Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Comm. bicam. Vigilanza RAI
Comm. bicam. Vigilanza RAI
Sulla pubblicità dei lavori ... 59
ATTIVITÀ DI INDIRIZZO E VIGILANZA:
Sullo stato di attuazione della risoluzione sull'utilizzo dei social media, con particolare riferimento al contrasto all’hate speech ... 59
Esame delle seguenti proposte di risoluzione: proposta di risoluzione per rafforzare l'offerta didattica, scolastica e formativa del servizio pubblico presentata dall'onorevole Capitanio ed altri; proposta di risoluzione sull'istituzione di un canale RAI dedicato alla didattica presentata dalla senatrice Fedeli e dal presidente Barachini; proposta di risoluzione sull'istituzione di una piattaforma multimediale RAI dedicata alla didattica a distanza presentata dal senatore Di Nicola ed altri; proposta di risoluzione per la trasformazione di Rai scuola in unico canale didattico RAI presentata dal deputato Mollicone e dalla senatrice Garnero Santanchè (Esame e rinvio) ... 62
ALLEGATO 1 (Proposta di risoluzione presentata dal deputato Capitanio, dal senatore Salvini, dal deputato Morelli, dal senatore Bergesio, dal deputato Coin, dal senatore Fusco, dal deputato Iezzi, dalla senatrice Pergreffi, dal deputato Tiramani) ... 65
ALLEGATO 2 (Proposta di risoluzione presentata dalla senatrice Fedeli e dal presidente, senatore Baracchini) ... 67
ALLEGATO 3 (Proposta di risoluzione presentata dal senatore Di Nicola, dai deputati Flati, Carelli, Giordano, dalle senatrici Gaudiano, L'Abbate, Ricciardi, Maria e Mantovani, dalla deputata Di Lauro, dal senatore Airola e dalla deputata Paxia) ... 70
ALLEGATO 4 (Proposta di risoluzione presentata dal deputato Mollicone e dalla senatrice Garnero Santanchè) ... 72
Sui lavori della Commissione ... 63
Sulla pubblicazione dei quesiti ... 64
ALLEGATO 5 (Quesito per il quale è pervenuta risposta scritta alla presidenza della Commissione dal n. 213/1102) ... 74
Giovedì 7 maggio 2020. — Presidenza del presidente Alberto BARACHINI.
La seduta comincia alle 8.10.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicità dei lavori.
Il PRESIDENTE comunica che ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.
ATTIVITÀ DI INDIRIZZO E VIGILANZA
Sullo stato di attuazione della risoluzione sull'utilizzo dei social media, con particolare riferimento al contrasto all’hate speech.
Il senatore Maurizio GASPARRI (FIBP-UDC) evidenzia che, oltre all'hate speech diffuso attraverso i nuovi mezzi di comunicazione, ve ne è anche uno di tipo più tradizionale, diffuso attraverso lo stesso mezzo televisivo, su cui occorre parimenti vigilare e che quantomeno si traducono in un suo uso privatistico: al riguardo, richiama un episodio, che lo ha riguardato personalmente, in cui è stato destinatario di espressioni di dileggio da parte della conduttrice della trasmissione «Chi l'ha visto ?».
Il deputato Giorgio MULÈ (FI) rileva come la risoluzione sui social media, approvata all'unanimità il 9 ottobre 2019, non abbia ancora trovato attuazione in più punti, in particolare proprio nell'ultimo periodo del paragrafo 2, laddove si riferisce all’hate speech. Per quanto riguarda l'episodio che lo ha riguardato personalmente e che è seguito alla puntata di Agorà dello scorso 23 aprile, riporta come nel profilo Twitter della trasmissione sono comparse decine di commenti offensivi nei propri confronti, incluse minacce di morte per sé e la propria famiglia, a cui sono state rilanciate anche direttamente. Posto che gli autori dei messaggi sono stati tutti denunciati, deplora l'assenza di un controllo da parte della RAI, che non ha rimosso quei commenti da un proprio profilo ufficiale: almeno a ieri, erano ancora rintracciabili.
Ritiene che la Commissione debba pretendere un'immediata vigilanza da parte dell'Azienda sui profili social ad essa riconducibili, per proteggere la reputazione altrui: i commenti, a suo avviso, dovrebbero essere consentiti solo a utenti registrati e quindi identificabili. In caso contrario, sarebbe preferibile impedire del tutto la possibilità di lasciare commenti.
Il senatore Alberto AIROLA (M5S) chiede se i commenti in questione siano anche stati mandati in onda in sovraimpressione, come accaduto in passato, circostanza negata dal deputato Giorgio MULÈ.
Prosegue il senatore Alberto AIROLA M5S) rilevando come, accanto ad alcuni messaggi sciocchi, ve ne siano altri chiaramente censurabili. Non ritiene, tuttavia, che la chiusura dell’account sia la strada corretta, visto che i commenti possono essere fonte di indicazioni utili per la trasmissione: piuttosto, si rende indispensabile prevedere un moderatore.
Anche il PRESIDENTE ritiene che una chiusura sia una extrema ratio, mentre è invece corretto richiamare il servizio pubblico alle proprie responsabilità, secondo quanto previsto dalla risoluzione. Nota inoltre che il periodo di tensione legato all'emergenza epidemiologica e alle sue conseguenze economiche e sociali richieda un supplemento di attenzione.
La senatrice Valeria FEDELI (PD), associandosi alla preoccupazione espressa dal Presidente, ritiene che occorrerebbe trovare un adeguato spazio per approfondire, da un lato, il tema del rispetto da parte della RAI di quanto deliberato dalla Commissione e, dall'altro, quello del confine tra libertà d'espressione e hate speech: in Italia, infatti, manca ancora una trasposizione integrale della legislazione previgente che consenta di applicarla al piano digitale, un compito che, anche se non appartiene a questa Commissione, è senz'altro proprio del Parlamento.
Il deputato Federico MOLLICONE (FDI) si sofferma anche sull'uso distorto, da parte di alcuni dipendenti RAI, che hanno un ruolo e una riconoscibilità pubblica, dei propri profili privati.
Quanto al controllo dei profili social, mette in guardia, a tutela della libertà di espressione, rispetto a soluzioni che deleghino tale responsabilità a terzi, citando quale esempio da non seguire il caso dell'AGCOM, che avrebbe delegato l'attività di verifica dei fatti a Facebook, avvalendosi peraltro di Pagella politica, un'organizzazione che, per quanto seria, non può essere ritenuta indipendente, in quanto coinvolta nella task force istituita dal sottosegretario Martella.
La deputata Francesca FLATI (M5S) esprime solidarietà al collega Mulè, così come alle altre vittime di offese online, ricordando come la critica, innanzi tutto in ambito politico, debba sempre essere civile e pacata, specialmente in un momento di straordinaria difficoltà per il Paese, come richiamato dal Presidente.
Invita a proseguire sulla strada tracciata dalla risoluzione, frutto di un proficuo lavoro della Commissione, incentrata sulla figura e il ruolo del moderatore. È anche consapevole che arginare il dilagante hate speech è particolarmente difficoltoso in quanto diffuso non dalla RAI ma dall'utenza della rete.
Il deputato Francesca FLATI (M5S) nota incidentalmente come la moderazione sia insufficiente quando non totalmente assente.
Il PRESIDENTE si riporta all'interessante analisi effettuata dall'AGCOM nell'ambito della propria delibera n. 69 del 2020 sulla capacità del messaggio d'odio di moltiplicarsi in brevissimo tempo, ragion per cui è fondamentale la tempestività d'intervento, oltre ovviamente alla creazione di una vera e propria coscienza digitale dei cittadini.
Il senatore Alberto AIROLA (M5S) interviene incidentalmente per esprimersi in termini critici sull'operato dell'AGCOM, preferendo il metodo di lavoro della Commissione, improntato al dialogo.
Il deputato Massimiliano CAPITANIO (Lega) esprime solidarietà al deputato Mulè e invita a limitarsi alle prerogative di questa Commissione, che a suo avviso ha il diritto di pretendere che vi sia un moderatore prima di poter aprire i profili ufficiali della RAI ai commenti.
Il deputato Michele ANZALDI (IV) ricorda che ogni trasmissione è responsabile delle proprie pagine sui social media: a tale riguardo, Agorà dovrebbe discutere pubblicamente dell'incidente, dare notizia delle denunce sporte e, una volta identificati, dare notizia degli autori dei commenti offensivi, avvertendo altresì il suo pubblico della rintracciabilità, da parte degli inquirenti, dei commenti postati.
Si associa il deputato Massimiliano CAPITANIO (Lega).
Anche il deputato Federico FORNARO (LEU) ritiene che i commenti debbano essere gestiti da un moderatore.
Il PRESIDENTE, alla luce delle considerazioni emerse, propone di inviare una lettera ai vertici della RAI per chiedere che i profili social delle trasmissioni prevedano la presenza di un moderatore. Successivamente il tema sarà oggetto dell'audizione da programmare dell'Amministratore delegato sull'attuazione delle risoluzioni della Commissione.
Il deputato Giorgio MULÈ (FI) chiede che, nella corrispondenza, non si faccia riferimento al suo caso personale, trattandosi di una problematica di ben più ampio respiro, soffermandosi invece sul tema delle sanzioni adottate dall'Azienda.
Il PRESIDENTE ricorda che la richiesta di prevedere sanzioni era stata oggetto di dibattito in sede di discussione della risoluzione e che si era convenuto di non includerla: reputa pertanto opportuno rinviare l'interlocuzione sul tema alla citata audizione. Propone invece di integrare la lettera ai vertici della RAI con la richiesta di una campagna informativa sulle conseguenze penali.
La deputata Francesca FLATI (M5S) ricorda come sia corretto ricordare l'esistenza di sanzioni penali.
Il senatore Maurizio GASPARRI (FIBP-UDC) rileva come il tema sia spesso affrontato con una certa dose di ipocrisia e quindi di poca chiarezza. La Commissione, nel rispetto delle sue competenze, ha invece il dovere di dare un'indicazione chiara, ovvero che chi non è in grado di gestire il profilo social della trasmissione per prevenire la diffusione di insulti dovrà chiuderlo. Peraltro, è noto come le denunce contro questo tipo di reati raramente portano alla conclusione di un procedimento penale e ancor più raramente alla rimozione del post incriminato, data la complessità della procedura per ottenerla da parte del titolare della piattaforma, basato negli Stati uniti: ragion per cui l'unica arma, a suo avviso, è quella della prevenzione.
Il senatore Primo DI NICOLA (M5S) concorda sull'opportunità di una campagna informativa, anche a partire dalla trasmissione Agorà. Invita poi a tener conto della delicatezza del mezzo televisivo che, se utilizzato per esprimere concetti apertamente provocatori, può creare occasioni per spirali di insulti.
Il PRESIDENTE ricorda come, a questo ultimo proposito, sia fondamentale la scelta sia dei temi, sia degli ospiti, unitamente all'esercizio, da parte del conduttore – dal momento che in quel caso vi è la presenza di un moderatore –, del dovere di sanzionare immediatamente le espressioni sconvenienti.
La Commissione conferisce quindi all'unanimità mandato al Presidente di indirizzare una lettera ai vertici della RAI nei termini proposti.
Esame delle seguenti proposte di risoluzione: proposta di risoluzione per rafforzare l'offerta didattica, scolastica e formativa del servizio pubblico presentata dall'onorevole Capitanio ed altri; proposta di risoluzione sull'istituzione di un canale RAI dedicato alla didattica presentata dalla senatrice Fedeli e dal presidente Barachini; proposta di risoluzione sull'istituzione di una piattaforma multimediale RAI dedicata alla didattica a distanza presentata dal senatore Di Nicola ed altri; proposta di risoluzione per la trasformazione di Rai scuola in unico canale didattico RAI presentata dal deputato Mollicone e dalla senatrice Garnero Santanchè.
(Esame e rinvio).
Il PRESIDENTE avverte che, come stabilito nella riunione di ieri dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, si è convenuto di procedere all'avvio dell'esame delle proposte di risoluzione presentate in tema di offerta didattica da parte della Rai. A tale riguardo, oltre alle proposte, già da tempo depositate, il Gruppo Fratelli d'Italia ha appena presentato un'ulteriore proposta di risoluzione sulla stessa tematica.
I primi firmatari delle rispettive proposte (pubblicate in allegato) hanno la facoltà di darne illustrazione.
La senatrice Valeria FEDELI (PD) illustra la proposta di risoluzione da lei presentata, insieme al presidente Barachini, nella consapevolezza che, in un momento particolare come quello che sta vivendo il Paese, debba essere messo al centro dell'attenzione il tema della formazione e della didattica.
In tale ambito, anche grazie alle iniziative di questa Commissione, la RAI ha senz'altro messo a disposizione un'offerta assai articolata, la quale, tuttavia, deve essere resa permanente e strutturale sul digitale terrestre, con contenuti dedicati alla formazione e alla didattica, anche in collaborazione con il Ministero dell'istruzione. Auspica infine che la Commissione possa adottare urgentemente un atto di indirizzo sulle tematiche richiamate.
Il deputato Federico MOLLICONE (FDI) illustra la proposta di risoluzione da lui presentata insieme alla senatrice Garnero Santanchè, evidenziando che la propria parte politica, fin dall'inizio della fase emergenziale, ha attribuito al potenziamento dell'offerta didattica un ruolo rilevante, pur in presenza di manifeste criticità legate al digital divide presente in molte aree del Paese.
Se il protocollo siglato tra la RAI e il Ministero dell'istruzione ha sicuramente dato dei riscontri positivi sull'offerta formativa, occorre tener conto che il palinsesto si è rivelato frammentato, poco conosciuto e poco fruibile. Al fine di superare questi elementi negativi, la proposta di risoluzione è diretta a trasformare il canale Rai Scuola in un unico canale didattico RAI, primo tassello di un circuito di comunicazione integrato.
Il deputato Massimiliano CAPITANIO (Lega) illustra la proposta di risoluzione che la propria parte politica ha presentato nella prima fase dell'emergenza; tuttavia le indicazioni contenute nel testo conservano la propria attualità, nella consapevolezza che occorre concentrare tutta l'offerta didattica a disposizione, garantendone anche una sua efficace conoscibilità.
Il senatore Primo DI NICOLA (M5S) si sofferma sulla proposta di risoluzione presentata dal Gruppo Movimento 5 Stelle, evidenziando preliminarmente che le altre proposte depositate contengono spunti e suggerimenti apprezzabili che potrebbero condurre la Commissione ad adottare un testo di sintesi unitario. Per quanto riguarda la proposta di risoluzione di cui è firmatario, tiene a sottolineare l'importanza della sinergia tra la RAI e il Ministero dell'istruzione e del rafforzamento complessivo dell'offerta didattica, attraverso l'istituzione di una piattaforma multimediale, che, superando le difficoltà legate al digital divide, assicuri attraverso una pluralità di strumenti – televisivo, radiofonico, web o anche telefonico – la possibilità per tutti gli studenti di accedere ai contenuti didattici informativi. Reputa inoltre che l'istruttoria sulla proposta di risoluzione potrebbe essere arricchita anche dall'interlocuzione con tutti i Dicasteri competenti in materia.
Dopo alcuni interventi da parte delle senatrici Felicia GAUDIANO (M5S) e Valeria FEDELI (PD) sul tema della formazione dei docenti, prende la parola il deputato Michele ANZALDI (IV) per sottolineare che il tema in argomento riveste una indubbia urgenza; a suo avviso la Commissione dovrebbe quindi prontamente approvare un testo di risoluzione, partendo dai contenuti assolutamente condivisibili della proposta depositata dalla senatrice Fedeli.
Coglie infine l'occasione per rilevare che, in vista dell'apertura degli asili nido e dei centri estivi, la RAI si renda parte attiva di una apposita campagna di informazione e sensibilizzazione destinata ai bambini.
Il deputato Emilio CARELLI (M5S), nel concordare sulla prospettiva di un testo di sintesi condiviso tra tutte le proposte di risoluzione presentate e sull'urgenza di un'iniziativa al riguardo della Commissione, pone l'accento sul coinvolgimento attivo del Ministero dell'istruzione e sulla creazione di una piattaforma multimediale, dato che un canale televisivo ad hoc non può costituire uno strumento esclusivo, anche per gli ingenti costi che esso comporta. Quale ulteriore spunto ritiene che l'attuale numerazione del canale Rai Scuola non risulta essere tra idonea a consentirne la massima fruizione; pertanto, bisognerebbe agire anche su questo punto.
La deputata Francesca FLATI (M5S) ribadisce da parte del proprio Gruppo la disponibilità a predisporre un testo unitario e condiviso tra tutte le proposte di risoluzione depositate, tramite una istruttoria approfondita. Si dichiara altresì favorevole a una campagna di sensibilizzazione della RAI destinata ai bambini.
Il PRESIDENTE, nel rinviare il seguito dell'esame delle proposte di risoluzione, reputa che in un prossimo Ufficio di Presidenza i primi firmatari delle suddette proposte potranno valutare le condizioni per elaborare un testo unitario di sintesi che raccolga la piena condivisione di tutta la Commissione.
Su richiesta del deputato Mollicone, il PRESIDENTE si dichiara disponibile a formulare in tempo utile ipotesi di sintesi tra i testi in esame.
Il seguito dell'esame è quindi rinviato.
Sui lavori della Commissione.
Il senatore Alberto AIROLA (M5S) sollecita il completamento dell'audizione della Direttrice acquisti della RAI che nella relazione introduttiva svola ieri ha fornito utili spunti ed indicazioni.
Il deputato Giorgio MULÈ (FI) sollecita la calendarizzazione della proposta di risoluzione, presentata ieri dai Gruppi Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia sulla improcrastinabile necessità di ristabilire la corretta informazione sui programmi televisivi di informazione giornalistica della RAI.
Il PRESIDENTE comunica che, come concordato in Ufficio di Presidenza, si procederà all'avvio di uno specifico approfondimento sul rispetto dell'articolo 25, comma 1, lettera s) del Contratto di servizio, con riferimento alla conclusione dei contratti di diffusione pubblicitaria sulla base di principi di concorrenza, trasparenza e non discriminazione, al fine di garantire un corretto assetto di mercato. A tale riguardo, si è convenuto di procedere nelle prossime sedute alle audizioni dei responsabili di Rai pubblicità e del Presidente di Agcom.
Ricorda infine che il seguito dell'audizione della Direttrice acquisti della Rai – avviata nella giornata di ieri – proseguirà in una prossima seduta, mentre la proposta di risoluzione segnalata dal deputato Mulè potrà essere calendarizzata dopo che la Commissione avrà esaurito la propria attività sugli atti di indirizzo riguardanti l'offerta didattica.
Inoltre, nel prossimo Ufficio di Presidenza si riserva di sottoporre una lettera che potrebbe essere destinata alla RAI per l'avvio di una campagna di informazione e sensibilizzazione rivolta ai bambini, con particolare riferimento, ad esempio, a quali comportamenti assumere o invece evitare in ordine alla attuale fase di emergenza sanitaria.
Sulla pubblicazione dei quesiti.
Il PRESIDENTE comunica che è pubblicato in allegato, ai sensi della risoluzione relativa all'esercizio della potestà di vigilanza della Commissione sulla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, approvata dalla Commissione il 18 marzo del 2015, il quesito n. 213/1102 per il quale è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (vedi allegato 5).
La seduta termina alle 9.40.
ALLEGATO 1
Proposta di risoluzione per rafforzare l'offerta didattica, scolastica e formativa del servizio pubblico, presentata dal deputato Capitanio, dal senatore Salvini, dal deputato Morelli, dal senatore Bergesio, dal deputato Coin, dal senatore Fusco, dal deputato Iezzi, dalla senatrice Pergreffi, dal deputato Tiramani.
Premesso che:
l'articolo 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103, e articolo 49, comma 12-ter, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), attribuiscono alla Commissione funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi;
l'articolo 14 del Regolamento interno stabilisce che essa esercita i poteri e le funzioni che le sono attribuiti dalla legge, adottando, quando occorra, risoluzioni contenenti direttive per la società concessionaria;
ai sensi dell'articolo 45, comma 2, lettera b), del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), il servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale garantisce «un numero adeguato di ore di trasmissioni televisive e radiofoniche dedicate all'educazione»;
considerato che:
nell'ambito delle misure restrittive adottate per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19, il Governo ha disposto la sospensione dei servizi educativi per l'infanzia e le attività didattiche delle scuole di ogni ordine e grado su tutto il territorio nazionale fino al 13 aprile prossimo; tuttavia – visto il protrarsi dell'emergenza – non vi è alcuna certezza circa la riapertura delle scuole prima della data di conclusione dell'anno scolastico prevista dal calendario nazionale;
contestualmente alla sospensione delle attività didattica, il Governo ha promosso lo svolgimento a distanza delle medesime attività, mediante l'utilizzo di supporti informatici (c.d. e-learning);
per la fruizione di attività didattiche a distanza (e-learning) è necessario disporre di un supporto elettronico (computer, tablet, ecc.), possibilmente di ultima generazione, e soprattutto di una connessione alla rete internet a velocità tale da consentire una navigazione fluida, tanto in download quanto in upload;
il digital divide continua purtroppo ad essere una realtà in Italia, con la maggior parte del Paese raggiunto da connessioni a velocità inferiore alla media europea, e addirittura alcune aree del Paese che continuano ad essere del tutto disconnesse dalla rete. In particolare, stando alle ultime rilevazioni effettuate dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom):
circa il 5 per cento delle famiglie italiane non è raggiunto da ADSL;
il 68,5 per cento delle famiglie è raggiunto dalla rete fissa con velocità in download pari o superiore a 30 Mbit/s;
soltanto il 36,8 per cento delle famiglie italiane è raggiunto dalla rete fissa con velocità in download pari o superiore a 100 Mbit/s (c.d. banda ultra-larga);
per sopperire alle differenze esistenti in fatto di connessioni alla rete internet e, più in generale, per supportare le istituzioni scolastiche un importante aiuto – in questa situazione emergenziale – deve giungere dalla Rai, quale Società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo;
la Rai si è mossa in tal senso a partire dal 9 marzo scorso, con la produzione di contenuti educativi, rivolti a docenti e studenti, resi disponibili online sulla piattaforma «Scuola@Casa», e attraverso Rai Scuola (canale 146 Dt, 133 di Tivusat e 806 di Sky Italia), al cui normale palinsesto sono state aggiunte altre 5 ore di trasmissione articolate per materie dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 14, con replica al pomeriggio;
ritenuti, tuttavia, non del tutto adeguati gli sforzi profusi dalla Società concessionaria, vista la frammentarietà dell'offerta dedicata, la mancata trasmissione di contenuti didattici sulle principali reti generaliste e la scarsa promozione della stessa offerta;
visto l'accordo recentemente siglato dal Ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, e dall'Amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, finalizzato a rafforzare l'impegno della Rai sul fronte della programmazione e degli spazi dedicati alla scuola, a maggior ragione vista l'emergenza in corso;
vista l'impellente necessità, per la Rai, di supplire – per quanto possibile – alla fornitura di servizi educativi in modo organico e accessibile a tutti, in ottemperanza agli obblighi connessi allo svolgimento del servizio pubblico radiotelevisivo;
si impegna la Società concessionaria:
a rafforzare la collaborazione con il Ministero dell'istruzione per coinvolgere docenti qualificati nella predisposizione di lezioni didattiche compatibili con la fruizione televisiva;
a concentrare tutta l'offerta didattica a disposizione (partendo da Rai Scuola con l'eventuale appoggio di altri canali), garantendo una massiccia ed efficace pubblicizzazione di tale offerta su tutte le reti Rai con spot periodici, grafiche informative e servizi dedicati durante i telegiornali;
a valorizzare in tv le best practice di e-learning già messe in atto da molti istituti e da molti singoli docenti italiani;
a migliorare e accrescere in particolare l'offerta didattica di base rivolta agli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado;
a prevedere degli approfondimenti multidisciplinari rivolti agli studenti della scuola secondaria di secondo grado;
a produrre e rendere disponibili dei contenuti televisivi e multimediali dedicati allo sport e all'attività fisica, con degli spazi altresì riservati ad un'attività motoria guidata da svolgere in casa;
a produrre e rendere disponibili dei contenuti televisivi e multimediali dedicati all'apprendimento della lingua inglese e allo sviluppo consapevole della cittadinanza digitale, anche al fine di contrastare reati come revenge porn e cyberbullismo;
a supportare la fruizione dei contenuti delle persone con disabilità, garantendo tutti i supporti possibili (lingua dei segni, sottotitolazione);
a far sì che la programmazione dedicata tenga conto delle minoranze linguistiche;
a rendere tutti i contenuti didattici facilmente accessibili sulle piattaforme digitali, come RaiPlay, favorendo altresì il coordinamento con l'archivio Rai e con altre risorse, anche esterne, presenti online;
ad adoperarsi con sollecitudine affinché ampi e opportuni spazi del palinsesto delle reti generaliste maggiormente fruite dai telespettatori siano dedicati ai contenuti educativi e scolastici.
ALLEGATO 2
Proposta di risoluzione sull'istituzione di un canale RAI dedicato alla didattica, presentata dalla senatrice Fedeli e dal presidente, senatore Barachini.
La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi;
premesso che:
l'articolo 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103, e l'articolo 49, comma 12-ter, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), attribuiscono alla Commissione funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi;
l'articolo 14 del Regolamento della Commissione stabilisce che essa esercita i poteri e le funzioni che le sono attribuiti dalla legge, adottando, quando occorra, risoluzioni contenenti direttive per la società concessionaria;
l'emergenza Covid-19, sconvolgendo abitudini e organizzazioni sociali così profondamente fondate sulla co-presenza, ha reso evidente che i processi di innovazione digitale sono decisivi se si vogliono assicurare al Paese prospettive di qualità della vita, di uguaglianza, di competitività;
l'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI), che tiene conto di parametri legati alla disponibilità di banda, alla digitalizzazione dei servizi e alle competenze digitali, nel 2019 vede l'Italia al 24o posto su 28 Paesi membri dell'Unione europea. In particolare, secondo la relazione DESI 2019 della Commissione europea relativa all'Italia, tre persone su dieci non utilizzano internet abitualmente e più della metà della popolazione non possiede competenze digitali di base;
si tratta di disuguaglianze che ricalcano e seguono le differenze tra le aree del Paese, manifestandosi con maggiore evidenza nei territori socialmente ed economicamente più deboli, ma non solo: il ritardo sulla digitalizzazione è strutturale e le persone che si sono trovate in difficoltà (per accedere alla didattica come più semplicemente alla spesa online) sono state molte e distribuite in tutta l'Italia;
è, pertanto, quanto mai urgente un investimento volto a colmare tale divario, che risulta essere di due tipi: di accesso tecnologico (assenza di connessione e device adeguati) e culturale, legato quindi alle competenze di fruizione;
è un investimento che non può che essere strutturale e di lungo periodo, e che non può non guardare alla scuola come a una priorità, sia per ridurre le disuguaglianze oggi, sia per costruire una società con meno divario domani;
il digital divide è effettivamente apparso particolarmente evidente nell'ambito scolastico: l'accesso alla didattica a distanza è risultato impossibile per molte famiglie, che non hanno potuto fruire di collegamenti e contenuti didattici;
il contesto sopra delineato ha offerto al servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale l'opportunità di rivestire un importante ruolo di supporto alla formazione e alla didattica a distanza. In particolare, nel corso dell'emergenza sanitaria la RAI ha siglato, il 24 marzo 2020, una carta di intenti con il Ministero dell'Istruzione per potenziare l'offerta destinata alla scuola che ha portato, a partire dal 17 aprile 2020, alla realizzazione di un palinsesto completamente dedicato, con contenuti per ogni fascia d'età e un'attenzione particolare per chi deve affrontare l'esame di stato;
ciò è il risultato, tra l'altro, delle sollecitazioni rivolte all'Azienda da parte di questa Commissione. In particolare, la Commissione, con una prima lettera in data 24 marzo 2020, ha invitato la RAI a rafforzare l'impegno per un'offerta didattica e formativa che, d'intesa con il Ministero dell'Istruzione, permetta l'approfondimento di argomenti utili per la preparazione degli studenti che sono chiamati ad affrontare le prove dell'esame di maturità, e, con una seconda lettera, in data 8 aprile 2020, ha rilevato l'esigenza che la RAI, coordinandosi con il Ministero dell'istruzione ai fini dello svolgimento dei programmi scolastici, delinei i propri palinsesti ed il grado complessivo della programmazione didattica in modo più organico ed ordinato e dia impulso ad una campagna di informazione e di sensibilizzazione sulle varie iniziative proposte, anche e soprattutto nelle fasce di maggiore ascolto, per contribuire ad una loro più adeguata conoscenza ed all'accesso dei temi e degli argomenti che sono trattati per le varie discipline e materie e secondo i bisogni delle diverse categorie di studenti;
la collaborazione positivamente avviata in questa fase di emergenza tra la RAI e il Ministero dell'Istruzione ha già permesso quindi di rendere disponibili contenuti formativi sia nei palinsesti che sui portali, valorizzando anche l'archivio dell'Azienda, che vanta un patrimonio di pregio, frutto del lavoro di molti anni;
tale iniziativa è stata apprezzata pubblicamente anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale, intervenendo con un videomessaggio nella prima puntata del programma «#maestri» di Rai Cultura, ha definito la collaborazione tra la Rai e il Ministero dell'Istruzione «un contributo importante, che esalta la missione di servizio pubblico, richiamando il ricordo di alcune delle pagine più belle e preziose della Rai»;
la Commissione ritiene che il contributo della RAI, superata l'emergenza sanitaria, possa diventare strutturale, fermo restando che si tratta di un supporto alla didattica e che la scuola quale luogo fisico è imprescindibile e insostituibile, non solo per la formazione ma altresì per la socializzazione, l'incontro e la disciplina e, quindi, rimane essenziale per lo sviluppo psico-fisico degli studenti, in particolare dei più piccoli. Un impegno strutturale del servizio pubblico televisivo potrebbe però risultare fondamentale per accompagnare il percorso di crescita delle opportunità di didattica pensate per il web e contribuire al superamento delle disuguaglianze;
il contributo offerto dal Servizio Pubblico potrebbe altresì inserirsi nel quadro di una formazione integrata e complessa, capace di supportare le necessità formative non solo dei bambini e degli adolescenti, ma di tutta la popolazione, secondo diverse necessità ed esigenze, ed incidere positivamente nei processi di integrazione sociale;
la collaborazione tra Rai e scuola diventa così una grande occasione di accelerazione e moltiplicazione di opportunità per i giovani, oltre che per tutta la comunità, nell'idea di sostenere la crescita di una società della conoscenza e dell'uguaglianza;
considerato che:
la RAI è la prima azienda culturale del Paese e deve perseguire, tra gli obiettivi indicati nel Contratto di servizio 2018-2022, la «promozione della valorizzazione dell'istruzione e della formazione professionale» (articolo 2, comma 2, lett. d) e la sua offerta culturale deve comprendere, tra l'altro, «trasmissioni e documentari a contenuto educativo, storico, artistico, letterario e scientifico» nonché «trasmissioni con finalità didattico-divulgative su temi scolastici» (articolo 2, comma 3, lett. c);
la Commissione ritiene che la RAI, per un'azione più efficace e razionale, potrebbe dedicare un canale televisivo in digitale terreste ai contenuti didattici, prodotti dall'Azienda, realizzati con la partecipazione dei docenti e validati dal Ministero dell'Istruzione, a partire dal prossimo anno scolastico e per i diversi cicli scolastici, iniziando dalla scuola primaria;
per lo sviluppo di tali contenuti è necessario individuare docenti da attivare per le diverse materie, facendo riferimento, in particolare, ad esperienze e reti innovative già esistenti (come ad esempio Avanguardie Educative o FutureLabs). In questo senso è auspicabile che, nel quadro della collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, si prevedano occasioni di formazione e strumenti operativi per docenti, al fine di sostenere il loro impegno nella realizzazione dei contenuti, processo utile sia per l'efficacia del canale digitale terreste sia per le diverse esigenze di innovazione didattica;
tale iniziativa consentirebbe a tutte le famiglie, ivi comprese quelle che non hanno accesso al digitale, di fruire di contenuti formativi pensati appositamente per i diversi cicli;
un canale siffatto permetterebbe altresì ai soggetti più deboli, che per vari motivi sono temporaneamente impossibilitati a recarsi a scuola, ad esempio in quanto ospedalizzati, di fruire di uno strumento di supporto alla didattica e potrebbe costituire un'importante occasione anche per quei bambini e ragazzi non seguiti dalle famiglie, immersi in contesti sociali difficili, per i quali vi è il rischio di abbandono scolastico o per i quali tale abbandono si è già verificato.
la proposta in parola potrebbe assolvere, da ultimo, la funzione di aiutare le fasce più deboli e le prime generazioni di immigrati ad approfondire la conoscenza della lingua e della cultura italiana;
una particolare attenzione dovrebbe essere rivolta ai linguaggi usati, per ottenere una programmazione di contenuti coinvolgenti e in grado di superare ogni tipo di gap culturale;
i programmi prodotti per il canale digitale terrestre, oltre a rispondere alle esigenze di fruizione di tutte le famiglie che non dispongono di connessione internet, potranno poi essere resi disponibili anche online, con un catalogo consultabile on demand, che andrà ad arricchire l'offerta di contenuti già attualmente disponibili sui portali RAI, diventando anche materiale didattico usabile da singole scuole e singoli docenti;
ciò premesso e considerato la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi;
Invita:
il Consiglio di amministrazione della RAI – Radiotelevisione italiana S.p.a. a:
rendere permanente e strutturale l'offerta sul digitale terrestre di contenuti dedicati alla formazione e alla didattica, anche in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione e, in particolare, riservare a tali contenuti un apposito canale in modo da rendere maggiormente organica e facilmente fruibile tale offerta, in accoglimento delle proposte e secondo le modalità esposte nella presente risoluzione.
ALLEGATO 3
Proposta di risoluzione sull'istituzione di una piattaforma multimediale RAI dedicata alla didattica a distanza, presentata dal senatore Di Nicola, dai deputati Flati, Carelli, Giordano, dalle senatrici Gaudiano, L'Abbate, Ricciardi, Maria e Mantovani, dalla deputata Di Lauro, dal senatore Airola e dalla deputata Paxia.
La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
premesso che:
l'articolo 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103, e l'articolo 49, comma 12-ter, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), attribuiscono alla Commissione funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi;
l'articolo 14 del Regolamento della Commissione stabilisce che essa esercita i poteri e le funzioni che le sono attribuiti dalla legge, adottando, quando occorra, risoluzioni contenenti direttive per la società concessionaria;
ai sensi dell'articolo 45 comma 2 lettera b) del decreto legislativo 31 luglio 2005 n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) il servizio pubblico radiofonico televisivo e multimediale garantisce «un numero adeguato di ore di trasmissioni televisive e radiofoniche dedicate all'educazione, all'informazione, alla formazione, alla promozione culturale»;
ai sensi del Contratto Nazionale di Servizio con il Ministero dello Sviluppo Economico (CNS), la Rai è tenuta a garantire trasmissioni dedicate all'educazione e all'informazione, finalizzate a favorire l'istruzione, la crescita civile, la facoltà di giudizio e di critica, il progresso e la coesione sociale e a promuovere il proprio archivio storico, radiofonico e televisivo quale patrimonio essenziale per un efficace sviluppo della propria complessiva missione di servizio pubblico (CNS artt. 3, co.2 lett. B, e 14);
in data 24 marzo 2020 il Ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina e l'Amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini hanno sottoscritto una carta d'intenti sul tema «Emergenza educativa COVID-19. Didattica a distanza» con cui si impegnano a promuovere «azioni dedicate alla individuazione delle più idonee modalità di attivazione di didattica a distanza da proporre alle istituzioni scolastiche del territorio nazionale per tutto il periodo interessato dall'emergenza educativa determinata da COVID-19»;
con la stessa Carta di intenti Ministero dell'Istruzione e Rai stabiliscono «di mettere a fattore comune le rispettive competenze ed i rispettivi know how al fine di avviare con decorrenza immediata una collaborazione finalizzata allo sviluppo delle Iniziative, anche editoriali, che saranno disciplinate attraverso specifici accordi attuativi nei quali saranno regolamentate le modalità attuative, normative ed economiche dei reciproci impegni»;
considerate:
l'impossibilità, alla luce dell'emergenza Covid-19, di assicurare per ragioni di sicurezza sanitaria la presenza degli studenti negli istituti scolastici su tutto il territorio nazionale;
l'urgenza e l'opportunità di assicurare il proseguimento della formazione educativa attraverso tutti gli strumenti dell'innovazione digitale anche e non solo in condizioni di emergenza, ma anche nell'ordinario al fine di cogliere ed utilizzare tutte le opportunità offerte dal progresso tecnologico;
l'urgenza di stipulare un accordo quadro tra Rai e ministero dell'Istruzione per definire programmi didattici e modalità di reclutamento dei docenti in grado di svolgerli secondo i migliori standard;
la necessità di valutare e definire tra Rai e Ministero l'opportunità di concedere crediti formativi collegati alla fruizione delle lezioni a distanza;
la necessità di favorire, facilitare e valorizzare il lavoro del corpo docente;
l'urgenza di rimuovere tutti gli ostacoli e le disuguaglianze determinate dal digital divide che vede solo una parte del Paese usufruire attualmente del digitale terrestre, delle connessioni telefoniche e internet adeguate, per garantire l'accesso alla didattica a distanza per tutti gli studenti;
l'urgenza di procedere a una mappatura del segnale televisivo in tutto il Paese al fine di impegnare il Ministero dell'Economia a mettere in campo tutti gli investimenti necessari per garantire attraverso Rai e società collegate la fruizione del segnale televisivo e radiofonico su tutto il territorio nazionale.
l'opportunità che la Società concessionaria valuti la possibilità di stipulare accordi al fine di assicurare la continuità del segnale internet con le compagnie telefoniche e tutti gli altri operatori web mettendo a disposizione la rete capillare dei propri ripetitori.
l'urgenza di dare corso allo sviluppo delle Iniziative, anche editoriali oggetto della Carte di intenti e dei futuri accordi in essa richiamati tra il Ministero dell'Istruzione e l'Azienda del Servizio pubblico radiotelevisivo;
l'opportunità secondo questa Commissione di rendere permanente e strutturale anche dopo la cessazione dell'emergenza Coronavirus il contributo alla didattica per tutti gli studenti attraverso la collaborazione tra ministero e Rai, con l'obiettivo primario del superamento di ogni forma di disuguaglianza anche e soprattutto per le persone con disabilità;
la necessità di avviare in Commissione parlamentare di Vigilanza Rai gli approfondimenti necessari per dare immediatamente corso alla realizzazione della suddetta piattaforma multimediale, anche attraverso un breve calendario di audizioni che necessariamente richiedono la convocazione dell'amministratore delegato Rai, dei ministri dell'Economia, dell'Istruzione, dello Sviluppo economico, dell'Innovazione e della Pubblica amministrazione;
la necessità di rafforzare la collaborazione con il Ministero dell'istruzione istituendo un tavolo di lavoro dedicato dove confrontarsi sul fronte della programmazione e degli spazi dedicati alla scuola, anche tenendo in considerazione docenti esperti nella predisposizione di lezioni diffuse con modalità cross-mediale. Particolare attenzione si dovrà porre al contrasto del fenomeno delle prepotenze tra pari in un contesto di gruppo, ovvero alla discriminazione di genere e atti persecutori; alla conoscenza e alla trasmissione dei valori della Costituzione italiana; alla conoscenza della lingua, dell'arte, della cultura italiana, della matematica e delle scienze; alla valorizzazione della diversità; al dialogo interculturale e interreligioso.
impegna la RAI:
ad avviare tutte le procedure interne, gli approfondimenti tecnici ed economico-finanziari necessari per predisporre una piattaforma multimediale che, superando tutte le difficoltà connesse al digital divide, assicuri, a seconda dei casi, con lo strumento televisivo, radiofonico, web o anche semplicemente telefonico la possibilità per tutti gli studenti italiani di accedere ai contenuti didattici e formativi come definiti dagli accordi in essere e in quelli da definire con il Ministero dell'Istruzione al fine dello svolgimento dei programmi ministeriali di tutte le scuole di ogni ordine e grado.
ALLEGATO 4
Proposta di risoluzione per la trasformazione di Rai scuola in unico canale didattico RAI presentata dal deputato Mollicone e dalla senatrice Garnero Santanchè.
La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
premesso che:
L'articolo 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103, e l'articolo 49, comma 12-ter, Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, attribuiscono alla Commissione funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi;
l'articolo 14 del Regolamento della Commissione stabilisce che essa esercita i poteri e le funzioni che le sono attribuiti dalla legge, adottando, quando occorra, risoluzioni contenenti direttive per la società concessionaria;
la RAI è la prima azienda culturale italiana e deve perseguire, tra gli obiettivi indicati nel Contratto di servizio 2018-2022, la «promozione della valorizzazione dell'istruzione e della formazione professionale», di cui all'articolo 2, comma 2, lett. d) e la sua offerta culturale deve comprendere, tra l'altro, «trasmissioni e documentari a contenuto educativo, storico, artistico, letterario e scientifico» nonché «trasmissioni con finalità didattico-divulgative su temi scolastici», così come regolamentato dall'articolo 2, comma 3, lett. c);
Considerato che:
mentre l'ultimo DPCM di recentissima approvazione ha decretato la conclusione dell'anno scolastico, confermando la proroga della didattica a distanza (DAD) anche nella cosiddetta «fase 2» dell'emergenza da Coronavirus, l'Istat ha pubblicato un preoccupante report sull'accesso dei giovani alla tecnologia: sono pochi o pari a zero gli strumenti informatici, così come le competenze digitali;
se la valutazione della didattica a distanza influenzerà il voto scolastico, così come appena stabilito dal Ministero dell'Istruzione, gli studenti del Sud saranno i più svantaggiati: non tutti, infatti, possono avvalersi della didattica online; il 34 per cento delle famiglie non ha un computer o un tablet in casa, percentuale che al Sud sale al 41 per cento. Si contano circa 850 mila giovani tra i 6 e i 17 anni senza dispositivi, dei quali 470 mila nel Mezzogiorno e il 44 per cento solo in Sicilia;
quando il computer o il tablet c’è è uno solo, ovvero «insufficiente rispetto al numero di componenti»: al Sud il 26 e mezzo per cento ha a disposizione un numero di pc e tablet per meno della metà dei componenti, mentre in alcune realtà del Nord come Trento, Bolzano, in Lombardia ma anche nel Lazio, la quota sale al 70 per cento. Le famiglie che riescono a garantire almeno un dispositivo per ogni componente al Sud sono il 14 per cento, a Nord il 26;
non avere i dispositivi significa anche non saperli usare o saperlo fare poco e in tale contesto attuare la didattica a distanza, obbligatoria in periodo di quarantena, rischia di diventare un privilegio per molte famiglie;
la didattica digitale rischia, inoltre, di fare esplodere divari sociali già esistenti: da una parte i figli delle famiglie più solide, con una buona connessione Internet e genitori in grado di seguire i ragazzi nei compiti e nella didattica on line, dall'altra i ragazzi che hanno alle spalle famiglie fragili, con pochi strumenti culturali e digitali e che adesso faticano a partecipare alle lezioni on line;
la scuola è luogo principe per garantire le pari opportunità e, invece, rischiamo che proprio l'istituzione perda questo ruolo perché non in grado di colmare il divario sociale che la didattica a distanza sta acuendo e garantire le medesime opportunità per tutti i bambini;
in questo periodo di emergenza è di attualità la «vexata quaestio» dei limiti e delle potenzialità offerte dalla cosiddetta didattica a distanza, cui i docenti della scuola italiana hanno, per la stragrande maggioranza, risposto, comportandosi da professionisti dotati di senso etico, dimostrando di non essere una categoria parassitaria, ma di rappresentare l'ossatura portante dell'intero sistema educativo.
I docenti stanno dimostrando che la loro professione non è solo una formale rassegna di nozioni da impartire, in modo più o meno efficace, ma un'arte di trasmissione del sapere che affonda le proprie radici nella «paideia», mettendo al centro persone e non numeri;
la televisione inoltre ha il grande vantaggio di poter garantire, anche agli studenti diversamente abili, un alto grado di apprendimento. L'esempio più comune è dato dalla lingua dei segni, che proprio grazie al piccolo schermo permette a migliaia di italiani di restare sempre aggiornati;
per sopperire alle differenze in tema di accessibilità alla rete e, più, in generale, di supporto per le istituzioni un importante ruolo deve essere assunto dalla Rai, quale società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo;
è noto che già esiste un importante e particolarmente efficiente servizio proposto sul digitale terrestre, quindi su tutto il territorio italiano, con Rai Scuola, e sul web sono anche presenti: Rai Cultura e Rai Play. Inoltre grazie anche alle Teche Rai accessibili gratuitamente e oggi rese ancora più fruibili, le opzioni diventano davvero numerose;
la Rai e il ministero dell'Istruzione hanno già adottato numerose iniziative per migliorare i contenuti didattici e adeguare i palinsesti alla situazione emergenziale;
impegna la Società concessionaria:
a) a riservare ai contenuti dedicati alla formazione e alla didattica un apposito canale in modo da rendere maggiormente organica e di migliore fruizione tale offerta, tramite il rafforzamento di Rai Scuola;
b) alla produzione di contenuti televisivi e multimediali dedicati ai rischi sul web e, in generale, diretti all'alfabetizzazione digitale, incentivando la cosiddetta «igiene» digitale;
c) al supporto della fruizione dei contenuti per le persone con disabilità sensoriale, garantendo tutti gli strumenti quali la lingua LIS e la sottotitolazione;
d) al rafforzamento del ruolo di RaiPlay, favorendo un coordinamento con l'archivio Rai e risorse online, anche esterne, così da costituire una vera e propria «Raiflix»;
e) alla produzione di contenuti televisivi e multimediali dedicati alla cultura, al teatro, alla danza, allo spettacolo dal vivo, allo spettacolo viaggiante, alla musica, ai concerti, supportando la realizzazione di spettacoli ed eventi da poter rendere disponibili sulla piattaforma Raiplay;
f) a promuovere una campagna informativa per la conoscenza dei canali Rai dedicati alla didattica al grande pubblico;
g) allo sviluppo di contenuti didattici anche per il pubblico delle classi primarie;
h) al rafforzamento della collaborazione con il ministero dell'Istruzione, il ministero dell'Università, le istituzioni culturali, le istituzioni scientifiche e l'INDIRE per migliorare la qualità dell'offerta didattica, anche incrementando la formazione dei docenti per migliorare la fruizione televisiva dell'offerta.
ALLEGATO 5
QUESITO PER IL QUALE È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (DAL N. 213/1102)
BERGESIO, CENTINAIO. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
All'interno dei programmi «Report» e «Indovina chi viene a cena» sono trasmessi sovente dei servizi e delle inchieste giornalistiche i cui contenuti ledono il «made in Italy» e contribuiscono al boicottaggio dei prodotti nazionali.
Molti dei servizi trasmessi sono realizzati da giornalisti freelance, i quali producono autonomamente e con i propri mezzi le inchieste che poi la Rai si limita a ricevere, post-produrre e trasmettere, senza che sia fornita alcuna informazione in ordine alle spese sostenute per la realizzazione del servizio e ai mezzi di finanziamento per farvi fronte. Donde il concreto rischio che aziende o gruppi di interesse avversi finanzino la realizzazione di inchieste ad hoc a danno del soggetto «sotto indagine» e dunque della concorrenza italiana.
Considerato che:
ai sensi dell'articolo 2 del Contratto di servizio 2018-2022, la Rai assicura un'offerta di servizio pubblico rispettosa dei principi dell'imparzialità, dell'indipendenza e del pluralismo, ed è tenuta ad adottare criteri di gestione idonei ad assicurare trasparenza ed efficienza con particolare riguardo all'uso delle risorse pubbliche;
la mancanza di trasparenza in ordine a potenziali finanziatori esterni di servizi giornalistici trasmessi nelle reti Rai è dannosa per l'imparzialità dell'informazione;
alla Società Concessionaria si chiede:
di sapere se e come la Rai partecipi (in tutto o in parte) al finanziamento dei servizi trasmessi all'interno dei programmi «Report» e «Indovina chi viene a cena»;
rispetto ai servizi prodotti da giornalisti freelance con propri mezzi, di avere un elenco analitico di tali servizi, con riportati i costi sostenuti e i mezzi di finanziamento per farvi fronte.
(213/1102)
RISPOSTA. In merito all'interrogazione in oggetto si trasmettono gli elementi informativi forniti dai responsabili dei programmi, nell'ambito della loro autonomia editoriale.
Report:
«In merito ai quesiti posti dall'interrogazione parlamentare del 22 aprile a firma dei senatori Bergesio e Centinaio li scindiamo in tre questioni:
1) Ipotetico boicottaggio da parte di Report dei prodotti nazionali del Made in Italy:
non c’è alcun boicottaggio dei prodotti nazionali e del Made in Italy da parte di Report. Il programma si basa sul giornalismo investigativo e nel corso della sua ventennale storia ha sempre avuto come mission, tra le altre, la tutela dei consumatori e dei cittadini.
più volte Report ha raccontato anche le buone pratiche. Proprio la puntata successiva a quella richiamata nell'interrogazione ha spiegato come funziona il protocollo Ferrari per la sicurezza del lavoratore, evidenziando come una ditta italiana diventata vera ambasciatrice del made in Italy concepisce l'eccellenza di un prodotto nell'eccellenza dell'ambiente lavorativo.
il giornalismo investigativo in un paese, dove la libertà di stampa e di espressione del pensiero è garantita dalla Costituzione, costituisce un dovere da parte del servizio pubblico di cui è concessionaria la RAI. Ed è proprio il finanziamento da canone che garantisce al Servizio Pubblico la non influenzabilità dei suoi professionisti che fanno inchiesta.
Quanto al servizio di Luca Chianca, che sembra essere richiamato nell'interrogazione, si segnala che l'inchiesta, nata anche da segnalazioni di cittadini e consumatori, è stata svolta con il coinvolgimento degli allevatori, tutti regolarmente intervistati. Nessuno di loro ha affermato di rappresentare il Made in Italy, quanto piuttosto di aderire a un sistema produttivo intensivo, sistema che è in linea con la produzione di aziende nazionali o multinazionali. L'inchiesta, a tutela def cittadino e del consumatore, si è particolarmente soffermata sui liquami prodotti dalle deiezioni degli animali allevati intensivamente. Tra gli effetti di queste deiezioni c’è anche la produzione di inquinamento atmosferico, in particolare di ammoniaca che genera particolato, il cosiddetto PM 10, come certifica la stessa l'Arpa Lombardia. Infine, nell'inchiesta è denunciato come il particolato prodotto dall'ammoniaca sia ritenuto da diversi studi delle più prestigiose università nel mondo un vettore di virus. Ecco le ricerche che suffragano questo dato di fatto:
Ipotesi su come il Pm10 abbia aiutato la diffusione del Coronavirus in Pianura Padana. Position paper della Società Italiana di Medicina ambientale in collaborazione con l'Università di Bologna e Bari. Abbiamo intervistato il presidente della Sima e il professore Leonardo Setti – del dipartimento chimica industriale dell'Università di Bologna.
Per quanto riguarda la verifica del position paper, che si ricorda essere un'ipotesi allo studio come evidenziato nel corso del servizio, è stato contatto un ricercatore dell'Università di Trento che ha collaborato allo studio cinese su cui si sono basati i ricercatori della Sima. Lo studio cinese è stato realizzato dall'università di Pechino e Shanghai in collaborazione con l'Università della California di San Diego e ha analizzato tra il 2012 e il 2013 1'aria inquinata di Pechino e isolando 106 campioni di Pm2,5 e Pm10 hanno scoperto che il 4 per cento delle presenze sul particolato era formato da virus.
Nota stampa della Società Italiana di Aerosol dove l'inquinamento è più diffuso la mortalità aumenta addirittura, per Covid-19, del studio condotto dall'università TH Chan School of Public Health di Harvard dopo la messa in onda del programma, il Corriere della Sera ha pubblicato uno studio dell'università di Trieste, in collaborazione con il Sima, che ha riscontrato nel particolato atmosferico degli ultimi giorni in Lombardia il Covid19.
2) Ruolo della Rai nella realizzazione delle inchieste di Report:
la Rai ha un ruolo attivo e non si limita a ricevere, post-produrre e trasmettere le inchieste. La Rai produce Report che è un programma informativo interno guidato da Sigfrido Ranucci, giornalista, caporedattore dipendente Rai. Insieme a Ranucci lavora una dirigente della rete e, insieme ai vertici di Rai3, si assume la responsabilità non di trasmettere i programmi ma di realizzarli e di controllarli editorialmente prima della messa in onda.
come in tutti gli altri programmi tra i giornalisti inviati ci sono differenti tipologie contrattuali. Ci sono 4 giornalisti interni, con contratto a tempo indeterminato, ci sono giornalisti esterni legati alla Rai da un contratto di collaborazione e scrittura e poi ci sono giornalisti con un contratto consulenza, collaborazione e realizzazione di servizi filmati. Per gli inviati interni e per quelli esterni con contratto di collaborazione e scrittura la Rai provvede ad anticipare le spese di produzione e di trasferta.
Per gli esterni, che sono video giornalisti professionisti in grado di girare e montare autonomamente l'inchiesta, le spese vengono rimborsate con un tariffario molto rigido che si basa sui costi produttivi sostenuti, sui viaggi affrontati e sulla durata stessa del pezzo. Il loro contratto prevede comunque l'uso anche dei video maker della RAI e il riferimento costante alla redazione e al Capo-redattore per lo sviluppo e la realizzazione dell'inchiesta. Il desk di riferimento consente al Capo redattore e autore di avere sempre contezza degli sviluppi dell'inchiesta giornalistica anche se condotta da freelance.
È sempre la RAI a finanziare il programma, con l'assegnazione di un budget per ogni stagione, budget che viene elaborato dal produttore esecutivo in accordo con i controller aziendali e monitorato costantemente.
ln sostanza la RAI produce Report e come altri programmi si avvale tra gli altri di professionisti esterni e non esistono finanziatori altri che il Servizio Pubblico.»
Indovina chi viene a cena
«Prima di entrare nel merito delle contestazioni fondanti il quesito, è bene specificare alcune informazioni già contenute nella premessa.
Nell'interrogazione si dà come presupposto che all'interno dei programmi «Report» e «Indovina chi viene a cena» siano «trasmessi sovente dei servizi e delle inchieste giornalistiche i cui contenuti ledono il «made in Italy» e contribuiscono al boicottaggio dei prodotti nazionali». Molti dei servizi trasmessi – si scrive- «sono realizzati da giornalisti freelance, i quali producono autonomamente e con i propri mezzi le inchieste che poi la Rai si limita a ricevere, post-produrre e trasmettere, senza che sia fornita alcuna informazione in ordine alle spese sostenute per la realizzazione del servizio e ai mezzi di finanziamento per farvi fronte. Donde il concreto rischio che aziende o gruppi di interesse avversi finanzino la realizzazione di inchieste ad hoc a danno del soggetto ’sotto indagine’ e dunque della concorrenza italiana».
entrambi i postulati non corrispondono a quanto accade realmente e nel secondo, in particolare, c’è una rappresentazione che non corrisponde a quella del modello produttivo di Indovina chi viene a cena. Si tratta infatti di un programma interno (e non commissionato a terzi), il cui modello produttivo si avvale principalmente di risorse interne Rai (autori, redazione, produttore esecutivo, tecnici montatori, operatori, etc...), ad eccezione della conduttrice e autrice Sabrina Giannini, legata alla Rai da un contratto di esclusiva, e della regista.
Si precisa che i contratti con i collaboratori definiscono minuziosamente all'interno delle Condizioni generali degli stessi la modalità di esecuzione della prestazione richiesta, anche con specifico riferimento sia alla Normativa in materia di servizio pubblico radiotelevisivo, sia la Normativa di cui al d.lgs. 231/2001 e successive modifiche e integrazioni.
I diritti sull'opera prodotta e sulla prestazione richiesta sono inoltre in titolarità Rai al 100 per cento, poiché il format è di proprietà esclusiva dell'azienda.
Gli stessi contratti disciplinano le spese di trasferta dei collaboratori.
In quanto all'ipotesi, sempre contenuta nella premessa che vi sia «il concreto rischio che aziende o gruppi di interesse avversi finanzino la realizzazione di inchieste ad hoc a danno del soggetto «sotto indagine» e dunque della concorrenza italiana», si ricorda che le due collaboratrici sono vincolate ai principi di onestà e osservanza della legge, pluralismo, professionalità, imparzialità, correttezza, riservatezza, trasparenza, diligenza, lealtà e buona fede sia in relazione al codice etico aziendale che alle condizioni generali del contratto.
Ma soprattutto, si evidenzia come tutti i contenuti del programma siano sottoposti a valutazione e controllo editoriale da parte della struttura di riferimento. ln nessun caso, e in nessun tipo di produzione, tanto più interna (come nel caso di Indovina chi viene a cena) può accadere, come si ipotizza sempre nel quesito, che la Rai si limiti «a ricevere, post-produrre e trasmettere, senza che sia fornita alcuna informazione in ordine alle spese sostenute per la realizzazione del servizio e ai mezzi di finanziamento per farvi fronte»
È bene quindi evidenziare, per rispondere al quesito, che non vi sono né possano esistere «finanziamenti esterni» al di fuori della Rai stessa.
Quanto alla quantità e alla valorizzazione dei servizi e del programma, si sottolinea che si tratta di un prodotto interno del tutto in linea con i costi di prodotti analoghi della Rete, programma che ha peraltro registrato in tutte le edizioni ottimi risultati sia in termini di ascolti che di critica.
Per tornare alla contestazione principale, cioè che le inchieste giornalistiche del programma abbiano cagionato un danno al made in Italy, si ribadisce innanzitutto che l'unico principio alla base della scelta e della selezione dei temi è quello dell'autonomia, imparzialità, correttezza e completezza dell'informazione in virtù del quale la trasmissione ha toccato i più svariati temi, anche e spesso in riguardo e a tutela dell'eccellenza italiana.
A puro scopo esemplificativo, basti pensare alle recenti inchieste di Sabrina Giannini nelle quali si è parlato de prodotti made in Italy, spesso minacciati da importazioni di prodotti che sfuggono al controllo di qualità e che vengono acquistati al fine di modificare, adulterare, camuffare le eccellenze italiane.
Basti ricordare i servizi sul miele «tagliato» con sciroppi al glucosio che ne pregiudicano la qualità, sulla cagliata importata dalla Lituania, alle puntate contro l'ogm in agricoltura (vietato nell'Unione Europea) ma anche alle puntate dedicate di recente ai tanti allevamenti verticali in Asia.