Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Comm. bicam. Vigilanza RAI
Comm. bicam. Vigilanza RAI
Sulla pubblicità dei lavori ... 294
Audizione dell'Amministratore delegato di RAI pubblicità (Svolgimento) ... 294
Convocazione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi ... 295
Sulla pubblicazione dei quesiti ... 295
ALLEGATO: Quesiti per i quali è pervenuta risposta scritta alla presidenza della Commissione (dal n. 232/1157 al n. 237/1179) ... 296
Mercoledì 10 giugno 2020. — Presidenza del presidente Alberto BARACHINI. – Interviene per Rai Pubblicità l'amministratore delegato, dottor Gian Paolo Tagliavia.
La seduta comincia alle 13.50.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicità dei lavori.
Il PRESIDENTE comunica che, ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna, per quanto concerne l'audizione all'ordine del giorno, sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso, la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e, in differita, sul canale satellitare della Camera dei deputati.
Avverte che con riferimento all'audizione odierna verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico.
PROCEDURE INFORMATIVE
Audizione dell'Amministratore delegato di RAI pubblicità.
(Svolgimento).
Il PRESIDENTE saluta e ringrazia il dottor Tagliavia, collegato in videoconferenza.
Il dottor Gian Paolo TAGLIAVIA svolge una relazione svolta nella precedente seduta.
Intervengono per porre quesiti i deputati Giorgio MULÈ (FI) e Antonello GIACOMELLI (PD), i senatori Daniela GARNERO SANTANCHÈ (FdI), Maurizio GASPARRI (FIBP-UDC), Primo DI NICOLA (M5S), i deputati Andrea RUGGIERI (FI), Michele ANZALDI (IV), Francesca FLATI (M5S), le senatrici Maria Alessandra GALLONE (FIBP-UDC) e Valeria FEDELI (PD) e la deputata Patrizia MARROCCO (FI).
Il dottor Gian Paolo TAGLIAVIA svolge un intervento di replica.
Il PRESIDENTE ringrazia il dottor Tagliavia e dichiara conclusa la procedura informativa.
Convocazione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi.
Il PRESIDENTE comunica che è convocato al termine della seduta un Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi per la programmazione dei lavori.
Sulla pubblicazione dei quesiti.
Il PRESIDENTE comunica che sono pubblicati in allegato, ai sensi della risoluzione relativa all'esercizio della potestà di vigilanza della Commissione sulla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, approvata dalla Commissione il 18 marzo del 2015, i quesiti dal n. 232/1157 al n. 237/1179, per i quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (vedi allegato).
La seduta termina alle 15.20.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 10 giugno 2020. — Presidenza del presidente Alberto BARACHINI.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.25 alle 16.
ALLEGATO
QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (DAL N. 232/1157 AL N. 237/1179)
CAPITANIO, SALVINI, BERGESIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI, TIRAMANI, ARRIGONI, AUGUSSORI, BELOTTI, BIANCHI, BONIARDI, BORDONALI, BORGHESI, SIMONE BOSSI, CALDEROLI, CANDIANI, CANTÙ, CECCHETTI, CENTEMERO, CENTINAIO, COLLA, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DONINA, FAGGI, FERRARI, FORMENTINI, FRASSINI, GALLI, GARAVAGLIA, GIORGETTI, GRIMOLDI, GUIDESI, INVERNIZZI, IWOBY, LOCATELLI, LORENZONI, LUCCHINI, MAGGIONI, MOLTENI, MORELLI, PAROLO, PELLEGRINI, PIROVANO, RIBOLLA, RIVOLTA, ROMEO, SIRI, TARANTINO, TOCCALINI, VOLPI, ZOFFILI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
Nella puntata di «Chi l'ha visto ?» del 13 maggio 2020, nell'ambito delle segnalazioni inviate dai telespettatori, è stata data lettura di una mail dai contenuti particolarmente gravi.
Nella mail, inviata da tale Vittoria Gervaso, si sostiene che «pochi privilegiati hanno diritto ai tamponi, come i calciatori che li fanno ogni quattro giorni, e altri pochi eletti, selezionati da chi ne ha il potere» e che «questo è un genocidio sanitario, funesto primato di una Regione che si chiama Lombardia». Dopo la lettura della mail, la conduttrice Federica Sciarelli ha motivato la scelta di leggere quest'ultima sulla base dello sgomento suscitato (presumibilmente nella redazione del programma).
È evidente come alludere ad un ipotetico «genocidio sanitario» perpetrato dalla Regione Lombardia, in base ad una mail diffamatoria e oggettivamente piena di falsità, è indegno per il sistema pubblico radiotelevisivo e per la professione giornalistica, a fortiori nel momento di emergenza sanitaria che sta attraversando il Paese. Ad avviso degli interroganti, l'uso di espressioni così gravi e diffamatorie dovrebbe essere del tutto evitato all'interno di programmi di informazione, o comunque chiaramente stigmatizzato tanto dai conduttori quanto dai vertici della rete e della Società concessionaria.
Dopo l'episodio dianzi descritto, nell'ambito della medesima puntata di «Chi l'ha visto ?», la conduttrice Federica Sciarelli ha attribuito un invito a «impiccare» Silvia Romano, la cooperante italiana rapita in Africa e liberata alcuni giorni orsono, a un cittadino definendolo «esponente della Lega». Quanto dichiarato dalla Sciarelli appare del tutto falso, infondato e tendenzioso.
Vista la gravità dell'episodio riportato, che desta non poche perplessità rispetto all'attendibilità e alla qualità del servizio informativo reso dal programma «Chi l'ha visto ?», alla Società concessionaria si chiede:
di fornire spiegazioni rispetto a quanto esposto in premessa;
di garantire l'esercizio del diritto di replica alla regione Lombardia e alla Lega, quale partito politico, per le accuse indebitamente e infondatamente mosse da Federica Sciarelli;
se e come intenda attivarsi, magari mediante un'indagine interna, al fine di verificare la veridicità della mail trasmessa e letta in diretta;
di fornire un adeguato riscontro giornalistico sul nome del sedicente esponente leghista cui sono attribuite le affermazioni richiamate in premessa;
se, apprezzate le circostanze, non ritenga necessario adoperarsi affinché sia assicurata la qualità dei servizi informativi della Rai, sia pur nel rispetto della libertà editoriale, del diritto/dovere di cronaca e del pluralismo dell'informazione, affinché non siano prodotti contenuti parziali e non obiettivi. (232/1157)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si trasmettono gli elementi informativi forniti dalla direzione di Rai 3.
In premessa si ritiene opportuno porre l'attenzione sulla natura del programma Chi l'ha visto ? – dichiaratamente di servizio pubblico e di relazione con i cittadini, tanto che sono gli stessi telespettatori i protagonisti della trasmissione condotta da Federica Sciarelli. Sono i cittadini che partecipano alle ricerche degli scomparsi, che segnalano violenze e ingiustizie, che si rivolgono al programma per chiedere aiuto. Questo solidissimo rapporto tra i telespettatori e Chi l'ha visto ? è testimoniato dalle decine di mail e di messaggi che giungono quotidianamente sulle caselle di posta elettronica e sui social gestiti dalla redazione della trasmissione. In particolare nelle ultime settimane, quelle interessate dalla pandemia del COVID-19, si è scelto di mandare in onda con una certa frequenza le testimonianze di alcuni telespettatori: dalla cassiera di supermercato all'anziana signora, dall'insegnante all'infermiera, fino alla moglie di un lavoratore delle onoranze funebri.
In tale quadro, tra i tanti messaggi giunti in redazione, nella puntata del 13 aprile è stato selezionato quello della signora Vittoria Gervaso, che ha denunciato l'impossibilità di fare tamponi in Italia. La signora Gervaso, non personaggio inventato, bensì moglie del giornalista e scrittore Roberto Gervaso, ha espresso la legittima opinione della necessità di un diverso approccio nell'esecuzione dei tamponi sulla cittadinanza e ha richiamato il triste primato di vittime raggiunto in Lombardia per il COVID-19. Nelle parole della signora Gervaso, così come nella scelta della Sciarelli di mandarle in onda, non si ravvisa alcun intento politico, ma solo un riferimento geografico, come ha ulteriormente chiarito il marito Roberto Gervaso, intervenuto successivamente al telefono.
In merito poi all'attribuzione a un esponente leghista di un'espressione ingiuriosa nei confronti di Silvia Romano, è opportuno evidenziare come la Sciarelli – nella puntata successiva a quella segnalata – abbia espresso rammarico per essere stata indotta in errore. «La Lega afferma: non è un esponente leghista. Ne prendo atto, sono stata indotta in un errore, e mi spiace, dal fatto che è stato eletto nella giunta leghista di Asolo molti anni fa», ha detto Federica Sciarelli. Parole apprezzate dalla Lega che il 21 maggio scorso ha dichiarato alle agenzie: «Bene le scuse di Federica Sciarelli alla Lega per aver attribuito erroneamente a un nostro esponente l'invito a impiccare Silvia Romano».
BERGESIO, CAPITANIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI, TIRAMANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
Da fonti di stampa si apprende che il prof. Roberto Burioni, ordinario di microbiologia e virologia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, richiederebbe un compenso per ciascuna partecipazione sui media o consulenza. Tale eventualità sarebbe stata confermata dalla società «Elastica», la quale cura la comunicazione del prof. Burioni.
Il prof. Roberto Burioni è ospite fisso del programma «Che tempo che fa», trasmesso ogni domenica in prima serata su Rai 2, ed è spesso invitato come esperto e/o opinionista in altri programmi Rai, sempre senza contraddittorio o opinioni di diverso tenore. Agli interroganti risulta inoltre che, per la sua partecipazione a «Che tempo che fa», il prof. Burioni già percepisce un gettone di presenza da parte di «Officina», la società di produzione del programma di Rai 2.
A questo si aggiunge il fatto che – secondo alcune associazioni di consumatori – la presenza del prof. Burioni sarebbe fonte di un conflitto d'interessi, quantomeno potenziale, perché lo stesso Burioni è titolare di una società che nella sua attività di ricerca ha frequenti rapporti di lavoro con multinazionali di farmaci e vaccini, a cui sarebbe pertanto garantita pubblicità.
Alla Società Concessionaria si chiede di fornire dei chiarimenti rispetto a quanto esposto in premessa, ed in particolare rispetto al percepimento di compensi, anche sotto forma di gettoni di presenza e/o rimborsi spese, da parte del prof. Roberto Burioni per la sua partecipazione al programma «Che tempo che fa». (233/1165)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si trasmettono gli elementi informativi forniti dalla direzione di Rai 2.
In primo luogo, si ritiene opportuno premettere che, accanto al prof. Burioni – che a seguito dell'evolversi della pandemia è entrato a far parte del cast fisso di Che tempo che fa – si sono avvicendati moltissimi altri medici e ricercatori, che lavorano in Italia e all'estero. A titolo esemplificativo, nella puntata del 17 maggio u.s. tra gli altri sono intervenuti il professor Andrea Crisanti dell'Università di Padova, scelto dal Governatore del Veneto Zaia come virologo di riferimento per affrontare l'emergenza nella regione e il professor Maurizio Cecconi, dell'Humanitas di Milano, chiamato dal Governatore Fontana a far parte della task force lombarda e definito dal Journal of The American Medical Association uno dei tre «eroi della pandemia» (assieme a lui l'oculista di Wuhan, Li Wenliang, morto di coronavirus dopo averne denunciato la gravità, e Anthony Fauci, l'immunologo della task force Usa).
Si conferma inoltre che per la partecipazione a Che Tempo che Fa il professor Roberto Burioni percepisce – come ogni altro ospite che prende parte alla trasmissione – un gettone di presenza, corrispostogli dalla Società «Officina», con cui la Rai ha un accordo-quadro di appalto parziale. All'interno di tale contratto è previsto un valore forfettario a puntata per la presenza degli ospiti e per le relative spese ed è pertanto «Officina» che stipula direttamente i contratti con gli ospiti.
Infine, in relazione all'ipotesi di un possibile conflitto di interesse, la stessa Società «Officina», sentito direttamente l'interessato, ha comunicato che il professor Burioni nega di essere socio di aziende che producono farmaci o vaccini.
GALLONE, GASPARRI, GIORGIO MULÈ, ANDREA RUGGIERI, ANDREA MANDELLI, ROBERTO CASSINELLI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI. — Premesso che:
domenica sera, 24 maggio, nel corso della trasmissione in onda su RAI 2 «Che tempo che fa», condotta da Fabio Fazio, Roberto Saviano ha sostenuto che «i commercialisti italiani segnalano alla criminalità le aziende in crisi» affermando che «... A un certo punto, quando un'azienda inizia ad andare in crisi, loro, per esempio, avvicinano i commercialisti. Il commercialista, quindi la persona di cui ti fidi, spesso ti dice che c’è quella società, c’è quella persona che è interessata. Quando non è questa strada, perché hai la fortuna di avere dei professionisti seri, ci sono moltissime altre strade: le banche, il consulente che ti dice di andare in quel posto piuttosto che in un altro ...»;
tali affermazioni sono di una gravità assoluta e quanto di più lesivo della onorabilità di 120 mila professionisti che quotidianamente s'impegnano per il rispetto della legalità e al fianco di imprese e cittadini di questo Paese;
le dichiarazioni di Saviano hanno suscitato le vibrate proteste di migliaia di professionisti della categoria che ne stigmatizzano la genericità e l'irresponsabilità;
il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, non escludendo la possibilità di adire le vie legali per difendere l'onorabilità della professione, ha ricordato che «le aziende sequestrate alle mafie sono gestite praticamente in esclusiva dai commercialisti, che per tale scelta di campo sono esposti e spesso indifesi, costretti a lavorare in condizioni di assoluta precarietà ... e che gli stessi sono anche destinatari della normativa antiriciclaggio che impone loro, tra le altre cose, di segnalare alle autorità di vigilanza le operazioni sospette compiute dai loro clienti»;
è opportuno e necessario che il Dottor Saviano rettifichi le sue affermazioni e le offese recate ai commercialisti, che risultano oltre che assolutamente inaccettabili, ancor più intollerabili in una fase particolarmente difficile e delicata per il nostro Paese a causa dell'emergenza epidemiologica nel quale la professione, giudicata «essenziale» dal Governo, non ha mai sospeso la sua attività, fornendo ad imprese e contribuenti il suo insostituibile contributo,
si chiede di sapere:
se non ritengano di garantire in tempi rapidi un proporzionato diritto di replica al presidente nazionale dell'ordine dei commercialisti e revisori contabili;
quali iniziative intendano assumere nei confronti del Dottor Saviano e quali iniziative nei confronti del conduttore, dei produttori e dei referenti RAI addetti alla trasmissione «Che tempo che fa».
(234/1173)
MOLLICONE, GARNERO SANTANCHÈ. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI
Nella puntata del 24 maggio di «Che tempo che fa» il giornalista Roberto Saviano ha sostenuto che siano i commercialisti a segnalare alla criminalità organizzata le aziende in crisi, attribuendo questa grave accusa all'intera categoria professionale;
il giornalista ha, quindi, leso la professionalità e il prestigio di una categoria professionale che raggruppa più di 118 mila professionisti;
i commercialisti svolgono un ruolo chiave nella società;
il conduttore Fabio Fazio non ha espresso alcuna parola di reprimenda nei confronti di questa accusa;
si chiede all'Azienda:
se non ritenga necessario rettificare le informazioni fornite dall'ospite;
se non ritenga necessario garantire una replica da parte dell'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. (235/1176)
CAPITANIO, BERGESIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI, TIRAMANI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CASTIELLO, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTO, CENTEMERO, CESTARI, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, VITO COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, SARA DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GARAVAGLIA, GASTALDI, GAVA, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GIORGETTI, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUIDESI, GUSMEROLI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOCATELLI, LOLINI, LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MINARDO, MOLTENI, MORELLI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SASSO, ALBERTO STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, VOLPI, ZICCHERI, ZIELLO, ZOFFILI, ZORDAN, CALDEROLI, CANDIANI, ARRIGONI, FAGGI, CAMPARI, SBRANA, PIANASSO, SAPONARA, IWOBY, GRASSI, URRARO, DE VECCHIS, TOSATO, CANDURA, RIPAMONTI, SAVIANE, RUFA, PEPE, RIVOLTA, VESCOVI, FERRERO, BOSSI Simone, PAZZAGLINI, CASOLATI, PELLEGRINI, BAGNAI, BRIZIARELLI, BRUZZONE, ALESSANDRINI, ZULIANI, AUGUSSORI, MARTI, MONTANI, CORTI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
Nella puntata di «Che tempo che fa» del 24 maggio scorso è stato ospite – in collegamento da New York – Roberto Saviano, il quale ha reso delle dichiarazioni gravemente offensive nei confronti dei commercialisti italiani. Invero, alla domanda – rivolta dal conduttore Fabio Fazio – su come faccia «la criminalità organizzata a sapere dove trovare i clienti per praticare l'usura», Saviano ha risposto che sarebbero i commercialisti a segnalare alla criminalità le aziende in crisi.
Le affermazioni di Saviano risultano infondate e pretestuose, e sono evidentemente lesive della onorabilità di oltre 120mila professionisti da sempre in campo a favore della legalità, al fianco di imprese e cittadini italiani. È evidente come esse non debbano, per alcuna ragione, trovare spazio nel servizio pubblico radiotelevisivo, financo in prima serata su una rete generalista.
Vista la gravità dell'episodio riportato, alla Società concessionaria si chiede:
se non ritenga opportuno stigmatizzare le affermazioni fatte da Roberto Saviano nella puntata di «Che tempo che fa» del 24 maggio u.s., prendendone pubblicamente le distanze; se abbia rivolto delle scuse formali per quanto accaduto all'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili;
se non ritenga opportuno concedere ampio ed adeguato spazio ad una opinione alternativa, nel caso di specie quella dei commercialisti italiani, nel primo spazio informativo utile; se e quali azioni di sua competenza intenda attivare affinché nei programmi di informazione trasmessi sulle reti Rai, partendo da «Che tempo che fa», non si verifichino più episodi come quello riportato in premessa;
se, apprezzate le circostanze, non ritenga necessario adoperarsi affinché sia assicurata la qualità dei servizi informativi della Rai, sia pur nel rispetto della libertà editoriale, del diritto/dovere di cronaca e del pluralismo dell'informazione, affinché non siano prodotti contenuti parziali e non obiettivi. (236/1177)
DE GIORGI, ANGIOLA. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.— Premesso che:
Le affermazioni fatte domenica sera 24 maggio da Roberto Saviano nel corso della trasmissione di Rai Due «Che tempo che fa» condotta da Fabio Fazio sono assolutamente gravi e inaccettabili.
Il conduttore Fabio Fazio, manifestando inadeguatezza a condurre un confronto pubblico di tale valenza, ha chiesto a Roberto Saviano come facesse la criminalità organizzata a trovare i propri clienti, come sapesse chi cercare e dove trovarli. Questa la risposta dello scrittore Saviano nel corso del pre-puntata:
«Semplicemente segue il percorso dei soldi. Mi spiego meglio, a un certo punto quando un'azienda inizia ad andare in crisi, loro per esempio avvicinano i commercialisti. E il commercialista, la persona di cui ti fidi, spesso ti dice: «C’è quella società, c’è quella persona che è interessata». Quando non c’è questa strada, perché hai la fortuna di avere dei professionisti seri, ci sono moltissime altre strade: le banche, il consulente che ti dice di andare in quel posto e non in un altro. E poi sono soprattutto furbi, avrai visto la notizia del reddito di cittadinanza al figlio di un narcotrafficante. Serve perché di fronte ai tribunali dirà che è nullatenente e come prova dirà che ha ottenuto il reddito di cittadinanza. È un'operazione comunicativa».
Non è possibile in alcun modo sostenere che i commercialisti italiani segnalino alla criminalità le aziende in crisi. È stata lesa la onorabilità di 120 mila professionisti economici quotidianamente impegnati per la legalità, quotidianamente al fianco di imprese e cittadini di questo Paese.
Sottoscriviamo, parola per parola, quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, Massimo Miani. «Affermazioni tanto generiche e irresponsabili non sono tollerabili. Se Saviano è a conoscenza di casi specifici siamo certi non esiterà a segnalarli immediatamente alla magistratura. Per il momento non possiamo non ricordargli che le aziende sequestrate alle mafie sono gestite praticamente in esclusiva dai commercialisti, che per questa scelta di campo sono esposti e spesso indifesi, costretti a lavorare in condizioni di assoluta precarietà. Impossibile non ricordare inoltre che i commercialisti sono anche destinatari della normativa antiriciclaggio che impone loro, tra le altre cose, di segnalare alle autorità di vigilanza le operazioni sospette compiute dai loro clienti ... Siamo perfettamente consapevoli che anche la nostra realtà, come tutte le realtà, ha a volte al suo interno qualche mela marcia. Ma non siamo più disposti a tollerare offese generiche che risultano ancor più incredibili in mesi come questi drammaticamente segnati dall'emergenza economica legata alla pandemia, nei quali la nostra professione, giudicata «essenziale» dal Governo, non ha mai sospeso la sua attività, fornendo ad imprese e contribuenti il suo insostituibile contributo».
Dal canto suo, il conduttore Fabio Fazio non ha preso le distanze da tali infamanti affermazioni e non ha stigmatizzato in alcuna maniera le dichiarazioni fatte da Roberto Saviano. In questo modo, il conduttore Fabio Fazio, manifestando inadeguatezza a condurre un confronto pubblico di tale valenza, ha finito con l'alimentare negli ascoltatori il convincimento che tali discutibili affermazioni fossero vere, nonostante risultassero prive di un qualsivoglia riscontro.
Se non ritengano gli interrogati di censurare il comportamento tanto di Roberto Saviano, quanto di Fabio Fazio, a tutela della qualità del servizio pubblico radiotelevisivo. (237/1179)
RISPOSTA. – In merito alle interrogazioni in oggetto si trasmettono gli elementi informativi forniti dalle strutture aziendali competenti.
In primo luogo, si ritiene opportuno premettere che il format di Che Tempo Che fa, come noto, è da sempre caratterizzato editorialmente da interviste singole e che il pluralismo viene garantito attraverso una vastissima rotazione degli ospiti intervistati nel corso dell'intera stagione. Si noti poi che Roberto Saviano è intervenuto in diretta, per cui non è stato possibile nell'immediato agire sul suo discorso, fermo restando che, in generale, le dichiarazioni rese da un ospite intervistato, specie se si tratta di un giornalista, sono a quest'ultimo esclusivamente riconducibili.
Per quanto attiene al contenuto del suo intervento, lo stesso Saviano ha chiarito sul quotidiano «La Repubblica» del 28 maggio 2020, che nel corso della puntata in parola non ha inteso lanciare alcun attacco generalizzato ad una categoria di professionisti, bensì è stato svolto un ragionamento circostanziato, come dimostra anche il riferimento esplicito ai «professionisti seri».
Trattandosi poi dell'ultima puntata di Che Tempo che fa, non si è potuto pianificare uno spazio all'interno dello stesso programma per dar voce ai commercialisti chiamati in causa da Saviano. Nell'ottica di fornire comunque una doverosa possibilità di replica a questa categoria professionale, Rai 2 ha messo a disposizione uno spazio all'interno del programma «Patriae», che nella puntata del 25 maggio si è collegata con Massimo Miani – presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti – il quale ha potuto esprimere il proprio pensiero anche in merito alle affermazioni di Saviano.