VIII Commissione
Ambiente, territorio e lavori pubblici
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
Commissione VIII (Ambiente)
Comm. VIII
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:
5-04756 Pezzopane: Messa in sicurezza ambientale dell'acquifero del Gran Sasso ... 74
ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 78
5-04757 Cunial: Rischi per l'equilibrio dell'ecosistema legati alla presenza sul territorio nazionale del laboratorio PoloGGB di produzione di zanzare geneticamente modificate ... 74
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 80
5-04758 Labriola: Riciclo e riutilizzo dei rifiuti derivanti dai prodotti da fumo ... 75
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 82
5-04759: D'Ippolito: Direzione e gestione del parco nazionale del Pollino ... 75
ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 83
5-04760 Butti: Individuazione di un sito alternativo per la lavorazione del materiale di scarto proveniente dal cantiere della variante della Tremezzina ... 75
ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 84
Interventi per il settore ittico e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. Delega al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore. Testo unificato C. 1008 L'Abbate ed abb. (Parere alla XIII Commissione) (Seguito esame e conclusione – Parere favorevole) ... 76
ALLEGATO 6 (Parere approvato dalla Commissione) ... 85
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Mercoledì 14 ottobre 2020. — Presidenza della presidente Alessia ROTTA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Morassut.
La seduta comincia alle 14.
Alessia ROTTA, presidente, avverte che la pubblicità della seduta sarà assicurata – ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del Regolamento e la prassi applicativa dei pareri della Giunta del Regolamento del 14 luglio 2004 e 26 giugno 2013 – anche attraverso la web-tv della Camera dei deputati. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.
L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 135-ter del Regolamento, aventi ad oggetto questioni di competenza del Ministero dell'Ambiente.
Ricorda che, per ciascuna interrogazione, il presentatore ha facoltà di illustrarla per non più di un minuto, mentre il rappresentante del Governo ha non più di tre minuti per la risposta. Successivamente, l'interrogante ha facoltà di replica, per non più di due minuti.
5-04756 Pezzopane: Messa in sicurezza ambientale dell'acquifero del Gran Sasso.
Stefania PEZZOPANE (PD), illustra l'interrogazione in titolo, facendo presente che sulla mancata sicurezza delle acque del Gran Sasso, tema che è da tempo all'attenzione del Ministero, è in corso un contenzioso che dura da anni. È recente la chiusura di una complessa inchiesta della Procura della Repubblica che ha condannato ad adempiere ad alcune prescrizioni il Laboratorio di fisica nucleare, i Laboratori del Gran Sasso e la società che gestisce l'acquedotto del Ruzzo, che compromettono tutti, con la loro attività, la salubrità dell'acquifero. Fa presente che è stato recentemente nominato un commissario per coordinare e gestire le operazioni necessarie alla messa in sicurezza dell'acquifero, che, per portata e quantità, assolve al fabbisogno di quasi metà della popolazione abruzzese.
Il Sottosegretario Roberto MORASSUT, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Stefania PEZZOPANE (PD), replicando, ringrazia il rappresentante del Governo per la risposta della quale si dichiara soddisfatta. Invita il Ministero a vigilare sull'effettivo rispetto della scadenza del 31 dicembre 2020 ricordata dal sottosegretario, affinché sia definitivamente scongiurato il rischio della presenza di sostanze inquinanti nell'acquifero. Auspica inoltre che prosegua il monitoraggio preannunciato nella risposta del Governo e anticipa che in sede di Ufficio di presidenza chiederà che la Commissione svolga l'audizione del commissario Gisonni al fine di avere la più piena conoscenza dello stato dell'arte di quel territorio.
5-04757 Cunial: Rischi per l'equilibrio dell'ecosistema legati alla presenza sul territorio nazionale del laboratorio PoloGGB di produzione di zanzare geneticamente modificate.
Sara CUNIAL (MISTO), illustra l'interrogazione in titolo.
Il Sottosegretario Roberto MORASSUT, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Sara CUNIAL (MISTO), replicando, si dichiara solo parzialmente soddisfatta della risposta del rappresentante del Governo. Fa presente che la Corte di giustizia dell'Unione Europea ha emesso una sentenza sulla natura giuridica dei nuovi OGM, cosiddetti NBT. La Corte asserisce che gli organismi ottenuti mediante multigenesi sono OGM nel senso indicato dalla specifica direttiva dell'Unione, dal momento che viene modificato il materiale genetico. Ne consegue che tali organismi rientrino in linea di principio nell'ambito dell'applicazione della direttiva sugli OGM e siano quindi soggetti agli obblighi da questa previsti. La Corte precisa anche che gli Stati membri sono liberi di assoggettare alla normativa europea tali organismi, con ciò implicitamente richiamando anche l'Italia ad adottare al riguardo una linea netta e decisa.
Anche la scelta di escludere tali organismi dall'ambito di applicazione della direttiva non significa che questi possano essere disseminati nell'ambiente in modo deliberato e immessi sul mercato dell'Unione. Il rappresentante del Governo riporta nella risposta la posizione di Ispra secondo cui, anche se fossero deliberatamente immesse nell'ambiente, le specie di cui all'interrogazione non riuscirebbero a sopravvivere e questo potrebbe rappresentare un elemento rassicurante.
Tuttavia l'Italia deve a suo giudizio prendere in considerazione l'idea di darsi una regolamentazione sugli NBT, che a suo avviso non si trovano solo nelle specie di cui all'interrogazione e non si producono solo nel progetto del PoloGGB, finanziato da multinazionali filantropiche, tra cui la Bill e Melinda Gates e gestito da personaggi importanti assurti all'onore delle cronache degli ultimi giorni, come il professor Crisanti, ma si ritrovano anche in agricoltura e in campo farmaceutico per la produzione di vaccini, tra i quali il Moderna, che probabilmente sarà reso obbligatorio in funzione anti Covid-19.
Ribadisce pertanto l'esigenza che l'Italia prenda una posizione chiara rispetto agli organismi geneticamente modificati nel territorio italiano per evitare che, in assenza di tale posizione, a decidere sul nostro territorio sia qualche multinazionale o lobby filantropica.
5-04758 Labriola: Riciclo e riutilizzo dei rifiuti derivanti dai prodotti da fumo.
Vincenza LABRIOLA (FI), illustra l'interrogazione in titolo.
Il Sottosegretario Roberto MORASSUT, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Vincenza LABRIOLA (FI), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta del Governo, che differisce la questione al momento del recepimento della direttiva europea «SUP» citata dal sottosegretario Morassut, in una prospettiva temporale fissata al 2023. Osserva infatti che in Italia ci sono numerose sperimentazioni per il riciclo e il riutilizzo in edilizia e agricoltura dei rifiuti dei prodotti da fumo. Università e start up stanno investendo e puntando sul riciclo di un rifiuto che ha un fortissimo impatto ambientale, proponendo addirittura lo scambio di una modica quantità di mozziconi di sigaretta con qualche chilo di frutta e verdura.
Convinta che anche i produttori debbano fare la loro parte per il recupero e riciclo di questo rifiuto, e questo avverrà successivamente al recepimento della direttiva citata, ritiene opportuno che non vengano frustrate le aspettative delle aziende che hanno avviato delle sperimentazioni in tal senso. Confida quindi che il Governo faccia un passo nella direzione da lei auspicata e che il Paese, anticipando la normativa europea, si ponga ancora una volta al primo posto nel raggiungimento degli obiettivi di economia circolare.
5-04759: D'Ippolito: Direzione e gestione del parco nazionale del Pollino.
Giuseppe D'IPPOLITO (M5S), illustra l'interrogazione in titolo.
Il Sottosegretario Roberto MORASSUT, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).
Giuseppe D'IPPOLITO (M5S), replicando, prende atto della risposta del rappresentante del Governo, accogliendo favorevolmente la parte in cui si esplicita che il Ministero ha ancora in corso la valutazione del contributo finanziario concesso dal presidente del Parco nazionale del Pollino. Auspica che il Ministero attui una valutazione ampia e completa sulla gestione e direzione del parco, che raccolga le numerose indicazioni delle associazioni ambientaliste della zona, anche con riguardo alla centrale a biomasse del Mercure.
Confida, inoltre, che si terrà in maggior conto l'articolo 4 del decreto legislativo n. 39 del 2013, norma del pacchetto legislativo «anticorruzione», che fa espresso riferimento alla inconferibilità di incarichi in determinate situazioni e confida inoltre che venga rivista anche la posizione con riguardo all'articolo 11 della legge istitutiva dell'Arpacal, riguardo all'impossibilità per il direttore generale di svolgere altre attività, facendo presente, sul punto, di aver presentato espressa richiesta all'autorità anticorruzione della Calabria.
5-04760 Butti: Individuazione di un sito alternativo per la lavorazione del materiale di scarto proveniente dal cantiere della variante della Tremezzina.
Alessio BUTTI (FDI), illustra l'interrogazione in titolo, facendo presente che l'imminente avvio del cantiere della Tremezzina desta forti preoccupazioni per i cittadini e i turisti della zona della valle Intelvi, soprattutto con riferimento al sito individuato per la lavorazione del materiale di scarto.
Il Sottosegretario Roberto MORASSUT, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).
Alessio BUTTI (FDI), replicando, nella consapevolezza che la competenza sulla questione oggetto dell'interrogazione è certamente distribuita tra più Ministeri, fa presente di aver indirizzato l'atto di sindacato ispettivo al Ministro dell'ambiente in quanto la lavorazione del materiale di scarto di un cantiere provoca inquinamento acustico e produce polveri.
Non è ancora chiaro neanche il numero di camion che quotidianamente e per sei anni sposteranno tali materiali dal cantiere al sito individuato per il loro trattamento ed esprime forti preoccupazioni per un flusso di trasporto ingente che penalizzerà in modo consistente una valle a forte vocazione turistica, con una dotazione infrastrutturale non adeguata.
Osserva inoltre che è il sito prescelto per la lavorazione di tali materiali, ossia la valle Intelvi, è sufficientemente distante dal cantiere per rendere i cittadini di quella valle disinteressati alla realizzazione dell'opera – a suo giudizio necessaria e il cui avvio saluta con favore. Ritiene, quindi, che sia opportuno che venga dato ai territori della valle Intelvi che subiscono tale disagio un ristoro economico, ovvero, come richiesto in passato dal sindaco di Castiglione d'Intelvi, che venga individuato un sito diverso per il conferimento della lavorazione di tali materiali.
Alessia ROTTA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 14.40.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 14 ottobre 2020. — Presidenza della presidente Alessia ROTTA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Morassut.
La seduta comincia alle 14.40.
Interventi per il settore ittico e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. Delega al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore.
Testo unificato C. 1008 L'Abbate ed abb.
(Parere alla XIII Commissione).
(Seguito esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 13 ottobre scorso.
Alessio BUTTI (FDI) chiede alla relatrice se le disposizioni contenute nel provvedimento si riferiscano soltanto alle acque marine ovvero anche alle acque interne.
Giuseppina OCCHIONERO, relatrice, fa presente al collega Butti che l'ambito applicativo del provvedimento appare essere riferito alla sola pesca marittima professionale.
Alessio BUTTI (FDI) stigmatizza il fatto che, ogni qualvolta si trattano questioni che possano afferire all'ambiente acquatico, come per esempio è avvenuto nel testo di legge riferito alle isole minori, si faccia riferimento solo al mare e non anche ai laghi e fiumi. Il testo all'esame della Commissione contiene disposizioni interessanti – come ad esempio quelle relativa al trattamento sostitutivo della retribuzione in favore dei lavoratori della pesca professionale, all'acquacoltura e agli allevamenti intensivi – che a suo giudizio dovrebbero essere estese anche ai pescatori che operano nelle acque interne. La fauna ittica di lago, infatti, racconta tradizioni e tiene in piedi intere economie. Il territorio nazionale conta numerosi laghi, tutti molto pescosi, dove insistono e lavorano pescatori professionisti al pari di quanto avviene nel mare.
Nel preannunciare che sensibilizzerà anche i colleghi della Commissione di merito affinché le misure contenute nel provvedimento possano essere estese anche alle acque interne, chiede alla relatrice di far menzione di tale questione nella proposta di parere.
Giuseppina OCCHIONERO, relatrice, nel giudicare fondate le questioni di merito poste dal collega Butti, chiede alla presidenza una breve sospensione della seduta, al fine di svolgere gli opportuni approfondimenti in vista della presentazione della proposta di parere.
Alessia ROTTA, presidente, in ragione della richiesta della relatrice, sospende brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 14.45, è ripresa alle 14.50.
Giuseppina OCCHIONERO, relatrice, presenta una proposta di parere (vedi allegato 6) che tiene conto anche delle osservazioni emerse nel corso del dibattito.
Il sottosegretario Roberto MORASSUT concorda con la proposta di parere della relatrice.
Paola DEIANA (M5S) preannuncia il voto favorevole del Movimento 5 Stelle, anche alla luce della interlocuzione informale avuta con la relatrice, volta ad inserire nel parere una condizione che mira a riequilibrare la composizione delle Commissioni di riserva, espungendo i rappresentanti delle associazioni della pesca e dell'acquacoltura, le cui indicazioni ritiene opportuno vengano in ogni caso tenute in considerazione dalle Commissioni medesime.
Tommaso FOTI (FDI), nel fare presente che il provvedimento è calendarizzato in Assemblea per il prossimo 19 ottobre, al di là del parere che potrà esprimere la Commissione, che peraltro non è neanche rinforzato, ritiene che sarebbe invece opportuna una ulteriore e più approfondita riflessione da parte della Commissione di merito sull'impianto generale della legge che appare essere in più punti carente.
Alessia ROTTA, presidente, ritiene che la proposta di parere presentata dalla relatrice si inserisca nell'ambito delle competenze della Commissione, non potendosi in essa fare valutazioni che esulano da tali competenze.
Elena LUCCHINI (LEGA) preannuncia l'astensione del proprio gruppo sulla proposta di parere sul testo di legge – su cui il proprio gruppo ha una posizione favorevole – astensione motivata dall'inserimento della condizione che mira ad espungere, all'interno delle Commissioni di riserva, la rappresentanza di esperti locali, che a suo giudizio avrebbero potuto invece dare un apporto concreto e significativo per l'operato di tali organismi.
La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole con condizione presentata dalla relatrice (vedi allegato 6).
La seduta termina alle 15.
ALLEGATO 1
5-04756 Pezzopane: Messa in sicurezza ambientale dell'acquifero del Gran Sasso.
TESTO DELLA RISPOSTA
Con riferimento alle questioni poste, ferme restando le competenze del Ministero della salute per gli aspetti sanitari, si segnala che la problematica rappresentata è nota da tempo al Ministero dell'ambiente.
Il tema in questione nasce dal fatto che, a seguito dei lavori effettuati per la realizzazione della Galleria Autostradale del Traforo del Gran Sasso e dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) dell'istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), è stata rilevata l'esistenza di una consistente falda acquifera attualmente in uso a scopo idropotabile, che soddisfa il fabbisogno di circa 700 mila abitanti dei Comuni delle Province di Teramo e dell'Aquila. La particolare ubicazione della risorsa, ricadente tra i due centri di pericolo, Laboratori Nazionali del Gran Sasso e Galleria autostradale, non permette il rispetto dei dettami dall'articolo 94 del decreto legislativo n. 152 del 2006, con particolare riferimento alla delimitazione e disciplina della cosiddetta «zona di tutela assoluta» e della cosiddetta «zona di rispetto». La presenza di tali centri di pericolo rende, infatti, vulnerabili le fonti di approvvigionamento in questione. Peraltro, i LNGS sono classificati come «impianti a rischio di incidente rilevante».
Pertanto, al fine di mettere in sicurezza la falda idropotabile sono stati attuati dalla Regione diversi interventi, per un costo complessivo di circa 80 milioni di euro. In particolare, sono stati attivati:
un sistema di dreni, lateralmente e al di sopra della volta delle due gallerie autostradali per una lunghezza di 5 km, che porta l'acqua della falda ad una condotta di cemento che corre sotto ognuna delle due gallerie;
un sistema di allerta rapido con monitoraggio in continuo per dare immediato avviso nel caso in cui vi sia presenza di sostanze indesiderate. Inoltre, tra la Regione e gli altri Enti territoriali coinvolti è stato attuato, nel 2017, un Protocollo di intesa secondo cui, nel caso in cui i centri coinvolti abbiano necessità di operare particolari interventi, questi siano immediatamente segnalati per consentire il tempestivo avvio di opportuni controlli. Successivamente, con la legge n. 55 del 2019 di conversione del decreto-legge n. 32 del 2019, è stata prevista la nomina del Commissario straordinario per la sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso e con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 novembre 2019 è stato nominato Commissario straordinario il Prof. Gisonni, il cui incarico avrà termine il 31 dicembre 2021.
Con la richiamata legge è stato, inoltre, stabilito che la protezione dei punti di captazione deve essere garantita dall'esecuzione degli interventi di messa in sicurezza determinati dall'attività del Commissario cui compete altresì la messa in sicurezza delle gallerie autostradali e dei laboratori. Per la definizione dei progetti e, per la realizzazione degli interventi strutturali di completa messa in sicurezza dell'acquifero del Gran Sasso e del sistema di captazione delle acque potabili, è stata autorizzata la spesa complessiva di euro 20 milioni per l'anno 2019, 50 milioni per l'anno 2020 e 50 milioni per l'anno 2021.
Inoltre, recenti modifiche della normativa comunitaria e nazionale in materia di acque destinate al consumo umano (direttiva 2015/1787 e decreto ministeriale del Ministero della salute di concerto con il Ministero dell'ambiente 14 giugno 2017) hanno introdotto la possibilità di applicare il modello dei Water Safety Plans (Piani di Sicurezza dell'Acqua — PSA) alla filiera idropotabile. Tale modello prevede un'attenta valutazione del rischio in relazione alle caratteristiche sito-specifiche delle zone di approvvigionamento, con particolare riferimento a pressioni ed impatti che potrebbero avere influenza sulla qualità dell'acqua destinata al consumo umano, consentendo una gestione basata sulla prevenzione dei rischi e applicando un monitoraggio mirato.
A tal proposito, l'ISS sta seguendo, nell'ambito di un gruppo di lavoro con i vari Enti interessati, la redazione del PSA per il Sistema idrico del Gran Sasso, in fase di finalizzazione.
Da ultimo, in merito alla dismissione degli esperimenti LVD e Borexino da parte dei Laboratori del Gran Sasso, la Regione Abruzzo ha segnalato che sono state esperite, con esito positivo, le procedure ambientali previste (VINCA) e i Laboratori hanno, nel corso delle ultime riunioni della Commissione e in riscontro alle richieste, di avanzamento delle attività da parte della Regione stessa, assicurato il rispetto della scadenza del 31 dicembre 2020.
ALLEGATO 2
5-04757 Cunial: Rischi per l'equilibrio dell'ecosistema legati alla presenza sul territorio nazionale del laboratorio PoloGGB di produzione di zanzare geneticamente modificate.
TESTO DELLA RISPOSTA
Occorre, innanzitutto, premettere che, nel caso di una sperimentazione con OGM condotta in ambiente confinato, le disposizioni del decreto legislativo n. 224 del 2003 stabiliscono che un OGM può essere utilizzato a scopo sperimentale in ambiente confinato in strutture apposite dove si applichino misure specifiche di confinamento che ne impediscano effettivamente il contatto con l'ambiente e con la popolazione, garantendo un elevato livello di sicurezza di questi ultimi. Per quanto riguarda la sperimentazione in ambiente confinato con zanzare GM condotta dal Polo d'innovazione di Genomica, Genetica e Biologia di Temi, il Ministero dell'ambiente ha provveduto ad acquisire informazioni sulla sperimentazione già dal giugno 2019. Successivamente, si è provveduto a richiedere il parere dell'ISPRA per valutare se le procedure di contenimento applicate costituiscano misure rigorose e specifiche di confinamento.
Sulla base della documentazione acquisita, ISPRA ha ritenuto adeguate le misure di confinamento e le procedure di gestione del rischio adottate. In particolare, l'istituto ha segnalato che l'impiego di zanzare GM, valutando i potenziali fattori di rischio derivanti da insetti geneticamente modificati non infetti da un patogeno, è stato classificato di rischio 2 e pertanto il livello di contenimento richiesto è il 2. L'attuale quadro normativo europeo (Direttiva 2009/41/CE) e italiano (decreto legislativo n. 206 del 2001) stabilisce i requisiti per le misure di contenimento applicabili a qualsiasi lavoro sperimentale con microrganismi, piante o animali geneticamente modificati. Tuttavia, tali misure di contenimento non sono specifiche per gli artropodi GM, per cui sono state utilizzate anche tecniche di contenimento specifiche per gli artropodi in classe di rischio 2, definite da esperti e istituzioni scientifiche internazionali. Particolare attenzione deve essere prestata durante tutte le fasi del lavoro in insettario al fine di prevenire il rilascio di zanzare dal contenimento primario. Sono quindi previste misure di confinamento fisico garantite da: la struttura del laboratorio, l'implementazione delle procedure operative, l'organizzazione del laboratorio e la gestione dei rifiuti funzionali al fine di ridurre al minimo la possibilità che le zanzare GM possano essere rilasciate accidentalmente o deliberatamente nell'ambiente.
Le misure di contenimento fisico sono adattate alle esigenze della gestione ordinaria. Tuttavia, nella valutazione dei rischi è stato preso in considerazione anche uno «scenario estremo» quale, ad esempio, un incendio o un terremoto distruttivo. Ulteriore misura di contenimento è quella geografica in quanto la specie Anopheles gambiae è tropicale e non è in grado di colonizzare regioni climatiche temperate. Infatti, nonostante la continuità territoriale con l'Africa tropicale, queste zanzare non sono presenti neanche nelle regioni mediterranee del Nord Africa. In caso di rilascio accidentale, secondo ISPRA si può affermare, con ragionevole certezza, che le suddette zanzare non sarebbero in grado di riprodursi a lungo e non potrebbero in ogni caso superare la stagione invernale. Un ultimo aspetto importante è relativo al potenziale trasferimento verticale del DNA ricombinante da zanzare GM a specie selvatiche italiane, che tuttavia non sono compatibili.
Si segnala, inoltre, che al momento, per quanto a conoscenza dell'Istituto, le zanzare GM oggetto di studio presso il Polo Genomica, Genetica e Biologia, non sono mai state utilizzate in sperimentazioni in campo aperto in nessun luogo del mondo, in quanto la finalità stessa del Polo è quella di raccogliere dati, ed informazioni sul comportamento di tali zanzare in un ambiente confinato in grado di simulare il più possibile l'ambiente naturale di rilascio.
Si rappresenta, infine, che della sperimentazione condotta dal Polo GGB di Terni è stata data ampia informazione sia a livello di Unione europea che a livello internazionale, da ultimo durante i lavori del Secondo Incontro dell’Open-ended Working Group on the Post-2020 Global Biodiversity Framework, tenutosi a Roma presso la FAO nel febbraio 2020, nell'ambito dei lavori preparatori della 15a Conferenza delle Parti contraenti la Convenzione sulla Diversità Biologica e della 10a Conferenza delle Parti contraenti il Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza.
ALLEGATO 3
5-04758 Labriola: Riciclo e riutilizzo dei rifiuti derivanti dai prodotti da fumo.
TESTO DELLA RISPOSTA
L'abbandono incontrollato dei mozziconi di sigarette comporta un innegabile impatto ambientale. Da alcune informazioni bibliografiche, seppur non sufficienti ai fini di una completa classificazione del rifiuto in relazione alle varie caratteristiche di pericolo di cui all'allegato III della direttiva 2008/98/CE, è infatti possibile rilevare che all'interno del mozzicone possono essere presenti diverse sostanze pericolose.
Come noto, la legge n. 221 del 2015 ha introdotto nel testo unico ambientale, all'articolo 232-bis, le disposizioni inerenti il contrasto all'abbandono dei rifiuti di prodotti da fumo sul suolo, nelle acque e negli scarichi, prevedendo altresì che i Comuni provvedano ad installare nei luoghi di alta aggregazione sociale appositi raccoglitori e stabilendo, opportune sanzioni amministrative i cui proventi sono destinati ai Comuni stessi che hanno irrogato le sanzioni, per finanziare le citate iniziative di raccolta e per la realizzazione di campagne di sensibilizzazione dei consumatori.
Ferma restando la richiamata normativa vigente in materia, per quanto concerne le iniziative da adottare al fine di favorire operazioni di riciclo dei rifiuti dei prodotti da fumo, si evidenzia che la Direttiva (UE) 2019/904 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 giugno 2019, che prevede iniziative specifiche destinate alla riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente, cosiddetta «Direttiva SUP — Single-Use-Plastics», che dovrà essere recepita entro il 3 luglio 2021, tra le misure di contrasto, stabilisce l'istituzione di schemi di responsabilità estesa del produttore, da adottare entro il 5 gennaio 2023, proprio per i prodotti del tabacco con filtri e filtri commercializzati in combinazione con i prodotti del tabacco.
Tale disposizione prevede che i produttori di tali prodotti dovranno sostenere sia i costi delle misure di sensibilizzazione previste dalla Direttiva sia i costi di rimozione dei rifiuti di tali prodotti dispersi e il successivo trasporto e trattamento.
Dovrà dunque essere assicurato che i produttori coprano i costi della raccolta dei rifiuti di tali prodotti conferiti nei sistemi di raccolta pubblici, compresa l'infrastruttura e il suo funzionamento e il successivo trasporto e trattamento.
La realizzazione del sistema di raccolta darà quindi via alla creazione ed allo sviluppo della relativa filiera, comprese anche tutte le possibili modalità di riciclaggio e recupero che si rendono disponibili per questa tipologia di rifiuti.
ALLEGATO 4
5-04759: D'Ippolito: Direzione e gestione del parco nazionale del Pollino.
TESTO DELLA RISPOSTA
Con riferimento alle questioni poste, per quanto attiene, in primo luogo, alla corretta attuazione del piano di monitoraggio e controllo della Centrale Termoelettrica nella Valle del Mercure, si evidenzia che l'Ente Parco Nazionale del Pollino, nell'ambito delle proprie competenze, con apposito provvedimento direttoriale, aveva espresso il proprio dissenso alla riattivazione della sezione 2 della Centrale. Detto dissenso, sulla base di quanto stabilito dall'articolo 14-ter della legge n. 241 del 1990 nella versione all'epoca vigente, è stato superato dalla Deliberazione del Consiglio dei ministri dell'11 giugno 2015, nella quale veniva previsto il rispetto di un Accordo di compensazione sottoscritto dal Parco stesso unitamente alle Autorità regionali di Calabria e Basilicata, ad Enel nonché a sette Autorità comunali ed alcune Organizzazioni Sindacali.
Nell'ambito di tale Accordo veniva peraltro istituito un Osservatorio Ambientale a «tutela e salvaguardia ambientale e della salute e sicurezza delle popolazioni».
Con riferimento, inoltre, al richiamato articolo 11 della legge della regione Calabria n. 20 del 1999, il quale qualifica espressamente come incompatibile con altre attività professionali il rapporto di lavoro del direttore generale dell'ARPA Calabria, si rappresenta innanzitutto che la valutazione della inconferibilità di tale incarico rientra nelle dirette competenze della Regione. Ad ogni modo, nel ribadire la legittimità della nomina a Presidente dell'Ente Parco da parte del Ministero dell'ambiente, peraltro anteriore al conferimento dell'incarico di direttore generale dell'Arpa Calabria, si osserva altresì che, sulla base della normativa vigente, l'incarico di Presidente di Ente Parco non si qualifica come Organo di gestione amministrativa ma piuttosto quale Organo di rappresentanza e di indirizzo dell'Ente. Inoltre, tale incarico non rientra nel novero delle attività professionali, trattandosi di una nomina conferita da un Ministro della Repubblica con atto di alta amministrazione, che non implica, tra l'altro un vincolo di esclusività.
Si informa, infine, che la delibera del Consiglio direttivo del Parco n. 22 del 9 settembre 2020, con la quale è stato disposto il conferimento di un contributo straordinario per la manifestazione «I- International Film Festival» è stata trasmessa al Ministero dell'ambiente per il controllo tutorio lo scorso 16 settembre, a manifestazione già iniziata. La citata delibera è, pertanto, in corso di esame da parte della competente Direzione Generale del Ministero.
ALLEGATO 5
5-04760 Butti: Individuazione di un sito alternativo per la lavorazione del materiale di scarto proveniente dal cantiere della variante della Tremezzina.
TESTO DELLA RISPOSTA
Con riferimento alle questioni poste, premesso che le stesse non rientrano nelle dirette competenze del Ministero dell'ambiente, si è provveduto a richiedere informazioni alle competenti Autorità locali.
Al riguardo, la Regione Lombardia ha fatto presente che la Variante alla Tremezzina lungo la SS. 340 «Regina» è stata oggetto di procedura di VIA regionale nel 2015 (decreto n. 7879 del 29 settembre 2015 con pronuncia positiva di compatibilità ambientale con prescrizioni e VIC positiva). È stata, inoltre, individuava l'ex Cava Citrini quale area, di cantiere/campo base (baraccamenti, logistica del cantiere).
Per quanto riguarda l'individuazione di siti di destino dei materiali inerti, ai sensi della normativa sulle terre e rocce da scavo, la stessa è stata rinviata dal predetto provvedimento all'approvazione del Piano di utilizzo, previa istanza da parte del Proponente alla Regione Lombardia quale Autorità competente per la VIA, preliminarmente all'inizio dei lavori e nell'ambito di specifica verifica di ottemperanza.
Allo stato attuale, sulla base delle informazioni a disposizione della Regione, i lavori non risultano avviati e neppure ancora aggiudicati.
A tal proposito, anche la Provincia di Como ha rappresentato che il materiale di scavo, secondo le previsioni del progetto definitivo approvato, non viene conferito a Castiglione Intelvi nell'area ex Cava Citrini, ma solo lavorato per il successivo riutilizzo all'interno dei lavori di costruzione della galleria.
Sempre secondo quanto riferito dalla Provincia, l'area indicata risulta peraltro la destinazione compatibile a livello urbanistico. L'impresa appaltatrice, a valle del contratto, dovrà redigere il progetto esecutivo, nel quale sarà disciplinata la cantierizzazione dell'opera. All'interno di tale progetto quindi sarà indicata in via definitiva la località di destinazione per l'esecuzione della lavorazione dello smarino.
La Provincia di Como segnala, infine, che, non essendo ancora redatto il progetto esecutivo, non si può allo stato attuale asserire con certezza che la Ex Cava Citrini sarà interessata dalle lavorazioni di materiale inerte, potendo lo stesso progetto esecutivo individuare siti alternativi per la lavorazione e il conferimento definitivo.
ALLEGATO 6
Interventi per il settore ittico e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. Delega al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore. Testo unificato C. 1008 L'Abbate ed abb.
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE
La VIII Commissione,
esaminato, per le parti di competenza, il testo unificato C. 1008 L'Abbate ed abb., come risultante dalle proposte emendative approvate, recante Interventi per il settore ittico e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. Delega al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore;
premesso che:
l'articolo 3, istitutivo del Fondo pesca CISOA, prevede che le risorse eccedenti siano destinate anche a sostenere le misure di tutela all'ecosistema marino;
l'articolo 5, istitutivo del Fondo per lo sviluppo della filiera ittica, prevede che i finanziamenti siano destinati anche ad interventi orientati nel senso dell'economia circolare, alla salvaguardia dell’habitat marino e della raccolta dei rifiuti in mare durante l'attività di pesca;
l'articolo 11 modifica la composizione delle Commissioni di riserva delle aree marine protette;
l'articolo 14 dispone in merito alla pesca del tonno rosso ed alla relativa filiera;
l'articolo 15-ter destina anche a finalità ambientali la quota parte delle aliquote derivanti dalle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi destinata ai comuni;
l'articolo 15-quinquies prevede sanzioni per la violazione del divieto di cattura della specie Lithophaga lithophaga;
considerato che l'integrazione della composizione della Commissione di riserva – con tre esperti locali designati dalle associazioni nazionali della pesca professionale comparativamente più rappresentative (rispettivamente per imprese di pesca, cooperative di pesca e imprese di acquacoltura) e un rappresentante di ogni organizzazione sindacale stipulante i contratti collettivi – altera gli equilibri decisionali all'interno della medesima Commissione che persegue, in via prioritaria, le finalità di tutela dell'ambiente marino previste dalle norme sull'istituzione e il funzionamento delle aree marine protette. Gli interessi del comparto della pesca sono peraltro già rappresentati dai membri nominati dagli enti locali, con ampia facoltà di essere consultati nelle diverse fasi di istituzione, regolamentazione e gestione delle suddette aree;
reputato utile verificare l'esigenza di estendere le misure recate dalla legge, con riguardo alla tutela dell'ambiente acquatico, anche alle acque interne (laghi e fiumi),
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con la seguente condizione:
all'articolo 11 – al fine di mantenere la composizione attuale dei membri della Commissione di riserva, disponendo la sola sostituzione dell'ISPRA all'ICRAM nella designazione dell'esperto – si sopprimano le parole da «da tre esperti locali» fino alla fine dell'articolo, prevedendo comunque la possibilità che la Commissione acquisisca i pareri che le associazioni rappresentative delle imprese di pesca, cooperative di pesca e imprese di acquacoltura ritengano di inviarle.