Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Comm. bicam. Vigilanza RAI
Comm. bicam. Vigilanza RAI
Sulla pubblicità dei lavori ... 205
Comunicazioni del presidente ... 205
Sulla pubblicità dei lavori ... 206
Procedure informative ... 206
Sulla pubblicazione dei quesiti ... 206
ALLEGATO (Quesiti per i quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (n. 147/776, n. 149/783, dal n. 153/804 al n. 160/826 e n. 164/841)) ... 207
Giovedì 19 dicembre 2019. — Presidenza del presidente Alberto BARACHINI.
La seduta comincia alle 14.10.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicità dei lavori.
Il PRESIDENTE comunica che ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna potrà essere assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso, la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e, in differita, sul canale satellitare della Camera dei deputati.
Sempre con riferimento all'audizione, verrà redatto il resoconto stenografico.
Comunicazioni del presidente.
Il PRESIDENTE comunica che nella giornata di ieri è pervenuta la proposta di risoluzione «per la revisione del bando per il concorso pubblico finalizzato alla contrattualizzazione di 250 professionisti precari che svolgono attività giornalistica all'interno della RAI» presentata dal deputato Tiramani, dal senatore Bergesio, dai deputati Capitanio e Coin, dal senatore Fusco, dal deputato Iezzi e dalla senatrice Pergreffi.
La Commissione prende atto.
Il PRESIDENTE dà conto di alcune ricostruzioni giornalistiche relative ad una richiesta che sarebbe stata trasmessa al Presidente della RAI tramite una email falsamente riconducibile al Ministro dell'economia pro tempore, Giovanni Tria, nella quale sarebbe stata proposta l'attivazione di fondi per lo sviluppo di alcuni progetti, con l'indicazione del conto corrente su cui accreditare le somme.
Informa di aver inviato una lettera al dottor Foa e per conoscenza all'Amministratore delegato affinché – nel pieno rispetto degli accertamenti in corso da parte della competente autorità giudiziaria – riferisse in Commissione sull'episodio.
Nella stessa giornata il dottor Salini ha risposto dando la propria disponibilità ad essere audito.
Ricorda che nella giornata di ieri si è svolta una riunione dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi nel corso della quale si è convenuto di convocare la seduta di oggi, invitando in audizione sia il Presidente Foa sia l'Amministratore delegato Salini. In caso di conferma della presenza da parte di entrambi, si è anche convenuto sulla propria proposta di audire – separatamente – per primo il presidente Foa e, a seguire, l'Amministratore delegato Salini.
Il presidente Foa, cui era stata data la possibilità di inviare un contributo scritto, poco fa ha confermato la sua presenza: l'ordine del giorno è stato perciò integrato di conseguenza.
Si procederà pertanto nei termini descritti.
Sulla pubblicità dei lavori.
Il PRESIDENTE comunica che nell'Ufficio di Presidenza di ieri si è convenuto che, ove richiesto dagli auditi, sarebbe stata posta in votazione la proposta di secretazione della seduta. Ricorda infatti che sulla vicenda in questione sono in corso indagini da parte della magistratura.
Poiché gli auditi hanno fatto pervenire, per le vie brevi, tale richiesta, pone in votazione, ai sensi dell'articolo 31, comma 3, del Regolamento del Senato e dell'articolo 65, comma 3, del Regolamento della Camera, la proposta di secretazione dell'audizione.
La Commissione approva.
Il PRESIDENTE invita tutte le persone estranee alla Commissione a uscire dall'Aula.
Chiede quindi di disattivare la trasmissione audiovisiva.
Ricorda infine che, ai sensi del citato articolo 31, comma 3, del Regolamento del Senato, i componenti della Commissione sono vincolati dal segreto e che verrà altresì secretato il resoconto della seduta.
Procedure informative.
I lavori proseguono in seduta segreta con le audizioni del Presidente della RAI Marcello Foa e dell'Amministratore delegato Fabrizio Salini dalle ore 14,20 alle ore 15,40.
La Commissione delibera quindi di trasmettere all'Autorità giudiziaria competente, non appena disponibili, gli atti delle audizioni appena svolte ed eventuali ulteriori documenti forniti dagli auditi. Incarica il Presidente di informare i Presidenti delle Camere e l'Azienda.
Sulla pubblicazione dei quesiti.
Il PRESIDENTE comunica che sono pubblicati in allegato, ai sensi della risoluzione relativa all'esercizio della potestà di vigilanza della Commissione sulla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, approvata dalla Commissione il 18 marzo del 2015, i quesiti n. 147/776, n. 149/783, dal n. 153/804 al n. 160/826 e n. 164/841, per i quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (vedi allegato).
La seduta termina alle 15.45.
ALLEGATO
QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (N. 147/776, N. 149/783, DAL N. 153/804 AL N. 160/826 E N. 164/841).
VERDUCCI, STEFANO. — Al Presidente e all'Amministratore delegato RAI.
Premesso che:
sulla pagina web della Rai, la trasmissione «Linea Verde» è descritta come «il programma di Rai 1 che da oltre mezzo secolo racconta l'agricoltura italiana e le sue eccellenze, il territorio e il reparto enogastronomico ed agroalimentare, colonne portanti dell'economia nazionale. Occhio attento alle nuove frontiere legate alle politiche culturali, energetiche ed ecologiche mirate alla salvaguardia e allo sviluppo del territorio»;
l'ultima puntata, andata in onda domenica 10 novembre c.a., ha fatto tappa in Svizzera e nello specifico presso il cantone dei Grigioni;
nel corso della stessa, uno dei conduttori della trasmissione ha intervistato il signor Davide Fisler, proprietario del Molino e pastificio SA di Poschiavo, e ha dato risalto e pubblicità alla produzione che si fa in loco di pasta secca con esclusivo grano canadese;
considerato che:
le finalità della trasmissione risultano ancora essere rivolte ad illustrare l'agricoltura italiana e le sue eccellenze;
il grano canadese si caratterizza nell'essere fortemente interessato dalla presenza di micotossine ed erbicidi come il Glifosate;
si chiede di sapere:
se la Rai fosse a conoscenza della scelta di pubblicizzare un pastificio non italiano che produce pasta non con grano italiano ma con il contestato grano canadese;
se i vertici dell'azienda sono in grado di riferire i motivi che hanno portato alla scelta di dedicare alla Svizzera una intera puntata di un programma che tratta e dovrebbe promuovere la produzione agricola italiana. (147/776)
FORNARO. — Al Presidente e all'amministratore delegato della RAI.
Premesso che:
durante la puntata di Linea Verde andata in onda domenica 10 novembre uno dei servizi, dedicato a un mulino industriale del territorio elvetico della Valposchiavo, si è rivelato un vero e proprio spot promozionale per un tipo di pasta fatta in Svizzera con grano importato dal Canada, per stessa ammissione del titolare dello stabilimento;
Linea Verde è una trasmissione del servizio pubblico dedicata all'agricoltura e al cibo italiano ed è paradossale che si trasformi in una campagna promozionale per la pasta svizzera fatta con grano canadese che, come noto, può essere trattato con l'erbicida glifosato prima della raccolta, modalità in Italia esplicitamente vietata;
trasmissioni come Linea Verde dovrebbero difendere e promuovere le realtà produttive nazionali e locali. Ci sono oltre trecentomila aziende agricole nazionali che, con enormi difficoltà e spesso in aree interne, continuano a coltivare il grano in Italia dove matura grazie al sole, senza il nefasto aiuto del glifosato;
si chiede di sapere:
se sia accettabile che la Rai, durante una sua trasmissione di punta, che dovrebbe essere dedicata al made in Italy, dedichi spazio ad una realtà straniera concorrente dei nostri prodotti;
se questa puntata sia stata realizzata nell'ambito di una convenzione tra il governo elvetico e RAICOM e, quindi, in buona sostanza messa in onda dietro relativo corrispettivo. (149/783)
CAPITANIO, BERGESIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI, TIRAMANI. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
Premesso che:
nel corso delle scorse settimane su Rai 3 sono stati trasmessi gli spot promozionali delle puntate di Report dedicate al tema dell'autonomia e del regionalismo differenziato. In tali spot sono stati veicolati messaggi tendenziosi e di parte rispetto al tema trattato e – come se non bastasse – essi sono stati trasmessi (a quanto pare erroneamente) anche nelle settimane successive alla trasmissione dei servizi in oggetto;
alla luce di quanto esposto in premessa, alla Società Concessionaria si chiedono dei chiarimenti rispetto alla veicolazione di messaggi «a senso unico», specialmente in spot promozionali veloci e privi di contraddittorio, rispetto a temi particolarmente rilevanti e complessi, come nel caso richiamato delle puntate di Report dedicate al tema dell'autonomia;
alla Società Concessionaria si chiede altresì di sapere:
se l'AGCOM abbia formulato delle richieste di chiarimento alla medesima Società;
quali iniziative la Società stia mettendo in campo per evitare violazioni della par condicio in vista dei prossimi appuntamenti elettorali in Calabria e in Emilia Romagna;
quali spazi e quali iniziative editoriali intenda dedicare a temi fondamentali come quelli dell'autonomia e del regionalismo differenziato, nell'ambito del palinsesto delle reti Rai. (153/804)
RISPOSTA. — In merito all'interrogazione in oggetto si precisa quanto segue.
L'attività di trasmissione dei promo relativi ai programmi segue un processo routinario che si basa sul trasferimento di file dal montaggio alla messa in onda. In questo processo si è purtroppo verificato un errore nel trasferimento di due promo di Report, che ha causato la riproposizione del promo della puntata già andata in onda il 4 novembre, avente come oggetto il tema delle autonomie e del regionalismo, anziché la trasmissione del promo della puntata che ha poi trattato il tema del latte.
Lo spot trasmesso per errore ha avuto comunque solo due passaggi in tv, peraltro almeno uno dei quali in fascia di basso ascolto.
Entrando nel dettaglio dei contenuti, occorre tener presente che i promo di Report utilizzano tutti i medesimi caratteri cubitali e sono concepiti come una sorta di sommario finalizzato a lanciare – nei canonici 30 secondi di durata – i temi della puntata.
Va da sé pertanto che non può essere ulteriormente articolato, né può prevedere un contraddittorio.
Diverso è il discorso se ci riferiamo alla puntata vera e propria, in cui il contraddittorio è previsto: infatti sul tema specifico sono andate in onda le repliche, tra le altre, di Zaia e Bonaccini.
Per quanto concerne le prossime elezioni regionali in Calabria ed Emilia Romagna, la RAI si atterrà puntualmente, come da prassi, a tutte le disposizioni contenute nel regolamento attuativo della par condicio approvato dalla Commissione Parlamentare di Vigilanza RAI.
Infine, si sottolinea che nel corso della programmazione RAI le rubriche di rete e di testata dedicano spazi ai temi dell'autonomia e del regionalismo differenziato, nell'ambito della propria autonomia editoriale e in stretta relazione con gli accadimenti dell'attualità.
ANZALDI, MARATTIN. — Al Presidente e all'Amministratore delegato RAI.
Premesso che:
venerdì 22 novembre il segretario della Lega Matteo Salvini è stato ospite della trasmissione di Rai1 «Uno Mattina», che da quest'anno è condotta dal giornalista esterno Roberto Poletti;
Poletti in passato è stato direttore di Radio Padania, organo ufficiale del partito Lega Nord, di cui Salvini è dirigente da anni;
nel corso dell'intervista, parlando del Meccanismo Europeo di Stabilità (il cosiddetto Fondo Salva-Stati), Salvini ha detto palesi e conclamate falsità. La più imbarazzante è stata quando ha affermato che il Mes sarebbe un «Fondo privato», sebbene sia un Fondo europeo che nasce dall'accordo dei singoli Stati, con soldi pubblici, e nel cui consiglio direttivo siedono i ministri dei singoli Stati. Quindi l'esatto contrario di un fondo privato. Peraltro la trattativa per la modifica al Mes è stata portata avanti nei mesi scorsi dal Governo di cui proprio Salvini era vicepresidente;
nel corso dell'intervista Salvini ha inoltre accusato il presidente del Consiglio, lo stesso di cui è stato vicepremier fino a poche settimane fa, di «alto tradimento», dicendo che andrebbe messo «in galera». Un'affermazione davvero grave, non soltanto per la richiesta di arresto in diretta tv dal primo canale del servizio pubblico della più alta carica del Governo, ma anche perché fa riferimento ad un reato che non esiste. Non è previsto alcun reato di «alto tradimento» per il presidente del Consiglio o per le autorità politiche. Peraltro il Trattato di cui si parla dovrà essere approvato dal Parlamento;
durante l'intervista Salvini ha fatto, peraltro, anche pubblicità ad un'azienda che produce zucchero, mostrando la bustina e promuovendone il marchio;
Fare «terrorismo mediatico» su temi delicati come il salvataggio delle banche in crisi potrebbe ingenerare ondate di panico sui risparmiatori e danneggiare in modo irrimediabile la tenuta della nostra economia;
di fronte a tutti gli episodi sopra citati, i conduttori, tra cui lo stesso Poletti, non hanno mai ribattuto nulla a Salvini, quasi che l'intervista fosse in realtà un monologo propagandistico autogestito. Difficile pensare che qualsiasi altro giornalista avrebbe permesso ad un leader di partito di andare sulla prima rete a chiedere l'arresto del presidente del Consiglio, senza dire nulla.
Si chiede di sapere:
se l'amministratore delegato Salini, i componenti del Cda e il direttore del Tg1 Carboni non reputino un danno per la credibilità dell'informazione del servizio pubblico del servizio pubblico aver proposto ai telespettatori, su Rai1 a «Uno Mattina», un'intervista al segretario della Lega Salvini con informazioni totalmente false a proposito di salvataggio delle banche;
se l'azienda ritenga di aver rispettato i principi contenuti nel Contratto di Servizio, a proposito di correttezza dell'informazione, con la messa in onda di dichiarazioni senza filtro di Salvini che sono palesemente infondate e che potrebbero colpire i risparmi degli italiani. (154/805)
RISPOSTA. — In merito all'interrogazione in oggetto si trasmette la risposta elaborata sulla base di informazioni fornite dalla Direzione del TG1.
Nel corso di Unomattina di venerdì 22 novembre, lo spazio di intervista dedicato al segretario della Lega Matteo Salvini rientrava in un ciclo di interviste singole ai leader politici, nell'ottica delle pari opportunità sia in termini di tempo a disposizione che di format informativo.
Nei quattordici minuti previsti, i due conduttori Valentina Bisti e Roberto Poletti hanno formulato una serie di domande, scelte seguendo il criterio dell'attualità politica, con il rigoroso rispetto della terzietà del servizio pubblico e dell'autonomia giornalistica.
Il «grado zero» di prossimità all'intervistato è stato garantito dal contenuto delle domande che gli sono state rivolte: ad esempio si è chiesto conto dei rischi di alcune posizioni politiche della Lega, a partire da quella sul Fondo salva Stati; ed è stata altresì sottolineata la partecipazione di Salvini, quando era al governo, «alle riunioni nelle quali si era discusso della riforma del fondo».
Giova inoltre sottolineare che l'attenzione esclusiva al «valore notizia» nell'intervista è testimoniata dalle domande sul caso Arcelor Mittal e sulla manovra economica.
L'intervista ha toccato poi il tema della seconda inchiesta aperta da una procura contro Salvini sulla vicenda del divieto di attracco delle navi delle ong «con migranti a bordo salvati nel Mediterraneo».
La natura non compiacente dell'intervista ha addirittura prodotto una certa difficoltà nel formulare le domande, come si evince dalle continue interruzioni subite dal conduttore, quando cercava di completare la domanda sul movimento delle «sardine» e sul parallelo con altri movimenti dal basso che in passato «hanno galvanizzato gli elettori di centrosinistra, contribuendo a sconfiggere il centrodestra».
Infine, occorre tener conto del fatto che, proprio mentre montava la polemica per la mancata concessione della cittadinanza a Liliana Segre dal sindaco leghista di Biella, al senatore Salvini è stata posta una domanda sull'antisemitismo e sugli attacchi in rete subiti dalla senatrice.
In conclusione, l'intervista al segretario della Lega, così come quelle a tutti i leader che sono stati ospiti di Unomattina, rientra nel format del segmento della trasmissione che prevede domande e risposte, tenendo conto del principio guida del valore-notizia.
BERGESIO, CAPITANIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI, TIRAMANI. — Al Presidente e all'amministratore delegato della RAI.
Premesso che:
domenica 10 novembre, nel corso della trasmissione «Linea Verde», trasmessa su Rai 1, è stato trasmesso un servizio nel quale è stato decantato un tipo particolare di pasta fatta in Svizzera con grano importato dal Canada (per ammissione del titolare dello stabilimento), trattato con l'erbicida glifosato in preraccolta, secondo modalità che sul territorio nazionale sono addirittura esplicitamente vietate;
considerato che:
la coltivazione del grano è un'eccellenza italiana e riguarda oltre 300.000 aziende agricole nazionali che continuano a praticare tale coltura senza l'impiego di sostanze chimiche nocive;
la Rai è da sempre impegnata nella tutela e promozione del made in Italy;
alla Società Concessionaria si chiede di sapere:
quale sia la valutazione compiuta in merito all'opportunità di realizzare e trasmettere un servizio così offensivo per l'agricoltura italiana e il made in Italy, in ragione di quanto esposto in premessa, pur nell'ambito della libertà editoriale garantita a ciascuna trasmissione;
se non ritenga opportuno prendere le distanze da tale servizio, con adeguati provvedimenti. (155/806)
RISPOSTA. — In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
In merito alle interrogazioni in oggetto si informa di quanto segue.
I contenuti editoriali sono focalizzati sul mondo agricolo nelle sue diverse declinazioni nazionali e internazionali e concentrano l'attenzione sui temi del territorio, dell'ambiente e della cultura gastronomica.
Il programma dunque approfondisce realtà di agricolture anche di altri Paesi, anche nell'ambito di iniziative editoriali coordinate con altre strutture aziendali.
Entrando nel merito della questione, si sottolinea che il molino e pastificio SA di Valposchiavo produce quantità di pasta molto limitate, vendute soltanto in alcuni cantoni della Svizzera e in pochissimi punti vendita. Non è presente invece il prodotto nella filiera distributiva italiana per cui lo spazio dedicato non si può che caratterizzare come curiosità gastronomica del luogo di origine.
Quanto al tema della provenienza canadese del grano usato per la produzione di questa pasta, giova ricordare che in Svizzera ne è consentita l'importazione e l'uso, come avviene in molte aree dell'Europa e del mondo. Peraltro anche in Italia, per stessa ammissione di marchi italiani anche molto noti, se ne fa uso.
TIRAMANI, BERGESIO, CAPITANIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
Premesso che:
domenica 24 novembre, nel corso della trasmissione «Che tempo che fa», trasmessa in prima serata su Rai 2, è stata invitata come ospite la sig.ra Carola Rackete;
considerato che:
lo scorso 26 giugno, la sig.ra Rackete, in qualità di capitano della nave «Sea Watch 3» riconducibile alla ONG «Open Arms», ha deciso di entrare nelle acque territoriali italiane per raggiungere l'isola di Lampedusa, nonostante il divieto del governo italiano, con a bordo 40 migranti;
per le condotte poste in essere, la sig.ra Rackete è stata iscritta nel registro degli indagati per favoreggiamento e violazione dell'articolo 1099 del Codice della navigazione (reato di rifiuto di obbedienza a nave da guerra) dalla procura di Agrigento;
alla Società Concessionaria si chiede di sapere:
quale sia la valutazione compiuta in merito all'opportunità di invitare come ospite la sig.ra Carola Racket, in ragione di quanto esposto in premessa, pur nell'ambito della libertà editoriale garantita a ciascuna trasmissione;
se non condivida con gli interroganti che la scelta di invitare la sig.ra Carola Rackete, al momento coinvolto in un procedimento giudiziario particolarmente delicato e di altissimo rilievo politico, ponga la RAI in situazioni di imbarazzo e difficoltà;
se la sig.ra Carola Rackete ed eventuali assistenti e accompagnatori, per la partecipazione alla trasmissione «Che tempo che fa», abbiano percepito un compenso, anche sotto forma di rimborso spese. (156/807)
GARNERO SANTANCHÈ, MOLLICONE. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
Premesso che:
domenica 24 novembre 2019, in prima serata su Rai 2, la trasmissione «Che tempo che fa «condotta da Fabio Fazio ha ospitato Carola Rackete, esponente dell'organizzazione non governativa «Sea Watch», insieme a Giorgia Linardi, portavoce di «Sea Watch Italia» e che durante il programma la capitana tedesca è tornata a parlare dell'emergenza nel Mediterraneo e della nave «Sea Watch 3»;
come è noto, la signora Rackete, cittadina tedesca, comandante della nave «Sea Watch 3», battente bandiera olandese, lo scorso 29 giugno, contravvenendo all'ordine delle Autorità italiane, entrò illegalmente nel porto di Lampedusa dopo aver speronato una motovedetta della Guardia di finanza, ponendo a rischio l'incolumità dell'equipaggio;
la summenzionata è stata sottoposta a indagine per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, e la nave «Sea Watch 3», che ha trasportato in Italia gli immigrati clandestini, tre dei quali peraltro presunti coinvolti in attività di traffico di esseri umani, è tuttora sotto sequestro da parte delle Autorità italiane;
il servizio pubblico televisivo deve garantire l'educazione alla legalità e tutto questo non può essere assicurato se l'invitato in trasmissione è colei che non ha rispettato l'ordinamento italiano;
sebbene «Che tempo che fa» sia divenuta a tutti gli effetti – come dimostra anche il caso in questione – una trasmissione di approfondimento, il suo carattere formale di trasmissione di intrattenimento continua a sottrarla agli stringenti vincoli in materia di informazione radiotelevisiva posti, tra gli altri, dal decreto legislativo n. 177 del 2015 che, all'articolo 7, la qualifica come servizio di interesse generale e richiede una «presentazione veritiera dei fatti e degli avvenimenti», circostanza chiaramente non riscontrabile in questo come in molti altri casi che hanno riguardato il programma;
si chiede di sapere:
quali siano le motivazioni della presenza della ex comandante della «Sea Watch 3» Carola Rackete;
se la Società concessionaria fosse a conoscenza dell'intenzione di Fabio Fazio di invitare Carola Rackete e se sia stato fornito un consenso preventivo al riguardo, ovvero quali siano state le valutazioni al riguardo una volta che la notizia è stata diffusa suscitando numerose critiche all'indirizzo dell'Azienda;
quali costi siano stati sostenuti per la presenza dell'ospite in questione sulle reti RAI, o direttamente dall'Azienda ovvero dalla produzione di «Che tempo che fa», nell'ambito degli accordi con l'Azienda stessa e perciò se la sua presenza in studio sia stata finanziata con risorse pubbliche,
se alla summenzionata o all'organizzazione di cui fa parte sia stato corrisposto, sotto qualsiasi forma, ivi compresa quella della donazione, un compenso in occasione della propria presenza televisiva,
se l'Azienda non ritenga, nel rispetto delle norme in materia e a tutela dell'utenza del Servizio pubblico, di ricondurre la trasmissione condotta da Fabio Fazio – peraltro non iscritto all'Ordine dei giornalisti – nell'ambito dei programmi di approfondimento informativo, con conseguente sottoposizione ai relativi, stringenti, obblighi di legge. (157/808)
RISPOSTA. — In merito alle interrogazioni in oggetto occorre precisare quanto segue.
Preliminarmente è necessario chiarire che il programma di Fabio Fazio «Che tempo che fa» è un settimanale del genere infotainment che raccoglie i contenuti più importanti dell'agenda mediatica che si discute nel Paese, in cui rientrano anche i libri che settimanalmente vengono presentati in studio con gli scrittori.
Proprio in questa ottica, nell'ambito della libertà editoriale garantita a ciascun programma, si è scelto di invitare la sig.ra Carola Rackete come ospite perché autrice del libro «Il mondo che vogliamo», ed. Garzanti, Milano 2019.
La rete, nell'ambito della propria autonomia editoriale, ha valutato che la partecipazione di Carola Rackete al programma abbia assolto pienamente alla funzione di servizio pubblico, in quanto ha permesso di ampliare il dibattito in corso in relazione ai flussi migratori. È di tutta evidenza che la Direzione di Rete fosse a conoscenza dell'invito, dal momento che è prassi per ogni programma fare una valutazione sul valore degli ospiti con una strategia a breve, medio e lungo periodo. La presenza della sig.ra Carola Rackete è stata valutata a pieno titolo congruente con la linea editoriale, in quanto rappresentante di un tema centrale nel dibattito del Paese.
Non si sono dunque ravvisati motivi ostativi nell'ospitata in questione, anche perché la sig.ra Rackete ad oggi risulta soltanto indagata.
Infine, si sottolinea che per questa presenza non è stato dato alcun compenso, neppure sotto forma di rimborso spese, né alla sig.ra Carola Rackete, né ad eventuali assistenti/accompagnatori.
DI LAURO, SARLI. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
Per sapere, premesso che:
il giorno 20 novembre è andata in onda una puntata di TGR Leonardo che aveva ad oggetto, tra gli altri, un servizio sulla sperimentazione animale;
in particolare il servizio tratta della difformità tra la legislazione europea e quella italiana in merito ai limiti all'utilizzo di animali nella ricerca scientifica, incentrata soprattutto su presunte eccessive restrizioni in ambito nazionale; secondo il servizio, infatti, il nostro Paese avrebbe la più stringente legislazione in Europa in tema di vincoli all'utilizzo di animali nella ricerca scientifica;
duole constatare che non sia stato riservato tempo al contenuto medesimo della direttiva europea n. 63 del 2010 e alle presunte difformità con la nostra legislazione, nonché all’iter parlamentare di queste proposte, nonostante fossero il primario oggetto di questo tema;
il servizio, inoltre, non tratta delle reali e innumerevoli possibilità che il progresso scientifico garantisce nell'effettuare ricerca senza utilizzo di animali e, anzi, si spinge ad alludere che la mancanza di possibilità di svolgere maggiore ricerca con metodo animale nel nostro Paese sia la causa della «fuga» di tanti giovani ricercatori all'estero, quando, sfortunatamente, la ragione principale di questo esodo è la strutturale mancanza di investimenti sia pubblici che privati nella ricerca;
in questo modo, oltre a non fornire al pubblico adeguate informazioni sul reale problema normativo, non si forniscono neppure gli elementi basilari per comprendere le potenzialità e i benefici della ricerca scientifica senza utilizzo di animali, lasciando intendere che gli attuali limiti della legislazione nazionale rischiano di compromettere l'intero settore nazionale della ricerca;
non viene neppure menzionato che si sono registrati casi di ricercatori che hanno deciso di abbandonare il nostro Paese e svolgere altrove ricerca per motivi diametralmente opposti, cioè che qui si effettuavano ancora sperimentazioni animali;
il servizio non fa assolutamente menzione dei limiti della ricerca con il metodo animale, come ad esempio sulla sperimentazione clinica dei farmaci sull'uomo che molto spesso sconfessano i risultati prodotto nelle precedenti sperimentazioni sugli animali;
infatti, come noto, vi è un'ampia comunità scientifica che da anni studia metodi di ricerca alternativa che hanno prodotto risultati significativi;
come se tutto ciò non fosse già di per sé sufficientemente dannoso per l'informazione pubblica, non si può non registrare che nel servizio si dedica ampio spazio al dottor Tamietto, il quale, tra le altre cose, è protagonista del progetto light up, un progetto dal costo di circa 2 milioni di euro finanziato dall’European Research Council e condotto dalle Università di Torino e Parma, che prevede una sperimentazione su macachi, i quali subiranno gravissime lesioni cerebrali irreversibili per uno studio di ricerca di base con esigui risvolti traslazionali sull'umano, che si potrebbero effettuare semplicemente sui pazienti reali in modo non invasivo;
per quanto di conoscenza, si tratterebbe di una ricerca non obbligatoria, ossia una ricerca che di fatto potrebbe prevedere l'utilizzo di metodi senza animali;
il dottor Tamietto non è un medico, un biologo o un esperto di genetica e dunque non si comprende per quale motivo il servizio pubblico abbia deciso di utilizzare le sue opinioni per sostenere la validità del modello di ricerca con sperimentazione animale;
si è inoltre garantito rilevante spazio dato alla piattaforma Research4Life che comprende i maggiori gruppi di interesse a supporto della sperimentazione su animali, finanziato anche dalle industrie;
se non intenda intervenire al fine di ripristinare il pluralismo informativo, intervistando uno o più scienziati in grado di spiegare la fallacia del modello animale per la ricerca scientifica e illustrare le potenzialità e i benefici di metodi di ricerca alternativi. (158/810)
RISPOSTA. — In merito all'interrogazione in oggetto occorre innanzi tutto fare una premessa di carattere generale.
Tgr Leonardo, nei suoi ventisette anni di storia, ha raccolto la stima di telespettatori e di scienziati per la cura dei suoi servizi e l'attenzione nel rappresentare correttamente il mondo della ricerca e i problemi etici che man mano la società si trova ad affrontare ed è risultata la prima rubrica di approfondimento nella classifica di gradimento del pubblico.
In merito al servizio andato in onda il 20 novembre, si precisa che esso aveva come tema centrale l'incombente procedura di infrazione (dal 1o gennaio 2020) da parte dell'Europa nei confronti dell'Italia, per non aver recepito la Direttiva europea in materia di sperimentazione animale.
Si è dunque cercato di porre a confronto le due legislazioni, acquisendo ed esaminando la estesa e complessa documentazione disponibile, per poi giungere ad una sintesi giornalistica delle conclusioni, ovvero che la legge italiana è attualmente più restrittiva di quella europea.
Il servizio non ha parlato di «presunte difformità», ma di differenze reali e documentate e dell'impatto generato da questa confusione normativa sul lavoro dei ricercatori, i cui progetti – essendo spesso a partecipazione internazionale – li obbligano di fatto a trasferirsi fuori dal nostro Paese.
L'argomento del servizio non era però la fuga dei cervelli all'estero e neanche il confronto tra metodi di ricerca alternativi, temi che sono stati trattati in altre occasioni e sono già in agenda nel prossimo futuro, essendo stati avviati contatti con scienziate come Barbara de Mori, titolare della cattedra di Bioetica e benessere animale dell'università di Padova e Candida Nastrucci, membro di Eusaat, società europea sui metodi alternativi alla sperimentazione animale.
Entrando poi nello specifico del progetto «Lightup» e della sperimentazione su macachi, di cui il ricercatore Marco Tamietto è titolare, si sottolinea che Tgr Leonardo, ha già precedentemente raccontato il caso del laboratorio di Parma in cui si realizza il progetto, ha mostrato i luoghi e documentato l'uso degli animali e ha mandato in onda il parere del Presidente della Lav, la Lega Anti Vivisezione, in modo che i telespettatori potessero crearsi un autonomo giudizio.
Occorre poi tener presente che il progetto «Lightup» è stato valutato e approvato:
dallo European Research Council e dal suo Comitato etico. L'ERC è l'organismo europeo più prestigioso nella promozione e valutazione dei progetti di ricerca del Paese Membri;
dal Comitato di bioetica dell'Università di Torino;
dall'Organismo Preposto al Benessere Animale (OPBA);
dal Ministero della Salute, previa valutazione favorevole del Consiglio Superiore di Sanità secondo quanto previsto dall'articolo 31 DL 26/2014.
Questo processo ha coinvolto complessivamente 6 diversi organismi europei e nazionali e circa 40 esperti indipendenti di comprovato prestigio internazionale.
Tutti gli organismi preposti alle approvazioni hanno stabilito non solo la validità del progetto, ma anche l'impossibilità a realizzarlo con metodi alternativi o altri modelli animali.
Il Tar del Lazio, inoltre, ha recentemente respinto il ricorso della Lega antivivisezione contro questa sperimentazione con i macachi.
Nel servizio del 20 novembre è stato anche intervistato il portavoce della piattaforma Research4life, perché rappresenta associazioni di pazienti, ospedali, enti di ricerca indipendenti e realtà scientifiche come la Fondazione Veronesi, Telethon, l'AIRC, l'Università di Milano, l'Istituto italiano di Tecnologia e perché si è ritenuto corretto dare spazio a quel mondo della ricerca che ha recentemente presentato il manifesto «Salviamo la ricerca biomedica», firmato da 22 mila persone, tra cui i maggiori scienziati italiani e alcuni premi Nobel.
In conclusione, si ritiene doveroso sottolineare che sul tema della sperimentazione sugli animali la Rai ha sempre tenuto all'equilibrio delle posizioni e, all'interno del dibattito, ha dato spazio ai diversi punti di vista in più contesti editoriali, TgR Leonardo incluso.
DI LAURO. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
Per sapere, premesso che:
domenica 24 novembre alle 20.30 su Rai3, è andata in onda una puntata di «Un giorno in Pretura» riguardante la seconda e ultima parte del processo celebrato per la morte di Stefano Cucchi, dopo una prima puntata andata in onda domenica 17 novembre;
nel comunicato stampa che annuncia la seconda puntata (all'indirizzo https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html ?ssiPath=/articoli/2019/11/Un-qiorno-in-pretura-a09fc649-62df-4607-a8b8-ecd8ee126920-ssi.html) si legge, in fine, una domanda che lascia alquanto perplessi e che, forse, vorrebbe rimettere in discussione quanto ricostruito dopo 10 anni di indagini e sentenze: «sono state le percosse subite a causare la morte del ragazzo ?»;
stessa domanda che apre il tweet ufficiale della trasmissione che annuncia la medesima puntata (https://twittercom/qinpretura/status/1198511570600501249);
la domanda viene inoltre ripetuta all'interno della puntata a cui fa seguito una risposta proposta dal servizio stesso «Lo stabilirà il giudizio di appello che farà maggiore chiarezza»: in questo modo, pare che la trasmissione stia mettendo in dubbio la validità della sentenza di primo grado, oltre ad aderire completamente alle aspettative della difesa; una linea editoriale estremamente parziale ed un atteggiamento di una gravità inaudita per un servizio di informazione pubblica;
la vicenda della morte di Stefano Cucchi è ormai nota al grande pubblico ed ora, anche dal punto di vista giudiziario, è stata accertata la responsabilità degli appartenenti all'arma dei carabinieri: sono stati infatti condannati due carabinieri a 12 anni di carcere per omicidio preterintenzionale mentre altri due carabinieri sono stati condannati per falso;
a seguito della messa in onda del servizio la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, ha pubblicamente denunciato che avrebbe «completamente tralasciato due intere udienze sul tema medico legale, che hanno risolto il nostro processo», sarebbe stato totalmente oscurato il contributo dei medici legali della famiglia Cucchi «ma soprattutto quelli del giudice quando affermano che Stefano senza le botte non sarebbe morto»;
inoltre, Ilaria Cucchi ha denunciato pubblicamente un presunto atteggiamento amichevole tra la conduttrice Roberta Petrelluzzi e Maria Lampitella, avvocato di uno degli imputati: le due in particolare si sarebbe fatte selfie in aula di tribunale nell'ambito delle udienze;
l'avvocato della famiglia Cucchi ha dichiarato in maniera più specifica importanti frammenti del percorso giudiziario che sono stati omessi: «Il taglio della vertebra 13. II nesso causale. La testimonianza scioccante della dottoressa Feragalli. Quella del Prof. Masciocchi. Quella dei Periti» –:
se è a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative intende intraprendere per porre rimedio alle inesattezze e alle mancanze delle due puntata andate in onda sul caso di Stefano Cucchi a «Un giorno in Pretura». (159/814)
RISPOSTA. — In merito all'interrogazione in oggetto occorre fare alcune premesse di carattere editoriale attinenti alle modalità con cui viene, con grande impegno e sforzo intellettuale da parte degli autori, realizzata e confezionata ogni puntata di «Un giorno in pretura», uno dei programmi più longevi dei palinsesti RAI.
Obiettivo del programma è quello di illustrare e spiegare allo spettatore le due posizioni in contrasto. La posizione dell'accusa, utilizzando le parole del pubblico ministero come filo conduttore e quella della difesa, attraverso gli interventi del difensore.
Nei limiti di durata della puntata – circa un'ora – deve essere condensato e raccontato, attraverso una scrupolosa sintesi ragionata, un processo penale che, nel caso specifico, è stato un processo di elevatissima complessità, sviluppato per decine di udienze e fitto di testimonianze, esami, interventi delle parti, ecc. È di tutta evidenza che alcune mancanze siano state pertanto una circostanza non solo inevitabile, ma anche necessaria per poter realizzare il programma. Per lo stesso motivo si è ritenuto di tralasciare le udienze sul tema medico legale che, avendo contenuto tecnico e specialistico, sarebbero state di difficile fruibilità per lo spettatore. «Un giorno in pretura» ha però offerto al pubblico una sintesi comprensibilissima delle conclusioni dei periti, attraverso le parole del pubblico ministero che nel corso delle sue conclusioni ha illustrato, richiamando gli esiti della consulenza peritale, la sussistenza del nesso di causalità tra le percosse, le lesioni subite da Stefano Cucchi ed il suo successivo decesso.
È necessario infatti tener presente che lo scopo delle due puntate dedicate al caso di Stefano Cucchi era evidenziare il tema centrale del processo, ovvero la effettiva configurazione di delitto di omicidio preterintenzionale così come contestato agli imputati. Gli autori hanno lavorato pertanto seguendo un percorso che è partito dall'accertamento delle percosse subite da Stefano Cucchi da parte dei carabinieri, per poi arrivare alla verifica dell'esistenza di un nesso di causalità tra le lesioni subite ed il successivo decesso. Ed è in quest'ottica che va letto l'interrogativo «sono state le percosse subite a causare la morte del ragazzo ?» contenuto nel comunicato stampa contestato. Tanto è vero che, nella costruzione della puntata, tale domanda precede il momento della lettura del dispositivo, al fine di chiarire allo spettatore il quesito in merito al quale la Corte di Assise era chiamata ad emettere il verdetto.
Occorre poi precisare che la frase pronunciata dalla conduttrice «lo stabilirà il giudizio di appello che farà maggiore chiarezza» non può essere letta come un'adesione del programma alle aspettative della difesa, poiché Roberta Petrelluzzi utilizza lo stesso identico avviso per concludere tutte le puntate del programma che hanno avuto ad oggetto un processo celebrato in primo grado e per il quale ancora non si sono tenuti i giudizi d'impugnazione. Anche nel caso specifico, dopo aver ribadito come secondo la sentenza Stefano Cucchi è morto a causa delle percosse subite, la conduttrice ha avvisato semplicemente il pubblico che «Un giorno in pretura» avrebbe fornito aggiornamenti sui successivi gradi di giudizio.
Infine, giova sottolineare che Roberta Petrelluzzi, autrice e conduttrice di «Un giorno in pretura» da oltre trenta anni, è ovviamente popolarissima in ambito giudiziario e particolarmente stimata da magistrati ed avvocati. In occasione di una delle udienze del processo, la Petrelluzzi è stata presente in aula ed in tale circostanza diversi avvocati presenti le hanno chiesto la cortesia di una foto insieme. Cortesia che è stata ovviamente concessa e di cui poi alcuni degli interessati, come l'avv. Lampitella (difensore di uno degli imputati) hanno dato testimonianza pubblicando la foto attraverso alcuni profili social. Non si ravvisa pertanto un particolare atteggiamento amichevole tra la conduttrice e l'avvocato Lampitella, fermo restando che mai la figura dell'avvocato può essere assimilata a quella dell'assistito, trasferendo automaticamente l'avversione per i delitti commessi dall'imputato sul professionista che, nell'adempimento di un diritto-dovere costituzionale, ne ha assunto la difesa.
CAPITANIO, BERGESIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI, TIRAMANI. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
Premesso che:
la competizione musicale «Sanremo Giovani» si tiene dal 1993 ed è una delle più grandi manifestazioni canore per i giovani interpreti e cantautori italiani;
negli anni la competizione è stata vinta da giovani artisti come Ultimo, Davide Monaco, Raphael Gualazzi, Valerio Scanu e Marco Mengoni, che poi hanno iniziato una carriera ricca di soddisfazioni e di grande successo e prestigio per il settore musicale nazionale;
considerato che:
lo scorso 3 dicembre le associazioni datoriali FIMI, AFI e PMI hanno segnalato che l'organizzazione del Festival di Sanremo ha richiesto ai partecipanti alla gara per la sezione Giovani la registrazione di clip promozionali che prevedono la presenza di uno sponsor;
il regolamento della competizione in oggetto non parrebbe far riferimento ad alcun tipo di product placement richiesto ai soggetti selezionati per partecipare alla gara;
alla Società concessionaria si chiedono dei chiarimenti rispetto a quanto esposto in premessa e si chiede altresì di sapere quali misure intendano adottare per evitare che il patrimonio artistico rappresentato da giovani cantanti venga sfruttato senza le necessarie licenze da parte di alcuni sponsor del Festival di Sanremo. (160/826)
RISPOSTA. — In merito all'interrogazione in oggetto occorre fare una premessa di carattere generale.
La RAI da anni è impegnata in un percorso di valorizzazione degli artisti emergenti, percorso che ha permesso ad alcuni di loro di riscuotere grandi successi anche oltre i confini nazionali. Alcuni dei cantanti citati nell'interrogazione rappresentano infatti un esempio concreto dei risultati che si possono raggiungere quando la RAI funge da trampolino di lancio per le eccellenze artistiche italiane.
La musica è considerata, a ragione, un importante asset non solo culturale ma anche industriale del nostro Paese ed è quindi di tutta evidenza che la RAI, in quanto principale azienda culturale nazionale, investa nella promozione della musica e dei giovani talenti, come dimostrano le più recenti trasmissioni nel palinsesto, soprattutto di Rai 1.
In particolare, per fare un esempio concreto relativo all'edizione 2019 di Sanremo Giovani, Rai 1 quest'anno ha prodotto 4 appuntamenti il sabato pomeriggio dedicati interamente agli artisti emergenti, in avvicinamento alla prima serata del 19 dicembre. Inoltre, la promozione dei finalisti che si esibiranno nella serata finale sarà realizzata attraverso numerose iniziative: i ragazzi avranno adeguata visibilità nelle cosiddette «ospitate» e saranno intervistati non solo nel Tg1 e nella videochat di Vincenzo Mollica, ma anche in altre testate giornalistiche e nei programmi contenitore del day time.
Poiché tale sforzo produttivo richiede ovviamente investimenti importanti, è pacifico che questo tipo di programmi sia sostenuto da attività di sponsorizzazione, ovviamente nel rispetto non solo dei singoli artisti, ma anche delle esigenze delle case discografiche che li rappresentano.
Tutto ciò premesso, in merito ai dubbi sollevati circa la registrazione delle cosiddette «clip promozionali», si sottolinea che quanto inviato dall'organizzazione del Festival alle case discografiche costituiva semplicemente un test di product placement, ovvero una proposta editoriale rivolta agli interlocutori delle case discografiche, i quali però non hanno fornito alcun riscontro formale se non attraverso un comunicato stampa. Si trattava comunque di un frame nel quale l'immagine del cantante finalista era visualizzata contestualmente al marchio di una nota azienda di telecomunicazioni, main sponsor del Festival.
Giova inoltre ricordare che la medesima modalità di product placement non costituisce una novità, essendo stata già adottata nelle recenti edizioni di Sanremo Giovani, senza che sia stata sollevata alcuna eccezione e anzi con piena accettazione da parte delle associazioni discografiche.
Più in particolare, artisti e case discografiche hanno anche accettato il regolamento di Sanremo Giovani 2019, che specifica tutti i diritti, commerciali e di sponsorizzazione, che sono in capo a RAI.
Infine, occorre sottolineare che, come ogni anno, i giovani artisti in gara hanno percepito un adeguato compenso forfettario, concordato con tutte le case discografiche, per la partecipazione a Sanremo Giovani, sia nelle fasi di semifinale che nella finale del prossimo 19 dicembre. Non si ravvisa pertanto, nelle varie modalità con cui si configura la loro partecipazione al programma, alcun tipo di «sfruttamento».
FLATI. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
Il giorno 11 dicembre u.s., su RaiNews24, è andata in onda la trasmissione «Studio24» per la durata di circa un'ora, nel corso della quale, tra gli altri, sono stati ospitati Michele Sodano, deputato parlamentare del Movimento Cinque Stelle, e Deborah Bergamini, deputata parlamentare del partito Forza Italia;
in detta occasione, attraverso le informazioni presenti nel sottopancia, Michele Sodano è stato correttamente identificato quale esponente del Movimento Cinque Stelle, mentre Deborah Bergamini è stata qualificata quale condirettore de «Il Riformista», sottacendo la sua posizione di rappresentante del partito Forza Italia;
ciò potrebbe aver indotto i telespettatori a ritenere che le opinioni e i pareri espressi da Deborah Bergamini nell'intervista fossero privi di connotati politici e quindi caratterizzati da una maggior oggettività in funzione della qualifica ad essa attribuita in quella sede;
non si comprendono le ragioni della diversa qualificazione attribuita ai due esponenti politici che potrebbe aver determinato anche un messaggio gravemente fuorviante per i telespettatori;
sarebbe stato opportuno specificare anche per Deborah Bergamini la sua reale appartenenza al partito politico di Forza Italia;
la trasmissione completa è stata pubblicata anche on line a questo link: http://studio24.blog.rainews.it/2019/12/11/studio24-puntata-dell11-dicembre-2019/;
Tutto ciò premesso e considerato, si chiede:
i motivi per cui non è stata espressamente indicata la carica di deputata Parlamentare, esponente di Forza Italia, di Deborah Bergamini;
quali provvedimenti l'azienda intende adottare per eventuali rettifiche. (164-841)
RISPOSTA. — In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
La puntata del programma di Rainews24 «Studio24» dell'11 dicembre, iniziata alle ore 10, aveva tra gli ospiti il deputato Michele Sodano del Movimento 5 Stelle e la condirettrice del «Riformista» e deputata di Forza Italia, Deborah Bergamini.
Quest'ultima è stata invitata per dare notizia della rinascita di una testata, che dopo tanti anni tornava in edicola con una nuova linea editoriale incarnata dai due direttori. Da qui la scelta di inserire nel sottopancia dell'onorevole Bergamini soltanto la dizione «condirettore del Riformista», contando anche sulla notorietà di una parlamentare giunta alla terza legislatura.
Inoltre, la stessa Bergamini nel rispondere alla prima domanda ha sottolineato la sua appartenenza politica: «In questo caso mi metto il cappello di deputata di Forza Italia [...] Non voglio essere severa nel giudizio, è difficile governare questo Paese e Io sappiamo noi che ci siamo cimentati anche se ora siamo all'opposizione da 10 anni...».
Nel corso del dibattito è apparso chiaro che lo stesso onorevole Sodano si stesse confrontando con un politico dell'altro schieramento.
Tutto questo, ovviamente, non toglie l'errore formale di non aver evidenziato nel sottopancia la doppia qualifica dell'ospite.
In chiusura della trasmissione del 17 dicembre si è provveduto a rettificare e correggere, dichiarando la dimenticanza avvenuta nella puntata dell'11 dello stesso mese e chiedendo scusa ai telespettatori.