Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Comm. bicam. Vigilanza RAI

Comm. bicam. Vigilanza RAI

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
SOMMARIO
Martedì 26 novembre 2019

Sulla pubblicità dei lavori ... 75

ATTIVITÀ DI INDIRIZZO E VIGILANZA:

Disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alla campagna per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e per il rinnovo del Consiglio regionale delle regioni Calabria e Emilia Romagna indette per il giorno 26 gennaio 2020 (Esame e approvazione) ... 75

ALLEGATO 1 (Testo approvato dalla Commissione nella seduta del 26 novembre 2019) ... 77

Comunicazioni del Presidente ... 76

PROCEDURE INFORMATIVE:

Audizione dell'Amministratore delegato della RAI (Svolgimento) ... 76

Sulla pubblicazione dei quesiti ... 76

ALLEGATO 2 (Quesiti per i quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (dal n. 139/765 al n. 145/774, il n. 148/781 e dal n. 150/791 al n. 152/795) ... 86

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - Resoconto di martedì 26 novembre 2019

  Martedì 26 novembre 2019. – Presidenza del presidente Alberto BARACHINI. – Interviene per la RAI l'amministratore delegato, dottor Fabrizio Salini, accompagnato dal direttore e dal vice direttore delle relazioni istituzionali, dottor Stefano Luppi e dottor Lorenzo Ottolenghi, dal direttore della comunicazione, dottor Marcello Giannotti e dal direttore dello Staff dell'amministratore delegato, dottor Roberto Ferrara.

  La seduta comincia alle 13.10.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  Il PRESIDENTE comunica che ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna, per quanto concerne l'audizione all'ordine del giorno, sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso, la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e, in differita, sul canale satellitare della Camera dei deputati.
  Avverte che con riferimento all'audizione odierna verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico.

ATTIVITÀ DI INDIRIZZO E VIGILANZA

Disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alla campagna per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e per il rinnovo del Consiglio regionale delle regioni Calabria e Emilia Romagna indette per il giorno 26 gennaio 2020.
(Esame e approvazione).

  Il PRESIDENTE comunica che è stato trasmesso ai componenti della Commissione uno schema di delibera per la disciplina in tema di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alle prossime elezioni che avranno luogo nelle regioni Calabria e Emilia Romagna.
  Il testo, la cui adozione si rende necessaria in ragione dell'avvio della campagna elettorale, è stato predisposto considerata la prassi pregressa della Commissione e i precedenti di deliberazioni riferite alla disciplina di analoghi periodi elettorali, nonché l'esperienza applicativa di tali disposizioni.
  Non essendovi osservazioni né richieste di intervento per dichiarazioni di voto, lo schema di delibera in titolo, previa verifica del numero legale, è posto ai voti e approvato all'unanimità.
  La Presidenza si intende autorizzata ad apportare le eventuali modifiche formali necessarie (vedi allegato 1).

Comunicazioni del Presidente.

  Il PRESIDENTE comunica che, a seguito della richiesta avanzata il 18 novembre scorso, è pervenuta nella giornata di ieri da parte dell'Amministratore delegato della RAI, una risposta concernente la questione della rappresentanza dei diversi orientamenti sindacali negli spazi di approfondimento televisivo della RAI.
  Tale nota, a disposizione di tutti i Commissari, è stata poi trasmessa nella giornata di ieri alla Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, che aveva sollevato la questione.

PROCEDURE INFORMATIVE

Audizione dell'Amministratore delegato della RAI.
(Svolgimento).

  Il PRESIDENTE saluta e ringrazia il l'amministratore delegato Salini per la disponibilità ad intervenire nella seduta odierna.
  Informa che l'audizione verterà in particolare sul tema del piano industriale della RAI 2019-2021, anche alla luce di quanto rilevato dalla Commissione nell'Atto di indirizzo approvato nella seduta del 7 novembre scorso.

  Intervengono per porre quesiti la senatrice Daniela GARNERO SANTANCHÈ (FdI), il deputato Federico FORNARO (LEU), il senatore Alberto AIROLA (M5S), il deputato Federico MOLLICONE (FdI), il senatore Maurizio GASPARRI (FI-BP), i deputati Giorgio MULÈ (FI) e Paolo TIRAMANI (Lega), la senatrice Riccardo RICCIARDI (M5S), le deputate Maria Laura PAXIA (M5S) e De Emilio GIORGI (M5S), i deputati Massimiliano CAPITANIO (Lega) e Antonello GIACOMELLI (PD), la senatrice Felicia GAUDIANO (M5S), il deputato Andrea RUGGIERI (FI), la deputata Francesca FLATI (M5S), il senatore Francesco VERDUCCI (PD), il deputato Michele ANZALDI (IV) e il senatore Primo DI NICOLA (M5S).

  Il dottor SALINI svolge quindi la replica.

  Il PRESIDENTE, dopo aver ringraziato il dottor Salini, dichiara chiusa la procedura informativa.

Sulla pubblicazione dei quesiti.

  Il PRESIDENTE comunica che sono pubblicati in allegato, ai sensi della risoluzione relativa all'esercizio della potestà di vigilanza della Commissione sulla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, approvata dalla Commissione il 18 marzo del 2015, i quesiti dal n. 139/765 al n. 145/774, il n. 148/781 e dal 150/791 al n. 152/795, per i quali è pervenuta risposta scritta alla presidenza della Commissione (vedi allegato 2).

  La seduta termina alle 15.05.

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - martedì 26 novembre 2019

ALLEGATO 1

Disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alla campagna per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e per il rinnovo del Consiglio regionale delle regioni Calabria e Emilia Romagna indette per il giorno 26 gennaio 2020 (Documento n. 9).

TESTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE NELLA SEDUTA DEL 26 NOVEMBRE 2019

  La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
   premesso che:
    con decreto del Presidente della Giunta regionale della Calabria n. 322 del 25 novembre 2019, pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria – serie generale n. 131 del 25 novembre 2019, sono stati convocati per il giorno 26 gennaio 2020 i comizi per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e per il rinnovo del Consiglio regionale della Regione Calabria;
   premesso che:
    con decreto del Presidente della Giunta regionale dell'Emilia Romagna n. del..., pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia Romagna – serie generale n. ... del ... , sono stati convocati per il giorno 26 gennaio 2020 i comizi per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e per il rinnovo del Consiglio regionale della Regione Emilia Romagna;
   visti:
    a) quanto alla potestà di rivolgere indirizzi generali alla RAI e di disciplinare direttamente le «tribune», gli articoli 1 e 4 della legge 14 aprile 1975, n. 103;
    b) quanto alla tutela del pluralismo, dell'imparzialità, dell'indipendenza, dell'obiettività e della apertura alle diverse forze politiche nel sistema radiotelevisivo, nonché alla tutela delle pari opportunità tra uomini e donne nelle trasmissioni televisive, l'articolo 3 del testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, approvato con il decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177; l'articolo 1 della legge 22 febbraio 2000, n. 28 e successive modifiche; l'articolo 1, comma 4, della vigente Convenzione tra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI, nonché gli Atti di indirizzo approvati dalla Commissione il 13 febbraio 1997, il 30 luglio 1997 e l'11 marzo 2003;
    c) quanto stabilito nel suo complesso dalla legge 22 febbraio 2000, n. 28, e successive modificazioni;
    d) la legge costituzionale 22 novembre 1999 n. 1 recante: «Disposizioni concernenti l'elezione diretta del Presidente della Giunta regionale e l'autonomia statutaria delle regioni»
    e) la legge 17 febbraio 1968, n. 108, recante «Norme per l'elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale»;
    f) la legge 23 febbraio 1995, n. 43, recante «Nuove norme per l'elezione dei Consigli delle Regioni a statuto ordinario»;
    g) la legge regionale della Calabria 7 febbraio 2005, n. 1, recante «Norme per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale», con le modifiche e le integrazioni di cui alle L.L.R.R. 6 febbraio 2010, n. 4, 12 febbraio
2010, n. 6, 28 maggio 2010, n. 12, 29 dicembre 2010, n. 34, 6 giugno 2014, n. 8 e 12 settembre 2014, n. 19;
    h) lo Statuto della Regione Calabria approvato con legge statutaria regionale n. 25 del 19 ottobre 2004 e successive modificazioni ed integrazioni;
    i) la legge regionale dell'Emilia Romagna 23 luglio 2014 n. 21 recante «Norme per l'elezione dell'Assemblea legislativa e del Presidente della Giunta regionale», con le modifiche apportate dalla L.R. 6 novembre 2019, n. 23;
    j) lo Statuto della Regione Emilia Romagna approvato con legge statutaria regionale n. 13 del 31 marzo 2005 e successive modificazioni ed integrazioni;
   vista la legge 23 novembre 2012, n. 215, recante «Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. Disposizioni in materia di pari opportunità nella composizione delle commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni»;
   vista la legge 2 luglio 2004, n. 165, recante «Disposizioni di attuazione dell'articolo 122, primo comma, della Costituzione»;
   vista la legge 20 luglio 2004, n. 215, recante «Norme in materia di risoluzione dei conflitti di interessi»;
   visto il testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali, approvato con il decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, pubblicato nel Supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 152 del 23 giugno 1960, alle cui disposizioni rinvia, in quanto applicabili, l'articolo 1, comma 6, della richiamata legge 17 febbraio 1968, n. 108;
   visto l'articolo 10, commi 1 e 2, lettera j), della legge 5 giugno 2003, n. 131, recante «Disposizioni per l'adeguamento dell'ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3»;
   considerata la propria prassi pregressa e i precedenti di proprie deliberazioni riferite alla disciplina di analoghi periodi elettorali, nonché l'esperienza applicativa di tali disposizioni;
   consultata l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni:

DISPONE

  nei confronti della RAI Radiotelevisione italiana, società concessionaria del servizio radiotelevisivo pubblico, come di seguito:

Articolo 1
(Ambito di applicazione e disposizioni comuni a tutte le trasmissioni)

  1. Le disposizioni della presente delibera, finalizzate a dare concreta attuazione ai princìpi del pluralismo, dell'imparzialità, dell'indipendenza, dell'obiettività e della completezza del sistema radiotelevisivo, nonché ai diritti riconosciuti ai soggetti politici dagli articoli 4 e 5 della legge 22 febbraio 2000, n. 28, si riferiscono alle consultazioni per le elezioni del Presidente della Giunta regionale e per il rinnovo del Consiglio regionale delle regioni Calabria e Emilia Romagna indette per il giorno 26 gennaio 2020, e si applicano nell'ambito territoriale interessato dalle consultazioni.
  2. Le disposizioni della presente delibera cessano di avere efficacia il giorno successivo alle votazioni relative alle consultazioni di cui al comma 1.
  3. Le trasmissioni RAI relative alle presenti consultazioni elettorali, che hanno luogo esclusivamente nelle sedi regionali, sono organizzate e programmate a cura della Testata giornalistica regionale.

Articolo 2
(Tipologia della programmazione RAI in periodo elettorale)

  1. Nel periodo di vigenza della presente delibera, la programmazione radiotelevisiva regionale della RAI per le consultazioni elettorali nelle regioni interessate ha luogo esclusivamente nelle forme e con le modalità indicate di seguito:
   a) la comunicazione politica, di cui all'articolo 4, comma 1, della legge 22 febbraio 2000, n. 28, può effettuarsi mediante forme di contraddittorio, interviste e ogni altra forma che consenta il raffronto in condizioni di parità tra i soggetti politici aventi diritto ai sensi dell'articolo 3. Essa si realizza mediante le tribune di cui all'articolo 6 disposte dalla Commissione e le eventuali ulteriori trasmissioni televisive e radiofoniche autonomamente disposte dalla RAI, di cui all'articolo 3. Le trasmissioni possono prevedere anche la partecipazione di giornalisti e giornaliste che rivolgono domande ai partecipanti;
   b) i messaggi politici autogestiti, di cui all'articolo 4, comma 3, della legge 22 febbraio 2000, n. 28, sono realizzati con le modalità previste all'articolo 7;
   c) l'informazione è assicurata, secondo i princìpi di cui all'articolo 5 della legge 22 febbraio 2000, n. 28, e con le modalità previste dal successivo articolo 4 della presente delibera, mediante i telegiornali, i giornali radio, i notiziari, i relativi approfondimenti e ogni altro programma di contenuto informativo a rilevante caratterizzazione giornalistica, correlati ai temi dell'attualità e della cronaca, purché la loro responsabilità sia ricondotta a quella di specifiche testate giornalistiche registrate ai sensi dell'articolo 32-quinquies, comma 1, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), come modificato dal decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 44;
   d) in tutte le altre trasmissioni della programmazione regionale RAI nelle regioni interessate dalle consultazioni elettorali non è ammessa, ad alcun titolo, la presenza di candidati o di esponenti politici, e non possono essere trattati temi di evidente rilevanza politica ed elettorale, né che riguardino vicende o fatti personali di personaggi politici.

  2. Al fine di contrastare la sottorappresentazione delle donne in politica e di garantire, ai sensi dell'articolo 1, comma 2-bis, della legge 22 febbraio 2000, n. 28, il rispetto dei princìpi di cui all'articolo 51, primo comma, della Costituzione, nelle trasmissioni di cui alle lettere a), b) e c) del comma 1 è sempre assicurata la più ampia ed equilibrata presenza di entrambi i sessi. La Commissione vigila sulla corretta applicazione del principio delle pari opportunità di genere in tutte le trasmissioni indicate nella presente delibera, ivi comprese le schede radiofoniche e televisive di cui all'articolo 5 della presente delibera.

Articolo 3
(Trasmissioni di comunicazione politica a diffusione regionale autonomamente disposte dalla RAI)

  1. Nel periodo di vigenza della presente delibera la RAI programma nelle regioni Calabria e Emilia Romagna trasmissioni di comunicazione politica.
  2. Nel periodo compreso tra la data di convocazione dei comizi elettorali e quella del termine di presentazione delle candidature, nelle trasmissioni di cui al presente articolo è garantito l'accesso alle forze politiche che costituiscono un autonomo gruppo o una componente del gruppo misto nel Consiglio regionale da rinnovare.
  3. Nelle trasmissioni di cui al comma 2 del presente articolo, il tempo disponibile deve essere ripartito in proporzione alla consistenza dei rispettivi gruppi nel Consiglio regionale.
  4. Nel periodo compreso tra lo spirare del termine per la presentazione delle
candidature e la mezzanotte del secondo giorno precedente la data delle elezioni, nelle trasmissioni di comunicazione politica di cui al presente articolo è garantito l'accesso:
   a) ai candidati alla carica di Presidente della Regione;
   b) alle forze politiche che presentano liste di candidati per l'elezione del Consiglio regionale.

  5. Nelle trasmissioni di cui al comma 4 il tempo disponibile è ripartito con criterio paritario tra tutti i soggetti concorrenti.
  6. In relazione al numero dei partecipanti e agli spazi disponibili, il principio delle pari opportunità tra gli aventi diritto, anche con riferimento all'equilibrata presenza di genere ai sensi dell'articolo 1, comma 2-bis, della legge 22 febbraio 2000, n. 28, può essere realizzato, oltre che nell'ambito della medesima trasmissione, anche nell'ambito di un ciclo di più trasmissioni, purché ciascuna di queste abbia analoghe opportunità di ascolto. In ogni caso, la ripartizione degli spazi nelle trasmissioni di comunicazione politica nei confronti degli aventi diritto deve essere effettuata su base settimanale, garantendo l'applicazione dei principi di equità e di parità di trattamento, e procedendo comunque entro la settimana successiva a operare in modo effettivo le compensazioni che dovessero rendersi necessarie.
  7. Le trasmissioni di cui al presente articolo sono sospese dalla mezzanotte del secondo giorno precedente la data delle elezioni.
  8. La responsabilità delle trasmissioni di cui al presente articolo deve essere ricondotta a quella di specifiche testate giornalistiche registrate come definite dall'articolo 2, comma 1, lettera c).

Articolo 4
(Informazione)

  1. Sono programmi di informazione i telegiornali, i giornali radio, i notiziari e ogni altro programma di contenuto informativo, a rilevante presentazione giornalistica, caratterizzato dalla correlazione ai temi dell'attualità e della cronaca.
  2. Nel periodo di vigenza della presente delibera, i notiziari diffusi dalla RAI e tutti gli altri programmi a contenuto informativo debbono garantire la presenza paritaria, coerentemente con quanto previsto dall'articolo 5 della legge n. 28 del 2000, dei soggetti politici di cui all'articolo 3 della presente delibera, uniformandosi con particolare rigore ai criteri di tutela del pluralismo, della completezza, della imparzialità, della obiettività, dell'equilibrata rappresentanza di genere e di parità di trattamento tra le diverse forze politiche, evitando di determinare, anche indirettamente, situazioni di vantaggio o svantaggio per determinate forze politiche. I direttori responsabili dei notiziari sono tenuti ad acquisire settimanalmente i dati del monitoraggio del pluralismo relativi alla testata diretta dall'istituto cui fa riferimento l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
  3. In particolare, i direttori responsabili dei programmi di cui al presente articolo, nonché i loro conduttori e registi, osservano in maniera rigorosa ogni cautela volta a dare attuazione al precedente comma 2, considerando non solo le presenze e le posizioni di candidati, di esponenti politici o comunque di persone chiaramente riconducibili ai partiti e alle liste concorrenti per il ruolo che ricoprono o hanno ricoperto nelle istituzioni nell'ultimo anno, ma anche le posizioni di contenuto politico espresse da soggetti e persone non direttamente partecipanti alla competizione elettorale. Essi curano che l'organizzazione e lo svolgimento del programma, anche con riferimento ai contributi filmati, alla ricostruzione delle vicende narrate, alla composizione e al comportamento del pubblico in studio, risultino inequivocabilmente finalizzati ad assicurare il rispetto dei criteri di cui al comma 2. Essi curano inoltre che gli utenti non siano oggettivamente nella condizione di poter attribuire, in base alla conduzione del programma, specifici
orientamenti politici ai conduttori o alla testata, e che, nei notiziari propriamente detti, non si determini un uso ingiustificato di riprese con presenza diretta di membri del Governo, di esponenti politici o comunque di persone chiaramente riconducibili ai partiti e alle liste concorrenti per il ruolo che ricoprono o hanno ricoperto nelle istituzioni nell'ultimo anno. Infine, essi osservano comunque in maniera particolarmente rigorosa ogni cautela atta ad evitare che si determinino situazioni di vantaggio per determinate forze politiche o determinati competitori elettorali, prestando anche la massima attenzione alla scelta degli esponenti politici invitati e alle posizioni di contenuto politico espresse dagli altri ospiti; a tal fine, deve essere garantito il contraddittorio in condizioni di effettiva parità, in assenza del quale non possono essere trattati temi di chiara rilevanza politica ovvero che riguardino vicende o fatti personali di personaggi politici.
  4. Per quanto riguarda i programmi di informazione di cui al presente articolo, i rappresentanti delle istituzioni partecipano secondo le regole stabilite dalla legge n. 28 del 2000 per tutti i candidati e gli esponenti politici, salvo nei casi in cui intervengano su materie inerenti all'esclusivo esercizio delle funzioni istituzionali svolte.
  5. Nel periodo disciplinato dalla presente delibera i programmi di approfondimento informativo, qualora in essi assuma carattere rilevante l'esposizione di opinioni e valutazioni politico-elettorali, sono tenuti a garantire la più ampia ed equilibrata presenza e possibilità di espressione ai diversi soggetti politici.
  6. In tutte le trasmissioni radiotelevisive diverse da quelle di comunicazione politica, dai messaggi politici autogestiti e dai programmi di informazione ricondotti sotto la responsabilità di specifiche testate giornalistiche, non è ammessa, ad alcun titolo, la presenza di candidati o di esponenti politici o di persone chiaramente riconducibili a soggetti politici, a partiti e alle liste concorrenti e non possono essere trattati temi di evidente rilevanza politica ed elettorale, né che riguardino vicende o fatti personali di personaggi politici.
  7. Il rispetto delle condizioni di cui ai commi precedenti e il ripristino di eventuali squilibri accertati è assicurato d'ufficio dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, anche su segnalazione della parte interessata e/o della Commissione secondo quanto previsto dalle norme vigenti.

Articolo 5
(Illustrazione sulle modalità di voto e presentazione liste)

  1. Nelle regioni interessate dalle consultazioni elettorali, nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore della presente delibera e quella del termine di presentazione delle candidature, la RAI predispone e trasmette una scheda televisiva e radiofonica, da pubblicare anche sul proprio sito web, nonché una o più pagine televideo, che illustrano gli adempimenti per la presentazione delle candidature e le modalità e gli spazi adibiti per la sottoscrizione delle liste.
  2. Nelle regioni interessate dalle consultazioni elettorali, nel periodo compreso tra la scadenza del termine per la presentazione delle candidature e la mezzanotte del secondo giorno precedente la data delle elezioni, la RAI predispone e trasmette schede televisive e radiofoniche che illustrano le principali caratteristiche delle consultazioni in oggetto, con particolare riferimento ai sistemi elettorali e alle modalità di espressione del voto.
  3. Nell'ambito delle schede informative di cui al comma 2 sono altresì illustrate le speciali modalità di voto previste per gli elettori affetti da disabilità, con particolare riferimento a quelle previste per i malati intrasportabili.
  4. Le schede o i programmi di cui al presente articolo sono trasmessi anche immediatamente prima o dopo i principali notiziari e tribune, prevedendo la traduzione
simultanea nella lingua dei segni che le renda fruibili alle persone non udenti.
  5. Le schede di cui al presente articolo sono messe a disposizione on line per la trasmissione gratuita da parte delle emittenti televisive e radiofoniche nazionali e locali disponibili, oltre a essere caricate on line sui principali siti di video sharing gratuiti.

Articolo 6
(Tribune elettorali)

  1. La RAI organizza e trasmette nelle regioni interessate dalle consultazioni elettorali, in fasce orarie di ottimo ascolto, preferibilmente prima o dopo i principali telegiornali e notiziari radiofonici, comunque evitando la coincidenza con altri programmi a contenuto informativo, tribune politico-elettorali, televisive e radiofoniche, ciascuna di durata non superiore ai quarantacinque minuti, organizzate con la formula del confronto tra un numero di partecipanti compreso fra tre e sei, e di norma, se possibile, fra quattro partecipanti, curando comunque di assicurare un rapporto equilibrato fra i rappresentanti di lista e raccomandando l'attenzione all'equilibrio di genere tra le presenze.
  2. Alle tribune trasmesse anteriormente alla scadenza del termine per la presentazione delle candidature, prende parte un rappresentante per ciascuno dei soggetti politici individuati all'articolo 3, comma 2, secondo quanto stabilito dall'articolo 3, comma 3.
  3. Alle tribune trasmesse nel periodo compreso tra la scadenza del termine per la presentazione delle candidature e la mezzanotte del secondo giorno precedente la data delle elezioni, prende parte un rappresentante per ciascuno dei soggetti politici individuati all'articolo 3, comma 4, secondo quanto stabilito dall'articolo 3, comma 5.
  4. Alle trasmissioni di cui al presente articolo si applicano inoltre le disposizioni di cui all'articolo 3, comma 6.
  5. La ripartizione degli aventi diritto nelle trasmissioni di cui al presente articolo ha luogo mediante sorteggio a cui possono assistere i rappresentanti designati dei soggetti aventi diritto, e per il quale la RAI può proporre criteri di ponderazione. Al sorteggio saranno estratte le sole liste ammesse. La RAI prevede appositi spazi da riservare alle liste non ammesse nel caso di eventuale accoglimento in via definitiva di ricorsi da esse presentati.
  6. L'organizzazione e la conduzione delle trasmissioni radiofoniche, nonché la loro collocazione in palinsesto, devono conformarsi quanto più possibile alle trasmissioni televisive, tenendo conto delle relative specificità dei due mezzi.
  7. Tutte le tribune sono trasmesse dalle sedi regionali della RAI di regola in diretta, salvo diverso accordo tra tutti i partecipanti. Se sono registrate, la registrazione è effettuata nelle 24 ore precedenti la messa in onda e avviene contestualmente per tutti i soggetti che prendono parte alla trasmissione. Qualora le tribune non siano riprese in diretta, il conduttore ha l'obbligo, all'inizio della trasmissione, di dichiarare che si tratta di una registrazione.
  8. L'eventuale rinuncia o assenza di un soggetto avente diritto a partecipare alle tribune non pregiudica la facoltà degli altri di intervenirvi, anche nella medesima trasmissione, ma non determina un accrescimento del tempo loro spettante. Nelle trasmissioni interessate è fatta menzione della rinuncia o assenza.
  9. La ripresa o la registrazione delle tribune da sedi diverse da quelle indicate nella presente delibera è possibile con il consenso di tutti gli aventi diritto e della RAI.
  10. Le ulteriori modalità di svolgimento delle tribune sono delegate alla direzione della testata competente, che riferisce alla Commissione tutte le volte che lo ritenga necessario o che ne viene fatta richiesta. Si applicano in proposito le disposizioni dell'articolo 13.

Articolo 7
(Messaggi autogestiti)

  1. Dalla data di presentazione delle candidature la RAI trasmette messaggi politici autogestiti di cui all'articolo 4, comma 3, della legge 22 febbraio 2000, n. 28, e all'articolo 2, comma 1, lettera b), del presente provvedimento.
  2. Gli spazi per i messaggi sono ripartiti tra i soggetti di cui all'articolo 3, comma 4.
  3. La RAI comunica all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e alla Commissione il numero giornaliero dei contenitori destinati ai messaggi autogestiti di cui al comma 1, nonché la loro collocazione nel palinsesto, in orari di ottimo ascolto. La comunicazione della RAI viene effettuata ed è valutata dalla Commissione con le modalità di cui all'articolo 13 del presente provvedimento.
  4. I soggetti politici di cui al comma 2 beneficiano degli spazi a seguito di loro specifica richiesta, che:
   a) è presentata alle sedi regionali della RAI interessate alle consultazioni elettorali entro i due giorni successivi allo scadere dell'ultimo termine per la presentazione delle candidature;
   b) è sottoscritta, se il messaggio cui è riferita è richiesto da una coalizione, dal candidato all'elezione a Presidente della Giunta regionale;
   c) indica la durata di ciascuno dei messaggi richiesti;
   d) specifica se e in quale misura il richiedente intende avvalersi delle strutture tecniche della RAI, ovvero fare ricorso a filmati e registrazioni realizzati in proprio, purché con tecniche e standard equivalenti a quelli abituali della RAI. I messaggi prodotti con il contributo tecnico della RAI potranno essere realizzati unicamente negli appositi studi televisivi e radiofonici predisposti dalla RAI nella sede regionale.

  5. Entro i due giorni successivi al termine di cui al comma 4, lettera a), la RAI provvede a ripartire le richieste pervenute nei contenitori mediante sorteggio, a cui possono assistere i rappresentanti designati dei soggetti aventi diritto. Al sorteggio saranno estratte le sole liste ammesse. La RAI prevede appositi spazi da riservare alle liste non ammesse nel caso di eventuale accoglimento in via definitiva di ricorsi da esse presentati.
  6. I messaggi di cui al presente articolo possono essere organizzati, su richiesta della forza politica interessata, con modalità che ne consentano la comprensione anche da parte dei non udenti.
  7. Per quanto non è espressamente previsto dal presente articolo si applicano le disposizioni di cui all'articolo 4 della legge 22 febbraio 2000, n. 28.

Articolo 8
(Conferenze stampa dei candidati a Presidente della Regione)

  1. Nel periodo compreso tra la scadenza del termine per la presentazione delle candidature e la mezzanotte del secondo giorno precedente la data delle elezioni, in aggiunta alle trasmissioni di cui agli articoli precedenti, la RAI trasmette, nelle ultime due settimane precedenti il voto, una serie di conferenze-stampa riservate ai candidati a Presidente della Regione Calabria e della Regione Emilia Romagna.
  2. Ciascuna conferenza-stampa ha durata non inferiore a quaranta minuti. A ciascuna di esse prende parte un numero uguale di giornalisti di testate regionali, entro il massimo di tre, individuati dalla RAI, eventualmente anche tra quelli non dipendenti dalle testate della RAI, sulla base del principio dell'equilibrata rappresentanza di genere.
  3. La conferenza-stampa, moderata da un giornalista della RAI, è organizzata e si svolge in modo tale da garantire il rispetto di principi di equilibrio, correttezza e parità di condizioni nei confronti dei soggetti intervistati. I giornalisti pongono domande della durata non superiore a 30 secondi.

  4. Le conferenze-stampa sono trasmesse in diretta.
  5. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui all'articolo 6, commi 6, 8 e 10.

Articolo 9
(Confronti tra candidati a Presidente della Regione)

  1. Nel periodo compreso tra la scadenza del termine per la presentazione delle candidature e la mezzanotte del secondo giorno precedente la data delle elezioni, in aggiunta alle trasmissioni di cui agli articoli precedenti, la RAI trasmette confronti tra i candidati in condizioni di parità di tempo, di parola e di trattamento, avendo cura di evitare la sovrapposizione oraria con altri programmi delle reti generaliste della RAI a contenuto specificamente informativo. Il confronto è moderato da un giornalista della RAI e possono fare domande anche giornalisti non appartenenti alla RAI, scelti tra differenti testate e in rappresentanza di diverse sensibilità politiche e sociali, a titolo non oneroso.
  2. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui all'articolo 6, commi 6, 8 e 10.

Articolo 10
(Programmi dell'Accesso)

  1. La programmazione dell'Accesso regionale nelle regioni interessate dalle consultazioni elettorali è sospesa dalla data di entrata in vigore della presente delibera fino al termine della sua efficacia.

Articolo 11
(Trasmissione televideo per i non udenti)

  1. Nel periodo successivo alla presentazione delle liste la RAI, in aggiunta alle ulteriori modalità di fruizione delle trasmissioni da parte delle persone diversamente abili previste dal contratto di servizio e dalla presente delibera, cura la pubblicazione di pagine di televideo recanti l'illustrazione dei programmi delle liste e delle loro principali iniziative nel corso della campagna elettorale e le trasmette a partire dal quinto giorno successivo al termine per la presentazione delle candidature.

Articolo 12
(Trasmissione per i non vedenti)

  1. Nel periodo successivo alla presentazione delle liste la RAI, in aggiunta alle ulteriori modalità di fruizione delle trasmissioni da parte delle persone con disabilità previste dal contratto di servizio, cura la realizzazione dei programmi previsti dalla presente delibera per la fruizione dei non vedenti.

Articolo 13
(Comunicazioni e consultazione della Commissione)

  1. I calendari delle tribune e le loro modalità di svolgimento, incluso l'esito dei sorteggi, sono preventivamente trasmessi alla Commissione.
  2. Entro cinque giorni dalla pubblicazione della presente delibera nella Gazzetta Ufficiale, la RAI comunica all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e alla Commissione il calendario di massima delle trasmissioni di cui all'articolo 2, comma 1, lettere a) e b), pianificate fino alla data del voto oltre che, il venerdì precedente alla messa in onda, il calendario settimanale delle trasmissioni programmate.
  3. La RAI pubblica quotidianamente sul proprio sito web – con modalità tali da renderli scaricabili – i dati e le informazioni del monitoraggio del pluralismo relativi a ogni testata, i tempi garantiti a ciascuna forza politica nei notiziari della settimana precedente, il calendario settimanale
delle trasmissioni effettuate di cui all'articolo 2, comma 1, lettere a) e b), i temi trattati, i soggetti politici invitati, nonché la suddivisione per genere delle presenze, la programmazione della settimana successiva e gli indici di ascolto di ciascuna trasmissione.
  4. Il Presidente della Commissione, sentito l'ufficio di presidenza, tiene con la RAI i contatti necessari per l'attuazione della presente delibera, in particolare valutando gli atti di cui ai commi precedenti e definendo le questioni specificamente menzionate dalla presente delibera, nonché le ulteriori questioni controverse che non ritenga di rimettere alla Commissione.

Articolo 14
(Responsabilità del consiglio di amministrazione e dell'amministratore delegato)

  1. Il consiglio di amministrazione e l'amministratore delegato della RAI sono impegnati, nell'ambito delle rispettive competenze, ad assicurare l'osservanza delle indicazioni e dei criteri contenuti nella presente delibera, riferendone tempestivamente alla Commissione. Per le tribune essi potranno essere sostituiti dal direttore competente.
  2. Qualora dal monitoraggio dei dati quantitativi e qualitativi, considerati su base settimanale a partire dalla data di convocazione dei comizi elettorali, emergessero costanti o comunque significativi disequilibri nei programmi a contenuto informativo non giustificati da oggettive esigenze informative, la direzione generale della RAI è chiamata a richiedere alla testata interessata misure di riequilibrio a favore dei soggetti politici danneggiati.
  3. La inosservanza della presente disciplina costituisce violazione degli indirizzi della Commissione ai sensi dell'articolo 1, comma 6, lettera c), n. 10, della legge 31 luglio 1997, n. 249.

Articolo 15
(Entrata in vigore)

  1. La presente delibera entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

ALLEGATO 2

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (DAL N. 139/765 AL N. 145/774, IL N. 148/781 E DAL N. 150/791 AL N. 152/795)

  VERDUCCI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato RAI.
   Premesso che:
    lo scorso 2 novembre, una giornalista del Tg2 condivideva sul proprio profilo Facebook un fotomontaggio nel quale veniva rappresentata e denigrata una deputata, già Presidente della Camera dei deputati;
    come hanno sottolineato diversi organi di stampa, la giornalista in questione non è nuova a tale genere di incidenti, essendosi già distinta in passato in commenti deontologicamente incongrui verso il capitano della nave Sea Watch;
   considerato che:
    nella seduta del 9 ottobre 2019, la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha approvato una risoluzione su princìpi e linee guida sull'utilizzo dei social media da parte dei dipendenti e collaboratori della RAI, volte a regolare la gestione e l'utilizzo dei social network (quali facebook, twitter, blog, chat, forum di discussione e strumenti similari) da parte del personale e dei collaboratori dell'Azienda, in considerazione della rilevanza di tale mezzo di comunicazione, dell'impatto reputazionale che può avere sull'Azienda e dell'effetto che può esercitare sugli utenti la comunicazione espressa da un dipendente del servizio pubblico;
    le linee guida, in particolare, specificano l'assimilabilità della diffusione del pensiero a mezzo dei social network alle dichiarazioni rese attraverso i tradizionali strumenti di comunicazione di massa (giornali, radio, televisione) e richiamano i giornalisti alla ferma applicazione delle condotte poste in essere, del «Testo unico dei doveri del giornalista» che, all'articolo 2, lettera g), prevede l'osservanza dei principi deontologici nell'uso di tutti gli strumenti di comunicazione, ivi compresi i social network;
    le medesime, inoltre, raccomandano al personale e ai collaboratori di adottare ogni cautela affinché i pensieri espressi, i toni utilizzati e i contenuti condivisi sui social network – anche se provenienti da terzi – siano rispettosi dei principi di cui al Contratto nazionale di servizio, quali l'imparzialità, l'indipendenza, il pluralismo, il principio di legalità, il divieto di discriminazione, il rispetto della dignità della persona, il contrasto ad ogni forma di violenza;
   considerato inoltre che:
    il Codice etico del gruppo RAI prescrive ai dipendenti, collaboratori, consulenti, fornitori e partner di adeguare le proprie azioni e i propri comportamenti ai princìpi, obiettivi ed impegni in esso previsti e determina che ogni sua violazione «comporterà l'adozione di provvedimenti disciplinari, proporzionati in relazione alla gravità e/o recidività della mancanza o al grado della colpa» (articolo 12), nel rispetto del «Regolamento di Disciplina» redatto ai sensi dell'articolo 7 della Legge 20 maggio 1970, n. 300 e delle disposizioni contenute nei CCNL di lavoro applicabili;
   si chiede di sapere:
    quali determinazioni intenda assumere l'Azienda nei confronti della giornalista per i fatti di cui in premessa, alla luce della nuova Risoluzione approvata dalla
Commissione di Vigilanza e del vigente Codice etico. (139/765)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  La RAI, a seguito del sempre più diffuso utilizzo dei
social network e del loro impatto sul mondo della comunicazione e in ottemperanza alla risoluzione su «Princìpi e linee guida sull'utilizzo dei social media da parte dei dipendenti e collaboratori RAI» approvata da codesta rispettabile Commissione parlamentare di vigilanza, ha sostanzialmente terminato la redazione di linee guida ad hoc che prevedono norme generali e particolari per l'utilizzo dei presidi digitali aziendali e privati.
  Tale testo sarà sottoposto, come previsto, alla valutazione e all'approvazione del Consiglio di amministrazione e successivamente andrà ad integrare il corpo delle regole che dipendenti e collaboratori RAI sono chiamati a rispettare.
  Nelle more, ogni singola segnalazione di possibile violazione dei codici aziendali viene trattata e valutata con la dovuta attenzione e secondo le procedure e i regolamenti vigenti.

  ANZALDI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
   Premesso che:
   in data 5 novembre il giornalista di Rainews Roberto Vicaretti ha scritto sul suo profilo Twitter il seguente tweet: «#Ilva. Qualcuno dica al senatore semplice che il suo partito (lui ovviamente assente) ha votato con fiducia la conversione del decreto con la revoca dello scudo penale per #ArcelorMittal #5novembre #rassegnastampa»;
    il tweet rivolto, con tono irridente, al leader di Italia Viva, Matteo Renzi, come si evince dalla foto allegata che mostra l'intervista rilasciata dal senatore al quotidiano «Il Giornale», contiene una notizia falsa, perché il decreto in questione non contiene nessuna revoca dello scudo penale per ArcelorMittal, revocato dal precedente Governo con il DL Crescita approvato in Consiglio dei ministri il 23 aprile 2019;
    in data 9 ottobre la Commissione di vigilanza RAI ha approvato all'unanimità una risoluzione con le linee guida per l'utilizzo dei social network da parte dei dipendenti e collaboratori della tv pubblica, a seguito dei tanti episodi inopportuni verificatisi negli ultimi mesi riguardanti dipendenti RAI (i casi Sanfilippo, Mazzone, Salerno, solo per citarne alcuni). Entro 60 giorni da quella data la RAI deve dotarsi di un codice interno che, tra le altre cose, preveda il «rispetto della verità dei fatti» e la prescrizione a «non diffondere fake news» nella condivisione di contenuti tramite gli account personali dei dipendenti RAI;
   si chiede di sapere:
    se il tweet diffuso dal giornalista Roberto Vicaretti sia considerato dall'azienda compatibile con la risoluzione approvata dalla Commissione di vigilanza e se sarebbe considerato accettabile qualora fosse già entrato in vigore il nuovo codice etico sui social, di cui la RAI deve dotarsi entro il 9 dicembre;
    se, alla luce di questo ennesimo episodio di disinformazione, la RAI non ritenga doveroso accelerare per adempiere all'atto di indirizzo della Commissione di vigilanza, invece di attendere la scadenza ultima del 9 dicembre. (140/767)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  La RAI, a seguito del sempre più diffuso utilizzo dei
social network e del loro impatto sul mondo della comunicazione e in ottemperanza alla risoluzione su «Princìpi e linee guida sull'utilizzo dei social media da parte dei dipendenti e collaboratori» approvata dalla codesta rispettabile Commissione parlamentare di vigilanza, ha sostanzialmente terminato la redazione di linee guida ad hoc che prevedono norme generali e particolari per l'utilizzo dei presidi digitali aziendali e privati.

  Tale testo sarà sottoposto, come previsto, alla valutazione e all'approvazione del Consiglio di amministrazione e successivamente andrà ad integrare il corpo delle regole che dipendenti e collaboratori RAI sono chiamati a rispettare.
  All'interno delle linee guida – come previsto del resto nella risoluzione trasmessa a RAI dalla Commissione di vigilanza – sono inclusi punti specifici che richiamano dipendenti e collaboratori a verificare le notizie prima di trattarle sui social in qualunque forma e li invitano a prendere ogni accorgimento necessario per evitare di contribuire, anche involontariamente, alla diffusione delle cosiddette
fake news.
  Nelle more, ogni singola segnalazione di possibile violazione dei codici aziendali viene trattata e valutata con la dovuta attenzione e secondo le procedure e i regolamenti vigenti.

  MOLLICONE, GARNERO SANTANCHÈ. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
   Premesso che:
    lo scorso 28 ottobre il giornalista di Report Giorgio Mottola si è recato in Umbria e durante un comizio elettorale di Giorgia Meloni per chiederle conto di presunte anomalie sul suo account Twitter;
    nel corso della trasmissione sono state fatte una serie di dichiarazioni basate su presunti dati mostrando schermate del noto software Audiense. Tale software è effettivamente il miglior software tanto da essere indicato dalla piattaforma Twitter come proprio partner ufficiale per l'analisi dei dati;
    verificando sullo stesso software Audiense i dati mandati in onda dalla trasmissione Report, è emerso che tali dati fossero errati o comunicati in modo mistificatorio;
    nel corso dell'intervista del 28 ottobre il giornalista Mottola di Report afferma che Giorgia Meloni e Trash italiano condividono «praticamente gli stessi follower»;
    Giorgia Meloni ha circa 830.000 follower, Trash Italiano 750.000. Meloni ha in comune con Trash Italiano 241.000 follower, ovvero il 29 per cento dei suoi follower. Il software Audiense non lascia spazio a dubbi: i due profili non condividono affatto gli stessi identici follower, come sostenuto da Report;
    Report sostiene che a maggio 2019 un elevato numero di account appena creati e reputati «anomali» avrebbero cominciato a seguire contestualmente gli account Meloni, Trash e Michielin. Ciò denoterebbe che si tratterebbe di account definiti «marionetta o bot», comprati o messi a disposizione da una qualche regia comune;
    l'acquisto massivo di account falsi in un determinato periodo sarebbe facilmente riscontrabile, ma anche qui l'analisi dei dati di Audiense certifica che il trend di crescita dei follower di Giorgia Meloni è continuo e lineare da sempre, senza improvvisi picchi di crescita;
   si chiede:
    come mai Report ha rilasciato dichiarazioni palesemente false e facilmente riscontrabili;
    perché gli autori di Report non hanno garantito il contraddittorio a Giorgia Meloni scrivendo per chiedere informazioni e riscontri, così come vuole il codice deontologico del giornalismo d'inchiesta;
    se corrisponde al vero quanto affermato dal consulente Orlowski rispetto al software utilizzato per l'analisi di Report che non sarebbe Audiense ma un software suo proprietario;
    se la RAI e Report fossero a conoscenza che Alessandro Orlowski è un attivista che si dichiara pubblicamente avverso alle tesi politiche sostenute da Giorgia Meloni, e se sono in essere rapporti economici fra Orlowski e l'azienda del
servizio radiotelevisivo e come ritenga riparare alla evidente violazione del pluralismo e del dovere di imparzialità del servizio pubblico. (141/769)

  RISPOSTA. – Con riferimento all'interrogazione di cui sopra, si riporta di seguito il contributo della Direzione di Rai3.
  «Ribadiamo che
Report, come devono fare i programmi di inchiesta e di approfondimento, non dipana la complessità dei temi che affronta partendo da tesi precostituite ma lavora sulla base di riscontri fattuali. Negli oltre 22 anni della sua storia infatti, a partire dall'inizio della messa in onda nel 1997 su una idea di Milena Gabanelli, ha realizzato le sue inchieste attenendosi con rigore ai doveri, stabiliti per legge dal Codice deontologico della professione: analisi, verifica delle fonti, riscontro su documentazione, pubblica e riservata, tramite i più accurati motori di ricerca, sulle banche dati pubbliche, nei fascicoli giudiziari consultabili e in tutti i documenti contabili, societari e finanziari ufficiali, oltre che dalle testimonianze considerate attendibili anche dalle autorità giudiziarie in ultimo grado. Non si tratta di un richiamo formale ma di un modo di operare sostanziale che anima autori e collaboratori nella costruzione del percorso di indagine dove non c’è spazio per approssimazioni o superficialità come testimonia la garanzia di un marchio che è fortemente identificato col ruolo di servizio pubblico della RAI. Ciò non significa non prendere atto, laddove capitasse, della necessità di verifiche ulteriori, di nuovi approfondimenti, di una investigazione ancora più stringente ma in una logica che non mette in discussione la credibilità e attendibilità dei materiali da cui si trae spunto per il lavoro di indagine. Se così non fosse verrebbe meno il «patto» che la testata ha stipulato con i cittadini-telespettatori che pagano il canone d'abbonamento, dal momento che è a loro che si presenta il risultato del lavoro ed è la loro fiducia che non va tradita in nome di un malinteso senso della notizia o del facile sensazionalismo. Lo scopo quindi non è attaccare qualcuno a scapito di altri o mettere in difficoltà interlocutori politici o istituzionali per il solo compiacimento di cogliere in fallo chi ha responsabilità o è protagonista del discorso pubblico. Report, in questo senso, non ha mai fatto sconti a nessuno e risponde della sua attendibilità davanti all'opinione pubblica e, quando costretto, davanti ai giudici. Ci preme segnalare in questo senso che la correttezza dell'operato degli autori del programma è dimostrata, peraltro, dalla storia giudiziaria che li hanno visti coinvolti sempre con esito favorevole. Ciò che preme sottolineare che lo spirito di verità che anima il lavoro della squadra non deve essere inteso come il desiderio di accanirsi contro i poteri e i potenti ma di spingerli semmai a condividere le ragioni di una spinta virtuosa a modificare le storture, a cambiare gli atteggiamenti, a mettersi nei panni di chi subisce ingiustizie o di chi viene privato di diritti, di consapevolezza o di conoscenza. Sempre pronti ad accogliere altri punti di vista, rettifiche, precisazioni o tesi contrapposte come è giusto che sia in una sana dinamica tra giornalismo e soggetti protagonisti di inchieste. Nel caso specifico abbiamo, in più occasioni, rappresentato le opinioni diverse e dato conto di un'altra versione dei fatti nel rispetto dei diversi ruoli e anche del format della trasmissione che non è un talk ma una struttura che ha una sua precisa grammatica sufficientemente flessibile per accogliere eventuali controdeduzioni. Tale disponibilità è stata espressa pubblicamente laddove a fronte di un attacco alle modalità di costruzione dell'inchiesta in oggetto, abbiamo risposto dando conto del fatto e comunicando ampia disponibilità ad un confronto in tutte le sedi. Precisiamo anche che Report, in qualità di trasmissione di informazione risponde anche alle strutture aziendali che con scrupolo ed equilibrio esercitano controllo e verifica nel rispetto dell'autonomia editoriale sia durante il periodo di normale programmazione che, a maggior ragione, durante la par condicio».

  MAROCCO, NOVELLI – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
   Per sapere, premesso che:
    l'articolo 12 della legge 15 dicembre 1999, n. 482, recante «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche», prevede che nella convenzione tra il Ministero delle comunicazioni e la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e nel conseguente contratto di servizio siano assicurate condizioni per la tutela delle minoranze linguistiche nelle zone di appartenenza;
    il comma 2 del medesimo articolo 12 specifica che «le regioni interessate possono altresì stipulare apposite convenzioni con la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo per trasmissioni giornalistiche o programmi nelle lingue ammesse a tutela, nell'ambito delle programmazioni radiofoniche e televisive regionali della medesima società concessionaria; per le stesse finalità le regioni possono stipulare appositi accordi con emittenti locali»;
    a ciò si aggiunga che l'articolo 11, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 2 maggio 2001, n. 345 (Regolamento di attuazione della L. 15 dicembre 1999, n. 482, recante norme di tutela delle minoranze linguistiche storiche), prevede che nell'ambito delle finalità di cui all'articolo 12 della legge sopra citata, la convenzione tra il Ministero delle comunicazioni e la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, e il conseguente contratto di servizio individuano, di preferenza nel territorio di appartenenza di ciascuna minoranza, la sede della società stessa cui sono attribuite le attività di tutela della minoranza, nonché il contenuto minimo della tutela, attraverso la prevista attuazione per ciascuna lingua minoritaria di una delle misure oggetto delle previsioni di cui all'articolo 11, comma 1, lettera a) della Carta europea delle lingue regionali e minoritarie»;
    l'articolo 25, comma 1, lettera k), del Contratto Nazionale di Servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI – Radiotelevisione italiana S.p.A. – 2018-2022 prevede che «la Rai – in coerenza con quanto previsto dall'articolo 3, comma 1, lettera g) della Convenzione – è tenuta a garantire la produzione e distribuzione di trasmissioni radiofoniche e televisive, nonché di contenuti audiovisivi, in lingua tedesca e ladina per la provincia autonoma di Bolzano, in lingua ladina per la provincia autonoma di Trento, in lingua sarda per la regione autonoma Sardegna, in lingua francese per la regione autonoma Valle d'Aosta e in lingua friulana e slovena per la regione autonoma Friuli – Venezia Giulia. Per le Regioni Friuli – Venezia Giulia e Valle d'Aosta e per le province Autonome di Trento e di Bolzano sono rinnovate, entro tre mesi, le convenzioni attualmente in essere tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e la Rai, come previsto dalla legge 14 aprile 1975, n. 103 e successive modifiche ed integrazioni. La Rai è tenuta a presentare al Ministero per le determinazioni di competenza, entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un progetto operativo concordato con le regioni interessate ai fini della stipulazione delle relative convenzioni, fatte salve le convenzioni di cui al secondo periodo, per assicurare l'applicazione delle disposizioni finalizzate alla tutela delle lingue di cui alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, tenendo conto, più in particolare, dei seguenti criteri: i) differenziazione delle esigenze in funzione delle rispettive aree di appartenenza; ii) necessità di perseguire obiettivi di efficacia ed efficienza; iii) caratteristiche delle diverse piattaforme di distribuzione con riguardo ai target da conseguire.»;
    la normativa attualmente in vigore nonché il contratto di servizio in vigore prevedono già l'obbligo di garantire la produzione e distribuzione di trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua friulana;
    il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 dicembre 2017 inerente alla «Approvazione della convenzione stipulata tra la Presidenza del Consiglio
dei ministri – Dipartimento per l'informazione e Rai Com S.p.a. per la trasmissione di programmi radiofonici e televisivi in lingua francese nella Regione Valle d'Aosta e di programmi radiofonici e televisivi in lingua slovena nonché radiofonici in lingua italiana e friulana nella Regione Friuli Venezia Giulia», che attua il Contratto di servizio nella Regione Friuli Venezia Giulia;
    la predetta Convenzione, in vigore fino al mese di aprile del 2020, viola apertamente quanto previsto dalla legislazione sulla tutela della lingua friulana, nonché quanto stabilito dal Contratto di servizio in quanto prevede l'uso del friulano solamente nelle trasmissioni radiofoniche, mentre non prevede nulla per le trasmissioni televisive;
    peraltro, a quanto consta agli interroganti, degli 11.800.000,00 euro messi a disposizione annualmente alla RAI per la programmazione locale del Friuli Venezia Giulia in sloveno, italiano e friulano, solamente 200.000,00 euro sono stanziati per le trasmissioni in friulano mentre i restanti 11.600.000,00 sono destinati prevalentemente allo sloveno e per una quota residuale all'italiano –:
   se i vertici RAI non intendano intraprendere le opportune iniziative al fine di garantire tempestivamente il rispetto della legislazione sulla tutela della lingua friulana, nonché di quanto stabilito dal Contratto Nazionale di Servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI – radiotelevisione italiana S.p.A. – 2018-2022, mediante l'avvio delle previste trasmissioni televisive in friulano;
   se i vertici RAI non intendano chiarire per quali motivazioni le Convenzioni attuative del predetto Contratto nazionale di servizio vengono sottoscritte con la società Rai Com S.p.a. e non direttamente con la RAI, pur trattandosi di una attività istituzionale e non commerciale e pubblicitaria;
   se non si intende fornire gli opportuni chiarimenti circa la possibilità per Rai Com S.p.a., mediante la sottoscrizione di tale Convenzione, di incassare delle entrate a titolo di diritti in esclusiva, spese generali o altri introiti simili e comunque non a fronte della realizzazione di effettive attività di promozione delle lingue tutelate;
   se i vertici non intendano fornire un rendiconto puntuale di come sono stati spesi negli ultimi cinque anni gli stanziamenti messi a disposizione dal Ministero dello sviluppo economico alla RAI per la programmazione locale del Friuli Venezia Giulia in sloveno, italiano e friulano.
(142/771)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  L'articolo 25, comma 1, lett.
k) del Contratto di servizio 2018-2022 impegna la RAI a «presentare al Ministero, per le determinazioni di competenza, (...) un progetto operativo concordato con le regioni interessate ai fini della stipulazione delle relative convenzioni,(...) finalizzate alla tutela delle lingue di cui alla legge 15 dicembre 1999, n. 482 (....).
  A tale riguardo, RAI ha elaborato il «Progetto di tutela delle minoranze linguistiche» che, allegato al piano industriale, ne forma parte integrante. Rispetto a tale progetto si registra l'acquisizione da parte del Ministero dello sviluppo economico – avvenuta lo scorso 4 ottobre – delle relative «determinazioni di competenza»; a seguito di tale intervento, pertanto, sono state avviate all'interno dell'Azienda le attività finalizzate a dare attuazione operativa al progetto, con l'obiettivo di affrontare con efficacia ed efficienza un tema – quale quello della tutela delle minoranze linguistiche – estremamente complesso e articolato.
  Con riferimento al tema della realizzazione del nuovo canale in lingua inglese, l'articolo 1, comma 2 del Contratto di servizio 2018-2022 prevede espressamente che «La Rai per lo svolgimento delle attività inerenti al servizio pubblico può avvalersi di società da essa partecipate ai sensi dell'articolo 2359 c.c., purché siano stati stipulati con le medesime società adeguati
strumenti negoziali che garantiscano alla Rai pieno titolo a disporre dei mezzi e delle risorse strumentali per l'espletamento delle prestazioni di servizio pubblico». Rai dunque si avvale delle proprie società controllate anche per svolgere impegni derivanti dal Contratto di Servizio.
  Nello specifico, RAI ha affidato a Rai Com la gestione negoziale delle convenzioni derivanti da obblighi e/o impegni previsti nel Contratto di servizio fermo restando che, nello svolgimento di detta attività, Rai Com dovrà attenersi agli indirizzi strategici di RAI.

  MULÈ, MINARDO. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
   Per sapere, premesso che:
    ad avviso degli interroganti alcune dichiarazioni rilasciate dal giornalista Rai, Philippe Daverio, hanno offeso in modo molto insolente il popolo siciliano;
    si tratta di una vicenda che è scaturita dalla polemica sul concorso Rai «Il borgo dei Borghi» dove a decidere la vittoria del comune di Bobbio in Emilia Romagna, ribaltando il televoto, è stato il voto del critico d'arte Philippe Daverio, cittadino onorario del comune vincitore, a discapito del comune siciliano di Palazzolo Acreide;
    alla luce della polemica, riguardo all'iter poco chiaro del concorso, lo stesso Daverio sostiene di avere paura di tutta la Sicilia, attraverso dichiarazioni offensive della dignità, del lavoro, degli usi, costumi e tradizioni dei siciliani: «Non mi piacciono i cannoli, sono a canne mozze... La Sicilia ? Mi fa paura, non ci tornerò»;
    si tratta di una vicenda sgradevole che vede coinvolto un giornalista della tv pubblica che, peraltro, ha insegnato per anni a Palermo ed è stato consulente per la festa di Santa Rosalia nonché assessore del comune di Salemi –:
   se i vertici Rai non intendano avviare un'indagine sul concorso «il borgo dei borghi»;
   se non intendano valutare la posizione del giornalista Rai, Philippe Daverio, in merito alle offese gratuite e inopportune rilasciate nei confronti della Sicilia e dei siciliani. (143/772)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  In via preliminare, si confermano le informazioni contenute nel riscontro RAI dato alle interrogazioni n. 745-749-750-754-761-764/COMRAI, in cui sono presenti elementi utili per l'interrogazione in oggetto.
  Nello specifico, rispetto all'interrogazione n. 772/COMRAI, si precisa che le votazioni della finale del «
Il Borgo dei Borghi» si sono svolte con assoluta regolarità e trasparenza sotto il controllo di un notaio.
  Inoltre la RAI, attraverso Rai 3, si è dissociata dalle dichiarazioni di Philippe Daverio sulla Sicilia e sui siciliani rese a titolo esclusivamente personale nel corso di interviste su altre emittenti. La RAI, attraverso Rai 3, ha stigmatizzato le parole di Daverio e ha diramato una nota stampa nella quale si legge che l'esperto ha proferito «battute e allusioni intollerabili, in contrasto con lo spirito stesso del programma al quale Daverio ha collaborato».
  Da ultimo, si precisa che nel rapporto con RAI Daverio risulta in veste di esperto d'arte e non di giornalista.

  BERGESIO. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
   All'interrogante giungono numerose ed insistenti segnalazioni da parte dei cittadini del comune di Bosia (CN) relativamente alle difficoltà di ricevere il segnale di Rai 3 e quindi di fruire del Tg regionale; a tal fine alla Società Concessionaria si chiedono spiegazioni rispetto a questi malfunzionamenti e alle relative soluzioni che intenda porre in essere. (144/773)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si precisa quanto segue.
  Il Comune di Bosia, di circa 200 residenti, risulta servito con ottima qualità dall'impianto privato (appartenente alle Ex Comunità Montane) di «Lecquio Berria» che trasmette il contenuto del Mux1 RAI (canali TV: Rai 1, Rai 2, Rai 3 con gazzettino regionale del Piemonte, RaiNews24 – canali RADIO: Rai Radio 1, Rai Radio 2, Rai Radio 3). Come ulteriore possibilità di ricezione, nella parte più alta del Comune, è possibile ricevere, con qualità discreta, il segnale diffuso dall'impianto di RAI WAY «Torino Eremo».
  Nonostante ciò, a causa della particolare orografia del territorio, sussistono delle zone molto circoscritte in cui il segnale terrestre non arriva. Può quindi accadere che la copertura territoriale del Digitale Terrestre non sia sempre verificata al 100 per cento.
  In queste aree ridotte è unicamente ricevibile il satellite – dove a breve si troveranno tutti i programmi regionali – oppure il segnale di impianti fuori regione (canale 23) di «Campo dei Fiori» e «M. Penice» che irradiano il TGR regionale Lombardia.
  Per questa piccola parte di residenti la ricezione del TG regionale è comunque garantita mediante l'apposita piattaforma
internet gratuita raggiungibile all'indirizzo https://www.rainews.it/Tgr.

  TIRAMANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
   Lo scorso lunedì 4 novembre ha preso avvio il progetto intitolato «Viva RaiPlay !», con il quale è stato sancito il ritorno in RAI di Rosario Fiorello. Tale progetto prevede 18 live show sulla piattaforma online, preceduti da 5 puntate speciali in access prime time su Rai 1, oltre a 6 appuntamenti radiofonici su Rai Radio 2.
   Alla Società concessionaria si chiede pertanto di sapere:
   quali siano i costi di produzione di «Viva RaiPlay !»;
   quali siano i contratti di collaborazione attivati nell'ambito della medesima produzione;
   quale sia il compenso accordato a Rosario Fiorello;
   se i risultati ottenuti in questa prima settimana di programmazione siano in linea con gli investimenti effettuati e con le aspettative. (145/774)

  RISPOSTA. – Nel rispondere al quesito, occorre precisare in via preliminare che alla base dell'accordo con l'artista Rosario Fiorello c’è un cambiamento sostanziale della strategia di contenuti e di comunicazione relativa alla piattaforma di RaiPlay e, più in generale, di strategia RAI rispetto alla alfabetizzazione digitale.
  Con questo obiettivo e con l'ambizione di riposizionare il servizio pubblico anche sulle piattaforme ad oggi appannaggio dei grandi gruppi internazionali, RAI ha dato vita con Fiorello al primo progetto internazionale multipiattaforma per quanto riguarda lo
show dal vivo. Si tratta di un'operazione nata, nel pieno spirito di servizio pubblico, per colmare il gap digitale in Italia, così da far conoscere a tutta la popolazione quali sono i nuovi strumenti e i device per l'intrattenimento. «Con RaiPlay – ha spiegato l'amministratore delegato di RAI, Fabrizio Salini – stiamo ampliando al massimo il ventaglio perché come servizio pubblico non dobbiamo lasciare indietro nessuno, dobbiamo portare dentro tutti e recuperare anche quelli che ci hanno abbandonato».
  In quest'ottica i risultati ottenuti dal programma
Viva RaiPlay sono da considerarsi più che soddisfacenti e certamente in linea con quanto atteso sia per quanto riguarda la fase di lancio in access prime time su Rai1, sia per quanto riguarda gli show dal vivo sulla piattaforma RAI. In particolare, per quanto riguarda lo spettacolo online ha superato in termini di visualizzazioni sia i record dei Festival di Sanremo, sia quelli della nazionale italiana di calcio. Un risultato più che confortante se si considera che l'obiettivo principale di RAI è quello di accelerare il processo di
alfabetizzazione digitale. Ottima complessivamente anche la risposta social del pubblico (un pubblico diffuso su varie piattaforme che ha abbracciato tutte le fasce di età): nella prima puntata il 90 per cento delle interazioni sono state di segno positivo. I dati Qualitel a nostra disposizione sul gradimento del pubblico completano la positività di questo scenario, evidenziando che l'80 per cento degli spettatori dà allo show un voto tra 8 e 10 e che questi voti sono ancora più alti tra le classi di età più giovani.
  Rispetto agli investimenti sulla produzione dello
show Viva RaiPlay, che è ancora in corso, si tratta di costi in linea con quelli sostenuti per spettacoli analoghi. Anche il compenso dell'artista è adeguato allo sforzo multipiattaforma richiesto. Tra l'altro, è opportuno segnalare che l'artista ha realizzato fino a oggi una quantità di prodotto molto superiore a quella prevista dal contratto sottoscritto. A puro titolo esemplificativo: i cosiddetti «contenuti aggiuntivi» sono diventati una vera e propria trasmissione che si chiama «Viva Via Asiago 10» in onda tre giorni a settimana su RaiPlay. Da venerdì 22 novembre, inoltre, la trasmissione Viva RaiPlay viene anche trasmessa in diretta da RaiItalia. Per quanto attiene invece ai collaboratori di Fiorello, che sono una decina, si tratta sostanzialmente di autori e videomaker che sono stati e sono di supporto alla realizzazione dei testi e dei contributi per lo show.

  FLATI, DI LAURO, GIORDANO, ZOLEZZI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
   Premesso che:
    in data 9 ottobre 2019 andava in onda, sul canale nazione RAI 3, nell'edizione del TG3 delle ore 19.00, un servizio giornalistico sui «Concerti in sala di attesa», una terapia innovativa per malati oncologici, in sperimentazione già da diversi anni nel reparto di oncologia dell'ospedale Poma di Mantova;
    il servizio, a nome di Valeria Papitto, riportava al pubblico del piccolo schermo, una fotografia sintetica del progetto, certamente valido ed encomiabile, con il dovuto entusiasmo giornalistico, confortato dai toni positivi degli intervistati. Nell'occasione è stata data visibilità anche al dott. Maurizio Cantore, primario del reparto di oncologia dell'ospedale Poma di Mantova, il quale durante il servizio interveniva al microfono, citato con il canonico sottopancia televisivo;
    nulla di strano se non fosse che proprio il dott. Maurizio Cantore, come si apprende dalla stampa, risulti essere coinvolto, insieme ad altri 4 oncologi, nelle vicende giudiziarie che hanno travolto l'ospedale Poma di Mantova. Invero, di recente, si è appreso, dalla Gazzetta del 1o novembre 2019, che i 5 medici sono stati rinviati a giudizio per rispondere dei reati di omicidio colposo, lesioni aggravate, falso in atto pubblico e violazione della privacy;
    come si legge nello stesso articolo, le indagini sono iniziate a seguito di un esposto in procura presentato da due oncologhe, in servizio nello stesso reparto di Cantore, le quali hanno contestato al medesimo «l'utilizzo intensivo di pratiche chemioterapiche locoregionali, con la somministrazione di farmaci antitumorali ad alte dosi in precise aree anatomiche anziché farmaci mirati di ultima generazione»;
    fatti già portati all'attenzione del Ministero della salute dal 2016, con ben due interrogazioni parlamentari, presentate dal collega Alberto Zolezzi nella precedente Legislatura, che ottenevano la conferma dell'allora Ministro Lorenzin sull'assenza di ogni evidenza scientifica circa la terapia anticancro «locoregionale» applicata dal dott. Cantore;
    la pubblica accusa, inoltre, imputa al Cantore gravi responsabilità per «negligenza, imprudenza ed imperizia nel trattamento di un paziente di cui avrebbero causato il decesso». Ed ancora, si legge nell'articolo della Gazzetta, che il dott. Cantore è anche accusato di violazione della privacy, in quanto «al fine di
trarre profitto (sotto forma di ritorno d'immagine e di amplificazione della propria statura professionale), senza ottenere il consenso scritto e senza l'autorizzazione del garante per la protezione dei dati personali, avrebbe raccolto, elaborato e diffuso sul proprio profilo Facebook, numerose fotografie di tali pazienti»;
    un quadro di accuse certamente allarmante per il contesto in cui sono calate le vicende, ovvero il servizio sanitario nazionale e la tutela della salute pubblica;
    ciò stante, codesta Azienda, nel mandare in onda il servizio giornalistico in oggetto, ha di fatto dato visibilità televisiva al dott. Cantore, presentandolo al pubblico con toni positivi che hanno certamente edificato e rigenerato la sua immagine professionale di medico, oltre che di uomo, sebbene fosse ancora coinvolto nel pieno della bufera giudiziaria, che lo vede al banco degli imputati per gravi accuse;
   per quanto premesso:
    nel rispetto del principio di indipendenza ed imparzialità che caratterizzano il servizio pubblico televisivo RAI, e nella tutela della sensibilità e dei diritti delle parti in causa nel processo giudiziario sopra esposto, tra cui ricordiamo i parenti dei pazienti deceduti;
   si chiede:
    se i responsabili del Telegiornale e gli autori del servizio andato in onda il 9 ottobre scorso su RAI 3, fossero a conoscenza delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il dott. Maurizio Cantore, primario oncologo dell'Ospedale Poma di Mantova;
    se codesta Azienda, alla luce di quanto sopra esposto, ritenga un grave errore ed una lesione della sensibilità dei parenti dei pazienti deceduti, oltre che il venir meno di un loro diritto ad un giusto processo libero da retroscena mediatici che possano in qualche modo influenzare l'opinione pubblica, l'aver messo in onda un servizio che abbia offerto visibilità al dott. Cantore, investendolo, con il passaggio televisivo, di un'immagine positiva e premiante, quando il medesimo è ancora a giudizio per gravi accuse;
    infine, se l'Azienda RAI preveda procedure di controllo preventivo, sul piano formale ed etico, sulle notizie e sui programmi inseriti nel palinsesto delle proprie emittenti radio-televisive;
    in ogni caso, se sia intenzione dell'Azienda intervenire sull'accaduto e quali azioni ritenga di adottare, anche nei confronti dei responsabili e autori del programma giornalistico, al fine di scongiurare il ripetersi di episodi simili. (148/781)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si ritiene opportuno fare alcune considerazioni preliminari.
  Innanzi tutto, l'impostazione del pezzo sui «donatori di musica» nel reparto oncologico dell'ospedale di Mantova era quella di contribuire a far conoscere una pratica che può rendere meno dura la vita di chi soffre.
  Protagonista principale del servizio è Alessio il paziente tenore, cui sono dedicati ben 2/3 del pezzo, della lunghezza complessiva di un minuto e 25 secondi. In chiusura, per dieci secondi parla anche un secondo paziente che invece assiste al concerto. Il dottor Cantore parla per soli sette secondi, sottolineando i benefici sui pazienti di una simile iniziativa, di cui risulta essere tra i promotori. Il medico non viene però presentato dalla voce fuori campo, non viene rimarcato il suo ruolo, la sua qualifica e neanche i suoi eventuali meriti. Tecnicamente la sua presenza viene introdotta «a stacco», dal cosiddetto sottopancia che lo qualifica al momento dell'inserimento del brevissimo sonoro.
  Poiché nei mesi precedenti avevano dato il loro contributo all'iniziativa anche personaggi famosi e considerando che anche alcuni giornali nazionali ne avevano dato notizia citando il dott. Cantore, ma senza far cenno alle sue vicende giudiziarie, chi ha redatto il servizio si è concentrato sull'obiettivo di esporre una
virtuosa iniziativa di volontariato, non ritenendo di dover indagare sul medico in questione.
  La segnalazione giunta sarà comunque di stimolo a valutare meglio in futuro i profili di chi viene mandato in onda, anche in servizi che sembrano essere lontani dalla cronaca giudiziaria.

  CAPITANIO, BERGESIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI, TIRAMANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
   Nel corso della puntata di Striscia La Notizia del 20 novembre scorso è andato in onda un servizio nel quale è stata richiamata l'attenzione sul fatto che Marcello Giannotti, attuale direttore della comunicazione della Società, ha avuto rapporti con l'agenzia di comunicazione «MN Italia», che segue alcuni dei programmi di punta delle reti RAI (come, da ultimo, il programma di Fiorello Viva Raiplay !);
   alla luce di quanto sopra, alla Società concessionaria si chiedono:
    chiarimenti in merito al potenziale conflitto di interessi richiamato nel servizio di Striscia La Notizia;
    dettagli circa l'incarico e la retribuzione del responsabile della comunicazione;
    le ragioni che hanno spinto la stessa Società ad affidare ad un soggetto esterno l'incarico di responsabile della comunicazione e se la Società intenda continuare ad esternalizzare tale importante incarico, anche nell'ambito del nuovo piano industriale;
    quali contratti sono in essere tra la Società concessionaria e l'agenzia «MN Italia», e i relativi importi;
    più in generale, quali sponsorizzazioni la Società concessionaria ha all'attivo con eventuali testate online e per quali importi;
    quali siano le azioni che l'Amministratore delegato intenda intraprendere contro potenziali conflitti di interesse.
(150/791)

  ANZALDI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
   Premesso che:
    secondo quanto rivelato dalla trasmissione di Canale 5 «Striscia la Notizia», in un servizio andato in onda nella puntata del 20 novembre, la RAI avrebbe affidato per chiamata diretta l'incarico di ufficio stampa della trasmissione «Viva Raiplay» all'agenzia di comunicazione Mn Italia. Ad assegnare questo incarico sarebbe stato il direttore della comunicazione Marcello Giannotti;
    fino a pochi mesi fa, prima di essere assunto in RAI, Giannotti lavorava proprio per Mn Italia, come confermato dal curriculum pubblicato sul sito ufficiale del servizio pubblico: «Dal 2005 al 2018 è responsabile Entertainment Projects presso l'agenzia di comunicazione MN Italia, specializzata in comunicazione, pubbliche relazioni, ufficio stampa e entertainment management»;
    sempre secondo quanto riferito da «Striscia la Notizia», Rai 1 avrebbe in cantiere una triplice prima serata condotta da Mara Venier, il cui ufficio stampa sarebbe affidato ancora una volta a Mn Italia;
    a nominare Giannotti direttore della comunicazione della Rai è stato l'amministratore delegato Fabrizio Salini, di cui Giannotti era precedentemente portavoce, come riferito da un articolo di «Affaritaliani.it» del 21 maggio 2019;
    la RAI dispone di un apposito ufficio stampa interno, composto da diversi giornalisti, che dovrebbe occuparsi proprio della comunicazione e i rapporti con la stampa delle trasmissioni. Inoltre in RAI ci sono decine di giornalisti, tra gli oltre 1.700 in organico dell'azienda, lasciati senza incarico;

   si chiede di sapere:
    se corrisponde al vero quanto rivelato da «Striscia la Notizia», ovvero che per alcune trasmissioni RAI, come «Viva Raiplay » di Fiorello e il futuro programma di prima serata di Mara Venier, sia stato affidato un incarico alla società esterna Mn Italia per la cura dell'ufficio stampa, azienda per cui lavorava il direttore della comunicazione Marcello Giannotti;
    se, qualora sia confermato questo incarico, l'azienda non ravvisi il palese conflitto di interessi in capo al portavoce dell'amministratore delegato;
    se sia stata chiesta la valutazione della Corte dei conti su un incarico del genere, visto che la RAI dispone di un apposito ufficio stampa interno e di centinaia di giornalisti in organico e quindi un tale appalto esterno, peraltro in affidamento diretto, rappresenterebbe un evidente spreco di denaro pubblico.
(151/792)

  ANZALDI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
   Premesso che:
    secondo quanto scrive il sito «Optimagazine.com», in un articolo firmato da Michele Monina, la Rai avrebbe deciso di affidare in appalto alla società esterna Mn Italia la gestione dell'ufficio stampa del prossimo Festival di Sanremo, l'evento televisivo più importante e costoso per il palinsesto annuale della Rai;
    lo stesso articolo a firma Michele Monina riferisce, inoltre, che al festival di Sanremo verrebbe ingaggiata come co-conduttrice la showgirl Diletta Leotta, volto della concorrenza alle trasmissioni RAI assistita proprio dalla Mn Italia;
    Mn Italia è un'agenzia di comunicazione attiva nel settore televisivo e dello spettacolo, per la quale fino a pochi mesi fa lavorava l'attuale direttore della comunicazione della RAI Marcello Giannotti, come confermato dal curriculum pubblicato sul sito ufficiale del servizio pubblico: «Dal 2005 al 2018 è responsabile Entertainment Projects presso l'agenzia di comunicazione MN Italia, specializzata in comunicazione, pubbliche relazioni, ufficio stampa e entertainment management»;
    secondo quanto riferito da «Striscia la notizia», Mn Italia avrebbe ricevuto incarichi per assegnazione diretta anche per gestire l'ufficio stampa di altre trasmissioni RAI, come «Viva Raiplay» di Fiorello e le prime serate che Mara Venier condurrà su Rai1;
    la RAI dispone di un apposito ufficio stampa interno, composto da diversi giornalisti, che dovrebbe occuparsi proprio della comunicazione e i rapporti con la stampa delle trasmissioni. Inoltre in Rai ci sono decine di giornalisti, tra gli oltre 1.700 in organico dell'azienda, lasciati senza incarico;
   si chiede di sapere:
    se corrisponde al vero quanto rivelato dal sito «Optimagazine.com », ovvero che la gestione dell'ufficio stampa del prossimo Festival di Sanremo sarebbe stata affidata all'agenzia esterna Mn Italia, per la quale ha lavorato fino a pochi mesi fa l'attuale direttore della Comunicazione Marcello Giannotti;
    se corrisponde al vero che a Sanremo verrà ingaggiata la showgirl Diletta Leotta, volto della concorrenza al servizio pubblico assistita proprio dalla Mn Italia;
    se, qualora sia confermato questo incarico, l'azienda non ravvisi il palese conflitto di interessi in capo al portavoce dell'amministratore delegato;
    se sia stata chiesta la valutazione della Corte dei conti su un incarico del genere, visto che la RAI dispone di un apposito ufficio stampa interno e di centinaia di giornalisti in organico e quindi un tale appalto esterno, peraltro in affidamento diretto, rappresenterebbe un evidente spreco di denaro pubblico. (152/795)

  RISPOSTA. – In merito alle interrogazioni in oggetto si informa di quanto segue.
In via preliminare occorre chiarire che la scelta e l'utilizzo di uffici stampa esterni all'azienda è responsabilità degli editori di riferimento, che detengono anche il relativo
budget, e non della Direzione Comunicazione.
  Il Direttore della Comunicazione quindi non individua gli specifici uffici stampa esterni cui eventualmente affidare i progetti. Il suo coinvolgimento nel processo risponde esclusivamente alla logica – da sempre adottata da Rai anche in altri ambiti organizzativi – del cosiddetto «
make or buy», in un contesto aziendale finalizzato a limitare fortemente, e quindi monitorare con attenzione, l'utilizzo di uffici stampa esterni, con l'obiettivo di valorizzare l'ufficio stampa interno Rai. Non è dunque il Direttore della Comunicazione a individuare la società destinata alla collaborazione con gli editori.
  Giova inoltre sottolineare che il processo di internalizzazione avviato negli ultimi sei mesi ha determinato una diminuzione di circa il 30 per cento del
budget utilizzato dalle reti per gli uffici stampa esterni rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
  Occorre poi ricordare che Marcello Giannotti si è dimesso da MN nel novembre del 2018, non riveste nella società suddetta alcun ruolo, non ha mai usufruito del beneficio dell'aspettativa dalla stessa MN e non detiene quote della società. È bene specificare comunque che Rai si tutela e contrasta i potenziali conflitti di interessi attraverso le procedute definite – in accordo con le
best practices internazionali – in un apposito protocollo del Piano Triennale Anti Corruzione (segnatamente al capitolo 8.2.10) e nelle istruzioni interne per le Procedure di Affidamento relative ai contratti esclusi. In tale quadro pertanto non si riscontrano le fattispecie riportate nell'interrogazione di cui sopra.
  L'attuale Direttore della Comunicazione ha un contratto a termine con la Rai e il suo
curriculum vitae così come i dettagli del suo incarico sono pubblicati nella sezione Trasparenza del sito.
  È opportuno inoltre ricordare che la società MN ha seguito la comunicazione dell'artista Rosario Fiorello negli ultimi 20 anni e proprio in considerazione del suo
know how ha collaborato con Rai su progetti specifici, ben prima della nomina di Marcello Giannotti a Direttore della Comunicazione. A puro titolo esemplificativo si citano i programmi «Il Collegio» e «Pechino Express», la cui comunicazione è stata curata da MN fino al 2017. Al momento è in fase di valutazione un'ipotesi di contrattualizzazione della società per Sanremo Giovani e Sanremo 2020, su proposta del direttore artistico e dell'editore del Festival.
  Dunque, sebbene non si ravvisino elementi atti a precludere eventuali collaborazioni tra Rai e MN, si precisa comunque che, allo stato, non v’è alcun contratto in essere con la società in questione, né ci sono all'attivo sponsorizzazioni con testate
online. Giova infine segnalare che presso l'ufficio stampa Rai, al 25 novembre 2019, lavorano 15 giornalisti. Con tale organico l'ufficio stampa segue oltre ottanta trasmissioni. Undici canali tv e dodici canali radio, oltre alle attività corporate. Inoltre si contano, nel 2018, 10.000 comunicati stampa e 160 conferenze da aggiungere alla gestione del sito e dell’account twitter. È pertanto pressoché ineludibile, e in tutte le passate gestioni dell'Azienda vi si è fatto ricorso, l'ausilio di strutture esterne altamente specializzate, che insieme all'ufficio stampa contribuiscono alla comunicazione dei contenuti dell'Azienda.