Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

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Comm. bicam. Vigilanza RAI

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Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
SOMMARIO
Martedì 19 novembre 2019

Sulla pubblicità dei lavori ... 126

Seguito dell'audizione del Ministro dello sviluppo economico (Seguito dell'audizione e conclusione) ... 126

Sui lavori della Commissione ... 127

Sulla pubblicazione dei quesiti ... 127

ALLEGATO (Quesiti per i quali è pervenuta risposta scritta alla presidenza della Commissione – n. 131/748, n. 135/757 e n. 136/759) ... 128

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - Resoconto di martedì 19 novembre 2019

  Martedì 19 novembre 2019. — Presidenza del presidente Alberto BARACHINI.

  La seduta comincia alle 10.10.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  Il PRESIDENTE comunica che ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna, per quanto concerne l'audizione all'ordine del giorno, sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso, la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e, in differita, sul canale satellitare della Camera dei deputati.
  Avverte che con riferimento all'audizione odierna verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico.

Seguito dell'audizione del Ministro dello sviluppo economico.
(Seguito dell'audizione e conclusione).

  Prosegue l'audizione del Ministro dello sviluppo economico, iniziata nella seduta del 23 ottobre scorso.

  Il PRESIDENTE, nel salutare e ringraziare il Ministro Patuanelli, invita a intervenire i Commissari che intendono avanzare quesiti e considerazioni.

  Intervengono per porre quesiti il senatore Alberto AIROLA (M5S), la senatrice Riccardo RICCIARDI (M5S), i deputati Federico FORNARO (LeU) e Antonello GIACOMELLI (PD), il senatore Giorgio Maria BERGESIO (L-SP-PSd'Az), la senatrice Lucrezia Maria Benedetta MANTOVANI (M5S), la deputata Francesca FLATI (M5S), i deputati Michele ANZALDI (IV) e Giorgio MULÈ (FI) e la senatrice Simona PERGREFFI (L-SP-PSd'Az).

  Il ministro Stefano PATUANELLI svolge quindi la replica.

  Il PRESIDENTE, dopo aver ringraziato il Ministro, dichiara chiusa la procedura informativa.

Sui lavori della Commissione.

  Il PRESIDENTE comunica che l'audizione dell'Amministratore delegato del Consiglio di amministrazione della RAI avrà luogo presumibilmente martedì 26 novembre dalle ore 12,30 alle ore 14.
  Informa inoltre di aver ricevuto ieri da parte del Segretario generale Cisl una lettera con cui pone all'attenzione della Commissione la condotta, ad avviso della Cisl, parziale di alcune trasmissione di approfondimento della RAI, in particolare di Rai Tre, nelle quali negli ultimi tempi sono stati invitati esclusivamente dirigenti di una sola sigla sindacale su temi come l'emergenza lavoro e l'attualità sociale.
  Nel reputare opportuna una verifica su quanto reso noto dal Segretario generale della Cisl, ritiene utile sottoporre la questione segnalata dalla Cisl all'attenzione dell'Amministratore delegato del CdA RAI al quale invierà una specifica richiesta informativa.

  Il deputato Michele ANZALDI (IV) coglie l'occasione per segnalare che insieme alla deputata Cantone ha investito della questione l'AGCOM.

  Il PRESIDENTE preannuncia infine che nelle prossime sedute potrà essere esaminata la delibera in materia di tribune politiche e trasmissioni elettorali per le elezioni che avranno luogo nelle regioni Calabria ed Emilia Romagna.

Sulla pubblicazione dei quesiti.

  Il PRESIDENTE comunica che sono pubblicati in allegato, ai sensi della risoluzione relativa all'esercizio della potestà di vigilanza della Commissione sulla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, approvata dalla Commissione il 18 marzo del 2015, i quesiti n. 131/748, n. 135/757 e n. 136/759), per i quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (vedi allegato).

  La seduta termina alle 11.25.

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - martedì 19 novembre 2019

ALLEGATO

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (N. 131/748, N. 135/757 E N. 136/759)

  GARNERO SANTANCHÈ, MOLLICONE. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.

  Premesso che:
   nel Tg1 della notte del 27 ottobre scorso, nel corso dello spazio dedicato alle elezioni regionali dell'Umbria, è stata diffusa una grafica che riportava una proiezione dei dati elettorali delle ore 00.35, con una copertura del campione del 43 per cento, in cui a Fratelli d'Italia si attribuiva il 4 per cento dei voti;
   si è trattato di un errore clamoroso e grave visto che a quell'ora la lista era in realtà accreditata dalla proiezione oltre l'11 per cento dei consensi;
   le precisazioni del giornalista in collegamento, non accompagnate da una correzione della grafica trasmessa, non hanno potuto rimediare alla diffusione di un'informazione errata e penalizzante per Fratelli d'Italia,
  si chiede di sapere
   sulla base di quali dati sia stata comunicata una proiezione che accreditava Fratelli d'Italia al 4 per cento dei consensi, a fronte di un dato corretto che superava il 10 per cento nonché del 10,4 per cento di voti poi effettivamente conseguiti;
   quali misure siano state adottate nei confronti dei responsabili della diffusione attraverso la principale testata giornalistica del servizio pubblico radiotelevisivo di un'informazione palesemente errata e fuorviante. (131/748)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto, occorre fare alcune precisazioni.
  In primo luogo è opportuno mettere in evidenza che la Direzione Marketing della Rai è responsabile – per la maggior parte degli eventi elettorali – del flusso di dati prodotti dagli istituti prescelti per il monitoraggio statistico (exit-poll e proiezioni) e tale responsabilità investe sia la validità dei numeri rilasciati, sia la correttezza dei tempi di rilascio rispetto alle esigenze editoriali. Il passaggio in grafica dei dati è invece sotto la responsabilità del CPTV Roma per le trasmissioni di Rete e della direzione Produzione per quanto concerne i TG.
  Tutto ciò premesso si evidenzia che nella serata di domenica 27 ottobre, a chiusura delle urne per le elezioni regionali in Umbria, non essendo stati attivati programmi di Rete, la grafica è stata realizzata sotto la responsabilità di Produzione News e delle Testate coinvolte.
  Il rilascio delle proiezioni delle singole liste a sostegno dei candidati è avvenuto a partire dalle ore 23:50 circa e la stima per Fratelli d'Italia è stata sempre maggiore o uguale al 10 per cento, quindi sostanzialmente corretta, al netto dell'errore statistico legato alla natura del dato che è una stima.
  Verificando le immagini del Tg1, il cartello grafico andato in onda alle 01:18 circa presenta effettivamente una serie di errori: non solo a Fratelli d'Italia viene attribuito un valore del 4,0 per cento invece del 10,0 per cento, ma il totale delle percentuali delle singole liste non è pari a 100, come ovviamente dovrebbe. In voce, tuttavia, il giornalista ha letto i dati corretti. Si è trattato quindi di un errore nell'inserimento dei dati nel cartello grafico andato in onda per alcuni secondi.

  Inoltre, si ritiene opportuno sottolineare che la Rai ha dato massima copertura all'evento elettorale in questione e ha fornito ai cittadini informazioni basate sia su exit poli che su proiezioni, mettendo in campo tutti i mezzi che vengono impiegati per i grandi eventi elettorali.
  Da ultimo si evidenzia che i due speciali tv dedicati alle elezioni in Umbria e realizzati da Tg3 e TgR hanno veicolato una sequenza di due exit-poll sui candidati, cinque proiezioni sui candidati e quattro proiezioni sulle liste, in cui è stata data chiara e corretta evidenza dei risultati di Fratelli d'Italia, così come delle altre principali forze politiche.

  AIROLA. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.

  Premesso che:
   si è appena conclusa la prima tappa del percorso di selezione musicale, destinato ai cantanti emergenti, per accedere alla sezione giovani del concorso canoro 70o Festival della Canzone Italiana di Sanremo organizzato e trasmesso dalla Rai – Radio Televisione Italiana S.p.A.;
   il regolamento del 17 settembre 2019 prevede una prima fase di selezione attraverso l'ascolto e la valutazione, da parte di una commissione musicale, di tutti i brani pervenuti all'organizzazione del Festival entro le ore 18:00 del giorno 16 ottobre 2019;
   sono stati presentati dalle diverse case discografiche 842 brani con relative schede degli artisti, audio, video e testo della canzone, nonché breve presentazione dell'artista e progetto artistico, con conseguente decisione di alzare il numero dei partecipanti alla fase successiva da 60 a 65;
   la divisione delle 65 potenziali «nuove proposte» vede 52 singoli (6 donne e 46 uomini) e 13 gruppi. Il Centro Italia è in testa con 23 partecipanti, Sud e Nord seguono a pari merito con 21 canzoni-artisti;
   la Commissione Musicale presieduta da Amadeus, direttore artistico del Festival di Sanremo 2020, è composta anche da Claudio Fasulo, Gianmarco Mazzi, Massimo Martelli e Leonardo De Amicis;
   tra i sessantacinque cantanti che hanno superato la selezione, sette provengono da Amici di Maria De Filippi, sei da X Factor (tra cui Leo Gassman, figlio dell'attore Alessandro), tre da The Voice ed una da Tu Si Que Vales (c’è anche il cantautore Filo Vals, figlio del produttore Pietro Valsecchi).

  Considerato inoltre che:
   appare oggettivamente impossibile immaginare che una commissione di sole 5 persone abbia potuto ascoltare e vedere circa 850 brani in soli tre giorni lavorativi;
   a ben vedere infatti, anche nel caso in cui la predetta Commissione avesse suddiviso i brani assegnandone 150 a ciascun membro, con una media di quattro minuti a brano, sarebbero occorsi 6000 minuti per l'audio più altri 6000 minuti per i video, equivalenti ad almeno 200 ore per giurato, per un totale minimo di 8 giorni lavorativi.

  Si chiede di sapere:
   se, alla luce di quanto esposto, sia intenzione dell'azienda intervenire per annullare questa selezione fortemente discriminatoria nei confronti delle donne che, pur rappresentando circa il cinquanta per cento degli artisti in gara, non hanno avuto alcuna considerazione in questa scelta palesemente esercitata in favore degli uomini;
   se, quantomeno, la Rai intenda esercitare le proprie prerogative istituzionali al fine di ottenere un'indagine puntuale in grado di chiarire in maniera chiara e definitiva le modalità di ascolto, da parte della commissione musicale, dei circa 850 brani in concorso in un tempo così breve, accertando conseguentemente la diligenza da parte dei cinque membri chiamati al compito di valutazione e scelta;

   se, infine, la Rai intenda accertare eventuali responsabilità nei confronti di coloro che abbiano commesso irregolarità a danno di numerosissimi giovani talenti già provati da un investimento importante necessario per la partecipazione al concorso, ed oggi delusi dalla totale mancanza di trasparenza di questa selezione pubblica organizzata e gestita dal principale ente televisivo italiano. (135/757)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto occorre innanzi tutto specificare che la selezione di «Sanremo Giovani» riguarda i giovani artisti che, superate le semifinali nel corso del programma Italia Sì – in onda su Rai 1 tra il 16 novembre e il 7 dicembre – accederanno alla finale del concorso prevista il 19 dicembre (diretta prime time su Rai 1). Dalla finale usciranno le cosiddette «nuove proposte», che parteciperanno al Festival di Sanremo 2020.
  Per quanto riguarda la decisione della commissione musicale presieduta da Amadeus di passare da 60 a 65 selezionati, tale incremento è semplicemente legato al fatto che è pervenuto un cospicuo numero di proposte di ottima qualità artistica.
  Sul tema dello sbilanciamento tra cast artistico maschile e femminile a favore degli uomini, questione che è stata un elemento ricorrente negli ultimi anni di Festival, si sottolinea che la scelta dei brani (quindi dei loro esecutori) è avvenuta utilizzando come unico criterio il giudizio della commissione sulla qualità del testo e della musica dei pezzi ascoltati. Naturalmente, nessun altro metodo di valutazione è stato considerato e tanto meno quello relativo al genere degli esecutori.
  Infine, sull'attività di ascolto e selezione della commissione musicale, occorre chiarire che ogni membro ha individualmente ascoltato e votato tutti gli 842 brani dei candidati iscritti, attraverso la piattaforma digitale sulla quale sono stati progressivamente caricati i brani tra il 17 settembre e il 17 ottobre.
  Ogni membro della commissione musicale ha avuto accesso autonomamente alla piattaforma e ha così svolto tutte le funzioni derivanti dal ruolo nel corso di un intero mese.
  La commissione musicale ha avuto quindi a disposizione 3 giorni per esaminare i dati risultanti dalla somma dei voti di ciascun commissario, prima del confronto e della valutazione assembleare, che è avvenuta il 21 ottobre e che ha decretato i 65 selezionati per le audizioni del 3 novembre.

  FORNARO. – Al Presidente e All'amministratore delegato della RAI.

  Premesso che:
   il catalogo multimediale delle Teche Rai, divenuto operativo nel novembre 1999, è l'archivio che custodisce il patrimonio digitalizzato dei programmi radiotelevisivi della Rai. Dall'inizio della sua attività, l'alimentazione del catalogo è stata esternalizzata, mentre il mero controllo della qualità è rimasto riservato alla struttura Rai Teche;
   il catalogo multimediale assolve soprattutto una funzione produttiva interna alla Rai: dalla realizzazione dei servizi di telegiornali e giornali radio (grazie alla disponibilità immediata di materiale di repertorio), alla produzione di programmi costruiti interamente con brani d'archivio, dall'alimentazione dei palinsesti dei canali tematici, alla realizzazione di documentari, fino alla commercializzazione dei diritti di sfruttamento e utilizzazione delle immagini sportive attraverso accordi stipulati da Teche con le società calcistiche, invalsa sino al 2014 (dal 2015 i diritti li gestisce RAI Com). Il complesso degli obiettivi suddetti implica che l'attività di documentazione e catalogazione multimediale del materiale Rai abbia cadenza quotidiana;
   l'esternalizzazione del servizio di documentazione multimediale è messa in opera dalla Rai tramite gare d'appalto il cui criterio di aggiudicazione è dettato in via esclusiva dal maggior ribasso del
prezzo di offerta, finendo per assimilare i lavoratori al rango di semplici addetti a una catena di montaggio;
   a fronte dei requisiti professionali stabiliti dai capitolati tecnici, il personale impiegato dalle ditte aggiudicatarie è sempre lo stesso: l'esperienza richiesta di almeno 24 mesi in attività di catalogazione, archiviazione e documentazione elettronica di contenuti multimediali (estesa a 5 anni per i non laureati nell'appalto in corso d'opera) porta il fornitore a rivolgersi almeno ad una parte del personale in esercizio nell'appalto precedente a quello aggiudicato, senza tuttavia avere obblighi di sorta sulla continuità formale della prestazione;
   l'esito complessivo, per una platea di lavoratori con più di dieci anni di esperienza, è quello di eseguire negli anni l'identica prestazione per il medesimo committente pubblico – documentare e catalogare i programmi Rai per le Teche Rai – alle dipendenze di diverse società e sulla base di contratti, normative di riferimento e retribuzioni tutte differenti;
   per circa 16 anni, dal luglio 2002 al maggio 2018, il personale è stato sistematicamente inquadrato con contratti di co.co.co e co.co.pro. e retribuito a cottimo puro, avendo come CCNL di riferimento il Multiservizi. I lavoratori attualmente in attività sono in parte in somministrazione presso il fornitore con il CCNL del CED (Centro Elaborazione Dati), a tempo determinato e in regime di part-time; in altra parte sono assunti presso un altro fornitore con il CCNL del Commercio e sempre a tempo determinato; in altra parte ancora lavorano con contratti co.co.pro e con ritenute d'acconto.

  Si chiede di sapere:
   quale posizione intenda assumere la Rai su tale categoria di lavoratori, di essenziale importanza per l'implementazione della memoria storica della Rai, sulla gestione dell'affidamento del sistema di archiviazione e sull'esecuzione stessa dell'appalto;
   se non ritengano necessario che venga condotta una puntuale verifica di legittimità per appurare eventuali violazioni delle norme sugli affidamenti dei concessionari del servizio pubblico, tenuto conto che gli unici interni che attualmente svolgono attività di documentazione e catalogazione dei programmi Rai sono i giornalisti delle redazioni della TGR di quattro regioni: Basilicata, Calabria, Campania e Umbria;
   infine, se non si ritenga necessaria una verifica di legittimità nella modalità esecutiva dell'appalto sul rispetto delle disposizioni di legge relative agli oneri del concessionario del servizio pubblico, in riferimento agli obblighi di conservazione degli archivi storici radiofonici e televisivi, previsti dalla legge 3 maggio 2004, n. 112, cosiddetta Legge Gasparri, e dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, decreto legislativo n. 42 del 2004.
(136/759)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto occorre innanzi tutto precisare che la scelta di esternalizzare l'attività di documentazione del materiale audiovisivo della Rai risale alla fine degli anni Novanta, quando venne creata la Direzione Teche: dopo aver vagliato numerose alternative, si giunse alla conclusione che appaltare all'esterno l'attività di documentazione e archiviazione avrebbe garantito migliori risultati in termini di tempestività, di qualità ed in ultimo di economicità della documentazione stessa.
  All'interno dell'azienda vengono svolte attività relative alla definizione dei criteri archivistici e dei flussi informatici, che garantiscono le comunicazioni con le società aggiudicatarie delle varie commesse in quanto vincitrici di gare pubbliche; viene altresì svolto il controllo della qualità delle lavorazioni realizzate in esterno.
  La Rai, e la Direzione Teche in particolare, hanno sempre dedicato la massima attenzione al tema della qualità della documentazione,
sia per dare a tutti i cittadini la possibilità di ricercare facilmente i materiali di repertorio, sia per garantire la conservazione e la valorizzazione della testimonianza audiovisiva della storia del Paese.
  Attualmente ogni anno vengono documentate circa 90.000 ore di prodotto radiotelevisivo. Occorre puntualizzare che l'attività di documentazione viene svolta in alcune sedi regionali dell'Azienda da personale impiegatizio coadiuvato da colleghi della direzione Teche, che svolgono quotidianamente il controllo della qualità delle lavorazioni effettuate esternamente. Infine, per quanto attiene alle modalità esecutive dell'appalto, si sottolinea che la procedura aperta relativa all'affidamento di servizi di catalogazione, archiviazione e documentazione elettronica di contenuti multimediali della programmazione radiotelevisiva della Rai è stata indetta nel luglio 2015 ed è stata suddivisa in 5 lotti – con la possibilità per i concorrenti di aggiudicarsi al massimo due lotti – al fine di garantire la massima partecipazione e apertura alla concorrenza.
  La procedura si è svolta nel rigoroso rispetto della normativa ratione temporis applicabile: segnatamente il decreto legislativo n. 163 del 2006 allora vigente, come d'altronde è risultato confermato anche dall'esito definitivo, favorevole per Rai, dei contenziosi instaurati da alcuni fornitori (principalmente i fornitori «uscenti» del servizio). In particolare, da ultimo, con sentenza n. 6188 in data 31 ottobre 2018 il Consiglio di Stato ha confermato la piena legittimità dell'operato di Rai.
  Con specifico riferimento al criterio di aggiudicazione dell'appalto, si sottolinea che il criterio del minor prezzo è stato utilizzato da Rai, in conformità a quanto previsto sia dall'articolo 81 sia dall'articolo 82 del richiamato decreto legislativo n. 163 del 2006 ed in linea con i relativi consolidati orientamenti giurisprudenziali a mente dei quali la scelta del criterio più idoneo per l'aggiudicazione di un appalto costituisce espressione tipica della discrezionalità amministrativa e, in quanto tale, è sottratto al sindacato del giudice amministrativo eccettuati i casi in cui, in relazione alla natura e all'oggetto del contratto, detta scelta non sia manifestamente illogica o basata sul travisamento dei fatti. Peraltro, il servizio di cui si discute nel caso di specie, per quanto estremamente «centrale» per la concessionaria pubblica, presenta caratteristiche di indubbia standardizzazione e ripetitività che rendono inappropriata l'applicazione di criteri di carattere qualitativo per l'individuazione della miglior offerta.