IV Commissione
Difesa
Difesa (IV)
Commissione IV (Difesa)
Comm. IV
Sulla pubblicità dei lavori ... 36
Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo. C. 875-1060-1702-2330-A (Seguito dell'esame e rinvio) ... 36
ALLEGATO 1 (Emendamenti approvati) ... 43
Sulla pubblicità dei lavori ... 39
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Burkina Faso relativo alla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 1o luglio 2019. C. 2322 Governo (Parere alla III Commissione) (Seguito esame e conclusione – Parere favorevole) ... 39
ALLEGATO 2 (Parere approvato dalla Commissione) ... 44
Disposizioni concernenti l'integrazione della composizione della Commissione medico-ospedaliera per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio e le funzioni di rappresentanza dell'Unione nazionale mutilati per servizio. Nuovo testo C. 1339 (Parere alla XI Commissione) (Esame e rinvio) ... 40
Sulle condizioni del personale militare impiegato nell'operazione «Strade Sicure» (Seguito dell'esame del documento conclusivo e rinvio) ... 41
SEDE REFERENTE
Mercoledì 26 febbraio 2020. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Giulio Calvisi.
La seduta comincia alle 10.25.
Sulla pubblicità dei lavori.
Gianluca RIZZO, presidente, avverte che della seduta sarà data pubblicità anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo.
C. 875-1060-1702-2330-A.
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta del 19 febbraio 2020.
Gianluca RIZZO, presidente, avverte che la Commissione passa ora all'esame delle proposte emendative.
Emanuela CORDA (M5S), relatrice, formula parere contrario sugli emendamenti Deidda 1.1 e Ferrari 1.2. Propone, quindi, una nuova formulazione dell'emendamento 1.3, a sua firma, del quale raccomanda l'approvazione. Invita, quindi, i presentatori dell'emendamento 1.4 Ferrari a ritirarlo in quanto – a suo avviso – assorbito dalla nuova formulazione del suo emendamento 1.3. Formula, quindi, parere contrario sugli emendamenti Deidda 1.5 e 1.6. Passando alle proposte emendative riferite all'articolo 2, esprime parere favorevole sull'emendamento Chiazzese 2.1 e parere contrario sull'emendamento Deidda 2.2. Propone, quindi, di accantonare le proposte emendative riferite all'articolo 3. Infine, con riguardo alle proposte emendative riferite all'articolo 4, invita i presentatori dell'emendamento 4.1 Ferrari a ritirarlo in quanto – a suo avviso – assorbito dalla nuova formulazione dell'emendamento 1.3, formulando parere favorevole sull'emendamento 4.2 D'Uva. Infine, dà parere contrario sugli emendamenti Orfini 4.3 e Deidda 4.4 e 4.5 e sull'articolo aggiuntivo Deidda 4.01.
Il sottosegretario Giulio CALVISI esprime parere conforme alla relatrice, precisando che la nuova formulazione dell'emendamento 1.3 nasce dall'esigenza di separare il momento della costituzione dei sindacati dalla questione della loro rappresentatività, che sarà affrontato nell'ambito dell'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 13. Conclude evidenziando che la nuova formulazione consente anche la costituzione di sindacati militari interforze.
Salvatore DEIDDA (FDI) ricorda che il gruppo di Fratelli d'Italia ha scelto fin dall'inizio di non presentare una proposta di legge da abbinare a quelle in esame, al fine di evitare di rallentare l'esame del provvedimento. L'emendamento 1.1, a sua prima firma, interamente sostitutivo del testo della proposta di legge, ribadisce dunque la posizione del suo gruppo, che ha sempre espresso perplessità sul riconoscimento delle associazioni sindacali di militari fatto dal Ministro della difesa pro tempore, Elisabetta Trenta, senza che fosse prima emanata una disciplina di principio. Sottolinea come tale circostanza abbia prodotto un dualismo pericoloso con gli organi della rappresentanza militare e alimentato sospetti e critiche ingiuste rispetto alle forze politiche ritenute vicine alle posizioni dei vertici militari. Conclude, sottolineando come nell'emendamento trovino spazio alcuni temi importanti relativi alle prerogative delle associazioni sindacali, come la questione dei permessi sindacali e dei distacchi, che invece il testo della proposta di legge non affronta.
Roberto Paolo FERRARI (LEGA), pur comprendendo le ragioni che hanno indotto a riformulare l'emendamento 1.3 della relatrice, al fine di evitare che la costituzione dei sindacati militari e la loro rappresentatività siano confuse in una sola fase, sottolinea come la Commissione non sia al momento in condizione di comprendere quali ne saranno gli effetti complessivi sul provvedimento. Osserva, infatti, che la modifica proposta renderà necessario intervenire anche sulle restanti parti della legge, in merito alle quali non si conosce ancora l'orientamento della maggioranza e del Governo. Ciò rende, a suo avviso, difficile valutare le singole proposte emendative che vengono, via via, poste in votazione.
Maria TRIPODI (FI) apprezza lo sforzo che la maggioranza e il Governo stanno producendo per creare un clima di collaborazione su un provvedimento che deve essere di tutta la Commissione e, tuttavia, segnala l'esigenza di potere disporre di una visione complessiva del testo al fine di verificare che le proposte migliorative dell'opposizione trovino effettivo accoglimento.
Emanuela CORDA (M5S), relatrice, conferma quanto precisato dal rappresentante del Governo riguardo gli effetti prodotti dalla riformulazione della propria proposta emendativa e invita le opposizioni a non porre questioni che potrebbero rivelarsi strumentali.
Roberto Paolo FERRARI (LEGA) ribadisce come la nuova formulazione dell'emendamento 1.3 della relatrice vada in una direzione che si scontra con le successive proposte emendative presentate dalla maggioranza e dalla relatrice stessa. Condividendo, quindi, la finalità della nuova formulazione, prospetta la possibilità di procedere in assoluta unità d'intenti qualora la relatrice fosse disponibile a ritirare l'emendamento 1.3 a presentarne uno nuovo di più ampio respiro.
Giovanni Luca ARESTA (M5S) evidenzia come l'emendamento 1.3 della relatrice opportunamente distingua tra Forze armate e Forze di polizia ad ordinamento militare.
Roberto Paolo FERRARI (LEGA) osserva che l'Arma dei carabinieri è comunque considerata una Forza armata.
Raffaele VOLPI (LEGA) chiarisce che l'esigenza manifestata dal collega Ferrari riguarda la necessità di comprendere quale sarà l'impatto complessivo che l'approvazione della nuova formulazione dell'emendamento della relatrice avrà sul provvedimento.
Il sottosegretario Giulio CALVISI sottolinea come, a livello procedurale, sia del tutto consueto, nell'esame delle proposte emendative, procedere per gradi. Ribadisce, quindi, che con riguardo al merito della proposta emendativa, il testo della nuova formulazione dell'emendamento 1.3 vada nella direzione auspicata anche dall'emendamento Ferrari 1.4.
Roberto Paolo FERRARI (LEGA) ritiene che non siano state fornite risposte convincenti alla domanda riguardo agli effetti sulle successive disposizioni del provvedimento.
Gianluca RIZZO, presidente, chiarisce che la relatrice ha presentato una riformulazione del suo emendamento 1.3 che separa la questione della possibilità di costituire sindacati interforze da quella della rappresentatività dei sindacati medesimi. Precisa, quindi, che non vi è possibilità di subemendare tale riformulazione e, nello spirito dell'articolo 79 del Regolamento, sarà in una fase successiva dell'istruttoria legislativa in Commissione che si valuteranno le ripercussioni della sua approvazione.
La Commissione respinge l'emendamento Deidda 1.1.
Roberto Paolo FERRARI (LEGA) illustra l'emendamento 1.2, a sua prima firma, volto a introdurre nel testo del provvedimento alcuni temi emersi nel corso del dibattito e non ancora recepiti.
La Commissione respinge l'emendamento Ferrari 1.2.
Roberto Paolo FERRARI (LEGA) invita la relatrice e il Governo a valutare la possibilità di votare per parti separate la nuova formulazione dell'emendamento 1.3 della relatrice.
Emanuela CORDA (M5S), relatrice, non lo ritiene necessario.
La Commissione approva l'emendamento 1.3 della relatrice nella nuova formulazione (vedi allegato 1).
Gianluca RIZZO, presidente, avverte che l'emendamento Ferrari 1.4 deve intendersi assorbito.
La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Deidda 1.5 e 1.6.
Gianluca RIZZO, presidente, avverte che la Commissione passa ora all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 2.
La Commissione, con distinte votazioni, approva l'emendamento Chiazzese 2.1 (vedi allegato 1) e respinge l'emendamento Deidda 2.2.
Gianluca RIZZO, presidente, avverte che le proposte emendative riferite all'articolo 3 devono intendersi accantonate e che la Commissione passa all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 4. Ricorda, quindi, che l'emendamento 4.1 Ferrari deve intendersi assorbito dall'approvazione dell'emendamento della relatrice 1.3 nella nuova formulazione. Analogamente devono intendersi assorbiti l'ultimo capoverso della parte conseguenziale dell'emendamento D'Uva 4.2 e l'emendamento Orfini 4.3, limitatamente alla soppressione della lettera i).
La Commissione approva l'emendamento D'Uva 4.2, escluso l'ultimo capoverso della parte conseguenziale (vedi allegato 1).
Roger DE MENECH (PD) sottoscrive e ritira l'emendamento Orfini 4.3 per la parte non assorbita.
Gianluca RIZZO, presidente, domanda al collega Deidda se concordi sul sostanziale assorbimento dell'emendamento 4.4 a opera delle precedenti votazioni.
Salvatore DEIDDA (FDI) ne conviene.
La Commissione respinge, quindi, l'emendamento Deidda 4.5.
Salvatore DEIDDA (FDI) illustra l'articolo aggiuntivo 4.01, a sua prima firma, che tenta di porre rimedio alle carenze del testo del provvedimento non in grado di mantenere le promesse fatte alle associazioni di sindacati militari.
La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Deidda 4.01.
Gianluca RIZZO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 11.25.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 26 febbraio 2020. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO. – Interviene il Sottosegretario di Stato per la difesa, Giulio Calvisi.
La seduta comincia alle 11.25.
Sulla pubblicità dei lavori.
Gianluca RIZZO, presidente, avverte che della seduta sarà data pubblicità anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Burkina Faso relativo alla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 1o luglio 2019.
C. 2322 Governo.
(Parere alla III Commissione).
(Seguito esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 19 febbraio 2020.
Nicola CARÈ (IV), relatore, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 2).
Il sottosegretario Giulio CALVISI la condivide.
Roberto Paolo FERRARI (LEGA) Giovanni RUSSO (M5S), Salvatore DEIDDA (FDI) e Roger DE MENECH (PD) preannunciano un voto favorevole da parte dei rispettivi gruppi.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere.
Disposizioni concernenti l'integrazione della composizione della Commissione medico-ospedaliera per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio e le funzioni di rappresentanza dell'Unione nazionale mutilati per servizio.
Nuovo testo C. 1339.
(Parere alla XI Commissione).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Gianluca RIZZO, presidente, avverte che il provvedimento è stato inserito nel programma dei lavori dell'Assemblea del mese di marzo su richiesta dell'opposizione ai sensi dell'articolo 23, comma 6 del Regolamento.
Giovanni Luca ARESTA (M5S), relatore, informa che la Commissione Difesa è chiamata a esprimere il parere alla Commissione Lavoro sul testo della proposta di legge C. 1339, a prima firma della deputata Locatelli, così come modificato dagli emendamenti approvati dalla stessa Commissione Lavoro nella seduta dello scorso 19 febbraio.
Rileva, quindi, che il provvedimento reca disposizioni relative alle Commissioni mediche ospedaliere interforze di prima istanza, con particolare riferimento alla loro composizione nei procedimenti relativi al riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio. Ricorda che le Commissioni mediche interforze, di prima e di seconda istanza, esprimono i giudizi sanitari nell'ambito dei procedimenti relativi all'accertamento dell'idoneità al servizio e delle infermità da causa di servizio previsti dall'articolo 198 del Codice dell'ordinamento militare (decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66). In tali ambiti le Commissioni effettuano la diagnosi dell'infermità o della lesione e, per esigenze legate alla complessità dell'accertamento sanitario, possono richiedere la partecipazione alla visita, con voto consultivo, di un medico specialista. A sua volta l'interessato può essere assistito durante la visita da un medico di fiducia, che non integra la composizione della Commissione. L'articolo 193 del Codice dell'ordinamento militare stabilisce la composizione delle Commissioni mediche interforze di prima istanza precisando che esse sono costituite presso i dipartimenti militari di medicina legale e sono composte da tre ufficiali medici, di cui almeno uno, preferibilmente, specialista in medicina legale e delle assicurazioni. Le funzioni di presidente sono esercitate dal direttore del Dipartimento militare di medicina legale o dall'ufficiale superiore medico da lui delegato o, in loro assenza, dall'ufficiale superiore medico più elevato in grado o, a parità di grado, con maggiore anzianità di servizio. A richiesta del presidente può intervenire ai lavori della Commissione, con parere consultivo e senza diritto di voto, un ufficiale superiore o un funzionario designato dal comandante del Corpo o capo dell'ufficio, cui appartiene l'interessato.
Segnala, poi, che il testo della proposta di legge, composto da un unico articolo, dispone, al comma 1, l'integrazione della composizione delle Commissioni mediche ospedaliere previste dall'articolo 193 del Codice dell'ordinamento militare, nello svolgimento delle funzioni relative ai procedimenti per il riconoscimento delle cause di servizio, con un sanitario – adesso un medico – scelto tra quelli designati dall'Unione nazionale mutilati per servizio. L'Unione nazionale mutilati per servizio è un ente morale che tutela tutti coloro che, alle dipendenze dello Stato e degli enti locali, territoriali e istituzionali, hanno riportato mutilazioni e infermità in servizio e per causa di servizio, militare e civile e fa parte delle Associazioni di promozione sociale e della Federazione delle associazioni nazionali delle persone con disabilità (FAND). Possono assumere la qualità di soci i Carabinieri, i militari delle Forze armate, gli agenti della Polizia di Stato, le Guardie di finanza, gli agenti del Corpo della Polizia Penitenziaria, le Guardie forestali, i Vigili del Fuoco, i Vigili urbani, i Magistrati e tutti i dipendenti civili della Pubblica Amministrazione. Fanno parte dell'Unione anche i superstiti e tutti coloro che hanno acquisito particolari meriti nei confronti della categoria. L'Unione, ai sensi dell'articolo 3 dello Statuto, è apolitica e persegue esclusivamente le finalità di solidarietà sociale. È stato, invece, soppresso dalla Commissione Lavoro il comma 2, che riconosceva all'Unione nazionale mutilati per servizio il diritto di accesso e di rilascio degli elenchi degli invalidi per servizio sottoposti a visita medica presso le Commissioni e a successiva valutazione presso il Comitato di verifica per le cause di servizio nonché presso le amministrazioni competenti alla gestione dei procedimenti per il riconoscimento del trattamento pensionistico previsto dal testo unico delle norme sul trattamento di quiescenza dei dipendenti civili e militari dello Stato, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 1973, n. 1092.
Ciò premesso, osserva come, a seguito dell'audizione del presidente dell'Unione nazionale mutilati per servizio (U.N.M.S.), Antonino Mondello, svolta lo scorso 28 gennaio, sono emersi alcuni forti profili di criticità del testo del provvedimento che hanno indotto i colleghi a richiedere che la nostra Commissione, nell'espressione del parere, si pronunciasse con la dovuta scrupolosità. Sottolinea come la composizione di solo personale militare renda le Commissioni disciplinate dall'articolo 193 del Codice dell'ordinamento militare «diverse» dagli analoghi organismi che decidono in ordine all'accertamento delle invalidità per cause di servizio. Inoltre, la proposta di legge in esame prevede una unica – ingiustificata – eccezione in favore dell'Unione nazionale mutilati per servizio, non parimenti riscontrabile per diversi organismi di carattere privatistico, nella possibilità di integrare con un medico di propria scelta la composizione delle Commissioni in parola. Sul punto, giova ricordare come già l'articolo 198 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (rubricato «accertamento dell'idoneità al servizio e delle infermità da causa di servizio»), al comma 2, preveda come «la Commissione, per esigenze legate alla complessità dell'accertamento sanitario, può richiedere la partecipazione alla visita, con voto consultivo, di un medico specialista», nonché, al successivo comma 3, è altresì specificato che «l'interessato può essere assistito durante la visita, senza oneri per l'amministrazione, da un medico di fiducia, che non integra la composizione della Commissione». Orbene, ognuna delle evidenziate perplessità inducono, quindi, ad una ulteriore e approfondita riflessione. Si riserva, pertanto, di esprimere un parere al termine del dibattito e delle necessarie valutazioni che si riterrà utile svolgere.
Il Sottosegretario di Stato per la Difesa Giulio CALVISI si riserva di intervenire nel prosieguo dell'esame.
Gianluca RIZZO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 11.40.
INDAGINE CONOSCITIVA
Mercoledì 26 maggio 2020. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO.
La seduta comincia alle 11.40.
Sulle condizioni del personale militare impiegato nell'operazione «Strade Sicure».
(Seguito dell'esame del documento conclusivo e rinvio).
Gianluca RIZZO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
La Commissione prosegue l'esame del documento conclusivo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 12 febbraio 2020.
Salvatore DEIDDA (FDI) ribadisce le perplessità già espresse nella precedente seduta sulle modifiche proposte dal collega Giovanni Russo.
Giovanni RUSSO (M5S) ribadisce che il passaggio riguarda dichiarazioni rilasciate dal Sottosegretario Tofalo nel corso delle audizioni svolte nell'ambito dell'indagine conoscitiva.
Gianluca RIZZO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 11.45.
N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.
COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE
Mercoledì 26 febbraio 2020 — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO.
La seduta comincia alle 11.45.
Sugli esiti della missione svolta a Gibuti presso la Base Militare Italiana di Supporto (BMIS) (10-11 febbraio 2020).
Gianluca RIZZO, presidente, ricorda che, lo scorso 10 e 11 febbraio 2020, una delegazione della Commissione ha effettuato una visita a Gibuti presso la Base Militare Italiana di Supporto (BMIS). Dà quindi lettura di una relazione sulla missione (vedi allegato 3).
Roberto Paolo FERRARI (LEGA), Giovanni Luca ARESTA (M5S), Nicola CARÈ (IV) e Maria TRIPODI (FI) si associano alle considerazioni espresse dal Presidente, che ringraziano per avere promosso questa meritevole iniziativa.
La Commissione prende atto.
Sui lavori della Commissione.
Roberto Paolo FERRARI (LEGA) sollecita il Presidente Rizzo a adoperarsi affinché la richiesta di poter discutere, insieme alla Commissione affari esteri, la risoluzione Ehm n. 7-00406 possa trovare accoglimento.
Gianluca RIZZO, presidente, gli assicura che darà compiuti ragguagli sull'argomento nella riunione dell'Ufficio di presidenza.
La seduta termina alle 12.
ALLEGATO 1
Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo (C. 875-1060-1702-2330-A).
EMENDAMENTI APPROVATI
Sostituire il comma 1, capoverso comma 2, con il seguente: «2. I militari possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale per singola Forza armata o Forza di polizia ad ordinamento militare o Interforze».
Conseguentemente, ai commi 2, 3 e 4, sostituire, ovunque ricorrano, le parole: ai corpi di polizia, con le seguenti: alle Forze di polizia.
1. 3. La Relatrice (nuova formulazione).
Al comma 1, sostituire le parole: dei corpi di polizia, con le seguenti: delle Forze di polizia.
2. 1. Chiazzese, Aresta, Del Monaco, D'Uva, Ermellino, Frusone, Giarrizzo, Iorio, Iovino, Misiti, Rizzo, Roberto Rossini, Giovanni Russo.
Al comma 1, alla lettera a), sostituire le parole: ai corpi di polizia, con le seguenti: alle Forze di polizia.
Conseguentemente: sostituire la lettera b), con la seguente: b) preannunciare o proclamare lo sciopero, o azioni sostitutive dello stesso, o parteciparvi anche se proclamato da organizzazioni sindacali estranee al personale militare e agli appartenenti alle Forze di polizia ad ordinamento militare;
alla lettera c), sostituire le parole: ai corpi di polizia, con le seguenti: alle Forze di polizia;
alla lettera e), sostituire le parole: il corpo di polizia, con le seguenti: la Forza di polizia;
alla lettera f), sostituire le parole: una denominazione che richiami, anche in modo indiretto, quella di, con le seguenti: denominazione o simboli che richiamino, anche in modo indiretto,;
alla lettera h), dopo la parola: stabilire, aggiungere le seguenti: la propria sede o;
alla medesima lettera h) aggiungere infine le seguenti parole: o del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
4. 2. D'Uva, Del Monaco, Chiazzese, Aresta, Ermellino, Frusone, Giarrizzo, Iorio, Iovino, Misiti, Rizzo, Roberto Rossini, Giovanni Russo.
ALLEGATO 2
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Burkina Faso relativo alla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 1o luglio 2019 (C. 2322 Governo).
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE
La Commissione IV (Difesa),
esaminato il disegno di legge recante la ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Burkina Faso, fatto a Roma il 1o luglio 2019, (C. 2322 Governo);
considerato che:
l'Accordo intende fornire un'adeguata cornice giuridica per l'avvio di forme strutturate di cooperazione bilaterale tra le Forze armate della Repubblica italiana e di quella del Burkina Faso, al fine di consolidare le rispettive capacità difensive e di migliorare la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza producendo, altresì, positivi effetti indiretti nei settori produttivi e commerciali coinvolti dei due Paesi;
il Burkina Faso è tra gli Stati più giovani e poveri del pianeta e fa parte – insieme a Niger, Mali, Mauritania e Chad – del G5 Sahel, un'organizzazione regionale per la cooperazione e il coordinamento delle politiche di sviluppo e sicurezza dei suoi membri; esso si trova, inoltre, nella zona dell'Africa interessata dai sommovimenti dovuti al cambiamento climatico e alla conseguente instabilità politica e sociale, come una delegazione della Commissione ha potuto apprendere nel corso della missione a Gibuti il 10 e 11 febbraio scorso;
grande rilevanza riveste l'accordo in considerazione della necessità di sostenere gli sforzi del giovane Stato nella guerra al terrorismo e promuovere la stabilizzazione del Paese;
rilevato che:
l'articolo 6 disciplina la cooperazione nel campo dei materiali per la difesa, stabilendo che il reciproco approvvigionamento dei suddetti materiali potrà avvenire con operazioni dirette tra i due Stati oppure tramite società private autorizzate dai rispettivi Governi, mentre l'eventuale riesportazione del materiale acquisito verso Paesi terzi potrà essere effettuata solo con il preventivo benestare della Parte cedente;
come precisato anche dalla relazione governativa che accompagna il disegno di legge, tali attività non potranno che essere svolte nel rispetto dell'articolo 11 della Costituzione e in conformità ai princìpi stabiliti dalla legge 9 luglio 1990, n. 185;
ritenuto opportuno che, in sede esecutiva, sia data preponderanza all'articolo 2 dell'Accordo, specialmente nelle parti in cui si predispone la cornice per la partecipazione ai corsi e agli studi, la formazione e l'addestramento, le operazioni a sostegno della pace e per la promozione dei servizi sanitari militari,
esprime
PARERE FAVOREVOLE
ALLEGATO 3
Sugli esiti della missione svolta a Gibuti presso la Base Militare Italiana di Supporto (BMIS) (10-11 febbraio 2020).
COMUNICAZIONI
Premessa.
Autorizzata dal Presidente della Camera il 16 gennaio, nei giorni 10 e 11 febbraio 2020, una delegazione della IV – Commissione Difesa si è recata a Gibuti.
La delegazione era composta dal Presidente, on. Gianluca Rizzo e dagli on. Gianluca Aresta (M5S), Nicola Caré (IV), Roberto Paolo Ferrari (Lega), Alberto Pagani (PD), Matteo Perego di Cremnago (FI) e Renzo Tondo (Misto).
La missione si è avvalsa di voli militari già preventivati per l'ordinario servizio su Gibuti.
Scopi della missione.
La Repubblica di Gibuti1 è sita nel Corno d'Africa. Già territorio d'oltre mare francese e indipendente dal 1977, confina a sud-est con la Somalia, a nord con l'Eritrea e a ovest con l'Etiopia. Si affaccia sul Golfo di Aden in prossimità dello stretto di Bab al-Mandab.
Vi si trova una base militare italiana di supporto, con una consistenza massima di 92 unità e 18 mezzi terrestri; l'impiego di
1 Gibuti è una Repubblica presidenziale, in cui il capo dello Stato è eletto ogni 5 anni. Anche il parlamento unicamerale è eletto ogni 5 anni. Dal Ministro dell'interno dipende la polizia mentre 3 armi dipendono dal Ministro della difesa: gendarmeria nazionale, guardia repubblicana e forze armate. La popolazione gibutina è di circa 1 milione di persone, una parte delle quali però non formalmente censita. Vi risiedono in modo stanziale anche francesi e italiani. La religione è musulmana al 95 per cento.
personale militare preso la base militare nazionale è iniziato dal dicembre 2012.
La base giuridica di riferimento che regola questa presenza è dapprima l'Accordo Quadro sulla cooperazione nel campo della Difesa, sottoscritto a Gibuti nel 2002 tra i governi italiano e gibutino e ratificato con la legge n. 327 del 2003. I contenuti dell'articolo 8 relativo alla giurisdizione sono rimasti in vigore nonostante la scadenza dell'accordo, per effetto di uno scambio di Note Verbali (2015) tra l'Ambasciata Italiana in Etiopia e le autorità gibutine.
Un nuovo Accordo Quadro è stato firmato a Roma il 29 gennaio 2020 ed è in attesa di ratifica parlamentare.
Vi è anche un accordo tecnico, risalente al 2012 e in fase di rinegoziazione a causa della scadenza nel luglio 2014.
Sicché dal dicembre 2012 la base italiana fornisce supporto logistico alle operazioni militari nazionali che si svolgono nell'area, nonché al personale italiano in transito sul territorio della Repubblica di Gibuti o impiegato in Somalia. La Base ha assicurato regolarmente il supporto alle unità della Marina militare operanti in Oceano indiano (Missione Europea EUNAVFOR ATALANTA) e a quelle dei contingenti nazionali impiegati nella missione bilaterale di addestramento delle Forze di polizia somale e gibutine e nelle missioni EUTM SOMALIA e EUCAP SOMALIA. Conformemente alla deliberazione del Consiglio dei ministri dello scorso 23 aprile 2019, il Parlamento ha autorizzato per l'anno 2019 l'impiego di 92 unità di personale (incremento di 2 unità di ufficiali di collegamento in supporto della missione bilaterale di addestramento di cui alla scheda 36) e 18 unità di mezzi terrestri (Risoluzione in Assemblea della Camera n. 6-00080).
Scopo della missione era pertanto di visitare il contingente della base, prendere contezza della situazione in loco e scambiare vedute sul campo.
Analizzando gli aspetti di geografia politica ed economia del luogo, deve essere infatti rimarcato che la base è sita in un'area dal ritrovato ruolo strategico agli occhi di molti attori di politica internazionale.
Tutta l'Africa, anzitutto, è oggetto di grandi e ridestate attenzioni, sia per le sue risorse e per la sua popolazione crescente; sia anche per gli aspetti preoccupanti di crisi climatica e instabilità politica e sociale.
Più in particolare, le fasce sub-sahariana e del Sahel sono interessate dal progressivo impoverimento delle risorse idriche e agricole a causa dell'innalzamento delle temperature. Questi fattori sono causa di migrazioni interne all'Africa e di instabilità, le quali si trasformano in motivo di opportunità per le strategie terroristiche. Sono poi evidenti i nessi tra questa situazione e gli sviluppi libici.
La presenza italiana, anche attraverso la base di Gibuti (unitamente alle altre missioni autorizzate ma di dimensioni molto più contenute), si spiega anche con la necessità di avere osservatori privilegiati e attivi su questo ampio scenario.
Gibuti ricopre un ruolo fondamentale per gli interessi italiani nel mondo, quale hub regionale, per il contrasto del terrorismo e dell'estremismo violento.
Svolgimento e contenuti della missione.
La delegazione ha svolto un'attenta visita della base2. Questa si estende su circa 5 ettari e non ha compiti propriamente operativi ma solo di supporto.
Essa deve assicurare il supporto logistico ed operativo a favore dei contingenti nazionali impiegati in missioni internazionali nell'area del Corno d'Africa, Mar Rosso, Oceano Indiano e zone limitrofe; sostenere le attività di capacity building a
2 La delegazione è grata per l'ospitalità e la cortesia ricevuta dal comandante della base Col. Michele Chiedi e da tutti i suoi uomini.
favore dei Paesi del Corno d'Africa e supportare le attività formative e addestrative delle forze locali, in modalità expeditionary con lo sviluppo di Mobile Training Teams.
Per tali motivi, la cellula J4 è dedicata a tenere il sito in efficienza e funzionalità, garantendo il supporto logistico al personale militare e civile della Difesa da e per i Teatri Operativi o di stanza a Gibuti, assicurare il supporto logistico agli assetti delle varie FA impiegati nell'area del Corno D'Africa, si occupa di gestire i beni e servizi offerti tramite contratti locali e/o dall'Italia, rifornisce i vettori militari e/o civili pianificati (aerei e navi)
La capacità massima di ospitalità è di 292 posti letto con un'autonomia alimentare di circa 40 gg e 60.000 litri d'acqua di riserva.
Date le altissime temperature che si registrano – specie d'estate – un aspetto decisivo è costituito dai bisogni energetici per il condizionamento e la refrigerazione e dai bisogni idrici.
Da questo punto di vista, la base è dotata di gruppi elettrogeni a diesel, in modo da non dipendere dalla rete elettrica locale.
La base sfrutta innovative soluzioni tecnologiche per il pompaggio ed il conseguente processo di rimozione della frazione salina (dissalazione) dell'acqua in falda nonché per il recupero delle acque nere. Le forniture alimentari pervengono esclusivamente dall'Italia.
La base italiana è stata costruita bonificando un'area assai degradata ed è la più piccola di quelle in presenza autonoma. Le altre sono quella francese, la statunitense, la giapponese e la cinese. Quest'ultima è la più recente ed è dotata di uno sbocco al mare in regime di porto franco.
Basi più piccole – tedesca e spagnola – sono ospitate all'interno della base francese presso l'aeroporto gibutino.
Un'altra attività di rilievo svolta dal personale addetto alla base è il collegamento con le autorità locali e con le altre missioni.
Due, essenzialmente sono stati gli oggetti dell'attenzione della delegazione, per quel che concerne i profili operativi cui la base presta supporto.
a) La missione MIADIT. Anche questa è retta sia da un Accordo quadro tra il Governo italiano e quello somalo in materia di cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 settembre 2013 e ratificato con la legge n. 104 del 2016; nonché da un accordo tecnico tra lo Stato maggiore della difesa italiano e la polizia nazionale di Gibuti per il supporto alle attività addestrative dell'Arma dei carabinieri in favore delle forze di polizia e sicurezza somale e gibutine.
Scopo della missione è organizzare e condurre attività addestrative a favore di uomini e donne della polizia somala, della Gendarmeria della Repubblica di Gibuti nonché della Polizia Nazionale Gibutina al fine di fornire un contributo fattivo alle Autorità del Governo di Transizione della Somalia, principalmente nei settori della sicurezza e del controllo del territorio, nel più ampio quadro di iniziative di capacity building e stabilizzazione della Somalia e del consolidamento della Repubblica di Gibuti.
A questa operazione sono destinati 53 carabinieri. La delegazione ha incontrato il comandante della missione e il responsabile delle attività addestrative3; ha anche assistito ad alcuni momenti di formazione in aula e di addestramento, nei quali – oltre alle notevoli capacità dei nostri carabinieri – è stato constatato anche il decisivo apporto degli interpreti locali, i quali – pur in consecutiva – sono in grado di rendere assai efficacemente in lingua somala le indicazioni degli addestratori.
b) Le attività CIMIC. La delegazione della Commissione ha poi avuto modo di prendere cognizione delle attività della Cooperazione Civile e Militare in ambito internazionale c.d. CIMIC4 svolte dai militari addetti alla base di Gibuti. La cellula svolge attività di collegamento tra le autorità locali e le principali agenzie civili a supporto della popolazione locale presenti sul territorio di Gibuti.
Le attività di cooperazione civile-militare sono realizzate a supporto delle missioni, indirizzate a sostenere progetti di
3 Si tratta del Col. Mario Ligi e del Ten. Col. Giuseppe Corso.
4 Di queste attività sono responsabili il Ten. Col. Raimondi e il primo maresciallo Bartolucci.
ricostruzione, comprese le infrastrutture sanitarie, le operazioni di assistenza umanitaria, l'assistenza sanitaria e veterinaria, nonché interventi nell'istruzione e nei servizi di pubblica utilità5.
L'attività CIMIC svolta a Gibuti ha permesso la realizzazione di un parco giochi nel centro della capitale, in un luogo prima occupato da sporcizia e degrado, quando non da acque putride. Il parco è recintato e ospita bambini di varie età nei fine-settimana. Esso è invece chiuso nei giorni nei quali dovrebbero frequentare la scuola.
L'attività CIMIC a Gibuti finanzia anche un ricovero scolastico privato che la delegazione ha visitato. Nella gran parte i frequentanti provengono da realtà urbane e familiari molto deteriorate, sicché oltre a una minima alfabetizzazione, il centro visitato offre anche l'ospitalità notturna, ove necessaria, e cure mediche di primo soccorso, assicurate dal personale medico della base italiana6.
5 Nell'ambito sia dell'attività addestrativa della MIADIT sia della CIMIC le Forze armate italiane tentano di veicolare nelle popolazioni somale e gibutine una maggiore consapevolezza sul piano della tutela ambientale. I modesti livelli di istruzione media della popolazione rendono infatti assai difficile il rispetto delle più elementari regole ambientali e igieniche. È stato tuttavia verificato che laddove lo sforzo dei militari italiani sia stato coordinato e coerente, sono stati conseguiti primi risultati di protezione ambientale e salute pubblica.
6 Nel contesto della breve visita nella capitale gibutina, la delegazione ha verificato come, dietro le statistiche diffuse da talune fonti sulla crescita economica dell'Africa orientale, si celi in realtà a Gibuti una condizione assai precaria e difficile. La povertà è molto diffusa e le infrastrutture urbane basilari (fognature, strade asfaltate ed edifici in muratura) carenti quando non del tutto inesistenti. È poi, purtroppo, endemico, quanto meno nella popolazione maschile, il consumo del khat, un'erba stupefacente dagli effetti molto negativi sul cervello. Essa viene masticata per lunghe ore ogni giorno e, a fronte di un iniziale stato di euforia, lascia poi il posto a un notevole affievolimento delle capacità cognitive. Il khat ha anche l'effetto di attutire gli stimoli del dolore e della fame. Sebbene sia notoria la sua natura stupefacente, il commercio ne è legale e anzi la sua importazione dall'Etiopia costituisce un'attività fiorente.