VIII Commissione

Ambiente, territorio e lavori pubblici

Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)

Commissione VIII (Ambiente)

Comm. VIII

Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
SOMMARIO
Mercoledì 27 maggio 2020

INTERROGAZIONI:

Sulla pubblicità dei lavori ... 108

5-01145 Gemmato: Messa in sicurezza della discarica non autorizzata di rifiuti speciali realizzata abusivamente nella zona industriale di Sessano del Molise ... 108

ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 113

5-01507 Foti: Realizzazione del progetto strategico speciale «Valle del fiume Po» ... 108

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 115

AUDIZIONI INFORMALI:

Audizioni, nell'ambito dell'esame degli schemi di decreto legislativo facenti parte del «pacchetto economia circolare», in materia di veicoli fuori uso (atto n. 166), pile e accumulatori (atto n. 167), discariche di rifiuti (atto n. 168) e rifiuti e imballaggi (atto n. 169), di rappresentanti del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) ... 109

ATTI DEL GOVERNO:

Schema di decreto legislativo recante attuazione dell'articolo 1 della direttiva (Ue) 2018/849, che modifica la direttiva 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso. Atto n. 166 (Rinvio del seguito dell'esame) ... 109

Schema di decreto legislativo recante attuazione degli articoli 2 e 3 della direttiva (UE) 2018/849, che modificano la direttiva 2006/66/CE relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e la direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Atto n. 167 (Rinvio del seguito dell'esame) ... 109

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2018/850, che modifica la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti. Atto n. 168 (Rinvio del seguito dell'esame) ... 110

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2018/851, che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti, e della direttiva (UE) 2018/852, che modifica la direttiva 1994/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Atto n. 169 (Rinvio del seguito dell'esame) ... 110

SEDE REFERENTE:

Risanamento dei nuclei abitativi degradati nella città di Messina. C. 1218 Siracusano, C. 1739 D'Uva, C. 2376 Navarra e C. 2399 Siracusano (Esame e rinvio – Abbinamento delle proposte di legge nn. 1218, 1739, 2376 e 2399) ... 110

VIII Commissione - Resoconto di mercoledì 27 maggio 2020

INTERROGAZIONI

  Mercoledì 27 maggio 2020. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente, il territorio e la tutela del territorio e del mare, Roberto Morassut.

  La seduta comincia alle 13.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

5-01145 Gemmato: Messa in sicurezza della discarica non autorizzata di rifiuti speciali realizzata abusivamente nella zona industriale di Sessano del Molise.

  Il sottosegretario Roberto MORASSUT, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Marcello GEMMATO (FDI), replicando, ringrazia il sottosegretario per la risposta all'interrogazione, volta a portare il Governo a conoscenza della questione, dal momento che una grande quantità di rifiuti giace da più di quattordici anni nel deposito della discarica di Sessano del Molise, all'interno dell'area protetta «Pantano torrente Molina». Osserva che ci si trova di fronte al classico «teatrino italiano», di enti istituzionali che si rimpallano competenze e responsabilità, senza giungere alla risoluzione di un problema ormai annoso.
  Ritiene che il sequestro operato del centro di stoccaggio di rifiuti da parte dei carabinieri evidenzi una pericolosità – forse per la salute dei cittadini, ma certamente per l'ambiente – rendendo indispensabile un intervento rapido e una risposta concreta, anche per non esporre il sindaco della città a responsabilità di carattere penale che non gli competono.
  Trattandosi di un comune di 720 abitanti, è evidente che il bilancio non possa far fronte alle spese di bonifica dell'area. Auspica pertanto che il Governo possa monitorare la questione e risolverla in tempi brevi e certi, attivando, qualora necessario, i poteri sostitutivi, nell'interesse della salute dei cittadini e a fini di tutela ambientale.

5-01507 Foti: Realizzazione del progetto strategico speciale «Valle del fiume Po».

  Marcello GEMMATO (FDI), in accordo con il primo firmatario, sottoscrive l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Roberto MORASSUT, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2). Aggiunge che si sta avviando la programmazione per la ripartizione dei fondi FSC per gli anni 2021-2027, nei quali saranno conteggiate anche le risorse stanziate e non utilizzate del precedente settennio, che avverrà attraverso un decreto del presidente del Consiglio dei Ministri il cui schema è attualmente all'attenzione del Consiglio dei Ministri. Auspica che tale strumento possa consentire un efficace coordinamento tra l'autorità statale e le regioni per rendere più efficienti e quindi celeri le allocazioni di risorse, per scongiurare il rischio del loro mancato utilizzo.

  Marcello GEMMATO (FDI), replicando in qualità di cofirmatario, ringrazia il sottosegretario per la risposta, in esito alla quale auspica che da parte del Governo vi sia l'intenzione di monitorare la questione posta, all'interno del nuovo percorso che si intende delineare attraverso la programmazione dei fondi FSC per i prossimi sette anni.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.20.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 27 maggio 2020. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO.

  La seduta comincia alle 17.

Schema di decreto legislativo recante attuazione dell'articolo 1 della direttiva (Ue) 2018/849, che modifica la direttiva 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso.
Atto n. 166.
(Rinvio del seguito dell'esame).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 23 aprile 2020.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, ricorda che la Commissione ha svolto un'attività conoscitiva congiunta su questo provvedimento e sugli altri schemi di decreto legislativo di recepimento delle direttive facenti parte del cosiddetto pacchetto «economia circolare». Sono stati al riguardo auditi i seguenti soggetti: ENEA; Associazione demolitori autoveicoli (ADA); FISE UNICIRCULAR; Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile; FiseAssoambiente; Utilitalia; CNA; Confartigianato Imprese; CONFAPI; CISAMBIENTE; Associazione Italiana dell'Industria Olearia (ASSITOL); Assobioplastiche; Legambiente; Consorzio Remedia; Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo maceri (UNIRIMA); Save the planet Onlus; Consorzio European Recyclining Platform (ERP Italia); Consorzio Eco-PV; Consorzio Italiano Compostatori (CIC); CONAI, i quali hanno lasciato memorie disponibili sul sito internet della Camera dei deputati. Sono altresì pervenute le memorie richieste da parte di Alleanza delle cooperative, ANCI, ANCE, ANFIMA, CENTROAL e REVET, nonché i contributi autonomi dell'Associazione tecnica di ingegneria Ambientale Atia-ISWA; Assobibe, FATERsmart e Desmos, anch'esse disponibili sul sito internet della Camera dei deputati.
  Ricorda altresì che tali atti sono tutti assegnati con riserva, non essendo ancora pervenuti i pareri e le intese prescritte da parte della Conferenza e che pertanto la Commissione non potrà pronunciarsi definitivamente sul provvedimento prima che il Governo abbia provveduto a integrare la richiesta di parere nel senso indicato. Al riguardo, solo sull'atto 167 il parere risulta essere stato reso, ma non ancora trasmesso.
  Ai fini della definizione del seguito dell'esame, evidenzia che il rappresentante del Governo, nella seduta della omologa Commissione del Senato del 5 maggio scorso, ha manifestato la disponibilità del Governo ad attendere i pareri parlamentari fino alla prima metà del mese di giugno.
  Propone quindi di rinviare l'esame degli schemi di decreto che figurano all'ordine del giorno ad una successiva seduta, secondo le determinazioni che saranno assunte nell'odierno Ufficio di presidenza.

  La Commissione concorda.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante attuazione degli articoli 2 e 3 della direttiva (UE) 2018/849, che modificano la direttiva 2006/66/CE relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e la direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Atto n. 167.
(Rinvio del seguito dell'esame).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 5 maggio 2020.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, rifacendosi a quanto concordato dalla Commissione in relazione all'atto n. 166, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2018/850, che modifica la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti.
Atto n. 168.
(Rinvio del seguito dell'esame).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 5 maggio 2020.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, rifacendosi a quanto concordato dalla Commissione in relazione all'atto n. 166, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2018/851, che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti, e della direttiva (UE) 2018/852, che modifica la direttiva 1994/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.
Atto n. 169.
(Rinvio del seguito dell'esame).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 5 maggio 2020.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, rifacendosi a quanto concordato dalla Commissione in relazione all'atto n. 166, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 17.05.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 26 maggio 2020. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO.

  La seduta comincia alle 17.05.

Risanamento dei nuclei abitativi degradati nella città di Messina.
C. 1218 Siracusano, C. 1739 D'Uva, C. 2376 Navarra e C. 2399 Siracusano.
(Esame e rinvio – Abbinamento delle proposte di legge nn. 1218, 1739, 2376 e 2399).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, avverte che la presidenza ha disposto l'abbinamento dei progetti di legge in titolo ai sensi dell'articolo 77, comma 1 del regolamento, in quanto vertenti su identica materia.
  Ricorda che la proposta di legge C. 2399 Siracusano figura nel programma dei lavori dell'Assemblea per il mese di luglio.

  Matilde SIRACUSANO (FI), relatrice, ringrazia la Commissione per l'attenzione dimostrata ad un tema di estrema importanza, attraverso la decisione di avviare l'esame delle proposte di legge a sua prima firma sottoscritte da rappresentanti dei gruppi della Lega e di Fratelli d'Italia. Anche la maggioranza, peraltro, sulla medesima questione, ha prodotto iniziative legislative, a testimonianza di una piena condivisione sulla assoluta necessità di dare risposte risolutive e rapide ad una situazione di grave criticità che si protrae da oltre cinquant'anni.
  Per quanto possa apparire incredibile, occorre intervenire su un problema socio-ambientale, nella città di Messina, che riguarda ben 85 nuclei abitativi in stato di degrado, realizzati a seguito del terremoto del 1908, con circa 8000 abitanti e 2500 famiglie, privi di servizi e condizioni igieniche accettabili, con tetti provvisori realizzati in materiali dannosi per la salute, quali l'eternit. Si tratta di un problema che è andato aggravandosi con il tempo, per il concorrere di una serie di pratiche abusive, non adeguatamente affrontate dalle istituzioni.
  Ricorda che a causa della grave situazione igienico-sanitaria e ambientale, il sindaco di Messina aveva emanato l'ordinanza contingibile e urgente n. 163 del 6 agosto 2018, per lo sgombero e la demolizione di tutte le strutture abitative situate negli ambiti di risanamento, e che il 19 settembre 2018 la giunta regionale siciliana ha approvato la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza socio-sanitaria e ambientale riguardante le suddette zone di risanamento. Il Governo, però, il 29 ottobre 2018 ha respinto l'istanza regionale, adducendo quale ragione il fatto che la situazione in questione è il frutto di una condizione ormai cronica, diffusa anche in altre realtà urbane italiane, priva – a giudizio del Dipartimento della protezione civile – dei necessari requisiti emergenziali.
  Tale valutazione in ordine all'assenza dei presupposti per la dichiarazione dello stato di emergenza rende pertanto ancor più urgente disporre un intervento in via legislativa.
  Come ricordato anche nella relazione del Dipartimento regionale della protezione civile della Regione Siciliana, allegata alla citata richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza, gli ambiti territoriali di risanamento nei quali insistono le costruzioni sono 6 (Annunziata, Giostra-Ritiro-Tremonti, Camaro, Fondo Saccà, Bordonaro-Gazzi-Taormina, Santa Lucia), per una estensione complessiva di 230.770 metri quadrati. In tali ambiti, risultano insediati 6.400 individui, suddivisi in 2.151 nuclei familiari. Tali ambiti sono quelli individuati dai piani particolareggiati redatti all'indomani dell'entrata in vigore della legge della Regione siciliana n. 10 del 1990, recante «Interventi per il risanamento delle aree degradate di Messina».
  Sempre al fine di offrire un quadro riepilogativo di fondo del contesto su cui si innestano le proposte di legge in esame, ricorda che, al fine di migliorare le politiche abitative e razionalizzare gli interventi di risanamento delle aree degradate della città di Messina su cui insistono le baracche, l'articolo 62 della L.R. n. 8 del 2018 ha istituito l'Agenzia comunale per il risanamento e la riqualificazione urbana della città di Messina. In base a tale disposizione, l'Agenzia svolge le funzioni attribuite al Comune e all'Istituto autonomo case popolari (IACP) di Messina dalla L.R. 10/1990. Pertanto, a tale Agenzia sono trasferiti tutti i rapporti attivi e passivi facenti capo allo IACP di Messina aventi ad oggetto le attività e le opere di risanamento urbanistico relative alle proprietà immobiliari.
  Passando ad una illustrazione dei principali aspetti delle proposte di legge in esame – e rinviando al dossier di documentazione predisposto dagli uffici per ogni opportuno approfondimento – tre delle quattro proposte di legge (C. 1739, C. 2376 e C. 2399) prevedono di affidare il compito di perseguire la finalità indicata ad un Commissario straordinario nominato con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
  Più in particolare, il comma 1 dell'articolo 1 della pdl 2399 prevede la nomina del sindaco del Comune di Messina quale Commissario straordinario per il risanamento, la bonifica e la riqualificazione urbana e ambientale della città di Messina, nonché per la demolizione degli immobili abitativi in condizioni di degrado esistenti negli ambiti territoriali di risanamento individuati dal Comune ed elencati nella deliberazione della giunta della Regione siciliana n. 343 del 19 settembre 2018.
  Viene altresì disposto che gli obiettivi indicati devono essere realizzati entro 3 anni dalla data di entrata in vigore della legge.
  A differenza delle altre proposte di legge, che affidano il processo di risanamento ad un Commissario straordinario, la proposta di legge C. 1218, all'articolo 1, comma 1, prevede che il comune di Messina, tramite l'Agenzia per il risanamento e la riqualificazione urbana della città di Messina, predispone e avvia un piano di risanamento, finalizzato alla bonifica e alla riqualificazione ambientale, nonché alla demolizione degli immobili abitativi in condizioni di degrado esistenti negli ambiti territoriali di risanamento individuati dal comune di Messina ed elencati nella deliberazione regionale n. 343/2018.
  Un'altra differenza che caratterizza la proposta di legge C. 1218 è che tale
proposta è l'unica che reca disposizioni finalizzate a disciplinare l'assegnazione dei nuovi alloggi. In particolare, l'articolo 2, comma 1, della proposta di legge C. 1218 dispone che gli alloggi realizzati o acquistati, per sostituire gli immobili demoliti in esecuzione del piano di risanamento previsto dall'articolo 1, sono assegnati in locazione, sulla base di criteri stabiliti con apposito decreto ministeriale.
  In tutte le proposte di legge sono, poi, contenute disposizioni finalizzate a rendere disponibile un volume di risorse sufficiente per la realizzazione degli interventi necessari. A titolo esemplificativo, l'articolo 4, comma 1, dell'A.C. 2399, nel disciplinare la copertura degli oneri, quantifica quelli derivanti dalle attività di risanamento previste dall'articolo 1 della medesima proposta di legge nel limite complessivo di 250 milioni di euro (70 milioni di euro per l'anno 2020 e 90 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022). Si rende conto che possono apparire somme ingenti, ma tiene a precisare che corre certamente prevedere coperture per spese pluriennali da ricercare soprattutto nelle risorse destinate agli investimenti, messe a disposizione dai fondi europei.
  Nella proposta di legge C. 2376 è inoltre contenuta una norma (all'articolo 3) volta a disciplinare la valutazione dell'impatto degli interventi di risanamento.
  Ulteriori disposizioni contenute nelle proposte di legge in esame riguardano l'istituzione di zone economiche speciali (ZES) e iniziative di inclusione sociale e formazione professionale.
  Rammenta, in proposito, che la nozione di Zona economica speciale è definita dall'articolo 4 del decreto-legge n. 91/2017, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 123/2017, che la identifica come un'area geograficamente delimitata e chiaramente identificata, situata entro i confini dello Stato, costituita anche da aree non territorialmente adiacenti, purché presentino un nesso economico funzionale, e che comprenda almeno un'area portuale facente parte della rete globale delle Reti di trasporto transeuropee, definite dal Regolamento (UE) n. 1315 dell'11 dicembre 2013.
  L'articolo 2 della proposta di legge C. 2399 prevede, al comma 1, che, all'interno degli ambiti territoriali di risanamento di cui all'articolo 1, comma 1, siano istituite zone economiche speciali ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge n. 91/2017. L'istituzione di tali ZES è funzionale a favorire la ripresa e lo sviluppo delle attività imprenditoriali e degli investimenti. Il comma 2 rimette ad un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, l'adozione di un apposito regolamento per l'attuazione delle previsioni di cui comma 1.
  Infine, la proposta di legge C.2399 prevede che le risorse economiche individuate per assicurare le agevolazioni riguardanti l'istituenda zona economica speciale sono pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023.
  Anche la proposta di legge A.C. 1218 presenta, all'articolo 3, comma 1, una formulazione in materia di ZES sostanzialmente analoga a quella prevista dall'articolo 3 della proposta di legge C.2399.
  Conclusivamente invita la Commissione a valutare la possibilità di istituire un apposito comitato ristretto per la redazione in tempi rapidi di un testo unificato delle proposte di legge, su cui sviluppare un breve ciclo di audizioni, coinvolgendo in particolare il presidente della regione siciliana e i rappresentanti dell'Agenzia per il risanamento e la riqualificazione urbana della città di Messina, che hanno già manifestato la loro disponibilità a parteciparvi.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 17.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 27 maggio 2020.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 17.10 alle 17.30.

VIII Commissione - mercoledì 27 maggio 2020

ALLEGATO 1

5-01145 Gemmato: Messa in sicurezza della discarica non autorizzata di rifiuti speciali realizzata abusivamente nella zona industriale di Sessano del Molise.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, si rappresenta quanto comunicato dalla competente Regione Molise.
  A seguito della nota del Comune di Sessano del Molise del 14 novembre 2018, i competenti uffici della Regione, in considerazione delle criticità ambientali in essa rappresentate, nei primi mesi del 2019 hanno contattato per le vie brevi la Provincia di Isernia, per avere notizie in merito a quanto comunicato dall'Ente.
  Conseguentemente, la Provincia di Isernia riferiva che:
   con il provvedimento del 14 aprile 2015 aveva iscritto la Società L.C.A. S.A.S. nel Registro Provinciale di Isernia, in merito all'attività di messa in riserva di rifiuti non pericolosi in regime di procedura semplificata, di cui agli articoli 214-216 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e del decreto ministeriale n. 186 del 2006;
   in data 1o settembre 2016 il personale del Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente di Campobasso aveva effettuato un controllo e, dal registro di carico e scarico della suddetta Società, era emerso che i rifiuti erano stati messi in riserva da oltre un anno (periodo massimo consentito dalle norme vigenti) e che erano stati effettuati i seguenti movimenti: con il codice CER 16.01.03 (pneumatici fuori uso) erano state effettuate n. 242 operazioni di carico, per un totale di 521.214 chilogrammi di rifiuti conferiti in impianto; con il codice CER 07.02.13 (materie plastiche di scarto) erano state effettuate n. 20 operazioni di carico, per un totale di 319.757 chilogrammi di rifiuti conferiti in impianto; con il codice CER 19.12.04 (plastica e gomma) era stata effettuata n. 1 operazione di carico, per un quantitativo di 11.400 chilogrammi di rifiuto conferiti in impianto; con il codice CER 07.02.13 (materie plastiche di scarto) era stata effettuata n. 1 operazione di scarico per un quantitativo di 310.397 chilogrammi.

  In virtù di quanto emerso dal suddetto controllo, date le irregolarità accertate, il Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente di Campobasso aveva proceduto al sequestro dell'area di deposito dei rifiuti.
  Inoltre, per le difformità accertate dai Carabinieri, la Provincia di Isernia, con provvedimento del 20 gennaio 2017, aveva ordinato alla Ditta la sospensione dell'attività di messa in riserva di rifiuti, precedentemente autorizzata per 180 giorni a decorrere dalla data di notifica dell'atto, salvo che la società non avesse adeguato l'impianto alla normativa vigente. Trascorso infruttuosamente tale termine, l'Amministrazione avrebbe provveduto alla revoca dell'iscrizione nel Registro Provinciale.
  La Provincia aveva ordinato, altresì, alla Ditta di attenersi alle seguenti prescrizioni:
   a) prima di effettuare qualsiasi lavorazione all'interno dell'impianto, il Gestore avrebbe dovuto chiedere i dovuti permessi all'Amministrazione provinciale, senza i quali nessun tipo di attività si sarebbe potuta svolgere;

   b) la Società avrebbe dovuto regolarizzare l'impianto di recupero e messa in riserva entro i 180 giorni a decorrere dalla data di notifica dell'atto e a tale scopo avrebbe dovuto presentare un cronoprogramma delle azioni da intraprendere;
   c) durante il periodo di validità del provvedimento sospensivo, il Gestore non avrebbe potuto prendere in carico nessuna tipologia di rifiuto.

  Successivamente, nel corso dell'anno 2019, la stessa Amministrazione provinciale contattava, per le vie brevi, il Servizio Tutela Ambientale della Regione per comunicare che la Ditta, con nota del 22 maggio 2019, aveva richiesto la riattivazione dell'autorizzazione al fine di poter procedere allo smaltimento presso terzi dei PFU posti nell'impianto sito nella Zona Industriale di Sessano del Molise – stimandoli in circa 300 tonnellate da smaltire in 12 mesi da giugno 2019 – e che, ai fini della possibile riattivazione temporanea dell'autorizzazione, la Provincia aveva richiesto alla Ditta l'elenco puntuale dei rifiuti stoccati sul piazzale, dichiarandone la tipologia e la loro reale consistenza, anche in considerazione delle difformità dei quantitativi dichiarati con quanto rilevato dai Carabinieri del NOE di Campobasso.
  La Ditta, con nota del 9 luglio 2019, comunicava alla Provincia che nell'impianto risultavano ancora presenti i seguenti cumuli di rifiuti: codice CER 16.01.03 chilogrammi 391.074; codice CER 07.02.13 chilogrammi 9.360; codice CER 19.02.04 chilogrammi 11.400; rappresentando, altresì, l'intenzione di avviarli ad un impianto di recupero.
  La Provincia di Isernia, con Determina Dirigenziale del 16 luglio 2019, ha dunque autorizzato la Società L.C.A. S.A.S. alle sole operazioni di smaltimento dei cumuli di rifiuti che risultavano ancora stoccati sul piazzale, con specifico riferimento ai Codici CER e ai quantitativi comunicati dalla stessa Società, operazioni che non si sarebbero dovute protrarre oltre il 16 gennaio 2020.
  Alla luce di quanto sopra esposto, la Regione Molise, attesa la volontà manifestata dalla Società di adempiere a quanto richiesto dalla Provincia di Isernia e dal Comune di Sessano del Molise, non ha rilevato la necessità di dar seguito a quanto sollecitato dal Comune stesso.
  Tuttavia, la stessa Regione ha fatto presente che, non avendo la Società ottemperato a quanto richiesto dalla Provincia di Isernia, allo scadere dei termini prefissati, e considerato il persistere delle criticità esistenti, la Regione è pienamente disponibile a supportare il Comune di Sessano al fine di poter risolvere nel più breve tempo possibile le problematiche in essere.

ALLEGATO 2

5-01507 Foti: Realizzazione del progetto strategico speciale «Valle del fiume Po».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, occorre premettere che il Progetto Strategico Sperimentale «Valle del fiume Po», coinvolge l'Autorità di bacino del Po – ora Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po – in qualità di promotore e coordinatore, le Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, le Province rivierasche, i Parchi fluviali, e interessa complessivamente i territori di oltre 490 Comuni lungo l'asta del Po; la sua redazione, che si completò nel 2008, trattava tematiche piuttosto ampie, che spaziavano dalla tutela delle acque alla difesa dalle alluvioni unitamente ad interventi con finalità fruitivo-turistiche.
  Il Progetto Strategico Sperimentale, promosso e coordinato dall'allora Autorità di bacino del Po e – in ottemperanza alle prescrizioni della Delibera CIPE 62/2008 che lo approvava nella sua versione definitiva – sottoposto a procedura di VAS nazionale con esito positivo (parere motivato espresso con DM 0000939 del 29 luglio 2009), si proponeva di agire su quattro linee di azione integrate:
   il riassetto idraulico, aumento della capacità di laminazione nelle fasce fluviali e ricostruzione morfologica dell'alveo di piena;
   la conservazione dell'integrità ecologica della fascia fluviale e della risorsa idrica del Po;
   il sistema della fruizione e dell'offerta culturale e turistica;
   il sistema della governance e delle reti immateriali per la conoscenza, formazione e partecipazione. Relativamente agli aspetti specifici degli obiettivi della sicurezza idraulica, il quadro economico del Piano destinava 81 milioni di euro dei 180 complessivi a:
   realizzazione di interventi previsti in progetti strategici e prioritari in attuazione del PAI;
   realizzazione di interventi di recupero morfologico, di miglioramento della capacità di espansione e di laminazione nel corridoio fluviale;
   adeguamento del sistema arginale e miglioramento della capacità di deflusso in fascia A;
   azioni di rafforzamento della conoscenza per la gestione del rischio residuale di inondazione.

  Diversi contenuti del Progetto sono in seguito confluiti in strumenti quali il Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po ed il Piano di gestione del rischio alluvione, in attuazione di specifiche Direttive Comunitarie (Dir 200/60/CE, Dir 2007/60/CE).
  Le informazioni acquisite al riguardo dall'Autorità di distretto del Po e dalle Regioni coinvolte fanno ritenere gli obiettivi del Progetto tuttora importanti ed attuali. Infatti, le linee di azioni (in particolare 1 e 2) e gli interventi ad esse associati sono confluite nei Programmi di misure dei Piani di Gestione distrettuali approvati ai sensi della Direttiva Acque 2000/60/CE (Piano di Gestione Acque 2010 e 2015) e Direttiva Alluvioni 2007/60/CE
(Piano di Gestione Rischio Alluvioni 2015) e rivestono, quindi, un'importanza strategica di rilevanza anche europea.
  Al riguardo, si evidenzia che la programmazione delle risorse statali effettuata nell'ultimo decennio dal Ministero dell'ambiente per la realizzazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico ha sempre avuto come interlocutori le Regioni. Infatti, già con gli Accordi di Programma stipulati dal Ministero con le Regioni, ai sensi dell'articolo 2, comma 240, legge n. 191/2009 (Legge finanziaria 2010), gli interventi ammessi a finanziamento erano stati individuati previa concertazione con le stesse.
  Occorre, tuttavia, evidenziare che per l'attuazione del Progetto Valle del Po parte degli interventi previsti non hanno ancora trovato finanziamento, tenuto conto degli aggiornamenti nel frattempo intervenuti relativamente alla procedura e alla normativa di riferimento.
  Più in particolare, si precisa che a seguito dell'emanazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 maggio 2015 relativo alla «Individuazione dei criteri e delle modalità per stabilire le priorità di attribuzione delle risorse agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico» (oggi in fase di revisione), si è definita una nuova procedura per la presentazione delle proposte di intervento, che prevede che le Regioni, in via esclusiva e ciascuna per il territorio di rispettiva competenza, inseriscano e validino, attraverso la compilazione di una apposita scheda ed allegando la relativa documentazione progettuale disponibile, le richieste di finanziamento nella piattaforma ReNDiS-web («Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo» di ISPRA).
  Pertanto, le scelte programmatiche effettuate dal Ministero sono avvenute sulla base delle proposte delle Amministrazioni regionali che hanno segnalato gli interventi ritenuti prioritari, urgenti ed efficaci, i cui elenchi sono stati inseriti, nel recente passato, in specifici Accordi di Programma e più recentemente nelle programmazioni afferenti i fondi FSC, nonché nel Piano stralcio 2019 sul dissesto di cui alla delibera CIPE 35/2019. Nell'ambito di tali programmazioni operate dalle Regioni del bacino padano, sono stati oggetto di finanziamento anche parte degli interventi del Progetto Valle del Po a valere su fondi sia regionali che statali e comunitari, nella misura in cui questi ultimi sono stati segnalati dalle rispettive Regioni.
  Altre risorse sono state erogate dal Ministero dell'ambiente negli anni 2018 e 2019 a favore delle Autorità di bacino distrettuali per l'attuazione di interventi di manutenzione straordinaria.
  Da quanto esposto discende, dunque, che gli obbiettivi del progetto sono ancora ritenuti attuali ed ancora attuale è la necessità di migliorare la sicurezza del sistema arginale del fiume, adeguandolo agli obiettivi del Piano di Assetto Idrogeologico dell'Autorità di bacino del Fiume Po.
  Per tali ragioni, si rassicura, dunque, che il Ministero dell'ambiente continuerà a svolgere la propria attività con il massimo grado di attenzione, mantenendosi informato anche attraverso gli altri soggetti interessati.