta del Presidente Fassino, auspicando una calendarizzazione il più possibile compatibile con le esigenze logistiche dei deputati che non risiedono a Roma.
Piero FASSINO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.
7-00544 Fitzgerald Nissoli: Sulla fissazione di una data per il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero (Comites) e del Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE) e della risoluzione.
(Discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 7-00544).
La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.
Fucsia FITZGERALD NISSOLI (FI), illustrando la risoluzione in titolo, precisa che intende richiamare il Governo circa l'importanza di permettere l'esercizio della democrazia ai nostri concittadini all'estero, secondo tempi definiti. Si riferisce, in particolare, alle elezioni dei Comites, che sono state rinviate e sulle quali non è ancora stabilita una data certa. Si tratta di un appuntamento molto importante per le nostre comunità all'estero, che coinvolge i connazionali in una riflessione sulla comunità italiana presente in loco e sui rapporti con il consolato competente, con la formazione di liste elettorali e la costituzione di una lista apposita di elettori per poter votare, la cosiddetta opzione inversa.
Sottolinea la necessità che, per motivi organizzativi, sia fissata una data con congruo anticipo per poter informare adeguatamente tutta la comunità, affinché questo esercizio democratico, anche nelle fasi di formazione delle liste, sia permesso a tutti e non ai pochi informati.
A suo avviso, questo faciliterà la partecipazione e comporterà l'elezione di organismi più rispondenti alla complessità di contributi che le locali comunità potranno dare. Rileva, quindi, che si tratta di permettere un'adeguata preparazione al voto e anche di introdurre degli elementi innovativi come il voto elettronico. Per tale ragione, è molto importante definire una data certa, in maniera che ci si organizzi di conseguenza. Segnala che questo è quello che le comunità chiedono da tempo ed è ormai doveroso e improcrastinabile dare risposte puntuali.
Ricorda che il Governo aveva già preso l'impegno a definire una data certa accogliendo un ordine del giorno a sua firma: tuttavia, ora è urgente passare ai fatti e indicare una data per le elezioni dei Comites, poiché, diversamente, sarebbe poco rispettoso dei connazionali all'estero e darebbe l'idea di un esercizio democratico approssimativo, mentre anche i connazionali all'estero hanno il sacrosanto diritto di votare i propri rappresentanti locali, come in Italia si votano i rappresentanti nei consigli comunali.
Segnala che nella legge di bilancio mancano le risorse, o per dimenticanza o per una indicazione chiara di non voler procedere al rinnovo. Qualora si sia trattato di una dimenticanza, sottolinea che è ancora possibile rimediare approvando l'emendamento a prima firma della collega Siracusa, ma sottoscritto anche da lei, che al momento risulta accantonato, che prevede lo stanziamento di risorse sufficienti per far svolgere le elezioni.
In conclusione, si appella alla responsabilità e al rispetto che tutti dobbiamo ai nostri connazionali all'estero, auspicando una risposta che sia consequenziale e concreta. A suo avviso, infatti, per organizzare la democrazia c'è bisogno di tempi certi e di strumenti definiti, e questo vale anche per le elezioni dei Comites.
La Viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Marina SERENI esprime parere favorevole sulla risoluzione in titolo, sottolineando che il MAECI si adopererà per far approvare l'emendamento evocato dalla presentatrice. Precisa, inoltre, che il Governo sta lavorando per far svolgere le elezioni dei Comites nella seconda metà del 2021, quando, auspicabilmente, si saranno attenuati gli effetti della pandemia, informando adeguatamente tutti i nostri connazionali e sperimentando, se possibile, la modalità del voto elettronico.
Piero FASSINO, presidente, coglie l'occasione per appellarsi ai colleghi della Commissione affinché intercedano presso i propri omologhi della Commissione Bilancio a sostegno degli emendamenti approvati all'unanimità dalla stessa III Commissione e identici a quello richiamato dalla collega Fitzgerald Nissoli.
Simone BILLI (LEGA), preannunciando il voto favorevole del Gruppo Lega, sottolinea la necessità di procedere rapidamente alla riforma del sistema dei Comites e del Consiglio generale degli italiani all'estero, al fine di renderli più efficienti e funzionali a soddisfare le esigenze dei nostri connazionali residenti all'estero.
La Commissione approva, all'unanimità, la risoluzione n. 7-00544.
La seduta termina alle 14.20.
ALLEGATO 1
Interrogazione a risposta immediata n. 5-05186 Valentini: Sulla dotazione ai consoli onorari dei dispositivi elettronici, meglio conosciuti come «valigette elettroniche».
TESTO DELLA RISPOSTA
Ringrazio l'Onorevole Fitzgerald Nissoli per l'interrogazione, che mi fornisce l'occasione per confermare l'impegno della Farnesina nell'incrementare l'utilizzo e l'efficienza dello strumento delle postazioni per la captazione dei dati biometrici ai fini del rilascio del passaporto per i nostri connazionali all'estero.
Ricordo che il progetto Funzionario Itinerante Consoli Onorari, sviluppato a partire dal 2018, ha conosciuto una notevole crescita negli ultimi anni: dalle circa 3.600 pratiche effettuate nel 2018 si è passati alle quasi 19.500 del 2019, un valore più che quintuplicato. Per quanto riguarda l'anno in corso, caratterizzato dalla pandemia da COVID-19 e conseguenti difficoltà, sono state effettuate sinora quasi 16.800 pratiche. Un totale dunque di quasi 40.000 pratiche dall'avvio del progetto. Sono al momento dotati di postazione 114 consolati onorari.
Considerati gli evidenti benefici del progetto per i connazionali all'estero, è in corso un'interlocuzione con l'Istituto Poligrafico Zecca dello Stato per finalizzare l'acquisizione di un'ulteriore dotazione di postazioni per Funzionario Itinerante all'esito della relativa gara, che è ora nella sua fase conclusiva. Ciò consentirà di pianificare l'attività di assegnazione delle postazioni aggiuntive già nei prossimi mesi.
Le postazioni saranno successivamente distribuite presso le sedi della rete consolare sulla base della effettiva necessità, tenendo conto delle richieste effettuate dalle sedi, al fine di sfruttare nel modo più efficiente possibile la strumentazione disponibile.
L'utilizzo di questa risorsa si inserisce in un'azione complessiva della Farnesina tesa a offrire servizi sempre migliori all'utenza anche facendo ricorso alle nuove tecnologie.
ALLEGATO 2
Interrogazione a risposta immediata n. 5-05189 Zoffili: Sulle eventuali infiltrazioni del Partito Comunista Cinese nella rete diplomatico-consolare italiana in Cina.
TESTO DELLA RISPOSTA
Al fine di rispondere al quesito posto dal collega Zoffili, occorre innanzitutto precisare che il reclutamento di personale a contratto da parte delle rappresentanze diplomatico-consolari nella Repubblica Popolare Cinese – tra le quali il Consolato Generale d'Italia in Shanghai – avviene tramite una delle due possibili procedure di assunzione, che riassumo qui di seguito:
1) assunzione di impiegati di cittadinanza italiana o europea: la selezione si svolge secondo una procedura para-concorsuale aperta, vigente per tutta la rete diplomatico-consolare italiana e disciplinata da un Decreto Ministeriale (il numero 655 del 2001). Il rapporto d'impiego è regolato con un contratto individuale di lavoro, sottoscritto tra il Console Generale e il vincitore della selezione;
2) assunzione di impiegati di cittadinanza cinese: il reclutamento avviene tramite una procedura richiesta dalla legislazione locale, che vincola tutte le Rappresentanze diplomatico-consolari straniere accreditate presso la Repubblica Popolare Cinese, incluse quelle italiane. La necessità di assumere un'unità di personale deve essere segnalata, tramite Nota Verbale, al competente «Dipartimento dei Servizi alle Agenzie Straniere», nel caso in esame, il Dipartimento della Municipalità di Shanghai ovvero lo «Shanghai Foreign Agency Service Department». Tenuto conto dei requisiti indicati, il Dipartimento cinese propone una rosa di candidati che il Consolato Generale seleziona ricorrendo a procedure semplificate (colloqui attitudinali secondo quanto prevede l'articolo 7, comma 5 dello stesso Decreto Ministeriale che avevo citato). Il rapporto d'impiego non è regolato da un contratto individuale di lavoro sottoscritto tra il Console Generale e il vincitore, ma da un Accordo quadro stipulato tra il Consolato Generale e il Dipartimento cinese (cosiddetto contratto collettivo).
Tenuto anche conto della specifica legislazione cinese, mi pare opportuno precisare che gli impiegati di cittadinanza cinese reclutati tramite il Foreign Agency Service Department non possono in nessun caso, e in alcun modo, avere accesso a documentazione classificata.
Occorre infine tenere presente che le limitazioni dell'accesso del personale a contratto alle informazioni non strettamente necessarie allo svolgimento delle loro funzioni e alle aree riservate rientrano tra le responsabilità del Capo Missione e seguono regole precise che vengono regolarmente verificate e ribadite in occasione delle visite ispettive.
ALLEGATO 3
Interrogazione a risposta immediata n. 5-05187 Lupi: Sulle misure da adottare in merito alle violazioni dei diritti umani in Bielorussia.
TESTO DELLA RISPOSTA
Dall'indomani delle elezioni presidenziali svoltesi in Bielorussia il 9 agosto scorso, l'Italia ha aderito alla posizione concordata al più alto livello dall'Unione europea che ne ha disconosciuto l'esito e ha richiesto la cessazione di ogni repressione, la liberazione dei detenuti politici, l'avvio di un dialogo tra Governo e opposizioni e la tenuta di nuove elezioni libere e regolari. Anche tramite le dichiarazioni dell'Alto Rappresentante UE, abbiamo espresso ripetutamente la nostra ferma condanna per le violazioni commesse dal regime del Presidente Lukashenko, chiedendo la cessazione di ogni violenza e indagini sugli abusi rilevati.
Il perdurare delle violenze a Minsk ha motivato il nostro consenso all'adozione di due pacchetti di sanzioni individuali mirate (visa ban e asset freeze) nei confronti di un totale, ad oggi, di 55 individui, tra cui lo stesso Presidente Lukashenko, nonché appartenenti agli apparati di sicurezza e alla commissione elettorale, e ritenute a vario titolo responsabili, rispettivamente, delle repressioni e di frode elettorale. Un terzo pacchetto sanzionatorio ha ricevuto avallo a livello politico ed è attualmente in via di finalizzazione nei competenti gruppi di lavoro consiliari UE.
L'Italia ha, inoltre, sostenuto il consenso dell'Unione europea, esplicitato nella dichiarazione del 24 settembre dell'Alto Rappresentante Borrell a nome dei 27 e nelle conclusioni del Consiglio Affari Esteri del 12 ottobre, secondo cui Lukashenko manca di «legittimazione democratica». Si tratta di una posizione politica chiara, che consente peraltro di non compromettere del tutto i potenziali canali di comunicazione con Minsk, evitando prese di posizione dalle implicazioni politiche e giuridiche incerte.
Merita ricordare che Polonia e Lituania hanno richiesto a tutti gli Stati Membri di ritirare i propri Ambasciatori in segno di solidarietà, a seguito del richiamo dei rispettivi Ambasciatori loro imposto da Minsk (oltre ad un obbligo di riduzione del personale in sede). A tale proposito in ambito UE sono state concordate diverse iniziative, lasciando ai singoli Stati Membri la facoltà di determinare le modalità di espressione della propria solidarietà. L'Italia ha sostenuto alcune iniziative di sostegno pubblico alla solidarietà e coesione dell'UE, accettando in parallelo la richiesta polacca di assumere presso la nostra Ambasciata a Minsk la responsabilità del rilascio dei visti d'affari bielorussi per la Polonia.
Sebbene alcuni partner UE abbiano effettivamente scelto di ritirare il proprio Capo Missione da Minsk, peraltro in via esplicitamente «temporanea» (sono tutti rientrati dopo qualche settimana), da parte italiana si è preferito evitare di contribuire ad una spirale escalatoria con il regime, anche allo scopo preservare la presenza ed il ruolo dell'Italia in Belarus. Una posizione analoga a quella dell'Italia è stata assunta da Svezia, Austria, Finlandia, Paesi Bassi, Ungheria, oltre che dalla stessa Unione europea, la quale non ha fatto stato di contemplare il ritiro del Capo Delegazione a Minsk, proprio per mantenere la propria operatività nel Paese in questa fase molto delicata.
È inoltre utile ricordare che il Governo italiano mantiene opportuni contatti con esponenti delle opposizioni bielorusse, come segnalato da ultimo dal cordiale e costruttivo colloquio avuto dal Sottosegretario Scalfarotto con i noti esponenti del Consiglio di Coordinamento delle opposizioni bielorusse, Svetlana Tikhanovskaya e Pavel Latushko.
Con riguardo alla richiesta sui visti, l'ordinamento italiano non prevede una tipologia di visto specifica per consentire di far ingresso in territorio nazionale esclusivamente al fine di presentare domanda di protezione internazionale.
L'esistenza o meno di tale tipologia (cosiddetto «visto umanitario» o «V.T.L. per motivi umanitari») è stata oggetto di un intenso dibattito in ambito UE in merito alla portata dell'articolo 25 del Codice comunitario dei visti, che prevede, in presenza di determinate fattispecie di urgenza, inclusi «motivi umanitari o di interesse nazionale», la possibilità del rilascio di un visto Schengen di breve soggiorno a validità territoriale limitata allo Stato Schengen emittente.
La Corte di Giustizia dell'Unione europea in una pronuncia resa il 7 marzo 2017 [C-638/16 PPU] non ha tuttavia ritenuto conforme al diritto dell'Unione europea l'interpretazione secondo cui l'articolo 25 del Codice comunitario dei visti consentirebbe di presentare presso un'ambasciata o una rappresentanza consolare di uno Stato membro una domanda di visto al fine di poter viaggiare in piena sicurezza e legalità verso lo Stato in questione per poi presentarvi domanda d'asilo conformemente alla normativa nazionale.
Allo stato attuale le autorità consolari italiane rilasciano V.T.L. per motivi umanitari ex articolo 25 in casi estremamente circoscritti, nell'ambito di progetti strutturati (cosiddetti complementary legal pathways) volti al reinsediamento in Italia di soggetti particolarmente vulnerabili, individuati in paesi di primo asilo con il coinvolgimento di UNHCR e OIM e spesso già presenti in campi di accoglienza da loro gestiti.
Segnalo che non risultano al momento specifiche richieste di protezione umanitaria da parte di cittadini bielorussi. Continueremo comunque a valutare gli sviluppi della situazione anche al fine di favorire, in coordinamento con i partner UE, eventuali misure di accoglienza e protezione nei confronti dei cittadini bielorussi costretti a lasciare il Paese per sfuggire alla repressione.
ALLEGATO 4
Interrogazione n. 5-05010 Fitzgerald Nissoli: Sulle misure di sostegno ai connazionali in condizioni di indigenza residenti nel Nord e Centro America.
TESTO DELLA RISPOSTA
Come ricordato dall'interrogante, l'ammontare destinato dal Governo all'assistenza dei nostri connazionali all'estero in risposta all'emergenza da Covid-19 è pari complessivamente a 6 milioni di euro: i 4 milioni originariamente previsti dal Decreto «Cura Italia» sono infatti stati innalzati a 6 milioni dal «Decreto Rilancio». Si tratta di uno strumento importante, a sostegno della Comunità di connazionali all'estero, cui il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha garantito adeguata visibilità, attraverso diversi strumenti.
Innanzitutto, l'Amministrazione Centrale, con messaggio circolare del 29 luglio 2020, ha informato tutta la rete estera delle disposizioni normative che, in via eccezionale, allargano la possibilità di concedere sussidi anche ai cittadini italiani non residenti nella circoscrizione consolare, e dell'introduzione di una «casistica allargata» di aiuti, che contempla cinque nuove modalità di impiego delle risorse che vanno ad aggiungersi alle misure ordinarie di assistenza finanziaria per cittadini italiani all'estero indigenti o in difficoltà. Le nuove modalità di impiego delle risorse sono le seguenti:
1) aiuti economici in favore di connazionali titolari di piccole/micro imprese che abbiano subito un danno dal blocco totale o dalla riduzione della propria attività a causa delle restrizioni collegate alla pandemia;
2) bonus sussidio per il rimpatrio in favore dei connazionali all'estero che decidano di rientrare definitivamente in Italia;
3) stipula di convenzioni o contratti con Enti e Istituti pubblici o privati al fine di fornire adeguata assistenza sanitaria (visite mediche, tamponi, esami sierologici, farmaci) ai connazionali in stato di necessità, colpiti da Coronavirus o altre patologie. La misura è destinata a chi non abbia accesso alla sanità privata e non possa contare su strutture sanitarie pubbliche in grado di offrire cure adeguate. Queste convenzioni posso essere stipulate anche per erogare sussidi sotto forma di buoni pasto o pacchi alimentari nei casi in cui il connazionale e il rispettivo nucleo familiare siano obbligati a rispettare la quarantena con isolamento domiciliare;
4) sostegno all'apprendimento: al fine di garantire l'accesso all'istruzione per i figli in età scolare di famiglie italiane bisognose, nel caso in cui le istituzioni scolastiche locali abbiano adottato la didattica a distanza, le Sedi diplomatico-consolari possono erogare sussidi finalizzati all'acquisto di strumentazione informatica quali PC, laptop, tablet, smartphone o comunque sistemi che consentano la connessione a internet;
5) promozione di programmi di riqualificazione professionale di cui possono giovarsi i connazionali che, a causa della crisi da Coronavirus, abbiano perso il lavoro.
Si tratta quindi di nuove casistiche pensate per intercettare i differenti bisogni della Comunità di italiani all'estero, che si aggiungono alle modalità di spesa ordinaria dei fondi destinati all'assistenza ai connazionali in stato di indigenza o di difficoltà, che, come noto, sono le seguenti:
1) i sussidi, normalmente destinati agli italiani stabilmente residenti nella circoscrizione consolare, previo accertamento del loro stato di indigenza;
2) i prestiti con promessa di restituzione, destinati ai connazionali residenti in Italia e temporaneamente all'estero e che si trovino in una situazione di occasionale necessità;
3) i sussidi ai detenuti all'estero non sufficientemente sostenuti dai familiari, qualora abbiano bisogno di viveri, generi di prima necessità, acquisto di farmaci o altre spese mediche;
4) i pacchi dono, contenenti prevalentemente generi alimentari e distribuiti in occasione di festività quali quelle natalizie;
5) le convenzioni con enti pubblici o privati per l'erogazione ai connazionali di servizi sanitari generici, legali, geriatrici (convenzioni con case di riposo), servizi di assistenza sociale e fornitura di beni di prima necessità;
6) i contributi per le spese funebri o per rimpatri, anche sanitari.
Per fornire adeguata visibilità a queste iniziative, le Sedi hanno naturalmente coinvolto gli organismi rappresentativi degli italiani all'estero (i Com.It.Es. in particolare) e le associazioni presenti sul territorio, affinché contribuissero a diffondere l'informativa e presentassero agli Uffici consolari proposte di progetto o segnalassero i nominativi (in molti casi liste di nominativi) dei connazionali più in difficoltà. Ogni Sede, inoltre, sul proprio sito istituzionale ha una sezione assistenza ove vengono dettagliatamente spiegate le modalità di richiesta e i requisiti di ottenimento degli aiuti finanziari.
Sempre sotto il profilo della comunicazione, mi sembra opportuno ricordare che agli strumenti di sostegno dei connazionali all'estero è stato dedicato uno specifico episodio sul canale podcast «Voci dalla Farnesina», lanciato su tutti i social del Ministero degli esteri (Facebook, Twitter ed Instagram) e disponibile sulle principali piattaforme online (da Spreaker, a Google sino a Spotify). L'episodio è stato il secondo più ascoltato dopo quello di lancio del canale e il primo per numero di download e ascolti, presumibilmente per l'impatto pratico e diretto che le misure descritte hanno sulla vita dei nostri connazionali all'estero più colpiti dalla crisi socio-sanitaria ancora in atto. Si tratta inoltre di un'ulteriore conferma dell'importanza di affidare anche ai social media la diramazione di queste iniziative e strumenti.
Per quanto riguarda invece la ripartizione dei fondi, dei sei milioni di euro resi disponibili dai Decreti «Cura Italia» e «Rilancio», al 6 novembre 2020 era stato distribuito circa un milione e ottocentomila euro dall'Amministrazione Centrale alle Sedi diplomatico-consolari, in risposta alle singole richieste pervenute dalle Sedi. Alle Sedi dei Paesi dell'America Settentrionale e Centrale sono andati 607.009 euro di questi fondi erogati su richiesta, ossia quasi il 34 per cento. Dei 4,2 milioni di euro residui, 480.225 euro, pari all'11,4 per cento dei fondi complessivi residui, sono stati assegnati all'America Settentrionale e Centrale. Nel dettaglio, 355.182 euro sono andati alle Sedi dell'America Centrale, mentre 125.043 euro alle Sedi dell'America Settentrionale. In totale, alla rete diplomatico-consolare in America Settentrionale e Centrale è stato dunque assegnato oltre 1 milione di euro (oltre il 18 per cento di tutti i fondi).
Per quanto attiene infine alla quota già erogata dagli uffici all'estero nel corso del 2020, le Sedi delle reti canadese e statunitense avevano speso, al 10 dicembre 2020, 52.978 euro in 44 interventi di aiuto (contro i 18 interventi di aiuto del 2019), mentre le Sedi centro-americane avevano speso, al 10 dicembre 2020, 287.920 euro in 466 distinti interventi di aiuto (contro i 146 dell'intero 2019).
Questi fondi, occorre sottolineare, potranno essere spesi anche nel corso del 2021, secondo le modalità eccezionali menzionate precedentemente (inclusione dei cittadini italiani non residenti tra i beneficiari e casistica allargata delle modalità di impiego).
I fondi stanziati permetteranno quindi di sostenere anche nei prossimi mesi i bisogni dei connazionali più colpiti da una pandemia che continua, purtroppo, a mietere vittime e danni.
ALLEGATO 5
Risoluzione n. 7-00588 Ehm: Sulla revoca e sulla sospensione delle licenze all'esportazione di armamenti destinati a Paesi coinvolti nel conflitto in Yemen.
Risoluzione n. 7-00589 Quartapelle Procopio: Sulla sospensione delle licenze per l'esportazione di armamenti destinati a Paesi coinvolti nel conflitto in Yemen.
PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO PRESENTATO DALLE DEPUTATE EHM E QUARTAPELLE PROCOPIO
La III Commissione,
premesso che:
dal marzo 2015 è in corso un conflitto armato in Yemen tra la coalizione internazionale guidata dall'Arabia Saudita e le forze dell'alleanza militare composta dal gruppo armato Houthi, seguito inoltre da forti tensioni e scontri tra le forze del Governo legittimo e dalle milizie del «Southern Transitional Council», movimento con chiari connotati autonomisti;
nello Stato yemenita la popolazione è vittima di una crisi umanitaria di livello mondiale e la guerra ha distrutto gran parte dei mezzi di sussistenza. Ad oggi, più di 24 milioni di persone su una popolazione totale di 28 milioni, dipende completamente da aiuti umanitari. Inoltre, la pandemia del coronavirus, va ad aggiungersi alla più grave epidemia di colera di sempre in un Paese dove metà degli ospedali sono stati distrutti e i pochi in funzione non hanno mezzi e personale per rispondere ai crescenti bisogni di cure;
secondo quanto affermato dall'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Un-Ocha), in Yemen si è di fronte alla «peggiore crisi umanitaria del pianeta»;
in particolare, i bambini e le donne pagano il prezzo più alto di più di cinque anni di guerra e, secondo recenti dati, nel Paese due milioni di minori sotto i cinque anni ed un milione di donne in stato interessante, patiscono quotidianamente fame e malnutrizione;
considerata la drammatica situazione, già evidenziata nella Risoluzione del Parlamento europeo del 4 ottobre 2018 nella quale si esortano «tutti gli Stati membri dell'UE ad astenersi dal vendere armi e attrezzature militari all'Arabia Saudita, agli Emirati arabi uniti e a qualsiasi membro della coalizione internazionale, nonché al governo yemenita e ad altre parti del conflitto»;
considerato che i più recenti dati dello Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) mostrano che l'Unione europea a 28 è il secondo esportatore di armi sia all'Arabia Saudita che agli Emirati arabi uniti (EAU) e che in taluni casi, come riferito dalle organizzazioni non governative, le armi esportate verso tali Paesi sono state utilizzate nello Yemen;
vista la posizione del Parlamento europeo, chiarita con l'approvazione della risoluzione del 17 settembre 2020 sull'esportazione di armi e in applicazione della posizione comune 2008/944/PESC;
i Governi di Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia, Paesi Bassi e Svezia hanno disposto l'adozione di misure restrittive concernenti le loro esportazioni di armi verso i Paesi membri della coalizione a guida saudita coinvolti nel conflitto yemenita;
considerato che la Camera dei deputati ha approvato in data 26 giugno 2019 una mozione in cui impegna il Governo: «a valutare l'avvio e la realizzazione di iniziative finalizzate alla futura adozione, da parte dell'Unione europea, di un embargo mirato alla vendita di armamenti verso l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, prevedendo al contempo consultazioni con gli altri Stati membri dei consorzi internazionali in relazione ai programmi di coproduzione industriale intergovernativi attualmente in essere» e «a continuare ad assicurare un'applicazione rigorosa delle disposizioni della legge 9 luglio 1990, n. 185, e, ad adottare gli atti necessari a sospendere le esportazioni di bombe d'aereo e missili che possono essere utilizzati per colpire la popolazione civile così come la loro componentistica verso l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sino a quando non vi saranno sviluppi concreti nel processo di pace con lo Yemen»;
tenuto conto che il Governo italiano ha adottato, a fine luglio 2019, gli atti necessari per consentire all'Autorità nazionale che si occupa dell'export di armamenti (Uama) la sospensione di tutte le licenze relative l'esportazione di bombe d'aereo e loro componenti che possano essere utilizzate dall'Arabia Saudita o dagli Emirati arabi nel conflitto in Yemen;
tale provvedimento deciso dal Governo italiano ha durata di 18 mesi e scadrà a fine gennaio 2021,
impegna il Governo:
ad adottare gli atti necessari per revocare le licenze in essere, relative alle esportazioni verso i Paesi dell'Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti di bombe d'aereo e missili, che possono essere utilizzate per colpire la popolazione civile, e della loro componentistica;
a mantenere la sospensione della concessione di nuove licenze per i medesimi materiali e Paesi e a valutare la possibilità di estendere tale sospensione anche ad altre tipologie di armamenti, sino a quando non vi saranno sviluppi concreti nel processo di pace;
a valutare la possibilità di adottare mirate misure sospensive nei confronti di ogni altro Paese attivamente coinvolto nel conflitto in Yemen;
a proseguire, con i partner internazionali, nell'azione umanitaria coordinata sotto la guida delle Nazioni Unite per alleviare le sofferenze della popolazione, e a valutare la possibilità di ulteriori iniziative in ambito umanitario e sanitario a sostegno del Piano di risposta umanitario delle Nazioni Unite alla crisi dello Yemen;
ad operare uno sforzo politico e diplomatico in sede multilaterale per rilanciare il processo politico e raggiungere una soluzione diplomatica e multilaterale del conflitto in corso in Yemen, attraverso un maggiore sostegno dei negoziati di pace sotto l'egida delle Nazioni Unite e dell'inviato speciale per lo Yemen Martin Griffiths, e di un intervento immediato per garantire il cessate il fuoco, come più volte auspicato dallo stesso;
a sostenere in sede di Consiglio dell'Unione europea ogni iniziativa politica volta anche a rafforzare le capacità degli Stati membri di continuare ad attuare procedure rigorose per monitorare il rispetto degli embarghi sulle armi da parte di tutti gli Stati membri;
a sostenere, anche nel ruolo di membro eletto del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, la prosecuzione di indagini efficaci e indipendenti sulle violazioni e sui crimini commessi in Yemen dalle parti in conflitto.