II Commissione
Giustizia
Giustizia (II)
Commissione II (Giustizia)
Comm. II
Audizione informale, in videoconferenza, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 2427 Governo, recante nuove norme in materia di illeciti agro-alimentari, di Stefano Vaccari, capo del Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ... 24
Audizione informale, in videoconferenza, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 2427 Governo, recante nuove norme in materia di illeciti agro-alimentari, di Sergio Talloru, rappresentante del Coordinamento delle rappresentanze degli appartenenti ai Corpi forestali delle regioni e provincie autonome (Corpafor) ... 24
AUDIZIONI INFORMALI
Martedì 29 settembre 2020.
Audizione informale, in videoconferenza, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 2427 Governo, recante nuove norme in materia di illeciti agro-alimentari, di Stefano Vaccari, capo del Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
L'audizione informale si è svolta dalle 10.35 alle 10.50.
Audizione informale, in videoconferenza, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 2427 Governo, recante nuove norme in materia di illeciti agro-alimentari, di Sergio Talloru, rappresentante del Coordinamento delle rappresentanze degli appartenenti ai Corpi forestali delle regioni e provincie autonome (Corpafor).
L'audizione informale si è svolta dalle 11 alle 11.15.
DELIBERAZIONE DI RILIEVI
Martedì 29 settembre 2020. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. — Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Andrea Giorgis.
La seduta comincia alle 12.40.
Schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund.
(Rilievi alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Deliberazione di rilievi).
La Commissione prosegue l'esame dello schema di relazione sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, rinviato nella seduta di mercoledì 23 settembre scorso.
Mario PERANTONI, presidente, ricorda che, come richiesto nella precedente seduta, sono pervenute le osservazioni da parte dell'onorevole Piera Aiello, del gruppo di Forza Italia e di Italia Viva.
Valentina D'ORSO (M5S), relatrice, formula una proposta di deliberazione rilievi (vedi allegato 1), illustrando i criteri che hanno presieduto alla sua impostazione. Fa presente a tale proposito che la sua proposta è articolata su due livelli, il primo relativo alle priorità in termini di investimenti, e il secondo riferito alle riforme che, come richiesto espressamente dall'Unione europea, dovranno accompagnare gli investimenti. Precisa inoltre che l'obiettivo degli interventi individuati dalla proposta è quello di rendere la giustizia più celere ed efficace a vantaggio dei cittadini e delle imprese, sottolineandone in particolare l'impatto positivo sul sistema produttivo, il cui rilancio rappresenta la priorità del Recovery fund. Evidenzia quindi che, mentre per quanto riguarda gli investimenti le azioni ritenute prioritarie sono state illustrate dettagliatamente nella parte motiva e succintamente richiamate nella parte dispositiva, relativamente alle riforme strutturali ha ritenuto di farvi riferimento in maniera sintetica, non volendo interferire in alcun modo con il dibattito che si svilupperà in Parlamento sulle specifiche proposte del Governo. Nel ringraziare i gruppi che hanno condiviso le loro osservazioni, sottolinea come la predisposizione della proposta di deliberazione di rilievi abbia comportato un lavoro complesso, volto anche a raggiungere una sintesi dei diversi contributi, che in molti casi si sono rivelati convergenti. Nel ritenere pertanto che vi siano i margini per fare un buon lavoro, auspica che la Commissione Giustizia possa esprimersi in maniera compatta sulla proposta di rilievi.
Mario PERANTONI, presidente, nel ringraziare la relatrice, oltre che per il contenuto del suo lavoro, anche per la sintesi e la chiarezza dell'intervento, chiede se vi siano colleghi che intendano intervenire per dichiarazione di voto.
Pierantonio ZANETTIN (FI) fa presente preliminarmente come la proposta formulata dalla relatrice, che ha letto con grande attenzione, rappresenti un passo avanti rispetto ai contenuti dello schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund predisposto dalla V Commissione. Nell'evidenziare a tale proposito che la stessa relatrice ha ritenuto di sottolineare nella sua proposta di rilievi la genericità e la carenza del citato schema in ordine ai profili di competenza della Commissione Giustizia, esprime tuttavia la convinzione che si debba fare di più. Nel rammentare i molti rilievi avanzati nel corso del suo intervento durante l'audizione del Ministro Bonafede sull'individuazione delle priorità in materia di giustizia nell'utilizzo del Recovery Fund, fa presente in particolare di aver chiesto in quell'occasione di conoscere l'entità delle risorse che verranno ragionevolmente destinate al comparto. Fa presente inoltre che nella proposta della relatrice si fanno diversi riferimenti alle riforme in atto, quali quelle del processo civile e penale, del Consiglio superiore della magistratura e dell'ordinamento giudiziario, per alcune delle quali non si conoscono i contenuti dettagliati, se non per quanto viene pubblicamente dichiarato. Nel ritenere pertanto ciò ostativo a che il gruppo di Forza Italia possa esprimersi favorevolmente sui contenuti della proposta della relatrice, pur apprezzando il riferimento agli investimenti nell'edilizia giudiziaria, fa presente che sarebbe stato necessario un maggiore dettaglio degli interventi, tanto più considerate le difficoltà quotidiane che si ravvisano in tutta Italia nello svolgimento dei processi. Nel rammentare a titolo esemplificativo che un processo importante contro la ’ndrangheta come quello cosiddetto «Rinascita-Scott» viene celebrato a Roma perché in tutta la Calabria manca un'aula adatta, si sarebbe aspettato che il Governo specificasse quali e quante risorse andranno all'edilizia giudiziaria e penitenziaria. Pertanto, nel sottolineare che i principi esposti nella proposta della relatrice sono astrattamente condivisibili, ma non sufficientemente dettagliati da consentire un voto favorevole, preannuncia comunque da parte di Forza Italia un atteggiamento di disponibilità per il futuro, che si concretizzerà in un voto di astensione, auspicando che tali principi possano trovare concreta realizzazione.
Ingrid BISA (LEGA) esprime il proprio disappunto per la genericità dei contenuti della proposta della relatrice, che si mantiene sulle linee generali senza mai entrare nello specifico dei diversi interventi ritenuti prioritari. Con riguardo in particolare al richiamato ampliamento delle piante organiche dei magistrati, fa notare che, se il Ministro Bonafede non metterà mano ai concorsi, non sarà possibile realizzare gli intenti che il Governo si prefigge grazie all'utilizzo delle risorse del Recovery Fund. Quanto alla modifica del codice di procedura civile, che dovrebbe essere volta a realizzare una maggiore semplicità del procedimento e a rendere più efficace la fase esecutiva, dichiara che avrebbe gradito leggere, invece che il riferimento ad un intento del tutto generico, la descrizione dettagliata degli specifici interventi che il Ministro intende mettere in atto per risolvere le note problematiche del settore. Nel rilevare inoltre come nella sua esperienza di avvocato civilista raramente abbia visto la negoziazione assistita andare a buon fine, si chiede su quali elementi si fondi la convinzione del Ministro che tale procedura possa avere una funzione deflattiva del contenzioso. Nel sottolineare che molti sarebbero i rilievi da avanzare, fa presente in conclusione che si sarebbe aspettata un'indicazione maggiormente dettagliata degli interventi prioritari, rilevando come tale esigenza fosse già emersa nel corso dell'audizione del Ministro Bonafede.
Alfredo BAZOLI (PD) esprime il proprio apprezzamento per il lavoro svolto dalla relatrice e per il documento da lei predisposto, che costituisce uno strumento di ricognizione puntuale e completa degli interventi prioritari per garantire una maggiore efficacia del sistema giustizia, sia sotto il profilo dell'organizzazione e delle strutture giudiziarie sia sotto il profilo dell'ampliamento delle piante organiche, dell'edilizia penitenziaria e delle esigenze di digitalizzazione. Evidenzia inoltre che la proposta della relatrice esprime l'impegno in favore delle diverse riforme legislative già in corso, quali quelle del processo civile e penale, del Consiglio superiore della magistratura e dell'ordinamento giudiziario nonché del codice della crisi di impresa. Quanto alla critica avanzata dall'opposizione, secondo cui nella proposta della relatrice mancherebbero le indicazioni relative all'impegno delle risorse finanziarie per ciascun intervento, fa presente come non sia quella attuale la sede adeguata per un simile dettaglio. Pertanto, nel preannunciare che ciò avverrà tra qualche mese, rammenta ai colleghi che al momento si tratta di individuare le linee guida per indirizzare l'azione del Governo, auspicando che sull'argomento si possa lavorare di concerto, anche con le forze di opposizione.
Lucia ANNIBALI (IV), nel ringraziare la relatrice per il lavoro svolto, evidenzia preliminarmente che la proposta da lei avanzata presenta contenuti più strutturati rispetto allo schema di relazione predisposto dalla Commissione Bilancio, sottolineando come siano stati sostanzialmente recepiti i rilievi presentati dal gruppo Italia viva. Quanto ai contenuti della proposta della relatrice, fa riferimento in particolare agli interventi in materia di edilizia giudiziaria e penitenziaria, nonché di digitalizzazione, soffermandosi sulla necessità, già emersa nel corso dell'audizione del Ministro, di garantire l'accesso ai registri da remoto anche per quanto riguarda i cancellieri. Con riguardo alla funzione rieducativa della pena, fa presente che tale obiettivo si raggiunge non soltanto garantendo la qualità dei luoghi che ospitano i soggetti detenuti, ma anche attraverso il potenziamento delle figure esterne da impiegare nel trattamento e nei percorsi di rieducazione, rilevando come i singoli progetti non siano sufficienti senza una visione complessiva e costituzionalmente orientata del problema. Ringrazia inoltre la relatrice per aver introdotto nel testo il tema della violenza sulle donne, che non figura nella relazione del Ministro Bonafede, sottolineando – come già fatto nel corso dell'esame del cosiddetto codice rosso – l'esigenza di risorse finanziarie adeguate per consentire il ricorso a soggetti esterni specializzati nel trattamento dei soggetti violenti. Nel preannunciare il voto favorevole del gruppo di Italia viva, dichiara di aver apprezzato l'approccio della relatrice con riguardo alle riforme in corso, evidenziando la necessità di garantire la più ampia dialettica parlamentare su temi importanti suscettibili di posizioni divergenti. In conclusione, nel sottolineare che il documento all'esame della Commissione rappresenta un punto di partenza, esprime l'auspicio che nelle fasi successive tutti i colleghi, e non solo quelli della maggioranza, possano dare il proprio contributo.
Ciro MASCHIO (FDI), nell'evidenziare in premessa che il testo proposto dalla relatrice contiene spunti di intervento teoricamente condivisibili, fa presente che gli attuali intendimenti in materia di giustizia appaiono ben lontani dalle dichiarazioni a suo tempo rilasciate. Ricorda a tale proposito come il Ministro Bonafede, all'inizio del Governo Conte I, abbia annunciato una rivoluzione che non è mai avvenuta e che con il passaggio al successivo Governo Conte II tale rivoluzione è stata declassata ad azione riformatrice. Sottolinea come, in questi due anni, il Ministro si sia limitato ad un elenco di buoni propositi, conditi con qualche norma di contorno, talvolta condivisibile, come è il caso del cosiddetto codice rosso, rammentando d'altro canto come l'intervento sul rito abbreviato abbia introdotto ulteriori difficoltà e come il provvedimento cosiddetto spazzacorrotti, pur contenendo disposizioni utili in materia di lotta alla corruzione, abbia per converso comportato, quale elemento negativo, la riforma della prescrizione, che costituisce tuttora un nodo da sciogliere. Nel rilevare che il nucleo centrale delle riforme del processo civile e penale e del Consiglio superiore della magistratura sono ben lungi dall'essere attuate, nonostante i ripetuti appelli del Presidente Mattarella, evidenzia come in vista della predisposizione del Recovery Plan si riproponga in modo un po’ più stanco l'elenco delle priorità note. Nel preannunciare pertanto voto di astensione del gruppo di Fratelli d'Italia sulla proposta di rilievi avanzata dalla relatrice, evitando di entrare nel dettaglio dei singoli argomenti, si limita a sottolineare come nel testo della relatrice non si faccia alcun riferimento alla questione del sovraffollamento carcerario e, in particolare, del rimpatrio dei detenuti stranieri, che presupporrebbe, oltre alla conclusione di accordi bilaterali, anche una adeguata macchina organizzativa. Tiene in particolare ad evidenziare come l'esecuzione in patria della pena per i soggetti stranieri detenuti in Italia, che attualmente rappresentano un terzo della popolazione carceraria totale, comporterebbe un significativo risparmio di risorse finanziarie, oltre a risolvere il problema del sovraffollamento, in particolare in una situazione di emergenza sanitaria come quella attuale, alla quale il Ministro ha invece risposto con misure masochistiche, che hanno determinato la scarcerazione dei boss mafiosi e le conseguenti dimissioni dei vertici del dipartimento competente. Ritiene che su questo tema l'Unione europea dovrebbe manifestare il proprio interesse, sia con riguardo ai risparmi di spesa che se ne potrebbero ricavare sia in particolare con riguardo alla difesa dei suoi confini esterni e alla gestione ordinata dei flussi migratori. In conclusione, nel ribadire che anche con riguardo alle riforme ci si limita a riprodurre formule note, in cui peraltro non tutti credono con la medesima convinzione, preannuncia comunque la disponibilità del suo gruppo a confrontarsi con la maggioranza, quando i singoli temi saranno affrontati in maniera puntuale.
Carla GIULIANO (M5S), nel ringraziare la relatrice per l'eccellente lavoro svolto, che ha consentito anche di recepire osservazioni provenienti dai colleghi, ritiene particolarmente importante il rilievo relativo all'edilizia giudiziaria, in cui viene evidenziata la necessità di mettere in sicurezza le strutture esistenti, adeguandole anche per quanto riguarda l'efficientameno energetico, prevedendo inoltre la realizzazione di asili nidi che consentano al personale il giusto contemperamento dei tempi di lavoro e delle esigenze familiari. Sottolinea inoltre la rilevanza dei temi relativi alla digitalizzazione e all'edilizia penitenziaria, con particolare riguardo alla previsione di idonee aree ricreative nelle carceri, in un'ottica di potenziamento della funzione rieducativa della pena. Esprime la convinzione che un aspetto molto importante sia rappresentato dagli interventi volti ad offrire al personale di Polizia Penitenziaria percorsi di supporto psicologico e una formazione specialistica sul disagio psichico e sui disturbi psichiatrici. Da ultimo, preannuncia il voto favorevole dei componenti del gruppo Movimento 5 Stelle, ribadendo come i rilievi proposti dalla relatrice siano pertinenti.
Anna Rita TATEO (LEGA) esprime il proprio rammarico per il fatto che la proposta della relatrice non faccia alcun riferimento alla riapertura delle sezioni distaccate abolite e delle sedi di tribunale soppresse, con particolare riguardo alle zone geografiche di difficile accesso, nonostante che tali temi abbiano rappresentato «cavalli di battaglia» del Movimento 5 Stelle. Stupendosi in maniera analoga per il fatto che non siano in alcun modo citati gli uffici di prossimità tanto decantati dal Ministro Bonafede, ritiene opportuno che la proposta della relatrice venga integrata con l'illustrazione delle intenzioni della maggioranza sui suddetti argomenti. Nel rammentare infine come a distanza di due anni sia tuttora irrisolto il problema del tribunale di Bari, auspica tuttavia che, diversamente da quanto accaduto in passato, ciò che è stato scritto nella proposta della relatrice venga tradotto in azioni concrete.
Federico CONTE (LEU) reputa agevole associarsi alle considerazioni svolte dai colleghi della maggioranza, apprezzando il lavoro della relatrice e il testo agile da lei redatto, che non rappresenta un programma di governo ma si limita ad esporre le priorità in materia di giustizia che si intende sottoporre all'attenzione dell'Esecutivo e delle istituzioni dell'Unione europea. Nel ritenere che tale specifica caratteristica del documento renda inefficaci le critiche avanzate dall'opposizione, rammentando ai colleghi che si sta discutendo di opportunità impensabili all'avvio della legislatura, fa presente che le priorità principali illustrate nel documento in esame, con un approccio moderno ed adeguato alla situazione, fanno riferimento tanto alle infrastrutture materiali, quali la riorganizzazione delle sedi giudiziarie, quanto alle infrastrutture immateriali della digitalizzazione e del potenziamento del personale. Nel sottolineare come la questione dell'ampliamento delle piante organiche e della riqualificazione del personale stia a cuore a tutti, considera particolarmente qualificante il richiamo all'esecuzione della pena attraverso misure alternative alla detenzione, ritenendo che ciò sia il frutto di una precisa scelta politica e di un cambiamento di impostazione rispetto al passato di una parte della maggioranza. Nel rilevare pertanto nel testo in esame anche la presenza di novità politiche significative, sottolinea come l'occasione attuale costituisca una chance irripetibile per modernizzare uno dei settori più arretrati ed inadeguati del Paese, segnalando al Governo che la giustizia rappresenta uno spazio fondamentale sul quale intervenire.
Cosimo Maria FERRI (IV) interviene per aggiungere a quanto già detto dalla collega Annibali, che ha preannunciato il voto favorevole di Italia viva, un elemento a suo avviso positivo, sottolineando come molti dei rilievi introdotti nel testo proposto dalla relatrice, quali quelli relativi alla negoziazione assistita, all'ampliamento delle piante organiche e all'esecuzione delle pena attraverso misure alternative, riprendano i contenuti delle riforme del Governo Renzi. Nel rammentare che si tratta di interventi messi in atto all'epoca con grande convinzione, poi accantonati dal Presidente del Consiglio Conte, con l'unica parziale eccezione della riforma del codice della crisi di impresa, esprime il proprio apprezzamento per il cambio di passo manifestato dal Ministro Bonafede, che ha in parte rivisto le proprie convinzioni. Pertanto, nell'assicurare il pieno appoggio di Italia viva, con le precisazioni richieste dalla collega Annibali per quanto riguarda la riforma del processo penale, fa presente che la realizzazione di un'azione riformatrice richiede coraggio prima ancora che risorse finanziarie, rammentando che oltre ad ampliare le piante organiche, come rilevato dall'opposizione, occorre bandire i concorsi e procedere alle assunzioni. Sottolineando da ultimo l'esigenza di risolvere anche la questione della magistratura onoraria, nel sostenere il Ministro, si augura che faccia valere il settore della giustizia in sede di ripartizione delle risorse del Recovery fund.
Valentina D'ORSO (M5S), relatrice, fa presente che, relativamente agli inteventi sull'edilizia penitenziaria, l'inciso «progettate e realizzate con criteri innovativi e in modo da rendere più efficace la funzione rieducativa della pena» riferito alla ristrutturazione di strutture già esistenti che si presentino in condizioni di ammaloramento, contenuto nella parte motiva della proposta di rilievi, deve essere coerentemente integrato anche alla lettera d) della parte dispositiva. Pertanto formula una nuova proposta di rilievi (vedi allegato 2), ringraziando i colleghi per il clima costruttivo in cui si è svolto il dibattito.
Mario PERANTONI, presidente, prima di porre in votazione la proposta di rilievi avanzata dalla relatrice, tiene a ringraziare tutti i colleghi intervenuti.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di rilievi come riformulata dalla relatrice.
La seduta termina alle 13.25.
ALLEGATO 1
Schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund.
PROPOSTA DI RILIEVI
La II Commissione permanente (Giustizia),
esaminato lo schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, predisposto dalla Commissione Bilancio ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento;
apprezzata la finalità di consegnare all'Assemblea una utile base di lavoro che possa favorire la deliberazione di appositi atti di indirizzo al Governo, prima della presentazione del Recovery Plan, che dovrebbe avvenire unitamente alla Nota di aggiornamento del DEF 2020;
condivisa l'esigenza di realizzare un programma di riforme e investimenti – finalizzati tra l'altro a velocizzare il funzionamento della giustizia – al fine di garantire alle imprese italiane condizioni ambientali più idonee che consentano loro di essere realmente competitive a livello europeo e internazionale;
rilevato che:
le raccomandazioni specifiche dell'Unione europea all'Italia nel settore giustizia recano un sollecito al nostro Paese a ridurre la durata dei processi civili in tutti i gradi di giudizio e ad aumentare l'efficacia della prevenzione e repressione della corruzione riducendo la durata dei processi penali e attuando il nuovo quadro anticorruzione, nonché ad adottare provvedimenti, nel 2020 e nel 2021, volti a «migliorare l'efficienza del sistema giudiziario»;
nel Programma Nazionale di Riforma del 2020 il Governo ha risposto alle sollecitazioni europee prevedendo interventi di riforma caratterizzati anche da una politica di potenziamento del personale della giustizia, attraverso l'ampliamento delle piante organiche, e di digitalizzazione del processo;
una delle nove direttrici di intervento contenute nel piano di rilancio del Governo è finalizzata, come emerge dal Programma nazionale di riforma per il 2020, al raggiungimento di un ordinamento giuridico più moderno ed efficiente;
nella proposta di linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), trasmessa dal Governo alle Camere nella giornata del 15 settembre scorso, la riforma della giustizia figura tra le iniziative volte a realizzare le sfide considerate nel PNRR tra le quali figurano il miglioramento della resilienza e della capacità di ripresa dell'Italia, nonché l'innalzamento del potenziale di crescita dell'economia e la creazione di occupazione;
tenuto conto di quanto emerso in occasione dell'audizione del Ministro della Giustizia sull'individuazione delle priorità in materia di giustizia nell'utilizzo del Recovery Fund, svolta nella seduta del 22 settembre 2020;
evidenziato che:
studi condotti dalla Banca d'Italia e dalla Confesercenti dimostrano che un efficiente sistema giudiziario consentirebbe di recuperare dall'1,3 per cento al 2,5 per cento (da 22 miliardi a 40 miliardi) del PIL stimolando gli imprenditori, anche esteri, ad investire nel nostro Paese in quanto la tempestività delle decisioni giudiziarie è elemento essenziale per le imprese, per gli investitori e per i consumatori;
nelle loro decisioni di investimento le imprese hanno bisogno di informazioni certe sull'ambiente regolativo dovendo poter calcolare il rischio di essere coinvolte in contenziosi commerciali, di lavoro, tributari o in procedure d'insolvenza nonché prevedere tempi e contenuti delle decisioni;
un sistema giudiziario efficiente in grado di perseguire efficacemente e tempestivamente le condotte illecite, ed in special modo quelle corruttive, è il presupposto per un mercato che rispetti le regole della trasparenza e della concorrenza premiando soltanto le energie migliori;
considerata l'opportunità offerta dal Recovery Fund e dall'avvio della programmazione del nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-2027 di intervenire per realizzare obiettivi prioritari anche nel settore giustizia;
ritenuto che le spese di investimento nel settore della giustizia devono riguardare prioritariamente:
l'edilizia giudiziaria: previa approfondita analisi della domanda di giustizia nelle diverse realtà territoriali, deve essere promossa la realizzazione di nuovi poli giudiziari (cosiddette cittadelle) che concentrino gli uffici giudiziari in un'area unica, facilmente accessibile e dotata di servizi, nonché la messa in sicurezza e ristrutturazione degli uffici giudiziari già esistenti che si presentino in condizioni di ammaloramento, e con adeguamento delle strutture sotto il profilo della possibilità di celebrare processi anche con parti numerose e dell'efficientamento energetico e della legislazione antisismica. La mancanza di strutture idonee e di aule in grado di contenere il necessario afflusso di persone (specialmente in epoca pandemica) limita, infatti, la produttività degli organi giurisdizionali ed incide sul servizio giustizia per i cittadini; pertanto, un'attenta opera di riqualificazione del patrimonio dell'amministrazione giudiziaria e di nuova realizzazione di edifici giudiziari consentirà anche di garantire il pieno utilizzo delle risorse tecnologiche disponibili, di realizzare «edifici intelligenti», nonché di ridurre progressivamente il peso delle locazioni passive. Da promuovere, inoltre, anche la realizzazione di ambienti e servizi, all'interno degli uffici giudiziari, da adibire a nidi per l'infanzia, iniziativa ormai imprescindibile nell'attuazione delle politiche volte alla conciliazione tra vita familiare e professionale e con sicure positive ricadute in termini di incremento dell'occupazione femminile e dunque in termini di effettività della parità di genere nell'accesso alle professioni caratterizzanti il comparto giustizia;
il perfezionamento del processo di digitalizzazione in tutti i settori della giustizia, anche attraverso l'implementazione di una rete unica esclusivamente dedicata al sistema giustizia con elevati standard di sicurezza. In tale prospettiva vanno sostenute sia la formazione delle risorse umane del comparto giustizia al fine di accrescerne le competenze digitali sia l'implementazione delle dotazioni informatiche in modo da potenziare il lavoro agile, consentendo l'accesso ai registri da remoto, con ricadute positive in termini di maggiore vivibilità e di decongestione degli uffici giudiziari, di risparmio di costi per il mantenimento dei locali, di migliore razionalizzazione degli spazi, di maggiore incremento dell'occupazione femminile grazie alla possibilità di conciliare meglio i tempi casa-lavoro;
fermo restando l'ampliamento delle piante organiche dei magistrati di cui al decreto ministeriale del 15 settembre 2020 nonché l'istituzione delle piante organiche flessibili distrettuali che consentono di applicare magistrati, per un arco temporale limitato, presso gli uffici giudiziari caratterizzati da un numero considerevole di procedimenti arretrati, dall'entità delle sopravvenienze, nonché dalla presenza e capacità di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico-sociale, la costituzione di task force temporanee per supportare gli uffici giudiziari nell'abbattimento dell'arretrato sistemico, nella diffusione della digitalizzazione e nel superamento delle criticità organizzative conseguenti alle riforme;
l'adozione di tecniche di raccolta, gestione ed analisi delle informazioni sui flussi all'interno degli uffici giudiziari, indispensabili per il monitoraggio dell'attuazione delle riforme introdotte o da introdurre, per la precoce identificazione dei casi più complessi, per l'elaborazione di best practice e per l'orientamento delle future scelte legislative e organizzative;
l'edilizia penitenziaria, anche minorile, attraverso la creazione di nuove strutture, la ristrutturazione di strutture già esistenti che si presentino in condizioni di ammaloramento, progettate e realizzate con criteri innovativi e in modo da rendere più efficace la funzione rieducativa della pena, includendo interventi di efficientamento energetico e antisismici e l'implementazione di impianti di compostaggio di comunità; da promuovere, inoltre, l'adozione di misure per la sicurezza degli istituti penitenziari anche al fine di prevenire l'introduzione e l'utilizzo dei micro-cellulari; sarà importante, con l'occasione, verificare e garantire che i detenuti per reati associativi in regime di alta sicurezza e 41-bis vengano custoditi in ambienti effettivamente ed efficacemente separati rispetto ai detenuti per crimini comuni, in modo da evitare ogni possibile contatto; inoltre, dovrà essere realizzato, mediante nuova costruzione o riqualificazione di strutture già esistenti, un sistema di poli detentivi di alto profilo tecnologico e sanitario, destinati alla custodia, al trattamento ed eventualmente alla diagnosi e cura dei soggetti detenuti in alta sicurezza o in regime di 41-bis, anche con gravi patologie, al fine di poter contemperare il diritto alla salute del detenuto e le esigenze di sicurezza pubblica che precluderebbero qualsivoglia attenuazione del regime inframurario;
la rieducazione dei detenuti attraverso il potenziamento delle misure alternative alla detenzione e l'implementazione dei progetti di formazione, anche ad alto grado di tecnicizzazione o specializzazione, e di lavoro intramurario ed extramurario, privilegiando i progetti in grado di fornire competenze spendibili anche al momento in cui saranno rimessi in libertà, con finalità di reinserimento sociale e contrasto alla recidiva nonché attraverso il perfezionamento dell'offerta trattamentale con introduzione in ogni istituto penitenziario, ed in particolare, ma non solo, negli istituti minorili, di attività culturali (ad es. laboratori teatrali), artistiche ed espressive che favoriscano il percorso di maturazione e crescita personale dei ristretti con sicure positive ricadute in termini di inclusione sociale;
ferme restando le competenze attribuite per legge in materia di sanità:
lo stabile inserimento all'interno degli istituti penitenziari e delle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (REMS) di figure professionali quali il medico psichiatra, psicologi e psicoterapeuti con la precipua finalità di gestire le situazioni di criticità, di incrementare il tempo di ascolto da dedicare alla popolazione ristretta, di attivare programmi di supporto psicologico per il personale di Polizia Penitenziaria per contenere ed attenuare gli effetti logoranti connessi alla delicata funzione svolta e all'ambiente in cui l'attività lavorativa viene esplicata;
l'avviamento di corsi di formazione sul disagio psicologico e i disturbi psichiatrici per il personale di Polizia Penitenziaria, chiamato a cogliere, quale più prossimo osservatore del detenuto, i segnali di conflittualità, turbamento e malessere psico-fisico, che spesso sfociano in drammatici episodi di autolesionismo sino al suicidio;
la promozione, nel rispetto delle competenze regionali, della realizzazione di una rete socio-sanitaria che faciliti la comunicazione e la collaborazione tra gli istituti penitenziari e le REMS, da una parte, e le ASL e i Dipartimenti di Salute Mentale e i Centri di Salute Mentale dall'altra parte, in modo da garantire in maniera tempestiva ed agevole le prestazioni socio-sanitarie spettanti alla popolazione detenuta;
l'adozione, nell'ambito delle REMS, di strumenti come il budget di salute con lo scopo, laddove venga meno la pericolosità sociale, di avviare e supportare il reinserimento lavorativo e sociale del soggetto detenuto;
l'aumento dei posti disponibili nelle REMS;
l'attivazione di programmi di trattamento per gli uomini maltrattanti nella fase di esecuzione della pena al fine di combattere la recidiva estremamente elevata in relazione a questo genere di reati;
il potenziamento della mediazione penale e della giustizia riparativa nell'ambito del procedimento penale minorile;
considerato che:
le prioritarie sopraindicate spese di investimento nel settore della giustizia non possono prescindere dal contesto normativo in cui esse si inseriscono, che condiziona fortemente il dinamismo economico e l'effetto moltiplicativo che dovrebbero essere propri della spesa;
il PNRR dovrà quindi legare strettamente gli interventi di spesa del settore giustizia alle riforme strutturali del medesimo settore al fine di massimizzare l'effetto di trasmissione dello stimolo economico al sistema produttivo con conseguente aumento della competitività e della resilienza economica e sociale del sistema Paese;
in occasione della discussione parlamentare sul PNR 2020 l'Assemblea della Camera ha impegnato il Governo a favorire la riforma del processo civile e penale, dell'ordinamento giudiziario e della disciplina sulla costituzione e sul funzionamento del CSM, al fine di garantire una maggiore efficienza del sistema giudiziario, anche al fine di accrescere la competitività del sistema-Paese;
la proposta di linee guida del Governo per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), inserendo la riforma della giustizia tra le politiche di supporto per il conseguimento di «un ordinamento giuridico più moderno e efficiente», ritenuto prioritario per la creazione di un ambiente favorevole agli investimenti e alle attività economiche, in grado di generare effetti positivi sul PIL del Paese, indica a tal fine quali tre direttrici principali da seguire, la riduzione della durata dei processi civile e penale, la revisione del codice civile, la riforma del diritto societario, stante che un sistema giudiziario che funziona dispiega i suoi effetti sui cittadini non soltanto nel momento del loro contatto con la giustizia, ma indirettamente anche sotto il profilo generale della complessiva situazione economico-finanziaria del Paese in cui viviamo;
in tale prospettiva sono da ritenere prioritarie in considerazione del loro impatto sulla crescita economica e sulla modernizzazione del Paese:
la riforma del codice di procedura civile, al fine di realizzare una maggiore semplicità del procedimento, sostituendo i procedimenti ordinari di cognizione con un rito unitario da introdursi con ricorso, sia per i giudizi davanti al Tribunale in composizione monocratica, sia per i giudizi avanti al giudice di pace e, quantomeno per le fasi introduttiva e decisoria, anche per le cause di competenza del Tribunale in composizione collegiale nonché per il giudizio d'appello, nonché rendendo più efficace la fase esecutiva ovvero di realizzazione dei crediti, e potenziando, in chiave deflattiva del contenzioso, la negoziazione assistita;
la riforma del codice civile al fine di un adeguamento agli intervenuti mutamenti socio-economici con ricadute virtuose rispetto all'obiettivo di ridurre il contenzioso civile e in un'ottica di promozione della competitività;
la riforma del rito penale con l'obiettivo prioritario della riduzione dei tempi dei procedimenti nel giusto contemperamento tra le esigenze della ragionevole durata del processo e quelle connesse al rispetto delle garanzie e delle regole del giusto processo;
la riforma dell'ordinamento giudiziario e del CSM, al fine di rivedere le modalità di accesso alla magistratura, il sistema degli illeciti disciplinari e delle incompatibilità dei magistrati, il sistema delle valutazioni di professionalità e il conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi, nonché al fine di fornire al CSM strumenti più idonei a garantire l'autonomia delle scelte che tale organo, nell'esercizio delle prerogative che la Carta costituzionale gli assegna, è chiamato a fare, allentando il legame tra contesto associativo ed eletti nell'organo di autogoverno. La riforma dovrà contenere una puntuale e seria regolamentazione dell'accesso di magistrati all'esercizio di funzioni politiche o di amministrazione;
la riforma della crisi di impresa, già introdotta con il codice della crisi di impresa e dell'insolvenza (decreto legislativo n. 14 del 2019), la cui entrata in vigore è stata tuttavia posticipata al 1o settembre 2021 a causa dell'emergenza Covid,
VALUTA FAVOREVOLMENTE LO SCHEMA DI RELAZIONE
e formula i seguenti rilievi:
valuti la Commissione Bilancio l'opportunità di inserire nello schema di relazione, nel paragrafo 5, che al momento appare generico e carente in ordine ai profili di competenza della Commissione Giustizia, una parte specifica dedicata al settore della giustizia, nella quale venga evidenziata la necessità di riconoscere natura prioritaria:
a) agli interventi in materia di edilizia giudiziaria attraverso la realizzazione di nuovi poli giudiziari (c.d. cittadelle) che concentrino gli uffici giudiziari in un'area unica, facilmente accessibile e dotata di servizi, nonché attraverso la messa in sicurezza e ristrutturazione degli uffici giudiziari già esistenti che si presentino in condizioni di ammaloramento, con adeguamento delle strutture sotto il profilo della possibilità di celebrare processi anche con parti numerose e sotto il profilo dell'efficientamento energetico e della legislazione antisismica, con la realizzazione di ambienti e servizi, all'interno degli uffici giudiziari, da adibire a nidi per l'infanzia;
b) agli interventi in materia di digitalizzazione, nell'obiettivo di realizzare una rete unica esclusivamente dedicata al sistema giustizia con elevati standard di sicurezza, garantendo al contempo la formazione delle risorse umane e incrementando le dotazioni informatiche in modo da potenziare il lavoro agile, consentendo l'accesso ai registri da remoto;
c) agli interventi volti al potenziamento delle risorse umane dedicate al settore anche al fine di abbattere il peso dell'arretrato degli uffici giudiziari, prevedendo in tale prospettiva il ricorso alla costituzione di speciali «task force» flessibili, composte da magistrati e personale amministrativo, da applicare, per un arco di tempo limitato, agli uffici giudiziari che siano in difficoltà per carico arretrato e ritmo di sopravvenienze e che siano centrali nella lotta alla corruzione e nel contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico e produttivo del territorio di riferimento;
d) agli interventi per l'edilizia penitenziaria, anche minorile, nonché per gli edifici sede degli Uffici deputati all'esecuzione penale esterna, attraverso la realizzazione di nuove strutture nonché attraverso la ristrutturazione di strutture già esistenti ma vetuste o ammalorate, includendo interventi di efficientamento energetico e antisismici, l'implementazione di strumenti ed impianti per la sicurezza degli istituti penitenziari, introducendo impianti di videosorveglianza, nonché impianti per il compostaggio di comunità, con individuazione e predisposizione di un sistema di poli detentivi di alto profilo tecnologico e sanitario da destinare alla custodia, al trattamento ed eventualmente alla diagnosi e cura dei soggetti detenuti in alta sicurezza o in regime di 41-bis, anche con gravi patologie, al fine di poter contemperare il diritto alla salute del detenuto e le esigenze di sicurezza pubblica che precluderebbero qualsivoglia attenuazione del regime inframurario, nonché con individuazione e predipsosizione di poli detentivi destinati a detenuti a media e bassa sicurezza basati su progetti innovativi che consentano un trattamento efficace ed un recupero dei detenuti, sull'esempio di strutture quali quelle di Bollate;
e) agli interventi volti a favorire il potenziamento delle misure alternative alla detenzione e alla rieducazione dei detenuti attraverso l'implementazione dei progetti di formazione, anche ad alto grado di tecnicizzazione o specializzazione, e di lavoro intramurario ed extramurario, privilegiando i progetti in grado di fornire competenze spendibili anche al momento in cui saranno rimessi in libertà, con finalità di reinserimento sociale e contrasto alla recidiva nonché attraverso il perfezionamento dell'offerta trattamentale con introduzione in ogni istituto penitenziario, ed in particolare, ma non solo, negli istituti minorili, di attività culturali (ad es. laboratori teatrali), artistiche ed espressive, che favoriscano il percorso di maturazione e crescita personale dei ristretti con sicure positive ricadute in termini di inclusione sociale;
f) ferme restando le competenze in materia sanitaria attribuite per legge, agli interventi volti a migliorare le prestazioni socio-sanitarie in favore dei detenuti attraverso: lo stabile inserimento all'interno degli istituti penitenziari e delle REMS (anche aumentandone i posti a disposizione) di figure professionali quali il medico psichiatra, psicologi e psicoterapeuti; la promozione, nel rispetto delle competenze regionali, della realizzazione di una rete socio-sanitaria che faciliti la comunicazione e la collaborazione tra gli istituti penitenziari e le REMS, da una parte, e le ASL e i Dipartimenti di Salute Mentale e i Centri di Salute Mentale dall'altra parte; l'adozione, nell'ambito delle REMS, di strumenti come il budget di salute,
g) ferme restando le competenze in materia sanitaria attribuite per legge, agli interventi volti ad offrire al personale di Polizia Penitenziaria percorsi di supporto psicologico e una formazione specialistica sul disagio psichico e sui disturbi psichiatrici;
h) agli interventi diretti a prevenire e contrastare il fenomeno della violenza sulle donne attraverso la formazione specifica e l'aggiornamento del personale (forze dell'ordine, sanitari, etc...) chiamato ad interagire con le donne vittime di violenza, e l'attivazione di programmi di trattamento per gli uomini maltrattanti ed in generale ai sex offenders nella fase di esecuzione della pena al fine di combattere la recidiva estremamente elevata in relazione a questo genere di reati;
i) ad interventi volti a potenziare la mediazione penale e la giustizia riparativa nell'ambito del procedimento penale minorile;
j) alla riforma del rito civile, in un'ottica di semplificazione e di efficientamento delle procedure, di riduzione dei riti e dei tempi nonché di incentivazione dello strumento della negoziazione assistita;
k) alla riforma del codice civile, al fine di un adeguamento alle modificazioni della realtà socio-economica;
l) alla riforma del rito penale con l'obiettivo prioritario della riduzione dei tempi dei procedimenti nel giusto contemperamento tra le esigenze della ragionevole durata del processo e quelle connesse al rispetto delle garanzie e delle regole del giusto processo;
m) alla riforma dell'ordinamento giudiziario e del CSM, al fine di rendere più efficiente il meccanismo di reclutamento dei magistrati, di garantire maggiore trasparenza al sistema delle valutazioni di professionalità, di rimodulare, sulla base di principi di trasparenza e di valorizzazione del merito, i criteri di assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi, di disciplinare l'eleggibilità e l'assunzione di cariche politiche o di incarichi presso organi politici da parte dei magistrati;
n) alla entrata in vigore e concreta operatività della riforma della crisi di impresa, già introdotta con il codice della crisi di impresa e dell'insolvenza (decreto legislativo n. 14 del 2019), che ha l'obiettivo di innovare in modo organico la disciplina delle procedure concorsuali e la finalità di consentire una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese e di intervenire tempestivamente per salvaguardare la capacità imprenditoriale, produttiva e occupazionale minacciata da particolari contingenze.
ALLEGATO 2
Schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund.
RILIEVI APPROVATI
La II Commissione permanente (Giustizia),
esaminato lo schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, predisposto dalla Commissione Bilancio ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento;
apprezzata la finalità di consegnare all'Assemblea una utile base di lavoro che possa favorire la deliberazione di appositi atti di indirizzo al Governo, prima della presentazione del Recovery Plan, che dovrebbe avvenire unitamente alla Nota di aggiornamento del DEF 2020;
condivisa l'esigenza di realizzare un programma di riforme e investimenti – finalizzati tra l'altro a velocizzare il funzionamento della giustizia – al fine di garantire alle imprese italiane condizioni ambientali più idonee che consentano loro di essere realmente competitive a livello europeo e internazionale;
rilevato che:
le raccomandazioni specifiche dell'Unione europea all'Italia nel settore giustizia recano un sollecito al nostro Paese a ridurre la durata dei processi civili in tutti i gradi di giudizio e ad aumentare l'efficacia della prevenzione e repressione della corruzione riducendo la durata dei processi penali e attuando il nuovo quadro anticorruzione, nonché ad adottare provvedimenti, nel 2020 e nel 2021, volti a «migliorare l'efficienza del sistema giudiziario»;
nel Programma Nazionale di Riforma del 2020 il Governo ha risposto alle sollecitazioni europee prevedendo interventi di riforma caratterizzati anche da una politica di potenziamento del personale della giustizia, attraverso l'ampliamento delle piante organiche, e di digitalizzazione del processo;
una delle nove direttrici di intervento contenute nel piano di rilancio del Governo è finalizzata, come emerge dal Programma nazionale di riforma per il 2020, al raggiungimento di un ordinamento giuridico più moderno ed efficiente;
nella proposta di linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), trasmessa dal Governo alle Camere nella giornata del 15 settembre scorso, la riforma della giustizia figura tra le iniziative volte a realizzare le sfide considerate nel PNRR tra le quali figurano il miglioramento della resilienza e della capacità di ripresa dell'Italia, nonché l'innalzamento del potenziale di crescita dell'economia e la creazione di occupazione;
tenuto conto di quanto emerso in occasione dell'audizione del Ministro della Giustizia sull'individuazione delle priorità in materia di giustizia nell'utilizzo del Recovery Fund, svolta nella seduta del 22 settembre 2020;
evidenziato che:
studi condotti dalla Banca d'Italia e dalla Confesercenti dimostrano che un efficiente sistema giudiziario consentirebbe di recuperare dall'1,3 per cento al 2,5 per cento (da 22 miliardi a 40 miliardi) del PIL stimolando gli imprenditori, anche esteri, ad investire nel nostro Paese in quanto la tempestività delle decisioni giudiziarie è elemento essenziale per le imprese, per gli investitori e per i consumatori;
nelle loro decisioni di investimento le imprese hanno bisogno di informazioni certe sull'ambiente regolativo dovendo poter calcolare il rischio di essere coinvolte in contenziosi commerciali, di lavoro, tributari o in procedure d'insolvenza nonché prevedere tempi e contenuti delle decisioni;
un sistema giudiziario efficiente in grado di perseguire efficacemente e tempestivamente le condotte illecite, ed in special modo quelle corruttive, è il presupposto per un mercato che rispetti le regole della trasparenza e della concorrenza premiando soltanto le energie migliori;
considerata l'opportunità offerta dal Recovery Fund e dall'avvio della programmazione del nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-2027 di intervenire per realizzare obiettivi prioritari anche nel settore giustizia;
ritenuto che le spese di investimento nel settore della giustizia devono riguardare prioritariamente:
l'edilizia giudiziaria: previa approfondita analisi della domanda di giustizia nelle diverse realtà territoriali, deve essere promossa la realizzazione di nuovi poli giudiziari (cosiddette cittadelle) che concentrino gli uffici giudiziari in un'area unica, facilmente accessibile e dotata di servizi, nonché la messa in sicurezza e ristrutturazione degli uffici giudiziari già esistenti che si presentino in condizioni di ammaloramento, e con adeguamento delle strutture sotto il profilo della possibilità di celebrare processi anche con parti numerose e dell'efficientamento energetico e della legislazione antisismica. La mancanza di strutture idonee e di aule in grado di contenere il necessario afflusso di persone (specialmente in epoca pandemica) limita, infatti, la produttività degli organi giurisdizionali ed incide sul servizio giustizia per i cittadini; pertanto, un'attenta opera di riqualificazione del patrimonio dell'amministrazione giudiziaria e di nuova realizzazione di edifici giudiziari consentirà anche di garantire il pieno utilizzo delle risorse tecnologiche disponibili, di realizzare «edifici intelligenti», nonché di ridurre progressivamente il peso delle locazioni passive. Da promuovere, inoltre, anche la realizzazione di ambienti e servizi, all'interno degli uffici giudiziari, da adibire a nidi per l'infanzia, iniziativa ormai imprescindibile nell'attuazione delle politiche volte alla conciliazione tra vita familiare e professionale e con sicure positive ricadute in termini di incremento dell'occupazione femminile e dunque in termini di effettività della parità di genere nell'accesso alle professioni caratterizzanti il comparto giustizia;
il perfezionamento del processo di digitalizzazione in tutti i settori della giustizia, anche attraverso l'implementazione di una rete unica esclusivamente dedicata al sistema giustizia con elevati standard di sicurezza. In tale prospettiva vanno sostenute sia la formazione delle risorse umane del comparto giustizia al fine di accrescerne le competenze digitali sia l'implementazione delle dotazioni informatiche in modo da potenziare il lavoro agile, consentendo l'accesso ai registri da remoto, con ricadute positive in termini di maggiore vivibilità e di decongestione degli uffici giudiziari, di risparmio di costi per il mantenimento dei locali, di migliore razionalizzazione degli spazi, di maggiore incremento dell'occupazione femminile grazie alla possibilità di conciliare meglio i tempi casa-lavoro;
fermo restando l'ampliamento delle piante organiche dei magistrati di cui al decreto ministeriale del 15 settembre 2020 nonché l'istituzione delle piante organiche flessibili distrettuali che consentono di applicare magistrati, per un arco temporale limitato, presso gli uffici giudiziari caratterizzati da un numero considerevole di procedimenti arretrati, dall'entità delle sopravvenienze, nonché dalla presenza e capacità di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico-sociale, la costituzione di task force temporanee per supportare gli uffici giudiziari nell'abbattimento dell'arretrato sistemico, nella diffusione della digitalizzazione e nel superamento delle criticità organizzative conseguenti alle riforme;
l'adozione di tecniche di raccolta, gestione ed analisi delle informazioni sui flussi all'interno degli uffici giudiziari, indispensabili per il monitoraggio dell'attuazione delle riforme introdotte o da introdurre, per la precoce identificazione dei casi più complessi, per l'elaborazione di best practice e per l'orientamento delle future scelte legislative e organizzative;
l'edilizia penitenziaria, anche minorile, attraverso la creazione di nuove strutture, la ristrutturazione di strutture già esistenti che si presentino in condizioni di ammaloramento, progettate e realizzate con criteri innovativi e in modo da rendere più efficace la funzione rieducativa della pena, includendo interventi di efficientamento energetico e antisismici e l'implementazione di impianti di compostaggio di comunità; da promuovere, inoltre, l'adozione di misure per la sicurezza degli istituti penitenziari anche al fine di prevenire l'introduzione e l'utilizzo dei micro-cellulari; sarà importante, con l'occasione, verificare e garantire che i detenuti per reati associativi in regime di alta sicurezza e 41-bis vengano custoditi in ambienti effettivamente ed efficacemente separati rispetto ai detenuti per crimini comuni, in modo da evitare ogni possibile contatto; inoltre, dovrà essere realizzato, mediante nuova costruzione o riqualificazione di strutture già esistenti, un sistema di poli detentivi di alto profilo tecnologico e sanitario, destinati alla custodia, al trattamento ed eventualmente alla diagnosi e cura dei soggetti detenuti in alta sicurezza o in regime di 41-bis, anche con gravi patologie, al fine di poter contemperare il diritto alla salute del detenuto e le esigenze di sicurezza pubblica che precluderebbero qualsivoglia attenuazione del regime inframurario;
la rieducazione dei detenuti attraverso il potenziamento delle misure alternative alla detenzione e l'implementazione dei progetti di formazione, anche ad alto grado di tecnicizzazione o specializzazione, e di lavoro intramurario ed extramurario, privilegiando i progetti in grado di fornire competenze spendibili anche al momento in cui saranno rimessi in libertà, con finalità di reinserimento sociale e contrasto alla recidiva nonché attraverso il perfezionamento dell'offerta trattamentale con introduzione in ogni istituto penitenziario, ed in particolare, ma non solo, negli istituti minorili, di attività culturali (ad es. laboratori teatrali), artistiche ed espressive che favoriscano il percorso di maturazione e crescita personale dei ristretti con sicure positive ricadute in termini di inclusione sociale;
ferme restando le competenze attribuite per legge in materia di sanità:
lo stabile inserimento all'interno degli istituti penitenziari e delle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (REMS) di figure professionali quali il medico psichiatra, psicologi e psicoterapeuti con la precipua finalità di gestire le situazioni di criticità, di incrementare il tempo di ascolto da dedicare alla popolazione ristretta, di attivare programmi di supporto psicologico per il personale di Polizia Penitenziaria per contenere ed attenuare gli effetti logoranti connessi alla delicata funzione svolta e all'ambiente in cui l'attività lavorativa viene esplicata;
l'avviamento di corsi di formazione sul disagio psicologico e i disturbi psichiatrici per il personale di Polizia Penitenziaria, chiamato a cogliere, quale più prossimo osservatore del detenuto, i segnali di conflittualità, turbamento e malessere psico-fisico, che spesso sfociano in drammatici episodi di autolesionismo sino al suicidio;
la promozione, nel rispetto delle competenze regionali, della realizzazione di una rete socio-sanitaria che faciliti la comunicazione e la collaborazione tra gli istituti penitenziari e le REMS, da una parte, e le ASL e i Dipartimenti di Salute Mentale e i Centri di Salute Mentale dall'altra parte, in modo da garantire in maniera tempestiva ed agevole le prestazioni socio-sanitarie spettanti alla popolazione detenuta;
l'adozione, nell'ambito delle REMS, di strumenti come il budget di salute con lo scopo, laddove venga meno la pericolosità sociale, di avviare e supportare il reinserimento lavorativo e sociale del soggetto detenuto;
l'aumento dei posti disponibili nelle REMS;
l'attivazione di programmi di trattamento per gli uomini maltrattanti nella fase di esecuzione della pena al fine di combattere la recidiva estremamente elevata in relazione a questo genere di reati;
il potenziamento della mediazione penale e della giustizia riparativa nell'ambito del procedimento penale minorile;
considerato che:
le prioritarie sopraindicate spese di investimento nel settore della giustizia non possono prescindere dal contesto normativo in cui esse si inseriscono, che condiziona fortemente il dinamismo economico e l'effetto moltiplicativo che dovrebbero essere propri della spesa;
il PNRR dovrà quindi legare strettamente gli interventi di spesa del settore giustizia alle riforme strutturali del medesimo settore al fine di massimizzare l'effetto di trasmissione dello stimolo economico al sistema produttivo con conseguente aumento della competitività e della resilienza economica e sociale del sistema Paese;
in occasione della discussione parlamentare sul PNR 2020 l'Assemblea della Camera ha impegnato il Governo a favorire la riforma del processo civile e penale, dell'ordinamento giudiziario e della disciplina sulla costituzione e sul funzionamento del CSM, al fine di garantire una maggiore efficienza del sistema giudiziario, anche al fine di accrescere la competitività del sistema-Paese;
la proposta di linee guida del Governo per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), inserendo la riforma della giustizia tra le politiche di supporto per il conseguimento di «un ordinamento giuridico più moderno e efficiente», ritenuto prioritario per la creazione di un ambiente favorevole agli investimenti e alle attività economiche, in grado di generare effetti positivi sul PIL del Paese, indica a tal fine quali tre direttrici principali da seguire, la riduzione della durata dei processi civile e penale, la revisione del codice civile, la riforma del diritto societario, stante che un sistema giudiziario che funziona dispiega i suoi effetti sui cittadini non soltanto nel momento del loro contatto con la giustizia, ma indirettamente anche sotto il profilo generale della complessiva situazione economico-finanziaria del Paese in cui viviamo;
in tale prospettiva sono da ritenere prioritarie in considerazione del loro impatto sulla crescita economica e sulla modernizzazione del Paese:
la riforma del codice di procedura civile, al fine di realizzare una maggiore semplicità del procedimento, sostituendo i procedimenti ordinari di cognizione con un rito unitario da introdursi con ricorso, sia per i giudizi davanti al Tribunale in composizione monocratica, sia per i giudizi avanti al giudice di pace e, quantomeno per le fasi introduttiva e decisoria, anche per le cause di competenza del Tribunale in composizione collegiale nonché per il giudizio d'appello, nonché rendendo più efficace la fase esecutiva ovvero di realizzazione dei crediti, e potenziando, in chiave deflattiva del contenzioso, la negoziazione assistita;
la riforma del codice civile al fine di un adeguamento agli intervenuti mutamenti socio-economici con ricadute virtuose rispetto all'obiettivo di ridurre il contenzioso civile e in un'ottica di promozione della competitività;
la riforma del rito penale con l'obiettivo prioritario della riduzione dei tempi dei procedimenti nel giusto contemperamento tra le esigenze della ragionevole durata del processo e quelle connesse al rispetto delle garanzie e delle regole del giusto processo;
la riforma dell'ordinamento giudiziario e del CSM, al fine di rivedere le modalità di accesso alla magistratura, il sistema degli illeciti disciplinari e delle incompatibilità dei magistrati, il sistema delle valutazioni di professionalità e il conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi, nonché al fine di fornire al CSM strumenti più idonei a garantire l'autonomia delle scelte che tale organo, nell'esercizio delle prerogative che la Carta costituzionale gli assegna, è chiamato a fare, allentando il legame tra contesto associativo ed eletti nell'organo di autogoverno. La riforma dovrà contenere una puntuale e seria regolamentazione dell'accesso di magistrati all'esercizio di funzioni politiche o di amministrazione;
la riforma della crisi di impresa, già introdotta con il codice della crisi di impresa e dell'insolvenza (decreto legislativo n. 14 del 2019), la cui entrata in vigore è stata tuttavia posticipata al 1o settembre 2021 a causa dell'emergenza Covid,
VALUTA FAVOREVOLMENTE LO SCHEMA DI RELAZIONE
e formula i seguenti rilievi:
valuti la Commissione Bilancio l'opportunità di inserire nello schema di relazione, nel paragrafo 5, che al momento appare generico e carente in ordine ai profili di competenza della Commissione Giustizia, una parte specifica dedicata al settore della giustizia, nella quale venga evidenziata la necessità di riconoscere natura prioritaria:
a) agli interventi in materia di edilizia giudiziaria attraverso la realizzazione di nuovi poli giudiziari (c.d. cittadelle) che concentrino gli uffici giudiziari in un'area unica, facilmente accessibile e dotata di servizi, nonché attraverso la messa in sicurezza e ristrutturazione degli uffici giudiziari già esistenti che si presentino in condizioni di ammaloramento, con adeguamento delle strutture sotto il profilo della possibilità di celebrare processi anche con parti numerose e sotto il profilo dell'efficientamento energetico e della legislazione antisismica, con la realizzazione di ambienti e servizi, all'interno degli uffici giudiziari, da adibire a nidi per l'infanzia;
b) agli interventi in materia di digitalizzazione, nell'obiettivo di realizzare una rete unica esclusivamente dedicata al sistema giustizia con elevati standard di sicurezza, garantendo al contempo la formazione delle risorse umane e incrementando le dotazioni informatiche in modo da potenziare il lavoro agile, consentendo l'accesso ai registri da remoto;
c) agli interventi volti al potenziamento delle risorse umane dedicate al settore anche al fine di abbattere il peso dell'arretrato degli uffici giudiziari, prevedendo in tale prospettiva il ricorso alla costituzione di speciali «task force» flessibili, composte da magistrati e personale amministrativo, da applicare, per un arco di tempo limitato, agli uffici giudiziari che siano in difficoltà per carico arretrato e ritmo di sopravvenienze e che siano centrali nella lotta alla corruzione e nel contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico e produttivo del territorio di riferimento;
d) agli interventi per l'edilizia penitenziaria, anche minorile, nonché per gli edifici sede degli Uffici deputati all'esecuzione penale esterna, attraverso la realizzazione di nuove strutture nonché attraverso la ristrutturazione di strutture già esistenti ma vetuste o ammalorate, progettate e realizzate con criteri innovativi e in modo da rendere più efficace la funzione rieducativa della pena, includendo interventi di efficientamento energetico e antisismici, l'implementazione di strumenti ed impianti per la sicurezza degli istituti penitenziari, introducendo impianti di videosorveglianza, nonché impianti per il compostaggio di comunità, con individuazione e predisposizione di un sistema di poli detentivi di alto profilo tecnologico e sanitario da destinare alla custodia, al trattamento ed eventualmente alla diagnosi e cura dei soggetti detenuti in alta sicurezza o in regime di 41-bis, anche con gravi patologie, al fine di poter contemperare il diritto alla salute del detenuto e le esigenze di sicurezza pubblica che precluderebbero qualsivoglia attenuazione del regime inframurario, nonché con individuazione e predisposizione di poli detentivi destinati a detenuti a media e bassa sicurezza basati su progetti innovativi che consentano un trattamento efficace ed un recupero dei detenuti, sull'esempio di strutture quali quelle di Bollate;
e) agli interventi volti a favorire il potenziamento delle misure alternative alla detenzione e alla rieducazione dei detenuti attraverso l'implementazione dei progetti di formazione, anche ad alto grado di tecnicizzazione o specializzazione, e di lavoro intramurario ed extramurario, privilegiando i progetti in grado di fornire competenze spendibili anche al momento in cui saranno rimessi in libertà, con finalità di reinserimento sociale e contrasto alla recidiva nonché attraverso il perfezionamento dell'offerta trattamentale con introduzione in ogni istituto penitenziario, ed in particolare, ma non solo, negli istituti minorili, di attività culturali (ad es. laboratori teatrali), artistiche ed espressive, che favoriscano il percorso di maturazione e crescita personale dei ristretti con sicure positive ricadute in termini di inclusione sociale;
f) ferme restando le competenze in materia sanitaria attribuite per legge, agli interventi volti a migliorare le prestazioni socio-sanitarie in favore dei detenuti attraverso: lo stabile inserimento all'interno degli istituti penitenziari e delle REMS (anche aumentandone i posti a disposizione) di figure professionali quali il medico psichiatra, psicologi e psicoterapeuti; la promozione, nel rispetto delle competenze regionali, della realizzazione di una rete socio-sanitaria che faciliti la comunicazione e la collaborazione tra gli istituti penitenziari e le REMS, da una parte, e le ASL e i Dipartimenti di Salute Mentale e i Centri di Salute Mentale dall'altra parte; l'adozione, nell'ambito delle REMS, di strumenti come il budget di salute;
g) ferme restando le competenze in materia sanitaria attribuite per legge, agli interventi volti ad offrire al personale di Polizia Penitenziaria percorsi di supporto psicologico e una formazione specialistica sul disagio psichico e sui disturbi psichiatrici;
h) agli interventi diretti a prevenire e contrastare il fenomeno della violenza sulle donne attraverso la formazione specifica e l'aggiornamento del personale (forze dell'ordine, sanitari, etc...) chiamato ad interagire con le donne vittime di violenza, e l'attivazione di programmi di trattamento per gli uomini maltrattanti ed in generale ai sex offenders nella fase di esecuzione della pena al fine di combattere la recidiva estremamente elevata in relazione a questo genere di reati;
i) ad interventi volti a potenziare la mediazione penale e la giustizia riparativa nell'ambito del procedimento penale minorile;
j) alla riforma del rito civile, in un'ottica di semplificazione e di efficientamento delle procedure, di riduzione dei riti e dei tempi nonché di incentivazione dello strumento della negoziazione assistita;
k) alla riforma del codice civile, al fine di un adeguamento alle modificazioni della realtà socio-economica;
l) alla riforma del rito penale con l'obiettivo prioritario della riduzione dei tempi dei procedimenti nel giusto contemperamento tra le esigenze della ragionevole durata del processo e quelle connesse al rispetto delle garanzie e delle regole del giusto processo;
m) alla riforma dell'ordinamento giudiziario e del CSM, al fine di rendere più efficiente il meccanismo di reclutamento dei magistrati, di garantire maggiore trasparenza al sistema delle valutazioni di professionalità, di rimodulare, sulla base di principi di trasparenza e di valorizzazione del merito, i criteri di assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi, di disciplinare l'eleggibilità e l'assunzione di cariche politiche o di incarichi presso organi politici da parte dei magistrati;
n) alla entrata in vigore e concreta operatività della riforma della crisi di impresa, già introdotta con il codice della crisi di impresa e dell'insolvenza (decreto legislativo n. 14 del 2019), che ha l'obiettivo di innovare in modo organico la disciplina delle procedure concorsuali e la finalità di consentire una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese e di intervenire tempestivamente per salvaguardare la capacità imprenditoriale, produttiva e occupazionale minacciata da particolari contingenze.