VIII Commissione
Ambiente, territorio e lavori pubblici
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
Commissione VIII (Ambiente)
Comm. VIII
Sulla pubblicità dei lavori ... 34
5-02622 Andrea Romano: Spiaggiamento di delfini lungo il litorale livornese ... 34
ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 40
5-02699 Deiana: Verifiche ambientali nella zona industriale di Porto Torres (SS) a seguito dell'incendio del deposito di rifiuti speciali della società «È Ambiente Srl» e dello stabilimento di vernici della società ex «Inversol» ... 35
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 42
Audizione, nell'ambito dell'esame dello schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente l'organizzazione dell'Agenzia nazionale per la meteorologia e climatologia denominata «ItaliaMeteo» e misure volte ad agevolare il coordinamento della gestione della materia meteorologia e climatologia e relativo statuto (Atto n. 132), di rappresentanti dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), dell’European Organization for the Exploitation of Meteorological Satellites (EUMETSAT) e del Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica (CNMCA) ... 35
INTERROGAZIONI
Martedì 17 dicembre 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO. — Interviene il sottosegretario di Stato, Roberto MORASSUT.
La seduta comincia alle 12.45.
Sulla pubblicità dei lavori.
Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
5-02622 Andrea Romano: Spiaggiamento di delfini lungo il litorale livornese.
Il Sottosegretario Roberto MORASSUT, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Andrea ROMANO (PD), ringrazia il Sottosegretario per la risposta esaustiva anche se non rassicurante. Gli elementi in essa forniti, infatti, confermano la presenza di xenobiotici che hanno aggravato la salute dei cetacei rispetto al momento della presentazione dell'interrogazione, che faceva riferimento a quattro carcasse di delfini. In ogni caso si dichiara soddisfatto degli elementi forniti dal rappresentante del Governo e dell'attenzione del Ministero sulla questione oggetto dell'atto.
5-02699 Deiana: Verifiche ambientali nella zona industriale di Porto Torres (SS) a seguito dell'incendio del deposito di rifiuti speciali della società «È Ambiente Srl» e dello stabilimento di vernici della società ex «Inversol».
Il Sottosegretario Roberto MORASSUT, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Ilaria FONTANA (M5S), replicando in qualità di cofirmataria, ringrazia il rappresentante del Governo per la risposta che si riserva di analizzare più compiutamente e di approfondire insieme alla presentatrice e agli altri firmatari.
Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 13.05.
AUDIZIONI INFORMALI
Martedì 17 dicembre 2019.
Audizione, nell'ambito dell'esame dello schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente l'organizzazione dell'Agenzia nazionale per la meteorologia e climatologia denominata «ItaliaMeteo» e misure volte ad agevolare il coordinamento della gestione della materia meteorologia e climatologia e relativo statuto (Atto n. 132), di rappresentanti dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), dell’European Organization for the Exploitation of Meteorological Satellites (EUMETSAT) e del Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica (CNMCA).
Le audizioni si sono svolte dalle 15.35 alle 16.05.
SEDE REFERENTE
Martedì 17 dicembre 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO.
La seduta comincia alle 16.05.
Modifiche e integrazioni alla legislazione speciale per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna.
C. 1428 Pellicani.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.
Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, prima di dare la parola al relatore, ricordo ai colleghi che nella riunione dell'Ufficio di presidenza di mercoledì 11 dicembre, si è convenuto di incardinare tale proposta di legge e di attivare in tale ambito lo strumento istruttorio della indagine conoscitiva. Ciò consentirà alla Commissione di svolgere audizioni in sede formale – assistite quindi dal resoconto stenografico e dalla eventuale trasmissione televisiva – di soggetti qualificati a fornire preziosi elementi di conoscenza su una realtà tanto complessa quanto unica. Una volta acquisita l'intesa con la Presidenza della Camera, sarà quindi predisposto un programma di audizioni, a partire dal mese di gennaio.
Nicola PELLICANI (PD), relatore, in qualità di relatore riferisce sui contenuti della proposta di legge C. 1428, a sua prima firma, recante «Modifiche e integrazioni alla legislazione speciale per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna».
Fa presente che da tempo c’è la necessità di aggiornare il rifinanziare la legge speciale per Venezia, ma dopo i drammatici eventi del 12 novembre scorso di giorni successivi, in cui si sono susseguite maree eccezionali con una punta massima di 187 cm, tale revisione non è più rinviabile. La legge speciale da quasi cinquant'anni rappresenta uno strumento fondamentale per il governo della città e della laguna di Venezia, che va però attualizzato, rendendolo più aderente le esigenze del territorio che sono maturate negli anni.
Attualmente esistono tre leggi speciali, la legge 171 del 1973, emanata all'indomani dell'alluvione del 1966, la legge 798 del 1984, che istituisce il cosiddetto «Comitatone» e prevede la realizzazione del MoSE e una leggina, la numero 132 del 1992, che introduce un nuovo sistema di finanziamenti.
Evidenzia che la proposta di legge a sua prima firma affronta il tema della salvaguardia di Venezia del suo fragile impianto architettonico artistico e ambientale, comprendendo diversi temi, che per essere risolti vanno necessariamente affrontati in modo unitario, attraverso un vero e proprio «dossier Venezia». Ciò significa mettere in campo una molteplicità di azioni al fine di contemplare la salvaguardia e lo sviluppo, nel rispetto di un sistema urbano ambientale delicatissimo che rappresenta un patrimonio dell'umanità.
Ritiene necessario anzitutto: riprendere a realizzare gli interventi di manutenzione diffusa per la salvaguardia fisica della città, interrotti da troppo tempo, da quando sono arrivati i lavori per il Mose nel 2003; affrontare il tema dello sviluppo del porto e della zona industriale di Marghera; agire sulla gestione di flussi turistici; far fronte alla questione delle grandi navi del moto ondoso, rispondere in fine ai problemi della residenza e del ripopolamento della città storica.
Osserva che solo affrontando in modo unitario i problemi sul tappeto sarà possibile ribadire la specialità di Venezia, facendo i conti anche in termini concreti con il tema dei suoi limiti. Vale a dire fare i conti con la fragilità e la unicità di Venezia e della sua laguna, che non deve affrontare solo con l'acqua alta, ma con la marea di visitatori che quotidianamente arriva in città, con il dilagare degli affitti turistici, che favoriscono lo spopolamento della città, e con il gigantismo delle navi, affrontato anche nella recente audizione del Ministro Costa.
La proposta di legge presenta un impianto «federalista» e «metropolitano», assegnando maggiori funzioni agli enti locali, con una visione nell'ambito della città metropolitana. Riconosce, quindi, la specialità di Venezia, introducendo elementi di federalismo fiscale e assegnando un'effettiva autonomia d'azione ai vari enti soggetti pubblici della città.
Sono riproposti in chiave aggiornata i capisaldi della prima legge speciale, la legge 171 del 1973, che poneva «la salvaguardia di Venezia e della sua laguna un problema di preminente interesse nazionale.» La legge affermava quindi che «la Repubblica ne assicura la vitalità socio-economica» puntando in tal modo valorizzare le attività sociali ed economiche di Venezia, ponendo al centro il tema della operatività del porto e allargando il campo di azione alla pulizia dei canali industriali e alle bonifiche delle aree dismesse di Porto Marghera, premessa indispensabile per rendere possibile la riconversione dell'area industriale in chiave green, attesa nei molti anni. Alcune cose sono state fatte, ma molte cose sono ancora da realizzare, trattandosi anche di un'area sterminata di più di 2000 ettari, tra terreni e canali.
Giudica fondamentale il tema delle risorse. La proposta di legge prevede un piano di interventi triennali per un valore di due miliardi. È prevista inoltre la possibilità di introdurre forme di autonomia impositiva, in quanto, per affrontare i problemi della città, vanno garantiti finanziamenti adeguati e costanti. Una strada, quest'ultima, difficile da percorrere, anche se sarebbe un modo concreto per applicare quell'autonomia differenziata che è al centro del dibattito politico. È comunque necessario che lo Stato si faccia carico di finanziare il «dossier Venezia», fondato sulla specialità di una città unica al mondo, garantendo continuità di risorse.
La rinnovata attenzione a Venezia, determinata dalla sequenza di alte maree eccezionali del novembre scorso, ha consentito di adottare, con diversi provvedimenti, alcune delle misure comprese all'interno della proposta di legge, il che conferma l'impianto concreto della proposta stessa. Si riferisce, in particolare, all’art bonus, di cui all'articolo 8 della proposta, che è stato esteso anche i beni ecclesiastici, a partire dalla basilica di San Marco, oggetto di un emendamento approvato al decreto-legge sisma; all'insediamento a Venezia di un centro internazionale sui cambiamenti climatici, previsto dall'articolo 6 della proposta, inserito e finanziato nella legge di bilancio 2020; alla creazione di una zona logistica speciale, di cui all'articolo 9 della proposta di legge, anch'esso inserito nella legge di bilancio. Questi temi erano tutti oggetto degli impegni contenuti nella mozione per Venezia approvata alla camera lo scorso 19 novembre.
La proposta di legge parte dal lavoro svolto nelle scorse legislature ed è aperta al contributo delle istituzioni, delle categorie, delle associazioni e in particolare dei cittadini veneziani e delle forze politiche, essendo tutti tesi all'esclusivo interesse della città di Venezia, per la quale auspica possano essere finalmente determinate forme di sviluppo adeguato e compatibile con l'ambiente.
Venendo ai contenuti specifici della proposta di legge, ribadisce che si tratta di una proposta con un'impronta federalista in metropolitana. La proposta di legge è infatti uno strumento che riconosce la specialità di Venezia in chiave federalista metropolitana attraverso un impianto normativo che, agli articoli 2 e 3, assegna alla città un'effettiva autonomia di governo e finanziaria, valorizzando il ruolo della città metropolitana, del Comune di Venezia e degli altri enti locali. La proposta, agli articoli 17 e 18, prevede un piano di interventi triennali per un valore di due miliardi, ma in un'ottica di federalismo fiscale si impegna anche a individuare le risorse per finanziare gli interventi di salvaguardia, compresa la manutenzione e la gestione del MOSE, al momento della sua entrata in funzione.
L'articolo 4, ritenendo importante ripristinare un'istituzione storica della città che esisteva già al tempo della Repubblica di Venezia che venne istituito come organo decentrato del ministero dei lavori pubblici e poi delle infrastrutture nel 1907, prevede, come chiesto dalle istituzioni e dalle categorie cittadine, il ripristino del Magistrato alle acque, sciolto, sull'onda emotiva, nel 2014 dopo lo scandalo sul Mose, attribuendogli competenze relative alla ricostruzione ambientale, gestione, cura e difesa della laguna delle opere connesse. Questo comporta una calibrazione delle funzioni: si trasferiscono le competenze in materia di discipline controllo del traffico acqueo e del rilascio delle concessioni degli spazi acque alla città metropolitana di Venezia. Questo per rispondere all'esigenza di riunificare in uso oggetto unico tali funzioni.
L'articolo 12 affronta il tema del traffico acqueo e del moto ondoso nell'ambito della gestione della laguna. Propone quindi di eliminare la frammentazione delle competenze per la disciplina e il controllo della navigazione laguna, con l'obiettivo di riunificare tali norme della città metropolitana. Per rendere possibile tutto ciò si rende necessaria l'adozione di una serie di provvedimenti, previsti nella proposta, per modificare l'attuale legislazione, relativi in particolare alle norme attinenti alla navigazione marittima.
L'articolo 5 prevede l'istituzione di un'Autorità di garanzia pubblica quale soggetto individuato per gli interventi di salvaguardia della città di Venezia della sua laguna e l'attività di manutenzione e gestione del Mose, nonché del Centro previsioni maree, adeguatamente potenziato. Si propone quindi una gestione sistemica di tutte le attività di salvaguardia attraverso un'autorità composta da governo, regione Veneto, città metropolitana di Venezia, Comune di Venezia, autorità portuale di Venezia e Magistrato alle acque.
L'articolo 6, come già accennato prima, prevede l'istituzione a Venezia di un centro di studi d'eccellenza sui cambiamenti climatici. La legge di bilancio 2020 ha, come già detto, già recepito tale indicazione, prevedendo un finanziamento di 500 mila euro all'anno per l'istituzione di un centro con tali caratteristiche, avvalendosi del contributo delle istituzioni scientifiche veneziane. Prenderà quindi formò un centro di ricerca sulle ripercussioni sulla laguna sulla fascia costiera dell'aumento del livello marino, della subsidenza, della temperatura, riguardo alla biodiversità lagunare, e lotta all'erosione.
All'articolo 8 della proposta di legge si prevede un rafforzamento dello strumento finalizzato al recupero di opere artistiche architettoniche, cosiddetto art bonus. Viene innalzato al 10 per cento per gli interventi su Venezia, a partire dalla basilica di San Marco. Fa presente che il governo ha già fatto propria la proposta attraverso l'approvazione di un emendamento al decreto-legge sisma, estendendo per i beni ecclesiastici di Venezia i benefici fiscali, già previsti per i beni pubblici, privati che intendono investire nel restauro del patrimonio monumentale.
All'articolo 7 la proposta di legge prevede interventi di manutenzione rigenerazione urbana per favorire il ripopolamento residenziale della città attraverso contributi finalizzati al disinquinamento, alla manutenzione, al restauro di immobili, regolamentazioni sulle destinazioni d'uso degli edifici.
Sempre nell'ottica di un complesso di interventi unitari, quanto alle bonifiche dell'area di Porto Marghera, che per decenni ha ospitato un'industria chimica che ha inquinato terreni e acque, l'articolo 9 interviene in tal senso per proseguire le bonifiche, oggi realizzate al 16 per cento, e disinquinare i terreni e le acque.
All'articolo 9 la proposta di legge rilancia il ruolo strategico dell'attuali per la promozione dell'attività industriale di Porto Marghera, in particolare promuovendo la logistica le attività basso impatto ambientale, anche attraverso la creazione di una zona logistica speciale, potenziata dei vantaggi del credito d'imposta, ottenendo così di fatto i medesimi vantaggi delle zone economiche speciali che l'attuale normativa consente di istituire soltanto nelle regioni del mezzogiorno. Fa presente che anche in questo caso il Governo ha già fatto propria la proposta, prevedendo tale opportunità all'interno della legge di bilancio 2020.
La proposta di legge prevede inoltre, all'articolo 5, il cosiddetto «porto regolato», con una gestione degli accessi che contempli le esigenze della salvaguardia della laguna, della sicurezza della navigazione e della miglior funzionalità delle attività portuali dopo l'entrata in funzione del MOSE.
In conclusione, all'articolo 10, la proposta prevede l'istituzione di un fondo di dieci milioni annui per un triennio, per sostenere il rilancio del distretto del vetro artistico e la valorizzazione promozione delle attività tradizionali delle isole, comprendendo anche un piano straordinario di contrasto la contraffazione. È inoltre previsto, all'articolo 1, comma 8, il sostegno per lo sviluppo di nuove professioni ad alto valore innovativo, legati all'economia digitale e alle nuove tecnologie.
Piergiorgio CORTELAZZO (FI) esprime apprezzamento per la proposta di legge del collega Pellicani, che promuove interventi a favore della città di Venezia e della sua laguna, di cui conosce bene la peculiarità. Ritiene che lo Stato si debba fare carico di tali interventi, rifinanziando adeguatamente la legge speciale. Osserva infatti che lo stanziamento di risorse a tal fine rappresenta un investimento piuttosto che una spesa, dovendosi stanziare altrimenti ben più ingenti risorse per far fronte ai danni provocati dalle maree.
In conclusione, preannuncia la presentazione da parte del proprio gruppo di una proposta di legge, a prima firma del collega Brunetta, veneziano di nascita, che auspica possa essere esaminata congiuntamente alla proposta di legge del collega Pellicani, giudicando opportuno che su tale importante tema ci sia la più ampia convergenza di tutte le forze politiche.
Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, nessuno altro chiedendo di intervenire, la Commissione rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.30.
ALLEGATO 1
5-02622 Andrea Romano: Spiaggiamento di delfini lungo il litorale livornese.
TESTO DELLA RISPOSTA
Con riferimento alle questioni poste, occorre innanzitutto rappresentare, in via generale, che il Ministero dell'ambiente è direttamente impegnato da numerosi anni, per quanto di competenza, sulla tematica degli spiaggiamenti di esemplari di cetacei, in attuazione delle prescrizioni concernenti la tutela e la conservazione di tale specie e del relativo habitat nonché degli specifici adempimenti fissati dagli Accordi internazionali di settore cui l'Italia aderisce (in particolare, l'Accordo per il Santuario Pelagos, l'Accordo ACCOBAMS, la MSFD, l'ICRW).
Tale competenza è altresì in capo, per gli aspetti sanitari, veterinari e del benessere animale, al Ministero della salute, con il concerto del quale il Ministero dell'ambiente ha da tempo avviato la costituzione della Rete Nazionale Spiaggiamenti Mammiferi Marini – Re.Na.S.M.M. Al Tavolo interministeriale di coordinamento della Rete afferiscono rappresentanti di tutti gli Enti istituzionalmente competenti (il SNPA, gli IIZZSS, le AASSLL, l'ISS, il Corpo delle Capitanerie di Porto), nonché rappresentanti del comparto della ricerca scientifica di settore operanti in strutture dedicate alla tematica, appositamente istituite dai due Ministeri concertanti (la Banca Dati Spiaggiamenti mammiferi Marini presso UniPavia e Museo di Storia Naturale di Milano; la Banca Tessuti Mammiferi Marini del Mediterraneo presso UniPadova; il CERT — Cetacean strandings Emergency Response Team presso UniPadova) e in Università specializzate.
Fermo restando quanto appena esposto, con specifico riferimento al caso in questione, si fa presente che, anche sulla base di quanto riportato dall'ARPAT in specifici rapporti dedicati, se da un lato il numero potrebbe rivelare un relativo incremento rispetto alla media degli analoghi periodi negli anni precedenti nella localizzazione geografica di tali spiaggiamenti (costa Toscana centro-settentrionale), il fenomeno non risulta tuttavia ascrivibile ad una conclamata nuova epizoozia di morbillivirus (CeMV), ciò in ragione di diversi fattori. In generale, infatti, tutti gli animali rinvenuti spiaggiati si presentano fortemente parassitati, indice di un quadro immunitario significativamente compromesso.
Più in particolare, secondo quanto riferito dall'ARPAT, dalle stime effettuate i delfini spiaggiati lungo le coste toscane rappresentano solo il 10 per cento dei decessi di tursiope e il 2 per cento di stenella che avvengono nelle acque della Toscana. Pertanto, il campione disponibile per le necroscopie, seppur rappresentativo, è molto parziale.
Sull'asse temporale, il periodo di massima incidenza è quello estivo per il tursiope e quello invernale per la stenella. Da gennaio ad agosto 2019, in Toscana sono stati recuperati 38 cetacei spiaggiati: mentre il primo semestre dell'anno non mostra grandi differenze statistiche rispetto al numero delle carcasse rinvenute negli stessi periodi degli anni precedenti, dal mese di giugno si è registrato un picco, con ben 15 tursiopi spiaggiati.
Grazie all'Osservatorio Toscano per la Biodiversità, è garantita una sorveglianza degli spiaggiamenti, sette giorni su sette h24. Inoltre, sempre secondo quanto riferito dall'ARPAT, gli esemplari rinvenuti recentemente lungo il litorale livornese sono stati analizzati dall'istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana (IZSLT) ed hanno evidenziato un'importante positività per il morbillivirus dei cetacei (CeMV), che colpisce soltanto i cetacei ed è patogeno solo per questi animali.
Le indagini istologiche e batteriologiche confermano il sospetto diagnostico per CeMV già rilevato nel 1991 e più recentemente nel 2013 e nel 2017 quando, anche in altre Regioni, si è assistito ad importanti epidemie di tale virosi che però hanno interessato principalmente la stenella. Ulteriori indagini di epidemiologia molecolare sugli stipiti vitali isolati sono tuttora in corso, per stabilire un'eventuale correlazione tra le epidemie del 2019 e quelle precedenti del 2013 e 2017.
L'Università di Siena, che ha effettuato le analisi chimiche sui tursiopi, asserisce che «oltre alla presenza di morbillivirus, gran parte dei tursiopi analizzati evidenziano livelli elevati di DDTs e PCBs. I PCBs in particolare risultano sopra i livelli medi del Mediterraneo, riscontrabili sia sugli esemplari spiaggiati, sia sugli esemplari vivi e in libertà. Inoltre tali livelli, tutti sopra il limite di effetto di immunosoppressione, confermano la stretta correlazione tra la rilevante presenza di xenobiotici immunotossici e il morbillivirus, indicando questi contaminanti come una concausa assolutamente determinante nel decesso degli esemplari».
Si consideri, inoltre, che lo stato di conservazione degli esemplari rinvenuti spiaggiati riducono sensibilmente l'accuratezza delle analisi e la conseguente affidabilità della diagnosi: in funzione delle condizioni meteo dei periodi interessati e delle temperature esterne presenti, grazie a modelli di distribuzione spaziale già impiegati, è noto che tra il momento del decesso a quello dello spiaggiamento può intercorrere un periodo variabile dai 3 ai 15 giorni. Ciò determina, da un lato, il generale pessimo stato di conservazione delle carcasse e, dall'altro, una localizzazione dell'area del decesso – e quindi delle potenziali cause o concause – lontana dal luogo dello spiaggiamento. Già nel corso dell'epizoozia del 2013, gli esemplari deceduti rinvenuti nelle peggiori condizioni di conservazione si sono spiaggiati, a causa del regime di correnti, lungo le coste delle Toscana provenendo probabilmente dal Tirreno centromeridionale.
Alla luce delle considerazioni esposte, si rappresenta, pertanto, che la problematica in esame è tenuta in debita considerazione da parte del Ministero dell'ambiente che, grazie anche all'istituzione della menzionata Rete Nazionale Spiaggiamenti Mammiferi Marini fornire, garantisce adeguata rispondenza al fenomeno, costituendo detta Rete un'eccellenza ed un riferimento a livello di bacino Mediterraneo nell'ambito dell'Accordo ACCOBAMS e, a livello scientifico, all'interno della IWC – International Whaling Commission. Inoltre, attraverso l'attuazione della Direttiva sulla Strategia Marina, è stato posto in atto un sistema di monitoraggio nazionale sullo stato di salute dei nostri mari, al fine di verificare i progressi verso il raggiungimento del buono stato ambientale, che comprende anche uno specifico monitoraggio dei cetacei, fatto nell'ambito del Descrittore 1 Biodiversità, che consente di accrescere le conoscenze anche su questo fenomeno.
ALLEGATO 2
5-02699 Deiana: Verifiche ambientali nella zona industriale di Porto Torres (SS) a seguito dell'incendio del deposito di rifiuti speciali della società «È Ambiente Srl» e dello stabilimento di vernici della società ex «Inversol».
TESTO DELLA RISPOSTA
Con riferimento alle questioni poste, si fa presente che, sulla base degli elementi acquisiti dai soggetti territorialmente competenti.
Secondo quanto rappresentato in particolare dall'ARPAS, alle ore 8.00 circa del 27 luglio 2019 il Dipartimento di Sassari e Gallura è stato avvisato dal NOE di Sassari, dal Comando dei Vigili del Fuoco di Sassari e dal Sindaco del Comune di Porto Torres del verificarsi di un incendio presso il capannone ospitante le attività delle società INVERSOL e È AMBIENTE operanti rispettivamente nel settore della gestione di formulati e coloranti per combustibili la prima e stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali in codice DI5 la seconda. Il personale ARPAS, recatosi sul luogo, ha effettuato, in collaborazione con i Vigili del Fuoco, misurazioni istantanee del livello totale delle sostanze organiche presenti nell'aria. La stessa Agenzia ha precisato che, all'atto del sopralluogo e per tutta la giornata del 27 luglio, le condizioni meteo davano presenza di vento debole da sud-ovest e pertanto le masse d'aria e la colonna dei fumi prodotti dall'incendio si dirigevano verso mare aperto, non interessando i centri abitati. A conferma di ciò, le misure effettuate riportavano nei punti indicati valore zero. Gli unici valori significativi rilevati si riscontravano nel luogo dell'incendio e nelle immediate vicinanze.
Conseguentemente, ARPAS, il Sindaco e il direttore del Consorzio Industriale concordavano sulla necessità di approntare degli adeguati sbarramenti per arginare le acque che fluivano dal sito derivanti dalle attività di spegnimento del fuoco, le quali trascinavano sostanze organiche provenienti dalle materie presenti nel capannone. È stato, pertanto, predisposto un argine sul lato sud-ovest del predetto capannone, che ha evitato che le acque fluissero massivamente verso il canale di scolo a valle e potessero confluire verso mare.
Inoltre, per ulteriore cautela, si è provveduto all'installazione, nel canale acqua mare consortile, di panne assorbenti finalizzate al contenimento ulteriore di eventuali tracimazioni di solventi e altri composti immiscibili. Le acque così arginate sono state successivamente aspirate con autocisterne.
Tenuto conto che il vento dopo le ore 20.00 si disponeva da ovest e quindi comportava una ricaduta sul centro abitato, è stato adottato un provvedimento di limitazione delle attività all'aperto.
Sia contestualmente allo svilupparsi dell'incendio che nelle giornate successive, ARPAS ha seguito le attività di rilevamento delle centraline di monitoraggio della qualità dell'aria situate nell'area di Porto Torres. Sempre secondo quanto riferito dall'Agenzia, dette centraline, per le giornate dal 27 luglio 2019 al 7 agosto 2019, hanno continuato a fornire valori in linea con la media annua fino ad oggi registrata.
Nel proseguo delle fasi post emergenziali, l'ARPAS si è attivata per seguire l'evoluzione delle condizioni ambientali su diversi fronti. Nelle date 29 e 31 luglio, l'Agenzia ha effettuato attività di campionamento dell'aria finalizzate alla ricerca di Diossine, Furani e composti aromatici volatili. I prelievi sono stati condotti in due punti individuati sulla direttrice principale di propagazione del vento. Per quanto attiene ai due campioni prelevati per la determinazione di composti aromatici volatili, i risultati ottenuti dal Servizio Laboratorio di Sassari non hanno evidenziato valori al di sopra del limite di quantificazione del metodo. I campioni per l'analisi di Diossine e Furani sono stati inviati al laboratorio microinquinanti di ARPA Toscana. Dai valori riscontrati, in merito ai parametri esaminati per quanto attiene all'aria ambiente è stata rilevata la presenza di Diossine e Furani unicamente sul campione del 29 luglio prelevato nel punto 1, prossimo all'area dell'incendio; negli stessi campioni di aria sono state rilevate tracce di PCB, con valori superiori solo nel citato punto 1. Nel campione prelevato nel centro urbano, in prossimità della Torre Aragonese invece non sono state rilevate tracce di Diossine e Furani.
In data 1o agosto è stato effettuato un campionamento di suoli superficiali su un'area estesa del territorio comunale di Porto Torres. La finalità del sopralluogo e campionamento è stata quella di verificare analiticamente l'eventuale ricaduta di sostanze di interesse tossicologico sui suoli circostanti l'incidente. Quanto ottenuto non ha evidenziato alcuna alterazione dei top soil prelevati, né superamenti dei valori di CSC. In occasione del sopralluogo del 2 agosto 2019, è stato appurato che la società Ambiente ha avviato le opere di scarificazione del terreno e di aggottaggio delle acque residue di sversamento. Le diverse fasi, relative anche agli altri soggetti obbligati, sono tuttora in corso di esecuzione e costantemente seguite dall'ARPAS.
Sempre in data 2 agosto sono stati effettuati campionamenti presso l'area a valle dell'incendio e dell'opera di sbarramento realizzata per il contenimento delle acque inquinate, allo scopo di verificare la qualità delle acque del canale e dei suoli a monte, per avere indicazione sullo stato di eventuale contaminazione, al fine di poter fornire adeguate indicazioni per gli interventi successivi di MISE. I risultati analitici ottenuti hanno evidenziato che: i due campioni di suolo denotavano una contaminazione relativa a diverse categorie di parametri, con particolare significatività nel campione P4 bordo strada; i valori di contaminazione riscontrabili nel canale evidenziavano un valore di inquinanti superiore sul punto più a monte rispetto a quello più in basso, per il quale risultavano evidenti gli effetti della pressione di riflusso generata dalla vicina immissione a grandi portate delle acque di raffreddamento di origine marina; i campioni di fango prelevati sul canale acqua mare e sull'area limitrofa alla stradina provinciale a valle dell'incendio presentavano significative concentrazioni di diossine, furani e PCB, benché con un «fingerprint» differente dai campioni di aria, in quanto influenzato dal dilavamento delle acque utilizzate.
ARPAS ha rappresentato, infine, che, in data 22 ottobre scorso, è stato effettuato un ulteriore sopralluogo per la verifica dello stato dei luoghi, da cui emerge che per buona parte sono stati operati interventi di scarificazione dei suoli per la rimozione dei materiali pesantemente contaminati. Restano ancora immutate le condizioni relative alla cosiddetta ex strada provinciale 33 e ad una parte del terrapieno di contenimento insistente sulla strada medesima.
Alla luce delle informazioni esposte, tenuto conto della rilevanza della questione in argomento, si rassicura comunque che il Ministero dell'ambiente continuerà a tenersi informato tramite gli Enti territorialmente competenti, senza ridurre in alcun modo il livello di attenzione sulla vicenda.