I Commissione

Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni

Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)

Commissione I (Affari costituzionali)

Comm. I

Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
SOMMARIO
Mercoledì 22 luglio 2020

SEDE CONSULTIVA:

Variazione nella composizione della Commissione ... 4

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2019. C. 2572 Governo.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020. C. 2573 Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2020 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2020. (Relazioni alla V Commissione) (Seguito esame congiunto e rinvio) ... 4

Programma Nazionale di Riforma per l'anno 2020, di cui alla III Sezione del Documento di economia e finanza 2020. Doc. LVII, n. 3 – Sezione III e Allegati (Parere alla V Commissione) (Esame e rinvio) ... 5

ALLEGATO (Proposte di relazione formulate dal Relatore) ... 14

I Commissione - Resoconto di mercoledì 22 luglio 2020

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 22 luglio 2020.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.10 alle 13.30.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 22 luglio 2020. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA.

  La seduta comincia alle 13.30.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, comunica che entra a far parte della Commissione il deputato Alessandro Colucci, per il gruppo Misto.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2019.
C. 2572 Governo.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020.
C. 2573 Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2020 (limitatamente alle parti di competenza).

Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2020.
(Relazioni alla V Commissione).
(Seguito esame congiunto e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, rinviato, da ultimo, nella seduta del 21 luglio 2020.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che non sono pervenuti emendamenti sulle parti di competenza della Commissione del disegno di legge C. 2573, recante «Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020».

  Stefano CECCANTI (PD), relatore, formula due proposte di relazione favorevole sui provvedimenti in esame (vedi allegato).

  Giuseppe BRESCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad una seduta che sarà convocata per la giornata di domani, nella quale si procederà a porre in votazione le proposte di relazione formulate dal relatore.

Programma Nazionale di Riforma per l'anno 2020, di cui alla III Sezione del Documento di economia e finanza 2020.
Doc. LVII, n. 3 – Sezione III e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice, rileva come la Commissione sia chiamata a esaminare, in sede consultiva, ai fini del parere alla Commissione Bilancio, il Programma Nazionale di Riforma per l'anno 2020, di cui alla III Sezione del Documento di economia e finanza 2020 (Doc. LVII, n. 3 – Sezione III e Allegati).
  Segnala innanzitutto come lo schema del Programma Nazionale di riforma (PNR), che costituisce la sezione III del Documento di economia e finanza (DEF), sia solitamente presentato contestualmente al Programma di stabilità (sezione I del DEF) e al documento recante l'analisi e le tendenze della finanza pubblica (sezione II del DEF).
  Secondo quanto dispone l'articolo 7 della legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009), il DEF deve essere presentato al Parlamento, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, entro il 10 aprile di ciascun anno, al fine di consentire alle Camere di esprimersi sugli obiettivi programmatici di politica economica in tempo utile per l'invio al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, entro il successivo 30 aprile, del Programma di stabilità e del Programma Nazionale di Riforma (PNR).
  Il Programma di stabilità e il PNR si inquadrano al centro del processo di coordinamento ex ante delle politiche economiche degli Stati membri dell'UE – il Semestre europeo.
  Quest'anno, per effetto della crisi sanitaria ed economica conseguente alla pandemia da Covid-19, il PNR viene presentato successivamente all'approvazione delle risoluzioni sulle sezioni I e II del DEF 2020 (Risoluzione n. 6/00108 della Camera dei deputati e Risoluzione n. 6/00108 del Senato), trasmesse al Parlamento il 24 aprile scorso.
  Il Governo motiva tale scelta con la necessità di:
   concentrarsi prioritariamente sulle misure di sostegno alle famiglie e alle imprese e sulle conseguenti necessità finanziarie;
   avere una visione più ampia sull'evoluzione dell'epidemia in Italia e sulla successiva «fase due» di graduale riapertura dell'economia;
   attendere l'esito dei lavori dell'UE in merito alla risposta alla pandemia, da cui dipenderanno alcuni dei programmi del Governo;
   rapportare i programmi del Governo e le iniziative di riforma non solo alle Raccomandazioni specifiche approvate nel 2019 ma anche alla proposta della Commissione europea per le Raccomandazioni 2020.

  Il PNR contiene gli elementi e le informazioni previsti dai regolamenti dell'Unione europea e dalle specifiche linee guida, e in particolare, come dettato dalla legge di contabilità e finanza pubblica (articolo 10, comma 5):
   lo stato di avanzamento delle riforme avviate, con indicazione dell'eventuale scostamento tra i risultati previsti e quelli conseguiti;
   gli squilibri macroeconomici nazionali e i fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività;
   le priorità del Paese, con le principali riforme da attuare, i tempi previsti per la loro attuazione e la compatibilità con gli obiettivi programmatici indicati nel Programma di stabilità;
   i prevedibili effetti delle riforme proposte in termini di crescita dell'economia, di rafforzamento della competitività del sistema economico e di aumento dell'occupazione.

  Sulla base di quanto prevedono sia alcune norme della legge di contabilità, sia ulteriori disposizioni, in occasione della presentazione del PNR 2020 sono stati altresì presentati i seguenti allegati al DEF 2020:
   il Rapporto sullo stato di attuazione della riforma della contabilità e finanza pubblica, previsto dall'articolo 3 della legge di contabilità e finanza pubblica (Doc. LVII, n. 3 – Allegato I);
   la Relazione sugli interventi nelle aree sottoutilizzate, previsto dall'articolo 10, comma 7, della legge di contabilità e finanza pubblica e dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 88 del 2011 (Doc. LVII, n. 3 – Allegato II);
   il documento «Italia veloce. L'Italia resiliente progetta il futuro: nuove strategie per trasporti, logistica e infrastrutture» (Doc. LVII, n. 3 – Allegato III);
   la Relazione sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra (cosiddetto «allegato Kyoto»), di cui all'articolo 10, comma 9, della legge di contabilità e finanza pubblica (Doc. LVII, n. 3 – Allegato IV);
   il documento sulle spese dello Stato nelle regioni e nelle province autonome, previsto dall'articolo 10, comma 10, della legge di contabilità e finanza pubblica (Doc. LVII, n. 3 – Allegato V);
   il documento sugli indicatori di benessere equo e sostenibile, previsto dall'articolo 10, comma 10-bis, della legge di contabilità e finanza pubblica (Doc. LVII, n. 3 – Allegato VI);
   la Relazione sui fabbisogni annuali di beni e servizi della pubblica amministrazione e sui risparmi conseguiti con il sistema delle convenzioni Consip, riguardante l'applicazione delle misure di cui all'articolo 2, commi 569-574, della Legge finanziaria 2008 (legge n. 244 del 2007) e la stima dei risparmi conseguiti, ai sensi del comma 576 del medesimo articolo 2 (Doc. LVII, n. 3 – Allegato VII).

  Passando a sintetizzare i contenuti del PNR afferenti agli ambiti di competenza della I Commissione, tra gli interventi previsti nell'area prioritaria 4 del Programma nazionale di riforma 2020 vi sono specifiche iniziative in materia di autonomia differenziata e di deflazione del contenzioso costituzionale, che – anche in considerazione della collocazione nel documento – parrebbero diretti a dare attuazione alle raccomandazioni del Consiglio europeo relative all'incremento di efficienza della pubblica amministrazione.
  In particolare, la Raccomandazione n. 3 del Consiglio europeo del 2 luglio 2019 invitava l'Italia a «migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione, in particolare [..] aumentando l'efficienza e
la qualità dei servizi pubblici locali». La Raccomandazione n. 4 del Consiglio europeo del 20 maggio scorso invitava, più in generale, a «migliorare [..] il funzionamento della pubblica amministrazione».
  Con riguardo all'autonomia differenziata, il documento del Governo, nel confermare implicitamente l'intendimento di proseguire nel processo di attribuzione di forme e condizioni ulteriori di autonomia alle regioni a statuto ordinario (in attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione), afferma che si opererà con la definizione preliminare dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (LEP) nelle materie oggetto di autonomia.
  In proposito, la fattiva sinergia fra Stato e autonomie territoriali nella gestione della recente emergenza sanitaria, basata sui princìpi di sussidiarietà, adeguatezza e leale collaborazione ha evidenziato, a giudizio del Governo, proprio l'importanza di definire i LEP che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale e in modo uniforme.
  L'attuazione del processo di autonomia differenziata proseguirà, negli intendimenti dell'Esecutivo, in parallelo con la definizione di strumenti perequativi, inclusi quelli di carattere infrastrutturale, con l'obiettivo di ridurre il divario tra il Nord e il Sud del Paese, in attuazione dei princìpi di coesione e di solidarietà nazionale.
  In tema di perequazione strutturale, occorre ricordare l'incompleta attuazione dell'articolo 119, quinto comma, della Costituzione, e in particolare dell'ambizioso progetto di operare una ricognizione delle infrastrutture del Paese sulla base della quale impostare un programma di interventi mirati ad assorbire o quanto meno ridurre i divari territoriali.
  I richiamati impegni assunti dal Governo nel documento erano stati peraltro già anticipati dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie in sede di audizione presso la Commissione bicamerale per le questioni regionali e la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. In quelle occasioni il Ministro ha preannunciato l'intenzione di presentare un disegno di legge di attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, in cui si preveda, fra l'altro la determinazione, nelle materie oggetto di attribuzione, dei LEP o degli obiettivi di servizio uniformi su tutto il territorio nazionale e dei fabbisogni standard nonché la ricognizione – per le sole finalità del provvedimento – della dotazione infrastrutturale riferita alle reti stradali, autostradali, ferroviarie e di comunicazione, nonché alle strutture portuali e aeroportuali da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministero dello sviluppo economico (con successiva trasmissione della stessa al Presidente del Consiglio dei ministri).
  Nell'ambito di un più generale interesse a potenziare gli investimenti strutturali nel Paese, e in particolare i progetti di interesse nazionale, il Governo segnala altresì l'obiettivo di contrastare «quei vincoli e colli di bottiglia che ne hanno limitato e ritardato l'effettiva realizzazione nel passato», attraverso un rafforzamento della sinergia fra lo Stato e le autonomie territoriali, con particolare riferimento agli ambiti di competenza concorrente.
  Un ulteriore impegno che il Governo si assume nel documento è quello di «proseguire nella definizione di iniziative (normative o concertative)» dirette al fine di ridurre il contenzioso fra lo Stato, le regioni e le province autonome, «anche mediante l'introduzione di strumenti normativi di conciliazione e prevenzione dei conflitti».
  Anche tale impegno è in sintonia con quanto affermato dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie, nel corso della richiamata audizione presso la Commissione parlamentare per le questioni regionali, circa l'esigenza di predisporre misure deflattive del contenzioso costituzionale. In quell'occasione, il Ministro ha richiamato l'attenzione del Parlamento sull'ampiezza del contenzioso costituzionale, rilevando che nel periodo 2015-2019 le impugnative statali di leggi delle regioni e delle province autonome hanno interessato il 9,7 per cento del totale delle leggi
approvate e che si trattava di ricorsi nella maggior parte dei casi fondati, come testimoniamo le decisioni della Corte costituzionale.
  Occorre peraltro precisare che le impugnative tra Stato e autonomie territoriali rappresentano un fenomeno cresciuto in modo rilevante nell'ultimo anno: nella relazione sull'attività della Corte costituzionale nel 2019, si afferma che «i ricorsi di Stato, Regioni, Province autonome sono notevolmente aumentati, passando dagli 87 del 2018 (92 nel 2017) ai 117 del 2019».
  In tale relazione viene evidenziata peraltro un'ulteriore criticità, legata al ritardo con cui talvolta Stato e regioni danno attuazione al principio di leale collaborazione e viene sollecitata l'opportunità di individuare meccanismi di conciliazione in una fase che preceda (l'entrata in vigore degli atti legislativi, o quanto meno preceda) le impugnative. Molti giudizi di legittimità in via principale, si osserva, si risolvono con la cessazione della materia del contendere o con l'estinzione del giudizio a seguito di modifiche della normativa impugnata in pendenza del giudizio (nel senso indicato dal ricorrente), spesso grazie ad una collaborazione, successiva all'impugnativa, fra lo Stato e le autonomie. La relazione stigmatizza, in proposito, la circostanza che «il giudizio davanti alla Corte finisca per essere utilizzato come uno strumento di pressione in vista di ulteriori valutazioni ed eventuali accordi, con un inutile cospicuo investimento di tempo, energie e risorse da parte della Corte».
  Nel settore della pubblica amministrazione, il Programma nazionale di riforma 2020 individua nell'area 4 le priorità di azione finalizzate a rispondere alle Raccomandazioni del Consiglio europeo, nonché a influenzare positivamente il posizionamento dell'Italia rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile di Agenda 2030.
  Con riferimento alle semplificazioni e alla capacità amministrativa, la Raccomandazione n. 3 del Consiglio europeo per il 2019 – riprendendo sostanzialmente quanto già previsto nelle omologhe Raccomandazioni per il 2017 e 2018 – invitava l'Italia a migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione, in particolare investendo nelle competenze dei dipendenti pubblici, accelerando la digitalizzazione e aumentando l'efficienza e la qualità dei servizi pubblici locali.
  Nelle Raccomandazioni specifiche all'Italia il Consiglio europeo, del 20 maggio 2020, dopo aver sottolineato che:
   un'amministrazione pubblica efficace è cruciale per garantire che le misure adottate per affrontare l'emergenza e sostenere la ripresa economica non siano rallentate nella loro attuazione,
   tra le carenze figurano la lunghezza delle procedure, il basso livello di digitalizzazione e la scarsa capacità amministrativa.
   per aumentare la capacità della pubblica amministrazione di rispondere alle esigenze delle imprese occorre migliorare e semplificare le normative settoriali, rimuovendo nel contempo gli ostacoli alla concorrenza.

  Invita l'Italia ad adottare provvedimenti, nel 2020 e nel 2021, volti a «migliorare il funzionamento della pubblica amministrazione».
  Con riguardo all'individuazione delle aree prioritarie di intervento, il Governo nel PNR 2020 individua la semplificazione amministrativa e normativa «come fulcro del rilancio della macchina amministrativa».
  Si preannuncia la predisposizione di un pacchetto di azioni rapide in materia, «senza mettere in piedi un ampio testo di riforma, ma realizzando un'agenda per la semplificazione che raccolga e faccia tesoro delle esperienze positive e delle best practice nazionali e internazionali in collaborazione con gli stakeholder, le Regioni e gli Enti Locali». L'Agenda deve fondarsi su una logica di risultato (attuazione verificata in «tempo reale» sul rispetto dei termini e della riduzione degli oneri e dei tempi effettivamente percepita da cittadini e imprese).

  Con riferimento alle azioni annunciate nel decreto-legge cosiddetto semplificazioni (decreto-legge n. 76 del 2020), il cui disegno di legge di conversione è attualmente all'esame del Senato, si prevede l'adozione di una nuova Agenda per la semplificazione per il periodo 2020-2023 concernente le linee di indirizzo e il programma di interventi di semplificazione per la ripresa a seguito dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, condivisi tra Stato, regioni, province autonome e autonomie locali, nonché il cronoprogramma per la loro attuazione (articolo 15).
  L'Agenda deve essere adottata entro il 30 settembre 2020 con le modalità già stabilite dall'articolo 24 del decreto – legge n. 90 del 2014, ossia deve essere approvata dal Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione e previa intesa in sede di Conferenza unificata. Restano ferme le ulteriori modalità di attuazione e monitoraggio dell'Agenda che non sono oggetto di esplicita modifica.
  Il Governo inoltre dichiara nel PNR che seguiranno interventi per lo snellimento delle procedure autorizzative e di controllo nei settori nei quali è più avvertito dai cittadini e dalle imprese l'eccessivo carico di oneri normativi e burocratici.
  Anche su questo punto interviene il recente decreto semplificazioni che prescrive il completamento della ricognizione dei procedimenti amministrativi da parte dello Stato, le Regioni e le autonomie locali, finalizzata ad individuare i diversi regimi applicabili e ad applicare ulteriori misure di semplificazione (articolo 15). Inoltre, al fine di disincentivare l'introduzione di nuovi oneri regolatori, si dispone che, qualora gli atti normativi statali introducano un nuovo onere che non trova compensazione con una riduzione di oneri di pari valore, tale onere è qualificato come onere fiscalmente detraibile.
  Ancora in tema di semplificazione, ulteriori misure dovranno essere adottate a livello amministrativo per intensificare l'applicazione del principio once only da ultimo richiamato nel decreto-legge n. 34 del 2020, annunciando a tale fine l'eventuale ricorso ai poteri sostitutivi nei confronti delle amministrazioni inadempienti.
  Il Governo riporta altresì l'intenzione di intervenire per una riforma della comunicazione e informazione delle pubbliche amministrazioni, considerate strategiche al pari della trasparenza. Le linee di riforma valorizzeranno la gestione dell'immagine della PA nella relazione con cittadini e stakeholders utilizzando le nuove piattaforme digitali: nel PNR si richiama su questi temi la costituzione di un gruppo di lavoro.
  Tra le ulteriori linee di riforma, in tema di valutazione, l'Esecutivo intende proseguire nel percorso di valorizzazione della performance organizzativa delle pubbliche amministrazioni e, in tale direzione, annuncia una iniziativa normativa per accrescere l'indipendenza degli Organismi indipendenti di valutazione (OIV).
  Con riferimento alla semplificazione normativa, nel PNR si evidenza come l'inflazione normativa rappresenta un intralcio alla competitività del Paese e verrà quindi avviata una fase di riordino e di codificazione per riuscire a semplificare quella normativa che oggi risulta sovrapposta e frammentata. Viene preannunciata l'intenzione di partire dalla normativa sull'anticorruzione e la trasparenza per la quale è stata già istituita una commissione ad hoc di esperti.
  Attraverso il bilancio degli oneri inoltre, il Governo intende migliorare la valutazione dell'impatto della regolamentazione, dato che, spesso, persino le procedure di semplificazione si sono tradotte in maggiori oneri. In questo ambito rientra anche il lancio di strumenti come la piattaforma «ParteciPÀ» e del portale unico delle consultazioni (consultazioni.gov.it), necessari non solo per raccogliere informazioni ed elementi conoscitivi, ma anche per valutare gli effetti ex post delle decisioni già adottate.
  Per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro nelle pubbliche amministrazioni, in considerazione della riduzione (pari al 5,6 per cento) del numero dei dipendenti pubblici causata dal blocco del turnover nel periodo 2008-2017, il Programma
dà conto dell'impegno del Governo nella prosecuzione del piano di ringiovanimento del personale pubblico, mediante assunzioni mirate soprattutto a colmare le lacune in ambiti tecnologici e specialistici. A tale proposito, il Governo è impegnato nell'aggiornamento e ammodernamento delle procedure concorsuali e nell'adozione di procedure più snelle e veloci, anche attraverso l'implementazione di un supporto tecnologico dedicato (Portale del reclutamento). In relazione ai suddetti impegni, il Governo manifesta anche l'intenzione di procedere ad un piano di assunzioni da realizzare tramite un sistema di profilazione orientato alle competenze, soprattutto trasversali e digitali.
  Tra gli impegni enunciati dal Governo vi è anche quello volto alla promozione del ricorso allo smart working, che permette di focalizzarsi sulla produttività per obiettivi e di meglio conciliare i tempi di lavoro e quelli della vita privata.
  Con riferimento all'innovazione e alla digitalizzazione della PA, il Piano nazionale di riforma 2020 la include nell'area prioritaria 4, individuando le misure necessarie per rispondere alle Raccomandazioni in materia trasmesse dal Consiglio europeo e attuare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La Commissione Europea, nella Relazione per Paese relativa all'Italia 2020 (cosiddetto Country Report) del febbraio 2020 ha preso atto che si sono verificati alcuni progressi nell'aumentare l'efficienza e la digitalizzazione della pubblica amministrazione.
  Per quanto riguarda in modo specifico l'attuazione della succitata Raccomandazione n. 3 del 2019, la Commissione registra alcuni progressi nel miglioramento del livello di efficacia e digitalizzazione della pubblica amministrazione (decreto – legge concretezza, disegno di legge sull'occupazione nel settore pubblico, creazione del ministero dell'innovazione e della digitalizzazione, avvio dell'applicazione IO, ecc.).
  Il Report si sofferma in modo particolare sulla digitalizzazione dei servizi pubblici, riconoscendo che l'Italia «sta lentamente migliorando la sua performance nell'offerta di servizi pubblici digitali per i cittadini e le imprese. Nel 2019, tuttavia, il grado di interazione online tra autorità pubbliche e cittadini era ancora limitato: in Italia solo il 32,3 per cento degli utenti di internet ha optato per moduli e procedure online (media UE: 67,3 per cento)». Secondo il Report l'istituzione di un Ministro senza portafoglio per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione «potrebbe sostenere la digitalizzazione, assicurando un migliore coordinamento della trasformazione digitale della pubblica amministrazione, in particolare a livello locale. Inoltre, nel 2020 il governo lancerà la app per smartphone «IO.it», che consentirà di rendere facilmente accessibili alcuni servizi pubblici, sia a livello nazionale che locale, tramite dispositivi mobili, aumentandone così l'utilizzo. Per essere efficace, dovrà essere rapidamente estesa ad altri servizi, in modo da fungere da vero e proprio punto di accesso. Infine, l'adozione nel marzo 2019 del nuovo piano triennale per l'informatica nella pubblica amministrazione 2019-2021 rappresenta un altro importante sviluppo».
  Nelle Raccomandazioni specifiche all'Italia il Consiglio europeo del 20 maggio 2020, invita l'Italia ad adottare provvedimenti, nel 2020 e nel 2021, volti a realizzare «un'infrastruttura digitale rafforzata per garantire la fornitura di servizi essenziali» (Raccomandazione n. 3) e a «migliorare [...] il funzionamento della pubblica amministrazione» (Raccomandazione n. 4).
  Al riguardo il Governo nel PNR 2020 sottolinea in primo luogo che il Piano di Rilancio e, al suo interno, il Recovery Plan, si baseranno su un incremento della spesa, tra cui quella per l'innovazione e la digitalizzazione perché la modernizzazione del Paese passa anzitutto attraverso una pubblica amministrazione efficiente, digitalizzata, ben organizzata e sburocratizzata, veramente al servizio del cittadino e costituisce una delle tre linee strategiche attorno a cui è costruito il Piano di rilancio (assieme a transizione ecologica e
Inclusione sociale e territoriale, parità di genere). Le politiche strutturali con le quali Governo si impegna ad agire su innovazione e digitalizzazione della PA sono invece finalizzate a superare la frammentazione degli interventi, le duplicazioni e la scarsa interoperabilità.
  Il Governo rileva, inoltre, come il volano per la creazione di una pubblica amministrazione connessa con cittadini e imprese sia costituito dal Piano Italia 2025. Strategia per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese, presentato nel dicembre 2019 dal Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione.
  La strategia di innovazione è articolata in tre «sfide» principali, mutuate dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite che sono la digitalizzazione della società, l'innovazione del Paese e lo sviluppo sostenibile ed etico della società nel suo complesso.
  Il Piano prevede la realizzazione delle tre sfide attraverso 20 azioni chiave per trasformare il Paese, che vanno dalla identità digitale, all’open innovation nella Pubblica Amministrazione, al procurement per l'innovazione, all'intelligenza artificiale al servizio dello Stato anche nella gestione di beni demaniali.
  Il Governo ha già modificato la governance della digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni: le competenze del Team per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri sono state trasferite al Presidente del Consiglio, che ha, a sua volta, delegato il Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione.
  Al fine di rilanciare la semplificazione mediante il rafforzamento dell'utilizzo delle tecnologie digitali per l'accesso ai servizi delle Pubbliche Amministrazioni, il Governo intende potenziare l'offerta di servizi in rete e il sistema di identità digitale anche attraverso la promozione dell'uso delle stesse ai fini dell'identificazione degli utenti, consentendo l'accesso ai servizi on line previa identificazione attraverso il sistema SPID e la Carta di Identità Elettronica (CIE).
  Per implementare l'interazione tra cittadino e pubblica amministrazione il Governo ha poi lanciato il progetto relativo all'applicazione ’io.italia.it’ (Progetto IO) che consentirà al cittadino di ricevere messaggi, documenti e notifiche delle scadenze, chiedere informazioni e certificati, impostare le proprie preferenze e pagare la Pubblica Amministrazione.
  Parimenti, la piattaforma unica nazionale, incardinata nella Presidenza del Consiglio, servirà a garantire a tutte le Pubbliche Amministrazioni di accedere ai dati detenuti da altre amministrazioni ed evitare quindi di dover chiedere al cittadino la stessa informazione o il medesimo dato già richiesto e detenuto (secondo la logica once only).
  Nel contempo, si intende affidare al Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, d'intesa con l'AgID e la Conferenza Unificata, il compito di adottare linee guida di condotta tecnologica per le Amministrazioni, al fine di garantire il coordinamento informativo statistico e informatico dei dati e dei servizi digitali dell'Amministrazione Statale, Regionale e Locale.
  Alcune delle misure indicate dal Governo nel PNR hanno trovato traduzione normativa con il decreto-legge semplificazioni (decreto-legge n. 76 del 2020), recante misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale.
  Un primo gruppo di misure riguarda il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini al fine di semplificare l'accesso ai servizi digitali delle pubbliche amministrazioni:
  Tra i principali interventi ricorda:
   l'estensione della possibilità per i cittadini di fruire dei servizi attraverso la propria identità digitale, ampliandola a quelli erogati dai concessionari di pubblici servizi e dalle società a controllo pubblico, precisando che l'accesso al domicilio digitale avvenga tramite dispositivi mobili anche attraverso l'applicazione AppIO;
   il domicilio digitale per i professionisti, anche non iscritti ad albi;

   la semplificazione e il rafforzamento del domicilio digitale per i cittadini;
   l'obbligo per le p.a; di utilizzare esclusivamente il Sistema pubblico di identità digitale – SPID e la Carta di identità – CIE per l'accesso dei cittadini ai propri servizi on line;
   la previsione che la verifica dell'identità digitale di un livello di sicurezza «almeno significativo» equivale alla esibizione del documento di identità per l'accesso ai servizi o nelle transazioni elettroniche;
   la presentazione di autocertificazioni, istanze e dichiarazioni direttamente da cellulare tramite AppIO;
   la piena operatività della piattaforma pagoPA;
   la semplificazione delle modalità di rilascio della CIE;
   la semplificazione della disciplina della conservazione dei documenti informatici;
   l'adesione dei gestori dell'identità digitale al sistema SCIPAFI (Sistema centralizzato informatico di prevenzione amministrativa del furto di identità);
   una piattaforma unica di notifica digitale di tutti gli atti della PA e via PEC degli atti giudiziari;
   la semplificazione del rilascio della firma elettronica avanzata anche ai fini dell'accesso ai servizi bancari;
   il sostegno per l'accesso delle persone con disabilità agli strumenti informatici;
   la semplificazione della disciplina anagrafica.

  Un secondo gruppo di disposizioni investe le modalità organizzative interne delle pubbliche amministrazioni al fine di implementare il loro grado di innovazione digitale.
  In particolare, si prevede, tra l'altro:
   la diffusione del lavoro agile (cosiddetto smart working) nella pubblica amministrazione;
   il trasferimento della funzione di coordinamento informatico dell'amministrazione statale, regionale e locale dall'AGID alla Presidenza del Consiglio, cui spetta anche il compito di assicurare adeguati livelli di sicurezza informatica;
   la semplificazione di alcune procedure relative alla sicurezza cibernetica;
   l'istituzione presso il Dipartimento per le politiche del personale dell'amministrazione civile e per le risorse finanziarie del Ministero dell'interno di una Direzione centrale per l'innovazione tecnologica con il compito di assicurare l'innovazione tecnologica del medesimo Ministero e delle prefetture;
   l'esclusione di SOGEI spa dell'obbligo di avvalersi di CONSIP per l'acquisizione dei beni e dei servizi funzionali alla realizzazione di progetti ad alto contenuto innovativo.

  Un terzo gruppo di disposizioni reca interventi in materia di patrimonio informativo pubblico, riconducendolo ad una piattaforma unica nazionale, in capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri, anche per garantire alle pubbliche amministrazioni di consultare e accedere ai dati detenuti da altre amministrazioni ed evitare quindi di dover chiedere al cittadino la stessa informazione o il medesimo dato già richiesto e detenuto (secondo la logica once only).
  Infine, un ultimo gruppo di disposizioni introduce misure per l'innovazione, volte a semplificare e favorire le iniziative innovative e, in particolare misura, le sperimentazioni mediante l'impiego delle tecnologie.
  Si riserva quindi di formulare una proposta di parere che potrà essere posto in votazione nella seduta di domani.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già prevista per la giornata di domani.

  La seduta termina alle 13.40.

I Commissione - mercoledì 22 luglio 2020

ALLEGATO

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2019. C. 2572 Governo.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020. C. 2573 Governo.

Tabella n. 2: stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2020 (limitatamente alle parti di competenza.

Tabella n. 8: stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2020.

PROPOSTE DI RELAZIONE FORMULATE DAL RELATORE

  La I Commissione,
   esaminato, per le parti di propria competenza, il disegno di legge C. 2572, recante «Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2019»;
   evidenziato come, per effetto delle variazioni intervenute nel corso della gestione, gli stanziamenti definitivi di competenza relativi al Ministero dell'interno ammontino a complessivi 28.160,5 milioni di euro, con una variazione in aumento del 13 per cento circa rispetto alle previsioni iniziali (+ 3,1 miliardi);
   segnalato come l'incremento della spesa rispetto agli stanziamenti iniziali sia ascrivibile all'attribuzione di ulteriori risorse in corso di esercizio alle quattro missioni principali, riguardando, in via principale, la missione 3, Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali (passata da 11,2 a 13,3 miliardi di euro) e la missione 8, Soccorso civile (passata da 2,3 a 2,55 miliardi);
   rilevato come la Corte dei Conti, nella Relazione sul Rendiconto generale dello Stato 2018, evidenzi in proposito che, in termini generali, i risultati di competenza 2019 risultano in linea con il 2018, con impegni al 94,7 per cento (97,6 nel 2018) e un sostanziale miglioramento nella gestione in conto capitale;
   evidenziato come i residui risultino in aumento rispetto all'esercizio 2018 e come, secondo la Corte dei conti, l'incremento dei residui finali sia determinato in prevalenza, non solo dalla prevalenza dei residui di stanziamento, ma anche dati risultati della predetta missione 3, dove è rilevante il peso dei Fondi e dei contributi agli investimenti o per la messa in sicurezza del territorio;
   segnalato come la Corte dei Conti abbia evidenziato l'aumento rispetto al 2018 dei debiti fuori bilancio, da attribuire prevalentemente al Dipartimento delle politiche del personale e al Dipartimento della pubblica sicurezza;
   rilevato, in merito allo stato di previsione del Ministero dell'interno (Tabella 8), un incremento del costo del personale, in particolare delle retribuzioni, tra il 2018 e il 2019, conseguente all'applicazione dei provvedimenti di rinnovo contrattuale e di riordino delle carriere per i contratti relativi al Corpo nazionale dei vigili del fuoco e alla Polizia di Stato, che hanno
anche effettuato nuove assunzioni nell'anno 2019; un decremento rispetto all'anno precedente di circa 205 milioni di euro di costi per acquisto di servizi e utilizzo di beni di terzi, riscontrabile in tutte le voci con particolare evidenza per «Noleggi, locazioni e leasing», per la «Locazione immobili» e «Utenze e canoni – Telefonia fissa» e «Altri canoni», attribuibili principalmente al Dipartimento della pubblica sicurezza; un aumento degli ammortamenti, rispetto al consuntivo 2018, in particolare per l'acquisto di «Impianti e attrezzature», «Mezzi di trasporto aerei» e «Automezzi ad uso specifico»;
   rilevato, con riferimento alla Missione 2, Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali (numerata Missione 3 nel bilancio dello Stato e condivisa con il Ministero dell'economia e delle finanze), come la Corte dei Conti, nella Relazione sul Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2019, sottolinei come la missione mostra ottime percentuali nei rapporti fra stanziato, impegnato e pagato di competenza, soprattutto in ragione della presenza quasi esclusiva di spese correnti per trasferimenti, nonché un aumento dello stock di residui;
   segnalato altresì, sempre per la Missione 2, come, con riferimento al programma 10, relativo alle risorse finanziarie da attribuire agli enti locali, si registri un incremento di oltre 1,9 miliardi di euro dell'ammontare complessivo dei trasferimenti erariali 2019 in favore degli enti locali rispetto agli stanziamenti iniziali;
   rilevato, sempre nell'ambito dello stato di previsione del Ministero dell'interno, con riferimento alla Missione 3, Ordine pubblico e sicurezza (numerata Missione 7 nel bilancio dello Stato), come la Corte dei Conti sottolinei le buone percentuali nei rapporti tra stanziamenti, impegni e pagamenti, mentre rileva minor efficienza nella gestione dei residui, il cui ammontare complessivo risulta in aumento rispetto all'esercizio precedente;
   evidenziato, con riferimento alla Missione 5, Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti (numerata Missione 27 nel bilancio dello Stato), a cui è riconducibile la maggior parte della spesa per il sistema di accoglienza dei migranti, il decremento delle risorse della Missione per oltre 850 milioni di euro rispetto al 2018 (che aveva stanziamenti finali pari a 3,3 miliardi), determinato, secondo quanto indicato dalla Corte dei Conti, dalla riduzione dei costi sostenuti per l'accoglienza dei richiedenti asilo, non solo in ragione della diminuzione del numero delle presenze nei centri, in dipendenza del trend di graduale diminuzione del flusso migratorio e delle misure introdotte con il decreto – legge n. 113 del 2018, ma anche per effetto di nuovi affidamenti avvenuti sulla base del vigente schema di capitolato e delle rinegoziazioni con riduzione del prezzo poste in essere da talune prefetture;
   rilevato il lieve aumento del peso finanziario della Missione 4, relativa al Soccorso civile (numerata Missione 8 nel bilancio dello Stato), rispetto alla quale la Corte dei conti ha rilevato che la gestione dei due programmi, in capo al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, mostra ottime percentuali nei rapporti tra stanziato, impegnato e pagato di competenza, nonché il miglioramento rispetto al 2018 della gestione dei residui, che sono in sensibile decremento;
   rilevato, con riferimento ai profili dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella 2) relativi agli ambiti di competenza della I Commissione, come, nell'ambito della Missione 17, Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del Consiglio dei ministri (1), il programma 17.1, relativo agli Organi costituzionali (1.1), esponga un ammontare di pagamenti in conto competenza e di impegni presi nel 2019 pressoché in linea con gli stanziamenti iniziali e definitivi;
   rilevato, ancora nell'ambito della Missione 17, per quanto riguarda i trasferimenti per il funzionamento della Presidenza del Consiglio dei ministri e per le celebrazioni ed eventi a carattere nazionale,
oggetto del programma 17.2 (1.3), come gli stanziamenti definitivi risultino pari a 620,7 milioni, superiori agli stanziamenti iniziali (pari a circa 543,9 milioni) per effetto di variazioni dovute a provvedimenti normativi intervenuti in corso d'anno;
   segnalato altresì, sempre nell'ambito dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, come nella Missione 5, Ordine pubblico e sicurezza (7) , programma 5.2 Sicurezza democratica (7.4), il capitolo 1670, relativo alle spese di organizzazione e funzionamento del sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, registri una variazione in corso di esercizio di 20 milioni.

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

  La I Commissione,
   esaminato, per le parti di propria competenza, il disegno di legge C. 2573, recante «Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020»;
   considerate, in particolare, la Tabella n. 8, recante lo stato di previsione del Ministero dell'interno, e, limitatamente alle parti di competenza, la Tabella n. 2, recante lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze;
   rilevato come il disegno di legge proponga, per lo stato di previsione del Ministero dell'interno (Tabella n. 8), un incremento di 24,5 milioni di euro delle previsioni di competenza e di 88,1 milioni di euro delle autorizzazioni di cassa, in ragione delle esigenze emerse dall'effettivo svolgimento della gestione, tenuto altresì conto della situazione della finanza pubblica, mentre le modifiche alle autorizzazioni di cassa sono dovute alla necessità di assestare le autorizzazioni stesse in relazione sia alla nuova consistenza dei residui, sia alle variazioni proposte per la competenza.;
   rilevato altresì come il disegno di legge di proponga un aumento dei residui pari complessivamente a 3.347,7 milioni di euro;
   evidenziato come l'incremento delle dotazioni di competenza proposte con il disegno di legge riguardi principalmente la Missione Ordine pubblico e sicurezza, che registra un aumento pari a circa 10 milioni di euro e la Missione strumentale Amministrazione generale e supporto alla rappresentanza generale di governo e di Stato sul territorio, per la quale è proposta una variazione in aumento di circa 12 milioni;
   segnalato, per quanto attiene allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella 2), come nell'ambito della Missione 17, Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del Consiglio dei Ministri (1), la spesa per gli Organi costituzionali, oggetto del programma 17.1, non registri variazioni di rilievo rispetto alle previsioni iniziali di competenza della legge di bilancio 2020 (pari a 1.742,7 milioni di euro);
   rilevato, nell'ambito della medesima Missione 17, come le previsioni relative alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, oggetto del programma 17.2, registrino unicamente variazioni in dipendenza di atti amministrativi già adottati, pari a complessivi 4,6 milioni;
   evidenziato, per quanto riguarda gli altri stanziamenti di interesse della I Commissione allocati nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, come il capitolo 2185, relativo al «Fondo occorrente per il funzionamento del servizio civile nazionale», subisca variazioni in conto competenza in virtù di atti amministrativi adottati in corso d'anno, mentre il capitolo 2160, «Somma da assegnare alla Corte dei Conti» registra variazioni in conto competenza unicamente in virtù di atti amministrativi adottati in corso d'anno (con un aumento di 3,1 milioni di euro),

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.