Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

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Comm. bicam. Vigilanza RAI

Comm. bicam. Vigilanza RAI

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
SOMMARIO
Mercoledì 23 settembre 2020

Sulla pubblicità dei lavori ... 405

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE:

Audizione del direttore della Rai per il sociale ... 405

Sulla pubblicazione dei quesiti ... 406

ALLEGATO: Quesiti per i quali è pervenuta risposta scritta alla presidenza della Commissione (dal n. 254/1245 al n. 270/1380) ... 407

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - Resoconto di mercoledì 23 settembre 2020

  Mercoledì 23 settembre 2020. – Presidenza del presidente Alberto BARACHINI. – Interviene il direttore della Rai per il sociale, dottor Giovanni Parapini, accompagnato dal direttore e dal vice direttore delle relazioni istituzionali, dottor Stefano Luppi e dottor Lorenzo Ottolenghi.

  La seduta comincia alle 19.30.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  Il PRESIDENTE comunica che ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso, mentre limitatamente all'audizione sarà trasmessa anche la diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e, successivamente, sul canale satellitare della Camera dei deputati.
  Avverte che dell'audizione odierna verrà altresì redatto e pubblicato il resoconto stenografico.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

  Il PRESIDENTE rende alcune comunicazioni in merito alla programmazione dei lavori e ad iniziative assunte dalla Commissione.

  La Commissione prende atto.

Audizione del direttore della Rai per il sociale.

  Il PRESIDENTE saluta e ringrazia il direttore RAI per il sociale, dottor Giovanni Parapini, per la disponibilità ad intervenire nella seduta odierna.
  L'audizione del dottor Parapini è stata richiesta dalle forze politiche in occasione di diversi Uffici di Presidenza, nell'ottica di acquisire ogni elemento informativo utile circa i temi dell'inclusione e della promozione della coesione sociale, della formazione, soprattutto delle fasce più giovani, e della speciale attenzione verso le disabilità. Si tratta di temi che richiedono un particolare impegno da parte del Servizio pubblico, soprattutto in questo momento storico.

  Il dottor PARAPINI svolge la propria relazione.

  Intervengono per porre quesiti il PRESIDENTE, il senatore Alberto AIROLA (M5S), il deputato Federico MOLLICONE (FDI), i senatori Maurizio GASPARRI (FIBP-UDC) e Valeria FEDELI (PD) il deputato Paolo TIRAMANI (Lega), le senatrici Daniela GARNERO SANTANCHÈ (FdI), Riccardo RICCIARDI (M5S) e Giuseppe L'ABBATE (M5S) il senatore Giorgio Maria BERGESIO (L-SP-PSd'Az), i deputati Federico FORNARO (LEU),ANZALDI (IV) e Carla CANTONE (PD).

  Il dottor PARAPINI svolge un intervento di replica.

  Il PRESIDENTE ringrazia il dottor Parapini e dichiara conclusa la procedura informativa.

Sulla pubblicazione dei quesiti.

  Il PRESIDENTE comunica che sono pubblicati in allegato, ai sensi della risoluzione relativa all'esercizio della potestà di vigilanza della Commissione sulla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, approvata dalla Commissione il 18 marzo del 2015, i quesiti dal n. 254/1245 al n. 270/1380, per i quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (vedi allegato).

  La seduta termina alle 21.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 23 settembre 2020. — Presidenza del presidente Alberto BARACHINI.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 21.15 alle 21.25.

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - mercoledì 23 settembre 2020

ALLEGATO

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (DAL N. 254/1245 AL N. 270/1380)

  FARAONE. – Al Presidente e all'Amministratore delegato RAI. – Premesso che:
   Domenico («Mimmo») Lucano, già sindaco di Riace per ben tre mandati, è una delle personalità politiche di maggior rilievo degli ultimi anni, il cui nome è conosciuto in tutto il mondo in virtù del modello di accoglienza che ha istituito nella cittadina calabrese;
   il «modello Riace», infatti, si è distinto come un eccellente esempio di virtuosa integrazione sociale avvenuta in favore degli immigrati: a partire dal 2004, più di 6 mila richiedenti asilo provenienti da oltre venti diverse nazioni hanno trovato a Riace un terreno fertile per poter essere inseriti, con successo, nel contesto economico-sociale del luogo;
   sulla base del sistema degli Sprar e dei progetti portati avanti dai volontari e dai mediatori culturali, Riace ha accolto e dato la possibilità di lavorare a rifugiati e immigrati, divenendo modello di inclusione sociale replicato in altre realtà italiane;
   a partire dal 2017, tuttavia, il sindaco Lucano è stato al centro di indagini della magistratura volte ad accertare la conformità del sistema di accoglienza istituito a Riace rispetto a varie ipotesi di reato, quali la truffa aggravata e il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina;
   per questi motivi, durante gli anni successivi, il sindaco è stato destinatario di numerose e ulteriori accuse che hanno inevitabilmente compromesso la corretta prosecuzione del sistema di accoglienza, ed in particolare, il 2 ottobre 2018, lo stesso Lucano è stato messo agli arresti domiciliari – pena revocata nei giorni immediatamente successivi;
   gli eventi giudiziari sopra descritti hanno ostacolato la messa in onda della miniserie prodotta negli scorsi anni dalla Rai-Radiotelevisione italiana ed intitolata «Tutto il mondo è paese», con protagonista l'attore Beppe Fiorello, basata proprio sulla figura di Mimmo Lucano e sul racconto del «modello Riace»;
   da quel momento, dunque, in varie occasioni abbiamo assistito alla ripetuta cancellazione della miniserie dai palinsesti televisivi, e risale, da ultimo, al 9 luglio 2019 l'annuncio da parte dell'Amministratore delegato in indirizzo in merito alla decisione circa la mancata messa in onda della fiction,
  considerato che:
   le indagini avviate hanno progressivamente fatto emergere l'inconsistenza delle accuse sollevate contro Mimmo Lucano e, da ultimo, lo scorso mese il Consiglio di Stato ha sconfessato la chiusura dei progetti Sprar di Riace da parte del Viminale, voluta dall'allora Ministro dell'interno Salvini, definendo il «modello Riace» un esempio «encomiabile» negli intenti e negli esiti di integrazione sociale, al quale devono essere riconosciuti «innegabili meriti»;
   nel 2019, l'Accademia dei Lincei ha riconosciuto il premio Feltrinelli, del valore di 250 mila euro, per «un'impresa eccezionale di alto valore morale e umanitario» a favore delle associazioni impegnate nel sistema di accoglienza diffuso di Riace;

   la vicenda che ha interessato Mimmo Lucano è stata seguita dai media di tutto il mondo, e rappresenta uno dei casi più eclatanti di modello perfettamente funzionante di integrazione sociale, tuttavia compromesso anche a causa delle forti pressioni politiche volte a minarne le fondamenta,
  si chiede di sapere:
   quali siano gli orientamenti degli interrogati in merito alle vicende espresse in premessa;
   quali iniziative urgenti intendano intraprendere al fine di disporre la repentina messa in onda della miniserie «Tutto il mondo è paese». (254/1245)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi, sulla base delle indicazioni delle competenti strutture aziendali.
  In via preliminare si ritiene opportuno ricordare che il progetto «Tutto il mondo è paese» nasce nel 2016 ed è una fiction liberamente ispirata al modello di integrazione dei migranti nel comune di Riace, attività che ha acceso i riflettori sul sindaco del paese Mimmo Lucano. L'opera filmica è stata prodotta dalla società di produzione indipendente Picomedia s.r.l. e la Rai ne ha preacquisito taluni diritti di sfruttamento ed utilizzazione economica con contratto del 25 luglio 2017, ben prima dunque delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il sindaco Lucano, destinatario di un avviso di garanzia nell'ottobre del 2017 e rinviato a giudizio nell'aprile 2019.
  In tale quadro, viste le ipotesi di reato in cui è stato coinvolto il sindaco di Riace, la Rai aveva deciso di sospendere temporaneamente la messa in onda del prodotto, in attesa dell'esito conclusivo dell'iter giudiziario.
  Ora che la vicenda legale si è conclusa con il pronunciamento del Consiglio di Stato in favore di Mimmo Lucano, la Rai valuterà una futura collocazione in palinsesto del prodotto, anche tenendo conto della controprogrammazione della concorrenza e ferme restando l'autonomia editoriale delle singole reti e valutazioni complessive di opportunità che consentano lo sfruttamento della fiction al massimo del suo potenziale.

  MOLLICONE, GARNERO SANTANCHÈ. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
   Lo scorso 8 luglio il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo a firma di Alessandro Robecchi dove viene fatta allusione all'utilizzo della violenza nei confronti di Giorgia Meloni e di Fratelli d'Italia;
   da citazione diretta dell'articolo: «Tre indizi fanno una prova, dieci indizi fanno una certezza e dopo cento indizi dovrebbero intervenire i partigiani del Cln con lo schioppo (...) Fa bene Gad Lerner (su questo giornale) a chiedere alla sora Meloni di dissociarsi una volta per tutte dalla retorica fascista dei suoi eletti e dei suoi militanti, ma dubito che succederà: quella retorica, un po’ grottesca e molto ignorante, risibile e feroce, è l'acqua in cui nuota Fratelli d'Italia, gli slogan fascisti e i vestiti da gerarchi sono il plancton di cui si nutre, e non si è mai visto un pesce svuotarsi l'acquario da solo. Bisognerebbe aiutarlo come l'altra volta, settantacinque anni fa»;
   il governo, tramite il viceministro Antonio Misiani, e le principali forze politiche, anche di maggioranza, hanno espresso solidarietà a Giorgia Meloni e FdI;
   l'Ordine dei giornalisti non ha espresso nessuna forma di condanna dei contenuti dell'articolo, quando sarebbe stato necessario sanzionare l'autore e il direttore della testata;
   i principali telegiornali Rai, tranne il Tg2, non hanno dato spazio alla notizia e al dibattito;
   si chiede alla Società se non ritenga di dover dare spazio congruo a questo
rilevante fatto, in riparazione di questa grave mancanza per la funzione pubblica del servizio radiotelevisivo. (255/1247)

  RISPOSTA. – In merito alla interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi forniti dalle strutture competenti.
  In linea generale occorre ricordare che i direttori delle testate giornalistiche hanno piena autonomia editoriale nella costruzione delle scalette dei notiziari così come previsto dal contratto di lavoro giornalistico. È preciso compito, e responsabilità, di ogni direttore selezionare le notizie e impaginarle come viene ritenuto più opportuno. La ricchezza dei telegiornali Rai sta proprio nella differente impaginazione che deriva dalle diverse sensibilità dei singoli direttori.
  In particolare, occorre rilevare che l'8 luglio è stata una giornata densa dal punto di vista della costruzione della sezione «politica» dei tg: in primo piano c'era infatti la questione del ponte Morandi e della decisione della Ministra dei trasporti di affidarne la gestione temporanea ad Aspi, con il conseguente dibattito sulla revoca della concessione ai Benetton. Altra notizia politica che ha trovato ampio spazio nei giornali è stato il viaggio del premier Conte a Madrid con l'obiettivo di intensificare i rapporti con la Spagna in un'ottica di gestione della trattativa europea sul recovery fund.
  Tutto ciò premesso, la questione relativa alle deprecabili offese subite dall'onorevole Giorgia Meloni – offese oggetto di condanna da parte di esponenti di ogni parte politica – è stata comunque trattata dal nel Tg2 in una delle sue edizioni principali, a conferma della completezza complessiva e della varietà dell'informazione del servizio pubblico.

  GASPARRI, SCHIFANI. – Al Presidente della RAI e all'Amministratore delegato. – Premesso che:
   Claudia Mazzola, dirigente Rai e capoufficio stampa dell'azienda, su nomina del sindaco di Roma Virginia Raggi, andrà a presiedere la Fondazione Musica per Roma;
   la Fondazione che gestisce l'Auditorium Parco della musica, come si legge sul sito web, «si propone come centro di iniziativa polivalente dove ha trovato «casa» l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Una struttura che proprio per questa intensa e varia attività è stata definita da Renzo Piano una vera ’fabbrica di cultura»;
   la dott.ssa Mazzola segue a pochi mesi di distanza Maria Pia Ammirati, direttrice delle Teche Rai nonché Responsabile Content della Direzione Digital, nominata dal Ministro Franceschini Presidente della Fondazione Istituto Luce Cinecittà, la cui opera fa di Cinecittà (come si legge sul suo sito web) «un polo unico e internazionale in grado di unire tutta la filiera del cinema e dell'audiovisivo: dalla produzione alla promozione, alla formazione, alla scoperta per tutti del mondo dello spettacolo.»;
   occorre ricordare che i capitoli 8.2.9 e 8.2.10 del Piano anticorruzione adottato dalla Rai per il triennio 2018-2020, sono espressamente dedicati a nomine e conflitti di interesse e, tra l'altro recitano: «Obiettivi: minimizzare il rischio che un interesse secondario interferisca, ovvero possa tendenzialmente interferire (o appare avere la potenzialità di interferire), con la capacità del dipendente o collaboratore di agire in conformità ai suoi doveri e responsabilità che sintetizzano l'interesse primario da realizzare.»;
   ci si domanda cosa accadrà quando la dr.ssa Mazzola in qualità di Presidente della Fondazione Musica per Roma, manderà comunicati stampa al capoufficio stampa Rai Claudia Mazzola per caldeggiare eventi da seguire e come risponderà il capo ufficio stampa Rai alle sollecitazioni della Presidente della fondazione Musica per Roma;
   stesso discorso vale anche per la dr.ssa Ammirati che, addirittura, va a
presiedere una fondazione operativamente in conflitto con diverse aree di azione industriale e produttiva della Rai,
  per sapere:
   se non sia il caso che le due valenti dirigenti si dimettessero dal loro incarico di servizio pubblico per evitare conflitti di interesse rischiosi per la Rai, come peraltro indicato dal piano anticorruzione Rai 2018-2020;
   se siano previsti per questi incarichi, che si immagina vengano svolti senza compensi, rimborsi spese, diarie, uffici, servizi, diarie, benefits di qualsivoglia natura;
   se la Rai possa essere condizionata nelle sue scelte produttive ed editoriali da questo inopportuno e palese intreccio di interessi. (256/1251)

  CAPITANIO, BERGESIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI, TIRAMANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
   Da fonti di stampa si apprende che la dott.ssa Claudia Mazzola, al momento capo ufficio stampa della Rai, è stata nominata nuovo presidente della Fondazione «Musica per Roma», che gestisce 1'Auditorium Parco della Musica di Roma. Visto il ruolo rilevante rivestito dalla dott.ssa Mazzola presso la Società concessionaria, e visti gli inevitabili collegamenti che potranno esserci in futuro tra la Rai, quale organo di stampa, e la Fondazione «Musica per Roma», il mantenimento dell'incarico in Rai appare discutibile.
   Considerato che il Codice etico RAI prevede che «in ogni caso, i dipendenti e di collaboratori della società devono evitare tutte le situazioni e le attività in cui si possa manifestare un conflitto con gli interessi aziendali o che possano interferire con la loro capacità di assumere in modo imparziale decisioni nel miglior interesse dell'impresa e nel pieno rispetto delle norme di legge e del codice etico stesso» (punto 3.1), e «nel caso in cui si manifesti anche solo il sospetto di un conflitto di interessi il dipendente è tenuto a darne comunicazione al proprio superiore e/o al Direttore Generale, che ne valuterà, caso per caso, l'effettiva presenza» (punto 7.7).
   Alla Società concessionaria si chiede di sapere se la dott.ssa Claudia Mazzola si trovi o meno in una posizione di conflitto d'interesse alla luce della nuova designazione quale presidente della Fondazione «Musica per Roma» e, se sì, se non ritenga opportuno attivarsi affinché tale conflitto sia risolto, secondo i mezzi attribuiti alla stessa Società dal Codice etico e dal Piano anti-corruzione 2018-2020.
(258/1253)

  RISPOSTA. – In merito alle interrogazioni in oggetto, occorre preliminarmente precisare quanto segue:
   in materia di conflitto di interesse sugli incarichi affidati ai suoi dipendenti Rai ha sempre avuto grandissima attenzione affinché l'interesse aziendale venisse sempre tutelato come bene primario e affinché fossero sempre evitate situazioni a rischio. E questa posizione del servizio pubblico è chiaramente rappresentata nelle disposizioni del Codice etico e nel piano triennale di prevenzione della corruzione, nonché nella normativa vigente in materia di incompatibilità e divieti nel settore giornalistico.
  Nel caso specifico, la dott.ssa Claudia Mazzola – dal 7 gennaio 2019 Responsabile Media Office Rai – in due successive comunicazioni del 15 aprile e del 21 maggio scorsi ha informato l'Azienda della possibilità di ricevere la nomina a presidente della Fondazione «Musica per Roma», i cui vertici sono scaduti nell'autunno scorso. La Rai, seguendo la procedura prevista per questi casi, ha aperto una istruttoria e, in stretta accordo con le direttive ANAC in materia, considerato l'interesse dell'Azienda, il 9 giugno scorso ha comunicato all'interessata il suo benestare alla nomina dopo aver acquisito il parere positivo del Responsabile per la prevenzione della corruzione.

  Percorso analogo è stato seguito per la dott.ssa Maria Pia Ammirati, Direttore di Rai Teche, che il 28 febbraio scorso è stata nominata presidente dell'Istituto Luce-Cinecittà. Anche per la dott.ssa Ammirati si è giunti al via libera – dopo attenta analisi dei potenziali conflitti – con il parere favorevole del Responsabile per la prevenzione della corruzione.
  Ad entrambe le dipendenti, è stata naturalmente ricordata l'opportunità di evitare conflitti di interesse ai danni del servizio pubblico evitando di partecipare all'adozione di atti che possano sovrapporsi in modo non sinergico, virtuoso e trasparente alle attività della Rai.
  In ultima analisi, è opportuno evidenziare come il fatto che istituzioni importanti abbiano deciso di cooptare nei loro Consigli di amministrazione dipendenti Rai non faccia che confermare l'eccellente qualità dei professionisti che lavorano per il servizio pubblico. L'incarico affidato alle dipendenti Rai costituisce un oggettivo arricchimento per l'Azienda, e consentirà di accrescerne il ruolo nel contesto e nella rete degli operatori culturali del paese.

  BERGESIO, CAPITANIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI, TIRAMANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai
   Da fonti di stampa si apprende che la Rai avrebbe speso circa 25.000 euro per acquistare i diritti per la trasmissione del film-documentario «Sea Watch 3», realizzato dai giornalisti e registi tedeschi Jonas Schreijdag e Nadia Kailouli. Tale documentario racconta come Carola Rackete, comandante della nave «Sea Watch 3» di proprietà dell'omonima organizzazione non governativa, nella notte tra venerdì 28 e sabato 29 giugno 2019, abbia deciso di forzare il blocco della Guardia di Finanza e di attraccare a Lampedusa, consentendo lo sbarco di 53 migranti. Stando alle medesime fonti di stampa, il documentario dovrebbe essere trasmesso prossimamente su Rai 3, in prima serata, facendolo seguire da un dibattito con ospiti di diversa collocazione politica.
  Alla Società concessionaria si chiede di sapere:
   di fornire maggiori dettagli rispetto alla scelta di acquistare il documentario citato in premessa, con particolare riguardo per i costi sostenuti;
   se, quando e con quali modalità sarà trasmesso il documentario;
   se non ritenga sconveniente la scelta di spendere 25.000 euro per l'acquisto dei diritti di una trasmissione di un documentario politicamente connotato, riferito ad una vicenda delicata dal punto di vista politico e mediatico. (257/1252)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto, occorre preliminarmente precisare quanto segue:
   Il documentario sullo sbarco della Sea Watch 3 del 29 giugno 2019 è stato girato da due giornalisti della Norddeutsche Rundfunk, l'emittente radiotelevisiva pubblica locale dei Länder tedeschi del nord (Amburgo, Bassa Sassonia, Meclemburgo-Pomerania Anteriore e Schleswig-Holstein) che è affiliata alla più nota televisione pubblica Ard. Si tratta di un documentario girato in presa diretta e per questo può essere considerato, a tutti gli effetti, un documento/testimonianza di quanto accaduto sull'imbarcazione nei concitati momenti in cui la comandante Rackete decise di forzare il blocco della Guardia di Finanza e di attraccare a Lampedusa per far sbarcare i migranti a bordo.
  A quanto risulta, le telecamere della Norddeutsche Rundfunk erano le uniche a bordo della Sea Watch 3 ed è per questo che si è ritenuto a febbraio scorso di acquisire i diritti per la trasmissione del documentario. Il costo dell'operazione è stato di 21.000 euro più Iva per circa 55 minuti di filmato, dunque una cifra assolutamente in linea, se non addirittura inferiore, con quelle di prodotti analoghi.
  Il documentario, acquisito da Rai3, è al momento previsto in programma nell'ambito di una serata evento il 3 ottobre in occasione della Giornata mondiale della
memoria e dell'accoglienza, giornata istituita per commemorare le vittime del naufragio del 2013 al largo delle coste di Lampedusa in cui persero la vita 368 migranti. La trasmissione del documentario sarà seguita da un dibattito in studio con esperti e ospiti.

  TIRAMANI, BERGESIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI
   Da fonti di stampa si apprende che l'Ufficio del personale RAI, su indicazione del direttore del Tg1, Giuseppe Carboni, abbia disposto le ferie forzate per la giornalista Maria Rosaria Gianni, da anni in servizio quale caporedattrice del settore cultura del Tg1. La stessa Gianni, invero, andrà in pensione tra circa un anno, ma – a parere degli interroganti – la scelta compiuta dal direttore del Tg1 appare incomprensibile dacché priva il settore cultura del Tg1 di un suo punto di riferimento, e appare inopinatamente lesiva dell'immagine della dottoressa Gianni, che gode storicamente della stima del mondo giornalistico, televisivo e culturale.
   A ciò si aggiunge il fatto che subito dopo la collocazione arbitraria in ferie della dottoressa Gianni, al vicedirettore del Tg1, dottoressa Costanza Crescimbeni, è stato conferito l'incarico di caporedattrice ad interim del settore cultura, ed è stato immediatamente attivato un job posting per sostituire la dottoressa Gianni, la quale risulta ora a disposizione del Direttore Carboni.
   In analoghe situazioni, altri stimati giornalisti (ad esempio Gigi Marzullo o Vincenzo Mollica) sono stati trattenuti in Azienda oltre il loro collocamento pensionistico e pur in possesso di un monte ferie ben superiore a quello della stessa Gianni.
   Alla luce di quanto esposto, alla Società concessionaria si chiedono maggiori ragguagli in ordine alla scelta di disporre le ferie forzate per la per la giornalista Maria Rosaria Gianni. (259/1257)

  RISPOSTA. – In merito alla interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi forniti dalla Direzione Risorse Umane e Organizzazione.
  In premessa occorre sottolineare che, in base alle vigenti disposizioni normative ed in particolare in base agli accordi integrativi tra Rai e Usigrai (Unione Sindacale Giornalisti Rai), il periodo di ferie spettante al lavoratore deve essere fruito e non può essere sostituito da trattamento economico. La prassi aziendale prevede quindi che i lavoratori pianifichino le proprie ferie fruendo di quelle spettanti nell'anno e smaltendo una percentuale fissata delle eventuali ferie arretrate.
  Si osservi inoltre che – fatte salve limitate e motivate eccezioni disposte dal vertice aziendale in relazione alla particolarità e all'infungibilità della prestazione resa – nel caso in cui il giornalista sia in prossimità del pensionamento e abbia accumulato un monte ferie arretrate tale da non consentirne il graduale smaltimento, l'azienda provvede a mettere il dipendente in ferie d'ufficio continuativamente fino alla cessazione del rapporto di lavoro per raggiunti limiti di età, poiché non è previsto né il pagamento delle ferie non godute, né la possibilità di rinunciare alle stesse.
  Tutto ciò premesso, occorre rilevare che la situazione della dottoressa Gianni rientra nella casistica appena descritta: essendo previsto il suo pensionamento nella primavera del prossimo anno e avendo la giornalista un consistente monte ferie arretrato, come da prassi le è stata comunicata in data 26.2.2020 la necessità dello smaltimento ferie obbligatorio e continuativo, che la Testata di inquadramento ha fatto partire dal 29.6.2020.
  Al fine di garantire funzionalità e continuità alla redazione Cultura del tg1, di cui la dottoressa Gianni era responsabile, il ruolo – come previsto dal contratto di lavoro giornalistico – è stato affidato dal Direttore di testata al Vicedirettore Costanza Crescimbeni che Io ricopre ad interim.
  Infine, si precisa che al momento l'azienda conta una decina di giornalisti prossimi al traguardo della pensione che stanno
pertanto smaltendo il monte ferie accumulato in maniera continuativa, e che nel corso dell'anno altrettanti seguiranno il medesimo percorso.

  GASPARRI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI. – Premesso che:
   il 2 agosto del 2020 ricorreranno i quarant'anni dei fatti di Danzica che con l'azione di Solidarnosc e il supporto dell'allora Papà Karol Wojtyla avviarono una stagione di libertà che dalla Polonia si estese a tutto l'est europeo, abbattendo le dittature comuniste;
   la vicenda di Solidarnosc è stata centrale nella storia recente europea e il supporto di Papa Giovanni Paolo II fu decisivo,
  per sapere
   in quali modi la RAI intenda celebrare questa storica ricorrenza per l'Europa e per il mondo;
   quali iniziative le varie testate e le reti stiano per assumere e in quale collocazione oraria saranno eventualmente collocate per dare il giusto rilievo a un evento della nostra storia recente che merita di essere ricordato, sottolineando in particolare la centralità della figura di Karol Wojtyla, che diede un contributo fondamentale in termini morali ma anche in termini politici e religiosi ad una stagione di libertà per l'Europa intera, che partì proprio nell'agosto del 1980 da Danzica con l'azione di Solidarnosc, e di personaggi come Lech Walesa che poi assunse per alcuni anni la guida della Polonia.
(260/1284)

  RISPOSTA. – In merito alla interrogazione in oggetto, si riportano di seguito le iniziative specifiche ad oggi previste per celebrare il 40o anniversario degli eventi legati a Solidarnoge e dei protagonisti principali di quegli anni.

Rai 2
  Sabato 8 agosto
  Tg2 Dossier – Solidarnosc 80 (ore 22:45)
  Tg2 Dossier dedicato ai 40 anni dallo sciopero di Danzica nell'agosto 1980, dove è iniziata la caduta del comunismo nell'intera Europa orientale. Con una intervista esclusiva a Lech Walesa, leader del sindacato Solidarnosc e un reportage tra Cracovia, Danzica e Varsavia.

Rai 3
  TGR
  Friuli Venezia Giulia (redazione italiana)
  La redazione di Trieste preparerà un servizio sull'anniversario dei fatti di Danzica per la rubrica televisiva EstOvest (in onda la domenica su Rai 3 dalle 11:10) che sarà trasmesso alla ripresa della programmazione autunnale (a partire da domenica 20 settembre)

Rai Cultura
  Rai Cultura conferma l'attenzione alla storia polacca negli anni immediatamente precedenti la caduta del muro di Berlino e a protagonisti di quel periodo come Lech Walesa e naturalmente papa Giovanni Paolo II.
  In particolare, si segnala di seguito l'offerta prevista il 14 agosto (anniversario dello sciopero nei cantieri di Danzica) e il 17 settembre (anniversario della nascita del sindacato polacco Solidarnosc). La programmazione nelle due giornate si soffermerà naturalmente sulle figure storiche centrali di Lech Walesa e di Giovanni Paolo II.

Rai 3
  Venerdì 14 agosto
  Passato e presente – SOLIDARNOSC (con il Prof. Adriano Roccucci) (ore 13.15 e in replica su Rai Storia alle 20.30 e alle 23:50 e alle 8:30 e alle 14.00 del 15 agosto) Paolo Mieli ripercorre insieme allo storico Adriano Roccucci lo sviluppo di questa avventura: dall'elezione – nel 1978 – del Papa polacco Karol Wojtyla, agli scioperi ai cantieri Lenin di Danzica, dalla reazione del
regime con l'imposizione della legge marziale e l'omicidio di Popieluszko sino alle elezioni del 1989, le prime semilibere in un Paese d'oltre cortina.

Rai Storia
  Il giorno e la storia (ore 00.00 e in replica alle ore 5:30, 08:30, 11:30, 14:00 e alle 20:10)
  14 agosto 1980 – Lech Walesa guida il primo grande sciopero di massa nei cantieri navali di Danzica in Polonia. L'agitazione si estende rapidamente a tutto il resto del paese. Walesa invita i lavoratori a non abbandonare i cantieri, ma a organizzarsi in un grande comitato di sciopero interaziendale. In settembre il governo comunista firma un accordo con Walesa con cui riconosce all'organizzazione di Walesa il diritto alla libertà di associazione. Nasce «Solidarnoge, l'associazione sindacale indipendente e autogestita e Walesa viene nominato suo presidente. Conserverà tale carica fino al dicembre del 1981.
  All'almanacco seguirà un approfondimento del Tg1 di quei giorni dalla Polonia.

Rai 3
  Giovedì 17 settembre
  Passato e presente – POLONIA 1989 LA VITTORIA DI WALESA (con la prof.ssa Krystyna Jaworska) (ore 13.15 e in replica su Rai Storia alle 20.30 e alle 23:50 e alle 8:30 e alle 14.00 del 18 settembre).
  Il 18 giugno 1989, la lista di Solidarnosc vince le prime elezioni semi-libere in Polonia dall'avvento del comunismo. È il primo risultato tangibile di una lunga battaglia in nome della democrazia compiuta da Lech Watqsa e dal suo sindacato libero.
  Poco più di un anno dopo Watqsa è eletto presidente della repubblica, consacrazione del ruolo determinante svolto assieme a papa Giovanni Paolo II nella trasformazione democratica del regime. Per la Polonia è l'inizio di un cammino che la porterà ad entrare nella NATO e nell'Unione Europea; una lunga storia che illustrerà nel corso della puntata la professoressa Krystyna Jaworska.

Rai Storia
  Il giorno e la storia (ore 00.30 e in replica alle ore 08:30, 14:00 e alle 20:00)
  17 settembre 1980 – Nel giorno del 40o anniversario Il giorno e la storia ricorderà la nascita del sindacato polacco Solidarnosc
  Per quanto riguarda i Telegiornali, i Direttori sono stati interpellati sull'oggetto dell'interrogazione ed è probabile che – nella piena autonomia garantita dal contratto giornalistico e compatibilmente con gli eventi dei giorni in questione – possano prevedere dei servizi da inserire nelle edizioni delle loro testate.

  Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI

  GASPARRI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI. – Premesso che:
   il 28 luglio si è svolta al Senato una conferenza stampa della federazione degli esuli e di altre associazioni del mondo Istriano, Giuliano e Dalmata con delle richieste rivolte alla Presidenza della Repubblica e alla Presidenza del Consiglio;
   sono intervenute numerose testate televisive pubbliche e private, agenzie e rappresentanti della stampa;
   il Giornale Radio Rai è stato assente,
  si chiede di sapere:
   quali siano i criteri con cui il Giornale Radio Rai segue gli eventi e se esistano liste di eventi graditi e di eventi e persone sgradite alla direzione del Giornale Radio Rai. (261/1292)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto, si fa presente in via preliminare quanto segue:
   La Rai svolge il proprio ruolo nell'informazione attendendosi ai principi di verità, tempestività, completezza e pluralismo. Non possono dunque esistere liste di eventi o persone sgradite in alcuna testata dell'Azienda di Servizio Pubblico.

  Quanto all'evento segnalato dall'interrogante, nel ricordare che è prerogativa esclusiva del singolo direttore di testata la decisione di coprire o non coprire un evento, si precisa che:
  A partire dall'edizione delle 13 del Gr1 del 28 luglio, così come in altre successive edizioni del GRR, è stata data ampia notizia delle richieste della federazione degli esuli e di altre associazioni del mondo Istriano, Giuliano e Dalmata alla Presidenza della Repubblica e alla Presidenza del Consiglio. In particolare, è stato sottolineato «Che l'atto simbolico della storica stretta di mano tra il Presidente Mattarella e l'omologo sloveno Bahor non resti un gesto isolato ma sia l'impegno per un percorso condiviso»;
  Nella medesima occasione è stata inoltre evidenziata la partecipazione all'evento del Senatore Gasparri, in quanto uno dei promotori, dando anche conto della sua richiesta al premier Conte di ricevere le associazioni in oggetto.
  In conclusione, si ritiene che l'assenza di un giornalista del Giornale Radio – peraltro imputabile al fatto che la giornata politica fosse particolarmente ricca di eventi – non abbia nuociuto alla completezza dell'informazione fornita dalla testata radiofonica del Servizio Pubblico.

  ANZALDI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato Rai. – Premesso che:
   Durante il Tg2 delle 18.15 del 30 luglio, in un collegamento con il Senato, è stato dato conto della votazione sulla richiesta di autorizzazione a procedere per il processo a Matteo Salvini sul caso Open Arms. Nel corso del collegamento, la caporedattrice Maria Antonietta Spadorcia ha dichiarato che la votazione appena conclusa aveva decretato lo stop al processo per il leader della Lega. In realtà gli effetti della votazione erano stati esattamente contrari, con il via libera al processo deciso a maggioranza dall'Aula del Senato.
   Dopo questo palese errore, nessuna correzione immediata è stata fatta né dalla conduttrice in studio, al momento di riprendere la linea dal Senato, né subito dopo. Sono passati ben 13 minuti di tg e svariati servizi, prima che la conduttrice tornasse sull'argomento e proponesse non una totale smentita della notizia falsa, ma solo una «parziale correzione» di quanto detto, sebbene la notizia data dal Senato non fosse stata «parzialmente» scorretta ma totalmente sbagliata. Nell'occasione, peraltro, la conduttrice non ha rivolto nessuna scusa ai telespettatori, ai quali era stata data una notizia completamente falsata.
  Si chiede di sapere
   Alla luce del grave episodio che ha visto il Tg2 dare ai telespettatori un'informazione totalmente sbagliata e contraria alla realtà in merito alla votazione in Senato su Salvini, quanti fossero i giornalisti che vigilavano sulla messa in onda dell'edizione delle 18.15, oltre alla giornalista inviata in Senato e alla conduttrice, tra direttore, vice direttore, capi redattori e vice capiredattori, capi servizio e vice capiservizio, responsabili dell'edizione, redazione politica.
   Se l'azienda non ritenga doveroso prendere provvedimenti, visto che non si tratta della prima volta che il Tg2 propone una palese fake news ai telespettatori. Si pensi, solo per citare un caso, all'intervista a Matteo Salvini dopo le elezioni Europee di maggio 2019, quando la stessa giornalista dell'episodio odierno disse che il risultato della Lega non aveva precedenti, sebbene solo 5 anni prima il Pd di Matteo Renzi avesse fatto meglio ottenendo il record del 40,8 per cento. (262/1297)

  RISPOSTA. – In merito alla interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi forniti dalla Testata del Tg 2.
  In via preliminare si ritiene opportuno evidenziare che il Tg2, come dichiarato dal direttore Gennaro Sangiuliano, ha ammesso l'errore in merito alla notizia della non autorizzazione a procedere nei confronti
del senatore Salvini per la vicenda della Open Arms. «Quello che è accaduto ieri nell'edizione delle 18.15 rappresenta un fatto grave. Si è trattato per quanto mi riguarda di un errore inaccettabile. Come l'azienda sa, avendo fornito adeguata documentazione medica, sono in convalescenza per un serio intervento chirurgico e ieri non ero in sede. Sono intervenuto tempestivamente da casa per far leggere dal conduttore una nota che ristabiliva la corretta narrazione dei fatti».
  Probabilmente la concitazione del momento, la tempestiva evoluzione dei fatti, la volontà di informare rapidamente i telespettatori, insieme alla postazione logistica della giornalista in collegamento all'interno del Senato ma lontana dal luogo degli eventi, sono fattori che hanno contribuito a rendere possibile l'errore.
  In dettaglio i fatti si sono svolti nel seguente ordine: nel corso dell'edizione pomeridiana del Tg2 del 30 luglio è stato trasmesso un servizio, realizzato dalla stessa inviata al Senato, Maria Antonietta Spadorcia, che dava conto dello svolgimento dei fatti e concludeva che probabilmente, dopo le dichiarazioni del senatore Matteo Renzi, si sarebbe giunti a un esito sfavorevole al senatore Matteo Salvini. Il Tg2 si è poi collegato con la postazione a palazzo Madama, dove si trovava la giornalista in una posizione logistica dalla quale era estremamente complicato seguire l'evoluzione dei fatti e dunque l'esito delle votazioni. Contemporaneamente il caporedattore della redazione politica, Massimo D'Amore, ha trasmesso via telefono alla Spadorcia una errata informazione sull'esito della votazione e per questo la giornalista ha riferito la notizia non corretta.
  In tale quadro occorre sottolineare che, nel corso della stessa edizione del notiziario, è stata prontamente data ampia notizia dell'esatto svolgimento dei fatti per correggere l'errore commesso e si è cercato invano di ricollegarsi con la postazione al Senato per scusarsi dell'accaduto in diretta.
  Al fine di porre rimedio alla incresciosa vicenda, con pieno senso di responsabilità il direttore Sangiuliano, d'intesa con la direzione comunicazione della Rai, ha fornito alle agenzie il comunicato suesposto in cui ha riconosciuto l'errore e ha chiesto scusa ai telespettatori, mentre il caporedattore Massimo D'Amore si è assunto la piena responsabilità dell'accaduto in una nota inviata all'amministratore delegato Fabrizio Salini.

  GASPARRI, MULÈ, RUGGIERI, MARROCCO. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai. – premesso che:
   Geo Nocchetti, redattore ed inviato del TGR Rai della Campania, confermando che la sinistra considera la Rai una propria proprietà personale, si è candidato in una lista a sostegno del candidato presidente della sinistra della Regione Campania De Luca e, nella sua propaganda, usa slogan allusivi alla sua appartenenza alla Rai, per cercare di suggestionare evidentemente elettori o persone ingenue, attraverso questa sua attività professionale;
  Per sapere:
   se un uso così spregiudicato del nome della Rai, inserito in maniera graficamente furbesca nel materiale elettorale di Geo Nocchetti, sia compatibile con l'appartenenza all'azienda del suddetto Nocchetti;
   Se la deontologia professionale non dovrebbe comportare un atteggiamento ben più serio;
   Se il Nocchetti non sia meritevole di licenziamento o di provvedimenti che comunque impediscano un uso a fini elettorali del nome Rai. (263/1312)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto, si forniscono i seguenti elementi informativi, sulla base delle indicazioni delle competenti strutture aziendali.
  In via preliminare si ritiene opportuno evidenziare che il giornalista della TgR Campania, Geo Nocchetti, è in ferie programmate dal 3 agosto al 30 settembre e alla data del 6 agosto 2020 non risultava
ancora depositata la sua candidatura, di cui non ha comunque informato l'Azienda.
  La Rai ha da sempre come obiettivo prioritario quello della tutela del suo marchio e della credibilità, autorevolezza e affidabilità che vi sono indissolubilmente legate. Nessuno – e il Codice Etico sottoscritto da chiunque lavori per il Servizio Pubblico è chiaro in tal senso – può in alcun modo utilizzare il marchio e il nome di Rai senza una preventiva autorizzazione dell'Azienda. Autorizzazione che, nel caso di Nocchetti, non è stata chiesta e non avrebbe in ogni caso mai potuto essere concessa.
  Geo Nocchetti – prontamente richiamato dall'Azienda – si è rammaricato per la leggerezza commessa e si è detto pronto a modificare immediatamente lo slogan elettorale utilizzato nei suoi manifesti.
  Come da prassi aziendale, è stato avviato un provvedimento disciplinare nei confronti del giornalista.

  GASPARRI, MULÈ, MARROCCO, GALLONE, SCHIFANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai. – Premesso che:
   Il Tg1 ogni domenica manda in onda la rubrica dedicata ai libri dal titolo Billy;
   tale rubrica è stata curata negli ultimi anni dall'attuale vice direttore Luverà;
   le regole interne della redazione fanno sì che vice direttori o persone con altri incarichi nell'ambito della testata non possano curare rubriche;
   risulta agli interroganti che non vengano utilizzati quegli spazi per proporre libri di redattori dello stesso Tg1 per una regola di opportunità che la testata si è data, tanto è vero che libri di vice direttori, di conduttori e di altri giornalisti del Tg1 non sono stati presentati o menzionati nel corso della rubrica Billy;
  Per sapere:
   chi sia attualmente il curatore della rubrica Billy posto che Luverà da tempo è vice direttore della testata e quindi a lui si dovrebbe applicare la regola interna che vige per molti altri suoi colleghi;
   Quali siano i criteri di selezione dei libri che vengono presentati nel corso della rubrica Billy e a chi siano affidati;
   Contrariamente alle citate regole, stabilite dal Tg1 senza alcun obbligo di legge o imposizione esterna, il Tg1 del 9 agosto nella rubrica Billy andata in onda, come di consueto, nell'edizione delle 13.30, ha dato ampio spazio alla presentazione di un libro di Valentina Bisti, redattrice e conduttrice del Tg1, con il paradosso che la stessa conduttrice ha praticamente lanciato il servizio nel quale si parlava ampiamente del suo libro;
   quali siano i criteri per i quali il libro di Valentina Bisti nella rubrica Billy possa essere presentato con menzioni, interviste e quant'altro e libri di altri esponenti del Tg1 invece non vengano menzionati;
   quali siano le direttive della direzione del Tg1;
   se esista un criterio in base al quale alcuni giornalisti della testata possono vedere i loro libri presentati e menzionati dal Tg1 ed altri invece no;
   se tale scelta si basi su orientamenti di pensiero, religiosi o di altra natura, oppure se sia a insindacabile giudizio della direzione e del responsabile, chi ?, di Billy, decidere quali redattori siano più uguali degli altri e quindi meritevoli, addirittura mentre conducono il telegiornale, di vedere dallo stesso telegiornale presentato il proprio libro, possibilità preclusa ad altri colleghi. (264/1330)

  RISPOSTA. – In merito alla interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni della testata del Tg1.
  In primo luogo, occorre fare una premessa di carattere generale su quanto prevede la policy aziendale in materia di programmi come la rubrica Billy e sulle figure dei suoi curatori e conduttori. Il
giornalista Bruno Luverà cura il programma dall'ottobre del 2010, su decisione dell'allora direttore Augusto Minzolini, poi confermata dai successivi direttori, Maccari, Orfeo, Montanari, Carboni e dal dicembre del 2018 è vicedirettore del Tg1, nomina confermata nel giugno del 2020.
  La policy aziendale della Rai, nell'assegnazione della cura e della conduzione delle rubriche, segue il principio guida della specializzazione professionale e, pertanto, non prevede l'incompatibilità tra il ruolo dirigenziale e la cura/conduzione di una rubrica. Ciononostante, il giornalista ha rinunciato alla conduzione di Billy a seguito della nomina a dirigente.
  In merito alla scelta degli scrittori da intervistare si ritiene opportuno sottolineare che la policy aziendale prevede di limitare le interviste a scrittori che siano anche giornalisti e/o collaboratori della Rai, ma non le vieta. D'altronde la Rai è una delle più grandi aziende culturali del Paese e pertanto non sarebbe giustificata una regola che vietasse di recensire i libri dei suoi giornalisti. Tuttavia, ovviamente, in un'ottica di pari opportunità, non esiste alcun canale di accesso privilegiato alla rubrica da parte dei giornalisti della Rai. Ogni anno infatti la rubrica ospita circa duecento libri, dei quali solo una minima parte provenienti da scrittori interni al servizio pubblico: nel 2018 sono stati recensiti cinque libri di giornalisti Rai, nel 2019 uno e nel 2020 quattro.
  La policy aziendale in materia di scelta dei libri da recensire richiama poi i principi del rispetto del pluralismo culturale e religioso e della non discriminazione di genere. Inoltre, la rubrica si rivolge ad un pubblico vasto, il che implica attenzione sia al profilo alto che a quello basso dell'offerta culturale, all'articolazione tra narrativa (prevalente) e saggistica, attraverso un ricco e variegato bouquet di autori italiani e stranieri. Dal lungo elenco degli scrittori recensiti in questi anni risulta di tutta evidenza come questi principi e queste esigenze siano stati, e siano, costantemente rispettati (Si veda allegato A).
  È opportuno infine rilevare che Billy ha una sua sigla che la separa funzionalmente dal telegiornale, che tale distinzione riguarda anche lo share, dal momento che quello del tg viene conteggiato dall'inizio del Tg1 fino alla sigla di Billy, mentre quello della rubrica figura tra gli share dei programmi e che il conduttore dello studio del tg lancia l'intera rubrica e non i singoli servizi. Inoltre, fino a gennaio 2019 Billy aveva un conduttore, mentre da allora le interviste vengono presentate da una speaker.
  Tutto ciò premesso, nell'edizione delle 13.30 del 9 agosto, lo spazio dedicato alla recensione del libro della giornalista del Tg1 Valentina Bisti è stato omogeneo rispetto a quello che viene dato ogni domenica ai libri proposti, La scelta del libro si è basata sul suo valore letterario e sociale, poiché «tutti i colori dell'Italia che vale» propone storie di personalità che si sono impegnate per il bene comune, dedicando tempo al volontariato e alla difesa dei più deboli.
  La messa in onda della recensione del libro della Bisti, nella puntata che la vedeva conduttrice del telegiornale, è stata del tutto casuale poiché è dipesa da una imprevista inversione del calendario delle puntate preregistrate di Billy, circostanza di cui si fa ammenda e che tuttavia non inficia la qualità e la correttezza del lavoro giornalistico e redazionale del programma.
  In definitiva, non sono riscontrabili all'interno del programma Billy andato in onda il 9 agosto elementi che minimamente possano contrastare con gli obblighi comportamentali evocati dal Codice Etico: non la diligenza nell'esecuzione del lavoro giornalistico, considerando il riconosciuto alto livello del prodotto; non la correttezza dell'informazione diffusa dal libro presentato, riferita peraltro ad una galleria di personalità italiane che si sono distinte per peculiari motivi di solidarietà e di altruismo (accogliendo, così, anche il profilo di carattere «pedagogico» che è coerente con la missione del servizio pubblico); non la buona fede, che ha governato la scelta delle recensioni, avendo riguardo essenzialmente ai contenuti e all'ampiezza della platea dei destinatari; non al conflitto d'interessi, poiché non è configurabile alcun presupposto,
tenendo conto del fatto che è conforme alla policy della Rai l'ospitalità di recensioni riferite ad opere di giornalisti, anche dell'azienda, avendo esclusivamente riguardo al valore dell'opera presentata ai telespettatori.

Allegato A

  Di seguito un quadro sintetico orientativo degli autori recensiti nella rubrica Billy nel periodo 2010-2020,
  Autori stranieri: Bauman, Rifkin, Grossman, Jehoshua, Pamuk, Mueller, Marias, Follet, Grisham, Allende, Easton Ellis, Sepulveda, Morin, Lansdale, Zadie Smith, Kapuscinski, Patrick Mac Grath, Cameron, Mc Ewan, Denis Mack Smith, Coelho, Pennac, Cooper, Zafon, Sanchez, Cercas, Atwood, Strout, Ghosh, Nothomb, Ben Jelloun, Kepel, Oates, Donna Tartt, Nesbo, Randall, Ernaux, Foer, Dicker, Don Winslow, Ellroy, etc
  Autori italiani: Arbasino, Fo, Eco, Magris, Gervaso, Maraini, Pansa, Camilleri, Tamaro, Tabucchi, Bevilacqua, Vittorio Feltri, Bruck, Modiano, Manzini, Malvaldi, De Giovanni, Pennacchi, Rumiz, Piccolo, De Cataldo, Avallone, Sveva Modignani, Ferrero, De Carlo, Benni, D'Avenia, Veronesi, Mazzantini, Sgarbi, Pericoli, Cardini, Cazzullo, Sangiuliano, Rusconi, Mazzuca, Vespa, De Bortoli, Scalfari, Mazzucco, Giordano, Baricco, Carofiglio, Lucarelli, Gamberale, Forattini etc
  I fotografi: Salgado, Klein, Erwitt, Mc Curry, Scianna, Berengo Gardin, Sestini etc
  I fumettisti: Giardino, Manara, Cavazzano, Altan, Zerocalcare, Ziche, Vinci, Ortolani, Gipi, Bozzetto, Mattotti, Fior, Miller, Munoz, Spiegelman, Kuper, Craig Thompson, Selznick, Dautremer, Breccia, etc.

  GASPARRI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai. – Premesso che:
   Nell'edizione delle 20.00 di mercoledì 12 agosto, il Tg1 non ha mandato in onda alcun servizio sulla drammatica aggressione avvenuta al Duomo di Milano, un fatto di cronaca gravissimo;
   gli altri Tg del servizio pubblico hanno riportato la notizia dell'immigrato egiziano che ha minacciato e tenuto in ostaggio un agente.
  Per sapere:
   quali siano le ragioni editoriali alla base di una scelta del genere e i criteri di selezione delle notizie da parte dell'attuale direzione del Tg1, visto che nella stessa edizione è stato dato ampio spazio ad altri servizi sia di cronaca che di colore.
(265/1332)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto, si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni della testata del Tg1.
  In linea generale si ritiene opportuno evidenziare che, nell'ambito della propria autonomia editoriale, ogni direttore di testata sceglie quali notizie trattare prioritariamente nelle varie edizioni dei notiziari e quindi quali eventi coprire, fatti salvi i principi generali di verità, tempestività, completezza e pluralismo che connotano la Rai in qualità di Servizio Pubblico.
  Tutto ciò premesso, è utile sottolineare che la giornata del 12 agosto è stata particolarmente ricca di notizie valutate di maggior interesse per i cittadini. A titolo esemplificativo: essendo aumentati i contagi da Covid-19 cosiddetti «di rientro» dalle vacanze, il governo aveva deciso di imporre tamponi immediati a chi rientrava da Grecia, Spagna, Croazia e Malta; ancora per contrastare il nuovo diffondersi del virus si stava valutando l'ipotesi di una stretta sulle discoteche; sul fronte politico quello stesso giorno la Lega aveva deciso la sospensione per i propri parlamentari che hanno usufruito del bonus.
  Per quanto riguarda in particolare la pagina di cronaca, si è deciso di non trattare la notizia dell'aggressione avvenuta nel duomo di Milano da parte di un ragazzo egiziano, in quanto già nel pomeriggio le
agenzie avevano riportato le parole del pubblico ministero, che escludeva la pista del terrorismo (AdnKronos delle 16:39), lasciando quindi aperta l'ipotesi che si fosse trattato dell'azione di un folle, come successivamente è stato dimostrato. La testata ha invece scelto per l'edizione serale del 12 agosto di dare la precedenza in cronaca ai tre morti in seguito ad una frana in Valtellina e alla strage dei cinque ragazzi morti in un incidente stradale.

  TIRAMANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI
   Premesso che all'interrogante sono giunte numerose segnalazioni circa l'acquisto da parte del sig. Luca Zingaretti dei diritti dei racconti di «Lolita Lobosco» dalla scrittrice Gabriella Genisi. L'acquisto è volto alla produzione di una Fiction (in questi giorni sono in corso le riprese) in cui la protagonista, la commissaria Lolita, sarà interpretata da Luisa Ranieri moglie dello stesso Luca Zingaretti. Quanto dianzi esposto, ove confermato, configurerebbe un grave vulnus alla disciplina dettata in materia di conflitto di interessi contenuto nel codice di condotta della Rai e nel contratto di servizio.
   All'interrogante non risulterebbero deroghe da parte della società e qualora la disciplina sul conflitto di interessi fosse stata eventualmente aggirata per il tramite della co-produzione affidata alla società BiBi Film di Angelo Barbagallo, ci troveremmo comunque difronte ad una palese violazione delle più comuni regole aziendali.
   Vista la gravità dell'episodio riportato, alla Società concessionaria si chiede:
   se sia a conoscenza di quanto sopra esposto, se ravveda una posizione di conflitto di interessi e quali provvedimenti intenda porre in essere. (266/1338)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto, si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni delle strutture competenti.
  In premessa si informa che «Lolita Lobosco» è un progetto seriale di 8 episodi da 50’, tratto dai romanzi di Maria Gabriella Genisi, editi da Marsilio Editore, per la regia di Luca Miniero e con Luisa Ranieri interprete principale. Il progetto è stato autorizzato con Determinazione dell'Amministratore Delegato n. 202 del 20 dicembre 2019 e Rai ha acquisito in licenza per 7 anni di taluni diritti di utilizzazione e sfruttamento dalla società BIBI FILM TV SRL, che cura in via esclusiva e a proprio onere, carico e rischio la produzione esecutiva della fiction. 
  Si ritiene opportuno evidenziare che la società BIBI FILM TV SRL è l'unico partner contrattuale di RAI, dal momento che il 9 ottobre 2018 ha concluso un accordo di produzione associata con la società ZOCOTOCO SRL, titolare originaria del diritto di opzione sulle opere letterarie da cui la serie è tratta e che quest'ultima ha dato mandato alla BIBI FILM TV a trattare e concludere con RAI il predetto accordo.
  Peraltro, la società di produzione indipendente ZOCOTOCO SRL, i cui soci sono Luca Zingaretti (socio di maggioranza con il 75 per cento) e la sorella Angela (che detiene il restante 25 per cento delle quote sociali ed è anche amministratrice unica) è regolarmente iscritta al Registro Fornitori RAI avendo con la stessa stipulato pregressi accordi, anche nel campo dell'animazione. Occorre poi specificare che le suddette informazioni sono state verificate in fase pre-negoziale, all'atto dell'accertamento dell'infungibilità in capo alla società BIBI FILM TV SRL, ai fini dell'instaurazione della trattativa diretta secondo la normativa vigente.
  Tutto ciò premesso, si ritiene opportuno ricordare che il Consiglio di Amministrazione di RAI, con delibera del 17 luglio 2020 ha approvato le «Linee Guida finalizzate ad evitare l'insorgere di situazioni di conflitto di interessi tra produttori, artisti e agenti che rappresentano artisti», tenendo conto della Risoluzione adottata dalla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
in data 27 settembre 2017, nonché delle indicazioni dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e del Contratto di Servizio 2018-2022.
  Con riferimento al caso in oggetto, si evidenzia che lo stesso non risulta in contraddizione con le disposizioni delle Linee guida. In secondo luogo, pur non esistendo un rapporto contrattuale tra Rai e ZOCOLOCO, occorre tener presente che nella compagine societaria di quest'ultima non figura la Sig.ra Luisa Ranieri (che dunque non può essere considerata «artista partecipante»), né la sua agenzia, la TNA o suo rappresentante, (che non possono essere considerati «agenti partecipanti»).

  MOLLICONE, GARNERO SANTANCHÈ. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai. – Premesso che:
   con decreto del Presidente della Repubblica del 17 luglio 2020, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 180 del 18 luglio 2020, e’ stato indetto per i giorni 20 e 21 settembre 2020 un referendum popolare confermativo del testo della legge costituzionale concernente «Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari», approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, serie generale, n. 240, del 12 ottobre 2019;
   visto il decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 giugno 2020, n. 59, e in particolare l'articolo 1, comma 2, che prevede, per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2020, che le disposizioni di cui all'articolo 4 della legge 22 febbraio 2000, n. 28, si applicano in modo da evitare posizioni di svantaggio rispetto all'accesso ai mezzi di informazione e per la comunicazione politica durante le campagne elettorali e referendaria, in relazione alla situazione epidemiologica derivante dalla diffusione del COVID-19;
   visto il decreto del Ministro dell'Interno del 15 luglio 2020, con il quale sono state fissate per i giorni 20 e 21 settembre 2020 le consultazioni per l'elezione diretta dei Sindaci e dei Consigli comunali, nonché per l'elezione dei Consigli circoscrizionali, e per i giorni 4 e 5 ottobre 2020 l'eventuale turno di ballottaggio per l'elezione diretta dei Sindaci dei Comuni;
   visto il decreto del Presidente della Regione Campania del 20 luglio 2020, n. 97, con il quale sono stati convocati per i giorni 20 e 21 settembre 2020 i comizi per l'elezione del Presidente della Giunta Regionale e per il rinnovo del Consiglio regionale della Campania;
   visto il decreto del Presidente della Regione Liguria del 23 luglio 2020, n. 4226 con il quale sono stati convocati per i giorni 20 e 21 settembre 2020 i comizi per l'elezione del Presidente della Giunta Regionale e per il rinnovo del Consiglio regionale della Liguria;
   visto il decreto del Presidente della Regione Marche del 21 luglio 2020, n. 219, con il quale sono stati convocati per i giorni 20 e 21 settembre 2020 i comizi per l'elezione del Presidente della Giunta Regionale e per il rinnovo del Consiglio regionale delle Marche;
   visto il decreto del Presidente della Regione Puglia del 3 agosto 2020, n. 324, con il quale sono stati convocati per i giorni 20 e 21 settembre 2020 i comizi per l'elezione del Presidente della Giunta Regionale e per il rinnovo del Consiglio regionale della Puglia;
   visto il decreto del Presidente della Regione Toscana del 1o agosto 2020, n. 104, con il quale sono stati convocati per i giorni 20 e 21 settembre 2020 i comizi per l'elezione del Presidente della Giunta Regionale e per il rinnovo del Consiglio regionale della Toscana, con eventuale ballottaggio per i giorni 4 e 5 ottobre 2020;
   visto il decreto del Presidente della Regione Valle d'Aosta del 20 luglio 2020, n. 296, con il quale sono stati convocati
per i giorni 20 e 21 settembre 2020 i comizi per il rinnovo del Consiglio regionale e dei consigli comunali;
   visto il decreto del Presidente della Regione Veneto del 30 luglio 2020, n. 76, con il quale sono stati convocati per i giorni 20 e 21 settembre 2020 i comizi per l'elezione del Presidente della Giunta Regionale e per il rinnovo del Consiglio regionale del Veneto;
   visto l'articolo 3 del testo unico dei servizi di media televisivi e radiofonici, approvato con decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, nonché gli atti di indirizzo approvati dalla Commissione parlamentare di indirizzo generale e vigilanza dei servizi radiotelevisivi, in particolare, il 13 febbraio e il 30 luglio 1997, nonché l'11 marzo 2003, che hanno cristallizzato i principi di tutela del pluralismo, dell'imparzialità, dell'indipendenza, dell'obiettività e dell'apertura alle diverse forze politiche nel sistema radiotelevisivo;
   considerato quanto stabilito nel suo complesso dalla legge 22 febbraio 2000, n. 28 e, in particolare, l'articolo 2, comma 1 «le emittenti radiotelevisive devono assicurare a tutti i soggetti politici con imparzialità ed equità l'accesso all'informazione e alla comunicazione politica»;
   così come stabilito dall'articolo 5, comma 2 della delibera n. 13 della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi «i notiziari diffusi dalla RAI e tutti gli altri programmi a contenuto informativo debbono garantire la presenza paritaria, coerentemente con quanto previsto dall'articolo 5 della legge n. 28 del 2000, dei soggetti politici di cui all'articolo 3 della presente delibera, uniformandosi con particolare rigore ai criteri di tutela del pluralismo, della completezza, della imparzialità, della obiettività, dell'equilibrata rappresentanza di genere e di parità di trattamento tra le diverse forze politiche, evitando di determinare, anche indirettamente, situazioni di vantaggio o svantaggio per determinate forze politiche. I direttori responsabili dei notiziari sono tenuti ad acquisire settimanalmente i dati del monitoraggio del pluralismo relativi alla testata diretta dall'istituto cui fa riferimento l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.».
   Al comma 3, la delibera, conseguentemente, dispone che «i direttori responsabili dei programmi di cui al presente articolo, nonché i loro conduttori e registi, osservano in maniera rigorosa ogni cautela volta a dare attuazione al precedente comma 2, considerando non solo le presenze e le posizioni di candidati, di esponenti politici o comunque di persone chiaramente riconducibili ai partiti e alle liste concorrenti per il ruolo che ricoprono o hanno ricoperto nelle istituzioni nell'ultimo anno, ma anche le posizioni di contenuto politico espresse da soggetti e persone non direttamente partecipanti alla competizione elettorale. Essi curano che l'organizzazione e lo svolgimento del programma, anche con riferimento ai contributi filmati, alla ricostruzione delle vicende narrate, alla composizione e al comportamento del pubblico in studio, risultino inequivocabilmente finalizzati ad assicurare il rispetto dei criteri di cui al comma 2. Essi curano inoltre che gli utenti non siano oggettivamente nella condizione di poter attribuire, in base alla conduzione del programma, specifici orientamenti politici ai conduttori o alla testata, e che, nei notiziari propriamente detti, non si determini un uso ingiustificato di riprese con presenza diretta di membri del Governo, di esponenti politici o comunque di persone chiaramente riconducibili ai partiti e alle liste concorrenti per il ruolo che ricoprono o hanno ricoperto nelle istituzioni nell'ultimo anno. Infine, essi osservano comunque in maniera particolarmente rigorosa ogni cautela atta ad evitare che si determinino situazioni di vantaggio per determinate forze politiche o determinati competitori elettorali, prestando anche la massima attenzione alla scelta degli esponenti politici invitati e alle posizioni di contenuto politico espresse dagli altri ospiti; a tal fine, deve essere garantito il contraddittorio in condizioni di effettiva parità, in
assenza del quale non possono essere trattati temi di chiara rilevanza politica ovvero che riguardino vicende o fatti personali di personaggi politici.».
   Già nell'ottobre 2019, nel corso delle consultazioni elettorali regionali in Umbria, andò in onda un servizio su Report in cui vennero citate alcune delle forze politiche in competizione, nonostante fosse in vigore la par condicio.
   La legittima libertà editoriale non può essere finalizzata al condizionamento del dibattito politico, specialmente nel periodo elettorale;
   considerata l'opportunità che l'Azienda concessionaria pubblica garantisca la più ampia informazione e conoscenza sulle consultazioni elettorali e sul quesito referendario, nel rispetto della parità di accesso all'informazione e alla comunicazione politica;
  Si chiede di sapere:
   a) quali iniziative urgenti intenda adottare l'Azienda al fine di dare concreta attuazione ai criteri del pluralismo, dell'imparzialità, dell'indipendenza, dell'obiettività e della completezza del sistema radiotelevisivo, nonché ai diritti riconosciuti ai soggetti politici, anche per i programmi di approfondimento e inchiesta;
   b) quali iniziative intendano adottare per garantire il rispetto delle norme stabilite con l'articolo 5 della delibera n. 13 della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, citate in premessa, anche per i programmi di approfondimento e inchiesta;
   c) se non ritengano necessario garantire che la messa in onda dei servizi di inchiesta che possano essere lesivi dell'immagine dei soggetti politici, sia nei programmi d'informazione che di approfondimento e inchiesta, sia successiva al periodo elettorale, così da garantire la par condicio e la libera formazione dell'opinione da parte dei cittadini. (267/1353)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto, si forniscono i seguenti elementi di riscontro.
  La Rai ha affrontato con rigore e attenzione la fase elettorale che si è appena conclusa così come confermato recentemente anche in una lettera del Presidente e dell'Amministratore Delegato della Concessionaria Pubblica al Presidente di codesta rispettabilissima Commissione Parlamentare.
  L'Azienda – in coerenza con il quadro normativo di riferimento – ha agito con la massima cura per garantire il più scrupoloso rispetto della parità di condizioni tra i vari soggetti in campo.
  In una complessa congiuntura – che ha visto chiamati alle urne cittadini per scegliere sindaci, consiglieri e presidenti di consigli regionali e anche per decidere su un referendum popolare confermativo di un testo di legge costituzionale – la Rai ha perseguito, sia all'interno dei notiziari delle testate sia nei suoi programmi informativi, l'applicazione dei principi di tutela del pluralismo, imparzialità, indipendenza, obiettività e apertura alle diverse forze politiche che si sono confrontate.
  In tale quadro è stato dunque massimo l'impegno per fornire un'informazione equilibrata e un effettivo e rigoroso rispetto del principio della parità di accesso e di trattamento tra i soggetti politici e l'equa rappresentazione di tutte le opinioni politiche, nel rispetto dell'autonomia editoriale e giornalistica e della correlazione dell'informazione ai temi dell'attualità e della cronaca politica.
  Si è anche operato perché gli utenti non fossero oggettivamente nella condizione di poter attribuire specifici orientamenti politici a conduttori, giornalisti o alle stesse testate ed è stata adottata ogni cautela perché non si determinassero situazioni di vantaggio per determinate forze politiche o competitori elettorali. Alla base dell'informazione Rai, come previsto, vi è stato il contraddittorio e la costante ricerca di un'effettiva parità tra le posizioni di contenuto politico in modo da consentire ai cittadini di formarsi liberamente un'opinione.

  TIRAMANI, BERGESIO, CAPITANIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
   Premesso che il presidente della Regione Campania risulta indagato nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Napoli con l'ipotesi di abuso e truffa, secondo quanto riportato dal quotidiano Repubblica. In particolare, quattro vigili urbani di Salerno sarebbero stati promossi in Regione a membri dello staff e agli stessi sarebbe stato assegnato il ruolo di addetti o responsabili di segreteria;
   La notizia, vista anche la concomitanza con le elezioni regionali delle prossime settimane, ha avuto ampio risalto giornalistico e mediatico anche televisivo;
   Del tutto incredibilmente l'edizione serale del Tg1 del 7 settembre 2020 si è limitata a riportare la semplice notizia dell'avvio del procedimento di indagine senza che venisse offerto al pubblico un servizio giornalistico dedicato;
   In casi analoghi, che hanno coinvolto altri Presidenti di Regione esponenti dell'opposizione, sono stati realizzati servizi compiuti ed altamente circostanziati che non hanno risparmiato dettagli familiari.
   Vista la gravità dell'episodio riportato, alla Società concessionaria
  si chiede:
   di fornire spiegazioni rispetto a quanto esposto in premessa;
   se, apprezzate le circostanze, non ritenga necessario adoperarsi affinché sia assicurata la qualità dei servizi informativi della Rai, sia pur nel rispetto della libertà editoriale, del diritto/dovere di cronaca e del pluralismo dell'informazione, affinché non siano prodotti contenuti parziali e non obiettivi. (268/1373)

  RISPOSTA. – In merito alla interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi forniti dalla testata del Tg1.
  In linea generale si ritiene opportuno evidenziare che i direttori delle testate giornalistiche hanno piena autonomia editoriale nella costruzione delle scalette dei notiziari, così come previsto dal contratto di lavoro giornalistico. La selezione e l'impaginazione delle notizie, ferma restando la responsabilità di fornire ai cittadini una informazione completa e trasparente, è pertanto frutto della sensibilità dei singoli direttori.
  In tale quadro, il Tg1 nell'edizione delle 13.30 del 7 settembre 2020 ha trasmesso un servizio sulla vicenda mentre nell'edizione delle 20.00 si è optato per un «vivo» sulla questione del procedimento di indagine a carico del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Altre testate hanno coperto in modo analogo la notizia.
  Si è infatti valutato che la vicenda, risalente ad alcuni anni fa, non ha avuto alcun seguito, fermo restando che, se ci fossero stati ulteriori sviluppi nell'indagine, la testata avrebbe dedicato più ampi spazi di approfondimento alla notizia.

  MULÈ RUGGIERI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai. – Per sapere – premesso che:
   lo scorso 12 settembre, Andrea Cangini, senatore di Forza Italia nonché animatore del Comitato promotore del referendum costituzionale e sostenitore del No per il referendum sul taglio dei parlamentari, ha denunciato una «doppia censura» da parte della Rai nei suoi confronti;
   nello specifico, il senatore ha dichiarato che nella mattina del 12 settembre gli è stato chiesto di far avere al Tg1, per l'edizione delle 13:30, un video di 15 secondi sulle ragioni del No al referendum. Il senatore Cangini invia il video di 14 secondi, ma la redazione del Tg1 ritiene che la chiosa finale («Chi non ne può più della demagogia di Di Maio vota No») non sia opportuna;
   seppur la richiesta avanzata dalla redazione del Tg1, appena riportata, rappresenti una vera e propria censura ad
opera del Tg1, il senatore modifica la frase della sua dichiarazione («Chi non ne può più della demagogia voterà no») che viene totalmente oscurata nell'edizione del Tg1 delle 13:30;
   ad avviso dell'interrogante, la vicenda appena riportata non fa altro che confermare il clima da regime anti democratico che continua ad imperversare nel Tg della rete ammiraglia e che dimostra, ancora una volta, come la Rai abbia tradito la missione di servizio pubblico;
   la garanzia della libertà e del pluralismo dei mezzi di comunicazione radiotelevisiva, l'obiettività, la completezza, la lealtà e l'imparzialità dell'informazione, ai sensi dell'articolo 3 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, sono principi fondamentali del sistema radiotelevisivo;
   a ciò si aggiunga che la delibera approvata dalla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, nella seduta del 22 luglio 2020, recante «Disposizioni in materia di comunicazione politica, tribune, messaggi autogestiti e informazione della società concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale in relazione alla campagna per il referendum popolare confermativo indetto per i giorni 20 e 21 settembre 2020» precisa all'articolo 8 che «i notiziari diffusi dalla Rai e tutti gli altri programmi a contenuto informativo o di approfondimento si conformano con particolare rigore, per quanto riguarda le materie oggetto del quesito referendario, ai criteri di tutela del pluralismo, dell'imparzialità, dell'indipendenza, della completezza, dell'obiettività e della parità di trattamento fra i diversi soggetti politici»;
   è dovere della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, anche in considerazione del referendum popolare indetto per i giorni 20 e 21 settembre 2020, fornire ai telespettatori una informazione obiettiva, completa e imparziale:
   quali iniziative di propria competenza intendano adottare i vertici Rai per fare chiarezza sulle dinamiche di redazione che, nell'episodio riportato in premessa, hanno prodotto una informazione incompleta violando i principi basilari del sistema radiotelevisivo. (270/1380)

  RISPOSTA. – In merito alla interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi forniti dalla testata del Tg1.
  In premessa si ritiene opportuno evidenziare che, sulla base delle indicazioni ricevute dall'azienda e dall'Agcom, il telegiornale ha rispettato scrupolosamente tempi ed equilibri tra i Si e i NO nei pezzi che hanno trattato il tema del referendum sul taglio al numero dei parlamentari. Inoltre, nell'ottica di perseguire la chiarezza nell'informazione e nel messaggio che veniva dato, ogni volta che gli interlocutori si sono espressi «in sonoro» sul tema del referendum, è stato richiesto loro di incentrare la dichiarazione il più possibile sul merito della questione, tenuto naturalmente conto della lettura anche politica fornita dagli stessi in merito alla consultazione.
  In tale contesto, occorre fare una precisazione relativa al pezzo del 12 settembre oggetto della presente interrogazione. Dato che la campagna dei banchetti del Votasi day organizzata dal movimento Cinque Stelle era una delle notizie politiche di giornata, il pezzo si apriva con questo passaggio e con il sonoro dell'onorevole di Maio a sostegno del SI. Seguivano le ragioni dei sostenitori del NO al referendum e la posizione dell'onorevole Cangini, che terminava con una valutazione sull'operato di Di Maio.
  A garanzia sostanziale di equilibrio e pluralismo, è prassi consolidata che se un intervistato attacca la persona intervenuta subito prima di lui, si cerchi la replica per evitare qualsiasi suggestione di gogna mediatica. Nel caso in questione la replica, seppure necessaria, avrebbe però nuovamente squilibrato il pezzo. Pertanto, è stato contattato l'ufficio stampa di Forza Italia (con cui sono stati tenuti continui e costanti
contatti), a cui è stata chiesta formalmente una dichiarazione dell'onorevole Cangini che fosse centrata sul merito del referendum, così come il sonoro di chi lo precedeva. In pieno spirito di collaborazione il nuovo sonoro è arrivato, ma essendo più lungo nella durata del sonoro a favore del SI, è stato accorciato, taglio che è stato anticipato all'ufficio stampa di Forza Italia sempre in maniera formale.
  In conclusione, si riporta il comunicato del cdr del Tg1 a seguito delle dichiarazioni dell'onorevole Cangini sul Tg1:
  Referendum: cdr Tg1, nessuna censura, no a intimidazioni (ANSA) – ROMA, 12 SET – Il comitato di redazione del Tg1 «respinge con fermezza qualunque tentativo di censura e intimidazione da parte di chicchessia. Oggi nello spazio dedicato al referendum, il Tg1 ha semplicemente seguito con scrupolo la prassi e le regole che vengono imposte in questa fase dall'Agcom. Esistono prove documentali che dimostrano la totale correttezza e trasparenza della redazione politica del Tg1 e della direzione della testata». Lo scrive in una nota il cdr della testata, replicando alle accuse di «censura» sollevate in particolare da esponenti di Forza Italia. «Il cdr è pronto a rispettare anche le critiche più severe, ma non può accettare le minacce e le aggressioni verbali di qualsiasi provenienza», conclude la nota. (ANSA).