Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Comm. bicam. Vigilanza RAI

Comm. bicam. Vigilanza RAI

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
SOMMARIO
Mercoledì 8 gennaio 2020

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Sulla pubblicità dei lavori ... 43

Comunicazioni del Presidente ... 43

ATTIVITÀ DI INDIRIZZO E VIGILANZA:

Esame della proposta di risoluzione in materia di pubblicità dei compensi erogati dalla società concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale ai soggetti titolari di contratti aventi ad oggetto prestazioni di natura artistica nonché delle situazioni di conflitto di interessi ad essi relative (Esame e rinvio) ... 45

ALLEGATO 1 (Proposta di risoluzione presentata dal deputato Mulè) ... 50

Esame della proposta di risoluzione per la revisione del bando per il concorso pubblico finalizzato alla contrattualizzazione di 250 professionisti precari che svolgono attività giornalistica all'interno della RAI (Esame e rinvio) ... 47

ALLEGATO 2 (Proposta di risoluzione presentata dal deputato Tiramani, dal senatore Bergesio, dai deputati Capitanio e Coin, dal senatore Fusco, dal deputato Iezzi e dalla senatrice Pergreffi) ... 52

Sui lavori della Commissione ... 48

Sulla pubblicazione dei quesiti ... 48

ALLEGATO 3 (Quesiti per i quali è pervenuta risposta scritta alla presidenza della Commissione (n. 162/835 e n. 163/836) ... 54

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - Resoconto di mercoledì 8 gennaio 2020

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 8 gennaio 2020. – Presidenza del presidente Alberto BARACHINI.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.45 alle 14.15.

  Mercoledì 8 gennaio 2020. – Presidenza del presidente Alberto BARACHINI.

  La seduta inizia alle 14.15.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  Il PRESIDENTE comunica che, ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna, sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.

Comunicazioni del Presidente.

  Il PRESIDENTE comunica che, dando seguito a quanto stabilito al termine delle audizioni del Presidente e dell'Amministratore delegato della RAI svolte nella seduta dello scorso 19 dicembre, gli atti sono stati consegnati, il 24 dicembre, alla Procura della Repubblica di Milano, competente per le indagini.
  Trattandosi di documenti secretati, non ne è consentita la pubblicazione o la divulgazione: tuttavia, come previsto in questi casi, i commissari che desiderassero prenderne visione – senza estrarne copia – potranno farlo presso gli Uffici della Commissione.
  Informa la Commissione che lo scorso 4 gennaio è stata depositata la sentenza del TAR del Lazio sul ricorso proposto dal consigliere di amministrazione della RAI Rita Borioni, contro la RAI e questa Commissione, sulla nomina di Marcello Foa a Presidente. L'udienza si era svolta il 3 luglio 2019.
  Il giudice amministrativo ha respinto tutti i motivi di ricorso, confermando la legittimità del provvedimento di nomina, così come della delibera della Commissione del 19 settembre 2018 e del parere espresso dalla Commissione a maggioranza qualificata il successivo 26 settembre.
  Secondo il collegio «non vi è alcuna contrarietà e, dunque, alcuna contraddizione tra il parere favorevole del 26.9.2018 e il precedente deliberato del 1.8.2018». Inoltre, come dimostrato dai lavori preparatori, «una nuova deliberazione non è affatto esclusa dall'articolo 12-bis, comma 3, del Regolamento della Commissione di vigilanza. Diversamente opinando sarebbe leso non solo il principio di continuità dell'azione amministrativa ma, in modo ancor più grave, la libera determinazione parlamentare».
  «Inoltre nella Risoluzione che ha preceduto la nuova delibera del C.d.A. reiterativa della candidatura del dott. Foa, si dà atto dei “pareri legali acquisiti”, le cui conclusioni (circa l'assenza di limiti alla possibilità di presentare le candidature da parte di ciascun consigliere del C.d.A. di RAI) appaiono recepite dalla Commissione», che «ha disposto anche l'audizione del cons. Foa e, a seguito di tale approfondimento, è pervenuta al proprio parere favorevole. Anche nella seduta del Consiglio del 21 settembre 2018 sono stati richiamati i pareri legali autonomamente acquisiti dalla RAI, nei quali è stata ancora una volta confermata l'assenza di preclusioni alla (ri-)candidatura del dott. Foa». Sempre secondo i giudici, tali elementi «da leggere alla luce della natura degli atti impugnati, afferenti ad attività di alta amministrazione caratterizzati da ampia discrezionalità, dimostrano l'infondatezza delle censure afferenti a difetto di istruttoria e carenza di motivazione».
  Ricorda che nella riunione del Consiglio di Amministrazione della RAI tenutasi prima della sospensione natalizia non si è proceduto alle nomine previste dal piano industriale e prodromiche alla sua attuazione. Il ritardo che si sta accumulando, oltre ad avere ricadute negative sulla credibilità dell'Azienda, sta determinando un ingiustificato rinvio di un processo di modernizzazione del Servizio pubblico che ha peraltro ricevuto l'approvazione di questa Commissione.
  Fa presente che non sono neppure state adottate le linee guida in materia di social media policy, sebbene il termine di due mesi fissato dalla risoluzione approvata all'unanimità dalla Commissione sia scaduto il 9 dicembre. Al riguardo, informa di aver ricevuto assicurazioni sull'approvazione del testo da parte della riunione del Consiglio di Amministrazione in programma per il prossimo 14 gennaio: ove ciò non si verificasse, provvederà a sollecitare ulteriormente e formalmente l'Azienda.
  Si sofferma, infine, sulla prossima edizione del Festival di Sanremo, che andrà in onda dal 4 all'8 febbraio. Trattandosi dell'evento più importante della stagione, portatore di elevati ascolti e ancor più ampia risonanza, la funzione di vigilanza della Commissione dovrà essere esercitata con il massimo scrupolo. Già in questi giorni, a un mese dall'avvio, si sono peraltro registrate le prime occasioni polemiche.
  Come preannunciato nella riunione dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, ritiene sia importante
focalizzarsi in via preventiva sui compensi riservati a conduttori e ospiti, chiedendo fin d'ora all'Azienda la massima trasparenza al riguardo, nel primario interesse dei contribuenti: in particolare, per quanto riguarda i testimonial di campagne sociali, ritiene sia opportuno che la loro presenza avvenga a titolo gratuito ovvero che l'eventuale compenso sia devoluto alle associazioni di cui promuovono le istanze.
  Su questo tema preannuncia l'intenzione di indirizzare una propria lettera alla RAI.

  La Commissione prende atto.

ATTIVITÀ DI INDIRIZZO E VIGILANZA

Esame della proposta di risoluzione in materia di pubblicità dei compensi erogati dalla società concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale ai soggetti titolari di contratti aventi ad oggetto prestazioni di natura artistica nonché delle situazioni di conflitto di interessi ad essi relative.
(Esame e rinvio).

  Il PRESIDENTE comunica che, come stabilito nella odierna riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, l'ordine del giorno della seduta odierna reca l'esame di due proposte di risoluzione.

  Il deputato Giorgio MULÈ (FI) illustra la proposta di risoluzione in materia di pubblicità dei compensi erogati dalla Rai e aventi ad oggetto prestazioni artistiche. Risponde alle obiezioni avanzate da esponenti del Movimento 5 Stelle nel corso della riunione appena svolta dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi circa la necessità che la pubblicazione dei compensi non sia limitata al solo concessionario del servizio pubblico radiotelevisivo, ma debba essere estesa a tutte le emittenti, incluse quelle private, per non falsare la concorrenza. Cita al riguardo una dichiarazione dell'allora presidente della Commissione parlamentare di vigilanza RAI, Roberto Fico, dell'8 febbraio 2017, il quale, di fronte alla contrarietà della RAI alla pubblicità dei dati in questione, aveva opposto un obbligo di trasparenza che il servizio pubblico in quanto tale deve ottemperare, respingendo con forza il tentativo di opporvi ragioni di riservatezza, peraltro prive di rilevanza pratica dal momento che, nell'ambiente televisivo, quelle cifre sono ben note.
  Su questo tema perciò la propria parte politica non fa altro che proseguire una battaglia storica del Movimento 5 Stelle: in materia è stata anche presentata alla Camera dei deputati una proposta di legge, che attende di essere incardinata, su richiesta per ora inevasa di Forza Italia, presso la VII Commissione.
  La specificità della RAI risiede nel fatto che i suoi azionisti sono i cittadini italiani, i quali, del pari agli azionisti delle emittenti private, hanno diritto di conoscere quanto speso dalla propria azienda, analogamente a quanto avviene in altri Paesi, senza doversi affidare a indiscrezioni di stampa, quale quella pubblicata oggi sul compenso di 25-30 mila euro che sembrerebbe essere stato accordato alla giornalista Rula Jabreal per la sua partecipazioni al Festival di Sanremo.

  Il PRESIDENTE dichiara aperta la discussione generale.

  Il senatore Alberto AIROLA (M5S) ricorda come la battaglia sulla pubblicità dei compensi artistici, all'epoca della Direzione generale di Gubitosi, fu vinta dall'Azienda, che si fece forte di un parere della Corte dei conti favorevole alla riservatezza dei dati. A proprio avviso, sarebbe più utile focalizzarsi su quanto la RAI corrisponde alle società esterne con le quali lavora, senza entrare nel merito dei singoli percettori di compensi: al riguardo peraltro è stata approvata all'unanimità una risoluzione nella scorsa Legislatura, ampiamente disattesa, che poneva limiti all'Azienda nell'acquisto di pacchetti interamente prodotti all'esterno.

  La senatrice Daniela GARNERO SANTANCHÈ (FdI) auspica un'ampia convergenza sulla proposta di risoluzione, finalizzata a una maggiore trasparenza.
  Sul Festival di Sanremo, rileva come il Direttore artistico abbia creato un danno all'Azienda decidendo di fornire in anticipo e in via esclusiva al quotidiano «La Repubblica» i nomi dei cantanti in gara senza attendere la tradizionale data del 6 gennaio per l'annuncio televisivo.
  Quanto alla partecipazione di Rula Jebreal, ritiene che sia una presenza ideologica e divisiva, che non rappresenta il popolo italiano.
  Auspica infine che nel corso del prossimo Consiglio di Amministrazione vengano approvate le linee guida in materia di social media, esprimendo tutta la propria perplessità sulle mancate nomine.

  Il deputato Michele ANZALDI (IV) nota che, se la notizia di un compenso di 30 mila euro per Rula Jebreal fosse confermata, ci si troverebbe di fronte a una decisione incomprensibile della RAI: a questo riguardo, la proposta del Presidente di devolvere l'onorario in beneficenza sarebbe allora del tutto opportuna. Ricorda che la propria parte politica è intervenuta a sostegno della presenza della Jebreal per evitare un caso di censura: ciò non toglie che gli aspetti economici debbano essere puntualmente chiariti.

  Il senatore Primo DI NICOLA (M5S) deplora l'atteggiamento della politica che si traduce nel dare spazio alle ricostruzioni di articoli scandalistici.

  Il deputato Michele ANZALDI (IV) nota incidentalmente come alle notizie infondate sia sufficiente replicare con una smentita, che in questo caso non c’è stata.

  Interviene incidentalmente la senatrice Daniela GARNERO SANTANCHÈ (FdI) per smentire ogni ipotesi di censura preventiva da parte del Direttore di Rai Uno.

  Il PRESIDENTE conferma la propria proposta, aggiungendo che i testimonial di campagne sociali attesi al Festival sarebbero una decina.

  Il deputato Massimiliano CAPITANIO (Lega) condivide la finalità della risoluzione e respinge altresì le accuse di censura sul caso Jebreal. Condivide la proposta del Presidente, chiedendo che gli eventuali destinatari della beneficenza siano indicati dalla Commissione.

  Il PRESIDENTE precisa che, a proprio avviso, è sufficiente che la RAI comunichi i soggetti destinatari.

  La deputata Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) manifesta perplessità sul potere della Commissione di vigilanza di intervenire su alcuni aspetti di dettaglio che sono entrati nel dibattito, mentre ritiene degna di plauso la decisione del Direttore artistico di portare all'attenzione del pubblico il tema della violenza sulle donne. Pur dichiarandosi favorevole a una lettera che richiami la necessità di un intervento a titolo gratuito ovvero di devoluzione in beneficenza del compenso da parte dei testimonial, invita a non focalizzare l'attenzione della Commissione unicamente su questi aspetti.

  La senatrice Maria Alessandra GALLONE (FIBP-UDC) si sofferma sul diritto degli ascoltatori di avere una visione completa e plurale dei vari punti di vista; condivide inoltre la proposta di un intervento a titolo gratuito ovvero a fini benefici dei testimonial sociali.

  La deputata Francesca FLATI (M5S) rileva come a proprio avviso la proposta di risoluzione del deputato Mulè si ponga a valle di un problema la cui soluzione invece va ricercata a monte, ovvero nel mancato rispetto della risoluzione sugli agenti. Il tema specifico di questa risoluzione dovrebbe essere invece affrontato in sede di Commissioni parlamentari permanenti, attraverso un apposito disegno di legge, ponendo attenzione a non distorcere il mercato.

  Il senatore Francesco VERDUCCI (PD) si associa alla richiesta di dare urgente attuazione alla risoluzione proposta dal deputato Anzaldi nella scorsa Legislatura in materia di agenti, dichiarandosi favorevole a una maggiore trasparenza da parte della RAI, che comunque deve mantenere una propria autonomia decisionale sui palinsesti. A proprio avviso, ritiene che la presenza di Rula Jebreal al Festival sia del tutto adeguata.
  Chiede inoltre che le prossime convocazioni della Commissione vengano concordate, quanto a ordine del giorno e orari, con i Gruppi parlamentari.

  Il PRESIDENTE nota come la seduta odierna, che segue immediatamente un periodo di sospensione, non poteva che essere convocata con un solo giorno di preavviso. Chiede, per agevolare la comunicazione, che il Gruppo del Partito Democratico indichi il nominativo del proprio rappresentante, carica vacante dal settembre 2019.

  Il senatore Francesco VERDUCCI (PD) rileva che, nelle more della nomina del nuovo rappresentante del Gruppo, si può fare riferimento al deputato Giacomelli, vice presidente della Commissione.

  Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e comunica che il termine per la presentazione di emendamenti verrà fissato per la fine della prossima settimana.
  Preannuncia che invierà alla RAI una lettera per chiedere il rispetto della risoluzione proposta dal deputato Anzaldi sull'adozione da parte della Rai di procedure aziendali volte a evitare possibili conflitti di interesse da parte degli agenti di spettacolo approvata all'unanimità dalla Commissione la scorsa Legislatura.
  Invierà inoltre una lettera con la quale chiede all'Azienda di rendere conoscibili, in via preventiva, i compensi riservati a conduttori, artisti e ospiti del prossimo Festival di Sanremo. Laddove l'intervento degli ospiti sia inserito nell'ambito di campagne di sensibilizzazione sociale, chiederà di non prevedere alcun compenso o, laddove previsto, di devolverlo a enti e associazioni che promuovono il tema trattato, dandone opportuna comunicazione pubblica.

  La Commissione conviene.

Esame della proposta di risoluzione per la revisione del bando per il concorso pubblico finalizzato alla contrattualizzazione di 250 professionisti precari che svolgono attività giornalistica all'interno della RAI.
(Esame e rinvio).

  Il PRESIDENTE avverte che nel corso dell'ufficio di presidenza appena svolto, si è convenuto di chiedere, sul tema oggetto della proposta di risoluzione, l'audizione del Direttore del personale della RAI.

  Il deputato Paolo TIRAMANI (Lega) illustra la proposta di risoluzione a firma sua e dei colleghi Bergesio, Capitanio, Coin, Fusco, Iezzi e Pergreffi, per la revisione del bando per il concorso pubblico finalizzato alla contrattualizzazione di 250 professionisti precari che svolgono attività giornalistica all'interno della RAI.
  Ricorda come la prospettata esclusione dal perimetro delle trasmissioni rilevanti ai fini della partecipazione alla selezione di alcuni programmi e l'inclusione invece di produzioni esterne fosse stata già oggetto di un quesito proposto dal proprio Gruppo, in risposta al quale la RAI aveva negato la circostanza, che invece si riscontra puntualmente nel bando.
  Scopo della proposta di risoluzione è che, pur senza escludere alcuna categoria e senza aumentare i posti messi a concorso, sia riservata la parità di trattamento a tutti i giornalisti precari della RAI.
  Condivide la proposta di audire il Direttore del personale della RAI, purché sia accompagnata da una richiesta di prorogare il termine per la partecipazione al bando.

  Il PRESIDENTE dichiara aperta la discussione generale.

  Il senatore Primo DI NICOLA (M5S), condividendo le finalità della risoluzione, invita tuttavia a distinguere la posizione di quei precari che, avendo prestato il proprio lavoro per la RAI oltre i limiti di rinnovi contrattuali consentiti dalla legge, potrebbero ottenere una conversione del contratto per via giudiziaria, da quelli che invece lavorano per società esterne. Mentre nel primo caso si tratta di una doverosa stabilizzazione, nel secondo l'obbligo di conversione del contratto non è in capo alla RAI, ma ad altro soggetto. Ritiene perciò necessario che il Direttore del personale della RAI chiarisca nel dettaglio le differenze tra le varie posizioni, al fine di consentire alla Commissione di esprimere le proprie valutazioni.

  Il deputato Michele ANZALDI (IV) nota come spesso alle società esterne vengano affidate attività giornalistiche che la RAI non intende svolgere: non vi sarebbero perciò ragioni per discriminare i professionisti che sono inquadrati al loro interno.

  La deputata Francesca FLATI (M5S) si dichiara favorevole ad audire al riguardo il Direttore del personale della RAI

  Il senatore Francesco VERDUCCI (PD) rileva come il bando di concorso rappresenti un passo avanti rispetto alla garanzia del «giusto contratto» ai precari della RAI: condivide la necessità di approfondimenti da parte della Commissione, purché ciò non si traduca in un allungamento dei tempi al riguardo.

  Il deputato Emilio CARELLI (M5S) invita a mantenere un profilo alto dell'attività della Commissione e si interroga sull'opportunità di entrare nel merito delle scelte operate dall'Azienda in materia di risorse umane.

  La senatrice Daniela GARNERO SANTANCHÈ (FdI) ricorda come occuparsi di tematiche che investono direttamente la vita delle persone non significhi mantenere un livello basso del dibattito; ribadisce inoltre la propria attenzione al tema, di profilo indubbiamente alto, del rispetto del pluralismo.

  Il senatore Alberto AIROLA (M5S), a quest'ultimo proposito, ricorda la sanzione comminata dall'AGCOM alla RAI per la sovraesposizione del senatore Salvini.

  La senatrice Maria Alessandra GALLONE (FIBP-UDC) denuncia l'incoerenza della maggioranza che, a seconda delle circostanze, intende decidere i temi sui quali è o meno opportuno un intervento della Commissione: in ogni caso invita a non rinunciare alle prerogative di cui la Commissione stessa è titolare.

  Il relatore Paolo TIRAMANI (Lega), intervenendo in replica, ritiene che la Commissione di vigilanza sia l'unica istanza che possa tutelare i lavoratori precari che sono stati esclusi dal bando di concorso.

  Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e informa la Commissione che sul tema oggetto della risoluzione verrà svolta l'audizione del Direttore delle risorse umane della RAI, auspicabilmente nella giornata di martedì 14 gennaio. Contestualmente alla richiesta di audizione, verrà sottoposta all'Azienda l'opportunità di prorogare la scadenza del bando, al fine di consentire una compiuta istruttoria da parte della Commissione.

  La Commissione conviene.

Sui lavori della Commissione.

  Il senatore Primo DI NICOLA (M5S) chiede che possa svolgersi un dibattito in Commissione a seguito delle audizioni, svolte in seduta segreta, dello scorso 19 dicembre del Presidente e dell'Amministratore delegato circa la vicenda della tentata truffa ai danni della RAI.

  Il PRESIDENTE prende atto della richiesta.

Sulla pubblicazione dei quesiti.

  Il PRESIDENTE comunica che sono pubblicati in allegato, ai sensi della risoluzione relativa all'esercizio della potestà di vigilanza della Commissione sulla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, approvata dalla Commissione il 18 marzo del 2015, i quesiti n. 162/835 e n. 163/836, per i quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (vedi allegato).

  La seduta termina alle 15.30.

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - mercoledì 8 gennaio 2020

ALLEGATO 1

Proposta di risoluzione in materia di pubblicità dei compensi erogati dalla società concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale ai soggetti titolari di contratti aventi ad oggetto prestazioni di natura artistica nonché delle situazioni di conflitto di interessi ad essi relative, presentata dal deputato Mulè.

PROPOSTA DI RISOLUZIONE PRESENTATA DAL DEPUTATO MULÈ

  La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
   premesso che:
    l'articolo 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103, e l'articolo 1 e 49, comma 12-ter, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) attribuiscono alla Commissione funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi;
    l'articolo 14 del Regolamento interno della Commissione stabilisce che essa esercita i poteri e le funzioni che le sono attribuiti dalla legge, adottando, quando occorra, risoluzioni contenenti direttive per la società concessionaria;
    l'articolo 45 comma 1 del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), prevede che il servizio pubblico generale radiotelevisivo è affidato in concessione a una società che lo svolge sulla base di un Contratto nazionale di servizio di durata triennale con il quale ne sono individuati diritti e obblighi;
    l'articolo 3, comma 44, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, prevede un limite massimo alle retribuzioni e ai compensi percepibili a carico delle finanze pubbliche per le pubbliche amministrazioni, ma anche per le società non quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica. La disposizione, inoltre, impone ai soggetti appena citati di pubblicare sul proprio sito istituzionale il nome dei destinatari degli incarichi e l'importo dei compensi;
    la RAI, in attuazione di quanto disposto dall'articolo 2, comma 1, lettera g), della legge 28 dicembre 2015, n. 220, adotta il Piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale che prevede le forme migliori per rendere conoscibili agli utenti le informazioni sull'attività del Consiglio di amministrazione, salvi casi particolari di riservatezza, adeguatamente motivati;
    il Piano testé menzionato dispone la pubblicazione, sul sito internet della società radiotelevisiva, dei curricula e dei compensi lordi percepiti dai componenti degli organi di amministrazione e controllo e dai dirigenti di ogni livello, compresi quelli non dipendenti dalla RAI, e comunque dai soggetti, diversi dai titolari di contratti di natura artistica, che ricevano un trattamento economico annuo omnicomprensivo a carico della società pari o superiore a 200.000 euro. Sono altresì pubblicate le informazioni relative allo svolgimento, da parte degli stessi soggetti, di altri incarichi o attività professionali, o alla titolarità di cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dalle pubbliche amministrazioni, comprese le autorità amministrative indipendenti;
    dal Piano trasparenza resta tutt'oggi esclusa la pubblicazione dei compensi
corrisposti ai soggetti titolari di contratti di natura artistica contravvenendo le regole della total disclosure;
    soltanto attraverso indiscrezioni che appaiono frequentemente sugli organi di stampa e sul web è possibile apprendere l'entità presunta di alcuni degli emolumenti corrisposti a conduttori, giornalisti esterni e cosiddette «star» della tv pubblica;
    a ciò si aggiunga che, sempre da notizie pervenute da organi di stampa e dal web, sul fronte dell'intrattenimento, la produzione dei programmi televisivi di maggior rilievo sarebbe affidata ad alcune società private esterne molto spesso collegate ai titolari di contratti di natura artistica;
    la pubblicazione degli emolumenti corrisposti a conduttori, giornalisti esterni e «star della tv pubblica è da considerarsi come un'operazione di trasparenza minima che in altri Paesi europei è già legge: in Gran Bretagna, la nuova Royal Charter, entrata in vigore il 1o gennaio 2017, prevede l'obbligo da parte della BBC di rendere pubblico nel suo rapporto annuale i nomi di tutti i dipendenti – anche conduttori televisivi – che percepiscono un compenso superiore a 150.000 sterline (170.000 euro);
    preso atto della rilevanza che assume il tema in questione, è ormai improcrastinabile fare chiarezza sui compensi delle star della tv pubblica sia perché è obbligo dell'azienda pubblica informare i cittadini di come sono spesi i soldi provenienti dal canone e, soprattutto, perché, si eviterebbe di alimentare continue polemiche riguardo una tra le principali realtà culturali del Paese,

impegna

il Consiglio di amministrazione della RAI a provvedere tempestivamente alla pubblicazione, sul sito internet della medesima società, dei curricula e dei compensi lordi, comunque denominati, percepiti dai soggetti titolari di contratti di natura artistica, nonché delle dichiarazioni sotto la esclusiva responsabilità di questi ultimi in relazione a partecipazioni o titolarità di qualsiasi diritto in attività imprenditoriali, esercitate direttamente o indirettamente, di produzione televisiva.

ALLEGATO 2

Proposta di risoluzione per la revisione del bando per il concorso pubblico finalizzato alla contrattualizzazione di 250 professionisti precari che svolgono attività giornalistica all'interno della RAI, presentata dal deputato Tiramani, dal senatore Bergesio, dai deputati Capitanio e Coin, dal senatore Fusco, dal deputato Iezzi e dalla senatrice Pergreffi.

PROPOSTA DI RISOLUZIONE PRESENTATA DAL DEPUTATO TIRAMANI, DAL SENATORE BERGESIO, DAI DEPUTATI CAPITANIO E COIN, DAL SENATORE FUSCO, DAL DEPUTATO IEZZI E DALLA SENATRICE PERGREFFI

  La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
   premesso che:
    lo scorso 15 novembre è stato pubblicato sul sito dell'azienda il bando per il concorso pubblico, siglato il 30 luglio a seguito di un nuovo accordo tra RAI, Usigrai e Fnsi per portare un «giusto contratto» a 250 professionisti precari che già svolgono attività giornalistica all'interno dell'Azienda da diversi anni con contratti di vario tipo;
    l’iter per il «giusto contratto» ai 250 professionisti delle reti, nato proprio per sanare tutte le posizioni di precariato, prevede l'assunzione di giornalisti professionisti che hanno stipulato, negli anni, contratti di lavoro con l'Azienda. I primi 125 della graduatoria finale «verranno assunti» o passeranno a «contratto giornalistico nella stagione produttiva 2020-2021; gli altri 125 in quella 2021-2022;
    all'indomani dell'accordo e con la successiva pubblicazione del bando, è stato tuttavia pubblicato un elenco di trasmissioni che rientrano nel cosiddetto «perimetro» delle trasmissioni a contenuto informativo, escludendone improvvisamente altre che prima ne facevano parte, perché considerate da sempre allo stesso livello professionale tanto da rientrare nell'accordo tra RAI, Usigrai e Fnsi;
    il bando che è stato pubblicato lo scorso 15 novembre prevede l'assunzione esclusivamente dei giornalisti che hanno lavorato nelle trasmissioni che rientrano nel cosiddetto «perimetro» di quelle trasmissioni selezionate ed è rivolto esclusivamente ai medesimi giornalisti, cagionando l'esclusione di tutti gli altri;
    il «giusto contratto», come previsto dal bando, deve essere applicato ai giornalisti che in questi anni hanno lavorato per le produzioni RAI, firmando di conseguenza contratti di lavoro con l'azienda RAI.
    nell'elenco delle trasmissioni ricomprese nel predetto «perimetro» sono state tuttavia inserite trasmissioni prodotte da società esterne e quindi non prodotte dall'Azienda come previsto dal bando, quali in particolare:
     Nemo, in onda su Rai Due, prodotta da Fremantle, società britannica che si occupa di produzione e distribuzione televisiva di proprietà del gruppo RTL;
     Che tempo che fa, in onda prima su Rai Tre e poi su Rai Uno, prodotta dal 2003 al 2017 dalla società Endemol Shine
Italy, società di produzione e distribuzione televisiva italiana con sede a Roma, che produce format televisivi della Endemol Shine Group, società di produzione e distribuzione televisiva con sede in Olanda. Dal 2016 la trasmissione è prodotta e contrattualizzata con Officina Srl, società proprietaria del format che ne realizza la produzione le cui quote sono detenute alla pari da Fabio Fazio, conduttore della medesima trasmissione, e da Magnolia;
     Telecamere, in onda su Rai Tre fino al 2014, Casa di Produzione Stefania Basconi.

  Nell'elenco delle trasmissioni parte del «perimetro» di cui sopra sono state altresì inserite delle trasmissioni prodotte dalla RAI in collaborazione con produzioni esterne e quindi con l'utilizzo di giornalisti esterni all'azienda, quali in particolare:
     A Sua Immagine, in onda su Rai Uno, prodotta in collaborazione tra Conferenza Episcopale Italiana (nella persona di Padre Gianni Epifani, produttore e autore dal 2014 per conto dell'Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali CEI) e Rai;
     Popolo Sovrano, in onda su Rai Due, nel 2018, prodotto da Fremantle (medesima società produttrice di Nemo) e RaiDue;
   considerato che:
    nell'elenco di trasmissioni parte del cosiddetto «perimetro» figurano trasmissioni realizzate in appalto e di conseguenza i giornalisti non sono stati contrattualizzati da RAI ma dalle società esterne che vendono a pacchetto i programmi alla RAI, i quali entreranno in azienda pur non avendo mai avuto contatti diretti con la stessa, a differenza dei colleghi che hanno lavorato sempre con le reti e le produzioni RAI e che, invece, sono stati esclusi dal «giusto contratto»;
    per effetto del «perimetro» molti giornalisti che lavorano nelle reti RAI sono dunque esclusi, anche quelli che hanno lavorato per anni in programmi informativi e che tuttavia oggi sono stati ricollocati a prestare il proprio lavoro in trasmissioni esterne al perimetro;
    molti di questi giornalisti, oggi esclusi dal bando 2019, nel 2013 hanno potuto partecipare ad un'altra selezione giornalisti interna alla RAI, proprio in virtù dell'attività svolta per l'azienda RAI e dell'iscrizione nell'albo nazionale dei giornalisti professionisti. Essi, quindi, sono già stati riconosciuti a tutti gli effetti dall'azienda come giornalisti lavorando nelle stesse trasmissioni ora escluse dal perimetro; tuttavia, se negli anni esaminati (2014-2018), gli stessi non hanno lavorato nei programmi del perimetro ma in altre trasmissioni non riconosciute dalla RAI come giornalisti che, pur svolgendo la funzione di giornalista in quegli stessi programmi o reti (es. Linea Verde, Linea Blu, Linea Bianca, Super Quark, Isoradio e pubblica utilità ecc.), di fatto non potranno accedere alla selezione 2019;

impegna i competenti organi della Società concessionaria a rivedere il bando per il concorso pubblico finalizzato alla contrattualizzazione di 250 professionisti precari che svolgono attività giornalistica all'interno della RAI, di cui in premessa, avendo cura di:

   inserire nuovamente nel «perimetro» delle trasmissioni a contenuto informativo quelle trasmissioni (ad es. Linea Verde, Linea Bianca, Linea Blu, Ulisse – Il piacere della scoperta, Superquark, Isoradio e pubblica utilità, ecc.) prodotte all'interno della RAI, come previsto nell'accordo inizialmente stipulato tra Rai, Usigrai e Fnsi, che ad oggi risultano escluse;
   tenere conto, ai fini della selezione, dello «storico Rai» dei giornalisti delle reti, sia in termini di anni lavorativi sia riguardo alle mansioni svolte;
   tenere in considerazione, ai fini della citata selezione, della ricostruzione della carriera degli aventi titolo.

ALLEGATO 3

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (N. 162/835 E N. 163/836)

  DI LAURO. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
   Secondo la lista del patrimonio mondiale UNESCO, l'Italia vede riconosciuti ben 55 siti UNESCO, di cui 50 siti culturali e 5 siti naturali;
   il patrimonio artistico – culturale del nostro Paese è infatti tra i più importanti se non il più importante in assoluto a livello mondiale;
   di grandissima rilevanza è anche il patrimonio archeologico con un gran numero di siti archeologici di indiscutibile rilevanza mondiale, dal nord al sud Italia, come ad esempio i più noti Fori imperiali romani, il parco archeologico di Pompei, la Valle dei Templi, Paestum, ecc.;
   la RAI può vantare programmi di approfondimento e divulgazione storico – culturale di grande successo, alcuni dei quali hanno riscosso e riscuotono grande seguito anche tra i più giovani, che riescono a diffondere informazioni sulla storia del nostro territorio e sulle sue ricchezze;
   tra questi vi sono, ad esempio, «Superquark», «Passaggio a nord-ovest», «Ulisse – il piacere della scoperta», «Passato e presente», «Meraviglie – la penisola dei tesori»;
   l'articolo 3, comma 2, lettera c) del contratto di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI-Radiotelevisione italiana S.p.A. prevede che l'offerta televisiva debba essere composta, tra l'altro, anche da «Programmi culturali e di intrattenimento: trasmissioni a carattere culturale, anche realizzate seguendo i canoni dell'intrattenimento, e con possibilità di declinazione multipiattaforma; trasmissioni finalizzate a promuovere e valorizzare la lingua italiana, la storia, le tradizioni, i costumi, il patrimonio storico-culturale del Paese e dell'Europa e a diffonderne la conoscenza; trasmissioni volte a sensibilizzare sui temi della tutela del patrimonio artistico, paesaggistico e ambientale del Paese; trasmissioni e documentari a contenuto educativo, storico, artistico, letterario e scientifico [...]»;
   sfortunatamente, solo alcuni dei siti archeologici presenti sul territorio sono effettivamente visitati da un flusso di visitatori tale da valorizzarne il proprio patrimonio artistico e culturale;
   altri siti, per questo motivo da alcuni considerati di minore rilevanza, invece sono pressoché sconosciuti al grande pubblico e posti al di fuori dei tradizionali circuiti turistici, nonostante il loro indiscutibile valore e l'innegabile importanza nel ricostruire fondamentali spaccati della storia antica del nostro Paese e delle nostre terre;
   la valorizzazione di questi siti potrebbe ricevere grande slancio anche da una maggiore copertura mediatica da parte dei programmi RAI di maggior seguito;
   tra alcuni siti archeologici da alcuni erroneamente considerati «minori», vi sono, ad esempio, gli scavi di Stabiae, meno frequentata e meno nota rispetto al vicino Parco archeologico di Pompei, nonostante la grande ricchezza di reperti e scavi di epoca romana-:

   se non intende attivarsi al fine di garantire che nei programmi di approfondimento e divulgazione storica, non venga riservato ulteriore spazio ai siti archeologici italiani meno noti al grande pubblico;
   nella prossima programmazione invernale quanto tempo verrà dedicato ai programmi culturali e di intrattenimento di cui all'articolo 3, comma 2, lettera c) del contratto di servizio, con particolare riguardo alla fascia oraria in prima serata. (162/835)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  In primo luogo è opportuno mettere in evidenza che il tema della valorizzazione del patrimonio archeologico-paesaggistico del nostro Paese è al centro dell'offerta Rai sia nei programmi delle Reti, generaliste e specializzate, sia all'interno delle diverse edizioni dei notiziari e delle rubriche a cura delle Testate giornalistiche nazionali e regionali.
  In tale quadro si segnala che Rai ha dedicato ai programmi culturali e di intrattenimento, secondo quanto previsto dall'articolo 3, comma 2, lettera c del Contratto di Servizio 2018-2022, il seguente monte ore di trasmissione:
   Anno 2018: 2.310 ore sulle Reti generaliste e 23.785 ore sui Canali specializzati;
   I semestre 2019: 1.230 ore sulle Reti generaliste e 11.978 ore sui Canali specializzati.

  L'obiettivo per l'anno 2020 è di incrementare ulteriormente le suddette quote, anche attraverso i programmi che si riportano di seguito, previsti nella programmazione inverno-primavera 2020.

  Rai 1
   Linea Verde
   Linea Bianca
   Passaggio a Nord-Ovest
   Speciale Ulisse – Le meraviglie d'Italia (Prima serata)
   Meraviglie (Prima serata)

  Rai 3
   
Passato e presente
   Geo
   Città segrete (Prima serata)

  Rai Storia
   Italia, Viaggio nella bellezza (Prima serata)
   Provincia capitale (Prima serata)

  Da ultimo si evidenzia che l'offerta culturale Rai è anche valorizzata dalla specifica direzione di Rai Cultura che comprende i canali Rai Scuola, Rai Storia e Rai 5, oltre all'Orchestra Sinfonica Nazionale e le produzioni di prosa e musica colta per le reti generaliste. Rai mette anche a disposizione degli utenti un portale interamente dedicato al mondo culturale diviso in specifiche sezioni.
  Inoltre anche il nuovo Piano industriale valorizza il contenuto culturale attraverso la creazione di una direzione di genere dedicata alla cultura (intrattenimento culturale, fiction, cinema e serie tv, documentari, ragazzi, nuovi formati e
digital, approfondimenti).

  CAPITANIO, BERGESIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI, TIRAMANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
   Giungono all'interrogante numerose segnalazioni circa la presenza dell'opzione «altro» alla voce «sesso» nel form di registrazione alla piattaforma RaiPlay.
   Dal momento che la predetta «stranezza» era stata già segnalata alla Società Concessionaria, a quest'ultima si chiedono dei chiarimenti in proposito; si chiede di sapere quanti utenti iscritti a RaiPlay abbiano spuntato l'opzione «altro» alla voce «sesso» in fase di registrazione, e si chiede infine di sapere cosa si intenda per «altro» ai fini del trattamento dei dati raccolti. (163/836)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  In primo luogo è opportuno premettere che la registrazione a Raiplay, partita a settembre 2016, è un atto volontario e su informazioni dichiarate e non controllate se non nella verifica della
email di conferma.
Dunque, non è paragonabile ad una carta di identità o ad un dato «Abbonato Rai», tant’è che nel database Rai risultano anche ultra centenari.
  In tale quadro si precisa che i motivi per cui è stato inserito, all'atto della registrazione, la richiesta di esplicitare un genere di appartenenza sono:
   per permettere a Rai di effettuare analisi di profilo simil TV anche per i consumi
online (utilizzate da più direzioni);
   per provare a costruire un rapporto più diretto/personale con l'utente finale in linea con i più avanzati sistemi di OTT e di CRM.

  In questa logica di rapporto, la possibilità di non esprimere a livello dicotomico un sesso di appartenenza, era volta ad ispirare uno spirito di massima inclusione/discrezionalità che la piattaforma, al suo affacciarsi nel mondo della fruizione one to one, voleva dare agli utenti, in linea anche con le prassi consolidate dei più dettagliati forum di registrazione di tutti i siti social.
  L'esistenza di un campo «altro» ha inoltre un utilizzo molto pratico perché rende più facilmente integrabili, aggregandoli, nel database Rai i profili non tradizionali derivati dal cosiddetto «Social Login», disponibile in alternativa alla compilazione del forum di proprietà Rai.
  Da ultimo si evidenzia che l'informazione sul genere dichiarato non è mai stata utilizzata ad oggi per alcun tipo di raccomandazione editoriale e che «altro» è inteso dagli utenti sia come genere «altro» sia come scelta di «non dichiarare» alcunché di preciso e ad oggi circa 500 mila utenti (3 per cento circa), che si sono registrati, hanno selezionato «altro».