XIII Commissione

Agricoltura

Agricoltura (XIII)

Commissione XIII (Agricoltura)

Comm. XIII

Agricoltura (XIII)
SOMMARIO
Martedì 28 gennaio 2020

AUDIZIONI INFORMALI:

Audizione di rappresentanti di Alleanza delle Cooperative Italiane – Coordinamento pesca (AGCI Agrital Pesca, FedAgri Pesca-Federcoopesca e Legacoop agroalimentare-Dipartimento Pesca) Associazione nazionale piccoli imprenditori della pesca (ANAPI Pesca) e UECOOP, nell'ambito dell'esame del testo unificato delle proposte di legge C. 1008 L'Abbate, C. 1009 D'Alessandro e C. 1636 Viviani, recante Interventi per il settore ittico e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. Delega al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore ... 131

SEDE CONSULTIVA:

DL 162/2019: Disposizioni urgenti in materia di proroga termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica. C. 2325 Governo (Parere alle Commissioni I e V) (Seguito esame e rinvio) ... 131

ALLEGATO 1 (Proposta di parere della Relatrice) ... 135

ALLEGATO 2 (Proposta alternativa di parere del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) ... 137

ALLEGATO 3 (Proposta alternativa di parere del gruppo Lega-Salvini premier) ... 140

XIII Commissione - Resoconto di martedì 28 gennaio 2020

AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 28 gennaio 2020.

Audizione di rappresentanti di Alleanza delle Cooperative Italiane – Coordinamento pesca (AGCI Agrital Pesca, FedAgri Pesca-Federcoopesca e Legacoop agroalimentare-Dipartimento Pesca) Associazione nazionale piccoli imprenditori della pesca (ANAPI Pesca) e UECOOP, nell'ambito dell'esame del testo unificato delle proposte di legge C. 1008 L'Abbate, C. 1009 D'Alessandro e C. 1636 Viviani, recante Interventi per il settore ittico e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. Delega al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14 alle 14.30.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 28 gennaio 2020. — Presidenza del presidente Filippo GALLINELLA.

  La seduta comincia alle 14.30.

DL 162/2019: Disposizioni urgenti in materia di proroga termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica.
C. 2325 Governo.

(Parere alle Commissioni I e V).
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 21 gennaio 2020.

  Filippo GALLINELLA, presidente, comunica che i gruppi M5S, PD e Italia Viva hanno chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione dell'impianto.
  Ricordo, altresì, che nella seduta del 21 gennaio scorso era intervenuto l'onorevole Nevi, preannunciando la presentazione, da parte del proprio gruppo, di una proposta alternativa di parere.
  Avverto quindi che anche il gruppo Lega ha presentato una proposta alternativa di parere.

  Rosalba CIMINO (M5S), relatrice, illustra una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1). Si sofferma quindi sul differimento al 31 dicembre 2020 dell'obbligo di presentare l'informazione antimafia per i titolari di fondi agricoli che usufruiscono di fondi europei per importi da 5.000 a 25.000 euro, come prescritto dagli articoli 83, comma 3-bis, e 91, comma 1-bis, del decreto legislativo n. 159 del 2011 (Codice antimafia), disposto dall'articolo 10, comma 2 del decreto-legge in esame. Rileva a tale proposito che, come emerso nel corso dell'audizione del Direttore dell'Agea, le disposizioni del Codice antimafia, come modificate nel 2017, hanno determinato un impatto operativo di rilevante portata sull'attività di erogazione dei contributi da parte degli organismi pagatori, atteso l'incremento delle richieste di documentazione antimafia alle prefetture competenti prodotto dalla normativa sopravvenuta, dovuto all'aumento del numero di soggetti che sono tenuti a rendere le previste dichiarazioni sostitutive, ai fini della consultazione della banca nazionale unica (BDNA).
  Osservato che, come sottolineato dall'Agea, un'ulteriore criticità è rappresentata dal fatto che la maggior parte delle richieste è ancora in fase di istruttoria presso le prefetture competenti, con la conseguenza che le erogazioni da parte degli organismi pagatori sono avvenute, dopo l'acquisizione della richiesta dalla banca dati nazionale unica, per il decorso del termine di 30 giorni previsto dalla legge per i casi di urgenza, al fine di superare la necessità di ricorrere a continue proroghe annuali, evidenzia l'opportunità di sottoporre alla valutazione delle Commissioni di merito alcune proposte di modifica della normativa in esame, oggetto delle osservazioni.
  Nella sua proposta di parere si invitano, quindi, le Commissioni I e V a valutare l'opportunità di modificare gli articoli 83, comma 3-bis, e 91, comma 1-bis, del Codice antimafia, in primo luogo, incrementando il limite dell'importo oltre il quale diviene obbligatoria la presentazione della documentazione antimafia e, in secondo luogo, prevedendo che per le erogazioni destinate al settore agricolo, in deroga a quanto stabilito dall'articolo 86, comma 2-bis, la documentazione antimafia, nei termini di validità di cui all'articolo 86, commi 1 e 2, sia utilizzabile e produca i suoi effetti anche in altri procedimenti, diversi da quello per il quale è stata acquisita, riguardanti i medesimi soggetti. Si segnala, inoltre, l'opportunità, di introdurre, all'articolo 83 del Codice antimafia, una disposizione diretta a prevedere, per le erogazioni a carico del bilancio nazionale destinate al settore agricolo, uno specifico limite di importo, oltre il quale rendere obbligatoria la documentazione antimafia.

  Raffaele NEVI (FI) illustra la proposta alternativa di parere contrario presentata dal suo gruppo (vedi allegato 2).
  Osserva quindi che, nonostante il provvedimento in esame debba essere considerato come un atto necessario al completamento della manovra economica per il 2020, esso non contiene alcune misure fondamentali e da tempo attese per il comparto agricolo, tra le quali: maggiori risorse per il contrasto alla Xylella fastidiosa, rispetto alla quale i circa 500 milioni di euro stanziati su base pluriennale sono insufficiente a coprire danni che ormai si aggirano sugli 1,6 miliardi di euro; maggiori risorse per il contrasto alla cimice asiatica e ai danni da questa prodotti, rispetto ai quali gli 80 milioni stanziati con la legge di bilancio 2020, ripartiti su più anni sono insufficienti a coprire gli oltre 588 milioni di euro dei danni registrati dai frutticoltori del nord Italia nel solo 2019; misure per contrastare gli effetti della plastic tax e della sugar tax sul comparto agroalimentare e sulla spesa alimentare dei cittadini. Sottolinea, infatti, che per i produttori di bevande analcoliche, comprese quelle a base di frutta, a regime, le due norme comporteranno un aumento del 60 per cento sul costo della plastica e un aumento del 28 per cento di pressione fiscale sulle bevande zuccherate.
  Evidenzia, inoltre, la mancanza nel decreto-legge in esame di misure volte a velocizzare i pagamenti agricoli, per i quali gli adempimenti necessari, ivi compresi quelli relativi alla certificazione antimafia, e i ritardi degli organismi pagatori quali AGEA, determinano ritardi di anni, nonché di misure per velocizzare l'emanazione dei decreti attuativi del decreto-legge n. 27 del 2019 sulle emergenze agricole, compreso il decreto relativo all'utilizzo dei 300 milioni del Piano olivicolo in Puglia, che avrebbero dovuto essere emanati entro il luglio 2019.
  Rileva poi la mancata previsione di misure che prevedano un adeguato periodo di transizione in relazione alla soppressione dei sussidi considerati ambientalmente dannosi, tra i quali il gasolio agevolato in agricoltura, in relazione al quale la manovra di bilancio per il 2020 ha previsto che tali riduzioni inizieranno dal 2021, nonché, adeguate e specifiche misure per l'efficientamento del parco macchine agricole e forestali, considerato che le imprese agricole che determinano il proprio reddito su base catastale sono state escluse da Industria 4.0 e che le misure di sostegno introdotte nella legge di bilancio per il 2020, quali il credito d'imposta per investimenti in beni strumentali, in ricerca e sviluppo e in innovazione tecnologica 4.0 appaiono di difficile fruizione da parte del comparto agricolo e di valore agevolativo ridotto rispetto al super e all'iperammortamento di Industria 4.0.
  Sottolinea, infine, la mancanza di misure che consentano ai giovani e alle donne di poter usufruire dei sostegni previsti per legge, considerata la farraginosità dei meccanismi per l'erogazione dei sostegni all'autoimprenditorialità di cui al decreto legislativo n. 185 del 2000 e gli errori di programmazione delle amministrazioni regionali, in particolare quelle del Sud, che hanno determinato il respingimento di un'elevata percentuale di domande presentate da giovani aspiranti imprenditori agricoli in relazione ai Piani di sviluppo rurale o a valere sulla misura «Resto al Sud», con il rischio di perdere i fondi messi a disposizione dall'Unione.

  Tullio PATASSINI (LEGA) illustra la proposta alternativa di parere contrario presentata dal suo gruppo (vedi allegato 3).
  Evidenzia quindi che, per quanto concerne il comparto agricolo ed agroalimentare, gli interventi previsti nel decreto-legge in esame appaiono assolutamente privi di una visione strategica per il settore. Cita, ad esempio, gli interventi di proroga per l'anno 2020 del cosiddetto bonus verde, che, sebbene rispondano alla necessità di diffondere, attraverso la detrazione fisale, buone pratiche per il contenimento dei cambiamenti del clima, ritiene privi di carattere strutturale e assolutamente inadeguati a rilanciare il settore del giardinaggio e della manutenzione del verde.
  Rileva la mancata previsione di interventi stabili e durature nel tempo a sostegno del florovivaismo, che ha una forte valenza sul mercato non solo nazionale, ma anche internazionale, rappresentando un settore di punta del Made in Italy.
  Si sofferma poi sul Green New Deal italiano, che giudica basato su logiche meramente propagandistiche, e che, a suo avviso, ha portato all'introduzione nella legge di bilancio per il 2020 di misure come la plastic tax e sugar tax che, ancor prima della loro entrata in vigore – prevista rispettivamente per luglio e ottobre 2020 – hanno già dispiegato i loro negativi effetti sul settore agroalimentare. Sottolinea, a tale riguardo, che alcune imprese del settore della produzione di soft drink hanno già annunciato la delocalizzazione dei propri stabilimenti creando gravi disagi all'occupazione e che, in particolare, la plastic tax sta già comportando conseguenze negative sugli investimenti e sulla produzione in molte regioni italiane. Ritiene quindi grave la mancata previsione nel decreto-legge in esame di adeguati interventi di sostegno del settore agroalimentare italiano, nonché di iniziative mirate ad uno sviluppo in chiave innovativa del settore agricolo.
  Giudica, inoltre, altrettanto grave la mancata previsione della proroga del termine relativo all'istituzione della Commissione per lo studio delle proposte per la transizione ecologica e per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, di cui alla legge 30 dicembre 2019, n. 160. Ritiene, infatti, che gli interventi per la soppressione dei sussidi considerati ambientalmente dannosi necessitino di una seria ed adeguata strategia di transizione, al fine di individuare i sussidi realmente dannosi e di arrivare ad una loro riduzione senza provocare un danno all'economia delle aziende coinvolte.
  Evidenzia poi che le misure di rafforzamento delle azioni di contrasto alla contraffazione e alla tutela del Made in Italy, previste agli articoli 28, comma 3, e 41 del provvedimento in esame sono assolutamente carenti, anche di fronte alla necessità di sostenere le produzioni di qualità davanti a fenomeni che possano comprometterne la competitività, come l'introduzione dei dazi americani e la Brexit. Reputa quindi che dal combinato disposto della revisione dei sussidi ambientalmente dannosi, sul fronte interno, e della mancata adozione di misure volte a contrastare efficacemente, sul versante internazionale, gli effetti della Brexit e del fenomeno dell’Italian sounding, deriverà una forte penalizzazione degli agricoltori italiani.
  Con riguardo alle misure antimafia per i titolari di fondi agricoli che usufruiscono di fondi europei per importi da 5.000 a 25.000 euro, osserva come la proroga al 31 dicembre 2020, non sia risolutiva ad evitare il rischio dell'interruzione delle erogazioni a causa delle difficoltà burocratiche legate alla produzione della documentazione. Occorre, dunque, a suo avviso, provvedere ad una immediata revisione del sistema dell'informazione antimafia volta a snellire le procedure previste dal Codice antimafia per evitare un'eccessiva burocratizzazione del sistema ed efficaci i controlli.
  Rileva, infine, la totale assenza di iniziative a favore del comparto della pesca. Sottolinea, a tale proposito, che risulta invece fondamentale per il settore l'adozione di misure che prevedano l'esonero dall'emissione elettronica dello scontrino per le cessioni di prodotti ittici effettuate direttamente al consumatore finale, al fine di introdurre una reale semplificazione delle incombenze che gravano sugli imprenditori ittici e restituire loro maggiore competitività.

  Filippo GALLINELLA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.50.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari del 21 gennaio 2020, a pagina 86, prima colonna, alla trentunesima riga, sopprimere il numero «5» e alla trentatreesima riga sostituire la cifra «68,5» con la cifra «65,5».

XIII Commissione - martedì 28 gennaio 2020

ALLEGATO 1

DL 162/2019: Disposizioni urgenti in materia di proroga termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica (C. 2325 Governo).

PROPOSTA DI PARERE DELLA RELATRICE

  La XIII Commissione Agricoltura,
   esaminato, per le parti di competenza, il provvedimento in oggetto;
   premesso che:
    l'articolo 28, comma 1, della legge n. 161 del 2017, intervenendo sull'articolo 91 del Codice antimafia (decreto legislativo n. 159 del 2011), statuisce che l'informazione antimafia è sempre richiesta nelle ipotesi di concessione di terreni agricoli demaniali che ricadono nell'ambito dei regimi di sostegno previsti dalla politica agricola comune, a prescindere dal loro valore complessivo, nonché ai titolari di terreni agricoli, a qualunque titolo acquisiti, che usufruiscono di fondi europei. La disposizione è entrata in vigore il 19 novembre 2017;
    successivamente, in sede di conversione del decreto-legge n. 148 del 2017, è stata introdotta una disposizione diretta a limitare l'operatività del richiamato articolo 91, prevedendo che l'obbligo di informazione antimafia per i titolari di terreni agricoli, a qualunque titolo acquisiti, che usufruiscono di fondi europei, si applichi solo in caso di fondi di importo superiore a 5.000 euro;
    è poi intervenuta la legge di bilancio 2018, escludendo l'obbligo di presentare l'informazione antimafia, fino al 31 dicembre 2018, per coloro che usufruiscono di fondi europei di ammontare pari o inferiore a 25.000;
    da ultimo, l'articolo 24, comma 1-bis, del decreto-legge n. 113 del 2018 ha prorogato al 31 dicembre 2019 il termine individuato dalla legge di bilancio 2018;
   rilevato che:
    l'articolo 10, comma 2, del decreto-legge in esame differisce ulteriormente al 31 dicembre 2020 l'obbligo di presentare l'informazione antimafia per i titolari di fondi agricoli che usufruiscono di fondi europei per importi da 5.000 a 25.000 euro, come prescritto dagli articoli 83, comma 3-bis, e 91, comma 1-bis, del decreto legislativo n. 159 del 2011;
    come emerso nel corso dell'audizione del Direttore dell'Agea, le disposizioni del Codice antimafia, come modificate nel 2017, hanno determinato un impatto operativo di rilevante portata sull'attività di erogazione dei contributi da parte degli organismi pagatori, atteso l'incremento delle richieste di documentazione antimafia alle prefetture competenti prodotto dalla normativa sopravvenuta. Tale incremento è dovuto all'aumento del numero di soggetti che sono tenuti a rendere le previste dichiarazioni sostitutive, ai fini della consultazione della banca nazionale unica (BDNA);
    in riferimento alla sola Agea, il numero di procedimenti che richiedono la certificazione antimafia è pari, annualmente, a circa 60.000, con la conseguenza che il numero complessivo dei soggetti da controllare può essere quantificato in circa 240.000 (le verifiche vanno, infatti, estese anche ai familiari e ai conviventi dei soggetti richiedenti). Inoltre, alla particolare complessità degli adempimenti di carattere
procedurale, si aggiunge la necessità di aggiornamento delle dichiarazioni sostitutive con cadenza semestrale;
    come sottolineato dall'Agea, un'ulteriore criticità è rappresentata dal fatto che la maggior parte delle richieste è ancora in fase di istruttoria presso le prefetture competenti, con la conseguenza che le erogazioni da parte degli organismi pagatori sono avvenute, dopo l'acquisizione della richiesta dalla banca dati nazionale unica, per il decorso del termine di 30 giorni previsto dalla legge per i casi di urgenza;
    anziché prevedere continue proroghe annuali, sarebbe pertanto opportuno modificare la normativa di riferimento, nel senso di prevedere, auspicabilmente a regime, un incremento del limite di importo, attualmente fissato a 25.000 euro, oltre il quale è richiesta ai titolari di terreni agricoli che intendano accedere ai fondi dell'Unione europea, la presentazione della documentazione antimafia;
    a fini di economia procedurale, sarebbe altresì opportuno introdurre una disposizione diretta a prevedere che l'esito istruttorio comunicato dalla Banca dati nazionale unica sia comunque utilizzabile in tutti i procedimenti di erogazione riferiti al medesimo beneficiario, fermi restando i termini di validità della documentazione previsti dalla legge;
    analogamente a quanto previsto per i fondi europei sarebbe, infine, opportuno, introdurre nel Codice antimafia una disposizione diretta a contemplare, anche per gli aiuti nazionali destinati al settore agricolo, uno specifico limite di importo, attualmente non previsto, oltre il quale sia richiesta la documentazione antimafia,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   si valuti l'opportunità di modificare gli articoli 83, comma 3-bis, e 91, comma 1-bis, del Codice antimafia, incrementando il limite dell'importo oltre il quale diviene obbligatoria la presentazione della documentazione antimafia;
   si valuti l'opportunità di modificare i medesimi articoli 83, comma 3-bis, e 91, comma 1-bis, del Codice antimafia, prevedendo che per le erogazioni destinate al settore agricolo, in deroga a quanto stabilito dall'articolo 86, comma 2-bis, la documentazione antimafia, nei termini di validità di cui all'articolo 86, commi 1 e 2, è utilizzabile e produce i suoi effetti anche in altri procedimenti, diversi da quello per il quale è stata acquisita, riguardanti i medesimi soggetti;
   si valuti, infine, l'opportunità, di introdurre, all'articolo 83 del Codice antimafia, una disposizione diretta a prevedere, per le erogazioni a carico del bilancio nazionale destinate al settore agricolo, uno specifico limite di importo, oltre il quale rendere obbligatoria la documentazione antimafia.

ALLEGATO 2

DL 162/2019: Disposizioni urgenti in materia di proroga termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica (C. 2325 Governo).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE DEL GRUPPO FORZA ITALIA-BERLUSCONI PRESIDENTE

  La Commissione Agricoltura della Camera,
   considerato che:
    il provvedimento in esame, contiene in materia di agricoltura le seguenti disposizioni:
     all'articolo 10 comma 1, proroga per l'anno 2020 l'agevolazione fiscale inerente alla sistemazione a verde, con oneri previsti pari a 0,2 milioni di euro per l'anno 2021, a 5,9 milioni di euro per l'anno 2022 e a 3,6 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030. La misura riguarda le aree scoperte di immobili privati a uso abitativo e quindi ha una attinenza con le problematiche del settore agricoltura limitata essenzialmente alle aziende del settore florovivaistico;
     all'articolo 10 comma 2 differisce al 31 dicembre 2020 l'obbligo di presentare l'informazione antimafia per i titolari di fondi agricoli che usufruiscono di fondi europei per importi da 5.000 a 25.000 euro, una misura necessaria, ma del tutto insufficiente, ove si consideri che l'informazione antimafia ha determinato un grave rallentamento nel regime dei pagamenti ai produttori agricoli, con effetti rilevanti in danno della funzionalità delle imprese agricole, per le quali, in taluni comparti il reddito agrario, è determinato per il 50 per cento dai sostegni dell'Unione Europea;
     all'articolo 10, comma 3, rifinanzia di 30 milioni di euro per il 2019 l'autorizzazione di spesa che autorizza il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali a disporre il rimborso delle somme anticipate dalle regioni a favore delle imprese agricole danneggiate da eventi calamitosi, una somma del tutto insufficiente alla copertura dei costi in titolo in considerazione degli effetti sempre più dannosi dei cambiamenti climatici;
     all'articolo 28, comma 3, incrementa di ulteriori 6,5 milioni di euro per l'anno 2020 la dotazione finanziaria per il Piano per la promozione straordinaria del made in Italy e l'attrazione degli investimenti in Italia, di cui all'articolo 30, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, rispetto ai 44,895 milioni di euro per il 2020 e di 40,290 milioni di euro per il 2021, già stanziati dalla legge di bilancio. Queste somme, che portano gli stanziamenti del Piano straordinario a solo 117,4 milioni di euro per il 2020, sono decisamente inferiori rispetto agli oltre 140 milioni degli anni precedenti, nonostante la evidente necessità di sostenere l’export e la penetrazione commerciale sui mercati esteri dell'agroalimentare italiano, a fronte di fenomeni che ne possono compromettere la competitività quali i dazi americani, la Brexit o il rallentamento dell'economia tedesca. Né peraltro contiene misure necessarie a stabilizzare su base pluriennale le risorse del Piano, portandole a regime ad almeno 150 milioni di euro annui, come richiesto dalle aziende operanti sui mercati internazionali, le quali si vedono negare la possibilità
di pianificare le politiche di penetrazione commerciale su un più ampio orizzonte temporale. Totalmente insufficienti anche le risorse previste dal decreto-legge n. 34 del 2019 per l'assistenza legale alle imprese colpite dall’Italian sounding, pari a 1,5 milioni di euro l'anno;
    nonostante il provvedimento in esame sia da considerarsi come atto necessario al completamento della manovra economica per il 2020, esso non contiene misure fondamentali per il comparto agricolo quali:
     maggiori risorse per il contrasto alla Xylella fastidiosa, rispetto alla quale i circa 500 milioni di euro stanziati su base pluriennale sono insufficiente a coprire danni che ormai si aggirano sugli 1,6 miliardi di euro;
     maggiori risorse per il contrasto alla cimice asiatica e ai danni da questa prodotti, rispetto alla ai quali gli 80 milioni stanziati con la manovra 2020, ripartiti su più anni sono insufficienti a coprire gli oltre 588 milioni di euro dei danni registrati dai frutticoltori del nord Italia nel solo 2019;
     misure per contrastare gli effetti della plastic tax e della sugar tax sul comparto agroalimentare e sulla spesa alimentare dei cittadini, ove si consideri che per i produttori di bevande analcoliche, comprese quelle base di frutta, a regime, le due norme comporteranno un aumento del 60 per cento sul costo della plastica e un aumento del 28 per cento di pressione fiscale sulle bevande zuccherate. In Italia si utilizzano nel solo 2,1 milioni di tonnellate nel solo settore Food & Beverage e quindi due imposte quindi avranno un impatto significativo sui prezzi dei generi alimentari, pari 70 euro a famiglia;
     misure per velocizzare i pagamenti agricoli, ove si consideri che gli adempimenti necessari, ivi compresi quelli relativi alla certificazione antimafia, e i ritardi degli organismi pagatori quali AGEA, determinano ritardi di anni. Ad esempio le somme spettanti ai coltivatori del Fondo grano duro per gli anni 2016-2017 hanno iniziato ad andare in pagamento nel 2019;
     misure per velocizzare l'emanazione dei decreti attuativi del decreto-legge n. 27 del 2019 sulle emergenze agricole: si tratta di provvedimenti che dovevano essere emanati entro il luglio 2019 e che ancora non vedono la luce, ivi compreso il decreto relativo all'utilizzo dei 300 milioni del Piano olivicolo in Puglia;
     misure che prevedono un adeguato periodo di transizione in relazione alla soppressione dei sussidi considerati ambientalmente dannosi, tra i quali il gasolio agevolato in agricoltura, in relazione al quale la manovra per il 2020 prevede che tali riduzioni inizieranno dal 2021. Attualmente gli sgravi sul gasolio agricolo valgono quasi 1 miliardo e permettono di ottenere un prezzo al litro che è il 40-50 per cento inferiore al prezzo del gasolio normale. Senza il sostegno del gasolio agricolo i maggiori costi per gli agricoltori sono stati quantificati fino a 150 euro per ettaro in più; la spesa per le operazioni nei campi aumenterebbe complessivamente di oltre il 30 per cento;
     con riferimento al punto precedente, adeguate e specifiche misure per l'efficientamento del parco macchine agricole e forestali, ove si consideri che le imprese agricole che determinano il proprio reddito su base catastale sono state escluse da Industria 4.0 e che le misure di sostegno introdotte nella manovra per il 2020 quali il credito d'imposta per investimenti in beni strumentali (commi 184 e seguenti), in ricerca e sviluppo e in innovazione tecnologica 4.0 (commi 198-209) appaiono di difficile fruizione da parte del comparto agricolo e di valore agevolativo ridotto rispetto al super e iper ammortamento di Industria 4.0. Peraltro il credito d'imposta per tecnologie innovative in agricoltura (commi 520 e 521) fa riferimento solo alla agricoltura di precisione, all'utilizzo delle blockchain e reca la ridottissima previsione finanziaria di 1 milione di euro per l'anno 2020;

     misure che consentano ai giovani e alle donne di poter usufruire dei sostegni previsti per legge, ove si considerino:
      1) la macchinosità dei meccanismi per l'erogazione dei sostegni all'autoimprenditorialità di cui al decreto legislativo n. 185 del 2000;
      2) gli errori di programmazione delle amministrazioni regionali, in particolare nelle regioni del SUD, che hanno determinato il respingimento del 55 per cento (oltre 20 mila domande) delle quasi 39 mila presentate da giovani aspiranti imprenditori agricoli, i quali hanno presentato progetti relativi ai Piani di sviluppo rurale (PSR) del periodo 2014-2020 o a valere sulla misura «resto al Sud», con il rischio di perdere i fondi messi a disposizione dall'Unione europea e la prospettiva, per i giovani aspiranti, di perdere la propria quota di investimento,
  esprime

PARERE CONTRARIO.

ALLEGATO 3

DL 162/2019: Disposizioni urgenti in materia di proroga termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica (C. 2325 Governo).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE DEL GRUPPO LEGA-SALVINI PREMIER

  La XIII Commissione
   considerato che il decreto-legge in esame, oltre a contenere proroghe di tutti i termini in scadenza al 31 dicembre 2019, introduce specifiche disposizioni in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni e di innovazione tecnologica, configurandosi per ciò come un «decreto omnibus»;
   per quanto concerne il comparto agricolo ed agroalimentare gli interventi adottati appaiono assolutamente privi di una visione di più ampio respiro, indirizzata alla crescita di settori strategici per l'economia italiana;
   una prova è rappresenta dagli interventi di proroga per l'anno 2020 del «bonus verde», (articolo 10, comma 1) che se pure rispondono alla necessità di diffondere, attraverso la detrazione fisale, buone pratiche per il contenimento dei cambiamenti del clima, sono privi di carattere strutturale;
   il florovivaismo è un settore di punta del «made in Italy», con un valore della produzione attorno ai 2,5 miliardi, e con 27.000 imprese con oltre 100.000 occupati, impegnate nella coltivazione di oltre 2.000 specie vegetali. È necessario dunque garantire al settore interventi stabili e duraturi nel tempo;
   il richiamo ad un green new deal italiano, basato su logiche meramente propagandistiche, ha portato all'introduzione nell'ultima legge di bilancio (legge 30 dicembre 2019, n. 160) di misure come la plastic tax e sugar tax che, ancora prima della loro entrata in vigore, prevista rispettivamente per luglio e ottobre 2020, hanno già dispiegato i loro negativi effetti sul settore agroalimentare;
   alcune imprese del settore della produzione di soft drink hanno già annunciato che, in ragione dell'introduzione delle nuove tasse, delocalizzeranno i propri stabilimenti creando gravi disagi all'occupazione; in particolare, la plastic tax sta già comportando conseguenze negative sugli investimenti e la produzione in molte regioni italiane;
   si giudica pertanto un'opportunità mancata quella di non aver previsto nel decreto-legge adeguati interventi di sostegno dell'agroalimentare italiano, nonché iniziative mirate ad uno sviluppo in chiave innovativa del settore agricolo. Il sostegno all'innovazione è una misura di assoluta centralità per il mondo agricolo, in grado di innalzare lo sviluppo e di fornire una risposta efficace ai cambiamenti del clima;
   per le stesse ragioni si giudica grave la mancanza della proroga del termine relativo all'istituzione della Commissione per lo studio delle proposte per la transizione ecologica e per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, di cui alla legge 30 dicembre 2019, n. 160. Si ritiene infatti che gli interventi per la soppressione dei sussidi considerati ambientalmente dannosi necessitino di una seria ed adeguata strategia di transizione, al fine
dell'individuazione dei sussidi che siano realmente dannosi ed arrivare ad una loro riduzione senza provocare un danno all'economia delle aziende coinvolte;
   le misure di rafforzamento delle azioni di contrasto alla contraffazione e alla tutela del «made in Italy», (articoli 28, comma 3 e 41) appaiono assolutamente carenti, anche di fronte alla necessità di sostenere le produzioni di qualità davanti a fenomeni che possano comprometterne la competitività, come l'introduzione dei dazi americani e la Brexit;
   soltanto con riferimento alla Brexit, in pericolo ci sono 3,4 miliardi di esportazioni agroalimentari «made in Italy» soprattutto vino, ortofrutta fresca e trasformata, come i derivati del pomodoro, ma anche pasta, formaggi e olio d'oliva;
   si rende pertanto necessario tutelare l'agroalimentare italiano con interventi che prevedano da un lato, l'introduzione di forme di ristoro dei danni subiti dalle imprese per recenti accadimenti internazionali, e dall'altro nuovi investimenti per la difesa e la valorizzazione del «made in Italy, anche rafforzando l'operato degli organi preposti ai controlli ufficiali;
   con riguardo alle misure antimafia per i titolari di fondi agricoli che usufruiscono di fondi europei per importi da 5.000 a 25.000 euro, (articolo 10, comma 2) si osserva come la proroga al 31 dicembre 2020, non sia risolutiva ad evitare il rischio dell'interruzione delle erogazioni a causa delle difficoltà burocratiche legate alla produzione della documentazione. Occorre dunque provvedere ad una immediata revisione del sistema dell'informazione antimafia volto ad una stabilizzazione degli interventi oggetto di proroga;
   si rileva, infine, la totale assenza di iniziative a favore del comparto della pesca. Risulta fondamentale per il settore l'adozione di misure che prevedano l'esonero dall'emissione elettronica dello scontrino per le cessioni di prodotti ittici effettuate direttamente al consumatore finale, al fine di introdurre una reale semplificazione delle incombenze che gravano sugli imprenditori ittici e restituire loro maggiore competitività,
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PARERE CONTRARIO.