III Commissione
Affari esteri e comunitari
Affari esteri e comunitari (III)
Commissione III (Affari esteri)
Comm. III
Nell'ambito dell'esame in sede referente della proposta di legge C. 2207 Boldrini, recante Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro n. 190 sull'eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro, adottata a Ginevra il 21 giugno 2019 nel corso della 108a sessione della Conferenza generale della medesima Organizzazione.
Audizione del Direttore dell'Ufficio per l'Italia dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), Giovanni Rosas ... 60
Rappresentanti dell'Unione Donne Italiane (UDI) ... 60
Rappresentanti dell'Unione Generale del Lavoro (UGL) ... 61
Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro n. 190 sull'eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro, adottata a Ginevra il 21 giugno 2019 nel corso della 108a sessione della Conferenza generale della medesima Organizzazione. C. 2207 Boldrini (Seguito esame e rinvio) ... 61
Sulla politica estera dell'Italia per la pace e la stabilità nel Mediterraneo (Deliberazione di un'integrazione del programma) ... 61
AUDIZIONI INFORMALI
Mercoledì 12 febbraio 2020.
Nell'ambito dell'esame in sede referente della proposta di legge C. 2207 Boldrini, recante Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro n. 190 sull'eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro, adottata a Ginevra il 21 giugno 2019 nel corso della 108a sessione della Conferenza generale della medesima Organizzazione.
Audizione del Direttore dell'Ufficio per l'Italia dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), Giovanni Rosas.
L'audizione informale è stata svolta dalle 14.30 alle 15.10.
Rappresentanti dell'Unione Donne Italiane (UDI).
L'audizione informale è stata svolta dalle 15.10 alle 15.40.
Rappresentanti dell'Unione Generale del Lavoro (UGL).
L'audizione informale è stata svolta dalle 15.40 alle 16.
SEDE REFERENTE
Mercoledì 12 febbraio 2020. — Presidenza della presidente Marta GRANDE.
La seduta comincia alle 16.
Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro n. 190 sull'eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro, adottata a Ginevra il 21 giugno 2019 nel corso della 108a sessione della Conferenza generale della medesima Organizzazione.
C. 2207 Boldrini.
(Seguito esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta dell'11 dicembre 2019.
Marta GRANDE, presidente, comunica che con le audizioni informali svolte in data odierna si è concluso il ciclo di approfondimenti istruttori sul provvedimento in titolo.
Nessuno chiedendo di intervenire, avverte che si è concluso l'esame preliminare del provvedimento il quale, intendendosi rinunciato il termine per la presentazione degli emendamenti, sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri.
Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.05.
INDAGINE CONOSCITIVA
Mercoledì 12 febbraio 2020. — Presidenza della presidente Marta GRANDE.
La seduta comincia alle 16.05.
Sulla politica estera dell'Italia per la pace e la stabilità nel Mediterraneo.
(Deliberazione di un'integrazione del programma).
Marta GRANDE, presidente, avverte che, facendo a seguito a quanto convenuto in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è pervenuta l'intesa della Presidenza della Camera, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, in merito alla proposta di integrazione del programma dell'indagine conoscitiva in oggetto mediante l'inserimento tra i soggetti da audire di rappresentanti dell'Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE).
Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione delibera quindi all'unanimità l'integrazione del programma dell'indagine conoscitiva in titolo nei termini indicati dalla presidente Grande.
La seduta termina alle 16.10.
RISOLUZIONI
Mercoledì 12 febbraio 2020. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re.
La seduta comincia alle 16.10.
7-00406 Ehm: Sui recenti sviluppi della situazione in Iraq.
(Discussione e rinvio).
Yana Chiara EHM (M5S), in qualità di prima firmataria, anche a nome degli ulteriori firmatari, presenta una nuova formulazione della risoluzione in titolo, che procede ad illustrare, evidenziando in particolare le novità introdotte rispetto all'atto già pubblicato.
Segnala a tal fine soprattutto l'inserimento di un ulteriore impegno volto a continuare a sostenere le attività dell'Unione europea in Iraq per consolidare, tramite la Missione Europea di Assistenza (EUAM), istituzioni statali rispettose dei diritti civili, per accrescere la sicurezza e garantire la prevenzione dei conflitti, il contrasto al terrorismo, la lotta a corruzione, instabilità politica e polarizzazione etnica e settaria, nonché a lavorare per sostenere gli sforzi delle organizzazioni della società civile irachena affinché si esca dalla logica di guerra a vantaggio di una società incentrata sulla giustizia sociale (vedi allegato).
Sottolinea, infine, che in base a notizie diffuse dall'Alto Commissariato dell'ONU per i diritti umani, la repressione delle proteste della società civile in Iraq continua anche in queste ore, incrementando il numero delle vittime, dei feriti e delle persone scomparse
Piero FASSINO (PD), pur esprimendo apprezzamento per il testo illustrato dalla collega Ehm, sottolinea l'opportunità di includere nell'atto di indirizzo anche i profili politico-istituzionali della situazione irachena, in particolare il fatto che un terzo del Paese è governato autonomamente dai curdi e che si tratta dell'area in cui è presente il nostro contingente. Inoltre, osserva che nelle ultime settimane la protesta della società civile è stata gradualmente sostituita dalla crescente conflittualità tra le comunità sciita e sunnita, che rischia di compromettere in modo irreparabile il carattere plurale degli assetti istituzionali iracheni, che il nostro Paese ha sempre sostenuto. Al riguardo, segnala che l'uccisione del generale Suleimani ha suscitato, da un lato, la violenta protesta della comunità sciita, dall'altro l'inquietante silenzio della fazione sunnita, se non addirittura gravi seppure isolate manifestazioni di giubilo. Preannuncia, quindi, la presentazione di una proposta di integrazione nella parte dispositiva della risoluzione.
Paolo FORMENTINI (LEGA) sottolinea la ferma contrarietà del gruppo Lega rispetto ai toni smaccatamente anti-americani di taluni passaggi della risoluzione, soprattutto laddove si fa riferimento ad una presunta invasione americana del 2003 o ad attacchi omicidi ordinati dagli Stati Uniti. Inoltre, rileva che la parte del dispositivo riguardante la missione militare richiederebbe l'opportuno coinvolgimento della Commissione Difesa.
Yana Chiara EHM (M5S), ringraziando i colleghi per i contributi, con riferimento alle osservazioni del collega Fassino, precisa che la risoluzione si focalizza sul sostegno alla protesta della società civile irachena in quanto l'atto è stato elaborato, anche su impulso della collega Boldrini, alla luce degli esiti dell'audizione di rappresentanti della stessa società civile, svolta il 15 gennaio scorso. Al riguardo, segnala che da tempo l'Italia è presente in Iraq con attività di cooperazione volte proprio a rafforzare i processi di empowerment della medesima società civile. Evidenzia, altresì, che il movimento di protesta ha avuto un carattere pacifico e del tutto estraneo alle tradizionali divisioni settarie e che solo nelle ultime settimane, anche a seguito di ingerenze straniere, è riemersa in maniera preoccupante l'antica contrapposizione tra sciiti e sunniti. Riguardo alle osservazioni del collega Formentini, prendendo atto della linea del suo gruppo rispetto ai riferimenti agli Stati Uniti, evidenzia che nella risoluzione si esprime apprezzamento per la missione dei militari italiani, già in essere e finalizzata alla formazione delle forze armate locali, chiedendo di valorizzarne i profili di impegno per la tutela dei diritti umani.
La viceministra Emanuela Claudia DEL RE sottolinea che il Governo italiano segue con particolare attenzione i movimenti di protesta che, a partire dagli ultimi mesi del 2019, hanno interessato l'Iraq. Associandoci ai nostri partner europei, l'Italia ha lanciato appelli alla moderazione, condannando le violenze contro i manifestanti e ribadendo il diritto della popolazione a protestare pacificamente. La richiesta trasmessa dal Governo italiano alle Autorità irachene è stata quella di porre fine alle violenze, fare luce sulle stesse e assicurare i colpevoli alla giustizia. Le proteste hanno segnato un passaggio determinante nella storia irachena, poiché hanno dato voce alla crescente richiesta di cambiamento, maggiore democrazia e trasparenza e autonomia da influenze di Paesi terzi. Sottolinea di averne avuto riscontro anche in occasione dei colloqui che il Presidente iracheno Salih ha avuto a Roma il 25 gennaio scorso: da Capo di Stato egli ha testimoniato che nel Paese matura sempre più l'esigenza di voltare pagina e inaugurare un percorso nuovo in Iraq. A tal fine, è necessario che il Paese abbia istituzioni forti, in grado di fornire risposte soddisfacenti alle aspirazioni della popolazione.
Sottolinea che la designazione di un nuovo Primo Ministro ha rappresentato un passaggio essenziale in tal senso, ma si tratta del primo passo di un percorso non semplice che dovrà portare il Paese verso nuove elezioni.
Evidenzia che fin dalle elezioni politiche del 2018, l'Italia ha creduto nella necessità di un Iraq stabile e pacificato, da cui potessero riverberarsi effetti positivi anche nella regione. Gli accadimenti della fine dello scorso anno, l'uccisione del generale iraniano Suleimani, l'attacco alle basi USA in territorio iracheno da parte iraniana e la reazione del Parlamento di Baghdad, che ha votato una risoluzione per allontanare le truppe straniere dal Paese, sono stati segnali importanti. La lettura che se ne può trarre è che l'Iraq vuole essere un Paese sovrano, ma che al contempo ha una forte necessità di legami con attori regionali e internazionali.
Afferma che l'Italia continua ad investire – sia politicamente, sia avvalendosi degli strumenti di cooperazione allo sviluppo – nella ricostruzione del Paese, nella stabilizzazione e nel rafforzamento delle istituzioni irachene e ricorda, al riguardo, che l'impegno effettivo della nostra Cooperazione ammonta a circa 300 milioni di euro, con iniziative in svariati settori, fra cui il supporto alla governance, lo sviluppo economico e rurale, la salute, la tutela dei gruppi vulnerabili e delle minoranze religiose. Sul punto evidenzia il suo impegno personale affinché l'Iraq potesse essere considerato Paese prioritario per la cooperazione italiana.
Segnala che al di là della preoccupazione per gli sviluppi sul terreno, che sono seguiti con la massima attenzione a tutela dei nostri militari di stanza in Iraq, al Presidente Salih è stato ribadito nel corso della sua visita a Roma la necessità di assicurare istituzioni governative stabili e sostenute da un'ampia maggioranza: solo così l'Esecutivo iracheno sarà in grado di venire incontro alle richieste dei manifestanti di buon governo e valori democratici.
Sottolinea che l'Italia ritiene fondamentale continuare a lavorare per la stabilizzazione del Paese, che è funzionale allo sviluppo e alla crescita. In tale quadro, il Governo intende in particolare perseverare nel contrasto a Daesh, partecipando alle attività della Coalizione Internazionale e per questo ha fornito un contributo molto qualificato in materia di formazione delle forze di sicurezza in Iraq. L'Italia è il secondo contributore di truppe della Coalizione dopo gli USA e ha allocato 11,8 milioni di euro sul Fondo dell'UNDP per la stabilizzazione immediata.
Conclude segnalando che, quanto alle attività formative condotte dal personale militare italiano, per i principi che ne stanno a fondamento e per la tipologia degli argomenti trattati, esse sono già in linea con lo specifico impegno chiesto al Governo con la risoluzione in titolo.
Piero FASSINO (PD) propone di aggiungere un ulteriore punto del dispositivo al fine di impegnare il Governo a sostenere ogni azione utile al consolidamento e alla stabilizzazione dell'assetto federalistico dello Stato iracheno, tutelando l'autonomia della regione del Kurdistan e assicurando piena agibilità alle diverse comunità religiose.
Marta GRANDE, presidente, relativamente alle considerazioni del collega Formentini in tema di competenze, precisa che la risoluzione in titolo è stata assegnata alla sola III Commissione evidentemente in ragione del fatto che le relative competenze sono chiamate in causa dall'atto di indirizzo in misura prevalente rispetto a quelle della Commissione Difesa.
Paolo FORMENTINI (LEGA) ribadisce l'opportunità che dell'atto di indirizzo sia investita la Commissione Difesa. Chiede anche un chiarimento circa l'intenzione della maggioranza di pervenire ad una deliberazione già in questa seduta.
Yana Chiara EHM (M5S), accogliendo la proposta di integrazione avanzata dal collega Fassino, chiede al deputato Formentini di chiarire i passaggi che, a suo avviso, dovrebbero essere espunti o modificati.
Paolo FORMENTINI (LEGA), preannunciando che, in caso di mancato accoglimento delle proposte di modifiche, il gruppo Lega chiederà la votazione per parti separate al fine di tenere ben distinti gli impegni dalle premesse, ribadisce la richiesta di sopprimere: nella seconda premessa, le seguenti parole: «dall'invasione statunitense del 2003»; nella quinta premessa, le parole: «che esca dalle vecchie divisioni settarie»; nella settima premessa, le parole: «gli attacchi omicidi ordinati dagli Stati Uniti». Chiede, in generale, che ogni richiamo alle componenti settarie sia sostituito dal richiamo ai partiti e dall'elenco di tutte le componenti. Propone, altresì, di aggiungere, nell'ultimo punto del dispositivo, dopo le parole: «sulla giustizia sociale» le parole: «e sul rispetto delle varie componenti».
La viceministra Emanuela Claudia DEL RE sconsiglia l'inserimento nel testo di elenchi relativi alle varie componenti della società irachena in quanto esposto al rischio di esclusioni non volute ma foriere di possibili conseguenze negative.
Yana Chiara EHM (M5S), accogliendo alcuni solleciti pervenuti dal collega Formentini, acconsente alla sostituzione dei riferimenti a componenti settarie con quelli a componenti politiche.
Eugenio ZOFFILI (LEGA), considerata la rilevanza del tema e le numerose proposte di modifica ed integrazione al testo della risoluzione, propone di rinviare la discussione ad altra seduta.
Marta GRANDE, presidente, quanto alla proposta di rinvio si rimette alla disponibilità della collega Ehm a volerla accogliere nell'interesse al raggiungimento di un consenso il più ampio possibile sulla risoluzione in titolo.
Yana Chiara EHM (M5S), pur ritenendo che le modifiche ed integrazioni richieste sono limitate, si dichiara disponibile ad accogliere la richiesta di rinvio della discussione.
Marta GRANDE, presidente, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.30.
ALLEGATO
Risoluzione n. 7-00406 Ehm: Sui recenti sviluppi della situazione in Iraq.
NUOVA FORMULAZIONE DELLA RISOLUZIONE
La III Commissione,
premesso che:
l'Iraq vive da decenni guerre e divisioni settarie che hanno portato a caos e movimenti interni al Paese che non si sono mai arrestati. Dalla guerra con l'Iran, all'invasione del 2003 da parte degli Stati Uniti, con la caduta del regime di Saddam, fino alla nascita del sedicente Stato Islamico (Daesh), larga parte della popolazione ha convissuto per buona parte della propria vita con la guerra. Vi è una generazione che è quella dei giovani di oggi, che costituiscono il 70 per cento della popolazione, che non ha conosciuto nient'altro che violenza, conflitto e terrorismo;
dal 1o ottobre 2019 in Iraq milioni di giovani si sono riversati nelle piazze in quella che può essere definita la più forte ondata popolare di mobilitazione dall'invasione statunitense del 2003, che ha coinvolto 10 governatorati su 18. Nel movimento di protesta, oltre alle proteste contro il Governo, la corruzione, la mancanza di libertà di espressione ed il sistema politico, si denota una vera trasformazione culturale e sociale, lontana dai settarismi, con la volontà di chiudere con il passato e la vecchia classe politica e portare ad un cambiamento totale;
alle proteste hanno fatto seguito violente repressioni, condotte sia da parte delle forze armate irachene, sia da parte di milizie armate non identificabili. È stato stimato che, dall'inizio della protesta, fino a metà gennaio 2020, ci sono state circa 670 persone uccise, migliaia di persone sono state arrestate o rapite ed oltre ventimila risulterebbero essere i feriti. La maggior parte delle vittime è stata causata dall'uso indiscriminato di armi e dal lancio di lacrimogeni ad altezza uomo;
i manifestanti, ad ogni modo, hanno continuato le proteste pacifiche nelle settimane a seguire, organizzando postazioni fisse che garantiscono cura, assistenza legale, cibo, attività culturali, ecologiste, usano i social media come mezzo di comunicazione e informazione (anche se il Governo più volte ha bloccato internet nel Paese, come accaduto nello shut down all'inizio delle proteste);
le richieste del movimento, giunte a inizio dicembre 2019, sono la nomina di un governo indipendente, l'approvazione di una riforma elettorale che esca dalle vecchie divisioni settarie e le dimissioni del Primo Ministro Madhi. A partire da tale data, è stato costituito un governo ad interim e sono state avviate consultazioni che, tuttavia, non hanno ancora portato ad alcun risultato concreto;
il 5 dicembre 2019 il Parlamento iracheno ha approvato all'unanimità una legge relativa alla commissione elettorale: essa non sarà più formata su basi partitiche, ma composta da nove membri, di cui sette giudici, estratti a sorte, e due scelti dal Consiglio consultivo statale, massima istituzione di giustizia amministrativa dell'Iraq. Inoltre, il 25 dicembre 2019 il Parlamento ha approvato una nuova legge elettorale, che garantisce la possibilità di candidature indipendenti dai partiti;
la situazione, tuttavia, si è improvvisamente aggravata dopo gli attacchi omicidi ordinati dagli Stati Uniti nel bombardamento con droni del 3 gennaio 2020 e con la conseguente l'uccisione del generale iraniano Souleimani e del comandante della milizia irachena Al Muhandis, a cui è seguito il lancio di missili da parte dell'Iran verso le basi Usa in Iraq, che non hanno causato vittime tra i soldati;
dopo questi attacchi i giovani iracheni sono tornati a manifestare con più forza, ricordando che l'Iraq è indipendente e non vuole nessuna ingerenza né dagli Usa, né dall'Iran, rimanendo in una protesta estremamente organizzata, non violenta, in cui anche le donne hanno per la prima volta un ruolo da protagoniste;
lo stesso Parlamento iracheno, il 5 gennaio 2020, ha approvato una risoluzione che chiede al Governo di revocare la richiesta di assistenza avanzata nel 2014 alla Coalizione internazionale anti-Daesh, di denunciare ogni Accordo internazionale in vigore che autorizzi forze armate di un Paese straniero ad utilizzare il territorio, lo spazio aereo e marittimo dell'Iraq, di adire, attraverso il Ministero degli esteri, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in merito alle azioni compiute dalle forze armate degli Stati Uniti in violazione della sovranità irachena e di dare immediato avvio ad un'accurata richiesta sui fatti occorsi;
l'Italia ha in Iraq una presenza importante, con il dispiegamento del contingente militare più grande in loco dopo quello americano, rimasto illeso dai bombardamenti iraniani, e svolge importanti attività di addestramento e formazione delle forze militari irachene;
il 17 dicembre 2019 la piattaforma «Iraqi Civil Society Solidarity Initiative» (ICSSI), costituita da associazioni, organizzazioni sindacali e politiche internazionali, ha inviato una lettera-appello al Governo iracheno, firmata da 29 importanti personalità internazionali, in solidarietà con le richieste della protesta;
la spirale di caos e violenza che oramai da tanto tempo soffoca l'Iraq rischia di destabilizzare ulteriormente l'intera regione, alimentando la crescita di gruppi terroristici che trovano nuova linfa dai momenti di tensione come questo;
il Consiglio dei Ministri degli affari esteri dell'Unione europea, nella riunione del 10 gennaio 2020, ha discusso dell'impatto di questi sviluppi sulla coalizione internazionale coinvolta nella lotta contro DAESH, ribadendo il sostegno alla stabilità e alla ricostruzione dell'Iraq,
impegna il Governo:
ad adottare le iniziative di competenza affinché le autorità irachene rispettino gli obblighi derivanti innanzitutto dall'ordinamento internazionale in materia di diritti umani, con particolare riferimento alla libertà di riunione e di associazione, affinché prevengano un ingiustificato uso della forza contro i dimostranti sia da parte delle Forze di Sicurezza che da parte di gruppi armati non direttamente controllati dal governo, e perché si astengano dalle detenzioni arbitrarie di manifestanti pacifici e difensori dei diritti umani e da restrizioni della libertà di stampa;
ad adottare iniziative di competenza per sostenere le organizzazioni della società civile irachena contro la violazione dei diritti umani e contribuire all’empowerment della società stessa con progetti di formazione e sostegno;
ad adottare le iniziative di competenza, nel quadro dell'attività dei competenti organismi internazionali per fornire assistenza alla commissione elettorale per il monitoraggio delle prossime elezioni in Iraq;
a proseguire e rafforzare le attività di addestramento e la formazione delle forze armate locali da parte dei nostri militari implementandole nel senso della tutela dei diritti umani e di pratiche corrette relative alle misure di contenimento di massa, non violento, verso la folla nelle manifestazioni di piazza, dove l'uso eccessivo di armi invece che disperdere i manifestanti ha provocato vittime;
a continuare a sostenere le attività dell'Unione europea in Iraq per consolidare, tramite la Missione Europea di Assistenza (EUAM), istituzioni statali rispettose dei diritti civili, per accrescere la sicurezza e garantire la prevenzione dei conflitti, il contrasto al terrorismo, la lotta a corruzione, instabilità politica e polarizzazione etnica e settaria, nonché a lavorare per sostenere gli sforzi delle organizzazioni della società civile irachena affinché si esca dalla logica di guerra a vantaggio di una società incentrata sulla giustizia sociale.
(7-00406) «Ehm, Suriano, Cabras, Quartapelle Procopio, Migliore, Boldrini, Del Grosso, Di Stasio, Emiliozzi, La Marca, Olgiati, Romaniello, Siragusa».