III Commissione
Affari esteri e comunitari
Affari esteri e comunitari (III)
Commissione III (Affari esteri)
Comm. III
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:
5-04649 Quartapelle Procopio: Sulla profilazione di cittadini italiani da parte della società cinese Zhenhua Data ... 4
ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 6
5-04650 Palazzotto: Sul rilascio dei pescatori di Mazara del Vallo detenuti in Libia in seguito al sequestro di due pescherecci avvenuto il 1o settembre 2020.
5-04651 Formentini: Sul rilascio dei pescatori di Mazara del Vallo detenuti in Libia in seguito al sequestro di due pescherecci avvenuto il 1o settembre 2020 ... 5
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 7
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Giovedì 24 settembre 2020. — Presidenza del vicepresidente Pino CABRAS. – Interviene il sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Ricardo Antonio Merlo.
La seduta comincia alle 13.30.
Pino CABRAS, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv e il canale satellitare della Camera dei deputati.
5-04649 Quartapelle Procopio: Sulla profilazione di cittadini italiani da parte della società cinese Zhenhua Data.
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) illustra l'interrogazione in titolo, sottolineando la gravità dei fatti, denunciati, tra gli altri, da un'inchiesta giornalistica pubblicata su Il Foglio. Sottolinea di ritenere assai probabile la connessione tra l'operato della società in questione e le autorità cinesi con i relativi apparati di sicurezza anche alla luce del coinvolgimento di tecnologie informatiche assai sofisticate. Sottolinea che da tempo l'Unione europea manifesta preoccupazione per il furto di dati personali e le aggressioni informatiche ai danni dei cittadini europei da parte di attori terzi, ricordando che se i fatti oggetto dell'interrogazione dovessero essere accertati, essi configurerebbero un reato ai sensi delle leggi italiane.
Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), replicando, ringrazia il sottosegretario Merlo per aver illustrato tutte le iniziative assunte dal Governo italiano in materia di cibersicurezza e a tutela delle infrastrutture strategiche del Paese. Ribadisce, tuttavia, che le attività di profilazione messe in atto dalla società cinese Zhenhua Data costituiscono una serie minaccia per la sicurezza nazionale, a fronte della quale segnala l'attivazione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica e segnala la richiesta unanime, emersa in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, di audire l'Ambasciatore della Repubblica popolare cinese in Italia. In generale, osserva che si sarebbe attesa una reazione più veemente e meno formale da parte del Governo italiano, per chiarire in modo fermo che l'Italia non tollera attività di interferenza con uso illegale dei dati delle persone, anche a tutela della libertà di espressione e di movimento dei cittadini.
Auspica, dunque, che l'Esecutivo chieda, senza indugi, chiarimenti alle autorità di Pechino su una vicenda che suscita inquietudine e sconcerto anche in considerazione del fatto che, soprattutto negli ultimi mesi, si sono intensificate le attività di interferenza e disinformazione provenienti dalla Cina. A suo avviso, si tratta di iniziative assai pericolose, che nulla hanno a che fare con le ordinarie attività di monitoraggio, in particolare sulle personalità di rilievo politico, che ciascuna ambasciata legittimamente esercita. Ritiene, quindi, indispensabile che non solo la Farnesina, ma l'Esecutivo nel suo complesso, si attivi con tempestività per assicurare il diritto alla protezione dei dati personali di tutti i cittadini italiani, a partire dagli oltre quattromilacinquecento soggetti che risulterebbero schedati nel database di Zhenhua Data.
5-04650 Palazzotto: Sul rilascio dei pescatori di Mazara del Vallo detenuti in Libia in seguito al sequestro di due pescherecci avvenuto il 1o settembre 2020.
5-04651 Formentini: Sul rilascio dei pescatori di Mazara del Vallo detenuti in Libia in seguito al sequestro di due pescherecci avvenuto il 1o settembre 2020.
Pino CABRAS (M5S), presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo sulla stessa materia, saranno svolte congiuntamente.
Paolo FORMENTINI (LEGA) illustra l'interrogazione in titolo, sottolineando di aver appena incontrato una delegazione dei familiari dei pescatori, che chiedono con forza di essere messi in contatto con i loro congiunti sequestrati in Libia. Si tratta, a suo avviso, di una vicenda grave, che suscita preoccupazione per la sorte dei nostri connazionali e arreca un pesante danno economico in particolare per gli armatori, e a cui lo Stato deve reagire con rapidità e fermezza.
Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Lorenzo VIVIANI (LEGA), replicando in qualità di cofirmatario dell'interrogazione in titolo, si dichiara molto preoccupato della risposta del Governo, che non prospetta una soluzione rapida e positiva della controversia. Ribadendo che il sequestro dei due pescherecci è avvenuto in una zona che la Libia rivendica unilateralmente come proprie acque territoriali ma che – da sempre – rappresenta territorio di pesca ineludibile per le imbarcazioni provenienti da Mazara del Vallo, stigmatizza l'assenza di una adeguata comunicazione alle famiglie sulle condizioni dei sequestrati: in particolare, ritiene essenziale che il Governo chiarisca se le informazioni sul caso sono state acquisite personalmente dal Console italiano a Bengasi ovvero trattasi di notizie fornite dalla autorità libiche, e come tali tutte da verificare.
Sottolineando che i familiari non intendono allentare la pressione sulle istituzioni italiane affinché si apra un canale concreto di comunicazione con i propri cari sequestrati, auspica che il Governo si attivi tempestivamente per riportare a casa i nostri connazionali, assicurando la massima collaborazione anche delle forze di opposizione, dato che il frangente delicato richiede di agire come sistema-Paese, accantonando le divisioni di parte.
Pino CABRAS, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 13.50.
ALLEGATO 1
Interrogazione n. 5-04649 Quartapelle Procopio: Sulla profilazione di cittadini italiani da parte della società cinese Zhenhua Data.
TESTO DELLA RISPOSTA
Il Governo è ben consapevole dell'esigenza di contrastare i rischi e le vulnerabilità insite nella digitalizzazione dell'economia, assicurando piena tutela al trattamento dei dati. A questo fine, a livello nazionale i poteri speciali di scrutinio del « Golden Power» sono stati estesi al campo della tecnologia digitale con il decreto-legge «Brexit», convertito in legge nel maggio 2019, rafforzandoli e ampliandoli a soggetti esterni all'Unione europea.
Sono state potenziate le disposizioni a tutela dell'integrità dei dati che transitano sulle reti grazie al decreto-legge sul Perimetro di Sicurezza Nazionale Cibernetica (n. 105 del 21 settembre 2019), convertito in legge nel novembre 2019.
Presso il Ministero dello sviluppo economico è inoltre operativo il «Centro di valutazione e certificazione nazionale» per la verifica delle condizioni di sicurezza e assenza di vulnerabilità di prodotti e sistemi destinati ad essere utilizzati per il funzionamento di reti.
A livello europeo, il Regolamento UE 2016/679 sulla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali costituisce una delle normative in assoluto più avanzate a livello internazionale per la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini nell'era digitale. In aggiunta, in linea con la raccomandazione relativa alla sicurezza delle reti 5G adottata dalla Commissione europea nel marzo 2019 e con il «5G Toolbox» dell'Unione europea del gennaio scorso, la normativa italiana per la tutela dei dati degli utenti è stata ulteriormente migliorata secondo i principi di trasparenza e sicurezza.
Le vulnerabilità, ne siamo ben consapevoli, sono legate non soltanto agli aspetti tecnologici ma anche a quelli derivanti dalle politiche e dalle leggi vigenti negli altri Paesi.
In molte occasioni, e da ultimo nel colloquio a Roma del 25 agosto con il Consigliere di Stato e Ministro degli affari esteri cinese, Wang Yi, il Ministro Di Maio ha sottolineato come qualsiasi collaborazione tra Italia e Cina in campo tecnologico e digitale debba avvenire nel rispetto delle verifiche di sicurezza dei dati personali e dell'integrità delle infrastrutture strategiche.
Il Ministro ha ricordato in questo senso proprio la disciplina italiana sul Golden Power e il Toolbox dell'Unione europea, tutte misure di contenimento dei principali rischi di cyber-sicurezza condivise a livello europeo.
L'assoluta priorità attribuita dall'Italia e dagli altri Stati Membri dell'Unione europea alla tutela dei dati degli utenti costituisce uno dei principali temi di discussione con le Autorità cinesi anche in sede di «Dialogo UE-Cina di Alto livello sul digitale». La prima sessione del Dialogo, recentemente istituito, si è tenuta il 10 settembre. L'Italia e gli altri Paesi dell'Unione condividono la necessità di richiamare la Cina sull'importanza di creare e preservare un ambiente digitale globale che diventi sempre più aperto, stabile, pacifico e sicuro.
ALLEGATO 2
Interrogazioni nn. 5-04650 Palazzotto e 5-04651 Formentini: Sul rilascio dei pescatori di Mazara del Vallo detenuti in Libia in seguito al sequestro di due pescherecci avvenuto il 1o settembre 2020.
TESTO DELLA RISPOSTA
Nella notte tra il 1° e il 2 settembre quattro pescherecci italiani sono stati intercettati e fermati dalle autorità marittime libiche riferibili all'autoproclamato Governo dell'est del Paese. Al momento del fermo, le imbarcazioni si trovavano a circa 40 miglia nautiche a nord-ovest di Bengasi. Due pescherecci, «Antartide» e «Medinea», sono stati coattivamente condotti nel porto di Bengasi e lì trattenuti insieme ai loro equipaggi: 6 cittadini italiani, 4 sull'Antartide e 2 sul Medinea, e altri membri di varie nazionalità, principalmente tunisina. Gli altri due pescherecci, «Anna Madre» e «Natalino», sono rientrati in Italia, mentre 2 membri dei loro equipaggi sono stati condotti a Bengasi insieme al gruppo di «Antartide» e «Medinea». In totale sono quindi 8 i connazionali coinvolti nella vicenda.
Tutti i nostri connazionali risultano attualmente in stato di fermo. L'8 settembre i pescatori sono stati trasferiti presso un centro della polizia locale dove risultano al momento trattenuti per nuovi interrogatori, oltre a quelli già effettuati.
L'intervento libico sarebbe scaturito dalla presunta violazione della Zona di Pesca Protetta (ZPP), un'area di mare estesa fino a 74 miglia dalla costa, e dalla linea che chiude idealmente il golfo della Sirte, proclamata dalla Libia nel 2005. Al di là delle valutazioni di profilo più prettamente giuridico internazionale, l'area corrispondente alla Zona di Pesca Protetta libica è stata dichiarata «zona ad alto rischio» per tutte le navi battenti bandiera italiana, senza distinzione di tipologia, dal Comitato di Coordinamento Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti e delle Infrastrutture (COCIST) nel maggio 2019. Anche in passato, a più riprese, la Farnesina, insieme al Comando Generale della Guardia Costiera e al Ministero delle politiche agricole, ha raccomandato ai pescherecci italiani di evitare le acque al largo delle coste libiche. Abbiamo più volte avvertito che in quell'area azioni da parte delle autorità o delle milizie locali possono facilmente concludersi con serie misure sanzionatorie tra cui multe elevate, sequestro delle attrezzature di pesca e dell'eventuale pescato, confisca delle imbarcazioni.
L'Italia, come il Ministro Di Maio ha dichiarato pubblicamente, non accetta ricatti. Il ritorno dei nostri connazionali è una priorità assoluta per il Ministero degli affari esteri, così come per il Governo in tutte le sue articolazioni.
Il Ministro Di Maio ha di questo rassicurato direttamente i familiari degli equipaggi dei due pescherecci sequestrati, il sindaco di Mazara del Vallo e gli armatori, da ultimo il 15 settembre scorso. A tutti loro il Ministro ha confermato la determinazione e il sostegno del Governo. A ulteriore testimonianza dell'attenzione che riserviamo alla vicenda, il 22 settembre alcuni familiari dei pescatori italiani sono stati ricevuti a Palazzo Chigi su indicazione del Presidente del Consiglio Conte e alla Farnesina su indicazione del Ministro Di Maio.
L'impegno del Ministro e dell'Amministrazione degli esteri è costante, caratterizzato dal basso profilo mediatico che vicende del genere richiedono. La Farnesina ha da subito avviato contatti con le autorità dell'Est della Libia sia per verificare le condizioni dei pescatori sia per sollecitare una pronta soluzione della vicenda. Fin dall'inizio, tutti i connazionali si trovano in buone condizioni e risulta che siano trattati in modo corretto. Informazioni sul loro stato vengono acquisite costantemente attraverso il Console Onorario d'Italia a Tobruk.
Il 16 settembre il Comandante della «Medinea» è riuscito a parlare al telefono con l'armatore, alla presenza della famiglia. Nel corso della conversazione il Comandante ha confermato che tutti i marittimi italiani stanno bene e ha chiesto l'aiuto delle Istituzioni. L'Unità di Crisi della Farnesina mantiene contatti quotidiani con familiari e armatori.
Il 7 settembre l'Ambasciatore d'Italia a Tripoli ha avuto colloqui con il Presidente della Camera dei Rappresentanti di Tobruk, Aghila Saleh, dopo aver incontrato il giorno precedente il Presidente della Commissione Esteri della Camera, Yusef Aguri.
A livello internazionale, il Ministro Di Maio ha avuto colloqui telefonici con il suo omologo emiratino Abdullah bin Zayed Al Nahyan il 14 settembre e con il Ministro degli affari esteri russo Lavrov il 15 settembre. Con entrambi il Ministro ha sollevato la questione degli equipaggi in stato di fermo ed esortato Emirati Arabi e Russia a esercitare la loro influenza sulle autorità di Bengasi per facilitare il rilascio dei connazionali. L'Italia ha avanzato analoghe richieste di collaborazione ad altri partner internazionali.
Le iniziative della Farnesina si inseriscono in uno sforzo corale delle Istituzioni del nostro Paese, che vedrà ulteriore conferma nella convocazione di un apposito vertice di Governo. L'obiettivo è quello di coordinare ulteriormente gli sforzi per portare presto a casa i nostri pescatori.