VII Commissione
Cultura, scienza e istruzione
Cultura, scienza e istruzione (VII)
Commissione VII (Cultura)
Comm. VII
Schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund (Rilievi alla V Commissione) (Seguito dell'esame e conclusione – Deliberazione di rilievi) ... 94
ALLEGATO 1 (Prima proposta di rilievi del relatore) ... 104
ALLEGATO 2 (Rilievi deliberati dalla Commissione) ... 109
Schema di decreto ministeriale per la definizione di nuove classi del corso di laurea in scienze dei materiali e dei corsi di laurea magistrale in scienze dei materiali e in data science. Atto n. 193 (Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio) ... 100
ALLEGATO 3 (Proposta di parere del Relatore) ... 114
DELIBERAZIONE DI RILIEVI
Martedì 29 settembre 2020. — Presidenza della presidente Vittoria CASA. — Interviene la viceministra dell'istruzione Anna Ascani.
La seduta comincia alle 11.40.
Schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund.
(Rilievi alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Deliberazione di rilievi).
La Commissione prosegue l'esame dello schema di relazione in titolo, rinviato nella seduta del 24 settembre 2020.
Gianluca VACCA (M5S), relatore, premette di aver cercato, nonostante il poco tempo a disposizione, di operare una sintesi sia delle tematiche già oggetto d'esame, in altre sedi, da parte della Commissione, sia di quelle emerse nel corso delle audizioni svoltesi la scorsa settimana in materia di priorità nell'utilizzo del Recovery Fund. Illustra quindi una proposta di deliberazione di rilievi (vedi allegato 1), che tiene conto dei suggerimenti avanzati dai rappresentanti dei gruppi presenti in Commissione.
Valentina APREA (FI), pur apprezzando lo sforzo di sintesi compiuto dal relatore, che nella proposta di rilievi ha tenuto conto di indicazioni provenienti da tutti i gruppi, comprese quelle del suo gruppo relative al settore istruzione, si dice dubbiosa rispetto all'utilità del lavoro che non solo il Parlamento ma anche il Governo sta svolgendo per l'individuazione delle priorità per l'utilizzo delle risorse europee del NGEU. Teme che questo dibattito sia destinato a rivelarsi un mero esercizio dialettico fine a se stesso. Ricorda infatti che le risorse dell'Europa in primo luogo non sono ancora certe, in quanto l'accordo politico dovrà essere ratificato dagli Stati membri e i termini dell'applicazione dovranno essere disciplinati con regolamenti europei, e, in secondo luogo, se anche arriveranno, non arriveranno tanto presto. La questione è tanto delicata che non è chiaro, in questo momento, neanche se o come il Governo potrà tenere conto di queste risorse nella prossima legge di bilancio.
Evidenzia che si conoscono solo le conclusioni del Consiglio europeo dello scorso 17 luglio, dove sono state approvate le cifre generali, i titoli dei programmi del dispositivo RRF e le Linee guida approvate giovedì scorso dalla Commissione europea. Manca ancora tutto il resto: i Recovery Plan nazionali, l'approvazione del regolamento che determina le norme sul funzionamento del fondo, la decisione sulle risorse proprie da iscrivere nel bilancio comunitario, la ratifica da parte dei Parlamenti nazionali. In termini pratici ed operativi, manca quasi tutto.
Rileva che le Linee guida presentate in Parlamento dal Governo risultano già sorpassate, avendo la Commissione europea ha definito una guida per l'attuazione del Recovery Fund nella sua strategia annuale per la crescita sostenibile del 2021 (ASGS), dove ha incoraggiato gli Stati membri a includere nei loro Recovery Plan nazionali, di futura presentazione, investimenti e riforme nei seguenti settori di punta (flagship-areas): Power up (tecnologie pulite, sviluppo e uso delle energie rinnovabili); rinnovamento (miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici pubblici e privati); ricarica e rifornimento (promozione di tecnologie pulite per accelerare l'uso di trasporti sostenibili, accessibili e intelligenti, stazioni di ricarica e rifornimento e l'estensione del trasporto pubblico); connessione (introduzione rapida di servizi rapidi a banda larga in tutte le regioni e le famiglie, comprese le reti in fibra ottica e 5G); modernizzazione (digitalizzazione della pubblica amministrazione e dei servizi, compresi i sistemi giudiziari e sanitari); scale-up (aumento delle capacità del data cloud industriale europeo e sviluppo dei processori più potenti, all'avanguardia e sostenibili); reskill e upskill (adattamento dei sistemi educativi per sostenere le competenze digitali e la formazione educativa e professionale per tutte le età).
Esprimendo quindi il timore che, dati i tempi necessari alle istituzioni europee per valutare i piani, le prime risorse non affluiranno prima della seconda metà del prossimo anno, si domanda con quali risorse, il Governo immagina di affrontare i prossimi autunno, inverno e primavera 2020-2021 ? Si chiede inoltre perché il Governo abbia scelto di presentare, nelle sue linee guida, delle missioni articolate in cluster progettuali che, per terminologia e contenuti, non sono sovrapponibili alle flagship indicate dalle linee guida della Commissione. Si domanda se questo disallineamento di programmazione rifletta semplicemente una diversa forma lessicale ovvero se ci sia una divergenza sostanziale.
In conclusione, preannuncia che il suo gruppo si asterrà dalla votazione sulla proposta del relatore. Ritiene infatti che, anche se il relatore ha tenuto conto, almeno per il settore istruzione, anche di suggerimenti del suo gruppo, tuttavia il progetto che delinea – come pure quello schizzato nella proposta di Linee guida del Governo – è ancora troppo legato al presente e incapace di immaginare lo scenario della scuola e dell'università del III millennio. Occorre, a suo avviso, uno sforzo in più di immaginazione e di progettazione per accompagnare il Paese nel futuro che aspetta il mondo e tenerlo al passo di quella che sarà la realtà.
Federico MOLLICONE (FDI), premesso che la proposta di rilievi del relatore contiene numerosi spunti che il suo gruppo condivide, a cominciare dall'elenco delle iniziative da considerare prioritarie nel settore della cultura, si dice soddisfatto del fatto che, ancora una volta, la VII Commissione si è dimostrata capace di trovare una sintesi tra le posizioni delle varie parti politiche, in modo trasversale, valorizzando nella loro effettiva importanza anche i suggerimenti delle forze di opposizione. La sua parte politica è consapevole del fatto che l'accesso alle risorse del dispositivo NGEU è ancora di là da venire, ma ritiene essenziale lavorare in modo unito, superando le divisioni politiche, alla definizione di un piano di investimenti per il quale è dovere di tutti, per il bene del Paese, augurarsi che le risorse dall'Europa alla fine arriveranno. Rivendica, al riguardo, il lavoro svolto dai gruppi di opposizione anche nella fase precedente l'accordo politico europeo che sta alla base di NGEU: senza il quale lavoro l'Italia oggi non potrebbe neanche sperare nelle risorse di cui si parla oggi, ma avrebbe dovuto ripiegare sui fondi del MES.
Ciò premesso, ricorda che le risorse di NGEU non sono a costo zero e non sono la panacea di ogni male: saranno erogate, se lo saranno, solo tra la seconda metà del 2021 e il 2027, saranno ripartite secondo criteri molto rigorosi, che l'Unione europea sta in parte ancora definendo, e saranno soggette, per il loro effettivo impiego, a controlli rigorosi e verifiche.
Dopo aver quindi riepilogato, per manifestare l'adesione del suo gruppo, i punti salienti della proposta di rilievi del relatore nei vari ambiti di competenza della Commissione, osserva che, per quanto riguarda lo sport, trova condivisibile aver inserito tra le priorità l'investimento di risorse per la riqualificazione e la realizzazione di impianti sportivi e per l'impiantistica sportiva di base. Condivide altresì l'attenzione riservata dalla proposta del relatore al settore dell'editoria, in sofferenza soprattutto per la transizione verso il digitale, che fa temere imminenti ondate di licenziamenti. Da ultimo, sottolinea che, prima di ogni riflessione sulla maniera di impiegare i fondi europei, è essenziale fare in modo che i fondi stanziati, non solo quelli europei, arrivino effettivamente ai destinatari.
Marco BELLA (M5S), richiamando l'intervento della deputata Aprea, secondo cui mancherebbe l'immaginazione per vedere il futuro del III millennio, fa presente che l'unico modo per affrontare in modo razionale il futuro è riflettere sugli errori del passato e cercare di correggerli. Da questo punto di vista, l'analisi da cui partono le Linee guida proposte dal Governo – giustamente richiamata in spirito adesivo dalla proposta di risoluzioni del relatore, e si riferisce in particolare all'osservazione di cui alla lettera f) relativa all'area tematica «Istruzione, formazione, ricerca e cultura» – è forse semplice, non originale né immaginifica, ma, a suo avviso, certamente corretta: aumentare il numero di laureati e, in generale, di soggetti qualificati per formazione è essenziale per invertire la rotta e favorire la prosperità del Paese. Lo dimostra l'esperienza del passato: la crisi economica iniziata nel 2008 ha colpito – dicono i dati – più le persone con titolo di studio basso che i laureati. Il tasso di disoccupazione è salito, negli anni dopo il 2008, molto più tra i diplomati che tra i laureati. Lo dimostra anche l'analisi dei risultati delle scelte di altri Paesi: la Germania, locomotore economico dell'Europa, non ha mai tagliato, neanche nella fase di crisi economica dopo il 2008, sui finanziamenti per l'istruzione e la formazione. Analizzare il passato è l'unico modo per capire cosa fare per il futuro. Personalmente, ritiene particolarmente importante e prioritario l'obiettivo di aumentare il numero di laureati in Italia, essendo convinto che più laureati significhi meno disoccupazione, più gettito fiscale e più benessere individuale e collettivo. In conclusione, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo.
Daniele BELOTTI (LEGA) prende atto dello sforzo di sintesi del relatore e dei ministri e sottosegretari di riferimento che la Commissione ha audito la settimana scorsa, ma ritiene che il risultato sia solo un «libro dei sogni»: per realizzare tutti gli obiettivi che la maggioranza ha indicato servirebbe il triplo delle risorse che forse saranno disponibili, lasciando qui da parte che al momento non è chiaro quanto l'Italia otterrà, e quando, dei 209 miliardi che il Governo ha stimato possibili. Fa presente che le tensioni sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027 minacciano di riverberarsi sul piano NGEU e che alcuni Paesi stanno ritardando intenzionalmente l'attuazione dell'accordo di luglio, per il quale serve la ratifica dei Parlamenti nazionali. Il suo timore è che quantomeno il rinvio dell'inizio del programma sia inevitabile, anche perché l'Olanda, paladina della battaglia per l'austerità, andrà al voto per le elezioni politiche nel 2021 ed è quindi prevedibile che prima di allora il nodo non sarà sciolto. A parte questo probabile ritardo, il programma al momento prevede che i finanziamenti arrivino non prima della seconda metà del 2021, e per una quota modesta, che crescerebbe in parte solo nel 2022. In questa luce, appare chiaro che il piano di utilizzo delle risorse cui il Governo e la maggioranza stanno lavorando sono al momento soltanto fumo negli occhi e belle parole.
Ciò detto, osserva che gli obiettivi individuati nel documento del Governo e nella proposta del relatore sono, per la parte di interesse della Commissione, nella gran parte condivisibili, ma quel che davvero serve al Paese non è un elenco di priorità, ma fatti concreti. Bene per i riferimenti, per esempio, ai borghi storici, allo spettacolo, all'audiovisivo e al cinema, ma se non si interviene presto e concretamente sarà troppo tardi. Sull'informazione, ribadisce quanto detto anche durante l'audizione informale del sottosegretario Martella: servono interventi tempestivi perché le realtà del settore stentano a sopravvivere, a causa della diminuzione delle entrate pubblicitarie e delle vendite. Sullo sport, condivide i principi enunciati nella proposta del relatore, ma fa presente che, anche qui, il problema vero e immediato è che il 30-40 per cento delle circa 100 mila società sportive sono a rischio di dover chiudere.
Concorda sull'importanza di sostenere l'offerta di servizi per la fascia 0-6 anni, ma anche qui occorre intervenire molto presto, servono investimenti per favorire la natalità; e i tempi di attesa delle risorse europee non sono compatibili con questa esigenza. In conclusione, annuncia l'astensione del suo gruppo dalla votazione sulla proposta di rilievi del relatore.
Paolo LATTANZIO (MISTO), apprezzata la proposta del relatore che tocca sostanzialmente tutti i temi di interesse della Commissione, evidenzia che alcune tematiche significative, quali la lotta antimafia e il peso della burocrazia amministrativa, la cui portata è trasversale alle competenze di diverse Commissioni, avrebbero dovuto essere inserite anch'esse tra le priorità della VII Commissione nell'utilizzo del Recovery Fund, per i settori di competenza. Condivide l'attenzione posta dalla relazione sull'importanza di valorizzare lo spettacolo dal vivo e le arti performative in tutta la filiera, auspicando un sostegno che copra il settore a partire dalla fase creativa e autoriale fino agli operatori finali. Analogamente, apprezza che, con riferimento all'area dell'editoria, si ponga l'accento sull'aspetto aziendale, nel caso specifico sulle cooperative, invocando come priorità quella di assicurare risorse adeguate ad un settore che riveste un ruolo fondamentale nel garantire, attraverso il pluralismo dell'informazione, la qualità della democrazia.
Rosa Maria DI GIORGI (PD) esprime soddisfazione sia per la ricchezza di spunti offerta dalla relazione grazie al contributo di tutti, sia per l'atteggiamento delle forze di opposizione, la cui astensione dal voto costituisce a suo avviso un'implicita adesione alle tematiche individuate come prioritarie. Ritiene che, pur nella trasversalità delle istanze trattate, il messaggio che trapela sia senza dubbio univoco: senza istruzione, senza cultura e senza ricerca non può esservi rilancio. Nonostante le preoccupazioni, il balzo in avanti è a suo avviso possibile; specialmente se si è convinti che con la conoscenza si produce lavoro, e non solo lavoro creativo. Soffermandosi sulle priorità individuate dalla relazione, sottolinea in particolare l'attenzione posta al settore al mondo dello spettacolo dal vivo e al rilievo dato non solo alle esigenze di innovazione, ma anche al rinnovamento della tradizione garantito da un'istruzione funzionante e funzionale ad incidere sulle disuguaglianze. È, questo, un tema ben evidenziato dalla proposta del relatore, che tratta anche della povertà educativa e del sostegno, doveroso da parte delle istituzioni, della fascia più fragile della società, quella ricompresa tra 0 e 6 anni: è da lì, a suo avviso, che occorre partire per investire sulla persona, per proseguire, poi, con l'orientamento negli studi e con misure che consentano di innalzare il numero dei laureati.
Concorda, in proposito, anche con quanto asserito dal deputato Belotti in merito alla necessità di effettuare investimenti per favorire la natalità. In materia di istruzione, condivide la posizione della deputata Aprea, più volte da lei esposta, sull'urgenza di intervenire per assicurare la transizione della scuola verso il digitale e per risolvere le carenze strutturali dell'edilizia scolastica affinché agli studenti vengano offerti ambienti di studio adeguati ad una scuola nuova e finalmente moderna.
Dopo essersi soffermata sulla necessità di promuovere l'accesso degli studenti laureati ai corsi di laurea nelle discipline STEM e sugli strumenti atti a garantire il più ampio accesso alla formazione avanzata, assicurando per tutti il diritto allo studio, raccomanda una particolare attenzione al sistema di formazione professionalizzante, sottolineando il ruolo importante svolto dagli istituti tecnici e professionali per l'insegnamento di tanti mestieri: ruolo essenziale per la sopravvivenza di mestieri che rimandano alla tradizione di un patrimonio identitario che deve essere valorizzato. Sottolinea infine l'importanza del sostegno al patrimonio artistico, anche privato, la cui tutela ne assicura la fruizione e, con essa, un significativo ritorno economico. Conclude dichiarandosi certa che questa prima fase costituisca l'innesco di un possibile balzo in avanti e fiduciosa nella possibilità di un'autentica rinascita del Paese.
Luigi CASCIELLO (FI), dopo essersi richiamato all'intervento della deputata Aprea per l'esposizione delle ragioni di ordine generale per cui il suo gruppo si asterrà dalla votazione sulla proposta del relatore, si dice preoccupato per l'incertezza riguardante i tempi di effettiva disponibilità delle risorse europee e il loro ammontare. Premesso quindi che le finalità individuate dalla proposta di rilievi e dalla proposta di Linee guida per i settori di competenza della Commissione sono certamente condivisibili, esprime rammarico per il fatto che tuttavia non si fa nessun riferimento nella proposta del relatore al divario tra il Nord e il Sud del Paese, che è altrettanto grave e meritevole di attenzione del divario dell'Italia nel suo complesso rispetto alle medie europee e che riguarda non solo il numero di laureati, l'abbandono scolastico e i risultati nei test, ma anche la presenza e la qualità delle infrastrutture scolastiche e universitarie. Parimenti, ritiene che sarebbe stato opportuno un accenno al precariato dell'università e degli enti di ricerca, oltre che a quello della scuola, e all'esigenza di migliorare gli organici universitari.
Si sofferma quindi sulla parte relativa all'informazione, per sottolineare che servono interventi massicci per il sostegno di questo settore, che è vitale per la democrazia, perché non può esserci libertà dove non c’è un'informazione affidabile e non può esserci informazione affidabile dove non ci sono agenzie informative solide con giornalisti retribuiti a sufficienza. Prende atto che la proposta di rilievi del relatore chiede «risorse adeguate e provvedimenti tempestivi» in questo comparto e invita la maggioranza e il Governo ad adoperarsi perché le risorse siano davvero adeguate e, soprattutto, i provvedimenti siano tempestivi, perché serve rapidità di intervento, altrimenti l'editoria giornalistica indipendente e professionale sparirà.
Manuel TUZI (M5S), nel condividere le priorità individuate dalla relazione in materia di università, sia con riferimento all'obiettivo di aumentare il numero di laureati sia alla raccomandazione di maggiori investimenti per la promozione del diritto allo studio, si sofferma, in particolare, sull'avvio di nuovi percorsi di orientamento che necessitano di un rinnovamento. In materia di sport, apprezza in particolare la proposta di investire soprattutto sull'impiantistica sportiva di base e raccomanda il sostegno per le famiglie economicamente più disagiate affinché a tutti i ragazzi sia garantita la possibilità di praticare l'esercizio fisico.
Giorgia LATINI (LEGA), pur ritenendo condivisibili i contenuti delle Linee guida del Governo, che trasversalmente insistono su temi cari a tutti, vuole sottolineare le preoccupazioni della Lega, in parte già rappresentate dal deputato Belotti, in merito al rischio di una visione frammentaria delle priorità. Riferisce che, secondo le ultime notizie di stampa, sono 557 i progetti candidati ad entrare nel piano che a gennaio il Governo dovrà inviare a Bruxelles per utilizzare il Recovery Fund: progetti per un valore di circa 677 miliardi di euro, ovvero più del triplo rispetto ai 209 miliardi che l'Italia spera di ottenere. Auspica pertanto un approccio più strategico, che eviti la dispersione delle risorse in troppi rivoli che rischiano di non avere sbocchi. Teme in modo particolare che la capillarità dei progetti possa danneggiare soprattutto la scuola, sulla quale occorre investire con risorse adeguate. Ricorda quindi l'esortazione del Presidente della Repubblica, in un intervento del 6 settembre scorso a Cernobbio, a un rapido processo di approvazione del Recovery Fund affinché le risorse siano rese disponibili già all'inizio del 2021. Si rammarica che non vi sia nulla nella proposta di rilievi del relatore sul superamento delle cosiddette «classi-pollaio», vecchio cavallo di battaglia della ministra Azzolina, nonostante il fatto che, proprio a causa del numero eccessivo di alunni delle classi e dell'utilizzo di aule anguste, molti studenti debbano restare a casa, vincolati alla didattica da remoto. Conclude chiedendo al relatore di valutare la possibilità di inserire tra i rilievi per la V Commissione un preciso riferimento alla necessità di interventi per garantire scuole sicure e ambienti di apprendimento adeguati.
Alessandro FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E), apprezzata la relazione per l'ampiezza del testo e l'esaustività dei contenuti, che inviano un messaggio chiaro alla Commissione bilancio e precisi indirizzi al Governo, si sofferma su alcuni passaggi. Condivide in particolare la scelta di valorizzare la formazione nella fascia di età iniziale (quella da 0 a 6 anni) e nella fascia di popolazione dell'età adulta al fine di conseguire risultati educativi positivi proprio facendo leva sul ruolo dell'istruzione. Trova opportuna la scelta di affiancare la didattica digitale a quella tradizionale purché si presti attenzione anche alla geo-localizzazione della didattica.
Concorda altresì con i rilievi concernenti l'ingresso del mondo del lavoro e il coinvolgimento della scuola, insieme allo sviluppo di politiche di accompagnamento al mondo universitario che superino i sistemi attuali di orientamento, non più idonei né adeguati. Apprezza il richiamo ai necessari investimenti per la realizzazione di residenze universitarie che facilitino la scelta degli studenti per atenei lontani dal luogo di residenza. Chiede però al relatore di modificare i rilievi sul sistema di reclutamento dei docenti, ritenendo che il ricorso a sistemi stabili e consolidati non debba essere finalizzato all'unico obiettivo di porre fine al fenomeno del precariato scolastico.
In materia di cultura, condivide i passaggi della relazione che insistono sulla promozione delle industrie culturali e creative e sul sostegno dei borghi storici. Ritiene, tuttavia, che non sia stato fatto un ragionamento approfondito sulla domanda di beni culturali. A suo avviso, infatti, le misure vengono sempre considerate a sostegno dell'offerta culturale senza tenere conto che i consumi culturali sono in rapida evoluzione e che, pertanto, occorre ripensare l'offerta per adeguarla alle nuove esigenze.
Conclude esprimendo l'auspicio che non ci si fermi alle buone intenzioni e alle belle parole, ma che, tenendo ben presente il tipo di ricaduta delle scelte operate, si segua con attenzione gli sviluppi futuri per verificare la capacità delle amministrazioni di spendere le risorse nel modo giusto, soprattutto evitando che restino inceppate nei meandri della burocrazia.
Simone VALENTE (M5S) esprime soddisfazione per l'attenzione dedicata dalla proposta del relatore al settore dello sport e, in particolare, alla richiamata esigenza di investimenti nelle strutture impiantistiche. Raccomanda che le scelte del Governo siano condivise con i portatori di interessi, sottolineando che lo sport deve essere uno strumento per costruire e non per dividere.
La viceministra Anna ASCANI esprime apprezzamento per il buon lavoro svolto dal relatore con i rappresentanti dei gruppi, che riflette una condivisione di vedute di maggioranza e opposizione, rimarcando che un clima politico positivo non è indifferente per il conseguimento dei risultati a livello europeo. È infatti dell'avviso che l'atteggiamento costruttivo dei gruppi di opposizione sia importante per sostenere lo sforzo del Governo per ottenere risultati in Europa a favore dell'Italia. Dopo aver quindi valutato favorevolmente tutte le proposte e riflessioni che attengono in particolare al settore dell'istruzione, assicura l'impegno del Governo a tenere conto delle proposte e osservazioni che verranno dalle Commissioni parlamentari attraverso la relazione della Commissione bilancio.
Gianluca VACCA (M5S), relatore, dopo aver ringraziato tutti i commissari intervenuti per i contributi e i suggerimenti, riformula la sua proposta di deliberazione di rilievi con alcune limitate modifiche testuali che integrano o correggono la proposta precedente per tenere conto di alcune delle sollecitazioni avanzate nel corso del dibattito (vedi allegato 2).
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di deliberazione del relatore, come riformulata.
La seduta termina alle 13.35.
ATTI DEL GOVERNO
Martedì 29 settembre 2020. — Presidenza della presidente Vittoria CASA.
La seduta comincia alle 13.35.
Schema di decreto ministeriale per la definizione di nuove classi del corso di laurea in scienze dei materiali e dei corsi di laurea magistrale in scienze dei materiali e in data science.
Atto n. 193.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Alessandro MELICCHIO (M5S), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata a esprimere al Governo il parere sullo schema di decreto ministeriale che definisce tre nuove classi di laurea: si tratta si tratta della classe di laurea in «Scienza dei materiali» e di due classi di laurea magistrale in «Scienza dei materiali» e in «Data Science». Per ciascuna delle nuove classi di laurea, il decreto individua, negli allegati, gli obiettivi formativi qualificanti.
Ricorda, per inquadrare lo schema di decreto nella sua cornice normativa, che – in base all'articolo 4 del regolamento di cui al decreto ministeriale 22 ottobre 2004, n. 270 – i corsi di studio dello stesso livello, aventi gli stessi obiettivi formativi qualificanti e attività formative indispensabili, sono raggruppati in classi di appartenenza. Le classi sono individuate da decreti ministeriali. Ricordo anche che le università rilasciano titoli di laurea (L) di durata triennale e titoli di laurea magistrale (LM). L'articolo 4 del citato decreto n. 270 stabilisce che le classi dei corsi di studio sono individuate, modificate o istituite con decreto ministeriale, anche su proposta delle università, sentito il CUN. In base all'articolo 10, i decreti ministeriali individuano preliminarmente, per ogni classe di corso di laurea, gli obiettivi formativi qualificanti e le attività formative indispensabili per conseguirli.
Riferisce che secondo la relazione del Governo lo schema di decreto è stato predisposto su richiesta della Conferenza dei rettori (CRUI) e sulla base di una proposta del Consiglio universitario nazionale (CUN) del 5 dicembre 2018, riportata tra i documenti di corredo dell'atto in esame. Il CUN aveva proposto di istituire – oltre a quelle previste nello schema – anche due altre nuove classi di laurea magistrale, e precisamente in Neuroscienze e in Ingegneria dei materiali. La relazione di accompagnamento dell'atto chiarisce che, a seguito di osservazioni formulate dagli ordini professionali interessati, il Ministero ha preferito per il momento non procedere all'istituzione di queste due classi di laurea magistrale, in attesa di un approfondimento. Sul provvedimento si è espresso anche il Consiglio nazionale degli studenti universitari (CNSU), con un parere complessivamente positivo, anch'esso allegato nella documentazione trasmessa dal Governo.
Passando allo schema di decreto in esame, ricorda che esso è composto di 7 articoli e un allegato, che costituisce parte integrante dell'atto.
Il provvedimento definisce le nuove classi attraverso il rinvio agli obiettivi formativi qualificanti di cui all'allegato 1.
Tra gli sbocchi professionali della classe di laurea in «Scienza dei materiali» sono citati gli impieghi con ruoli tecnici presso laboratori di ricerca o di controllo di qualità, presso aziende per la produzione, la trasformazione e lo sviluppo dei materiali e in centri di analisi dedicati alle caratteristiche strumentali dei materiali.
Tra gli sbocchi professionali della classe di laurea magistrale in «Scienza dei materiali» ci sono gli impieghi in ruoli tecnici di elevata responsabilità nei campi della ricerca, dell'innovazione, dello sviluppo, della produzione, della progettazione avanzata, della pianificazione e della programmazione, della gestione di sistemi complessi e della qualificazione e diagnostica dei materiali presso aziende per lo sviluppo, la produzione e la trasformazione dei materiali nonché in laboratori industriali di aziende ed enti pubblici e privati. Inoltre è possibile svolgere attività libero-professionale o da dipendente nell'ambito di società di servizi e consulenza.
Tra gli sbocchi professionali della classe di laurea magistrale in «Data Science», infine, si citano gli impieghi nel settore terziario e nelle pubbliche amministrazioni, per lo sviluppo e gestione di servizi innovativi basati sui dati; nel settore industriale e aziendale, per gestire progetti e proporre soluzioni innovative nel campo dei sistemi informativi e informatici e nell'ambito dei processi decisionali di livello operativo, tattico/manageriale e strategico/direzionale; nei settori scientifici, tecnologici, biologici e sanitari come figure di supporto agli specialisti del campo per le attività riguardanti gestione, trattamento e analisi dei dati e per la modellistica.
Avverte che lo schema di decreto precisa che non possono essere istituiti due diversi corsi di studio afferenti alla medesima classe di laurea se le attività formative non si differenziano per almeno 40 crediti; né possono essere istituiti due diversi corsi di studio afferenti alla medesima classe di laurea magistrale se le attività formative non si differenziano per almeno 30 crediti.
È demandato ai regolamenti didattici di ateneo l'individuazione delle strutture didattiche competenti, anche interdipartimentali e interateneo, per l'attivazione e la gestione dei corsi di laurea e dei corsi di laurea magistrale in esame.
Nel regolamento didattico di ateneo, deve essere determinato l'elenco degli insegnamenti e delle altre attività formative, secondo criteri di stretta funzionalità agli obiettivi specifici del corso. Quanto all'attribuzione dei crediti formativi, deve essere evitata la parcellizzazione delle attività formative. In ciascun corso di laurea e di laurea magistrale non possono comunque essere previsti, rispettivamente, più di 20 o di 12 esami o verifiche di profitto.
È previsto che per ogni corso di laurea e di laurea magistrale i regolamenti didattici di ateneo devono contenere una serie di specificazioni.
In particolare, i regolamenti determinano i crediti assegnati a ciascuna attività formativa, indicando, limitatamente alle attività formative di base e caratterizzanti, il settore o i settori scientifico-disciplinari di riferimento e il relativo ambito disciplinare in conformità all'allegato 1 e al numero di crediti ivi previsto (comma 1). I regolamenti didattici di ateneo stabiliscono poi il numero di crediti da assegnare ai settori scientifico-disciplinari ricompresi negli ambiti disciplinari indicati negli allegati (comma 2). Limitatamente alle attività formative caratterizzanti, i regolamenti didattici di ateneo individuano per ciascun corso di studio i settori scientifico-disciplinari afferenti ad almeno tre ambiti, funzionali alla specificità del corso stesso, ai quali riservare un numero adeguato di crediti (comma 3). Gli ordinamenti didattici dei corsi di laurea e di laurea magistrale devono assicurare agli studenti una solida preparazione sia nelle discipline di base che in quelle caratterizzanti, garantendo loro la possibilità di un approfondimento critico degli argomenti anche evitando la dispersione del loro impegno su un numero eccessivo di discipline, di insegnamenti o dei relativi moduli. Devono altresì assicurare agli studenti la possibilità di svolgere tutte le attività formative di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto ministeriale n. 270 del 2004, fissando, per quelle autonomamente scelte dallo studente e quelle affini o integrative, un numero minimo totale di crediti rispettivamente pari a 12 e 18 per i corsi di laurea, e pari a 8 e a 12 per i corsi di laurea magistrale (comma 4). In particolare, per quanto riguarda le attività formative autonomamente scelte dallo studente, i regolamenti didattici di ateneo devono assicurare la libertà di scelta tra tutti gli insegnamenti attivati nell'ateneo, consentendo anche l'acquisizione di ulteriori crediti formativi nelle discipline di base e caratterizzanti (comma 5). Infine i regolamenti didattici di ateneo possono determinare i casi in cui la prova finale è sostenuta in lingua straniera.
Il comma 7 stabilisce che, nel definire gli ordinamenti didattici dei corsi di laurea e di laurea magistrale, le università specificano gli obiettivi formativi in termini di risultati di apprendimento attesi, con riferimento al sistema di descrittori adottato in sede europea, e individuano eventualmente gli sbocchi professionali anche con riferimento alle attività classificate dall'ISTAT. I commi 8 e 9 disciplinano il riconoscimento dei crediti nelle ipotesi di trasferimento di uno studente da un corso di laurea o di laurea magistrale a un altro, oppure da una università all'altra, oppure in caso di trasferimento di uno studente tra corsi di laurea o di laurea magistrale appartenenti alla medesima classe.
L'articolo 5 ribadisce quanto previsto a normativa vigente in merito alla corrispondenza dei CFU dei corsi di laurea e di laurea magistrale a 25 ore di impegno medio per studente (comma 1). Si conferma inoltre che i regolamenti didattici di ateneo determinano per ciascun corso di laurea e di laurea magistrale la quota dell'impegno orario complessivo che deve rimanere riservata a disposizione dello studente per lo studio personale o per altre attività formative di tipo individuale. Tale quota non può comunque essere inferiore al 50 per cento dell'impegno orario complessivo, salvo nel caso in cui siano previste attività formative ad elevato contenuto sperimentale o pratico (comma 2). Gli studenti che maturano tutti crediti necessari per la laurea e la laurea magistrale, secondo le modalità previste nei «rispettivi regolamenti didattici», ai sensi dell'articolo 7 del decreto ministeriale n. 270 del 2004, possono conseguire il titolo di studio indipendentemente dal numero di anni di iscrizione all'università (comma 3).
L'articolo 6 dispone che le università rilasciano i titoli di laurea e di laurea magistrale con la denominazione del corso di studio e con l'indicazione della classe di laurea magistrale, assicurando che la denominazione del corso di studio corrisponda agli obiettivi formativi specifici del corso stesso. I regolamenti didattici di ateneo e i regolamenti dei corsi di studio non possono prevedere denominazioni dei corsi di studio e dei relativi titoli che facciano riferimento a curricula, indirizzi, orientamenti o ad altre articolazioni interne dei medesimi corsi. Le università provvedono a rilasciare, come supplemento al diploma di ogni titolo di studio, una relazione informativa che riporta, secondo modelli conformi a quelli adottati dai Paesi europei, le principali indicazioni relative al curriculum specifico seguito dallo studente per conseguire il titolo.
L'articolo 7 stabilisce che, nel primo triennio di applicazione, eventuali modifiche tecniche alla tabella delle attività formative indispensabili relativa alle classi dei corsi di laurea e di laurea magistrale di cui all'allegato 1 sono adottate con decreto del Ministro dell'università e della ricerca, sentito il CUN.
Luca TOCCALINI (LEGA) riporta le perplessità del suo gruppo in merito alla possibilità che l'istituzione di nuovi classi di laurea, per quanto apprezzabili, possa comportare una sovrapposizione con i programmi di istituti tecnici e professionali, che andrebbero potenziati anziché posti in concorrenza con nuovi percorsi di laurea. Preannuncia quindi l'astensione dal voto del gruppo della Lega.
Alessandro MELICCHIO (M5S), relatore, presenta una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 3).
Valentina APREA (FI) esprime contrarietà sul contenuto delle osservazioni, che, a suo avviso, intervengono in misura eccessivamente dettagliata sulle disposizioni del decreto, la cui definizione deve rientrare nelle competenze e nella responsabilità dell'amministrazione di riferimento, spettando al Parlamento solo l'indicazione di indirizzi di principio. Ricorda che si tratta di una questione da lei già sollevata in precedenti occasioni e sulla quale auspica una riflessione di carattere generale.
Vittoria CASA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, che sarà convocata per la giornata di domani.
La seduta termina alle 14.
ALLEGATO 1
Schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund.
PRIMA PROPOSTA DI RILIEVI DEL RELATORE
La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),
esaminato lo schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund deliberato dalla Commissione Bilancio nella seduta del 23 settembre;
tenuto conto della proposta di Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza approvata dal Comitato interministeriale per gli affari europei il 9 settembre 2020 e trasmessa alle Camere dal Presidente del Consiglio dei ministri il 15 settembre 2020;
condiviso l'accenno contenuto nel paragrafo 5 dello schema di relazione al nesso tra il livello insufficiente degli investimenti in istruzione (oltre che in innovazione) e il ritardo produttivo del Paese – che mostra livelli di istruzione sensibilmente più bassi rispetto a quelli esistenti nell'Unione europea – e alla conseguente necessità di una decisa inversione di rotta nell'investimento in capitale umano e in ricerca, a cominciare da interventi di supporto al diritto allo studio volti a sostenere soprattutto i nuclei familiari con disagio economico;
condiviso altresì il principio affermato nel medesimo paragrafo 5 che un'attenzione particolare deve essere riservata alla promozione dell'industria culturale e del turismo, quale vero asset strategico dell'Italia, e che appare d'altra parte fondamentale la creazione di veri e propri distretti territoriali ad alta vocazione turistica e culturale con l'obiettivo di rilanciare i siti minori;
condivisa l'analisi di contesto di cui al paragrafo I.2 della proposta di Linee guida del Governo, secondo cui il basso incremento della produttività in Italia si spiega almeno in parte con i divari educativi (oltre che tecnologici) del Paese rispetto alla media degli altri Paesi europei (in termini di risultati scolastici nei test internazionali, di numero di laureati, di tassi di abbandono scolastico); condivisa altresì l'idea (enunciata nel paragrafo I.3 della proposta di Linee guida) che sono necessari maggiori investimenti in istruzione, formazione e ricerca, come pure l'idea (enunciata a sua volta nel paragrafo II.1 della proposta di Linee guida) che tra gli obiettivi di lungo termine da perseguire vi debbano essere l'aumento della spesa per ricerca e sviluppo, l'abbattimento dell'abbandono scolastico, il miglioramento della preparazione degli studenti e l'aumento del numero di diplomati e laureati;
condivisa l'idea (enunciata anche nel paragrafo II. 2 della proposta di Linee guida, con riferimento alla missione n. 1, «Digitalizzazione, innovazione, e competitività del sistema produttivo») che si debba puntare all'innovazione e alla digitalizzazione dell'istruzione e della cultura (oltre che degli altri settori della pubblica amministrazione e del Paese);
condivisa, per quanto riguarda la ricerca, la riflessione sull'importanza, per lo sviluppo del sistema Paese, della creazione di innovation ecosystems, intesi come luoghi di contaminazione di didattica avanzata, ricerca, laboratori pubblico-privati e terzo settore per rafforzare le ricadute sociali ed economiche delle attività di ricerca (di cui si parla nella proposta di Linee guida del Governo, nell'ambito della missione n. 4);
condivisa l'idea – espressa nel paragrafo I.3 della proposta di Linee guida – che si debba investire nella bellezza dell'Italia, rafforzando la tutela del patrimonio artistico e culturale (oltre che naturale) della Nazione e promuoverne la fruizione, consolidandone le potenzialità e la capacità di attrazione di flussi turistici;
VALUTA FAVOREVOLMENTE LO SCHEMA DI RELAZIONE
e formula i seguenti rilievi:
Per quanto riguarda l'area tematica «Istruzione, formazione, ricerca e cultura» (oggetto della missione n. 4 delle sei missioni in cui, secondo la proposta di Linee guida del Governo, dovrebbe articolarsi il Piano italiano di ripresa e resilienza), la VII Commissione:
a) condivide – e anzi reputa fondamentale per il futuro del Paese – il principio che si debba puntare a incrementare la spesa pubblica per l'istruzione, in special modo terziaria, e per la ricerca e lo sviluppo (R&S), in misura tale da non solo colmare il divario (gap) di spesa in rapporto al PIL nei confronti della media dei Paesi dell'UE-27, ma collocare l'Italia al di sopra di quel livello nell'arco temporale del programma NGEU; ritiene però che, anche dopo la conclusione dell'arco temporale del programma, si debba garantire il mantenimento in modo permanente almeno dello stesso livello di spesa per istruzione, oltre che per ricerca, della media UE-27;
b) condivide il principio che si debba puntare a migliorare la qualità dei sistemi di istruzione e formazione, per rendere più positivi i risultati educativi (aumento del numero di laureati e diplomati, miglioramento dei risultati nei test internazionali, diminuzione dell'abbandono scolastico, etc.), reputando fondamentale il ruolo dell'istruzione e della formazione lungo tutta la durata della vita; e ritiene quindi essenziale non solo attivare politiche di lifelong learning, per favorire l'apprendimento nella fascia di popolazione di età adulta, ma anche valorizzare la formazione nella fase che precede la scuola primaria (cioè nella fascia 0-6 anni), che è un momento essenziale del processo di apprendimento cognitivo, oltre che di acquisizione delle capacità sociali e relazionali. A tal fine ritiene indispensabile garantire la presenza di una rete di strutture formative per la fascia 0-6 anni (sia pubbliche, sia private con adeguati standard di servizio) capillarmente diffusa su tutto il territorio nazionale ed effettivamente accessibile a tutte le famiglie;
c) con riferimento alle infrastrutture scolastiche e universitarie, condivide il principio che si debba puntare alla loro riqualificazione o ricostruzione in chiave di efficienza energetica e antisismica e di cablaggio con fibra ottica (nell'ottica della digitalizzazione e della transizione green) e ritiene che consistenti quote di risorse debbano essere investite per questa finalità. Sottolinea tuttavia la necessità che gli interventi finanziati con il Piano NGEU non siano limitati alla riqualificazione energetica e ai miglioramenti tecnologici e antisismici, ma siano ampliati a un rinnovamento complessivo degli ambienti di apprendimento, per realizzare poli infrastrutturali che non soltanto abbiano ambienti di apprendimento e strutture collegate (laboratori, palestre, campus, biblioteche, etc.) concepiti secondo le esigenze della didattica moderna e delle sue innovazioni, ma siano anche in grado di fungere da fattori di rigenerazione urbana e da centri di aggregazione sociale positiva e ricostituire il patto scuola-territorio erogando attività e servizi attrattivi per tutta la popolazione non solo scolastica e studentesca;
d) per quanto riguarda il miglioramento della qualità della formazione scolastica, condivide l'idea che si debba tendere alla digitalizzazione dei processi e degli strumenti di apprendimento; condivide altresì l'analisi di dettaglio sul tema «ricerca e sviluppo» contenuta nel paragrafo IV.4 della proposta di Linee guida, dove – tra l'altro – si evidenzia la necessità di promuovere l'accesso degli studenti diplomati ai corsi di laurea nelle discipline STEM, compresa l'informatica, anche migliorando l'insegnamento di queste discipline nelle scuole; concorda infine sull'assoluta necessità d'incrementare il sistema di formazione professionalizzante secondaria terziaria e di migliorare il raccordo tra scuola e mondo del lavoro anche attraverso politiche che favoriscano tra gli studenti l'esperienza del mondo del lavoro già negli anni di scuola; tuttavia ritiene che le competenze insegnate non debbano semplicemente essere «adeguate alle esigenze dell'economia e agli standard internazionali», ma debbano anche e innanzitutto tendere a formare cittadini consapevoli, forniti degli strumenti culturali e cognitivi che occorrono per comprendere le dinamiche e le sfide del loro tempo;
e) in riferimento al personale della scuola, concorda che si debbano adottare iniziative per la riqualificazione, formazione e selezione del personale, reputando che l'investimento sul capitale umano delle istituzioni scolastiche sia fondamentale, assieme a quello sulle infrastrutture, per il successo degli sforzi tesi a migliorare i risultati del Paese in termini di numero di laureati, punteggio nei testi internazionali, etc. A questo scopo giudica essenziale valorizzare la professionalità del personale docente e in generale di tutto il personale della scuola, prevedendo sistemi di reclutamento stabili e consolidati, con l'obiettivo di porre fine al fenomeno del precariato scolastico, percorsi adeguati di formazione continua obbligatoria e retribuita, in particolare sulle innovazioni didattiche e digitali, retribuzioni in linea con la media dei Paesi dell'UE-27, e una valorizzazione delle varie competenze richieste oggi dall'autonomia scolastica;
f) con riferimento all'università, condivide – ed anzi reputa assolutamente prioritario – l'obiettivo di aumentare il numero di laureati e di quanti conseguono titoli di studio di livello superiore e concorda sul principio che si debba agevolare l'accesso alla formazione avanzata degli studenti meritevoli provenienti da famiglie con disagio economico e sociale. A questo fine ritiene essenziale un cospicuo investimento non solo per il finanziamento degli istituti di promozione del diritto allo studio (borse di studio, tasse universitarie, etc.), ma anche per la realizzazione di infrastrutture di edilizia residenziale per gli studenti universitari non residenti nelle città sedi delle università, nonché l'avvio di politiche di accompagnamento delle ragazze e dei ragazzi al mondo universitario che superino la logica dell'orientamento, così come attualmente concepito;
g) in generale, concorda sull'importanza dell'inclusione sociale e territoriale (che il Governo, nel paragrafo I.3 della proposta di Linee guida) indica come una delle tre linee strategiche intorno a cui è costruito il Piano di rilancio) e reputa essenziale, in questo ambito, la realizzazione di un piano di azioni integrato formazione/cultura che abbia come finalità principale il contrasto della povertà educativa e culturale, con interventi concentrati a partire dai territori socialmente ed economicamente svantaggiati e con indici maggiori di dispersione scolastica.
Con più specifico riferimento all'area tematica «Cultura», la VII Commissione ritiene necessario integrare la finalità generale contenuta nella Proposta di linee guida del Governo con i seguenti rilievi:
a) sarà necessario riservare una particolare attenzione alla promozione dell'industria culturale e del turismo (che – come riconosciuto anche dalla proposta di Linee guida del Governo – è il vero asset strategico dell'Italia), sostenere la tutela del patrimonio artistico, culturale e naturale, in particolare per i piccoli e medi attrattori culturali, e promuoverne una quanto più ampia fruizione, così da garantire la stabilizzazione degli interventi previsti;
b) è opportuno estendere il piano straordinario di efficientamento energetico ai luoghi della cultura, sia per il patrimonio pubblico sia per quello privato, nonché progettare interventi per mettere in sicurezza antisismica i siti e i luoghi della cultura e assicurare per essi un sistema nazionale integrato di monitoraggio e prevenzione dei rischi;
c) è opportuno – come veicolo per aumentare l'attrattività del patrimonio culturale materiale – creare linee di investimento indirizzate alla valorizzazione dello spettacolo dal vivo e delle arti performative e al sostegno delle tante professionalità di alto livello operanti in ambito artistico, in tutta la filiera a partire dalla fase creativa e autoriale; è altresì fondamentale un piano di azione che possa tutelare e sviluppare tutto il capitale umano del settore culturale; il valore del nostro patrimonio artistico e culturale è infatti strettamente connesso alle condizioni di lavoro di chi vi opera, per cui dovrà essere prioritario garantire strumenti legislativi più idonei e allineati alle norme europee;
d) è essenziale l'elaborazione di piani che mettano in connessione la creatività, una solida attività di contrasto della povertà educativa e la sostenibilità del patrimonio culturale con i bisogni specifici di valorizzazione culturale e professionale delle comunità e dei territori, con particolare riguardo ai borghi storici delle aree interne: manifestazioni, eventi, spettacoli devono diventare un veicolo di attrazione dei luoghi meno conosciuti, che fuoriescono dai canali turistici mainstream;
e) il nostro patrimonio diffuso dovrà essere reinserito in un circuito di produzione di valori economici e sociali e di moltiplicazione delle filiere territoriali per assicurare continuità e stabilità agli interventi di prevenzione e tutela;
f) è necessario prestare attenzione al sistema delle imprese culturali e creative – che sono centrali per i temi della cultura e della creatività e sono un tassello importante dell'intero comparto culturale – soprattutto nei processi di rivitalizzazione del tessuto civile ed economico del nostro Paese;
g) occorrerà sostenere il progetto di internazionalizzazione del cinema e dell'audiovisivo, attraverso un aiuto alla filiera produttiva, per ampliarla e ammodernarla, come previsto dalla proposta di Linee guida del Governo; è quindi importante l'investimento economico nella realizzazione di infrastrutture, studios, incubatori di imprese specializzate in produzioni e postproduzioni;
h) sarà necessario realizzare un piano per la digitalizzazione del patrimonio culturale, mirato ad alimentare il sistema dei beni e delle attività culturali, quello del turismo e il complesso della attività della stessa amministrazione e ad ampliare la sfera di libero accesso al patrimonio culturale, associando alla digitalizzazione uno sviluppo che ne moltiplichi un uso replicabile in diversi campi e funzioni a scopo di tutela, di prevenzione dei rischi, di promozione editoriale, di comunicazione, di educazione, di sviluppo della fruizione, assicurando contributi al longlife learning, ai processi di gamification, di merchandising e di promozione turistica, stimolando la creazione di reti che possano facilitare la diffusione di conoscenza e tecnologie, assicurando compensi adeguati per attrarre forza lavoro qualificata.
Per quanto riguarda l'area tematica «Informazione ed editoria», la VII Commissione sottolinea come priorità quella di assicurare risorse adeguate e provvedimenti tempestivi per un settore economico che ha un valore anche per la qualità della democrazia. Segnala, in particolare, la prioritaria esigenza di misure per la transizione tecnologica e digitale di tutta la filiera della stampa, compresa quella di prossimità, per la formazione di competenze nelle nuove professioni digitali, per la valorizzazione della professione giornalistica e per il sostegno alla domanda di informazione di qualità.
Con riferimento all'area tematica «Sport» (riconducibile alla missione n. 5 della proposta di Linee guida, «Equità sociale, di genere e territoriale», e più precisamente all'insieme – o cluster – «Investimenti nel settore sportivo per l'inclusione sociale»), la VII Commissione considera prioritario investire risorse per la riqualificazione e la realizzazione di impianti sportivi e per l'impiantistica sportiva di base, anche attraverso la costruzione di impianti a servizio delle scuole ma aperti alla comunità territoriale, così da promuovere il più possibile la diffusione della pratica sportiva e motoria, con personale docente qualificato in tutti i gradi di scuola e impianti sportivi idonei.
ALLEGATO 2
Schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund.
RILIEVI DELIBERATI DALLA COMMISSIONE
La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),
esaminato lo schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund deliberato dalla Commissione Bilancio nella seduta del 23 settembre;
tenuto conto della proposta di Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza approvata dal Comitato interministeriale per gli affari europei il 9 settembre 2020 e trasmessa alle Camere dal Presidente del Consiglio dei ministri il 15 settembre 2020;
condiviso l'accenno contenuto nel paragrafo 5 dello schema di relazione al nesso tra il livello insufficiente degli investimenti in istruzione (oltre che in innovazione) e il ritardo produttivo del Paese – che mostra livelli di istruzione sensibilmente più bassi rispetto a quelli esistenti nell'Unione europea – e alla conseguente necessità di una decisa inversione di rotta nell'investimento in capitale umano e in ricerca, a cominciare da interventi di supporto al diritto allo studio volti a sostenere soprattutto i nuclei familiari con disagio economico;
condiviso altresì il principio affermato nel medesimo paragrafo 5 che un'attenzione particolare deve essere riservata alla promozione dell'industria culturale e del turismo, quale vero asset strategico dell'Italia, e che appare d'altra parte fondamentale la creazione di veri e propri distretti territoriali ad alta vocazione turistica e culturale con l'obiettivo di rilanciare i siti minori;
condivisa l'analisi di contesto di cui al paragrafo I.2 della proposta di Linee guida del Governo, secondo cui il basso incremento della produttività in Italia si spiega almeno in parte con i divari educativi (oltre che tecnologici) del Paese rispetto alla media degli altri Paesi europei (in termini di risultati scolastici nei test internazionali, di numero di laureati, di tassi di abbandono scolastico); condivisa altresì l'idea (enunciata nel paragrafo I.3 della proposta di Linee guida) che sono necessari maggiori investimenti in istruzione, formazione e ricerca, come pure l'idea (enunciata a sua volta nel paragrafo II.1 della proposta di Linee guida) che tra gli obiettivi di lungo termine da perseguire vi debbano essere l'aumento della spesa per ricerca e sviluppo, l'abbattimento dell'abbandono scolastico, il miglioramento della preparazione degli studenti e l'aumento del numero di diplomati e laureati;
condivisa l'idea (enunciata anche nel paragrafo II.2 della proposta di Linee guida, con riferimento alla missione n. 1, «Digitalizzazione, innovazione, e competitività del sistema produttivo») che si debba puntare all'innovazione e alla digitalizzazione dell'istruzione e della cultura (oltre che degli altri settori della pubblica amministrazione e del Paese);
condivisa, per quanto riguarda la ricerca, la riflessione sull'importanza, per lo sviluppo del sistema Paese, della creazione di innovation ecosystems, intesi come luoghi di contaminazione di didattica avanzata, ricerca, laboratori pubblico-privati e terzo settore per rafforzare le ricadute sociali ed economiche delle attività di ricerca (di cui si parla nella proposta di Linee guida del Governo, nell'ambito della missione n. 4);
condivisa l'idea – espressa nel paragrafo I.3 della proposta di Linee guida – che si debba investire nella bellezza dell'Italia, rafforzando la tutela del patrimonio artistico e culturale (oltre che naturale) della Nazione e promuoverne la fruizione, consolidandone le potenzialità e la capacità di attrazione di flussi turistici;
VALUTA FAVOREVOLMENTE LO SCHEMA DI RELAZIONE
e formula i seguenti rilievi:
Per quanto riguarda l'area tematica «Istruzione, formazione, ricerca e cultura» (oggetto della missione n. 4 delle sei missioni in cui, secondo la proposta di Linee guida del Governo, dovrebbe articolarsi il Piano italiano di ripresa e resilienza), la VII Commissione:
a) condivide – e anzi reputa fondamentale per il futuro del Paese – il principio che si debba puntare a incrementare la spesa pubblica per l'istruzione, in special modo terziaria, e per la ricerca e lo sviluppo (R&S), in misura tale da non solo colmare il divario (gap) di spesa in rapporto al PIL nei confronti della media dei Paesi dell'UE-27, ma collocare l'Italia al di sopra di quel livello nell'arco temporale del programma NGEU; ritiene però che, anche dopo la conclusione dell'arco temporale del programma, si debba garantire il mantenimento in modo permanente almeno dello stesso livello di spesa per istruzione, oltre che per ricerca, della media UE-27;
b) condivide il principio che si debba puntare a migliorare la qualità dei sistemi di istruzione e formazione, per rendere più positivi i risultati educativi (aumento del numero di laureati e diplomati, miglioramento dei risultati nei test internazionali, diminuzione dell'abbandono scolastico, etc.), reputando fondamentale il ruolo dell'istruzione e della formazione lungo tutta la durata della vita; e ritiene quindi essenziale non solo attivare politiche di lifelong learning, per favorire l'apprendimento nella fascia di popolazione di età adulta, ma anche valorizzare la formazione nella fase che precede la scuola primaria (cioè nella fascia 0-6 anni), che è un momento essenziale del processo di apprendimento cognitivo, oltre che di acquisizione delle capacità sociali e relazionali. A tal fine ritiene indispensabile garantire la presenza di una rete di strutture formative per la fascia 0-6 anni (sia pubbliche, sia private con adeguati standard di servizio) capillarmente diffusa su tutto il territorio nazionale ed effettivamente accessibile a tutte le famiglie;
c) con riferimento alle infrastrutture scolastiche e universitarie, condivide il principio che si debba puntare alla loro riqualificazione o ricostruzione in chiave di efficienza energetica e antisismica e di cablaggio con fibra ottica (nell'ottica della digitalizzazione e della transizione green) e ritiene che consistenti quote di risorse debbano essere investite per questa finalità e per allineare il numero di alunni per classe ai parametri europei. Sottolinea tuttavia la necessità che gli interventi finanziati con il Piano NGEU non siano limitati alla riqualificazione energetica e ai miglioramenti tecnologici e antisismici, ma siano ampliati a un rinnovamento complessivo degli ambienti di apprendimento, per realizzare poli infrastrutturali che non soltanto abbiano ambienti di apprendimento e strutture collegate (laboratori, palestre, campus, biblioteche, etc.) concepiti secondo le esigenze della didattica moderna e delle sue innovazioni, ma siano anche in grado di fungere da fattori di rigenerazione urbana e da centri di aggregazione sociale positiva e ricostituire il patto scuola-territorio erogando attività e servizi attrattivi per tutta la popolazione non solo scolastica e studentesca;
d) per quanto riguarda il miglioramento della qualità della formazione scolastica, condivide l'idea che si debba tendere alla digitalizzazione dei processi e degli strumenti di apprendimento; condivide altresì l'analisi di dettaglio sul tema «ricerca e sviluppo» contenuta nel paragrafo IV.4 della proposta di Linee guida, dove – tra l'altro – si evidenzia la necessità di promuovere l'accesso degli studenti diplomati ai corsi di laurea nelle discipline STEM, compresa l'informatica, anche migliorando l'insegnamento di queste discipline nelle scuole; concorda infine sull'assoluta necessità d'incrementare il sistema di formazione professionalizzante terziaria e di migliorare il raccordo tra scuola e mondo del lavoro anche attraverso politiche che favoriscano tra gli studenti l'esperienza del mondo del lavoro già negli anni di scuola; tuttavia ritiene che le competenze insegnate non debbano semplicemente essere «adeguate alle esigenze dell'economia e agli standard internazionali», ma debbano anche e innanzitutto tendere a formare cittadini consapevoli, forniti degli strumenti culturali e cognitivi che occorrono per comprendere le dinamiche e le sfide del loro tempo;
e) in riferimento al personale della scuola, concorda che si debbano adottare iniziative per la riqualificazione, formazione e selezione del personale, reputando che l'investimento sul capitale umano delle istituzioni scolastiche sia fondamentale, assieme a quello sulle infrastrutture, per il successo degli sforzi tesi a migliorare i risultati del Paese in termini di numero di laureati, punteggio nei test internazionali, etc. A questo scopo giudica essenziale valorizzare la professionalità del personale docente e in generale di tutto il personale della scuola, prevedendo sistemi di reclutamento stabili e consolidati, anche con l'obiettivo di porre fine al fenomeno del precariato scolastico, percorsi adeguati di formazione continua obbligatoria e retribuita, in particolare sulle innovazioni didattiche e digitali, retribuzioni in linea con la media dei Paesi dell'UE-27 e una valorizzazione delle varie competenze richieste oggi dall'autonomia scolastica;
f) con riferimento all'università, condivide – ed anzi reputa assolutamente prioritario – l'obiettivo di aumentare il numero di laureati e di quanti conseguono titoli di studio di livello superiore e concorda sul principio che si debba agevolare l'accesso alla formazione avanzata degli studenti meritevoli provenienti da famiglie con disagio economico e sociale. A questo fine ritiene essenziale un cospicuo investimento non solo per il finanziamento degli istituti di promozione del diritto allo studio (borse di studio, tasse universitarie, etc.), ma anche per la realizzazione di infrastrutture di edilizia residenziale per gli studenti universitari non residenti nelle città sedi delle università, nonché l'avvio di politiche di accompagnamento delle ragazze e dei ragazzi al mondo universitario che superino la logica dell'orientamento, così come attualmente concepito;
g) in generale, concorda sull'importanza dell'inclusione sociale e territoriale (che il Governo, nel paragrafo I.3 della proposta di Linee guida indica come una delle tre linee strategiche intorno a cui è costruito il Piano di rilancio) e reputa essenziale, in questo ambito, la realizzazione di un piano di azioni integrato formazione/cultura che abbia come finalità principale il contrasto della povertà educativa e culturale, con interventi concentrati a partire dai territori socialmente ed economicamente svantaggiati e con indici maggiori di dispersione scolastica.
Con più specifico riferimento all'area tematica «Cultura», la VII Commissione ritiene necessario integrare la finalità generale contenuta nella Proposta di linee guida del Governo con i seguenti rilievi:
a) sarà necessario riservare una particolare attenzione alla promozione dell'industria culturale e del turismo (che – come riconosciuto anche dalla proposta di Linee guida del Governo – è il vero asset strategico dell'Italia), sostenere la tutela del patrimonio artistico, culturale e naturale, in particolare per i piccoli e medi attrattori culturali, e promuoverne una quanto più ampia fruizione, così da garantire la stabilizzazione degli interventi previsti;
b) è opportuno estendere il piano straordinario di efficientamento energetico ai luoghi della cultura, sia per il patrimonio pubblico sia per quello privato, nonché progettare interventi per mettere in sicurezza antisismica i siti e i luoghi della cultura e assicurare per essi un sistema nazionale integrato di monitoraggio e prevenzione dei rischi;
c) è opportuno – come veicolo per aumentare l'attrattività del patrimonio culturale materiale – creare linee di investimento indirizzate alla valorizzazione dello spettacolo dal vivo e delle arti performative e al sostegno delle tante professionalità di alto livello operanti in ambito artistico, in tutta la filiera a partire dalla fase creativa e autoriale; è altresì fondamentale un piano di azione che possa tutelare e sviluppare tutto il capitale umano del settore culturale; il valore del nostro patrimonio artistico e culturale è infatti strettamente connesso alle condizioni di lavoro di chi vi opera, per cui dovrà essere prioritario garantire strumenti legislativi più idonei e allineati alle norme europee;
d) è essenziale l'elaborazione di piani che mettano in connessione la creatività, una solida attività di contrasto della povertà educativa e la sostenibilità del patrimonio culturale con i bisogni specifici di valorizzazione culturale e professionale delle comunità e dei territori, con particolare riguardo ai borghi storici delle aree interne: manifestazioni, eventi, spettacoli devono diventare un veicolo di attrazione dei luoghi meno conosciuti, che fuoriescono dai canali turistici mainstream;
e) il nostro patrimonio diffuso dovrà essere reinserito in un circuito di produzione di valori economici e sociali e di moltiplicazione delle filiere territoriali per assicurare continuità e stabilità agli interventi di prevenzione e tutela;
f) è necessario prestare attenzione al sistema delle imprese culturali e creative – che sono centrali per i temi della cultura e della creatività e sono un tassello importante dell'intero comparto culturale – soprattutto nei processi di rivitalizzazione del tessuto civile ed economico del nostro Paese;
g) occorrerà sostenere il progetto di internazionalizzazione del cinema e dell'audiovisivo, attraverso un aiuto alla filiera produttiva, per ampliarla e ammodernarla, come previsto dalla proposta di Linee guida del Governo; è quindi importante l'investimento economico nella realizzazione di infrastrutture, studios, incubatori di imprese specializzate in produzioni e postproduzioni;
h) sarà necessario realizzare un piano per la digitalizzazione del patrimonio culturale, mirato ad alimentare il sistema dei beni e delle attività culturali, quello del turismo e il complesso della attività della stessa amministrazione e ad ampliare la sfera di libero accesso al patrimonio culturale, associando alla digitalizzazione uno sviluppo che ne moltiplichi un uso replicabile in diversi campi e funzioni a scopo di tutela, di prevenzione dei rischi, di promozione editoriale, di comunicazione, di educazione, di sviluppo della fruizione, assicurando contributi al longlife learning, ai processi di gamification, di merchandising e di promozione turistica, stimolando la creazione di reti che possano facilitare la diffusione di conoscenza e tecnologie, assicurando compensi adeguati per attrarre forza lavoro qualificata.
Per quanto riguarda l'area tematica «Informazione ed editoria», la VII Commissione sottolinea come priorità quella di assicurare risorse adeguate e provvedimenti tempestivi per un settore economico che ha un valore anche per la qualità della democrazia. Segnala, in particolare, la prioritaria esigenza di misure per la transizione tecnologica e digitale di tutta la filiera della stampa, compresa quella di prossimità, per la formazione di competenze nelle nuove professioni digitali, per la valorizzazione della professione giornalistica e per il sostegno alla domanda di informazione di qualità.
Con riferimento all'area tematica «Sport» (riconducibile alla missione n. 5 della proposta di Linee guida, «Equità sociale, di genere e territoriale», e più precisamente all'insieme – o cluster – «Investimenti nel settore sportivo per l'inclusione sociale»), la VII Commissione considera prioritario investire risorse per incentivare lo sport di base e per la riqualificazione e la realizzazione di impianti sportivi e per l'impiantistica sportiva di base, anche attraverso la costruzione di impianti a servizio delle scuole ma aperti alla comunità territoriale, così da promuovere il più possibile la diffusione della pratica sportiva e motoria, con personale docente qualificato in tutti i gradi di scuola e impianti sportivi idonei.
ALLEGATO 3
Schema di decreto ministeriale per la definizione di nuove classi del corso di laurea in scienze dei materiali e dei corsi di laurea magistrale in scienze dei materiali e in data science (Atto n. 193).
PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE
La VII Commissione
esaminato lo schema di decreto ministeriale recante la definizione di nuove classi del corso di laurea in «scienza dei materiali» e dei corsi di laurea magistrale in «scienza dei materiali» e in «data science» (atto del Governo n. 193);
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con le seguenti osservazioni:
a) valuti il Governo se sia necessario disciplinare la sorte dei corsi di laurea e di laurea magistrale attualmente esistenti in Scienza dei materiali afferenti a classi di laurea già esistenti (L-27 Scienze e tecnologie chimiche e L-30 Scienze e tecnologie fisiche; nonché LM 53 Scienza e ingegneria dei materiali);
b) nelle premesse, si valuti se richiamare anche il decreto ministeriale 25 ottobre 2019, n. 989, recante le Linee generali d'indirizzo della programmazione delle università 2019-2021 e gli indicatori per la valutazione periodica dei risultati, come integrato dal decreto ministeriale 6 agosto 2020;
c) all'articolo 3, comma 1, si valuti l'opportunità di richiamare espressamente, oltre ai regolamenti didattici di ateneo, di cui all'articolo 11, comma 7, lettera d), anche i regolamenti didattici dei corsi di studio, cui fa riferimento l'articolo 12, comma 2, lettera d), del decreto ministeriale n. 270 del 2004 (citato nel testo);
d) all'articolo 5, comma 1, si valuti l'opportunità di specificare che ciascun CFU corrisponde a 25 ore di impegno medio per studente;
e) all'articolo 5, comma 3, si valuti l'opportunità di richiamare i commi 1 e 2 dell'articolo 7 del decreto ministeriale n. 270 del 2004, dedicati al conseguimento del titolo di studio riferito, rispettivamente, alla laurea e alla laurea magistrale; nonché di precisare che con l'espressione «nei rispettivi regolamenti didattici» si fa riferimento ai regolamenti didattici del corso di laurea (così da escludere il riferimento ai regolamenti didattici di ateneo); nonché di chiarire se ai fini del calcolo dei crediti complessivi necessari per il conseguimento del titolo siano inclusi i crediti relativi alla preparazione della prova finale e se l'acquisizione dei crediti complessivi consenta agli studenti di essere ammessi a sostenere la prova finale e di conseguire il titolo di studio indipendentemente dal numero di anni di iscrizione all'università, in conformità con quanto previsto dall'articolo 5, comma 3, dei decreti ministeriali 16 marzo 2007 recanti rispettivamente «Determinazione delle classi delle lauree universitarie» e «Determinazione delle classi di laurea magistrale».