IV Commissione

Difesa

Difesa (IV)

Commissione IV (Difesa)

Comm. IV

Difesa (IV)
SOMMARIO
Mercoledì 29 gennaio 2020

SEDE REFERENTE:

Sulla pubblicità dei lavori ... 24

Delega al Governo per l'istituzione della Riserva ausiliaria dello Stato per lo svolgimento di operazioni di soccorso sanitario e socio-assistenziale. C. 1466 Pagani, C. 2036 Ermellino e C. 2268 Piastra (Seguito esame e rinvio) ... 24

Modifiche al capo VII del titolo II del libro quarto del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, in materia di reclutamento dei volontari, nonché deleghe al Governo per l'adozione della disciplina transitoria e di norme per il collocamento lavorativo dei volontari congedati. C. 1870 Ferrari, C. 2045 Giovanni Russo e C. 2051 Del Monaco (Esame e rinvio) ... 25

RISOLUZIONI:

Sulla pubblicità dei lavori ... 29

7-00248 Frusone, 7-00276 Frailis e 7-00293 Deidda: Sugli alloggi di servizio militari (Seguito discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00062) ... 29

ALLEGATO (Risoluzione approvata dalla Commissione) ... 31

7-00267 Giovanni Russo: Sull'orario dell'attività giornaliera del personale militare (Rinvio dell'esame) ... 30

IV Commissione - Resoconto di mercoledì 29 gennaio 2020

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 29 gennaio 2020. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO. — Intervengono i sottosegretari di Stato per la difesa, Giulio Calvisi e Angelo Tofalo.

  La seduta comincia alle 14.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che della seduta sarà data pubblicità anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso.

Delega al Governo per l'istituzione della Riserva ausiliaria dello Stato per lo svolgimento di operazioni di soccorso sanitario e socio-assistenziale.
C. 1466 Pagani, C. 2036 Ermellino e C. 2268 Piastra.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame delle proposte di legge, rinviato nella seduta del 15 gennaio 2020.

  Roger DE MENECH (PD), relatore, riferisce che la proposta di legge C. 2268, a prima firma Piastra, è composta da tre articoli, di contenuto simile alle due proposte abbinate C. 1466 Pagani e C. 2036 Ermellino ma, a differenza di queste, non contiene l'articolo relativo alle disposizioni finanziarie, in quanto – con riguardo all'individuazione delle risorse finanziarie per il funzionamento della Riserva ausiliaria dello Stato – rinvia ai decreti legislativi attuativi della delega. In particolare, l'articolo 1 precisa che la Riserva ausiliaria dello Stato è istituita nell'ambito dell'Amministrazione della Difesa. Inoltre, in relazione alla tipologia degli interventi, le altre due proposte fanno riferimento a operazioni di soccorso sanitario in favore delle popolazioni colpite da calamità naturali o da altre emergenze e crisi, mentre la proposta C. 2268 si riferisce più genericamente a operazioni di soccorso emergenziale. Infine, con riguardo all'articolo 3, segnala che la proposta Piastra prevede per l'esercizio della delega un termine di dodici mesi, anziché di sei come nelle proposte Pagani e Ermellino. Alla luce di quanto evidenziato, ritiene utile svolgere una mirata attività conoscitiva e sollecita i gruppi a far pervenire le loro proposte di soggetti da ascoltare entro il 14 febbraio.

  Roberto Paolo FERRARI (LEGA), Salvatore DEIDDA (FDI), Maria TRIPODI (FI), Nicola CARÈ (IV) e Giovanni RUSSO (M5S) concordano sul termine proposto dal relatore.

  Gianluca RIZZO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifiche al capo VII del titolo II del libro quarto del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, in materia di reclutamento dei volontari, nonché deleghe al Governo per l'adozione della disciplina transitoria e di norme per il collocamento lavorativo dei volontari congedati.
C. 1870 Ferrari, C. 2045 Giovanni Russo e C. 2051 Del Monaco.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti.

  Giovanni RUSSO (M5S), relatore, introduce l'esame delle proposte di legge osservando che esse traggono spunto dai numerosi elementi di riflessione emersi nel corso dell'indagine conoscitiva svolta dalla Commissione difesa della Camera sul reclutamento nelle carriere iniziali delle Forze armate, evidenziati nel documento conclusivo approvato ieri all'unanimità. Esso auspica, tra l'altro, la predisposizione di un testo normativo organico sulla materia, partendo proprio dalle proposte di legge già depositate. Come noto, nel corso dell'indagine, l'ampia e autorevole platea dei soggetti ascoltati dalla Commissione ha sottolineato la necessità di procedere a un aggiornamento di alcuni istituti che sono stati inseriti nell'ordinamento giuridico militare a seguito della sospensione della leva, con particolare riferimento alla figura dei volontari in ferma prefissata, definiti «linfa vitale» per l'alimentazione del sistema professionale delle Forze armate.
  L'attuale modello di Difesa ha, infatti, registrato nel corso degli ultimi anni un calo di interesse proprio con riferimento al reclutamento nella fase iniziale del percorso di vita e professionale nelle Forze armate. Esaminando i dati del reclutamento nelle richiamate carriere iniziali, acquisiti dalla Commissione difesa nel corso dell'indagine conoscitiva, si nota che a partire dall'anno 2013, a fronte di un numero pressoché costante di domande presentate per la partecipazione ai concorsi VFP1, viceversa, aumenta la mancata presentazione degli aspiranti presso i centri di selezione. Tale fenomeno nel 2017 ha raggiunto la percentuale del 59 per cento dei convocati e ha assunto particolare rilievo per l'Esercito, che deve assicurare l'ingresso di circa 8.000 unità all'anno, pari circa al 75 per cento del totale del fabbisogno. Nello specifico, mentre nei ruoli degli ufficiali e dei sottufficiali, dei graduati e dei volontari in ferma pluriennale quadriennale i soggetti che superano le fasi concorsuali sono in numero superiore rispetto ai posti disponibili, nel reclutamento dei volontari in ferma pluriennale di un anno si registra, a partire dall'anno 2016, la mancata copertura di parte dei posti messi a concorso. Tra i diversi ed eterogenei fattori che sembrano dissuadere i giovani dall'intraprendere questa prima esperienza di carriera nelle Forze armate, un ruolo certamente significativo viene attribuito alle incerte possibilità di carriera offerte ai volontari in ferma breve che non sempre vedono soddisfatte le loro aspirazioni di transito nel servizio permanente e, successivamente, nei ruoli dei sergenti, dei marescialli e degli ufficiali. Come ulteriore elemento di criticità si considerano inoltre le difficoltà che i volontari congedati incontrano nel momento della loro ricollocazione nel mondo del lavoro, dovuta anche allo scarso successo di alcuni istituti che avrebbero dovuto assicurare tale ricollocazione. Inoltre, l'elevata scolarizzazione degli studenti italiani ne orienta le aspettative verso orizzonti diversi e ciò in considerazione della maggiore attrattività del relativo percorso di carriera, anche a fronte di più complesse procedure concorsuali di accesso. Dai dati relativi al concorso 2017 emerge, infatti, che circa l'80 per cento dei candidati possiede il titolo di studio di scuola secondaria di secondo grado (maturità) potendo con questo accedere ad altri tipi di concorso, anche nell'ambito delle stesse Forze armate e, in particolare, nei concorsi per sottufficiale e ufficiale. Alla luce di tali premesse le proposte di legge in esame, pur nella differente formulazione normativa – la proposta di legge a prima firma dell'onorevole Ferrari reca prevalentemente novelle al Codice dell'ordinamento militare, mentre le proposte a mia prima firma e quella a prima firma dell'onorevole Del Monaco sono costruite interamente sotto forma di delega al Governo –, sono volte a modificare l'attuale normativa che disciplina il reclutamento nelle carriere iniziali delle Forze armate, al fine di delineare un nuovo modello maggiormente attrattivo, sia con riferimento alle prospettive di carriera nel comparto della Difesa, sia in relazione alle possibilità di ricollocamento nel mondo del lavoro al termine del periodo della ferma volontaria. Obiettivo comune di tutte le richiamate proposte è l'istituzione di una nuova figura di volontario in ferma prefissata triennale, in luogo delle esistenti figure di volontario in ferma prefissata di un anno e quadriennale e la previsione di una sola rafferma triennale (biennale nella proposta di legge Del Monaco C. 2051) in sostituzione delle vigenti rafferme annuali e biennali. Ulteriori elementi comuni a tutte le proposte di legge sono individuabili nelle iniziative volte a rendere più agevole l'accesso ai ruoli del servizio permanente da parte di coloro che abbiano positivamente concluso il periodo della ferma triennale e le misure volte a valorizzare da un punto di vista professionale e di studio il periodo della ferma volontaria anche ai fini di una più facile ricollocazione nel mondo del lavoro al termine della ferma.
  In estrema sintesi, la proposta di legge Ferrari C. 1870 novella in più parti il Capo VII del titolo II del Libro IV del Codice dell'ordinamento militare. In particolare, viene sostituita l'intera sezione I, attualmente dedicata alla disciplina dei «Volontari in ferma prefissata di un anno», con la nuova sezione riguardante i «Volontari in ferma prefissata triennale». Viene, pertanto, abrogata la sezione II in materia di «Volontari in ferma prefissata quadriennale». In base alla nuova formulazione dell'articolo 698 del Codice, la ferma triennale potrà essere rinnovata una sola volta per un ulteriore triennio. In questo caso i volontari raffermati saranno ammessi alla rafferma triennale con il grado di caporale, ovvero con il grado comune di prima classe o di aviere scelto. Saranno immessi nei ruoli dei volontari in servizio permanente, nella misura minima del 30 per cento dei posti disponibili e con le modalità stabilite con decreto del Ministro della difesa, i volontari che al termine della rafferma triennale siano stati giudicati idonei e utilmente collocati nella graduatoria annuale di merito. Sulla base di queste nuove disposizioni il periodo di permanenza massima come volontario in ferma prefissata sarà, quindi, di sei anni, anziché di undici, come attualmente contemplato. Stesso obiettivo è perseguito
dalla proposta di legge a mia prima firma, mentre nella proposta di legge a prima firma del collega Del Monaco il periodo massimo come volontario è di cinque anni in quanto si prevede una rafferma di due anni. La proposta a prima firma del collega Ferrari reca, poi, le deleghe al Governo per l'adozione della disciplina transitoria conseguente al passaggio dai regimi di ferma annuale e quadriennale all'unico regime di ferma triennale. Si prevede, inoltre, una delega specifica per l'adozione di norme atte al ricollocamento lavorativo dei volontari che non rientrino tra coloro che rimangono a far parte dello strumento militare. Infine, si facoltizza il Governo ad apportare modifiche di carattere integrativo e correttivo ai decreti legislativi previsti dalla proposta di legge.
  Per quanto riguarda, la proposta di legge a mia prima firma, l'obiettivo è quello di riqualificare la figura del volontario in ferma prefissata attraverso una serie di misure in grado di contemperare le esigenze di efficienza e funzionalità dello strumento militare con le legittime aspettative di coloro che intraprendono un percorso di carriera come volontari in ferma prefissata.
  Analogamente alle proposte di legge Ferrari C. 1870 e Del Monaco C. 2051, si prevede l'istituzione di una nuova figura di volontario in ferma prefissata triennale, con la possibilità di una sola rafferma triennale. In relazione a coloro che abbiano completato positivamente il triennio di rafferma, il Governo, dovrà, inoltre, individuare un sistema tale da garantirne l'accesso nei ruoli del servizio permanente, razionalizzando, altresì, le procedure amministrative relative a tale passaggio e prevedendo l'attribuzione del grado iniziale della carriera dei volontari in servizio permanente a coloro che risultano utilmente collocati nelle graduatorie annuali di merito, anche nelle more dell'adozione del decreto di approvazione delle graduatorie. La proposta di legge si prefigge, inoltre, di valorizzare i percorsi di studio e professionali dei volontari in ferma pluriennale consentendo, al contempo, l'acquisizione di crediti formativi a livello scolastico e universitario, di titoli di studio e di abilitazioni professionali riconosciuti anche in ambito civile. In particolare, in sede di attuazione della delega legislativa, il Governo dovrà prevedere che nel corso della ferma triennale, oltre all'addestramento militare di base e specialistico richiesto per la professionalità del volontario, abbiano luogo anche attività di studio e di qualificazione professionale volte all'acquisizione di competenze polifunzionali utilizzabili anche nel mercato del lavoro. Dovranno, inoltre, essere contemplati percorsi specialistici per la formazione, l'addestramento e il successivo reclutamento di personale militare da destinare ai reparti competenti in materia di operazioni cibernetiche. Da ultimo, con riferimento alla finalità concernente la riduzione dei costi relativi alle procedure del reclutamento posti a carico dei partecipanti, il Governo dovrà, in particolare, ridurre i costi per l'esecuzione degli accertamenti sanitari e per il trasferimento e l'eventuale permanenza nelle sedi in cui si svolgono le procedure di selezione. Infine, la proposta di legge Del Monaco C 2051 è anch'essa strutturata sotto forma di legge delega e prevede l'istituzione di una nuova figura di volontario in ferma prefissata triennale. Con riferimento alla possibilità di rafferma si stabilisce il principio generale in forza del quale i volontari che abbiano prestato servizio senza demerito per due anni, potranno, entro il novantesimo giorno successivo al compimento di tale periodo, presentare domanda di rafferma biennale. Al termine del primo anno, i volontari potranno chiedere di essere sottoposti a selezione per il transito nell'Arma dei carabinieri o nei Corpi armati dello Stato, mentre nel terzo anno della ferma triennale e nel corso della rafferma biennale, i volontari che abbiano conseguito una valutazione positiva, potranno partecipare al concorso per titoli ed esami per il passaggio nel servizio permanente, previo accertamento della sussistenza dei requisiti di idoneità fisica, psichica e attitudinale. Dovrà, inoltre, essere, prevista una riserva assoluta per il reclutamento nei Corpi armati dello Stato,
con una percentuale non inferiore al 70 per cento. In relazione alla formazione, tra i principi e i criteri direttivi si contempla espressamente che i volontari siano sottoposti a un periodo di formazione di durata semestrale, suddiviso in due trimestri destinati, rispettivamente, il primo all'istruzione militare e il secondo alla formazione specifica prevista per l'arma, la specialità o la categoria alla quale sono assegnati. Per quanto concerne, poi, la tematica relativa al collocamento nel mondo del lavoro, al termine della ferma, dei volontari congedati senza demerito e non transitati nel servizio permanente, si prevede che il Governo individui misure agevolative per la valorizzazione della formazione professionale acquisita nel periodo della ferma.
  Si dovranno, inoltre, introdurre incentivi di carattere fiscale, contributivo o di altra natura in favore dei datori di lavoro privati che assumono un volontario congedato senza demerito e dovranno essere previste introdurre misure sanzionatorie nei riguardi delle amministrazioni pubbliche che non rispettino i vigenti obblighi di riserva di posti in favore dei volontari nei concorsi pubblici da esse indetti.

  Il sottosegretario Angelo TOFALO ringrazia tutti i proponenti della meritevole iniziativa e si riserva di esprimersi più compiutamente all'esito degli approfondimenti in corso presso lo stato maggiore della Difesa.

  Roberto Paolo FERRARI (LEGA) sottolinea come il relatore abbia giustamente evidenziato che l'esame delle proposte di legge scaturisca dal proficuo lavoro condotto attraverso lo svolgimento dell'indagine conoscitiva sul reclutamento nelle carriere iniziali delle Forze armate. Auspica che anche nell’iter di questo provvedimento si possa registrare il medesimo clima di collaborazione che ha consentito di approvare all'unanimità il documento conclusivo della citata indagine conoscitiva e richiama l'attenzione dei colleghi sull'esigenza di dare positive risposte alle istanze dei giovani che aspirano a servire lo Stato nelle Forze armate.

  Salvatore DEIDDA (FDI) lamenta che alle proposte di legge in discussione non sia stata abbinata anche la proposta di legge del gruppo di Fratelli d'Italia volta al superamento della legge n. 244 del 2012, nonostante ne sia stata fatta richiesta.

  Gianluca RIZZO, presidente, precisa che la proposta di legge del gruppo di Fratelli d'Italia differisce il termine entro il quale conseguire gli obiettivi del reclutamento fissati dalla legge Di Paola e, pertanto, non rientra nell'identica materia delle proposte in esame. L'articolo 77, comma 1, del regolamento della Camera dei deputati non può pertanto trovare applicazione. La citata proposta di legge potrà, dunque, essere calendarizzata in via autonoma.

  Alberto PAGANI (PD) assicura che il gruppo del Partito democratico collaborerà in maniera proficua al buon andamento dei lavori poiché, con coerenza, ritiene che si debba privilegiare l'interesse nazionale indipendentemente dal fatto che l'iniziativa legislativa provenga dai gruppi della maggioranza o dell'opposizione. Condivide le considerazioni sull'ottimo lavoro svolto dalla Commissione con l'indagine conoscitiva sul reclutamento nelle carriere iniziali delle Forze armate e sottolinea l'esigenza di approfondire alcuni tratti delle proposte di legge che dovrebbero essere perfezionati.

  Matteo DALL'OSSO (FI) domanda al relatore chiarimenti sulle modalità che dovranno consentire la riduzione dei costi sostenuti dai giovani per potere partecipare ai concorsi per il reclutamento nelle Forze armate.

  Giovanni RUSSO (M5S) sottolinea come le proposte di legge affidino al Governo, attraverso un'apposita delega, il compito di individuare le migliori modalità per ridurre i costi di partecipazione e che la stessa indagine conoscitiva abbia evidenziato che gli elevati costi per partecipare alle prove concorsuali rappresentano un importante disincentivo al reclutamento.

  Roberto Paolo FERRARI (LEGA) rileva come il cuore del provvedimento preveda che il periodo di servizio volontario nelle Forze armate passi da 1 anno di ferma breve più altri 4 anni di rafferma a tre anni di ferma più altri tre di rafferma e che l'indagine conoscitiva ha indicato nella riduzione dei costi per la partecipazione ai concorsi la strada maestra da percorrere. Ritiene tuttavia che sia importante una compartecipazione dei concorrenti, anche al fine di stimolare una loro maggiore responsabilità. Conclude segnalando anche l'importanza di promuovere il decentramento delle strutture di selezione.

  Matteo DALL'OSSO (FI) pur ritenendo meritevole l'iniziativa, ricorda come il Governo precedente abbia respinto una sua proposta che intendeva ridurre i costi della burocrazia per le persone diversamente abili e di ciò si rammarica.

  Gianluca RIZZO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.10.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 29 gennaio 2020. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Giulio Calvisi.

  La seduta comincia alle 15.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che della seduta sarà data pubblicità anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso.

7-00248 Frusone, 7-00276 Frailis e 7-00293 Deidda: Sugli alloggi di servizio militari.
(Seguito discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00062).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta, rinviata nella seduta del 4 dicembre 2019.

  Luca FRUSONE (M5S) informa che la proficua interlocuzione intercorsa con gli altri presentatori ha permesso di giungere a una riformulazione condivisa del testo della risoluzione, che affronta in maniera organica tutti gli aspetti relativi alla problematica degli alloggi di servizio della Difesa. Ringrazia, quindi, il rappresentante del Governo per il contributo fornito, che ha consentito di portare a termine questo lavoro che considera un risultato importante. Punto nevralgico dell'atto di indirizzo è l'impegno che prevede la definizione, attraverso un decreto governativo, di un piano di gestione del patrimonio abitativo della Difesa sul quale il Parlamento possa formulare gli indirizzi ritenuti opportuni. Fa presente che nel testo della nuova risoluzione sono state tenute in considerazione sia le esigenze manifestate nell'ambito dell'attività conoscitiva, sia quelle rappresentate dall'Amministrazione della Difesa e che il vero problema non è costituito dalla particolare situazione che riguarda i conduttori sine titulo, ma dalla notevole quantità di alloggi non assegnati e non utilizzabili in quanto non manutenuti. A tale situazione si è cercato di rimediare tramite l'impegno a effettuare sopralluoghi sugli alloggi vuoti che necessitano di ristrutturazione, quantificando, per ciascuno, la spesa da sostenere. Ritiene, poi, fondamentale avviare un ciclo virtuoso che, passando per la sistemazione degli alloggi, sollevi l'Amministrazione della Difesa dal pagamento delle imposte per i servizi locali. Considera poi importante introdurre criteri rigorosi che evitino ogni possibilità di abuso tra le assegnazioni relative alle categorie protette, sulla base di una ricognizione puntuale e detta- gliata delle situazioni esistenti. Infine, sottolinea l'utilità di favorire l'ampliamento dell'attuale parco alloggiativo assegnabile e la realizzazione di cooperative di edilizia realizzate tra appartenenti alle Forze armate.

  Andrea FRAILIS (PD) manifesta il convincimento che le esigenze abitative del personale della Difesa debbano essere affrontate con l'attenzione che meritano le politiche di edilizia pubblica convenzionata e sovvenzionata. Ciò è tanto più vero se si considera che gli alloggi di servizio sono pochi, quasi tutti privi di adeguata manutenzione; migliaia sono quelli vuoti e non assegnabili e che parte di questi sono condotti in deroga ai normali termini di concessione e, impropriamente, definiti sine titulo. Fa presente, quindi, che la risoluzione impegna la Difesa ad affrontare il problema con un ampio ventaglio di iniziative, in modo da mettere insieme le esigenze funzionali dell'Amministrazione della Difesa stessa e quelle più propriamente sociali del personale. Ritiene necessario ampliare il patrimonio esistente e individuare nuove formule di intervento che vadano al di là dello strumento della concessione. Altrettanto importante è la conduzione di un attento monitoraggio delle concessioni, al fine di verificare la rispondenza delle condizioni richieste, tra le quali merita particolare attenzione la condizione di quei nuclei familiari al cui interno è compreso un portatore di handicap grave.
  Nel condividere, pertanto la proposta di risoluzione unitaria formulata dal deputato Frusone, che sottoscrive, considera assorbita la risoluzione 7-00276, a sua prima firma.

  Salvatore DEIDDA (FDI) ritiene che sia importante non considerare che i sine titulo siano i responsabili della carenza di alloggi di servizio e concorda con la necessità di effettuare controlli rigorosi nel rispetto delle prerogative di tutti i soggetti interessati. Il vero problema, come è stato evidenziato, va rintracciato nella presenza di alloggi vuoti le cui condizioni di manutenzione sono pessime. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di favorire la costituzione di cooperative edilizie fra appartenenti alle Forze armate e ne sottolinea l'utilità. Sottoscrive pertanto la nuova formulazione della risoluzione proposta dal collega Frusone. Considera, quindi, assorbita la risoluzione n. 7-00293, a sua prima firma.

  Il Sottosegretario di Stato per la Difesa Giulio CALVISI richiama l'attenzione della Commissione sul primo impegno che ridà centralità al Parlamento nell'ambito della problematica relativa agli alloggi di servizio, poiché l'ultimo decreto ministeriale in questa materia risale all'anno 2015. Reputa saggio l'approccio che considera, nel loro insieme, i due distinti problemi della presenza di alloggi vuoti e dei relativi costi di ristrutturazione, nonché dei conduttori sine titulo e sottolinea come con la risoluzione si possa avviare una vera politica alloggiativa in grado di correggere l'attuale situazione. Conclude segnalando che la Difesa ha già avviato l'analisi ricognitiva e che il decreto recante il piano di gestione sarà pronto, presumibilmente, entro il prossimo mese di marzo.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la risoluzione conclusiva Frusone, Frailis, Deidda 8-00062 (vedi allegato).

7-00267 Giovanni Russo: Sull'orario dell'attività giornaliera del personale militare.
(Rinvio dell'esame).

  Gianluca RIZZO, presidente, su richiesta del presentatore, rinvia la discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.35 alle 15.45.

IV Commissione - mercoledì 29 gennaio 2020

ALLEGATO

Risoluzioni nn. 7-00248 Frusone, 7-00276 Frailis e 7-00293 Deidda: Sugli alloggi di servizio militari.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La IV Commissione,
   premesso che:
    con decreto del Ministro della difesa del 16 marzo 2011 sono state dettate disposizioni in materia di rideterminazione del canone degli alloggi di servizio militari, occupati da utenti non aventi titolo alla concessione ai sensi e per gli effetti dell'articolo 286, comma 3-bis, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66;
    nel suddetto articolo, introdotto dal decreto legislativo 24 febbraio 2012, n. 20, è stata trasfusa in linea di massima, l'originaria disposizione contenuta nell'abrogato comma 21-quater dell'articolo 6 del decreto-legge n. 78 del 2010, in materia di rideterminazione del canone degli alloggi di servizio sulla base dei prezzi di mercato. Tale norma prevedeva che, con decreto del Ministero della difesa di natura non regolamentare, adottato d'intesa con l'Agenzia del demanio, sentito il Consiglio centrale della rappresentanza militare, si provvedesse alla rideterminazione del canone di occupazione dovuto dagli utenti non aventi titolo alla concessione di alloggi di servizio del Ministero della difesa, fermo restando per l'occupante l'obbligo di rilascio entro il termine fissato dall'Amministrazione, anche se in regime di proroga, sulla base dei prezzi di mercato, ovvero, in mancanza di essi, delle quotazioni rese disponibili dall'Agenzia del territorio, del reddito dell'occupante e della durata dell'occupazione. La disposizione prevedeva, inoltre, che eventuali maggiorazioni del canone derivanti dalla rideterminazione prevista dal comma in esame dovessero affluire ad apposito capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato, per essere riassegnate per le esigenze del Ministero della difesa;
    ai sensi dell'articolo 2 del citato decreto, il canone mensile di locazione è determinato dal prodotto del prezzo di mercato, che viene desunto dal calcolo della media aritmetica dei canoni unitari di locazione forniti dall'Agenzia del territorio – Osservatorio del mercato immobiliare (Omi) –, per un «coefficiente correttivo globale» calcolato in funzione delle caratteristiche estrinseche e intrinseche dell'alloggio e della superficie convenzionale calcolata ai sensi dell'articolo 3, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n. 138, per il «coefficiente correttivo» calcolato in funzione del reddito del nucleo familiare dell'occupante e del periodo di occupazione dell'alloggio senza titolo;
    si è verificato un paradosso per il quale aumenta la necessità, sia istituzionale che sociale, di alloggi di servizio da assicurare al personale di carriera o a lunga ferma, e contemporaneamente il problema del pieno utilizzo degli alloggi vuoti e dei sine titulo che non rientrano nelle tutele garantite alle situazioni particolari già riconosciute. In tale contesto, l'insufficienza dei fondi assegnati sul pertinente capitolo di spesa, ormai riconducibili solo alla quota parte del 50 per cento degli introiti degli affitti, sta determinando un circolo vizioso dal quale si rischia di non poter più uscire perché il numero delle utenze non prontamente riassegnabili è destinato ad aumentare in relazione
al turn over, degli assegnatari; l'immobilizzazione di un'altra notevole quota del patrimonio immobiliare (un altro 25 per cento) determina, peraltro, una situazione molto grave, in quanto, oltre a non poter soddisfare con il patrimonio disponibile le esigenze dell'organizzazione militare, si fa carico all'amministrazione, quindi, allo Stato, degli oneri condominiali e delle imposte che gravano sugli immobili (Ici, Nuova Imu);
    con l'adozione del «modello professionale» dello strumento militare sono cambiate le esigenze abitative da destinare al personale militare nei ruoli ufficiali, sottufficiali, graduati e truppa, pertanto il problema degli alloggi di servizio richiede un'attenzione adeguata alla necessità di soddisfare le esigenze organizzative delle Forze armate che può avvenire riattivando il circuito virtuoso tracciato dall'articolo 297 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, per utilizzare al meglio, ed ai soli interessi istituzionali, il patrimonio abitativo esistente e, se possibile, incrementandolo;
    il decreto ministeriale 18 maggio 2010 – concernente, tra l'altro, la realizzazione del programma infrastrutturale pluriennale per gli alloggi di servizio delle Forze armate – individua la finalità sottesa alla realizzazione degli alloggi di servizio nella necessità di «assicurare la mobilità del personale militare e civile e le esigenze alloggiative di tale personale finalizzate all'operatività dello strumento militare derivanti dal nuovo modello organizzativo delle Forze armate»;
    nell'atto di indirizzo (emanato il 19 settembre 2018) il Ministro della difesa pro tempore, alla priorità politica 3, punti 9), 16) e 24) intende: «rimodulare i fondi destinati alla legge n. 86 del 2001 in merito alle indennità di trasferimento, inserendo una indennità di posizione geografica»; «ampliare la disponibilità di alloggi di servizio per il personale in servizio della Difesa con famiglia, (...) anche continuando con la sperimentazione di nuove modalità di gestione, ampliando anche le categorie di alloggi di servizio gratuiti per l'incarico (ASGI)»; «avviare un programma di informatizzazione dei dati relativi a tutti gli alloggi in uso alla Difesa, utilizzando il programma GEPADD2 già in uso alle FFAA»; «prevedere un programma gestionale delle proprietà private per i proprietari che intendano rendere disponibile la propria unità alloggiativa ai fini della Difesa»; «continuare a sostenere il benessere del personale militare e civile del Dicastero», con programmi volti alla costruzione o all'acquisto di alloggi a riscatto, nonché all'individuazione di aree da destinare all'edilizia cooperativa;
    oltre alle esigenze complessive relative alle politiche abitative, appare necessario garantire, con ottica pragmatica, la concreta vendita degli alloggi individuati, anche attraverso una revisione delle modalità del «sistema d'asta»;
    il coinvolgimento di Difesa Servizi S.p.A. nella gestione degli alloggi, istituendo la categoria degli Asgi, permetterebbe che il resto degli alloggi possa essere attribuito alla società in questione che, società in house, potrebbe assicurare un utilizzo economico del patrimonio alloggiativo,

impegna il Governo

   1) a definire, ai sensi dell'articolo 306, comma 2, del COM, con proprio decreto il piano di gestione del patrimonio abitativo della Difesa, con l'indicazione dell'entità, dell'utilizzo e della futura destinazione degli alloggi di servizio, secondo criteri di trasparenza e rigore anche attraverso una ricognizione della situazione esistente che consenta di verificare il pieno rispetto delle deroghe ai termini di concessione;
   2) ad attuare quanto contenuto nell'atto d'indirizzo del Ministro della difesa, priorità politica 3, punti 9), 16) e 24);
   3) a valutare l'opportunità di effettuare sopralluoghi sugli alloggi vuoti che
necessitano di ristrutturazione, quantificando, per ciascuno, la spesa da sostenere;
   4) a valutare l'opportunità di adottare un piano dettagliato da discutere con il Ministero dell'economia e delle finanze, volto a dimostrare come sia possibile – in un arco temporale limitato – avviare un ciclo virtuoso che, passando per la sistemazione degli alloggi, sollevi l'Amministrazione della difesa dagli oneri passivi derivanti da spese condominiali, ponendo a carico dei concessionari e previa regolamentazione il pagamento dell'intera Imposta Unica Comunale (IUC), composta dall'Imposta Municipale Propria (Nuova IMU) e dalla Tassa sui Rifiuti (TARI);
   5) ad adottare iniziative per prevedere un potenziamento degli organi tecnici del Genio delle varie Forze armate, al fine di eseguire lavori in economia, valorizzando risorse, capacità e professionalità interne alle Forze armate;
   6) ad individuare ulteriori aree per l'avvio di progetti qualificanti, quale quello intrapreso dall'Esercito nella città di Roma, con la realizzazione di n. 720 alloggi nella cittadella militare della Cecchignola, sulla base di un approfondito studio delle esigenze alloggiative in ambito nazionale;
   7) ad adottare iniziative per estendere a tutte le Forze armate le previsioni dell'articolo 363, comma 2, del Testo unico delle disposizioni in materia di ordinamento militare adottato con decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, trasformando gli alloggi di servizio (Asi) in alloggi di servizio gratuiti connessi all'incarico (Asgi al momento, nell'ambito del dicastero della Difesa, appannaggio della sola Arma dei carabinieri), tassativamente assegnati ai titolari di incarichi, da individuare a cura delle Forze armate, che, garantirebbero la diretta strumentalità tra l'alloggio, la funzione assolta e l'esistenza di un incarico tabellare ed ordinativo, eliminando il rischio di nuovi sine titulo, al fine di contenere, se non eliminare del tutto per il futuro, il fenomeno, promuovendo, contestualmente, una modifica normativa che escluda il personale assegnatario dal percepimento dell'indennità di trasferimento e valutando altresì la possibilità di escludere dall'assegnazione di alloggi, i proprietari di altro immobile di proprietà, sito nella stessa circoscrizione abitativa, ad esclusione di quella tipologia di incarichi ad alta tipizzazione operativa, per i quali è richiesta la presenza in situ, in relazione ad esigenze di pronta reperibilità;
   8) a valutare la possibilità di adottare iniziative per decurtare dal canone dovuto, fino a compensazione, l'importo dei lavori da effettuare a cura del futuro assegnatario, ponendo le ristrutturazioni quali condizioni preventive per l'assegnazione;
   9) ad introdurre criteri rigorosi che evitino ogni possibilità di abuso tra le assegnazioni relative alle categorie protette, sulla base di una ricognizione puntuale e dettagliata delle situazioni esistenti;
   10) ad adottare iniziative per ridefinire la disciplina relativa al rapporto tra l'Amministrazione e l'originale assegnatario, riconoscendo il reddito e l'indicatore della situazione economica equivalente (Isee) di quest'ultimo come l'unico parametro di riferimento per una eventuale e successiva rideterminazione del canone;
   11) a valutare l'opportunità di adottare iniziative per ridefinire la normativa in materia di assegnazione di alloggi in senso interforze, tenendo in opportuna considerazione l'esigenza di garantire un funzionale bilanciamento tra le funzioni operative, logistiche, formative e di protezione sociale;
   12) a valutare la possibilità di individuare nuovi criteri per garantire la realizzazione di un valore aggiunto per il bilancio dello Stato derivante dall'attività delle società in house, quali Difesa Servizi ed Investimenti Immobiliari Italiani spa (Invimit) sul tema degli immobili;
   13) ad adottare misure finalizzate a garantire la tempestiva riassegnazione ai nuovi conduttori degli alloggi di servizio
oggetto di recupero coatto, minimizzando, in tal modo, il fenomeno degli «alloggi vuoti e non assegnati»;
   14) a valutare un diverso approccio al sistema di rideterminazione dei canoni di concessione ispirato a criteri di efficacia e semplicità rispetto alla normativa vigente e sempre sulla base di quanto già previsto dall'articolo 3, comma 2, del decreto ministeriale 16 marzo 2011, laddove è stabilito che gli interessati, con apposita istanza, accompagnata da dichiarazione sostitutiva, comunichino le variazioni nel tempo che comportano l'obbligo da parte dei Comandi di adeguare il canone sia in aumento che in diminuzione;
   15) a introdurre una assoluta uniformità nella modulistica attualmente in essere per la compilazione della «Dichiarazione sostitutiva di atto notorio» da presentare annualmente ai singoli comandi militari a cura degli utenti;
   16) a valutare l'attuazione di iniziative, incluse soluzioni innovative da intraprendere, eventualmente anche in sinergia con altri dicasteri, che possano facilitare, da parte del personale della Difesa:
    l'acquisto di immobili nelle aree a maggiore criticità abitativa, prevedendo il coinvolgimento di enti/organi della Difesa appositamente individuati, al fine di migliorare il rapporto tra offerta del mercato immobiliare privato e domanda da parte del personale;
    l'ampliamento dell'attuale parco alloggiativo assegnabile, anche con lo studio di procedure e accordi che possano consentire il pronto ripristino degli immobili, la cui indisponibilità derivi da più lievi necessità di interventi strutturali;
    la realizzazione, senza oneri per l'Amministrazione, di cooperative di edilizia realizzate tra dipendenti appartenenti alle Forze armate e alle Forze di polizia, alle quali può essere assegnato il diritto di superficie su aree demaniali, prevedendo la costruzione di alloggi mediante lo strumento del project financing o con la concreta implementazione delle misure previste dal «fondo casa» di cui all'articolo 1386 del COM.
(8-00062) «
Frusone, Frailis, Deidda».