VIII Commissione

Ambiente, territorio e lavori pubblici

Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)

Commissione VIII (Ambiente)

Comm. VIII

Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
SOMMARIO
Giovedì 19 dicembre 2019

SEDE CONSULTIVA:

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022 e Nota di variazioni. C. 2305 Governo, approvato dal Senato e C. 2305/I Governo, approvato dal Senato. (Parere alla V Commissione) (Seguito esame e conclusione – Relazione favorevole) ... 129

ALLEGATO 1 (Relazione approvata dalla Commissione) ... 135

ATTI DEL GOVERNO:

Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente l'organizzazione dell'Agenzia nazionale per la meteorologia e climatologia denominata «ItaliaMeteo» e misure volte ad agevolare il coordinamento della gestione della materia meteorologia e climatologia e relativo statuto. Atto n. 132 (Seguito esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni) ... 133

ALLEGATO 2 (Parere approvato dalla Commissione) ... 136

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE:

Rapporto per il 2019 concernente la stima dell'impatto delle misure di incentivazione del recupero e della ristrutturazione edilizia nonché della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio ... 134

ALLEGATO 3 (Nota di sintesi) ... 138

VIII Commissione - Resoconto di giovedì 19 dicembre 2019

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 19 dicembre 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO, indi della vicepresidente Patrizia TERZONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Morassut.

  La seduta comincia alle 10.40.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022 e Nota di variazioni.
C. 2305 Governo, approvato dal Senato e C. 2305/I Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla V Commissione).
(Seguito esame e conclusione – Relazione favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella giornata del 18 dicembre scorso.

  Adriano VARRICA (M5S), relatore, formula una proposta di relazione favorevole (vedi allegato 1).

  Il sottosegretario Roberto MORASSUT esprime parere conforme al relatore.

  Elena RAFFAELLI (LEGA) stigmatizza l'assenza di tempi consoni per un serio dibattito parlamentare nel quale permettere alle opposizioni di apportare il proprio contributo per migliorare il testo del provvedimento. La manovra di bilancio è infatti approdata blindata alla Camera, in spregio alle prerogative del Parlamento che non ha potuto esercitare le proprie funzioni a causa della arroganza e della incompetenza della maggioranza e del Governo.
  Al riguardo ricorda i numerosi litigi verificatisi all'interno della compagine di maggioranza nelle scorse settimane, i continui passi avanti ed indietro e la confusione sulle misure che realmente sarebbero confluite nel testo della legge, il cui testo è stato realmente noto solo a poche ore dal voto finale. Resta il dato che esso è caratterizzato da numerose imposizioni fiscali. L'emblema della manovra di bilancio è infatti costituito dalla cosiddetta plastic tax, che coinvolge tremila aziende nazionali per dodici miliardi di fatturato all'anno e mette a repentaglio le due mila piccole e medie imprese del settore, che impiegano più di 50 mila addetti.
  A tale riguardo fa presente che la propria regione, l'Emilia-Romagna, ha un altissimo tasso di industrializzazione per quanto riguarda il packaging e che misure di tale genere puniscono solo il sistema produttivo del Paese senza incidere sui comportamenti, bloccando per di più gli investimenti delle aziende.
  Osserva che tale imposta avrà pesanti ricadute anche sull'industria del riciclo, un'altra eccellenza italiana in campo ambientale, cosa che a questo punto non stupisce essendo il Governo interessato solo ad un ambientalismo da salotto, incentrato sull'abuso di terminologie altisonanti per la denominazione dei provvedimenti, dal salvamare al decreto clima, del tutto privi di contenuto e che non lasciano alcuna opportunità di crescita e sviluppo del Paese.
  Osserva quindi come si confermi spiacevolmente la direzione assunta dal Governo che va contro lo sviluppo, contro i lavoratori e contro le energie che le imprese possono mettere in campo. Preannuncia pertanto il voto contrario del suo gruppo.

  Tommaso FOTI (FdI) facendo seguito alle considerazioni già svolte nella giornata di ieri, segnala come la procedura adottata sia poco rispettosa del procedimento delle leggi definito dalla Costituzione, non essendoci alcuna discussione di merito sul provvedimento in esame né alcuna possibilità di apportare ad esso miglioramenti. Richiama ancora una volta il regolamento della Camera che prevede tempi definiti a disposizione, che nel caso di specie si sono ridotti dei quattro quinti.
  Non può inoltre non sottolineare come il maxi emendamento presentato dal Governo abbia caratteristiche tali da non consentire una comprensione facile delle misure ivi contenute, contraddicendo palesemente le censure e le ammonizioni formulate in passato dalla Corte Costituzionale.
  Evidenzia come il Parlamento sia in una fase di stallo, come dimostra anche il mancato insediamento delle due Commissioni bicamerali d'inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità «Il Forteto» e sul sistema bancario e finanziario. Stigmatizza anche il rinvio dell'elezione dei vertici dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e del Garante della privacy, che si sarebbe dovuta tenere in data odierna, pregiudicandosi così il funzionamento effettivo degli organi, in carica solo per gli affari correnti.
  In conclusione, per le ragioni sopra esposte, annuncia che il proprio gruppo non prenderà parte alla votazione sul provvedimento in esame.

  Erica MAZZETTI (FI) sottolinea negativamente l'impossibilità di apportare miglioramenti al testo in esame e di procedere ad un suo adeguato approfondimento. Ricorda come per anni il Movimento 5 Stelle abbia reclamato trasparenza e correttezza istituzionale, che in questa occasione è palesemente mancata. Giudica assai grave che alle opposizioni non venga data alcuna opportunità di intervento sul testo e auspica che in futuro via una maggiore responsabilità da parte delle forze di maggioranza e del Governo.
  Le due cifre di riconoscimento della manovra di bilancio sono le tasse e l'assistenzialismo, non essendovi alcuna misura concreta per lo sviluppo per il Paese. Osserva infatti che il mancato aumento dell'Iva è stato accompagnato dalla istituzione di numerose micro tasse che colpiscono perlopiù i ceti deboli e le imprese, soffocate tra tasse e burocrazia.
  Si stupisce, inoltre, che il Partito democratico che non più di un anno fa tuonava contro una manovra assistenzialista, quest'anno si sia acconciato alle richieste dell'alleato di governo, senza centrare il vero obiettivo di crescita del Paese ovvero il taglio degli sprechi della pubblica amministrazione e un robusto piano di investimenti per le imprese.
  Entrando nel merito della manovra di bilancio, osserva che il Governo, che più volte si è posto come il protagonista del cambiamento del paese dal punto di vista ambientale, non riesce a mettere a punto alcuna misura efficace. Di fronte alla manifesta fragilità del territorio nazionale dal punto di vista idrogeologico, non vi è al riguardo alcuna misura efficace. Viene bloccato il rilancio delle costruzioni e vengono per di più previste nuove tasse sugli immobili, annullando altresì la possibilità di applicare il regime della cedolare secca con riguardo agli affitti dei negozi, opportunamente inserita dal Governo giallo-verde nella scorsa manovra.
  In conclusione, esprime una valutazione complessivamente negativa del provvedimento in esame e preannuncia il voto contrario del proprio gruppo.

  Manuela GAGLIARDI (MISTO-C10VM), nel preannunciare il voto contrario del proprio gruppo, concorda con le considerazioni svolte dai colleghi, che ha avuto occasione di esprimere direttamente al presidente Fico, evidenziandogli come il suo ruolo istituzionale imponga la tutela del ramo del Parlamento che presiede, cui non può essere sottratto il dibattito soprattutto in relazione a provvedimenti di tale importanza.
  Evidenzia negativamente la confusione generatasi nelle scorse settimane riguardo alle misure che sarebbero state approvate dal Governo nella manovra di bilancio in quanto confluite nel maxi emendamento, e ritiene che l'impossibilità di un dibattito e quindi di un confronto che permetta di rappresentare la propria posizione sulle singole disposizioni di competenza della Commissione rappresenti una perdita oggettiva e innegabile.
  Osserva che la legge di bilancio non raccoglie le istanze più volte avanzate dalle opposizioni nei vari dibattiti svoltisi in Commissione sulle questioni ambientali. Le risorse stanziate risultano del tutto insufficienti, malgrado il Movimento 5 Stelle faccia dell'ambiente uno dei punti cardine del proprio programma.
  Nessuna misura seria è presente sul contrasto al dissesto idrogeologico. Al riguardo, osserva che la disposizione che prevede un fondo presso il Ministero dell'interno di 400 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025-2034, finalizzati tra le altre cose anche al dissesto idrogeologico, risulta del tutto insufficiente, essendosi verificati danni pari a 500 milioni di euro nella sola Liguria a causa degli ultimi recenti eventi meteorologici. La manovra non contiene disposizioni riguardo agli impianti di depurazione, né riguardo alla riduzione dell'inquinamento in atmosfera, configurando una politica del Governo che non pone la doverosa attenzione ad un tema fondamentale e ineludibile.

  Chiara BRAGA (PD) nel preannunciare il voto favorevole del Partito democratico, concorda con i colleghi che l'hanno preceduta sulle difficoltà legate alle modalità di esame di questo provvedimento che non ha potuto avere uno spazio adeguato presso questo ramo del Parlamento, a causa della peculiarità delle condizioni, evidenziate anche dal relatore, che ringrazia, generatesi dopo la crisi di governo del mese di agosto.
  La manovra di bilancio, a suo giudizio, ha comunque assunto contenuti assolutamente condivisibili, avendo comunque raggiunto l'obiettivo primario di sterilizzare l'aumento dell'Iva e, come ricordato nel corso della audizione del ministro Gualtieri testé svoltasi, di diminuire la pressione fiscale di più di sette miliardi di euro.
  Il Provvedimento in esame rappresenta il primo importante passo per una inversione di marcia per quanto riguarda il rilancio degli investimenti pubblici, centrali e locali, finalizzati alla messa in sicurezza del territorio, gli interventi urbanistici ed edilizi, tra i quali menziona il bonus facciate, e il supporto alle amministrazioni pubbliche per la realizzazione di progetti.
  Il green new deal, che rappresenta pilastro della manovra di bilancio, viene avviato con l'istituzione di un fondo destinato agli investimenti, vengono finanziate le Zone economiche ambientali, e si prevede l'emanazione di green bond, oltre alla riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi.
  Per quanto riguarda il settore delle infrastrutture giudica un elemento positivo e di discontinuità l'impegno del Governo sulla messa in sicurezza della rete stradale e l'intervento strutturale sulle politiche abitative, attraverso il rifinanziamento del fondo per il sostegno degli affitti e del fondo per la prima casa, oltre alle misure di riqualificazione delle città.
  Nel ribadire quindi un voto convintamente favorevole sul provvedimento in esame, sottolinea che si tratta di un primo passaggio cui farà seguito, per quanto riguarda i temi di interesse della Commissione, un disegno di legge collegato alla manovra di bilancio che il Governo avrà cura di costruire nei prossimi giorni e che verrà discusso in Parlamento con la massima apertura possibile.

  Rossella MURONI (LEU), nel riconoscere l'inadeguatezza dei tempi di esame di questo come di altri provvedimenti presso la Camera, che si è vista privata di un dibattito che sarebbe stato gradito anche alle forze di maggioranza, preannuncia il voto favorevole del proprio gruppo sul provvedimento.
  La legge di bilancio nasce con l'obiettivo prioritario di sterilizzare l'aumento dell'Iva, obiettivo raggiunto con le modalità scelte dal Governo, che ha preferito questa ad altre strade, quali, ad esempio, un intervento parziale sulle clausole dell'Iva, agendo sulla leva fiscale per orientare i consumi del paese. Osserva purtroppo che non è stato possibile il reperimento di tutte le risorse necessarie per affrontare in modo adeguato e risolutivo il green new deal e la questione ambientale, dovendosi stanziare le risorse per la sterilizzazione dell'aumento dell'Iva, ma che si è avviato un percorso strutturale, che va ben oltre l'orizzonte della legislatura, attraverso numerosi interventi. Giudica con favore che le risorse siano state allocate in numerose poste finanziarie, e non in un unico fondo la cui utilizzazione sarebbe potuta risultare meno efficace, e che siano state previste misure di accompagnamento dei comuni riguardo alla capacità di realizzazione dei progetti. Sottolinea quindi con favore l'istituzione dei green bond, tema da tempo oggetto di dibattito, che finalmente mette a sistema un elemento culturale e una strategia politica.
  Nell'auspicare che in futuro ci sia maggiore coraggio sul tema del consumo del suolo, osserva che gli interventi nell'ambito della rigenerazione urbana e dell'efficientamento energetico dimostrano la volontà aggredire il problema da più parti, e quindi con maggiore efficacia.
  Osserva che la posizione contraria rilevata da più parti nel corso del dibattito sulla plastic tax si pone in contraddizione con le grida di allarme riguardo alla emergenza climatica.
  Riguardo ai temi dell'edilizia sostenibile e degli interventi in materia di cessazione della qualifica di rifiuto, a suo giudizio fondamentali, ritiene che il collegato ambientale possa essere il momento in cui poter diffusamente mettere a confronto le posizioni dei gruppi, per giungere ad una sintesi efficace.

  Adriano VARRICA (M5S), relatore, nel richiamare le considerazioni svolte nella giornata di ieri, ribadisce che le condizioni nelle quali si affronta l'esame della manovra di bilancio derivano da un oggettivo elemento di criticità generatosi nel mese di agosto con la crisi di governo. Ritiene che l'obiettivo fondamentale della legge di bilancio, pienamente raggiunto, sia quello di scongiurare l'aumento dell'Iva.
  Quanto al taglio ambientale della manovra, osserva che sono stanziati ben 4,2 miliardi per il Green new deal, allo scopo di offrire incentivi alle imprese che intendano perseguire investimenti «verdi» e misure di sostenibilità ambientale. Per quanto riguarda invece il ruolo del settore pubblico, richiama il fondo per gli investimenti delle amministrazioni centrali, con uno stanziamento di 20,8 miliardi, da utilizzare anche per finalità di efficientamento energetico e promozione dell'economia circolare.
  Quanto agli investimenti a favore degli enti locali, la misura è stata confermata e stabilizzata rispetto alla precedente legge di bilancio, essendosi rilevato l'utilizzo pieno delle risorse stanziate. Sottolinea, inoltre, con favore, il fondo per la progettazione dei comuni, istituito per rispondere alle richieste degli enti locali rispetto alla difficoltà nel fare progettazione, nonché le misure a favore delle periferie e per la rigenerazione urbana.
  In conclusione, ribadisce il voto convintamente favorevole del proprio gruppo sul provvedimento in esame.

  La Commissione delibera di riferire favorevolmente sul provvedimento in esame. Delibera altresì di nominare, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, il deputato Varrica quale relatore presso la V Commissione, per l'esame delle parti di competenza della VIII Commissione del disegno di legge di bilancio 2020 (vedi allegato 1).

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, avverte che la relazione approvata dalla Commissione sarà trasmessa alla V Commissione Bilancio, ai sensi dell'articolo 120, comma 3 del Regolamento.

  La seduta termina alle 11.20.

ATTI DEL GOVERNO

  Giovedì 19 dicembre 2019. — Presidenza della vicepresidente Patrizia TERZONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe De Cristofaro.

  La seduta comincia alle 11.20.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente l'organizzazione dell'Agenzia nazionale per la meteorologia e climatologia denominata «ItaliaMeteo» e misure volte ad agevolare il coordinamento della gestione della materia meteorologia e climatologia e relativo statuto.
Atto n. 132.

(Seguito esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto rinviato nella seduta del 4 dicembre scorso.

  Ilaria FONTANA (M5S), relatrice, presenta una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 2).

  Il sottosegretario Giuseppe DE CRISTOFARO esprime parere conforme a quello della relatrice.

  Manuela GAGLIARDI (MISTO-C10VM) accoglie con favore che nelle premesse della proposta di parere sia stato evidenziato come il Consiglio di Stato si sia espresso su un testo diverso da quello trasmesso al Parlamento, essendo già state recepite in quel testo alcune indicazioni fornite dalla Conferenza Stato regioni.
  Preannuncia il voto favorevole del proprio gruppo sul provvedimento in esame, da molto tempo atteso, stante la necessità di un comparto specifico con compiti precipui in materia di meteorologia. Auspica, infine, che le disposizioni in esso previste possano trovare rapida applicazione, ritenendo ugualmente importanti i contenuti e tempi di attuazione delle misure.

  Elena LUCCHINI (LEGA) si dichiara favorevole all'istituzione di una agenzia nazionale, con compiti in materia di meteorologia, nonché di raccolta e diffusione di informazioni, alla stregua di quanto avviene in altri Paesi europei. Rammenta che l'istituzione di tale agenzia rappresenta il punto di caduta di un percorso molto lungo, che parte con l'approvazione nel 1998 di un decreto legislativo con il quale si prevedeva un servizio meteorologico distribuito. Esprime apprezzamento per la unificazione in un'unica struttura di tali funzioni, nonché per la sua ubicazione a Bologna, dal momento che la città ospiterà anche il data center europeo sulle previsioni meteorologiche.
  Concorda con la collega Gagliardi sulla opportunità che nella proposta di parere sia stato specificato che il testo trasmesso al Parlamento è diverso da quello su cui si è espresso il Consiglio di Stato.
  In conclusione, preannuncia il voto favorevole del proprio gruppo sul provvedimento in esame.

  La Commissione approva quindi la proposta di parere presentata dalla relatrice (vedi allegato 2).

  La seduta termina alle 11.30.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Giovedì 19 dicembre 2019. — Presidenza della vicepresidente Patrizia TERZONI.

  La seduta comincia alle 11.30.

Rapporto per il 2019 concernente la stima dell'impatto delle misure di incentivazione del recupero e della ristrutturazione edilizia nonché della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio.

  Patrizia TERZONI, presidente, rende comunicazioni sul Rapporto per il 2019 concernente l'impatto delle detrazioni fiscali per il recupero e la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, nonché del cosiddetto bonus verde i cui contenuti sono efficacemente evidenziati nella nota di sintesi del Rapporto medesimo (vedi allegato 3).
  Nessuno chiedendo di intervenire, dichiara conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 11.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  La riunione si è volta dalle 11.35 alle 11.40.

VIII Commissione - giovedì 19 dicembre 2019

ALLEGATO 2

Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente l'organizzazione dell'Agenzia nazionale per la meteorologia e climatologia denominata «ItaliaMeteo» e misure volte ad agevolare il coordinamento della gestione della materia meteorologia e climatologia e relativo statuto. Atto n. 132.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione,
   esaminato lo schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente l'organizzazione dell'Agenzia nazionale per la meteorologia e climatologia denominata «ItaliaMeteo» e misure volte ad agevolare il coordinamento della gestione della materia meteorologia e climatologia e relativo statuto (atto n. 132);
   ricordato che tale provvedimento, ai sensi del comma 558 della legge n. 205 del 2017 è adottato previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, e su di esso è acquisito il parere del Consiglio di Stato;
   rilevato come l'intesa sancita in seno alla Conferenza permanente sia stata condizionata all'accoglimento di proposte emendative testuali che – secondo quanto riportato nel parere del Consiglio di Stato – «sono state integralmente recepite nel testo definitivo sottoposto al parere del Consiglio di stato» che risulta quindi diverso da quello esaminato dalla Commissione;
   preso atto delle proposte di modifica formulate dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, il cui accoglimento è requisito necessario ai fini del perfezionamento dell'intesa di cui all'articolo 1, comma 558, della legge n. 205 del 2017, che entreranno a far parte del testo definitivo alla luce del parere già espresso dal Consiglio di Stato, e che si ritengono integralmente condivisibili;
   valutata positivamente la finalità di rafforzare e razionalizzare l'azione nazionale nei settori della meteorologia e della climatologia, potenziando la competitività italiana e la strategia nazionale in materia;
   ritenuta la necessità che la confluenza presso l'Agenzia delle risorse umane, finanziarie e strumentali, previa la ricognizione di cui all'articolo 5, comma 1, sia orientata a finalità di contenimento degli organici del personale, da perseguire anche attraverso un sistematico ricorso allo strumento delle convenzioni di sistema con gli enti meteo previste dall'articolo 15 dello schema di decreto in esame;
   preso atto dei rilievi trasmessi dalla IV Commissione Difesa
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) all'articolo 2, comma 2, dovrebbe valutarsi l'opportunità di chiarire la definizione della categoria «enti meteo», tenuto conto che la norma in esame sembrerebbe riferirla ai soli soggetti privati che svolgono funzioni di interesse pubblico in materia, mentre l'allegato 1 al provvedimento,
cui la norma in esame rinvia, elenca sia soggetti pubblici sia enti di diritto privato, anche valutando l'opportunità di precisare che gli ulteriori «enti meteo» individuati dall'Agenzia ai sensi dell'articolo 2 comma 3, qualora si tratti di soggetti privati, debbano avere le caratteristiche degli enti privati di cui al comma 2 del medesimo articolo con particolare riferimento all'assenza di finalità lucrative e all'erogazione di servizi di interesse pubblico e se la disponibilità dei dati degli istituti partecipanti in capo all'Agenzia comporti anche l'eventuale commercializzazione degli stessi;
   b) all'articolo 11, comma 3, dovrebbe valutarsi l'opportunità di fare riferimento al comma 2 dell'articolo 55-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001, il quale prevede che ciascuna amministrazione individua l'ufficio per i procedimenti disciplinari, anziché al comma 4 del medesimo articolo;
   c) dovrebbe inoltre valutarsi l'opportunità di specificare, tra i compiti affidati all'Agenzia, i profili di responsabilità operativa di cui al comma 551 della legge n. 205 del 2017, anche con riferimento alla verifica in ordine all'attendibilità dei dati e delle informazioni meteo ridistribuite ai sensi dell'articolo 2 del provvedimento in esame, al fine di perseguire la massima efficienza del servizio;
   d) dovrebbe infine valutarsi l'opportunità, in considerazione dell'elevata specializzazione e delle specifiche competenze degli enti pubblici e privati coinvolti, i quali tuttavia intervengono su base volontaria, di individuare strumenti volti a consolidare e stabilizzare il contributo di tali enti al fine di garantire la continuità e la piena operatività del servizio.

ALLEGATO 3

Sul rapporto per il 2019 concernente l'impatto delle detrazioni fiscali per il recupero e la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio nonché del cosiddetto bonus verde.

NOTA DI SINTESI

  Il presente documento rappresenta l'aggiornamento dello studio pubblicato nel mese di novembre 2013 e nelle cinque successive edizioni pubblicate, rispettivamente, nel mese di giugno 2014, nel mese di ottobre 2015, nel mese di settembre 2016, nel mese di settembre 2017 e nel mese di novembre 2018. Il documento è stato predisposto in collaborazione con il CRESME (Centro ricerche economiche sociali di mercato per l'edilizia e il territorio), su richiesta dell'VIII Commissione (Ambiente, territorio e lavori pubblici) formulata nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del 23 ottobre 2019. Il documento intende fornire una stima dell'impatto delle detrazioni fiscali per il recupero e la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. Rispetto alla precedente edizione, è stato aggiornato il dato a consuntivo relativo al 2018, mentre i dati riguardanti il 2019 si basano su proiezioni a partire dalle rilevazioni riguardanti i primi nove mesi dell'anno. Il documento, inoltre, presenta una analisi riguardante l'articolazione regionale del ricorso agli incentivi per l'attività di recupero edilizio e riqualificazione energetica, che è basata sui dati relativi agli importi portati in detrazione nelle dichiarazioni dei redditi dal 2010 al 2018. Le detrazioni fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica dispiegano i propri effetti nel mercato rispettivamente dal 1998 e dal 2007 e la loro applicabilità è stata oggetto di numerose proroghe nel corso degli anni, nonché di modifiche che hanno inciso sulle aliquote, sui limiti massimi di spesa e sulle categorie di interventi agevolabili. Le leggi di bilancio 2017, 2018 e 2019, oltre a prorogare l'applicazione delle detrazioni per i rispettivi anni, hanno introdotto importanti innovazioni con riferimento agli interventi relativi all'adozione di misure antisismiche, i cui effetti allo stato non è risultato possibile quantificare in forma disaggregata, ma che sono compresi nel volume complessivo degli investimenti incentivati. Considerato il breve lasso di tempo trascorso da quando sono stati introdotti e tenuto conto della complessità degli interventi necessari alla riduzione del rischio sismico, si ritiene peraltro che i nuovi incentivi non abbiano ancora espresso nel 2018 la loro completa potenzialità. La legge di bilancio 2019 ha previsto la proroga, per l'anno 2019, delle detrazioni spettanti per le spese sostenute per gli interventi di efficienza energetica e ristrutturazione edilizia. Il disegno di legge di bilancio 2020 – che al momento della redazione del presente rapporto è all'esame del Senato – prevede la proroga delle misure fiscali agevolative per il 2020 e introduce la detraibilità dall'imposta lorda sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) del 90 per cento delle spese documentate, sostenute nell'anno 2020, relative agli interventi edilizi, ivi inclusi quelli di manutenzione 4 ordinaria, finalizzati al recupero o restauro della facciata degli edifici (cosiddetto «bonus facciate»). Dalle stime elaborate dal CRESME nel presente documento emerge che gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica hanno interessato dal 1998 al 2019, 19,5 milioni di interventi, ossia – considerando che le abitazioni sono il principale oggetto degli interventi di rinnovo – oltre il 62,5 per cento delle abitazioni italiane stimate dall'ISTAT (31,2 milioni). In venti anni le misure di incentivazione fiscale hanno attivato investimenti pari a quasi 322 miliardi di euro. Il dato a consuntivo per il 2018 indica un volume di investimenti pari a 28.487 milioni di euro veicolati dagli incentivi, riconducibili a 3.331 milioni di euro per la riqualificazione energetica e a 25.156 milioni di euro per il recupero edilizio. Le previsioni per il 2019, sulla base delle dinamiche registrate nei primi otto mesi dell'anno in corso, indicano un volume di spesa complessivo superiore ai livelli del 2018, con 28.963 milioni di euro, imputabili per 3.250 milioni di euro alla riqualificazione energetica (in lieve calo rispetto al 2018) e per 25.713 milioni al recupero edilizio. I dati del 2018 e del 2019 confermano, dunque, che le misure di incentivazione hanno attivato importanti volumi di investimenti a partire dal 2013, in corrispondenza della maggiorazione delle aliquote, e si può pensare che gli incrementi registrati nel 2018 e nel 2019 siano da attribuire anche all'inizio degli effetti prodotti dai nuovi incentivi. L'analisi territoriale, svolta sulla base dei dati regionali relativi agli importi dei lavori portati in detrazione nelle dichiarazioni dei redditi, conferma il maggior ricorso agli incentivi da parte delle regioni del Nord-ovest, dove si concentra il 38 per cento degli importi in detrazione per quanto riguarda il recupero edilizio e il 42 per cento degli interventi finalizzati alla riqualificazione energetica; nel Nord-est si concentra il 28 per cento degli interventi di recupero edilizio, e il 33 per cento degli interventi per la riqualificazione energetica. Emerge in questo quadro il basso ricorso agli incentivi del Sud e delle Isole; infatti, sommando le due aree geografiche solo il 14 per cento degli importi portati in detrazione per gli interventi di recupero edilizio su base nazionale riguarda il Mezzogiorno, mentre per la riqualificazione energetica si scende al 10 per cento. Nel biennio 2017-2018 sono stati portati in detrazione per il recupero edilizio svolto negli anni 2016-2017 11,3 miliardi di euro, contro i 10 miliardi di euro del biennio dei lavori 2015-2016, con un significativo incremento del 13 per cento; mentre per quanto riguarda la riqualificazione energetica sono stati portati in detrazione 2,8 miliardi di euro, contro i circa 2,4 del biennio precedente, con un incremento del 19,7 per cento. Gli investimenti veicolati dalle misure di incentivazione fiscale hanno avuto e continuano ad avere un rilevante impatto sull'occupazione: nel 2019 le stime riguardano 432.358 occupati, dei quali 288.239 diretti. I 231,3 miliardi di euro attivati dagli incentivi nel periodo 2011-2019 hanno attivato oltre 2,3 milioni di occupati diretti nel settore del recupero edilizio e della riqualificazione energetica e oltre 1,1 milione di occupati indiretti nelle industrie e nei servizi collegati. 5 La stima dell'impatto sulla finanza pubblica delle misure di incentivazione fiscale attivate nei venti anni che vanno dal 1998 al 2019, elaborata dal CRESME, evidenzia poi, a fronte di minori introiti conseguenti alla defiscalizzazione e stimati in 151,5 miliardi di euro, un gettito fiscale e contributivo in base alla legislazione vigente, per i lavori svolti, pari a 121,6 miliardi di euro, con un saldo totale negativo in venti anni di 29,8 miliardi di euro, pari a 1,35 miliardi di euro medi annui dal 1998 al 2019. Considerando, però, che lo Stato incassa i proventi spettanti nell'anno di esecuzione dei lavori e distribuisce le detrazioni fiscali (il mancato gettito) nell'arco dei successivi dieci anni, l'introduzione di ulteriori elementi di natura finanziaria basati sull'attualizzazione dei valori precedentemente esposti modificherebbe il saldo generando un risultato negativo in venti anni di –3,6 miliardi di euro, pari nel periodo a 163 milioni di euro annui. Un ulteriore approfondimento dell'analisi, che prende in considerazione, da un lato, i minori introiti per lo Stato legati agli interventi di efficientamento energetico (minori imposte sui consumi di energia) e, dall'altro, la quota di gettito per lo Stato derivante dai consumi e dagli investimenti mobilitati dai redditi aggiuntivi dei nuovi occupati (quota ricavata dalla Matrice di contabilità sociale, pur considerata in forma prudenziale), determina un saldo positivo per lo Stato per poco meno di 8,7 miliardi di euro. Allargando, poi, il campo della valutazione a tutti gli attori che rivestono un ruolo nel sistema in cui si inseriscono le agevolazioni, ossia Stato, Famiglie e Imprese, si delineerebbe, nel periodo 1998-2018, un saldo positivo per il sistema Paese valutabile in 26,7 miliardi di euro. Il saldo per lo Stato di circa 8,7 miliardi di euro deriva dall'incremento del gettito (positivo), dai flussi derivanti dalle detrazioni (negativi), dalle maggiori entrate derivanti dalla Matrice di contabilità Sociale (positive) e dal minor gettito fiscale sui consumi energetici (negativo). Per quanto riguarda le famiglie, o più correttamente gli investitori, il risultato «negativo» di –249 miliardi di euro è conseguente al saldo tra l'investimento effettuato (negativo), le detrazioni fiscali (positive) e il risparmio sulle bollette energetiche (positivo). Le imprese e il fattore lavoro vantano un saldo positivo di +267 miliardi di euro quale risultato di un fatturato (positivo), all'interno del quale sono compresi i compensi e le retribuzioni per gli occupati delle imprese stesse, nonché le imposte e gli oneri sociali sostenuti dalle imprese e attribuibili agli incentivi fiscali (negativi). Oltre a quanto precedentemente evidenziato, come si è già rilevato nelle precedenti edizioni, nella stima dell'impatto delle detrazioni andrebbero infine considerati ulteriori aspetti importanti, che allo stato attuale appare complesso quantificare, quali, ad esempio, la valorizzazione del patrimonio immobiliare, il miglioramento della qualità della vita e il miglioramento delle prestazioni funzionali che gli interventi di recupero edilizio e riqualificazione energetica consentono di ottenere.