III Commissione
Affari esteri e comunitari
Affari esteri e comunitari (III)
Commissione III (Affari esteri)
Comm. III
Schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund (Rilievi alla V Commissione) (Seguito esame e conclusione – Valutazione favorevole con rilievi) ... 44
ALLEGATO (Rilievi deliberati dalla Commissione) ... 50
Sui lavori della Commissione ... 47
DELIBERAZIONE DI RILIEVI
Martedì 29 settembre 2020. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.
La seduta comincia alle 13.10.
Schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund.
(Rilievi alla V Commissione).
(Seguito esame e conclusione – Valutazione favorevole con rilievi).
La Commissione prosegue l'esame dello schema di relazione all'Assemblea in oggetto, rinviato nella seduta del 23 settembre scorso.
Piero FASSINO, presidente, avverte che la relatrice, onorevole Quartapelle Procopio, ha predisposto una proposta di valutazione favorevole con rilievi sullo schema di relazione in titolo che, secondo quanto convenuto in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è stata già trasmessa informalmente ai presidenti di gruppo e che è disponibile sulla piattaforma virtuale della Camera dei deputati (vedi allegato).
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, illustra la proposta di valutazione favorevole con rilievi sullo schema di relazione in titolo, sottolineando che essa recepisce anche gli spunti emersi nel corso del dibattito svoltosi in occasione dell'audizione del Ministro Di Maio, il 23 settembre scorso. Segnala come questioni qualificanti della proposta presentata il rafforzamento della rete diplomatico-consolare al fine di far fronte ai nuovi compiti connessi all'attuazione del Patto per l’export; le misure di sostegno al sistema fieristico, su cui ha insistito il collega Lupi; la promozione degli strumenti di soft power, con ciò dovendosi soprattutto intendere gli istituti del sistema di proiezione culturale all'estero, vale a dire le scuole italiane, gli istituti di cultura, gli enti gestori, come pure le università e le borse di studio; l'incremento delle risorse destinate all'aiuto pubblico allo sviluppo, in particolare di quelle allocabili nel settore della transizione verde, in coerenza con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, come auspicato da più colleghi tra cui l'onorevole Migliore.
Il sottosegretario Manlio DI STEFANO, associandosi alle considerazioni della relatrice ed esprimendo apprezzamento per la proposta da lei testé illustrata, auspica che maggioranza e opposizione, sulla scorta del proficuo dibattito svoltosi il 23 settembre, possano esprimere in questa sede una visione convergente. Sottolinea, inoltre, l'importanza del contributo di questa Commissione considerato che i rilievi espressi dalle Commissioni di settore saranno integrate nella relazione all'Aula deliberata dalla V Commissione.
Paolo FORMENTINI (LEGA) preannuncia il voto di astensione della Lega a motivo della eccessiva genericità dei rilievi formulati. Chiede alla relatrice di chiarire quanto meno se la «gestione delle grandi dinamiche migratorie» sia da riferirsi alla categoria dei migranti economici e se il reclutamento all'interno della rete diplomatico-consolare di figure professionali specializzate nel settore dell'internazionalizzazione delle imprese e della promozione degli investimenti diretti esteri comporti un aggiramento delle ordinarie procedure concorsuali previste per il personale della Farnesina. A suo avviso, anche se si trattasse di figure temporaneamente prestate da altre Amministrazioni, ad esempio dal Ministero per lo Sviluppo Economico, il riferimento operato dalla relatrice prefigura in ogni caso azzardati aggiramenti della normativa.
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), preannunciando a sua volta l'astensione del gruppo Fratelli d'Italia, si associa alle valutazioni del collega Formentini sulla genericità dei rilievi formulati. Pur condividendo, infatti, l'accento posto sul tema della ri-localizzazione delle imprese italiane alla luce dei problemi emersi durante il picco dell'epidemia da Covid-19, ritiene del tutto inaccettabile la proposta di incrementare le risorse per la cooperazione allo sviluppo che, al contrario, andrebbero ridotte, come fece l'allora Ministro dell'Economia Tremonti, dirottandole verso misure per alleviare la allora drammatica crisi economica e sociale del Paese. Quanto alle leve del soft power in astratto assai utili, osserva che a fronte dei tanto propagandati intenti di sostegno alle scuole italiane e agli istituti di cultura all'estero, il Governo ha fin qui perseguito una strategia opposta, arrivando a chiudere, con decreto firmato il 31 agosto 2020 dall'incaricato d'affari dell'Ambasciata italiana in Eritrea, la scuola italiana di Asmara: a suo avviso, si tratta di un atto particolarmente grave, soprattutto in ragione degli storici legami culturali tra Italia ed Eritrea.
Su un piano più generale, rileva che nessuno dei trattati e accordi internazionali sottoscritti recentemente dal Governo italiano prevede, tra gli obiettivi, la tutela della libertà religiosa, pur a fronte delle terribili persecuzioni sofferte in molte aree di crisi dai circa 260 milioni di cristiani nel mondo e pur prevedendo in modo sistematico altre questioni come ad esempio la considerazione delle tematiche di genere.
Alberto RIBOLLA (LEGA), associandosi alle considerazioni del collega Formentini, evidenzia che il Recovery Fund, pur costituendo uno strumento utile ed innovativo, poni seri interrogativi sulle condizioni a cui la Commissione europea potrebbe subordinare l'erogazione delle risorse: secondo fonti di stampa, infatti, l'utilizzo dei fondi europei potrebbe essere condizionato all'adozione di una ennesima riforma previdenziale o all'introduzione di nuove imposte – in primis, la tassa sulla plastica – che minerebbero in maniera inaccettabile la nostra sovranità. Poiché a suo avviso permane poca chiarezza su questi possibili sviluppi conferma il voto di astensione del gruppo.
Maurizio LUPI (M-NI-USEI-C !-AC), ringraziando la relatrice per il lavoro svolto e alla luce degli ulteriori interventi svolti dai colleghi, auspica una piena collaborazione tra maggioranza e opposizione in materia di Recovery Fund, che rappresenta, a suo avviso, l'ultima occasione utile per progettare il rilancio del Paese, per il quale occorre lavorare senza sosta in modo unitario. Esprime, quindi, apprezzamento per la proposta della relatrice, che nel dispositivo del testo individua un percorso innovativo rispetto agli ambiti di nostra competenza: in particolare, ringraziando per il riferimento al sostegno del sistema fieristico, rileva l'opportunità di individuare nelle nostre rappresentanze all'estero il centro di coordinamento delle politiche di supporto all’export e all'internazionalizzazione delle imprese, dotandole delle adeguate risorse umane e finanziarie.
Chiede, in ogni caso, che si proceda ad una votazione per parti separate della proposta della relatrice, deliberando dapprima la parte dispositiva e poi la premessa: pur condividendo, infatti, i rilievi proposti, considera la premessa generica e priva di una visione strategica complessiva, con il rischio che l'elaborazione del Recovery Plan nazionale si riduca alla mera raccolta di tutti i progetti chiusi per anni «nei cassetti» dei ministeri. Al contrario, sarebbe stato a suo avviso auspicabile che le priorità strategiche emergessero dal confronto tra maggioranza e opposizione, attraverso una valutazione che tenga conto anche della capacità di spesa delle Amministrazioni, nella consapevolezza che l'Italia è il Paese che ha il minor tasso di assorbimento dei fondi europei.
Erasmo PALAZZOTTO (LEU), preannunciando il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali, in risposta alle osservazioni del collega Ribolla rileva che le eventuali condizionalità imposte dalla Commissione europea sono giustificate dalla straordinarietà dell'intervento, in termini di quantità e qualità delle risorse impiegate: ricorda, infatti, che per la prima volta nella storia dell'integrazione europea gli Stati membri potranno beneficiare di risorse a fondo perduto, che verranno reperite dalla Commissione sul mercato attraverso l'emissione comune di titoli di debito. Esprimendo apprezzamento per le linee di indirizzo al Governo contenute nella proposta di rilievi, che centrano le questioni di interesse comune a partire dalla transizione verde, sottolinea l'esigenza, in prospettiva, di definire nel dettaglio i progetti da finanziare, tenendo conto degli assi portanti indicati, ovvero la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, e della Farnesina in particolare, e il sostegno all’export. Condivide con convinzione l'opportunità di porre l'accento sui progetti che possano contribuire alla stabilità dell'area mediterranea, in particolare dei Paesi della sponda sud – a partire dalla Tunisia – il cui sviluppo è essenziale per garantire mercati di sbocco per le nostre imprese.
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, ringraziando i colleghi per le osservazioni formulate, riguardo alla presunta genericità e assenza di rilievi critici nel testo, segnala il passaggio nella parte in premessa del testo in cui, senza indulgere a sterili trionfalismi, si evidenzia con nettezza la mancanza della quantificazione e di un'analisi di impatto potenziale degli obiettivi delineati nelle Linee guida. Al riguardo osserva che il Recovery Fund rappresenta uno strumento inedito e straordinario e come tale è suscettibile di miglioramenti. Replicando alla richiesta di chiarimenti del collega Formentini, precisa che la gestione delle grandi dinamiche migratorie si riferisce ai migranti economici dal momento che i rifugiati e richiedenti asilo hanno comunque diritto alla protezione internazionale e non possono essere oggetto di una pianificazione. Riguardo all'inserimento di nuove figure professionali di supporto alla rete diplomatico-consolare, precisa che in nessun modo potranno essere aggirate le norme sul reclutamento del personale della Farnesina e che si tratta di personale che potrà essere assunto in via temporanea per far fronte ai nuovi compiti previsti dal Patto per l’export, fermo restando che le risorse del Recovery Fund non possono finanziare spesa corrente, e dunque assunzioni a tempo indeterminato. Rileva, tuttavia, che il problema di un rafforzamento dell'organico della Farnesina resta comunque una priorità, da affrontare in altra sede, tenuto conto del sottodimensionamento del nostro Corpo Diplomatico a paragone che i maggiori Stati membri dell'Unione europea.
Il sottosegretario Manlio DI STEFANO, associandosi alle considerazioni della relatrice, ribadisce che le procedure concorsuali per l'assunzione del personale della Farnesina sono normativamente disciplinate in modo da non permettere alcun aggiramento. Il necessario potenziamento delle sedi diplomatiche con il reclutamento temporaneo di figure professionali ad hoc si inquadrerebbe, dunque, negli obiettivi generali del Recovery Plan individuati dal Comitato interministeriale per gli affari europei (CIAE) volti, da un lato, a sostenere le imprese esportatrici e, dall'altro, a promuovere la digitalizzazione e l'efficientamento energetico della Farnesina. Il tema del rafforzamento dell'organico del MAECI, a suo avviso, potrà essere affrontato in sede di predisposizione ed esame della prossima legge di bilancio.
Ribadisce, altresì, che la stabilità del Mediterraneo costituisce una priorità del Governo e, in particolare del Ministro Di Maio. Al riguardo, segnala la sua recente visita ad Algeri, in esito alla quale è stata istituita una Commissione congiunta per la trattazione di tematiche di comune interesse.
Riguardo alla presunta genericità dei progetti, che ha rilevato anche l'onorevole Lupi, ricorda che, in questa fase, il Parlamento è invitato ad approvare indirizzi al Governo: in esito a questo processo, il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale procederà ad elaborare un elenco di progetti dettagliati, che saranno trasmessi al CIAE in vista di un loro coordinamento con le iniziative degli altri Dicasteri, prima di essere sottoposti alla valutazione della Commissione europea.
Piero FASSINO, presidente, avverte che, così come richiesto dal collega Lupi, la Commissione si accinge a votare per parti separate la proposta di valutazione favorevole con rilievi, formulata dalla relatrice, procedendo dapprima a deliberare sulla parte dispositiva e successivamente sulla premessa del testo.
La Commissione approva, quindi, con distinte votazioni, la parte dispositiva e la premessa della proposta di valutazione favorevole con rilievi, formulata dalla relatrice, sullo schema di relazione all'Assemblea in titolo.
Sui lavori della Commissione.
Laura BOLDRINI (PD), cogliendo l'opportunità della presenza del rappresentante del Governo, sollecita a non sottovalutare gli sviluppi in negativo della situazione in Nagorno-Karabakh: la crescente tensione tra Armenia e Azerbaijan, infatti, aggravata dalle ingerenze di Russia e Turchia, rischia di destabilizzare l'intera regione. Sollecita, quindi, il Governo ad avviare tempestivamente colloqui con i Presidenti azero e armeno, finalizzati a rilanciare il dialogo tra i due Paesi sotto l'egida del Gruppo di Minsk, dunque con la mediazione dell'OSCE.
Gennaro MIGLIORE (IV), associandosi alle riflessioni della collega Boldrini, evidenzia l'opportunità di avviare un'iniziativa parlamentare, nell'auspicio che il Governo assuma una posizione coerente con la linea dell'Unione europea.
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), associandosi alle preoccupazioni dei colleghi, pur comprendendo la delicatezza della materia e dei rischi connessi all'approvvigionamento energetico, stigmatizza la posizione balbettante delle istituzioni europee e dell'Esecutivo, a fronte della posizione avventurista e imperialista del «sultano» Erdogan: a suo avviso, come già accaduto con le dispute marittime con la Grecia e Cipro e con l'intervento nei conflitti in Libia e Siria, l'autocrate turco cerca di imporre la propria strategia egemonica. Ribadisce, dunque, l'invito al Governo ad adoperarsi in sede europea per chiedere la revoca, nei confronti della Turchia, dello status di Paese candidato all'adesione.
Paolo FORMENTINI (LEGA), associandosi alle considerazioni dell'onorevole Boldrini e degli altri colleghi intervenuti, ricorda che l'Armenia, prima nazione cristiana, rischia un nuovo genocidio, dopo quello perpetrato dall'Impero ottomano tra il 1915 e il 1916. Pur comprendendo la linea di prudenza determinata dal ruolo strategico dell'Azerbaijan nelle rotte energetiche, sottolinea la necessità che il Governo esprima una posizione coerente con i nostri valori di rispetto dei princìpi dell'ordinamento internazionale e in materia di diritti umani.
Pino CABRAS (M5S) rileva che è in corso una recrudescenza di un conflitto pluridecennale, con l'aggravante della presenza di milizie jihadiste reclutate da potenze straniere, come già avvenuto in altri Paesi caucasici. A suo avviso, occorre quindi monitorare la situazione con grande attenzione, agendo, se necessario, con fermezza per evitare queste interferenze nefaste e potenzialmente assai pericolose.
Il sottosegretario Manlio DI STEFANO, impegnandosi a trasmettere al Ministro Di Maio le preoccupazioni e le sollecitazioni espresse, suggerisce alla Commissione di assumere iniziative rispetto alle quali il Governo non farà mancare la propria consueta disponibilità alla collaborazione. Rileva, peraltro, l'opportunità di una presa di posizione comune dell'Unione europea, che avrebbe ben altro peso rispetto alle iniziative dei singoli Stati membri. Riguardo alla Turchia, ricorda che il processo di adesione all'UE è, di fatto, congelato, ma che la stabilità della regione mediterranea non può prescindere dal dialogo con Ankara.
Piero FASSINO, presidente, prospettando la possibilità che la Commissione discuta un eventuale atto di indirizzo sul tema, propone di diramare nell'immediato un comunicato stampa, nella sua qualità di presidente della Commissione e a nome della Commissione, per auspicare la cessazione delle ostilità e la ripresa dei negoziati in sede OSCE per una soluzione pacifica della controversia.
La Commissione concorda.
Laura BOLDRINI (PD), ribadendo l'opportunità di approvare un atto di indirizzo, segnala che la Cancelliera Merkel ha già avviato contatti con i Capi di Stato dell'Armenia e dell'Azerbaijan; sarebbe dunque auspicabile che anche il Governo italiano si attivasse nella stessa direzione, senza necessariamente attendere la presa di posizione dell'UE.
La seduta termina alle 15.45.
SEDE REFERENTE
Martedì 29 settembre 2020. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.
La seduta comincia alle 15.45.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica Kirghisa sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, fatto a Bishkek il 14 febbraio 2013.
C. 2231 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito esame e conclusione).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 1o settembre scorso.
Piero FASSINO, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Bilancio e Cultura.
La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, onorevole Andrea Romano, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.
Piero FASSINO, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.
La seduta termina alle 15.50.
ALLEGATO
Schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund.
RILIEVI DELIBERATI DALLA COMMISSIONE
La III Commissione,
esaminato, per i profili di competenza, lo Schema di relazione all'Assemblea, in merito alla individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, deliberato dalla V Commissione il 23 settembre scorso;
preso atto della proposta di Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), trasmessa dal Governo alle Camere il 15 settembre e che enuclea quattro sfide strategiche: migliorare la resilienza e la capacità di ripresa dell'Italia; ridurre l'impatto sociale ed economico della crisi pandemica; sostenere la transizione verde e digitale; innalzare il potenziale di crescita dell'economia e la creazione di occupazione;
valutata l'importanza di un dialogo continuo tra Governo e Parlamento in tutte le fasi del processo di definizione e di implementazione del PNNR e, conseguentemente, condivisa l'opportunità di relazioni periodiche al Parlamento, anche con riferimento alle politiche di settore, ai fini del controllo parlamentare sull'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza;
richiamata l'audizione del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, svolta il 23 settembre davanti alle Commissioni riunite Affari esteri e Attività produttive della Camera dei deputati, sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, destinato a finanziare il Piano nazionale di ripresa e resilienza;
tenuto conto altresì del dibattito svoltosi presso la III Commissione;
per i profili della III Commissione premesso, in generale, quanto segue:
la pandemia ha evidenziato in modo assai netto le profonde interdipendenze tra grandi attori globali, economie e società e soprattutto le connessioni tra Stati membri dell'UE, dando nuovo slancio e sostanza al valore della solidarietà europea;
il PNRR, nel contesto dello strumento innovativo Next Generation EU (NGEU) lanciato dalla Commissione europea, rappresenta un'occasione da cogliere per il rilancio dell'economia del nostro Paese dopo la crisi da Covid19 e per impostare un nuovo paradigma di crescita che risponda a parametri di sostenibilità, inclusività e durevolezza, nello spirito delle parole pronunciate dalla Presidente Von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell'Unione;
secondo le prime stime, le risorse complessive a valere su Next Generation EU che confluirebbero nel nostro Paese ammonterebbero a 208,6 miliardi di euro, di cui 127,6 miliardi di euro a titolo di prestiti e 81 miliardi di euro sotto forma di sovvenzioni, da impegnare per il 70 per cento nel biennio 2021-2022 e per il 30 per cento nel 2023;
l'Italia risulta, secondo le stime, il Paese primo beneficiario dei finanziamenti, tenendo conto che la quota di sovvenzioni ricevuta da ciascun Paese riflette il livello della popolazione e le condizioni economiche nella fase precedente alla pandemia, valutate in base al PIL pro capite e al tasso di disoccupazione, e tenendo in debito conto che il volume massimo dei prestiti non potrà superare il 6,8 per cento del RNL. Si tratta di un banco di prova che pone il nostro Paese al centro di un'attenzione specifica e che impone un'assunzione di responsabilità di grado assai elevato per il futuro stesso del progetto europeo;
trattandosi di una svolta storica nel percorso di integrazione europea, considerato che per la prima volta l'Unione europea ha deciso di mobilitare somme ingenti mediante l'indebitamento comune in funzione anticongiunturale, anche ricorrendo a strumenti di finanziamenti a fondo perduto, occorre adesso concentrare le risorse del Recovery Fund in modo strategico e sinergico, scongiurando visioni particolaristiche, sovrapposizioni ed inefficienze e affrontando i nodi strutturali del Paese;
evidenziato che nelle Linee guida soltanto in alcuni casi vengono definiti in termini quantitativi obiettivi che non vengono però corredati da un'analisi di impatto potenziale sulle grandezze economiche né sulle diverse aree territoriali e che sono richiamati in termini generali, senza specificare in che misura si intendano correggere le tendenze in atto e senza precisare quante risorse verrebbero assegnate a ciascuno degli obiettivi indicati,
VALUTA FAVOREVOLMENTE LO SCHEMA DI RELAZIONE ALL'ASSEMBLEA
e, relativamente ai temi sostegno all'export, internazionalizzazione del sistema produttivo, riconducibili alla Missione n. 1 concernente Digitalizzazione ed innovazione e competitività del sistema produttivo, chiede che la Commissione di merito valuti l'opportunità di integrare il paragrafo 5 dello schema di relazione con i seguenti rilievi:
dall'Amministrazione degli Affari esteri e della cooperazione internazionale può derivare un contributo essenziale per la ripartenza e la modernizzazione del Paese potendo contare su una rete di 370 uffici nel mondo ed essendo idonea a contribuire in modo decisivo, con progetti incentrati sulla digitalizzazione e sulla transizione verde, a migliorare l'efficienza dell'azione amministrativa a sostegno e vantaggio dei connazionali e delle imprese italiane all'estero;
in generale, anche in linea con i contenuti del Piano Nazionale per le Riforme per il 2020 e con le misure già adottare dal Governo per il sostegno alle imprese italiane, nella considerazione della tradizionale vocazione all’export del sistema produttivo del nostro Paese, la Farnesina è strategica per l'obiettivo della digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo essendo titolare di una responsabilità specifica rispetto alle competenze in tema di sostegno pubblico all'export, internazionalizzazione del sistema produttivo e politiche commerciali;
questa specificità del MAECI ben si declina rispetto alla Missione n. 1, Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, in cui la proposta di Linee guida indica, tra le altre cose, la necessità di potenziare la capacità delle imprese italiane di competere sui mercati internazionali, assicurando assoluta priorità all'industria agroalimentare, al turismo, vero asset strategico dell'Italia, e alla filiera della promozione culturale;
in tale ambito, si ritiene essenziale favorire processi di fusione e patrimonializzazione delle micro e piccole imprese, anche stimolando la creazione di reti in cui l'impresa capofila sia forte e di dimensioni compatibili con la necessità di investire adeguatamente in ricerca e sviluppo tecnologico, pagare salari adeguati per attrarre forza lavoro qualificata, investire in marketing e servizi finanziari;
tutto il comparto del sostegno all'internazionalizzazione del sistema produttivo impone un adeguato rafforzamento dell'intero apparato di promozione del sistema Paese all'estero a partire dalla rete diplomatico-consolare, dall'ICE-Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, da SIMEST, dalle camere di commercio e anche dai centri di imputazione della promozione culturale all'estero: le scuole italiane, gli istituti di cultura, gli enti gestori, fino ai programmi di collaborazione tra università e al sistema delle borse di studio, tutto ciò in sinergia con la pluralità dei soggetti che contribuiscono a comporre e promuovere l'immagine del nostro Paese all'estero, nella consapevolezza che la proiezione economico e commerciale dell'Italia all'estero va di pari passo con la proiezione della sua cultura e della sua identità;
anche in linea con la Missione n. 4 dedicata ai temi della formazione, nell'ottica di un investimento cruciale nel capitale umano, dovranno essere previsti percorsi di riqualificazione e aggiornamento professionale per tutto il personale della Farnesina in risposta alla riconversione dei processi amministrativi in chiave di digitalizzazione e favorendo l'inclusione anche all'interno della rete estera di figure professionali specializzate nel settore della promozione degli investimenti diretti esteri, della valorizzazione del Made in Italy e del sostegno alle imprese già operanti o interessate al settore estero;
nell'ottica di invertire i processi di delocalizzazione sarà necessario introdurre strumenti utili ad attrarre investimenti diretti esteri e favorire processi di ri-localizzazione delle imprese italiane, in particolare di quelle operanti in settori strategici in costanza della crisi pandemica, come quello della produzione di dispositivi di protezione individuale e di reagenti chimici impiegati in campo sanitario, da tempo delocalizzati nel sudest asiatico e, soprattutto, in Cina;
in generale, alla luce del ruolo determinante delle esportazioni nel sostenere i tassi di crescita del Paese, andranno rafforzati gli strumenti di promozione integrata del Made in Italy e dell'internazionalizzazione delle imprese, a partire dal potenziamento del c.d. Patto per l’export, sottoscritto nel giugno del 2020, anche attraverso la previsione di incentivi a sostegno della transizione verde, in linea con i criteri di ammissibilità previsti dal Dispositivo per la ripresa e la resilienza;
un impegno specifico dovrà essere dedicato al settore fieristico, duramente colpito dalla crisi pandemica e vitale per la promozione del nostro sistema produttivo, al quale occorrerà destinare risorse a fondo perduto non a titolo di sussidio ma come strumento di una ripresa che andrà a vantaggio di tutte le associazioni di categoria, ricorrendo all'impiego generalizzato del modello già sperimentato di «corridoi sanitari» utili a favorire l'incontro tra espositori e buyers con modalità compatibili con le misure di prevenzione della pandemia;
sempre con riferimento alla Missione n. 1, si ricorda che le esigenze di standardizzazione e di ulteriore perfezionamento della strumentazione informativa della rete diplomatico-consolare a sostegno dei connazionali e delle imprese all'estero sono state oggetto di una risoluzione, la n. 8-00081 d'iniziativa della deputata Siragusa, approvata all'unanimità dalla III Commissione il 5 agosto scorso;
in connessione con la Missione n. 1 e nel campo del sostegno alla competitività delle nostre imprese, un profilo di indiscussa delicatezza è rappresentato dal tema della protezione dei dati personali, della cibersicurezza, della tutela dei segreti industriali, dei sistemi antifrode. Nel campo della politica sugli investimenti il tema della tutela dei dati si declinerà nella capacità di screening degli investimenti esteri per ragioni di sicurezza nazionale con ricorso alla disciplina del golden power;
in generale, è opportuno che la politica estera dell'Italia risponda, nelle sue varie declinazioni – commercio internazionale, politica energetica, promozione culturale, cooperazione allo sviluppo – a parametri di maggiore sostenibilità, tenuto conto degli impegni assunti dal nostro Paese in sede internazionale con la sottoscrizione dell'Agenda ONU sullo Sviluppo Sostenibile. È essenziale che le risorse che l'Italia impiega nell'aiuto pubblico allo sviluppo siano il più possibile convogliate verso la costruzione di partnership globali, fondate sull'impegno per i diritti umani e per obiettivi di transizione ecologica e di sostenibilità sociale, utili a facilitare condizioni geopolitiche di maggiore stabilità;
in campo energetico vanno sostenuti impegni in campo internazionale mirati alla transizione verde incoraggiando modelli come l’ «Alleanza per l'idrogeno» inaugurata con i Paesi del Nord dell'Europa e sostenendo progetti per il diffondersi delle energie rinnovabili nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo;
il rilancio del sistema economico dell'Italia è fortemente condizionato da condizioni di maggiore stabilità regionale e di tutela del nostro Paese da choc geopolitici derivanti dalla sua collocazione politica e strategica e che nel recente passato si sono già dimostrati idonei ad arrecare danni considerevoli al nostro sistema produttivo, producendo gravosi effetti congiunturali di breve e medio termine. È pertanto coerente con questa visione un impegno di natura politico-diplomatica, oltre che economica, a sostegno della stabilità e di un maggior benessere dei Paesi che rappresentano l'immediato vicinato dell'Italia – Mediterraneo e Balcani occidentali in primis – e questo anche nell'interesse di una gestione delle grandi dinamiche migratorie che vada oltre l'emergenza e che sappia coniugare ad una prevenzione dei flussi basata su accordi con i Paesi di origine e di transito politiche di accoglienza ed integrazione commisurate alle capacità di assorbimento da parte del nostro sistema produttivo, nella considerazione dell'andamento dei flussi demografici che interessano il nostro Paese e tutto il continente europeo.