III Commissione
Affari esteri e comunitari
Affari esteri e comunitari (III)
Commissione III (Affari esteri)
Comm. III
Audizione del Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, nell'ambito dell'esame, in sede referente, dei progetti di legge C. 476 Ascani, C. 1099 Quartapelle Procopio e C. 2165, di iniziativa dei senatori Marcucci ed altri, senatori Montevecchi ed altri, approvata in un testo unificato, dal Senato, recanti ratifica ed esecuzione della Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, fatta a Faro il 27 ottobre 2005 (Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento e conclusione) ... 72
Ratifica ed esecuzione della Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, fatta a Faro il 27 ottobre 2005. C. 476 Ascani, C. 1099 Quartapelle Procopio e C. 2165 di iniziativa dei senatori Marcucci ed altri, senatori Montevecchi ed altri, approvata in un testo unificato, dal Senato (Seguito esame e rinvio – Adozione del testo base) ... 73
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Confederazione svizzera, dall'altra, sui programmi europei di navigazione satellitare, fatto a Bruxelles il 18 dicembre 2013. C. 1677 Governo (Seguito esame e conclusione) ... 73
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica Democratica Socialista dello Sri Lanka sulla cooperazione nei campi della cultura, dell'istruzione, della scienza e della tecnologia, fatto a Roma il 16 aprile 2007. C. 2123 Governo, approvato dal Senato (Esame e rinvio) ... 73
Ratifica ed esecuzione del Protocollo di adesione dell'Accordo commerciale tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Colombia e il Perù, dall'altra, per tener conto dell'adesione dell'Ecuador, con Allegati, fatto a Bruxelles l'11 novembre 2016. C. 2091 Governo (Esame e rinvio) ... 75
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Burkina Faso relativo alla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 1o luglio 2019. C. 2322 Governo (Esame e rinvio) ... 76
Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica gabonese per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, fatta a Libreville il 28 giugno 1999. C. 2333 Governo, approvato dal Senato (Esame e rinvio) ... 77
Sulla pubblicità dei lavori ... 79
5-03385 Formentini: Sulla posizione del Governo italiano sul rinnovo del mandato del Presidente del Parlamento venezuelano ... 79
ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 83
5-03429 Delmastro delle Vedove: Sulla posizione del Governo italiano in merito a un blocco navale al largo delle coste libiche ... 80
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 84
5-02895 Suriano: Sui movimenti di protesta in Iraq ... 80
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 86
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:
Sulla pubblicità dei lavori ... 80
5-03486 Lupi: Sulla persecuzione dei cristiani in Nigeria ... 80
ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 87
5-03487 Delmastro delle Vedove: Sui contatti tra il Governo italiano e quello cinese relativamente alla emergenza «coronavirus» ... 81
ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 89
5-03488 Zoffili: Sulle iniziative a tutela dei cittadini italiani in Cina in relazione all'epidemia causata dal coronavirus ... 81
ALLEGATO 6 (Testo della risposta) ... 90
5-03489 Fitzgerald Nissoli: Sull'Accordo sul reciproco riconoscimento delle patenti di guida tra Italia e Canada ... 82
ALLEGATO 7 (Testo della risposta) ... 92
AUDIZIONI
Mercoledì 5 febbraio 2020. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini.
La seduta comincia alle 14.
Audizione del Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, nell'ambito dell'esame, in sede referente, dei progetti di legge C. 476 Ascani, C. 1099 Quartapelle Procopio e C. 2165, di iniziativa dei senatori Marcucci ed altri, senatori Montevecchi ed altri, approvata in un testo unificato, dal Senato, recanti ratifica ed esecuzione della Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, fatta a Faro il 27 ottobre 2005.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento e conclusione).
Marta GRANDE, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Introduce quindi l'audizione.
Il Ministro Dario FRANCESCHINI svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.
Intervengono per formulare quesiti ed osservazioni Paolo FORMENTINI (LEGA), Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), Maurizio LUPI (M-NI-USEI-C !-AC), Alberto RIBOLLA (LEGA) Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI), Cristina PATELLI (LEGA), Vito COMENCINI (LEGA) e Simone BILLI (LEGA).
Il Ministro Dario FRANCESCHINI fornisce ulteriori precisazioni.
Marta GRANDE, presidente, ringrazia il Ministro per l'esauriente relazione svolta e dichiara conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 14.45.
N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.
SEDE REFERENTE
Mercoledì 5 febbraio 2020. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Ricardo Antonio Merlo.
La seduta comincia alle 14.45.
Ratifica ed esecuzione della Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, fatta a Faro il 27 ottobre 2005.
C. 476 Ascani, C. 1099 Quartapelle Procopio e C. 2165 di iniziativa dei senatori Marcucci ed altri, senatori Montevecchi ed altri, approvata in un testo unificato, dal Senato.
(Seguito esame e rinvio – Adozione del testo base).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 6 novembre 2019.
Marta GRANDE, presidente e relatrice, propone che la Commissione adotti la proposta di legge C. 2165, di iniziativa dei senatori Marcucci ed altri, senatori Montevecchi ed altri, approvata in un testo unificato dal Senato, come testo base per il seguito dell'esame in sede referente. Dà, quindi, conto delle sostituzioni.
Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di adottare come testo base per il seguito dell'esame la proposta di legge C. 2165, di iniziativa dei senatori Marcucci ed altri, senatori Montevecchi ed altri, approvata in un testo unificato, dal Senato.
Marta GRANDE, presidente e relatrice, avverte che s'intende si sia rinunciato al termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Confederazione svizzera, dall'altra, sui programmi europei di navigazione satellitare, fatto a Bruxelles il 18 dicembre 2013.
C. 1677 Governo.
(Seguito esame e conclusione).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 6 novembre 2019.
Marta GRANDE, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Difesa, Bilancio, Trasporti, Attività produttive e Politiche dell'Unione europea.
Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, deputato Olgiati, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.
Marta GRANDE, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica Democratica Socialista dello Sri Lanka sulla cooperazione nei campi della cultura, dell'istruzione, della scienza e della tecnologia, fatto a Roma il 16 aprile 2007.
C. 2123 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Marta GRANDE, presidente, in sostituzione della relatrice Emiliozzi, impossibilitata a prendere parte alla seduta odierna, illustra il provvedimento, ricordando che l'Accordo di cooperazione culturale e scientifica con lo Sri Lanka, composto di diciassette articoli, è finalizzato a consentire lo sviluppo di nuove collaborazioni bilaterali nel campo dell'istruzione scolastica e universitaria, favorendo altresì l'insegnamento della lingua italiana e l'avvio di attività in ambito archeologico, scientifico e tecnologico.
Sottolinea che, nello specifico, l'intesa, dopo avere definito il proprio scopo, evidenzia come le Parti riconoscano che gli scambi e l'arricchimento culturale contribuiscano alla promozione di valori comuni, ivi compreso il rispetto dei diritti umani (articolo 1).
Evidenzia che il testo esplicita, quindi, l'impegno delle Parti a favorire la cooperazione tra le rispettive università, gli istituti di alta formazione nei settori dell'arte e della musica e gli istituti scientifici e culturali, nei settori di reciproco interesse, promuovendo lo scambio di docenti, lettori e ricercatori e gli scambi inter-universitari (articolo 2).
Segnala che i successivi articoli sono relativi alla cooperazione nel campo dell'istruzione scolastica, con l'impegno delle Parti a sviluppare la reciproca conoscenza dei propri sistemi educativi (articolo 3), alla partecipazione di organismi internazionali al finanziamento o all'attuazione dei progetti derivanti dall'Accordo stesso (articolo 4), ed alla collaborazione nel campo dell'arte, della musica, della danza, del teatro e del cinema, da realizzarsi mediante lo scambio di artisti e la reciproca partecipazione a manifestazioni di rilievo (articolo 5).
Rileva che l'Accordo incoraggia altresì l'attività dei rispettivi istituti di cultura, associazioni culturali e istituzioni scolastiche (articolo 6), e pone l'accento sulla collaborazione scientifica e tecnologica, invitando le Parti ad individuare periodicamente settori prioritari di cooperazione (articolo 7).
Osserva che ulteriori articoli definiscono gli aspetti relativi alla cooperazione in campo archeologico ed etnologico (articolo 8), alla erogazione di borse di studio (articolo 9), al contrasto del traffico illecito di opere d'arte ed alla collaborazione per la protezione del patrimonio culturale sommerso (articolo 10).
Sottolinea che altri aspetti definiti dall'Accordo riguardano i programmi di scambio nel settore della gioventù (articolo 11), la collaborazione tra i rispettivi archivi, biblioteche e musei (articolo 12) e tra gli organismi radiotelevisivi, la stampa e l'editoria (articolo 13), e la protezione dei diritti di proprietà intellettuale (articolo 14).
Segnala che ad una commissione mista, composta da un eguale numero di rappresentanti, viene demandato il compito di rendere operativo l'Accordo e di verificarne lo stato di applicazione (articolo 15). Gli articoli conclusivi definiscono infine le modalità di risoluzione delle eventuali controversie interpretative o applicative dell'Accordo (articolo 16), i termini per la sua entrata in vigore, per la sua durata e denuncia (articolo 17).
Precisa che il disegno di legge, approvato dall'altro ramo del Parlamento il 25 settembre scorso, consta di cinque articoli. Con riferimento agli oneri economici derivanti dall'attuazione del provvedimento, l'articolo 3 li valuta in 185 mila euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, e in 195.400 euro a decorrere dall'anno 2021.
Ricorda che un analogo disegno di legge (A.S. 2813) venne presentato dal Governo nel corso della pregressa legislatura e discusso dalla Commissione affari esteri del Senato nel giugno del 2017, ma non poté vedere completato il suo iter di esame a causa della conclusione della legislatura.
Conclusivamente, auspica una rapida approvazione del provvedimento collegato ad un Accordo che verte essenzialmente su alcuni campi d'azione quali l'istruzione, la scienza e la ricerca archeologica ed il potenziamento dell'insegnamento della lingua italiana ai cittadini singalesi che rappresenta per questi ultimi un'opportunità lavorativa, in considerazione della massiccia e laboriosa presenza della loro comunità in Italia (circa 110 mila persone).
Nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che s'intende si sia rinunciato al termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
Ratifica ed esecuzione del Protocollo di adesione dell'Accordo commerciale tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Colombia e il Perù, dall'altra, per tener conto dell'adesione dell'Ecuador, con Allegati, fatto a Bruxelles l'11 novembre 2016.
C. 2091 Governo.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Simona SURIANO (M5S), relatrice, ricorda che il Protocollo in esame costituisce lo strumento giuridico per l'adesione dell'Ecuador all'Accordo commerciale tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Colombia e il Perù, dall'altra (cosiddetto «accordo multipartito»).
Segnala che dopo il ritiro della Bolivia dai negoziati per un accordo di associazione tra l'Unione europea (UE) e la Comunità andina, il 19 gennaio 2009 il Consiglio ha autorizzato la Commissione a negoziare un accordo commerciale con i Paesi della Comunità andina (Bolivia, Colombia, Ecuador e Perù) che condividevano l'obiettivo generale di un accordo equilibrato, ambizioso, globale e compatibile con le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC).
Sottolinea che il 26 giugno 2012 l'UE ha firmato un accordo commerciale con la Colombia e il Perù che si applica in via provvisoria dal 1o marzo 2013 per il Perù e dal 1o agosto 2013 per la Colombia. L'Italia ha depositato lo strumento di ratifica il 5 ottobre 2015 in virtù dell'autorizzazione alla ratifica concessa con la legge n. 120 del 2015.
Evidenzia che l'Accordo tra l'UE, la Colombia e il Perù è stato il primo accordo commerciale concluso dall'UE dopo l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, un Accordo ambizioso che rappresenta tutt'oggi uno strumento importante per la crescita e lo sviluppo dell'integrazione regionale oltre che per il rafforzamento delle relazioni politico-economiche biregionali.
Rileva che l'Accordo multipartito tra l'UE, la Colombia e il Perù costituisce un pilastro della strategia dell'UE per rafforzare i legami politici, economici e culturali con l'America Latina ed è un fondamentale strumento di promozione dei princìpi democratici, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani (clausola essenziale dell'Accordo).
Osserva che, sul piano commerciale e degli investimenti, l'Accordo rappresenta un'importante tappa di avanzamento delle relazioni esterne dell'UE, in quanto prevede una progressiva e reciproca liberalizzazione degli scambi grazie all'eliminazione dei dazi su tutti i prodotti industriali e della pesca e un miglioramento dell'accesso al mercato dei prodotti agricoli.
Segnala che, secondo la valutazione dell'impatto economico condotta dalla Commissione europea, grazie al Protocollo si prevede un aumento delle esportazioni dell'UE verso all'Ecuador pari al 42 per cento, un risparmio di dazi per gli esportatori dell'UE nella misura di almeno 106 milioni di euro all'anno e nuove possibilità di accesso al mercato per quanto riguarda automobili e macchinari. È stata infine segnalata la rilevanza dell'Accordo per l'industria italiana del tonno in scatola e delle conserve ittiche.
Sottolinea che, al fine di favorire l'ingresso degli altri membri della Comunità andina, l'articolo 329 dell'Accordo stabilisce le disposizioni in base alle quali altri Paesi membri della Comunità andina possono diventare Parti dell'Accordo commerciale.
Evidenzia che, a seguito della richiesta presentata dall'Ecuador di riavviare i negoziati con l'UE per diventare Parte dell'Accordo commerciale, nel 2014 sono ripresi i negoziati tra Bruxelles e Quito, che si sono conclusi nel luglio 2014.
Rileva che il Protocollo si compone di ventinove articoli, suddivisi in undici sezioni: Parti contraenti (Sez. I), disposizioni dell'Accordo (Sez. II), tabella di soppressione dei dazi (Sez. III), regole di origine (Sez. IV), misure di salvaguardia agricola (Sez. V), misure sanitarie e fitosanitarie (Sez. VI), scambi di servizi, stabilimento e commercio elettronico (Sez. VII), appalti pubblici (Sez. VIII), indicazioni geografiche (Sez. IX), dichiarazioni comuni (Sez. X), disposizioni generali e finali (Sez. XI).
Ricorda che la competenza in materia di commercio è prerogativa esclusiva dell'UE, ma il Protocollo ha natura mista in quanto alcune limitate disposizioni dell'Accordo rientrano nella competenza concorrente dell'UE e degli Stati membri.
Osserva che, rappresentando un'intesa di predominante natura commerciale che si basa sui princìpi normativi europei vigenti, il Protocollo non richiede modifiche o integrazioni dell'ordinamento nazionale e, di conseguenza, non ha alcun impatto sull'ordinamento interno né oneri per la finanza pubblica.
Conclusivamente, auspica una rapida conclusione dell’iter di approvazione del disegno di legge che s'inserisce pienamente nella politica commerciale dell'UE intesa a definire una disciplina condivisa – in questo caso con alcuni importanti Stati latino-americani – in tema di appalti pubblici, servizi ed investimenti.
Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che s'intende si sia rinunciato al termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Burkina Faso relativo alla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 1o luglio 2019.
C. 2322 Governo.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Andrea ROMANO (PD), relatore, ricorda che l'Accordo ha lo scopo di fornire un'adeguata cornice giuridica per avviare forme strutturate di cooperazione bilaterale tra le Forze armate dei due Stati contraenti, nell'intento di consolidare le rispettive capacità difensive e di migliorare la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza.
Segnala che la sottoscrizione di atti bilaterali di questo tipo mira anche a indurre positivi effetti indiretti in alcuni settori produttivi e commerciali dei due Paesi.
Venendo sinteticamente ai contenuti dell'Accordo, sottolinea che l'articolo 1 enuncia i princìpi ispiratori e lo scopo dell'Accordo, dichiarando che esso intende incoraggiare, agevolare e sviluppare la cooperazione nel settore della difesa sulla base dei princìpi di reciprocità, eguaglianza e mutuo interesse in conformità agli impegni internazionali assunti dalle Parti e, per l'Italia, agli impegni derivanti dall'appartenenza all'Unione europea.
Evidenzia che l'articolo 2 prevede che le Amministrazioni competenti per organizzare e gestire le attività saranno i rispettivi Ministeri della Difesa e che le eventuali consultazioni tra le Parti potranno avere alternativamente luogo in Italia e nel Burkina Faso.
Rileva che il medesimo articolo disciplina altresì la possibilità di stipulare ulteriori intese tecniche volte a disciplinare in concreto le aree e le modalità di cooperazione (sviluppo e ricerca; supporto logistico e acquisizione di prodotti e servizi per la difesa; operazioni umanitarie e di mantenimento della pace, etc.).
Osserva che l'articolo 3 regola gli aspetti finanziari derivanti dalla cooperazione, mentre l'articolo 4 tratta questioni attinenti alla giurisdizione.
Sottolinea che l'articolo 5 prevede che, in caso di danni causati dalla Parte inviante alla Parte ospitante in occasione di attività previste dall'Accordo o connesse alle stesse, il risarcimento sarà garantito dalla Parte inviante previo accordo tra le Parti.
Evidenzia che l'articolo 6 stabilisce la cooperazione nel campo dell'industria della difesa, nel rispetto degli ordinamenti nazionali. Il reciproco approvvigionamento dei suddetti materiali potrà avvenire con operazioni dirette tra i due Stati oppure tramite società private autorizzate dai rispettivi Governi, mentre l'eventuale riesportazione del materiale acquisito verso Paesi terzi potrà essere effettuata solo con il preventivo benestare della Parte cedente, in ogni caso nel rispetto dei princìpi stabiliti dalla legge n. 185 del 1990, recante nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali d'armamento.
Rileva che l'articolo 7 disciplina la regolamentazione delle procedure necessarie per garantire la protezione della proprietà intellettuale, compresi i brevetti, derivante da attività condotte in conformità all'Accordo e ai sensi delle rispettive normative nazionali e degli accordi internazionali in materia sottoscritti dalle Parti nonché, per la Parte italiana, agli obblighi derivanti dalla propria appartenenza all'Unione europea.
Osserva che l'articolo 8 regola il trattamento di informazioni, documenti, materiali, atti e cose classificati, specificando che il loro trasferimento potrà avvenire solo attraverso canali intergovernativi diretti approvati dalle rispettive autorità nazionali per la sicurezza o da autorità nazionali designate in conformità alle leggi dei due Stati.
Precisa che gli articoli da 9-12 dettano norme rispettivamente in tema di eventuali controversie, di entrata in vigore dell'intesa, di sottoscrizione di ulteriori protocolli aggiuntivi in ambiti specifici di cooperazione, nel rispetto delle procedure nazionali, e di durata dell'intesa stessa, che rimarrà in vigore sino a quando una delle Parti deciderà, in qualunque momento, di denunciarla.
Segnala che gli oneri derivanti dall'attuazione dell'Accordo sono valutati, dall'articolo 3 del disegno di legge, in circa 6 mila euro annui ad anni alterni a decorrere dall'anno 2019.
Conclusivamente, confida in un rapido procedimento di ratifica dell'Accordo, fortemente auspicato dalla controparte burkinabè, nell'ottica di un rafforzamento del suo ruolo di garante della sicurezza nel contesto regionale del Sahel, e soprattutto in seno alla coalizione 5+5 Sahel: un rilievo geopolitico crescente che ha trovato un significativo riconoscimento da parte italiana con la visita della Viceministra agli Affari esteri, Emanuela Del Re, nel maggio scorso e con la recente apertura dell'ambasciata italiana a Ouagadougou.
Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
Paolo FORMENTINI (LEGA) esprime l'apprezzamento del gruppo Lega per accordi di questa natura, stigmatizzando l'ordine del giorno Palazzotto n. 9/1999-A/1, approvato in data odierna in Aula, relativo ad un accordo analogo stipulato con l'Etiopia. Evidenzia, infatti, che gli accordi di cooperazione nel settore della difesa rivestono particolare importanza se stipulati con Paesi – come il Burkina Faso e l'Etiopia – che sono crocevia dei flussi migratori e anche in funzione di prevenzione di fenomeni terroristici.
Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che s'intende si sia rinunciato al termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica gabonese per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, fatta a Libreville il 28 giugno 1999.
C. 2333 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Marta GRANDE, presidente, in sostituzione del relatore Gennaro Migliore, impossibilitato a prendere parte alla seduta odierna, illustra il provvedimento in esame, ricordando che il Gabon, ex colonia francese, indipendente dal 1960, è uno Stato dell'Africa centrale di 1,5 milioni di abitanti, affacciato sul golfo di Guinea ed incastonato fra il Camerun e il Congo-Brazzaville. Repubblica semipresidenziale, ha un Parlamento bicamerale composto da un Senato di 66 membri e da un'Assemblea di 153 e può vantare abbondanti risorse naturali e considerevoli investimenti stranieri tali da farne in potenza uno dei Paesi più ricchi dell'intero continente africano.
Segnala che la Convenzione in esame risponde all'esigenza di disciplinare in maniera più efficiente ed equilibrata gli aspetti fiscali delle relazioni economiche fra i due Paesi, al fine di eliminare il fenomeno della doppia imposizione, di prevenire le evasioni fiscali e di porre gli investitori italiani in una posizione privilegiata rispetto agli operatori economici di altre nazionalità.
Sottolinea che l'Accordo, che si compone di trenta articoli suddivisi in VI Capitoli e di un Protocollo, richiama il modello di convenzione fiscale dell'OCSE, e trova applicazione nei riguardi delle persone fisiche e giuridiche residenti negli Stati contraenti (articolo 1), limitatamente all'imposizione sui redditi (articolo 2), e – per la parte italiana – all'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), all'imposta sul reddito delle società (IRES) e all'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP).
Evidenzia che l'Accordo definisce il concetto di residenza (articolo 4), di stabile organizzazione (articolo 5) e di utili di impresa (articolo 7), accogliendo il principio generale in base a cui gli utili di impresa sono imponibili nello Stato di residenza dell'impresa stessa, ad eccezione dei redditi prodotti per il tramite di una organizzazione stabile. Il testo disciplina, quindi, le modalità di tassazione dei redditi immobiliari (articolo 6) e degli utili derivanti da navigazione marittima e aerea (articolo 8). Rileva che, con riferimento alle imposizioni sui dividendi (articolo 10), sugli interessi (articolo 11), sulle royalties (articolo 12), la Convenzione stabilisce un criterio impositivo concorrente fra lo Stato di residenza e quello della fonte, fissando un'aliquota massima di prelievo da parte di quest'ultimo al 15 per cento per i dividendi, al 10 per cento per gli interessi e i canoni, con condizioni quindi – come evidenzia la relazione illustrativa che accompagna il provvedimento – che appaiono del tutto favorevoli agli operatori italiani che investano nel Paese africano.
Al riguardo, segnala anche il punto 4 del Protocollo annesso al testo base che include il riferimento alla clausola della nazione più favorita, in base alla quale ove il Gabon accordasse ad un altro Stato dell'OCSE aliquote più favorevoli rispetto a quelle previste dal presente accordo, le ritenute alla fonte per i casi disciplinati dalla presente intesa verrebbero automaticamente allineate a quelle più vantaggiose.
Osserva che, quanto alle plusvalenze, l'articolo 13 della Convenzione stabilisce l'imposizione esclusiva nello Stato di residenza, ad eccezione degli utili di capitale derivanti dall'alienazione di beni immobili o di beni immobili relativi ad organizzazioni stabili per i quali è prevista una potestà impositiva concorrente dei due Stati.
Sottolinea che i successivi articoli disciplinano quindi il trattamento fiscale sui redditi derivanti da professioni indipendenti (articolo 14), da lavoro subordinato (articolo 15), da gettoni di presenza (articolo 16) e da attività di artisti e sportivi (articolo 17).
Evidenzia che, in materia di pensioni, la Convenzione (articolo 18) prevede la tassazione soltanto nello Stato di residenza, salvo che per i pagamenti erogati all'atto della cessazione del rapporto di lavoro di una persona fisica, mentre per le remunerazioni derivanti dallo svolgimento di funzioni pubbliche stabilisce di regola la tassazione nello Stato della fonte (articolo 19).
Rileva che, per quanto attiene ai meccanismi intesi ad evitare le doppie imposizioni, l'Accordo prevede (articolo 23), per entrambe le Parti, il ricorso al metodo di imputazione ordinaria. I successivi articoli dispongono quindi un principio di non discriminazione (articolo 24), una procedura amichevole per la risoluzione di eventuali casi di imposizione non conformi alla Convenzione (articolo 25), lo scambio di informazioni fra le autorità per l'applicazione dell'intesa bilaterale (articolo 26), l'intangibilità dei privilegi fiscali previsti per agenti diplomatici e funzionari consolari (articolo 27) e una procedura di rimborso per i casi garantiti di ritenute ridotte (articolo 28).
Precisa che il disegno di legge, approvato all'unanimità dal Senato l'8 gennaio scorso, non produce effetti per l'erario italiano, e che il provvedimento riproduce un disegno di legge (A.S. 2158), presentato nel corso della XVII legislatura e discusso dalla Commissione affari esteri del Senato nell'ottobre del 2017, che tuttavia non poté vedere completato il suo iter di esame a causa della conclusione della legislatura.
In conclusione, auspica la rapida conclusione dell'iter di approvazione del disegno di legge in esame che si riferisce ad una Convenzione che riveste specifica importanza per il nostro Paese: il Gabon è infatti connotato da un quadro sostanzialmente pacifico, a differenza di quanto avviene in molte altre aree africane, e la stabilità politica, unitamente alle risorse petrolifere e minerarie, hanno permesso ai gabonesi di mantenere uno dei livelli di prodotto pro capite più alto di tutta l'Africa.
Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che s'intende si sia rinunciato al termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.10.
INTERROGAZIONI
Mercoledì 5 febbraio 2020. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Ricardo Antonio Merlo.
La seduta comincia alle 15.10.
Sulla pubblicità dei lavori.
Marta GRANDE, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
5-03385 Formentini: Sulla posizione del Governo italiano sul rinnovo del mandato del Presidente del Parlamento venezuelano.
Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Paolo FORMENTINI (LEGA), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta del Governo. Evidenzia che il sottosegretario Merlo, a titolo personale, è probabilmente favorevole al riconoscimento di Guaidò a presidente legittimo ma non può esprimere questa posizione per le contraddizioni presenti all'interno della maggioranza e del Governo. Ricordando che, peraltro, anche l'Esecutivo precedente non ha potuto procedere al riconoscimento di Guaidò a causa dell'opposizione del Movimento 5 Stelle, ribadisce che la Lega sostiene, in tale ambito, le posizioni dell'Amministrazione Trump e, contestualmente, condanna senza riserve l'operato del Presidente Maduro.
5-03429 Delmastro delle Vedove: Sulla posizione del Governo italiano in merito a un blocco navale al largo delle coste libiche.
Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta del Governo, esprimendo soddisfazione per il fatto che per la prima volta si riconosce che il blocco navale costituisce lo strumento più efficace per contrastare il traffico di armi nel Mediterraneo. Rileva, tuttavia, che tale scelta è tardiva e non tiene del debito conto gli ultimi sviluppi della crisi libica, con particolare riferimento alle crescenti ingerenze della Turchia: il regime di Erdogan ha infatti agevolato il trasferimento in Libia non solo di armamenti, ma anche di miliziani jihadisti provenienti dalla Siria. Secondo un'autorevole organizzazione internazionale, in questo momento 6 mila potenziali terroristi sarebbero stanziati in Libia e 64 di loro sarebbero già sbarcati in Europa, molto probabilmente in Italia. A suo avviso, occorre dunque che il Governo agisca con maggiore risolutezza in sede europea affinché il blocco navale venga utilizzato non solo per monitorare l'applicazione dell’embargo di armi alla Libia, ma anche per fermare l'attività dei trafficanti di esseri umani, di cui potrebbero giovarsi i jihadisti per arrivare nel nostro continente e compiere atti terroristici.
5-02895 Suriano: Sui movimenti di protesta in Iraq.
Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Simona SURIANO (M5S), replicando, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo, rilevando che, da quando è stata presentata l'interrogazione in titolo, all'indomani del divampare della protesta, sono intervenuti diversi fatti positivi, in primis la recente nomina del nuovo Primo Ministro, che si è dichiarato favorevole ad accogliere le istanze dei movimenti di protesta, in primo luogo l'indizione di libere elezioni e la lotta contro la corruzione. Auspica, dunque, che l'Italia continui a supportare il processo di transizione democratica dell'Iraq, anche attraverso l'azione del nostro contingente militare che si occupa della formazione delle forze di sicurezza irachene, cooperando – indirettamente – alla lotta contro le residue cellule terroristiche di Daesh.
Marta GRANDE, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni a all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 15.30.
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Mercoledì 5 febbraio 2020. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Ricardo Antonio Merlo.
La seduta comincia alle 15.30.
Sulla pubblicità dei lavori.
Marta GRANDE (M5S), presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
5-03486 Lupi: Sulla persecuzione dei cristiani in Nigeria.
Maurizio LUPI (Misto-NcI-USEI) illustra l'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).
Maurizio LUPI (Misto-NcI-USEI), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta del Governo sottolineando che se da un lato non è in discussione la sensibilità del Governo e quella personale del sottosegretario Merlo riguardo al tema della persecuzione dei cristiani, dall'altro occorrono azioni concrete. Secondo la fondazione «Aiuto alla Chiesa che soffre» i cristiani perseguitati nel mondo sono oltre 260 milioni: di fronte a questi dati sconcertanti l'Italia non può rimanere indifferente e, pertanto, anche in forza dei buoni rapporti politici e commerciali, occorre pretendere dalla Nigeria il rispetto del pluralismo religioso e un deciso contrasto alla persecuzione dei cristiani. Infine, ringraziando il collega Delmastro delle Vedove per la proficua opera di sensibilizzazione svolta in qualità di presidente dell'intergruppo parlamentare per la difesa della libertà religiosa dei cristiani nel mondo, anticipa che in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppo, chiederà un ciclo di audizioni per approfondire il tema della tutela dei cristiani in Nigeria.
5-03487 Delmastro delle Vedove: Sui contatti tra il Governo italiano e quello cinese relativamente alla emergenza «coronavirus».
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI) illustra l'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI), replicando, si dichiara moderatamente soddisfatto della risposta del Governo. A suo avviso, il combinato disposto delle misure draconiane che sta adottando il Governo cinese, che interessano circa 60 milioni di persone, e della presenza a Wuhan di un laboratorio per lo studio dei virus più letali, desta grave preoccupazione e suscita inquietanti interrogativi sulla effettiva pericolosità della malattia, ma soprattutto sulle modalità di iniziale diffusione del contagio, al di là degli scenari evocati su una anomala interazione tra esseri umani e pipistrelli o serpenti. Ritiene, infine, essenziale continuare l'azione di pressione sulle autorità cinesi volta ad ottenere totale trasparenza e informazioni più esaustive circa la genesi e l'evoluzione dell'epidemia.
5-03488 Zoffili: Sulle iniziative a tutela dei cittadini italiani in Cina in relazione all'epidemia causata dal coronavirus.
Eugenio ZOFFILI (Lega) illustra l'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).
Eugenio ZOFFILI (Lega), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta del Governo. Esprimendo apprezzamento per la preziosa attività di supporto fornita dai portali internet e dalle applicazioni digitali del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale dedicati all'assistenza ai cittadini italiani all'estero – peraltro oggetto di una mozione a sua prima firma approvata dall'Aula in data odierna a larghissima maggioranza – segnala che alcune agenzie di stampa stanno diffondendo nuove e sempre più preoccupanti informazioni sulla diffusione del coronavirus: in particolare, tali agenzie riferiscono della decisione del Governo cinese di costruire undici nuovi nosocomi e dei rischi connessi al contagio dei feti durante la gravidanza. Apprezzando le misure assunte dal Governo a tutela dei nostri connazionali recentemente rimpatriati dalla Cina, esprime la disponibilità a cooperare con la maggioranza e l'Esecutivo per affrontare l'emergenza sanitaria, riservandosi di chiedere ulteriori chiarimenti attraverso successivi atti di sindacato ispettivo.
5-03489 Fitzgerald Nissoli: Sull'Accordo sul reciproco riconoscimento delle patenti di guida tra Italia e Canada.
Fucsia FITZGERALD NISSOLI (FI) illustra l'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 7).
Fucsia FITZGERALD NISSOLI (FI), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta del Governo. Ribadendo che la soluzione della problematica posta con l'interrogazione in titolo deve basarsi sul principio di reciprocità, auspica che la riunione tecnica tra Farnesina e Ministero dei Trasporti, in programma domani, produca risposte concrete, in assenza delle quali si riserva di presentare una nuova interrogazione.
Marta GRANDE, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 16.05.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 5 febbraio 2020.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.05 alle 16.20.
ALLEGATO 1
Interrogazione n. 5-03385 Formentini: Sulla posizione del Governo italiano sul rinnovo del mandato del Presidente del Parlamento venezuelano.
TESTO DELLA RISPOSTA
Sin dall'inizio della crisi venezuelana il Governo italiano si è impegnato a favore di una soluzione pacifica e democratica che sfoci nella tenuta di elezioni presidenziali e legislative libere, eque e credibili. Di conseguenza, il Governo è profondamente preoccupato per quanto accaduto lo scorso 5 gennaio in occasione della prevista elezione del Presidente dell'Assemblea nazionale venezuelana, contro il funzionamento democratico e costituzionale dell'Assemblea. Si è trattato di una seria violazione da parte del regime che ha aggravato la situazione politica nel Paese e non contribuisce affatto a stabilire le giuste condizioni per elezioni dell'Assemblea nazionale che dovrebbero aver luogo entro la fine dell'anno.
La posizione del Governo italiano sui fatti descritti dall'Onorevole interrogante si identifica con quella subito assunta dall'Unione Europea con il fattivo contributo dell'Italia. Con una Dichiarazione del Portavoce dell'Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, rilasciata il 5 gennaio scorso, e con la successiva Dichiarazione dell'Alto Rappresentante, questa volta a nome dell'UE, del 9 gennaio scorso, l'Unione – e quindi anche l'Italia – hanno fermamente condannato il tentativo di bloccare il legittimo processo elettorale interno all'Assemblea nazionale, hanno manifestato di non considerare valida l'elezione di Luis Parra in quanto viziata da gravi irregolarità e hanno confermato, invece, il riconoscimento e il sostegno a Juan Guaidò quale legittimo Presidente dell'Assemblea nazionale. L'UE ha anche avvertito di essere pronta ad iniziare i lavori preparatori per applicare nuove misure sanzionatorie individuali contro le persone coinvolte nelle violazioni contro il regolare funzionamento dell'Assemblea nazionale e contro i suoi membri.
L'Italia è da sempre attiva nel Gruppo Internazionale di Contatto. Il Gruppo è un'iniziativa lanciata anche su impulso italiano con l'obiettivo di favorire un processo politico che consenta di realizzare al più presto elezioni presidenziali democratiche e di favorire una soluzione pacifica. Il Governo italiano ha sostenuto allo stesso tempo lo sforzo di mediazione, ora purtroppo sospeso, portato avanti dalla Norvegia. Proprio al fine di riportare le parti al tavolo negoziale, il Governo è impegnato a rilanciare l'attività del Gruppo Internazionale di Contatto ed è convinto della necessità di intensificare l'attività di sensibilizzazione verso tutti gli attori coinvolti nella crisi. Soprattutto verso quei Paesi che hanno maggiore influenza sui vari attori politici venezuelani. Il Governo intende, quindi, profondere ogni sforzo al fine di esercitare, insieme all'Unione Europea e al Gruppo Internazionale di Contatto, un'adeguata pressione sulle parti affinché queste ritornino al tavolo dei negoziati. Nonostante l'attuale clima politico in Venezuela non sia il più adatto alla ripresa del dialogo, il Governo italiano è comunque convinto che non vi siano alternative al perseguimento di una soluzione pacifica e democratica della crisi.
ALLEGATO 2
Interrogazione n. 5-03429 Delmastro delle Vedove: Sulla posizione del Governo italiano in merito a un blocco navale al largo delle coste libiche.
TESTO DELLA RISPOSTA
Nell'ambito dell'attività condotta dall'Italia in favore della pace e della stabilità in Libia rientra anche la ricerca di un ruolo più visibile, profilato e unitario dell'Unione Europea sul dossier libico. Si tratta di un'esigenza imprescindibile, sia perché l'Europa deve dimostrarsi all'altezza della sua vocazione a promuovere la pace, la sicurezza, lo sviluppo, lo stato di diritto e i diritti umani nel mondo a cominciare dal proprio vicinato, sia perché l'alternativa è che il vuoto lasciato dall'Europa ai propri confini rischia di essere colmato da attori esterni, guidati da agende diverse.
Secondo la prospettiva italiana, il ruolo più attivo dell'Europa in Libia deve tradursi in una rinnovata azione diplomatica per 1) consolidare il cessate il fuoco formalmente in essere dal 12 gennaio e, contestualmente, far cessare le negative interferenze esterne che hanno alimentato in questi mesi il conflitto libico e 2) riattivare il dialogo politico intra-libico, che l'Italia sostiene essere, con coerenza dall'inizio delle ostilità, l'unico strumento per raggiungere una soluzione condivisa e quindi durevole alla crisi libica.
In questa direzione si è posta l'iniziativa, promossa dal Ministro degli Esteri Di Maio, di una visita congiunta in Libia dei Ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania e Regno Unito e dell'Alto Rappresentante Borrell. La visita in Libia, prevista inizialmente per il 7 gennaio, non ha avuto luogo a causa del drammatico deterioramento delle condizioni di sicurezza occorso in quei giorni nella capitale Tripoli. Al suo posto ha avuto luogo l'incontro a Bruxelles al quale si riferisce l'Onorevole interrogante e che ha dato ai partecipanti l'opportunità di approfondire il coordinamento sul dossier libico, in vista di nuove iniziative. Tra queste, si è valutata anche la possibilità di un'operazione europea per assicurare il rispetto, per mare, aria e terra, del regime di embargo al trasferimento di armi verso la Libia.
L'ipotesi di un'operazione europea a sostegno dell'embargo armi si è consolidata dopo la Conferenza di Berlino dello scorso 19 gennaio. La Conferenza ha rappresentato un passo importantissimo nella giusta direzione di un percorso ancora difficile e articolato. Tra i punti qualificanti della dichiarazione conclusiva adottata al termine dei lavori figura una sezione (punto n. 18 e ss.) dedicata all'embargo, nella quale risalta (punto n. 21) l'impegno degli Stati partecipanti a «rafforzare gli attuali meccanismi di monitoraggio delle Nazioni Unite (...) anche attraverso il monitoraggio marittimo, aereo e terrestre e la messa a disposizione di risorse aggiuntive, incluse le immagini satellitari».
L'Unione Europea – che ha partecipato ai lavori di Berlino – è chiamata ed è intenzionata a garantire un contributo positivo e fattuale alla realizzazione degli impegni e del piano di lavoro adottati in quella sede, a cominciare dall'attuazione dell'embargo armi. Per l'Italia questo contributo non potrà però essere dispiegato attraverso la mera «riattivazione» di EUNAVFOR MED Sophia, ma tramite una Operazione nuova, anche nel nome, con un mandato rivisto in profondità, che dia priorità agli obiettivi di sicurezza e dunque al controllo dell'effettivo rispetto del regime di embargo.
Alla luce di quanto appena ricordato, confermo che il Governo condivide la necessità, l'opportunità e la legittimità di misure efficaci – delle quali dovrebbe farsi prima promotrice l'Unione Europea – a sostegno dell'attuazione e del rispetto dell'embargo al trasferimento di armi in Libia. Non si tratterebbe però di un «blocco navale» – che il quadro normativo internazionale riconosce come un metodo di guerra e, quindi, misura adottabile solo nel corso di conflitti armati internazionali sul mare – ma di una misura selettiva, legittima e pienamente rispettosa del diritto internazionale, finalizzata a promuovere il ritorno di pace e sicurezza in Libia. Nel caso di specie, un intervento europeo di questo tipo troverebbe una cornice giuridica di riferimento nelle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza ONU che dal 2011 – e in particolare con la risoluzione 2292 del 2016 – hanno riconosciuto la necessità di contrastare i traffici di armi diretti verso la Libia.
ALLEGATO 3
Interrogazione n. 5-02895 Suriano: Sui movimenti di protesta in Iraq.
TESTO DELLA RISPOSTA
Il Governo ha seguito con particolare attenzione i movimenti di protesta che, negli ultimi mesi dello scorso anno, hanno interessato la capitale irachena e le principali città del Paese. Fin dall'inizio, abbiamo associato la nostra voce agli appelli, provenienti da più parti, alla moderazione, condannando le violenze contro i manifestanti e ribadendo il diritto della popolazione a protestare pacificamente.
Anche nel quadro dell'Unione Europea (sia a livello locale a Baghdad, che attraverso prese di posizione a Bruxelles), unanime è stata la richiesta di porre fine alle violenze, di fare luce sulle stesse e assicurare i colpevoli alla giustizia.
A fronte di crescenti richieste di cambiamento, di maggiore democrazia e trasparenza e di autonomia da influenze di Paesi terzi, il Governo italiano considera indispensabile un rafforzamento delle istituzioni irachene, affinché siano in grado di fornire risposte soddisfacenti alle aspirazioni della popolazione. In tal senso, continuiamo a investire – sia politicamente, sia avvalendoci degli strumenti di cooperazione allo sviluppo – nella ricostruzione del Paese, nella stabilizzazione e nel rafforzamento delle Istituzioni. Ricordo, al riguardo, che dal 2005 ad oggi, la Cooperazione Italiana ha investito oltre 300 milioni di euro a favore dell'Iraq, ripartiti fra doni e crediti d'aiuto, finanziando iniziative in svariati settori (fra cui il supporto alla governance, lo sviluppo economico e rurale, la salute, la tutela dei gruppi vulnerabili e delle minoranze religiose). Inoltre, per l'anno in corso, l'Iraq è stato identificato fra i Paesi cosiddetti «prioritari» per le attività di cooperazione allo sviluppo.
La volontà del Governo di accompagnare l'Iraq nel suo percorso di riabilitazione economica e politica è stata confermata in occasione dei colloqui intrattenuti a Roma (il 24-25 gennaio scorsi) dal Presidente della Repubblica iracheno Salih, che ha incontrato anche il Presidente del Consiglio Conte e il Ministro degli Esteri Di Maio.
Al di là della preoccupazione per gli sviluppi sul terreno e dell'attenzione alla sicurezza dei nostri militari di stanza in Iraq – aspetti sui quali il Parlamento è stato informato nei giorni scorsi nelle audizioni del Ministro della Difesa Guerini e nelle comunicazioni del Ministro Di Maio – al Presidente Salih è stata ribadita l'importanza di assicurare istituzioni governative in grado di rispondere adeguatamente alle legittime aspettative dei cittadini iracheni.
L'Italia ritiene fondamentale continuare a lavorare per la stabilizzazione del Paese, funzionale al suo sviluppo e alla sua crescita. Intendiamo in particolare perseverare nel contrasto a Daesh, continuando a partecipare alle attività della Coalizione Internazionale. L'Italia ospiterà la riunione plenaria della Coalizione a livello ministeriale nella prossima primavera. Abbiamo fornito un contributo molto qualificato in materia di formazione delle forze di sicurezza in Iraq. Ricordo infine, a ulteriore dimostrazione del nostro impegno in Iraq, che siamo i secondi contributori di truppe della Coalizione dopo gli USA e abbiamo allocato 11,8 milioni di euro sul Fondo dell'UNDP per la stabilizzazione immediata.
ALLEGATO 4
Interrogazione a risposta immediata n. 5-03486 Lupi: Sulla persecuzione dei cristiani in Nigeria.
TESTO DELLA RISPOSTA
In Nigeria da anni si assiste a conflitti etnico-religiosi connessi alla presenza di gruppi terroristici. Le comunità cristiane risultano tra le principali vittime di episodi di estremismo violento. Gli scontri vedono infatti spesso contrapposte l'etnia Berom, di religione cristiana, a quelle Hausa e Fulani, di religione islamica.
Il diffondersi del terrorismo estremista di matrice islamica riconducibile a Boko Haram ha contribuito ad aumentare le violenze, in particolare dal 2009 nel nord-est della Nigeria. Gli Stati di Adamawa, Bomo e Yobe sono dal maggio 2013 in regime di stato di emergenza. Attentati letali hanno colpito anche altre aree del nord (Kano e Raduna), nonché la capitale Abuja. L'azione di Boko Haram ha determinato una situazione di assoluta insicurezza e prodotto decine di migliaia di vittime, coinvolto circa 22 milioni di civili e provocato l'esodo di 2,2 milioni di rifugiati.
Malgrado l'annuncio di un'imminente sconfitta di Boko Haram da parte delle Autorità nigeriane, la situazione sul terreno appare tutt'altro che risolta. Vi sono anzi segnali di un'intensificazione dell'attività terroristica, unita ad una perdita di controllo del territorio da parte delle forze governative nel Nord-Est del Paese. Tale situazione sembra dovuta al riavvicinamento tra Boko Haram e l'affiliazione locale del sedicente Stato Islamico (Stato Islamico Provincia dell'Africa Occidentale o ISWAP), ai danni soprattutto della popolazione cristiana.
La tutela e la promozione della libertà di religione o credo e dei diritti degli appartenenti alle minoranze etniche e religiose rappresentano priorità della politica estera italiana in ambito multilaterale, nei rapporti bilaterali con i Paesi terzi e nei programmi della Cooperazione allo sviluppo. Figurano inoltre tra i temi prioritari del mandato triennale dell'Italia in Consiglio Diritti Umani ONU dal 2019 al 2021.
In tale contesto, l'Italia segue con grande attenzione la situazione delle comunità cristiane in Nigeria e ha avviato forme di collaborazione con le Autorità nigeriane volte a favorire il rafforzamento delle capacità di contrasto al terrorismo jihadista. Il Governo svolge da anni attività di formazione a favore di funzionari di sicurezza nigeriani finanziate dal Ministero degli Affari Esteri e realizzate dall'Arma dei Carabinieri, sia in Italia che in Nigeria. In collaborazione con la Guardia di Finanza, ancora con finanziamento del MAECI, nel 2019 abbiamo formato 25 funzionari del Servizio Immigrazione e del Servizio delle Dogane presso il Centro di Addestramento di Specializzazione di Orvieto. Altri 20 sono previsti quest'anno. La Scuola di Polizia Tributaria di Ostia ha inoltre ospitato una ventina di funzionari nigeriani appartenenti a vari corpi (Polizia, Dogane, Magistratura) nel 2019 per un corso in materia di investigazioni economico-finanziarie per il contrasto al finanziamento del terrorismo e della criminalità organizzata.
Sul fronte della risposta all'emergenza umanitaria, in occasione della Conferenza di Oslo dei donatori per la Nigeria e la Regione del Lago Ciad del febbraio 2017, l'Italia annunciò un contributo di 10 milioni di euro, dei quali 3,4 sono stati ad oggi erogati per interventi ad impatto immediato realizzati in Nigeria da UNICEF e Programma Alimentare Mondiale (PAM) nei settori della salute e della sicurezza alimentare.
Si segnala infine che il 20 novembre 2018 l'Italia ha firmato una Dichiarazione di Partenariato con la Rete dei Procuratori dell'Africa Occidentale. Si tratta di un'organizzazione che riunisce 15 Paesi dell'Africa occidentale, tra cui la Nigeria. L'intesa mira ad avviare una collaborazione in materia di cooperazione giudiziaria internazionale, anche attraverso scambi di magistrati e procuratori.
Il recente deterioramento della situazione della libertà di religione in Nigeria, riconducibile in massima parte agli attacchi perpetrati da gruppi islamisti o jihadisti, è oggetto di grande attenzione e preoccupazione. L'Italia continuerà a monitorare gli sviluppi futuri valutando, in coordinamento coi partner europei, nuove iniziative per promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali di tutte le comunità etniche e religiose presenti nel Paese.
ALLEGATO 5
Interrogazione a risposta immediata n. 5-03487 Delmastro delle Vedove: Sui contatti tra il Governo italiano e quello cinese relativamente alla emergenza «coronavirus».
TESTO DELLA RISPOSTA
Fin dall'inizio della diffusione del nuovo coronavirus le autorità italiane competenti hanno costantemente monitorato l'evolversi della situazione tramite contatti con le autorità cinesi e l'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il Ministero degli Esteri cinese, insieme alla Commissione Nazionale della Salute (l'equivalente cinese del nostro Ministero della Salute), ha convocato il 27 gennaio scorso una riunione per informare il corpo diplomatico accreditato a Pechino sulle misure introdotte per prevenire e controllare l'ulteriore diffusione del virus. La Commissione ha poi tenuto conferenze stampa giornaliere per fornire informazioni sull'andamento della situazione in strettissimo raccordo con l'Organizzazione Mondiale della Sanità.
I contatti tra l'Italia e la Cina sono proseguiti anche a Ginevra all'interno del Comitato di Emergenza dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. In una riunione di coordinamento del Comitato del 30 gennaio scorso, su richiesta degli Stati membri l'OMS ha richiesto alla Cina di continuare a collaborare con l'Organizzazione e i partner internazionali sui seguenti punti: 1) comprendere l'evoluzione dell'epidemia e la sua fonte, condividendo sistematicamente i dati disponibili su tutti i casi di infezione; 2) intensificare la sorveglianza e la ricerca di casi su tutto il territorio nazionale; 3) effettuare sistematici controlli negli aeroporti e porti internazionali, con l'obiettivo di individuare tempestivamente i viaggiatori sintomatici.
Incontrando alla Farnesina il 3 febbraio l'Ambasciatore cinese a Roma, il Ministro degli Esteri Di Maio ha espresso solidarietà verso la Cina in questo momento difficile, spiegando il provvedimento sull'interruzione dei voli diretti e assicurando il massimo sostegno dell'Italia, sia bilateralmente sia in sede europea, per fronteggiare l'emergenza, anche attraverso l'urgente fornitura di dotazioni medico-sanitarie. Parte dei dispositivi richiesti è già stata spedita a Wuhan con il velivolo che ha riportato a casa i nostri connazionali.
La collaborazione tra Italia e Cina ha riguardato, infatti, anche il rimpatrio dei cittadini italiani presenti nella regione dello Hubei.
Nella sua lettera del 2 febbraio scorso il Presidente della Repubblica Mattarella ha ringraziato il Presidente cinese Xi Jinping per la collaborazione e la sensibilità mostrate dalle autorità cinesi nel facilitare l'evacuazione per via aerea dei connazionali residenti a Wuhan. Il Presidente ha inoltre confermato la disponibilità del nostro Paese ad aiutare la Cina nell'affrontare l'emergenza sanitaria in corso.
Inoltre la Cooperazione Italiana ha dato alle autorità cinesi la disponibilità a trasportare, con un volo umanitario in partenza dalla base delle Nazioni Unite di Brindisi, circa 8 tonnellate di ulteriore materiale (mascherine, medicinali) raccolto dalla collettività cinese in Italia.
Il Governo continuerà a compiere ogni sforzo nell'interlocuzione con le autorità cinesi per tutelare i nostri connazionali presenti in Cina e proseguire l'impegno comune volto a debellare il coronavirus, anzitutto limitandone la diffusione.
ALLEGATO 6
Interrogazione a risposta immediata n. 5-03488 Zoffili: Sulle iniziative a tutela dei cittadini italiani in Cina in relazione all'epidemia causata dal coronavirus.
TESTO DELLA RISPOSTA
L'Organizzazione Mondiale della Sanità e le Autorità sanitarie cinesi hanno pubblicamente dichiarato l'esistenza del «nuovo coronavirus» a partire dal 31 dicembre 2019. Sviluppatosi nella città di Wuhan, capoluogo della provincia cinese dello Hubei, il nuovo coronavirus si è poi diffuso in altre province cinesi. Nei Paesi dell'area e nel resto del mondo si sono registrati casi di coronavirus in numero finora molto contenuto, in particolare se confrontato con la dimensione del contagio in Cina.
Rispetto ai dati forniti nell'interrogazione, appare importante aggiungere che al 4 febbraio si sono registrate 692 complete guarigioni.
Per quanto riguarda la tutela dei nostri connazionali, dall'inizio di gennaio ad oggi l'Unità di Crisi della Farnesina ha continuato a fornire aggiornamenti sulla diffusione del coronavirus in Cina e nel resto del mondo attraverso il portale ViaggiareSicuri.it, dove è stato pubblicato un apposito «Focus Coronavirus» aggiornato più volte al giorno.
La pubblicazione del Focus Coronavirus è stata notificata a tutti i connazionali iscritti al portale DoveSiamoNelMondo.it, sia con SMS che tramite notifica sulla nuova applicazione «Unità di Crisi», da scaricare e utilizzare su dispositivi mobili. Nel Focus sono indicati, tra l'altro, i siti web più rilevanti (Organizzazione Mondiale della Sanità, Ministero della Salute, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani) per favorire la più completa informazione di carattere sanitario. L'utente può così trovare in un unico documento tutti i riferimenti utili e le norme igienico-sanitarie più opportune.
Sono stati inoltre pubblicati specifici aggiornamenti della Sezione Sanitaria delle Schede dei Paesi interessati dal coronavirus. Per i Paesi che hanno adottato misure specifiche, sia sul piano delle limitazioni alla circolazione che in tema di profilassi sanitaria, sono stati pubblicati appositi avvisi in evidenza. Tutte queste informazioni sono state notificate ai possessori dell'App «Unità di Crisi» e pubblicizzate sulla pagina principale del sito ViaggiareSicuri.it.
L'Unità di Crisi della Farnesina ha lavorato, sin dalle prime battute, in stretto contatto con l'Ambasciata d'Italia a Pechino e con tutta la rete consolare italiana in Cina. I nostri consolati sono presenti a Canton, Chongqing, Shanghai e Hong Kong. A tutela del personale in servizio in Ambasciata e presso i consolati sono stati inviati dispositivi di protezione individuale, in particolare 4.780 mascherine monouso, anche al fine di garantire la prosecuzione in piena sicurezza del loro operato a supporto della collettività italiana presente in Cina. In Cina abbiamo una comunità di poco meno di 11.000 connazionali residenti ed iscritti presso l'AIRE – Anagrafe della Popolazione Italiana Residente all'Estero. Nella circoscrizione consolare di Canton risultano 1.406 iscritti AIRE; 180 a Chongqing; 3.837 nelle Regioni Amministrative Speciali di Hong Kong e Macao; 3.920 a Shanghai; 1.432 a Pechino.
Ai residenti si aggiungono i viaggiatori registrati sul portale DoveSiamoNelMondo.it, che ammontano ad oggi a 910. Quest'ultimo dato potrebbe sottostimare la presenza italiana nel Paese. Non vi è infatti un obbligo di registrare il proprio viaggio sul portale e non tutti i viaggiatori, purtroppo, ne fanno uso. Siamo inoltre in contatto con INTERCULTURA, con il Ministero dell'istruzione e il Ministero dell'Università e della Ricerca per il monitoraggio degli studenti presenti nel Paese.
È quindi stimata, nel complesso, una collettività di circa 12.000 italiani presenti in Cina.
A seguito della progressiva adozione da parte delle autorità cinesi di misure fortemente restrittive della circolazione nella città di Wuhan e nella provincia dello Hubei, giunte fino ad un isolamento pressoché completo di quello che è l'epicentro del coronavirus, l'Unità di Crisi della Farnesina ha organizzato, insieme al Comando Operativo Interforze del Ministero della Difesa, un volo di rientro su base volontaria per i connazionali rimasti bloccati in Hubei.
56 connazionali hanno fatto rientro il 3 febbraio scorso a Pratica di Mare e sono stati condotti presso una struttura appositamente adibita all'accoglienza presso la Cecchignola, dove rimarranno sotto stretta osservazione medica per un periodo di 14 giorni.
Il rientro di questi 56 connazionali non esaurisce certo i compiti di assistenza da parte del Governo. La rete diplomatico-consolare in Cina e l'Unità di Crisi della Farnesina continueranno a prestare il massimo supporto e la massima attenzione a coloro che non hanno potuto o voluto lasciare Wuhan e lo Hubei. La nostra Ambasciata è in stretto contatto con tutti i connazionali ancora presenti nello Hubei e, insieme all'Unità di Crisi, si sta adoperando per individuare le migliori modalità di rientro, con l'obiettivo primario di tutelare la salute e la sicurezza dei connazionali.
ALLEGATO 7
Interrogazione a risposta immediata n. 5-03489 Fitzgerald Nissoli: Sull'Accordo sul reciproco riconoscimento delle patenti di guida tra Italia e Canada.
TESTO DELLA RISPOSTA
L'esigenza di un accordo per il riconoscimento delle patenti di guida ai fini della conversione con il Québec risale al 1999. Pur in presenza di una volontà comune a procedere alla conclusione di un'intesa tecnica tra il competente Ministero dei Trasporti e le Autorità del Québec, è risultato necessario, per la normativa italiana, concludere prima un Accordo quadro in materia tra Italia e Canada. L'accordo quadro – entrato in vigore il 12 ottobre 2017 – rappresenta la base giuridica per le successive intese tecniche attuative con le singole Province e Territori canadesi.
Ancor prima della conclusione dell'Accordo quadro, è stato avviato il confronto sull'Intesa tecnica con il Québec per anticipare il più possibile i tempi. Il negoziato è tuttora in corso. Il Ministero dei Trasporti ha scelto di iniziare le negoziazioni con le altre Province solo dopo la firma dell'Intesa con il Québec.
La complessità del negoziato è dovuta alle differenze tecniche tra i due sistemi. In Italia la normativa è unica a livello nazionale, uniformata alle disposizioni dell'Unione Europea, mentre in Canada la competenza primaria è delle Province. La questione è seguita dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero dei Trasporti nell'interesse dei nostri connazionali. La prossima riunione tra Esteri e Trasporti è in programma domani 6 febbraio.
Tra i temi più complessi vi è la disparità tra la patente B italiana e la patente di classe 5 del Québec. La patente B italiana permette di guidare anche motocicli di cilindrata fino a 125. La patente classe 5 del Québec abilita invece alla guida solo di autovetture e di motocicli con cilindrata fino a 50.
Le Autorità del Québec hanno risposto alle ultime valutazioni da parte italiana, trasmesse attraverso il nostro Consolato Generale a Montréal, ad ottobre 2019. Il Québec ha proposto l'invio di una missione tecnica in Italia nel mese di novembre per proseguire le negoziazioni. Le Autorità del Québec hanno tuttavia disdetto la visita prevista per il 25 novembre a pochi giorni dalla sua tenuta. Hanno comunicato di volerla riprogrammare nella prima parte del 2020.
Il Governo continuerà a sollecitare la controparte in modo da raggiungere quanto prima un risultato molto atteso dalla Comunità italiana residente in Canada.