I Commissione

Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni

Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)

Commissione I (Affari costituzionali)

Comm. I

Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
SOMMARIO
Mercoledì 4 dicembre 2019

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:

5-03230 Macina: Sulla realizzazione della cittadella della Polizia di Catania e sulle carenze di organico presso le locali strutture di polizia ... 13

ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 18

5-03231 Marco Di Maio: Sulla carenza di personale presso il presidio di polizia stradale sito nel comune di Rocca San Casciano (FC) ... 13

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 20

5-03232 Tonelli: Sulla carenza di personale nelle questure dell'Emilia Romagna e sull'istituzione di un centro di permanenza per il rimpatrio in tale regione ... 13

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 21

5-03233 Prisco: Sulla provenienza dei migranti che saranno prossimamente accolti nell’hub di accoglienza sito in via Mattei a Bologna ... 14

ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 22

5-03234 Ceccanti: Sui tempi di erogazione dell'elargizione prevista a favore delle vittime di mafia, estorsione e usura ... 15

ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 23

5-03235 Sisto: In merito all'annunciata chiusura del Commissariato di polizia sito nel quartiere San Paolo di Bari e sulle iniziative per far fronte alle carenze di organico delle forze dell'ordine in tale territorio ... 16

ALLEGATO 6 (Testo della risposta) ... 25

SEDE REFERENTE:

Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani fondamentali. C. 1323 Scagliusi e C. 855 Quartapelle Procopio (Seguito esame e rinvio) ... 17

AUDIZIONI INFORMALI:

Audizione di rappresentanti dell'Associazione Avviso Pubblico, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 474 Nesci, C. 1512 Bruno Bossio e C. 1630 Santelli, recanti modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di scioglimento dei consigli degli enti locali conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso ... 17

I Commissione - Resoconto di mercoledì 4 dicembre 2019

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Mercoledì 4 dicembre 2019. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Carlo Sibilia.

  La seduta comincia alle 13.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche attraverso impianti televisivi a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-03230 Macina: Sulla realizzazione della cittadella della Polizia di Catania e sulle carenze di organico presso le locali strutture di polizia.

  Simona SURIANO (M5S) illustra l'interrogazione in titolo, di cui è cofirmataria, rilevando come, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, lo stesso Capo della Polizia, nel corso di una visita istituzionale a Catania presso la prefettura e la questura, abbia appurato che la situazione delle strutture versa in condizioni tali da non permettere un sereno svolgimento del lavoro, molto gravoso nel capoluogo etneo.
  Osserva, altresì, come sia già stato finanziato il progetto per la realizzazione della cittadella della polizia, che tuttavia non avverrà in tempi brevi, in considerazione della lentezza con cui vengono eseguite le opere pubbliche.
  Rileva, inoltre, come, sempre stando alle dichiarazioni del Capo della Polizia, sussista anche una lacuna nell'organico che non è stata colmata in questi anni, pregiudicando ulteriormente l'importantissimo lavoro che le forze dell'ordine svolgono ogni giorno a tutela della sicurezza dei cittadini.
  In tale contesto l'interrogazione chiede, pertanto, al Governo quali iniziative intenda intraprendere rispetto a quanto illustrato in premessa e, in particolare, sia riguardo al monitoraggio dei lavori per la realizzazione della cittadella della polizia, con l'auspicio che avvenga in tempi brevi, sia ai gap della dotazione di organico che continuerà ad aumentare nonostante le assunzioni, nonché quali misure intenda promuovere per ovviare alla perdita di esperienza e professionalità legata al blocco di assunzioni nel passato, che ha prodotto una mancanza di continuità generazionale.

  Il Sottosegretario Carlo SIBILIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Simona SURIANO (M5S), replicando, si dichiara soddisfatta della risposta fornita, sia per quanto concerne l'impegno ad avviare il cantiere per la realizzazione del nuovo complesso polifunzionale nel 2021, il che consentirà di superare l'attuale situazione che vede le forze dell'ordine costrette ad operare in strutture fatiscenti, sia per quanto riguarda le assicurazioni relative all'incremento dell'organico.

5-03231 Marco Di Maio: Sulla carenza di personale presso il presidio di polizia stradale sito nel comune di Rocca San Casciano (FC).

  Marco DI MAIO (IV) rinuncia ad illustrare l'interrogazione in titolo.

  Il Sottosegretario Carlo SIBILIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Marco DI MAIO (IV), rileva come che il presidio di polizia stradale di Rocca San Casciano rivesta un'importanza strategica per il territorio, giudica necessario integrarne e accrescerne la dotazione di personale. Dopo aver ricordato che nella precedente legislatura si è evitata la chiusura di quel presidio e si è ottenuto il suo trasferimento presso una nuova sede nel medesimo comune, grazie anche a un locale messo a disposizione dall'amministrazione comunale, osserva che l'intervento in oggetto non appare oneroso e può essere realizzato concretamente.
  Nel rilevare come tale incremento di dotazione risulti necessario a fronte della complessità e vastità del territorio coinvolto, riguardando peraltro l'erogazione di servizi fondamentali per la collettività, auspica dunque si ponga rimedio alla carenza di personale riguardante il presidio richiamato, incrementando in generale gli organici a disposizione della polizia di Stato nella provincia di Forlì-Cesena.

5-03232 Tonelli: Sulla carenza di personale nelle questure dell'Emilia Romagna e sull'istituzione di un centro di permanenza per il rimpatrio in tale regione.

  Gianni TONELLI (LEGA) illustra l'interrogazione in titolo, rilevando come, secondo gli ultimi dati del Ministero dell'interno, l'Emilia-Romagna, dopo la Lombardia, è la regione italiana che ha il più alto numero di immigrati presenti nelle diverse strutture di accoglienza dislocate sul proprio territorio e come, sebbene nella precedente legge di bilancio su iniziativa dell'allora Ministro dell'interno Salvini fossero stati stanziati 3 miliardi di euro per le forze dell'ordine e i Vigili del fuoco, di cui 2 miliardi proprio per l'assunzione straordinaria di oltre 8.000 operatori in tre anni, gli organici delle questure della regione, all'interno delle quali operano gli uffici immigrazione, risultano ancora oggi gravemente carenti rispetto alle reali esigenze del territorio.
  Sottolinea come ad aggravare la situazione vi sia anche la mancanza nella regione di un centro di permanenza per i rimpatri (CPR), in assenza del quale, come è notorio, in caso non si possa effettuare l'espulsione immediata o siano necessari accertamenti sull'identità non è possibile procedere al trattenimento e all'effettivo rimpatrio.
  Ricorda quindi come attualmente i CPR siano collocati in sole cinque regioni italiane, mentre quelli presenti in passato a Bologna e Modena, per ragioni meramente politiche, sono stati nel tempo chiusi ovvero riconvertiti in strutture di accoglienza.
  Evidenzia altresì come, per la mancanza di un CPR nella regione, le forze dell'ordine siano costrette a lunghissime e anche difficoltose trasferte per accompagnare gli immigrati irregolari in uno di questi centri, qualora sia disponibile un posto, dovendo procedere altrimenti al rilascio dell'irregolare con il solo «foglio di via».
  Ricorda che, proprio per ovviare a quanto evidenziato, il precedente Ministro dell'interno aveva chiuso l’hub in via Mattei a Bologna, per le disastrose condizioni in cui versava, per riconvertirlo successivamente in CPR, che recentemente invece si è appreso che l’hub in via Mattei verrà riaperto nuovamente e che è previsto a breve l'arrivo di altri 200 immigrati in città. In tale contesto l'interrogazione chiede, quindi, al Governo quali iniziative intenda adottare nell'immediato per potenziare le dotazioni organiche delle questure in Emilia-Romagna, al fine di consentire maggiore efficacia all'azione di polizia degli uffici immigrazione, e per dotare anche questa regione di un CPR, al fine di procedere agli accompagnamenti presso queste strutture in tempi ragionevoli e più economici e garantire reale efficacia alle espulsioni nella regione medesima.

  Il Sottosegretario Carlo SIBILIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Gianni TONELLI (LEGA), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta. In primo luogo, rileva come l'intenzione del Governo sia quella di riaprire l’hub e non, come richiesto dagli interroganti, di trasformarlo in centro di permanenza per i rimpatri (CPR). Ribadisce in merito come tali centri in Emilia-Romagna siano stati chiusi per ragioni meramente politiche e sottolinea la situazione di grave allarme sociale e di insicurezza per la cittadinanza, derivante dalla presenza a Bologna di numerosi stranieri irregolari dediti allo spaccio di stupefacenti e a reati predatori. Rileva quindi come la risposta fornita sia altresì insoddisfacente per quanto concerne il potenziamento dell'organico delle forze dell'ordine, sottolineando come sarebbero necessari nella regione almeno 2.000 ulteriori operatori di polizia.
  Ribadisce conclusivamente l'invito al Governo a valutare la ricostituzione dei CPR al fine di garantire legalità e sicurezza.

5-03233 Prisco: Sulla provenienza dei migranti che saranno prossimamente accolti nell’hub di accoglienza sito in via Mattei a Bologna.

  Galeazzo BIGNAMI (FDI) illustra l'interrogazione in titolo, di cui è cofirmatario, facendo notare che nei giorni scorsi la prefettura di Bologna ha annunciato l'imminente ingresso, nell’hub di accoglienza di via Mattei sito in Bologna, di circa 200 migranti. Osserva che dalle notizie di stampa non risultano sbarchi significativi tali da giustificare un così rilevante afflusso nella struttura emiliano-romagnola. Risulta infatti all'interrogante, da segnalazioni pervenute da cittadini, che sia avvenuto il recente ingresso nella struttura di accoglienza bolognese di diversi pullman che si ritiene abbiano trasferito nella struttura regionale diverse decine di immigrati.
  In tale contesto l'interrogazione chiede al Governo se i migranti cui si fa riferimento provengano direttamente da centri di accoglienza a seguito di sbarco o se siano oggetto di respingimento secondario da parte di altri Paesi dell'Unione europea verso il territorio italiano.

  Il Sottosegretario Carlo SIBILIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Galeazzo BIGNAMI (FDI), replicando, prende atto della risposta fornita dal rappresentante del Governo, facendo notare che sarà sua cura verificare la correttezza dei dati testé comunicati, che appaiono tuttavia contrastanti con quelli segnalati dai cittadini residenti nelle aree interessate.

5-03234 Ceccanti: Sui tempi di erogazione dell'elargizione prevista a favore delle vittime di mafia, estorsione e usura.

  Antonio VISCOMI (PD) illustra l'interrogazione in titolo, di cui è cofirmatario, rilevando che la legislazione sulla lotta al fenomeno del racket e dell'usura si basa sul fondamentale principio di offrire un incentivo alla denuncia da parte delle vittime, attraverso la garanzia della protezione dello Stato a chi collabora con le istituzioni nella lotta alla criminalità organizzata, mettendo spesso a rischio la propria incolumità personale, quella della propria famiglia e il proprio patrimonio.
  Osserva al riguardo come l'articolo 3 della legge n. 44 del 1999 preveda la concessione di un'elargizione agli esercenti un'attività imprenditoriale che subiscono un evento lesivo in conseguenza di delitti commessi allo scopo di costringerli ad aderire a richieste estorsive, o per ritorsione alla mancata adesione a tali richieste, ovvero in conseguenza di situazioni di intimidazione anche ambientale.
  Rileva quindi che sulla base dell'ultimo controllo della Corte dei Conti relativo alla gestione del fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell'usura (2013-2017) risulta che, per quanto concerne i procedimenti per l'accesso al Fondo delle vittime di estorsione e di usura istituito presso il Ministero dell'interno, la durata media (durata che secondo la legge non dovrebbe superare i 90 giorni complessivi, di cui 60 per l'istruttoria delle prefetture e di 30 giorni per la deliberazione del Comitato) è di 677 giorni (con picchi fino ad oltre 2000 giorni).
  Evidenzia inoltre come la durata media dei procedimenti riguardanti le vittime della mafia oscilli invece tra 112 giorni e 280 giorni, ben oltre il termine stabilito dall'articolo 6 della legge n. 512 del 1999, secondo il quale la corresponsione delle somme richieste ai sensi dell'articolo 5 è disposta con deliberazione del Comitato istituito presso il Ministero dell'interno nel termine di 60 giorni dalla presentazione della domanda.
  Ritiene quindi fondamentale, per un'efficace ed effettiva applicazione della normativa di riferimento, individuare soluzioni che consentano di velocizzare i tempi del procedimento, al fine di garantire una pronta e tempestiva risposta dello Stato sul piano amministrativo-patrimoniale a presidio di categorie di soggetti particolarmente vulnerabili, realizzando concretamente un efficace livello anticipato di tutela.
  Ritenendo auspicabili tutti i miglioramenti organizzativi che riducano la durata di tali provvedimenti, l'interrogazione chiede al Governo quali siano ad oggi i tempi medi di erogazione dell'elargizione a favore delle vittime di mafia, di estorsione e usura e quali urgenti iniziative di carattere organizzativo, ed eventualmente di carattere normativo, intenda adottare per ridurre la durata effettiva dei procedimenti amministrativi e assicurare il loro adeguamento ai tempi di legge.
  Il Sottosegretario
Carlo SIBILIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Antonio VISCOMI (PD), replicando, nel valutare con favore il miglioramento dei tempi necessari per la conclusione del procedimento amministrativo in questione, ritiene comunque necessario prendere atto di una certa farraginosità procedurale, determinata da una forte stratificazione normativa consolidatasi negli anni, rispetto alla quale giudica necessario individuare dei rimedi.
  In tale contesto, auspica che quantomeno la gestione informatizzata delle richieste e del rapporto con l'amministrazione, a cui ha fatto riferimento il rappresentante del Governo, possa migliorare la situazione, producendo risultati positivi

5-03235 Sisto: In merito all'annunciata chiusura del Commissariato di polizia sito nel quartiere San Paolo di Bari e sulle iniziative per far fronte alle carenze di organico delle forze dell'ordine in tale territorio.

  Elvira SAVINO (FI) illustra l'interrogazione in titolo, di cui è cofirmataria, rilevando come sembrerebbe imminente la chiusura del commissariato di polizia del quartiere San Paolo di Bari e come la richiesta di chiusura sia stata inoltrata dall'ex questore di Bari, Carmine Esposito, al Capo della Polizia, Franco Gabrielli, alla luce dell'insostenibile carenza di organico del medesimo commissariato in un quartiere ad altissimo rischio criminalità come il San Paolo. Sottolinea infatti come il commissariato disporrebbe soltanto di circa venti agenti, che devono, oltretutto, farsi carico anche della sicurezza dell'ospedale San Paolo, dove è impegnato un solo agente per sei ore al giorno.
  Evidenzia in merito come, secondo quanto annunciato dal Prefetto Gabrielli nel febbraio 2019, alla luce dell'imminente chiusura del commissariato menzionato dovrebbe essere istituito il commissariato a Putignano, dando così supporto alle stazioni dei carabinieri di tutto il sud est barese. Sottolinea come tale scelta non sembrerebbe essere quella idonea, poiché, oltre a chiudere un presidio fondamentale per la sicurezza dei cittadini, sembrerebbe che per ragioni contrattuali gli agenti in servizio al San Paolo non potranno essere trasferiti nella città di Putignano.
  Rileva quindi come il presidio menzionato si renda indispensabile soprattutto perché il quartiere San Paolo, con la zona Cecilia e Modugno, assume le dimensioni di una città di provincia che necessita di un maggiore controllo da parte delle forze dell'ordine.
  In tale contesto l'interrogazione chiede quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di fare fronte alla carenza di organico delle forze dell'ordine nel commissariato San Paolo di Bari, al fine di garantire un presidio fondamentale sul territorio barese per il contrasto dei fenomeni criminali e per garantire la sicurezza ai cittadini.

  Il Sottosegretario Carlo SIBILIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).

  Elvira SAVINO (FI), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta, ritenendo incomprensibile il trasferimento del commissariato nel quartiere di Torre a Mare, che presenta caratteristiche del tutto diverse da quelle del quartiere San Paolo, in quanto quest'ultimo costituisce una zona ad alta densità criminale, nella quale la presenza dello Stato andrebbe rafforzata anziché indebolita.
  Osserva, infatti, come la previsione di un centro polifunzionale, nel quale a quanto si apprende non sarebbe neppure possibile presentare denunce, in luogo del commissariato ora esistente presso il quartiere San Paolo, costituirebbe una soluzione assolutamente insufficiente per le esigenze di tutela della legalità in tale territorio.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.35.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 4 dicembre 2019. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Matteo Mauri.

  La seduta comincia alle 14.35.

Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani fondamentali.
C. 1323 Scagliusi e C. 855 Quartapelle Procopio.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 20 novembre 2019.

  Anna MACINA (M5S), relatrice, chiede di rinviare l'esame dei provvedimenti ad un'altra seduta, al fine di completare il lavoro di predisposizione del testo unificato da sottoporre alla Commissione, nell'ambito del quale precisa che terrà conto anche delle proposte di modifica presentate dai gruppi.

  Emanuele PRISCO (FDI), alla luce dell'intenzione della relatrice di presentare un nuovo testo base, giudica opportuno che la presidenza valuti – successivamente all'adozione di tale testo – la fissazione di un nuovo termine per la presentazione delle proposte emendative da parte dei gruppi.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, fa presente che, una volta che sarà stato adottato il nuovo testo base predisposto dalla relatrice, sarà fissato un nuovo termine per la presentazione degli emendamenti, precisando che, in ogni caso, le modalità di prosecuzione dell’iter saranno definite nell'ambito dell'ufficio di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 4 dicembre 2019.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.40 alle 14.50.

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 4 dicembre 2019.

Audizione di rappresentanti dell'Associazione Avviso Pubblico, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 474 Nesci, C. 1512 Bruno Bossio e C. 1630 Santelli, recanti modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di scioglimento dei consigli degli enti locali conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14.50 alle 15.10.

I Commissione - mercoledì 4 dicembre 2019

ALLEGATO 1

5-03230 Macina: Sulla realizzazione della cittadella della Polizia di Catania e sulle carenze di organico presso le locali strutture di polizia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  premetto che i lavori in corso per la realizzazione del nuovo Complesso Polifunzionale della Polizia di Stato a Catania, in località Librino, sono stati finanziati grazie alla legge di bilancio per il 2017 (98 milioni di euro), che consentirà, unitamente ai fondi (30 milioni di euro) già impegnati con la delibera CIPE del 29 settembre 2004, n. 19, la realizzazione dell'intero complesso.
  Aggiungo, che già dal 2008 il Provveditorato alle Opere Pubbliche aveva acquisito la progettazione esecutiva del 1o lotto e del 2o lotto funzionale di completamento.
  Il progetto, negli anni successivi, ha subito numerose modifiche e nel 2013 il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha proceduto all'affidamento dell'esecuzione dei lavori relativi al primo stralcio dell'opera.
  Non è stato possibile, tuttavia, avviare i lavori a causa della mancata risoluzione di problemi successivamente emersi e connessi alla rimozione dei rifiuti rinvenuti nell'area.
  Da ultimo, il 3 agosto 2018, in considerazione della procedura di fallimento dell'impresa aggiudicataria, il citato Provveditorato ha approvato il decreto di risoluzione del relativo contratto di appalto integrato e, il 12 febbraio di quest'anno, ha sottoscritto la convenzione per la realizzazione dell'intero Complesso Polifunzionale.
  Nel frattempo sono state già avviate le attività per lo studio di caratterizzazione dell'area, per la quale si è resa necessaria una pulizia profonda, anche per la bonifica di ordigni bellici ivi presenti.
  In base al cronoprogramma di massima, la gara per la suddetta pulizia dovrebbe essere avviata nei primi mesi del prossimo anno e, sempre nel corso del prossimo anno, dovrebbe completarsi la fase di progettazione e messa a bando dei lavori.
  L'avvio dei cantieri dovrebbe perfezionarsi nei primi mesi del 2021.
  Relativamente al più generale problema del ripianamento degli organici della Polizia di Stato, si rappresenta, sinteticamente, che il meccanismo di recupero del turnover, come previsto dall'ordinamento vigente, prevede che la Polizia di Stato sia annualmente autorizzata ad assumere un numero di unità pari alle cessazioni intervenute nell'anno precedente.
  Peraltro il depauperamento dell'organico effettivo risulta mitigato dagli effetti delle leggi di bilancio per il 2018 e 2019, con le quali sono state finanziate assunzioni straordinarie che, per l'anno in corso, consentono l'immissione di allievi agenti ulteriori rispetto al personale andato in quiescenza.
  Al riguardo, informo che è in corso lo svolgimento della procedura per il reclutamento di 1.515 unità di allievi agenti di cui: 389 unità rappresentano la prima tranche delle assunzioni straordinarie relative all'anno 2019, mentre 200 unità sono relative al piano di assunzioni straordinarie disposte con legge di bilancio del 2018.

  Nel disegno di legge di bilancio per il 2020, inoltre, è stato predisposto un apposito intervento finalizzato all'assunzione straordinaria di complessive 2.500 unità delle Forze di polizia, di cui 814 nella Polizia di Stato, per il quinquennio 2021-2025.
  Sotto il profilo della formazione del personale, sottolineo che negli ultimi anni il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha assicurato tempestivamente l'attività di formazione dei vincitori di concorso al termine della conclusione delle relative procedure selettive, garantendo, altresì, il necessario «affiancamento» delle nuove risorse al personale già in servizio, dotato di specifiche professionalità.
  Nell'anno in corso la formazione specialistica e di aggiornamento qualificato del personale della Polizia di Stato già in servizio e le attività formative connesse al cosiddetto «riordino delle carriere», hanno interessato oltre 7.000 unità di personale, che potranno quindi trasmettere ai neo assunti l'esperienza e la peculiare cultura professionale maturata sul campo.

ALLEGATO 2

5-03231 Marco Di Maio: Sulla carenza di personale presso il presidio di polizia stradale sito nel comune di Rocca San Casciano (FC).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  mi pare opportuno premettere, sul punto posto dall'On. Di Maio, che allo stato, in considerazione dell'esigenza di pervenire ad una razionalizzazione sul territorio delle risorse disponibili, e al fine di garantire una più efficace attività di vigilanza stradale nei bacini viari con maggiori emergenze, il Ministero dell'interno ha allo studio un progetto per il potenziamento dei presidi di Polizia, con criteri che soddisfino sia l'attuale riparto di competenze tra gli stessi presidi di polizia stradale, che le necessità connesse al più efficace controllo dei flussi viari e dell'incidentalità.
  In tale ambito, il Distaccamento Polizia Stradale di Rocca San Casciano assicura l'attività di vigilanza stradale sulla Strada Statale n. 9 e sulla Strada Statale n. 67, con una media di 1,5 pattuglie al giorno (un giorno 2 e quello successivo 1) e con una dotazione effettiva di personale attualmente pari a 6 unità.
  Credo sia opportuno aggiungere che nel comune di Rocca San Casciano è presente una Stazione dell'Arma dei Carabinieri, alla quale sono attribuiti anche funzioni di Polizia Stradale, ai sensi dell'articolo 11 del Codice della Strada.
  Relativamente alla sede del citato Distaccamento, come ricordato dall'Onorevole Di Maio, confermo che il Prefetto di Forlì Cesena, anche al fine di realizzare una riduzione delle spese di accasermamento, si è attivato per individuare una sede alternativa, poi reperita grazie alla disponibilità dell'Amministrazione comunale di Rocco San Casciano.
  Il citato comune ha infatti concesso un immobile di sua proprietà mediante un contratto di comodato in uso gratuito la cui stipula è avvenuta il 10 maggio scorso.
  Quanto, più in generale, agli interventi di potenziamento previsti in particolare per la Polizia Stradale di Forlì-Cesena, informo che nel corso del 2019 è stato effettuato un incremento del personale appartenente ai ruoli dei sovrintendenti e degli assistenti ed agenti, pari a 4 unità ed è già programmato un ulteriore incremento di 3 unità entro il prossimo mese di aprile.
  Per quanto riguarda la provincia di Forlì-Cesena, evidenzio che attualmente la stessa può contare su un organico effettivo della Polizia di Stato pari a 539 unità, di cui 209 in servizio presso la Questura e 86 presso il Commissariato di Cesena. Nel corso del 2019 il predetto organico è stato incrementato di 7 unità cui si aggiungeranno le 13 previste entro il prossimo mese di aprile.

ALLEGATO 3

5-03232 Tonelli: Sulla carenza di personale nelle questure dell'Emilia Romagna e sull'istituzione di un centro di permanenza per il rimpatrio in tale regione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  relativamente alle questioni poste dagli Onorevoli interroganti appare opportuno premettere qualche notizia sul Centro per Immigrati dagli stessi richiamato.
  Detta struttura è ubicata a Bologna, in via Mattei, ed in passato era destinata a Centro per l'identificazione e l'espulsione (CIE). Negli ultimi anni, per far fronte agli ingenti flussi migratori che hanno interessato l'Italia, il Centro è stato riconvertito per l'accoglienza dei richiedenti asilo.
  Aggiungo, più in particolare, che presso la struttura in parola è stato assicurato il corretto svolgimento delle procedure volte all'avvio verso tutte le province della regione dei migranti assegnati all'Emilia Romagna, e ciò sulla base di piani di riparto concordati a livello regionale.
  Tale modello organizzativo ha permesso un'ottimale gestione delle destinazioni finali, tenendo conto delle effettive disponibilità di posti in ciascuna provincia.
  Il Centro Mattei, dopo un breve periodo di inattività, nel corso del quale sono stati effettuati lavori di manutenzione straordinaria, è stato riaperto il 6 novembre scorso, con una ricettività di duecento posti.
  Riguardo alle questioni poste, preciso che non sono stati recentemente disposti trasferimenti di richiedenti asilo in Emilia Romagna.
  Inoltre, come ha informato la Prefettura di Bologna, dal 6 novembre ad oggi i Centri di accoglienza straordinaria (CAS) attivi nella stessa provincia sono passati da 60 a 42, con una riduzione complessiva delle presenze (compreso il Centro Mattei) da 735 a 687 persone (dati al 2 dicembre).
  Per quel che concerne il punto riguardante la mancanza di un Centro per i rimpatri (CPR) nella regione Emilia Romagna, posso assicurare che, dopo un'accurata valutazione, è stato ritenuto opportuno ripristinare le funzioni dell'ex CIE di Modena.
  A tal fine proseguono le trattative per concordare con la Proprietà e con l'Agenzia del Demanio, le condizioni di acquisizione in locazione della struttura.
  Vengo ora alle iniziative per potenziare le dotazioni organiche delle Questure in Emilia Romagna.
  Al riguardo posso assicurare che, proprio al fine di supportare l'attività delle Questure, sono già stati disposti e programmati incrementi del personale appartenente ai diversi ruoli della Polizia di Stato. In particolare, entro la fine del corrente mese saranno assegnate alle Questure della regione 39 unità tra assistenti e agenti, mentre nel corso del prossimo anno saranno assegnate ulteriori 111 unità.
  Per quanto concerne il personale appartenente alla carriera e ai ruoli della polizia di Stato, che svolge attività tecnico-scientifica o tecnica, l'esigenza di un incremento sarà tenuta in evidenza al fine di poterla valutare in occasione delle prossime immissioni in servizio, che potrebbero concretizzarsi entro il 2020.

ALLEGATO 4

5-03233 Prisco: Sulla provenienza dei migranti che saranno prossimamente accolti nell’hub di accoglienza sito in via Mattei a Bologna.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  relativamente alle questioni poste dagli Onorevoli interroganti appare opportuno richiamare sinteticamente quanto appena riferito in risposta all'interrogazione dell'Onorevole Tonelli (e altri) 5-03232 riguardo al Centro per immigrati di Bologna.
  Detta struttura già destinata a Centro per l'identificazione e l'espulsione (CIE), è stata successivamente riconvertita per l'accoglienza dei richiedenti asilo per far fronte agli ingenti flussi migratori nel tempo verificatisi.
  La struttura in parola ha permesso il corretto svolgimento delle procedure per l'avvio verso tutte le province della regione dei migranti assegnati all'Emilia Romagna, con un'ottimale gestione delle destinazioni finali e tenendo conto delle effettive disponibilità di posti.
  Ripeto che detto Centro, dopo un breve periodo di inattività, nel corso del quale sono stati effettuati lavori di manutenzione straordinaria, è stato riaperto il 6 novembre scorso, con una ricettività di duecento posti.
  Preciso che il trasferimento nel predetto centro dei cittadini stranieri richiedenti asilo, già ospitati nelle strutture di alcuni comuni dell'Appennino bolognese, è stato avviato a seguito della riorganizzazione del sistema di accoglienza nella città metropolitana di Bologna, in attuazione del decreto del Ministro dell'interno del 20 novembre 2018, e che, pertanto, non si tratta di persone provenienti da sbarchi, né di cosiddetta provenienza secondaria, ma da tempo presenti sul territorio provinciale.
  La nuova struttura è destinata, per i posti disponibili, al trasferimento di migranti già presenti in strutture di accoglienza della regione prossime alla chiusura per la scadenza delle precedenti convenzioni o che non hanno partecipato ai nuovi bandi di gara.
  Aggiungo infine che il Centro di Via Mattei, ospita, al momento (3 dicembre), 163 cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale.

ALLEGATO 5

5-03234 Ceccanti: Sui tempi di erogazione dell'elargizione prevista a favore delle vittime di mafia, estorsione e usura.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  con l'interrogazione all'ordine del giorno l'Onorevole Ceccanti, unitamente ad altri Deputati, chiede chiarimenti in merito a due specifiche questioni, riguardanti l'erogazione dei benefici previsti per le vittime dei reati di tipo mafioso e per le vittime di estorsione e di usura.
  Relativamente ai benefici riguardanti le vittime della mafia, l'articolo 6 della legge 22 dicembre 1999, n. 512 prevede effettivamente che la corresponsione delle somme sia disposta entro 60 giorni dalla presentazione della domanda.
  Al riguardo, ritengo opportuno precisare come il predetto termine di 60 giorni sia stato fissato dal legislatore prima delle modifiche apportate alla disciplina di settore da tre provvedimenti normativi, che ne hanno aggravato l’iter procedimentale: il decreto-legge 2 ottobre 2008, n. 151, la legge 7 luglio 2016, n. 122 e la legge 17 ottobre 2017, n. 161.
  Il primo provvedimento ha esteso nei confronti della vittima del reato l'accertamento del possesso dei requisiti previsti dalla normativa, mentre la legge n. 122 del 2016, per altro verso, ha introdotto la procedura di verifica dell'estraneità ad ambienti delinquenziali, sia per la vittima che per l'istante.
  Tale verifica, svolta dalle Forze di polizia, non si esaurisce in una mera visura del casellario giudiziale o nella verifica di rapporti di parentela con soggetti gravati da pregiudizi penali e di polizia, richiedendo, infatti, uno scrupoloso accertamento, in concreto, dell'assenza di contiguità ad ambiti criminali.
  Aggiungo che l'attuazione della nuova procedura ha consentito di poter motivare il respingimento di diverse domande, con notevole risparmio per il Fondo appositamente istituito.
  Con la legge n. 161 del 2017, infine, è stato introdotto, per agli enti costituitisi parte civile nei processi, un altro requisito: l'affidabilità e la capacità operativa in favore delle vittime di mafia, desumibile dall'atto costitutivo, dalla partecipazione ad almeno un giudizio penale nell'ultimo biennio e dall'effettiva attività svolta per la diffusione della cultura della legalità.
  In considerazione di quanto sin qui evidenziato, il Commissario preposto alla gestione del Fondo ha riferito che la durata media dei procedimenti relativi alle elargizioni per le vittime della mafia è, attualmente, di circa 100 giorni, fermo restando che lo stesso Commissario adotta ogni iniziativa utile per abbreviare i termini del procedimento.
  Nel passare ora alle criticità evidenziate per il procedimento relativo all'elargizione dei benefici per le vittime di racket ed usura, sottolineo che, proprio con la finalità di «velocizzare» tutti gli adempimenti istruttori, il Commissario alle stesse preposto, sin dal 2016, ha avviato un programma di dematerializzazione dei fascicoli, con la relativa «costruzione» di una rete telematica con tutte le Prefetture.
  Con le stesse finalità è stato attivato anche un apposito «portale Internet» per la predisposizione « on line» delle richieste di accesso al Fondo e per la gestione informatizzata del rapporto con l'Amministrazione.

  Ancora, sempre al fine di velocizzare le attività istruttorie e deliberative, anche il Comitato di solidarietà ha intensificato le proprie sedute.
  Le iniziative appena illustrate, unitamente agli interventi di ulteriore consolidamento della cosiddetta «piattaforma SANA», impiegata per la gestione informatizzata delle richieste di accesso al fondo, hanno permesso, secondo quanto riferito dal predetto Commissario, di ridurre i tempi di definizione delle istanze a circa 210 giorni, in media. In tale contesto desidero puntualizzare che sulla tempistica possono influire:
   la presentazione di nuove istanze o osservazioni;
   successive pronunce giurisdizionali di riconoscimento di eventuali danni biologici;
   eventuali contestazioni alla quantificazione di benefici economici già riconosciuti.

  Si soggiunge, infine, che la Struttura commissariale, proprio per pervenire all'ulteriore contrazione dei tempi, ha in corso un'iniziativa, da realizzare con i Fondi europei del programma operativo nazionale per la legalità 2014-2020, per la l'implementazione del processo informatico delle procedure di accesso al fondo.

ALLEGATO 6

5-03235 Sisto: In merito all'annunciata chiusura del Commissariato di polizia sito nel quartiere San Paolo di Bari e sulle iniziative per far fronte alle carenze di organico delle forze dell'ordine in tale territorio.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  gli Onorevoli Sisto e Savino richiamano l'attenzione del Governo sulla questione della sicurezza e dell'ordine pubblico nella città di Bari, manifestando preoccupazione, in particolare, per la notizia dell'imminente chiusura del Commissariato della Polizia di Stato del quartiere San Paolo.
  Al riguardo, ricordo preliminarmente che con la direttiva del Ministro dell'interno del 15 agosto 2017 sono state fornite indicazioni per procedere alla razionalizzazione dei presidi di Polizia nelle Città Metropolitane.
  L'obiettivo continua ad essere quello di elevare il livello di sicurezza della collettività, anche attraverso l'ottimizzazione delle risorse disponibili, procedendo al riequilibrio e al potenziamento delle attività operative delle Forze di Polizia, tenuto conto della peculiarità di ciascuna realtà territoriale.
  Per quanto riguarda la città metropolitana di Bari, il «Progetto di rimodulazione presidiaria delle Forze di Polizia nelle 14 città metropolitane» ha tenuto conto delle proposte della locale Autorità di pubblica sicurezza e delle valutazioni del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, circa il trasferimento del Commissariato sezionale di Pubblica Sicurezza «San Paolo» nel quartiere di Torre a Mare e l'istituzione di un nuovo presidio della stessa polizia di Stato nel comune di Putignano.
  Nello specifico, il quartiere San Paolo di Bari è molto popoloso e distante dal capoluogo alcuni chilometri ed è costantemente all'attenzione delle Forze dell'Ordine, in ragione della presenza di attività criminose.
  Proprio al fine di garantire una presenza capillare delle Forze di polizia su quel territorio, sono stati infatti istituiti, nel corso del tempo, numerosi presidi tra cui, sottolineo la realizzazione della Cittadella della Polizia, all'interno della quale sono presenti il Centro Polifunzionale e diverse Specialità della Polizia di Stato, il Commissariato di Polizia San Paolo, unitamente al Comando Compagnia ed al Comando Stazione dei Carabinieri e alla Legione Allievi della Guardia di Finanza.
  Per quanto attiene, quindi, ai timori conseguenti alla chiusura di un ufficio di polizia nel quartiere San Paolo, ritengo di poter rassicurare che lo spostamento in questione non inciderà sulla presenza delle Forze di polizia nella stessa zona, attesa, come già riferito, la sua attuale ubicazione all'interno del citato Centro Polifunzionale, che continuerà ad essere pienamente operativo con l'attività dei reparti ivi allocati (solo per la Polizia di Stato: la Polizia Stradale, il Reparto Prevenzione Crimine, la Polizia di Frontiera, il IX Reparto Mobile, il Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica).
  Per contro, proprio in un contesto di ottimale distribuzione delle risorse da impiegare per la prevenzione ed il contrasto del crimine, va evidenziato che il quartiere di Torre a Mare, che si trova sulla fascia costiera all'estrema periferia sud est del Capoluogo, attualmente conta la presenza di un solo presidio fisso della Polizia Locale, pur essendo caratterizzato da un
intensa «movida» alimentata dalla presenza di numerosi locali di intrattenimento.
  A ciò si aggiunge la circostanza che il succitato quartiere, soprattutto durante la stagione estiva, registra un notevole incremento di residenti e di turisti.
  Preciso che l'istituendo Commissariato di Bari Torre a Mare avrà competenza su un'area di circa 19 chilometri quadrati, con 36.200 abitanti e che comprende i quartieri San Giorgio e Japigia, quest'ultimo, peraltro, caratterizzato da un'alta densità criminale e teatro, nel recente passato, di episodi di accesa conflittualità tra i clan criminali, culminati, anche, in efferati fatti di sangue.
  Concludo informando che, per supportare l'attività della Questura di Bari, sono già stati disposti e programmati incrementi del personale appartenente ai diversi ruoli della Polizia di Stato. In particolare, entro la fine del corrente mese saranno assegnate 14 unità, tra assistenti e agenti, mentre ulteriori 27 ne saranno assegnate nel corso del prossimo anno.