IV Commissione
Difesa
Difesa (IV)
Commissione IV (Difesa)
Comm. IV
Sulla pubblicità dei lavori ... 24
5-03342 Paita: Sulla presenza di amianto nelle aree dell'Arsenale di La Spezia ... 24
ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 30
5-05016 Ferrari: Sulla missione EMASOH nel Golfo Persico ... 24
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 32
Sulla pubblicità dei lavori ... 25
Modifiche al codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, e all'articolo 5 della legge 31 dicembre 2012, n. 244, relativo al differimento della riduzione delle dotazioni organiche del personale militare delle Forze armate e del personale civile del Ministero della difesa. C. 1934 Deidda e C. 2802 Del Monaco (Esame e rinvio) ... 25
INTERROGAZIONI
Mercoledì 16 dicembre 2020. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Angelo Tofalo.
La seduta comincia alle 16.35.
Sulla pubblicità dei lavori.
Gianluca RIZZO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
5-03342 Paita: Sulla presenza di amianto nelle aree dell'Arsenale di La Spezia.
Il sottosegretario Angelo TOFALO risponde all'interrogazione nei termini riportati (vedi allegato 1).
Gennaro MIGLIORE (IV), in qualità di cofirmatario, si dichiara pienamente soddisfatto per la risposta, che testimonia l'importanza attribuita dal Governo alle iniziative volte alla bonifica dei siti contaminati dall'amianto raggiungendo così lo scopo a cui era prefisso l'atto di sindacato ispettivo in esame.
5-05016 Ferrari: Sulla missione EMASOH nel Golfo Persico.
Il sottosegretario Angelo TOFALO risponde all'interrogazione nei termini riportati (vedi allegato 2).
Roberto Paolo FERRARI (LEGA), intervenendo da remoto, osserva che l'interrogazione richiama tutta una serie di situazioni che avevano portato il Governo a preannunciare la partecipazione alla missione EMASOH, nel Golfo Persico, di cui, tuttavia, non si è più avuta traccia nella successiva Deliberazione del Consiglio dei ministri. Evidenzia, quindi, che la risposta non fornisce alcuna spiegazione delle ragioni che hanno portato l'Esecutivo a cambiare orientamento. Non comprende perché, da una parte, si affermi l'importanza strategica di quell'area e, dall'altra, non ci si attivi per partecipare a tale missione, tanto più adesso che la legge di bilancio per il 2021 ha rifinanziato il Fondo per le missioni incrementando le risorse stanziate e facendo così venire meno anche le ragioni di carattere finanziario che sembravano poter ostacolare tale partecipazione. Si dichiara, dunque, insoddisfatto della risposta.
Gianluca RIZZO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 16.50.
SEDE REFERENTE
Mercoledì 16 dicembre 2020. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Angelo Tofalo.
La seduta comincia alle 16.50.
Sulla pubblicità dei lavori.
Gianluca RIZZO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
Modifiche al codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, e all'articolo 5 della legge 31 dicembre 2012, n. 244, relativo al differimento della riduzione delle dotazioni organiche del personale militare delle Forze armate e del personale civile del Ministero della difesa.
C. 1934 Deidda e C. 2802 Del Monaco.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame delle abbinate proposte di legge.
Giovanni Luca ARESTA (M5S), relatore, riferisce che le proposte di legge C. 1934 Deidda e C. 2802 Del Monaco sono volte entrambe, pur con tecniche legislative diverse, a differire, dal 2024 al 2034, il termine previsto dalla cosiddetta legge «Di Paola» (legge 31 dicembre 2012, n. 244) entro il quale concludere la revisione, in senso riduttivo, delle dotazioni organiche del personale militare e civile della Difesa.
Osserva, quindi, che la legge n. 244 del 2012 ha inciso profondamente sul funzionamento e sull'organizzazione delle Forze armate nazionali, con l'obiettivo di realizzare uno strumento militare di dimensioni più contenute, ma capace di esprimere un'operatività più qualificata rispetto al passato, sostenuto da risorse per l'operatività, per il mantenimento, l'addestramento e la preparazione del personale. Essa, peraltro, si collocava nel più ampio e diffuso contesto della spending review e mirava ad incrementare le risorse destinate al funzionamento dello strumento militare, riducendone il personale e, conseguentemente, gli assetti organizzativi sul territorio. Per raggiungere tale scopo, la legge aveva previsto una delega al Governo, che è stata esercitata con i decreti legislativi n. 7 e n. 8 del 2014 e con il decreto legislativo n. 91 del 2016, cosiddetto correttivo. Successivamente, l'articolo 1, comma 5, della legge n. 244 è stato novellato dall'articolo 7, comma 4-bis, del decreto-legge n. 185 del 2015, al fine di prevedere che una quota parte non superiore al 50 per cento dei risparmi di spesa derivanti dalla revisione in senso riduttivo dello strumento militare venisse impiegata per adottare, entro il 1° luglio 2017, ulteriori disposizioni integrative volte ad assicurare la sostanziale equiordinazione delle Forze armate e delle Forze di polizia. In attuazione di tale disposizione sono stati, quindi, adottati ulteriori due decreti legislativi integrativi (decreti legislativi n. 94 e n. 95 del 2017). Riassume, poi. In maniera sintetica, gli interventi previsti dalla delega, che sono stati strutturati in maniera tale da conseguire: una riduzione generale a 150.000 unità del personale militare delle tre Forze armate (Esercito, Marina militare ed Aeronautica militare), da attuare entro l'anno 2024; una riduzione a 20.000 unità delle dotazioni organiche del personale civile della Difesa, da conseguire sempre entro l'anno 2024; una contrazione complessiva del 30 per cento delle strutture operative, logistiche, formative, territoriali e periferiche della Difesa, anche attraverso la loro soppressione e accorpamento, da conseguire entro sei anni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo n. 7 del 2014, attuativo della delega relativa alla revisione in senso riduttivo dell'assetto strutturale e organizzativo del Ministero della difesa; infine, il riequilibrio generale del bilancio della «Funzione difesa», ripartendo le risorse finanziarie, orientativamente, nella misura del 50 per cento per il settore del personale, del 25 per cento per quello dell'esercizio e del 25 per cento per l'investimento.
Rileva, poi, che a distanza di oltre 5 anni dall'emanazione dei decreti legislativi delegati, lo stato di attuazione della riforma appare ancora lontano dal conseguire gli obiettivi prefissati nei tempi supposti. Infatti, la composizione della spesa militare italiana risulta ancora notevolmente sbilanciata sul personale, con una continua flessione della spesa relativa all'esercizio e all'investimento, determinando una dinamica opposta all'obiettivo previsto dalla legge di revisione dello strumento militare. Al contempo, la consistenza del personale in forza effettiva presso le Forze armate è sempre più diminuita, nell'intento di pervenire, entro il 31 dicembre 2024, al conseguimento dell'obiettivo della riduzione a 150.000 unità, di cui 89.400 per l'Esercito, 26.800 per la Marina e 33.800 per l'Aeronautica. Appare, quindi, evidente che il raggiungimento della dotazione organica di 150.000 unità, entro il 2024, risulta essere una possibilità assolutamente teorica, atteso che gli sbilanciamenti esistenti in talune categorie di personale (in particolare ufficiali e marescialli), ma anche le criticità derivanti dall'invecchiamento del personale della categoria dei graduati, consentiranno di raggiungere tali volumi verosimilmente non prima del 2034. Infatti, nonostante la legge n. 244 del 2012 abbia previsto una serie di misure per la gestione delle eccedenze di personale, tali provvedimenti non sono stati, per gran parte, ancora attuati e gli effetti riscontrabili sono insufficienti rispetto alle esigenze, al punto che è facile prevedere che le Forze armate dovranno avvalersi della possibilità, prevista dall'articolo 5, comma 2, della medesima legge, di prorogare annualmente il periodo transitorio con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Quest'ultima misura, tuttavia, non consentirebbe, in ogni caso, di realizzare una corretta pianificazione dei reclutamenti, con effetti negativi diretti sia sullo sviluppo dei ruoli, sia sul risultato operativo delle Forze armate. Inoltre, il ricorso alla proroga annuale comporterebbe la predisposizione di un piano triennale scorrevole, per disciplinare le modalità attuative dei transiti delle eccedenze di personale militare in servizio permanente. Segnala, dunque, che tali considerazioni sono state più volte portate all'attenzione del Parlamento dai Capi di stato maggiore della Difesa e dai Capi di stato maggiore di Forza armata nell'ambito dell'attività conoscitiva svolta dalle Commissioni Difesa di Camera e Senato e sono, altresì, presenti nelle relazioni trasmesse sia dalla Corte dei Conti, sia dal Governo. Al riguardo, ricorda che il Consiglio supremo di Difesa, nella riunione dello scorso 24 ottobre, ha convenuto sulla necessità di effettuare una verifica della riforma al fine di individuare eventuali correttivi in relazione al mutato contesto di riferimento, e di procedere al completamento del processo di riforma della Difesa in senso unitario e interforze, in linea con i dettami della legge n. 25 del 1997, e che il Governo, a sua volta, nell'ultima relazione trasmessa al Parlamento sullo stato di avanzamento dei provvedimenti di ristrutturazione delle Forze armate (Doc. XXXVI-bis, n. 2), nel sottolineare il mutato quadro di riferimento rispetto all'epoca in cui venne varata la legge n. 244, ha osservato come «la riduzione del personale, sin qui operata, impatta oggi [negativamente] proprio sulle componenti operative delle Forze armate, determinando sensibili criticità, associate anche ad un progressivo invecchiamento del personale sia militare che civile», considerazioni ribadite lo scorso 18 novembre dal Ministro della difesa nel corso di una sua audizione presso le Commissioni Difesa della Camera e del Senato sul Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2020-2022. Sottolinea, inoltre, che il DPP 2020-2022, attualmente all'esame della Commissione Difesa della Camera, riferisce che è in corso di valutazione un processo di riforma del modello di Difesa, «che potrebbe essere rivisto adeguandolo alla visione prospettica delle attuali sfide alla sicurezza e allo scenario strategico di riferimento». A tal proposito evidenzia che nel documento si osserva che occorrerà valutare se sia ancora corrispondente a tali finalità l'obiettivo organico di 150.000 unità e se possa essere considerata l'ipotesi di un differimento temporale del conseguimento dell'obiettivo medesimo.
Passando al contenuto dei testi, segnala che la proposta di legge C. 1934 Deidda, all'articolo 1, comma 1, proroga di un decennio, sostituendo il riferimento all'anno 2024 con quello all'anno 2034, alcune disposizioni introdotte dal decreto delegato di revisione delle dotazioni organiche del personale militare e civile (decreto legislativo n. 8 del 2014) e dal successivo decreto integrativo n. 91 del 2016 nel Libro nono del Codice dell'ordinamento militare, relative al personale militare e civile della Difesa. In particolare, si tratta delle disposizioni sul reclutamento, sui ruoli e sugli organici, sullo stato giuridico e sull'avanzamento. Il comma 2, invece, sostituisce il riferimento all'anno 2025 con quello all'anno 2035 nelle disposizioni del Codice dell'ordinamento militare, che fissano in 150 mila unità l'entità complessiva delle dotazioni organiche del personale militare delle Forze armate, a decorrere dal 1° gennaio 2025; dispongono sull'ammissione alle rafferme dei volontari di truppa, a decorrere dal 1° gennaio 2025; regolano la graduale riduzione della dotazione organica complessiva del personale civile del Ministero della difesa, fissata in 20.000 unità al 1° gennaio 2025. L'articolo 2, invece, interviene sulla norma della legge n. 244 (articolo 5, comma 2) che contiene le disposizioni finali e transitorie, per coordinarle con il nuovo termine previsto all'articolo precedente. Infatti, la citata disposizione prevede la possibilità di prorogare il termine del 31 dicembre 2024 fissato per il conseguimento della riduzione delle dotazioni organiche complessive del personale militare dell'Esercito italiano, della Marina militare e dell'Aeronautica militare e del personale civile del Ministero della difesa.
La proposta di legge C. 2802 Del Monaco prevede, invece, il conferimento di una delega al Governo per la revisione delle norme del Codice dell'ordinamento militare riguardanti l'assetto strutturale e organizzativo delle Forze armate e dell'amministrazione della Difesa e reca, altresì, una novella all'articolo 5 della legge n. 244 del 2012 al fine di differire, dal 2024 al 2034, il termine per il completamento della revisione in senso riduttivo delle dotazioni organiche del personale civile del Ministero della difesa. Più dettagliatamente, l'articolo 1, comma 1, nel delegare il Governo ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la riforma dell'assetto dello strumento militare nazionale, disciplinato dal codice dell'ordinamento militare, individua una serie di principi e criteri direttivi che dovranno essere tenuti in considerazione dell'Esecutivo nell'esercizio della delega. In particolare, la lettera a) riguarda la riorganizzazione degli assetti strutturali e organizzativi del Ministero della difesa, con specifico riferimento allo strumento militare, compresa l'Arma dei Carabinieri limitatamente ai compiti militari, facendo riferimento, in primo luogo, alle strutture operative territoriali e periferiche che dovranno essere razionalizzate anche mediante soppressioni e accorpamenti delle infrastrutture, assicurando comunque le migliori condizioni per lo svolgimento delle relative funzioni e valorizzando principalmente le infrastrutture esistenti nell'Italia meridionale. Si prevede, inoltre, di rivedere la struttura organizzativa del Servizio sanitario militare secondo criteri interforze e di specializzazione, anche a supporto del Servizio sanitario nazionale. La lettera b) attiene alla ridefinizione delle dotazioni organiche complessive del personale militare dell'Esercito, della Marina militare e dell'Aeronautica militare. Al riguardo, si prevede che il Governo, nell'esercizio di questo punto della delega legislativa, valorizzi le professionalità dei reparti operativi, previa valutazione dei contingenti numerici e delle caratteristiche d'impiego nelle operazioni nazionali e internazionali. La lettera c) attiene sia alla razionalizzazione delle forme, dei parametri e dei criteri di valutazione del personale, sia alla valorizzazione dei processi e delle attività formative al fine di incentivare le sinergie organizzative interforze e l'integrazione delle attività medesime, soprattutto nel settore logistico e amministrativo, secondo criteri di salvaguardia delle professionalità del personale militare, nonché di contenimento e ottimizzazione della spesa. Per quanto attiene, invece, alla valorizzazione dei processi e delle attività formative, nella relazione illustrativa allegata alla proposta di legge Del Monaco si fa presente che l'obiettivo è quello di intervenire per stimolare le sinergie organizzative interforze, soprattutto nei settori logistico, amministrativo, della selezione e della formazione del personale. Da ultimo, il criterio direttivo previsto alla lettera d) riguarda la rideterminazione delle dotazioni organiche complessive del personale civile del Ministero della difesa in 30.000 unità, secondo criteri di valorizzazione delle relative professionalità. Il comma 2 attiene, invece, al procedimento di formazione dei decreti legislativi. La disposizione prevede che i medesimi siano adottati su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro della difesa, di concerto con i Ministri per la pubblica amministrazione e dell'economia e delle finanze nonché, per i profili di competenza, con il Ministro della salute e con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, previa intesa in sede di Conferenza unificata. Dovranno, inoltre, essere sentiti, per le materie di competenza, il Consiglio centrale di rappresentanza militare e le organizzazioni sindacali del personale. Infine, gli schemi dei decreti legislativi dovranno essere trasmessi alle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, le quali dovranno esprimere il proprio parere entro sessanta giorni dalla data della trasmissione; decorso tale termine, i decreti potranno essere adottati anche in mancanza del parere. Qualora il termine per l'espressione del parere parlamentare scada nei trenta giorni che precedono la scadenza del termine previsto dal comma 1 (dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge) o successivamente, quest'ultimo termine è prorogato di novanta giorni. Entro due anni dalla data di entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi di cui al comma 1, il Governo potrà adottare disposizioni integrative e correttive, con le modalità e nel rispetto dei medesimi princìpi e criteri direttivi (comma 3). Viene specificato, inoltre, che, nel caso di onerosità dei decreti legislativi, i medesimi potranno essere emanati solo successivamente o contestualmente all'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi che stanzino le occorrenti risorse finanziarie. Per quanto attiene alla tecnica legislativa, i commi 5 e 6 stabiliscono che gli interventi normativi previsti dalle disposizioni dei decreti legislativi abbiano luogo o attraverso novelle al Codice dell'ordinamento militare, oppure tramite modificazioni al testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, necessarie per adeguarlo alle disposizioni dei decreti legislativi adottati. Da ultimo, il comma 7, di contenuto analogo all'articolo 2 della proposta di legge C. 1934 Deidda, novella l'articolo 5, comma 2, della legge n. 244, che contiene le disposizioni finali e transitorie della legge di revisione dello strumento militare.
Salvatore DEIDDA (FDI) ringrazia il presidente per la decisione di avviare l'esame delle proposte di legge volte a differire di un decennio i termini previsti dalla legge Di Paola per la riduzione degli organici delle Forze armate e del personale civile della Difesa. Sottolinea, infatti, e di questo ringrazia nuovamente il Presidente, che in questa prima metà della legislatura tutti i gruppi politici sono stati coinvolti nei lavori della Commissione, che si sono svolti con modalità trasversale e ricercando sempre la più ampia convergenza. Evidenzia come, mano a mano che la legislatura procedeva, tutti si siano ritrovato concordi sulla necessità di rivedere gli obiettivi della legge di riforma dello strumento militare, non più attuabili perché lo scenario attuale è profondamente cambiato da quello del 2012. Conclude rilevando che occorre dare più tempo alle nostre Forze armate, impegnate in tante emergenze, per attuare le necessarie riforme senza patire un vincolo nei numeri delle consistenze organiche e auspica che l'iter del provvedimento sia spedito. Ribadisce, quindi, che le Forze armate sono un patrimonio importantissimo per il Paese.
Gianluca RIZZO, presidente, ringrazia il collega Deidda per le parole di stima e sottolinea come la gestione dei lavori della Commissione sia stata facilitata dal buon senso e dalla professionalità di tutti i suoi membri.
Giovanni Luca ARESTA (M5S), relatore, si unisce ai ringraziamenti fatti dal collega Deidda e conferma lo spirito di massima collaborazione che animerà i lavori su questo provvedimento, al fine di rendere il servizio migliore al Paese.
Gianluca RIZZO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 17.15.
ALLEGATO 1
Interrogazione n. 5-03342 Paita: Sulla presenza di amianto nelle aree dell'Arsenale di La Spezia.
TESTO DELLA RISPOSTA
A premessa della risposta si ritiene necessario precisare che il modus operandi della Marina Militare, nella gestione dei materiali contenenti amianto (MCA) presenti nei propri luoghi di lavoro, è strettamente conforme alle disposizioni contenute nel decreto ministeriale 6 settembre 1994 e nel decreto ministeriale 20 agosto del 1999.
In particolare, il diagramma di flusso del processo di scelta del Metodo di Bonifica dei Manufatti (MCA), allegato al decreto ministeriale del 20 agosto 1999, chiarisce quali sono i criteri per la Valutazione del rischio della potenziale esposizione a fibre di amianto che, sostanzialmente, può sfociare in 3 possibili scenari:
Materiali Contenenti Amianto integri e non suscettibili di danneggiamento;
Materiali Contenenti Amianto suscettibili di danneggiamento;
Materiali Contenenti Amianto danneggiati.
Ora, nel caso in cui si tratti di Materiali Contenenti Amianto integri e non suscettibili e/o suscettibili di danneggiamento le disposizioni de qua, e successive modificazioni o integrazioni, prevedono un programma di controllo e manutenzione consistente nella mappatura e nel monitoraggio costante di tali materiali, al fine di prevenire il rilascio e la dispersione di fibre che permangono nella propria sede.
Ove, invece, l'esame dei materiali sfoci nel terzo scenario, materiali danneggiati, la cui superficie interessata dal danneggiamento sia superiore al 10 per cento del totale, si procede con le operazioni di Bonifica che possono avvenire per rimozione, incapsulamento e per confinamento.
Lo scenario sopra descritto evidenzia che la presenza di MCA non comporta di per sé un pericolo per la salute e, ciò nonostante, tutti i materiali contenenti amianto presenti nei luoghi di lavoro della Marina Militare sono stati caratterizzati e bonificati.
Peraltro, laddove i materiali bonificati insistono ancora presso la propria sede, sono soggetti a programma di controllo e manutenzione, nonché a monitoraggio ambientale.
All'uopo non ci si può esimere dal rilevare che tutti i materiali oggetto di odierna trattazione sono stati notificati all'ASL come previsto dal Piano di protezione dell'ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto di cui all'articolo 10 della legge 27 marzo 1992 n. 257.
Passando alla disamina dell'atto, oggetto di trattazione odierna, e analizzando le problematiche poste all'attenzione del Governo, per quanto riguarda la presenza di amianto sulle Unità Navali si rappresenta che, ad oggi, delle 167 Unità mappate dalla Marina Militare, le attività di bonifica hanno interessato 156 Unità, di cui 149 bonificate tranne gli elementi cosiddetti diffusi – ovvero piccole guarnizioni e/o interruttori – e 7 oggetto di interventi di bonifica parziale, il cui completamento sarà effettuato entro il corrente anno. Le rimanenti 11 Unità verranno bonificate nell'ambito della programmazione dei singoli Stabilimenti di lavoro. Con riferimento al quesito posto dall'Interrogante, nel porto di La Spezia sono presenti 66 Unità mappate, delle quali 55 bonificate tranne gli elementi diffusi, 6 oggetto di interventi di bonifica parziale, con completamento previsto entro il corrente anno, e 5 unità da bonificare nell'ambito della programmazione dello Stabilimento di lavoro di La Spezia.
Preme nuovamente sottolineare che, in osservanza del dettato normativo, tutto il materiale contenente amianto individuato e mappato a bordo delle Unità navali è bonificato per incapsulamento o confinamento ed oggetto di programma di controllo e manutenzione. Gli interventi di bonifica pianificati a bordo delle Unità navali, sono finalizzati a verificare periodicamente le condizioni degli MCA, assicurando che ne permangano inalterate nel tempo le buone condizioni, ovvero svolti in occasione di interventi di manutenzione correttiva degli apparati, al fine di prevenire potenziale disturbo al materiale contenente amianto bonificato, nelle more dell'intervento di rimozione definitiva da eseguirsi alla prima favorevole occasione.
Anche il naviglio minore, di cui la Forza armata dispone per lo svolgimento dei servizi istituzionali e portuali, è stato interessato da un programma di monitoraggio e di mappatura: dei 623 mezzi minori, risultano bonificati, a eccezione degli elementi diffusi, 598 mezzi, mentre per i restanti 25 che, comunque, che non presentano situazioni di potenziale rischio e sono monitorati, la bonifica è inserita nella pianificazione degli interventi da effettuare.
La Marina Militare, al momento, ha definito un piano decennale 2020-2030 di possibili bonifiche – comprese, quindi, anche quelle da materiale contenente amianto che daranno poi luogo ai programmi di controllo e manutenzione – che riguardano Unità (per il corrente anno sono previsti 16 interventi), mezzi, materiali, siti e infrastrutture, per complessivi 54 milioni di euro.
Inoltre, come ricordato dall'interrogante, con l'approvazione dell'emendamento presentato in sede di discussione del disegno di legge di bilancio 2020 e recepito nell'articolo 1, comma 102, della legge n. 160 del 2019, il Fondo per la progettazione preliminare e definitiva degli interventi di bonifica di beni contaminati da amianto è incrementato di 4 milioni di euro per ogni anno del triennio 2020-2022, da destinare alle operazioni di bonifica amianto sulle navi militari.
Per quanto riguarda le infrastrutture, a far data dal 2011, la Marina Militare ha istituito anche un database gestito a livello territoriale, per disporre di una mappatura degli immobili con presenza di materiali contenenti amianto.
Dall'analisi del database, risultano 961 immobili/compendi in uso alla Forza armata, di cui 834 privi di amianto e 127 con presenza di tale materiale che viene gestito secondo i disposti normativi di cui ho già fatto cenno.
Riguardo al compendio dell'Arsenale di La Spezia, il database riporta 123 casistiche – tutte notificate all'Azienda Sanitaria Locale – delle quali 84 relative a materiali con amianto già bonificati mediante rimozione definitiva, 36 sottoposti a programma di controllo/manutenzione e 3 senza presenza di amianto.
Sul punto, per completezza, si sottolinea che gli atti che attengono alla mappatura dei MCA rinvenuti presso gli Arsenali Militari Marittimi delle sedi di La Spezia, Taranto, Augusta e Brindisi sono visionabili nella sezione «Amministrazione trasparente» del sito istituzionale Marina Militare al percorso https://www.marina.difesa.it/documentazione/trasparente/Pagine/InformazioniAmbientali.aspx.
Relativamente, infine, alle opere protette in caverna (ovvero le gallerie collocate sulla strada napoleonica), il database riporta 2 casistiche, per le quali esiste un progetto definitivo di bonifica per rimozione, compreso anche lo smaltimento di rifiuti speciali presenti in caverna, riconducibili ad apparecchiature/attrezzature da lavoro non più a norma e in carente stato di conservazione a causa dei livelli di umidità del luogo, in disuso dagli anni ottanta.
Le attività di aggiornamento del progetto definitivo e di affidamento del progetto esecutivo saranno avviate nel corrente esercizio finanziario; la struttura è interdetta e, per verificarne lo stato di conservazione, viene ispezionata periodicamente da personale abilitato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuale.
Prima di concludere questo intervento, desidero evidenziare come la Difesa abbia posto e continuerà a porre particolare attenzione alla salvaguardia della salute del proprio personale e alla sicurezza nei luoghi di lavoro, impegnandosi concretamente e con determinazione per garantire idonee condizioni d'impiego del personale.
ALLEGATO 2
Interrogazione n. 5-05016 Ferrari: Sulla missione EMASOH nel Golfo Persico.
TESTO DELLA RISPOSTA
La tensione che caratterizza da tempo l'area dello Stretto di Hormuz è oggetto di particolare attenzione da parte della comunità internazionale, per gli indubbi riflessi sulla navigabilità e sulla sicurezza delle rotte marittime.
In merito, l'Italia, anche nell'ottica di salvaguardare i propri fondamentali interessi, ha manifestato, attraverso il Joint Statement dello scorso 20 gennaio, l'intenzione di supportare la creazione della Missione EMASOH, confermando tale appoggio politico nelle conclusioni del vertice italo-francese di Napoli dello scorso febbraio.
Al riguardo, lo scorso 25 giugno, davanti alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, il Ministro della difesa ha avuto modo di ribadire tale posizione, aggiungendo che l'Italia, pur aderendo politicamente all'iniziativa promossa da Parigi, non prevede di contribuire, nel breve termine, al corrispondente sforzo militare.
Tale valutazione scaturisce anche dalla considerazione del fatto che gli impegni attualmente in atto – tra i quali ben cinque nuove missioni – impongono, nella presente circostanza, di calibrare al massimo grado le risorse e le forze disponibili.
In ogni caso, considerata la rilevanza che rappresenta la sicurezza marittima in quell'area per i nostri flussi di approvvigionamento e di esportazione, che vedono coinvolte molte navi battenti bandiera nazionale con equipaggi italiani, il Dicastero ritiene che tale opportunità possa e debba essere esplorata nel corso della definizione degli impegni internazionali per il 2021, di concerto con il Ministero degli affari esteri.
Tale intendimento rappresenta, per il Ministero della difesa, la naturale e diretta espressione della volontà del nostro Paese di continuare a costituire un punto di riferimento per i Paesi del Golfo, a garanzia del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, nonché di tutela degli interessi strategici nazionali.