XIII Commissione
Agricoltura
Agricoltura (XIII)
Commissione XIII (Agricoltura)
Comm. XIII
Sulla pubblicità dei lavori ... 288
7-00292 Benedetti, 7-00298 Cenni, 7-00314 Gagnarli, 7-00328 Caretta e 7-00331 Nevi: Iniziative concernenti l'uso agricolo dei prodotti derivati dalla cannabis sativa (Seguito discussione congiunta e conclusione – Approvazione delle risoluzioni Benedetti-Cenni-Gagnarli n. 8-00050 e Caretta n. 7-00328 – Reiezione della risoluzione Nevi n. 7-00331) ... 288
ALLEGATO 1 (Proposta di risoluzione unitaria) ... 295
ALLEGATO 2 (Risoluzione unitaria approvata dalla Commissione) ... 298
7-00325 Incerti, 7-00335 Maglione, 7-00345 Luca De Carlo, 7-00355 Golinelli, 7-00361 Gadda e 7-00366 Spena: Iniziative a tutela del comparto agroalimentare a fronte dell'aumento dei dazi doganali deliberato dalle autorità statunitensi (Seguito discussione congiunta e conclusione – Approvazione risoluzione n. 8-00051) ... 291
ALLEGATO 3 (Proposta di risoluzione unitaria) ... 301
ALLEGATO 4 (Risoluzione unitaria approvata dalla Commissione) ... 304
RISOLUZIONI
Giovedì 14 novembre 2019. — Presidenza del presidente Filippo GALLINELLA. — Interviene il Sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe L'Abbate.
Sulla pubblicità dei lavori.
Filippo GALLINELLA, presidente, comunica che il gruppo M5S, il gruppo PD e il gruppo Italia Viva hanno chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
La seduta comincia alle 9.10.
7-00292 Benedetti, 7-00298 Cenni, 7-00314 Gagnarli, 7-00328 Caretta e 7-00331 Nevi: Iniziative concernenti l'uso agricolo dei prodotti derivati dalla cannabis sativa.
(Seguito discussione congiunta e conclusione – Approvazione delle risoluzioni Benedetti-Cenni-Gagnarli n. 8-00050 e Caretta n. 7-00328 – Reiezione della risoluzione Nevi n. 7-00331).
La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni, rinviata nella seduta del 15 ottobre 2019.
Filippo GALLINELLA, presidente, ricorda che, nella seduta di martedì 15 ottobre 2019, la Commissione ha svolto un ciclo di audizioni, durante il quale sono stati auditi rappresentanti delle associazioni del settore, delle organizzazioni agricole, esperti della materia e rappresentanti della Direzione generale per l'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute.
Avverte che le prime firmatarie delle risoluzioni 7-00292 Benedetti, 7-00298 Cenni e 7-00314 Gagnarli hanno predisposto una risoluzione unitaria, la cui ultima versione è stata inviata a tutti i componenti della Commissione (vedi allegato 1).
Susanna CENNI (PD) esprime, preliminarmente, soddisfazione per il complesso e proficuo lavoro svolto dalla Commissione sul tema oggetto delle risoluzioni in esame. Sottolinea che da parte di tutti i gruppi, indipendentemente dall'orientamento di ciascuno in fase di votazione, vi è stata la volontà di separare con nettezza la partita, prettamente agricola, destinata alla filiera alimentare e industriale, da altre questioni che riguardano la cannabis e che hanno generato, ad avviso di molti, elementi di confusione e di incertezza.
Evidenzia che nel corso delle audizioni dei rappresentanti delle filiere già avviate nel settore, che presenta grandi potenzialità, sono emerse delle criticità che sono oggetto di specifici impegni contenuti nel testo della risoluzione unitaria.
Illustra quindi, anche a nome delle colleghe Benedetti e Gagnarli, i contenuti della proposta di risoluzione inviata ai colleghi nella giornata di ieri, facendo presente che, rispetto a tale versione, le presentatrici hanno ravvisato l'opportunità di una modifica nella formulazione dell'impegno di cui alla lettera h), numero 3), nei seguenti termini: «favorire la costituzione di un tavolo di filiera per consentire lo sviluppo di intese destinate, tra l'altro, alla creazione di distretti ed esperienze che si specializzino nella lavorazione della canapa destinata alle diverse produzioni alimentari, tessile tessili, edile e della bioingegneria». Ciò allo scopo di rendere più efficace l'impegno rivolto al Governo in merito alla costituzione di un tavolo di filiera necessario per favorire il lavoro che gli operatori stanno già cercando di portare avanti in tale settore (vedi allegato 2).
Il sottosegretario Giuseppe L'ABBATE esprime parere favorevole sulla nuova formulazione della proposta di risoluzione unitaria degli atti d'indirizzo 7-00292 Benedetti, 7-00298 Cenni e 7-00314 Gagnarli.
Con riferimento alla risoluzione Caretta n. 7-00328 esprime parere favorevole sul secondo impegno, mentre esprime parere contrario sul primo impegno.
In relazione alla risoluzione Nevi n. 7-00331, esprime parere favorevole sul primo impegno, a condizione che sia riformulato sopprimendo le parole: «, secondo modalità che escludano i prodotti a base di infiorescenze fresche ed essiccate», altrimenti esprimendo parere contrario. Formula, inoltre, un parere favorevole sul secondo impegno, a condizione che sia riformulato negli stessi termini di cui alla lettera g) della nuova formulazione della risoluzione unitaria Benedetti 7-00292, Cenni 7-00298 e Gagnarli 7-00314, altrimenti esprimendo parere contrario.
Maria Cristina CARETTA (FDI), sottolineato che la materia affrontata dalle risoluzioni in discussione riguarda l'utilizzo della cannabis sativa in agricoltura, dichiara di non comprendere le motivazioni per il quali il Governo ha espresso parere contrario sul primo impegno dell'atto d'indirizzo a sua prima firma.
Ritiene, inoltre, necessario che si specifichi a quali prodotti si intenda fare riferimento con l'impegno contenuto nella lettera e) della proposta risoluzione unitaria, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, che concerne l'opportunità di richiedere nelle opportune sedi unionali, una modifica dell'attuale classificazione dei Novel Food attualmente contenuta nella lista Belfrit al fine di prevedere l'inclusione delle infiorescenze di canapa per la preparazione di prodotti. A suo avviso, infatti, l'utilizzo della cannabis sativa in agricoltura non concerne i prodotti alimentari.
Esprime poi ferma contrarietà all'impegno formulato nella lettera f) della proposta di risoluzione unitaria con il quale si sollecita il Governo a procedere con urgenza all'emanazione del decreto ministeriale di attuazione del decreto legislativo n. 75 del 21 maggio 2018 relativamente all'elenco delle piante officinali, allo scopo di includervi la cannabis sativa, ritenendo, tra l'altro, che anche tale impegno faccia riferimento ad un utilizzo della canapa non riconducibile all'uso agricolo.
Ribadisce, pertanto, che il gruppo Fratelli d'Italia è nettamente contrario all'utilizzo delle infiorescenze derivanti dalla cannabis sativa nella preparazione di alimenti e alla sua inclusione tra le piante officinali, mentre è favorevole all'utilizzo della canapa in senso propriamente agricolo. Ritiene, inoltre, che l'espressione di un parere favorevole da parte del rappresentante del Governo su tali due impegni si ponga in contrasto con l'articolo 32 della Costituzione, che impone allo Stato di tutelare il diritto alla salute dei cittadini e che non tenga conto delle osservazioni svolte dalla rappresentante della Direzione generale per l'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute in audizione.
Il sottosegretario Giuseppe L'ABBATE chiarisce di avere espresso parere contrario sul primo impegno della risoluzione a prima firma Caretta in quanto il riferimento all’«assenza genetica di THC» in esso contenuto è privo di senso dal punto di vista scientifico.
Precisa che l'uso alimentare delle infiorescenze è attualmente vietato e che, pertanto, l'unico strumento da attivare è quello di avviare una procedura Novel Food a livello europeo, in relazione alla quale il Governo ha quindi espresso parere favorevole.
Chiarisce poi che l'impegno formulato nella lettera f) del dispositivo della risoluzione unitaria, sul quale ha espresso parere favorevole, si riferisce all'inclusione della cannabis sativa tra le piante officinali dal punto di vista botanico e che il decreto legislativo n. 75 del 2018, al quale si chiede di dare attuazione, rinvia, quanto agli usi, alle disposizioni di cui alla legge n. 242 del 2016. Ribadisce, quindi, che non vi è alcuna possibilità di utilizzare le infiorescenze di canapa a scopi alimentari, restando immutato il quadro normativo di riferimento.
Maria Cristina CARETTA (FDI) ribadisce, proprio in considerazione delle precisazioni rese dal sottosegretario, di non comprendere le ragioni per le quali, nonostante il divieto di utilizzare le infiorescenze derivanti dalla cannabis sativa nei prodotti alimentari, il Governo si sia dichiarato favorevole ad un impegno che sembra andare nella direzione opposta.
In relazione poi all'inclusione della cannabis sativa tra le piante officinali, rammenta che il suo gruppo aveva richiesto di audire un esperto in materia, ma che, tuttavia, a tale richiesta non è stato dato seguito.
In conclusione, chiede che la sua risoluzione sia votata per parti separate, procedendo distintamente alla votazione del primo impegno sul quale il parere del Governo è contrario.
Anna Lisa BARONI (FI), in qualità di cofirmataria della risoluzione a prima firma Nevi, dichiara di non accettare le riformulazioni proposte dal Governo.
Filippo GALLINELLA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione la nuova formulazione della proposta di risoluzione unitaria (vedi allegato 2).
La Commissione approva la nuova formulazione della proposta di risoluzione unitaria Benedetti 7-00292, Cenni 7-00298 e Gagnarli 7-00314, che assume il numero 8-00050 (vedi allegato 2).
Filippo GALLINELLA, presidente, pone in votazione dapprima le premesse – per le parti che non risultano precluse o assorbite dall'approvazione della risoluzione unitaria – e il secondo impegno della risoluzione 7-00328 Caretta, e successivamente il secondo impegno.
La Commissione, con distinte votazioni, approva le premesse e il secondo impegno della risoluzione Caretta 7-00328, indi respinge il primo impegno.
Filippo GALLINELLA, presidente, pone in votazione, per le parti che non risultano precluse o assorbite dall'approvazione della risoluzione unitaria 8-00050 Benedetti-Cenni-Gagnarli e della risoluzione Caretta 7-00328, la risoluzione Nevi 7-00331, sulla quale il Governo ha espresso parere contrario.
La Commissione respinge la risoluzione Nevi 7-00331.
7-00325 Incerti, 7-00335 Maglione, 7-00345 Luca De Carlo, 7-00355 Golinelli, 7-00361 Gadda e 7-00366 Spena: Iniziative a tutela del comparto agroalimentare a fronte dell'aumento dei dazi doganali deliberato dalle autorità statunitensi.
(Seguito discussione congiunta e conclusione – Approvazione risoluzione n. 8-00051).
La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni rinviata nella seduta del 12 novembre 2019.
Filippo GALLINELLA, presidente, avverte che i primi firmatari delle risoluzioni hanno predisposto una risoluzione unitaria.
Antonella INCERTI (PD) illustra, anche a nome dei presentatori degli atti d'indirizzo in discussione, una proposta di risoluzione unitaria nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Il sottosegretario Giuseppe L'ABBATE esprime parere favorevole sulle premesse, nonché sugli impegni contenuti nelle lettere a), b), c) e d).
Esprime parere favorevole sull'impegno di cui alla lettera e), a condizione che sia riformulato nei seguenti termini: «a sostenere, presso le competenti sedi dell'Unione Europea, il mantenimento dell'atteggiamento a favore di un negoziato nell'ambito del contenzioso Airbus/Boeing, al fine di evitare l'innescarsi di una pericolosa spirale protezionistica di dazi che danneggi i produttori agroalimentari italiani».
Esprime parere favorevole sull'impegno contenuto alla lettera f), mentre esprime parere favorevole sull'impegno di cui alla lettera g), a condizione che sia riformulato nei seguenti termini: «a continuare a manifestare interesse per l'adeguato finanziamento delle misure di promozione dei prodotti agroalimentari sui mercati esteri previste dal Reg. 1144 del 2014, prevedendo ove necessario, anche specifiche ed ulteriori risorse, da destinare al rafforzamento, tra l'altro, delle imprese italiane nel mercato statunitense e negli ulteriori mercati emergenti».
Esprime infine parere favorevole sui restanti impegni.
Anna Lisa BARONI (FI) giudica del tutto inappropriata, nel contesto di un atto d'indirizzo parlamentare, la riformulazione proposta dal sottosegretario all'impegno di cui alla lettera e) nella parte in cui impegna il Governo a sostenere, presso le competenti sedi dell'Unione Europea, il mantenimento «dell'atteggiamento» a favore di un negoziato nell'ambito del contenzioso Airbus/Boeing. Ritiene infatti che occorra, molto più opportunamente, fare riferimento al mantenimento di una «posizione», dal momento che un'autorità non esprime atteggiamenti, bensì posizioni che si estrinsecano in documenti di carattere ufficiale. Invita, pertanto, il Governo a riconsiderare in tal senso la riformulazione proposta alla lettera e) del dispositivo.
Antonella INCERTI (PD) si associa alla richiesta avanzata dalla collega Baroni, ritenendo appropriato fare riferimento al mantenimento di una «posizione» da parte del Governo, piuttosto che di un «atteggiamento».
Il sottosegretario Giuseppe L'ABBATE, accogliendo la proposta avanzata dall'onorevole Baroni e dall'onorevole Incerti, riconsidera la riformulazione proposta della lettera e) nel senso di sostituire le parole «dell'atteggiamento» con la parola «della posizione».
Antonella INCERTI (PD) intervenendo anche a nome dei presentatori degli altri atti d'indirizzo, accetta le riformulazioni proposte dal Governo.
Esprime un ringraziamento a tutti i gruppi per l'importante lavoro svolto che ha consentito di pervenire, al di là delle diversità di opinione registratesi su singoli aspetti, alla stesura di una proposta di risoluzione unitaria, che giudica un segnale molto importante da parte della Commissione.
Sottolinea che l'atto d'indirizzo unitario pone l'accento, in sostanza, sulla necessità di sostenere le filiere più colpite dall'aumento dei dazi doganali deliberati dalle autorità statunitensi, alla necessità di salvaguardare il made in Italy e di disporre maggiore investimenti nella promozione del settore agroalimentare italiano.
Evidenzia, inoltre, che la proposta di risoluzione unitaria rimarca il fatto che l'export è un elemento di grande traino per l'economia del Paese, che va sostenuto, tenuto conto anche del fatto che l'Italia che subisce ancora gravi rallentamenti sulla domanda interna.
Riconosciuta la complessità delle relazioni commerciali a livello internazionale, l'atto d'indirizzo ribadisce inoltre che il protezionismo, nelle sue diverse manifestazioni, può essere un ostacolo al commercio e al libero scambio.
Ritiene che, al di là della necessità di sostenere la vendita dei prodotti italiani in ambito europeo, occorre sollecitare l'Unione europea affinché, con gli strumenti che sono già a sua disposizione, acceleri, o avvii, i negoziati con Paesi terzi per aprire nuovi mercati, alternativi a quelli sui quali vengono imposti i dazi.
Guglielmo GOLINELLI (LEGA) manifesta apprezzamento per la convergenza di tutti i gruppi su una risoluzione unitaria che affronta un problema che non ha colore politico, considerato che l'obiettivo di tutte le forze parlamentari è tutelare i produttori agricoli italiani per evitare che subiscano danni ancora più rilevanti di quelli economici, derivanti dall'applicazione dall'aumento dei dazi doganali negli Stati Uniti.
Evidenzia che, a suo avviso, il comportamento scorretto è stato posto in essere, in primo luogo, dall'Unione Europea, come si evince dal fatto che il WTO ho autorizzato l'imposizione delle misure protezionistiche da parte degli USA nell'ambito di una disputa legale aperta da Boeing contro il consorzio Airbus, accusato di aver ricevuto sussidi illeciti da parte dell'Unione europea e di alcuni Stati membri. Ritiene, quindi, che di tale comportamento scorretto l'Italia dovrebbe chiedere conto all'Unione europea.
Sottolinea che, come si è registrato a seguito dell'embargo russo, i prodotti agricoli, essendo beni a domanda rigida, a fronte ad una minima variazione della domanda subiscono enormi variazioni sui prezzi al consumo. Rileva, dunque, l'urgenza di adottare modelli economici idonei a valutare gli effetti dell'aumento dei dazi, nonché di predisporre misure atte a mitigare tali effetti attraverso una forte promozione dei prodotti italiani sia sul mercato americano, dove inevitabilmente, con l'aumento del 20-30 per cento del prezzo di vendita, si registrerà un considerevole calo degli acquisti, sia sui mercati diversi da quello americano.
Occorre, infatti, a suo avviso, differenziare la vendita dei prodotti italiani sul mercato internazionale e rafforzare la posizione dell'Italia, ad esempio, sui mercati emergenti del Sud-est asiatico o del mercato arabo.
Si sofferma, infine, sulle pesanti ricadute sul settore dell'ortofrutta per il quale, come è accaduto in occasione dell'embargo russo, le variazioni di prezzo hanno già determinato enormi difficoltà ad alcune filiere, in particolare quella della pesca e della pera che avevano un canale diretto sul mercato russo. Considerato poi che la situazione si è ulteriormente aggravata negli ultimi anni a causa dei danni provocati dalla cimice asiatica, reputa necessario adottare dei modelli economici per prevenire tali conseguenze e predisporre strategie da applicare su altri mercati.
Anna Lisa BARONI (FI) esprime un plauso per la predisposizione di una risoluzione unitaria su un tema estremamente rilevante, come quello dei dazi.
Evidenzia che l'atto d'indirizzo unitario mette in luce sia la necessità di assumere iniziative di carattere politico nei confronti dell'Unione europea, affinché si arrivi a una soluzione di carattere politico con le autorità americane, sia l'esigenza di predisporre misure tecniche volte a compensare i gravi danni che i dazi possono determinare al comparto agroalimentare.
Svolgendo una considerazione di carattere personale, osserva che la risoluzione unitaria che la Commissione si appresta ad approvare, rappresenta un documento di straordinaria importanza per il settore dell'industria agroalimentare, per il quale l'Italia è tra i primi al mondo.
Reputa, pertanto, utile che il presidente della Commissione assuma un'iniziativa di carattere comunicativo per dare maggiore visibilità al pregevole lavoro svolto sulla risoluzione in discussione, come in altre circostanze, dalla Commissione. Rileva, infatti, che raramente, purtroppo, i cittadini sono messi nelle condizioni di conoscere il contributo positivo che viene dato dal Parlamento, attraverso l'approvazione di specifici atti parlamentari, sul piano della tutela dei loro diritti.
Filippo GALLINELLA, presidente, assicura che si farà promotore di un'iniziativa che vada nella direzione auspicata dall'onorevole Baroni.
Gian Pietro DAL MORO (PD) esprime la soddisfazione del gruppo Partito Democratico per la convergenza di tutte le forze parlamentari su una risoluzione unitaria sul tema dei dazi.
Ritiene che la discussione degli atti d'indirizzo in oggetto abbia fornito a tutti l'occasione per acquisire maggiore consapevolezza sul complesso meccanismo alla base del funzionamento di tale misura protezionistica e sugli effetti che da essa discendono.
Richiamati i fatti per i quali è sorta la disputa legale tra Boeing e Airbus e l'asserita estraneità dell'Italia a tale vicenda, ricorda che molte delle tecnologie montate sugli aerei del consorzio Airbus sono prodotti da aziende italiane. Fa presente, inoltre, che, sempre nell'ambito dell’affaire Airbus/Boeing, l'Unione europea ha presentato, a sua volta, un ricorso al WTO, all'esito del quale, in base alle fonti a sua disposizione, l'Unione europea sarà autorizzata ad applicare dazi su determinati prodotti americani, anche in misura notevolmente superiore a quella deliberata dalle autorità statunitensi, in una «guerra infinita» che non arreca vantaggio a nessuno. Occorre, a suo avviso, tenere presente, infatti, che in un'economia globale le aziende non si possono difendere alzando barriere protezionistiche.
Reputa estremamente positivo che nella proposta di risoluzione unitaria sia stato posto l'accento sul tema della promozione del made in Italy nel suo complesso, perché, se è vero che la vicenda dei dazi americani intacca principalmente alcuni prodotti, quali il parmigiano reggiano e il pecorino, ai fini dell'efficacia delle politiche di promozione occorrono delle operazioni di sistema. In ordine alle politiche di promozione, osserva peraltro, che il Partito Democratico sta esaminando alcune misure che proporrà di inserire nel disegno di legge di bilancio.
Ribadisce, quindi, la necessità di intervenire con una programmazione costante nel tempo, anche dal punto di vista logistico, sul marchio e sulla distribuzione, sottolineando che la promozione del singolo prodotto esaurisce i propri effetti in brevissimo tempo.
Pasquale MAGLIONE (M5S) ringrazia i colleghi per il contributo offerto al fine di addivenire ad una sintesi condivisa dei contenuti della risoluzione che permette alla Commissione agricoltura di esprimersi con una posizione unitaria, che tiene conto anche delle osservazioni dei numerosi soggetti auditi.
Esprime una valutazione positiva delle iniziative già intraprese dall'ICE, per il tramite del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, allo scopo di favorire la promozione della vendita dei prodotti agroalimentari italiani in altri mercati, alternativi a quello statunitense, fronteggiando così l'impatto negativo derivante dall'aumento dei dazi praticato dalle autorità statunitensi.
Concorda con il collega Dal Moro sulla necessità di evitare di assumere posizioni incentrate esclusivamente sulla difesa del confine nazionale, che priverebbero l'Italia di una prospettiva di futuro. Ritiene, invece, necessario attivarsi in sede europea affinché l'Unione sostenga il Paese nella delicata fase di superamento delle difficoltà derivanti dalla politica protezionistica americana.
Condividendo, inoltre, la proposta avanzata dalla collega Baroni, invita il presidente della Commissione a farsi promotore di un'iniziativa di carattere comunicativo volta a promuovere la conoscenza all'esterno delle aule parlamentari dell'importante svolto dalla Commissione a favore del comparto agroalimentare nazionale con la risoluzione unitaria in oggetto.
La Commissione approva la nuova formulazione della proposta di risoluzione unitaria, che assume il numero 8-00051 (vedi allegato 4).
La seduta termina alle 9.50.
ALLEGATO 1
Risoluzioni 7-00292 Benedetti, 7-00298 Cenni e 7-00314 Gagnarli: Iniziative concernenti l'uso agricolo dei prodotti derivati dalla cannabis sativa.
PROPOSTA DI RISOLUZIONE UNITARIA
La XIII Commissione,
premesso che:
la canapa è una coltura tradizionale tipica del nostro Paese: fino alla metà del secolo l'Italia era infatti il secondo produttore mondiale dopo la Russia con 100 mila ettari seminati e un milione di quintali prodotti;
nel 2016 il Parlamento ha approvato la legge n. 242 che reca tra le proprie finalità «il sostegno e la promozione della coltivazione e della filiera della canapa (Cannabis sativa L.), quale coltura in grado di contribuire alla riduzione dell'impatto ambientale in agricoltura, alla riduzione del consumo dei suoli e della desertificazione e alla perdita di biodiversità, nonché come coltura da impiegare quale possibile sostituto di colture eccedentarie e come coltura da rotazione»;
a seguito della nuova normativa, la coltivazione di canapa, dopo decenni di abbandono, ha registrato una crescita esponenziale nel nostro Paese: negli ultimi tre anni la superficie coltivata è passata da 950 a 3 mila ettari coinvolgendo centinaia di aziende-agricole;
secondo quanto previsto dal suo articolo 1, comma 2, la legge n. 242 del 2016 «si applica alle coltivazioni di canapa delle varietà ammesse iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole, ai sensi dell'articolo 17 della direttiva 2002/53/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002». Tuttavia, non sono previste definizioni che specifichino quale tipo di coltivazione sia ammessa, ad esempio in pieno campo e/o in serra, o quale metodo di moltiplicazione sia consentito;
con sentenza dello scorso 30 maggio, la Corte di Cassazione ha stabilito che «la cessione, la vendita, e in genere la commercializzazione al pubblico dei derivati della coltivazione della cannabis sativa L., quali foglie, inflorescenze, olio, resina, sono condotte che integrano il reato di cui all'articolo 73, del d.P.R. n. 309 del 1990, anche a fronte di un contenuto di THC inferiore ai valori indicati dall'articolo 4, commi 5 e 7 della legge n. 242 del 2016, salvo che tali derivati siano, in concreto, privi di ogni efficacia drogante o psicotropa, secondo il principio di offensività»;
tale pronuncia, al di là del merito giuridico, sta creando forte preoccupazione in tutto il settore, in particolare in chi commercia prodotti in canapa;
rilevato che:
ancorché la legge n. 242 del 2016 disciplini la coltivazione della canapa al fine di promuoverne la filiera agroindustriale, senza alcun riferimento ad aspetti ricreativi o terapeutici, alla luce della sentenza succitata, è pertanto indispensabile, anche al fine di non sminuire le finalità dell'impianto normativo, disciplinare la cessione, da parte degli agricoltori, di biomassa di canapa a fini estrattivi;
sarebbe altresì utile la determinazione di specifici codici doganali per ogni macro categoria di prodotto derivante dalla canapa come previsto dall'articolo 189 del Regolamento (UE) n. 1308/2013;
è inoltre improcrastinabile l'avvio di un tavolo tecnico di coordinamento interministeriale, auspicabilmente su iniziativa del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, che coinvolga il Ministero della salute, quello dell'interno, della giustizia e dello sviluppo economico allo scopo di approfondire congiuntamente tutte le tematiche legate agli usi alimentari, cosmetici e commerciali della canapa industriale, con la finalità di dare contenuti anche in termini di certezza ed unitarietà di azione all'intento del legislatore del 2016 di incrementare e sviluppare la coltivazione di questa pianta;
altresì indispensabile è l'istituzione del tavolo di filiera, attualmente non previsto dalla legge n. 242 del 2016. Tale tavolo, come avviene per altre colture, dovrebbe avere il compito di definire le attività da intraprendere per il sostegno del settore, a partire da un'analisi del comparto che ne metta in luce le potenzialità e i punti di debolezza, individuando le linee di ricerca che risulta più urgente perseguire, favorendo lo scambio di informazioni di natura tecnica e scientifica e indirizzando al contempo l'utilizzo delle risorse a disposizione;
in particolare, l'attivazione della filiera alimentare, con la produzione di semi, farina e olio, particolarmente interessante per gli agricoltori/trasformatori che realizzerebbero a prezzi remunerativi un prodotto molto ricercato dal mercato e il cui approvvigionamento avviene attualmente principalmente attraverso l'importazione, necessita di chiarezza normativa allo scopo di permettere, da un lato, al produttore di operare in piena sicurezza e, dall'altro lato, al consumatore di acquistare un prodotto salubre e sicuro. A questo proposito, l'articolo 5 della legge n. 242 del 2016 sancisce che «con decreto del Ministro della salute, da adottare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definiti i livelli massimi di residui di THC ammessi negli alimenti»;
rilevato altresì che:
ad oggi non risultano destinate risorse al settore della canapicoltura, nonostante siano previste dall'articolo 6 della legge n. 242 del 2016, che reca norme per incentivare la filiera della canapa, in particolare per favorire il miglioramento delle condizioni di produzione e trasformazione nonché il finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo per la produzione e i processi di prima trasformazione, finalizzati prioritariamente alla ricostituzione del patrimonio genetico e all'individuazione di corretti processi di meccanizzazione. Al fine di rendere adeguatamente remunerativa l'attività di coltivazione per gli agricoltori in ogni territorio, gli impianti di trasformazione sono le infrastrutture necessarie per incentivare la filiera;
con riferimento alle piante officinali, il decreto legislativo 21 maggio 2018, n. 75, dispone che l'elenco delle specie di piante officinali coltivate sia stabilito con decreto interministeriale previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, al quale è rinviata anche la disciplina dell'attività di raccolta e prima trasformazione delle specie di piante officinali spontanee e delle specie e delle varietà da conservazione o in via di estinzione;
al fine di incentivare la creazione di nuove varietà di canapa adatte alle condizioni climatiche italiane è, infine, indispensabile permettere alle aziende sementiere, alle aziende florovivaistiche e agli enti pubblici di ricerca, di poter selezionare nuove varietà di canapa e procedere alla registrazione di tali nuove varietà ai sensi del decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali 5 aprile 2011,
impegna il Governo:
a) a disciplinare la cessione di biomassa essiccata, trinciata o pellettizzata composta dall'intera pianta di canapa o di sue parti, identificabili o che, nel complesso, ne consentono l'identificabilità nello stato stabilizzato di presentazione – biomassa essiccata, trinciata o pellettizzata con tenore di THC non eccedente lo 0,2 per cento – per la fornitura ad imprese attive nei settori quali farmaceutico, alimentare, cosmetico e manifatturiero nel rispetto della disciplina vigente in ciascun settore;
b) a definire, con urgenza, con decreto del Ministero della salute, i livelli massimi di residui di Thc ammessi negli alimenti, così come previsto all'articolo 5 della legge n. 242 del 2016, ponendo così fine ai margini di incertezza per un compiuto inquadramento della tematica;
c) a predisporre specifici codici doganali, anche alla luce dell'articolo 189 del Regolamento UE n. 1308/2013, per ogni macro categoria di prodotto derivante dalla canapa;
d) a valutare la possibilità di sostenere in ambito comunitario la proposta di innalzamento del limite del contenuto di THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) nelle coltivazioni di canapa dallo 0,2 per cento allo 0,3 per cento, anche al fine di permettere la lavorazione di un numero molto di più significativo di varietà;
e) a valutare l'opportunità di richiedere nelle opportune sedi unionali, una modifica dell'attuale classificazione dei Novel Food attualmente contenuta nella lista Belfrit al fine di prevedere l'inclusione delle infiorescenze di canapa per la preparazione di prodotti;
f) a procedere con urgenza alla emanazione del decreto ministeriale di attuazione del decreto legislativo n. 75 del 21 maggio 2018 relativamente all'elenco delle piante officinali;
g) a valutare la possibilità di stanziare, nella legge di bilancio 2020, specifiche risorse a favore del comparto da destinare prioritariamente alla:
1. sottoscrizione di intese di filiera;
2. innovazione tecnologica, con la creazione di impianti di trasformazione specializzati;
3. ricerca per il miglioramento genetico, individuando varietà italiane adatte alla produzione di fibra o di granella o di inflorescenza;
4. prosecuzione di progetti di ricerca in corso;
5. costituzione di nuovi poli sementieri, a garanzia della qualità e della tipicità italiana delle varietà selezionate;
6. previsione di una specifica formazione tecnico normativa agli operatori dei controlli nel settore canapa, al fine di evitare errori e/o sovrapposizioni a scapito dei consumatori e delle imprese;
h) ad attivare un tavolo tecnico di coordinamento interministeriale che coinvolga il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministero della salute, quello dell'interno, della giustizia, dello sviluppo economico e gli enti di ricerca allo scopo di:
1) predisporre gli opportuni chiarimenti relativamente alle procedure di realizzazione dei controlli in campo;
2) valutare di riconoscere per le colture florovivaistiche la possibilità di riproduzione anche per via agamica;
3) verificare la possibilità di costituire un tavolo di filiera per favorire lo sviluppo di intese destinate, tra l'altro, alla creazione di appositi distretti che si specializzino nella lavorazione della canapa destinata alle diverse produzioni alimentari, tessili, edile e della bioingegneria.
ALLEGATO 2
Risoluzioni 7-00292 Benedetti, 7-00298 Cenni e 7-00314 Gagnarli: Iniziative concernenti l'uso agricolo dei prodotti derivati dalla cannabis sativa.
RISOLUZIONE UNITARIA APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La XIII Commissione,
premesso che:
la canapa è una coltura tradizionale tipica del nostro Paese: fino alla metà del secolo l'Italia era infatti il secondo produttore mondiale dopo la Russia con 100 mila ettari seminati e un milione di quintali prodotti;
nel 2016 il Parlamento ha approvato la legge n. 242 che reca tra le proprie finalità «il sostegno e la promozione della coltivazione e della filiera della canapa (Cannabis sativa L.), quale coltura in grado di contribuire alla riduzione dell'impatto ambientale in agricoltura, alla riduzione del consumo dei suoli e della desertificazione e alla perdita di biodiversità, nonché come coltura da impiegare quale possibile sostituto di colture eccedentarie e come coltura da rotazione»;
a seguito della nuova normativa, la coltivazione di canapa, dopo decenni di abbandono, ha registrato una crescita esponenziale nel nostro Paese: negli ultimi tre anni la superficie coltivata è passata da 950 a 3 mila ettari coinvolgendo centinaia di aziende-agricole;
secondo quanto previsto dal suo articolo 1, comma 2, la legge n. 242 del 2016 «si applica alle coltivazioni di canapa delle varietà ammesse iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole, ai sensi dell'articolo 17 della direttiva 2002/53/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002». Tuttavia, non sono previste definizioni che specifichino quale tipo di coltivazione sia ammessa, ad esempio in pieno campo e/o in serra, o quale metodo di moltiplicazione sia consentito;
con sentenza dello scorso 30 maggio, la Corte di Cassazione ha stabilito che «la cessione, la vendita, e in genere la commercializzazione al pubblico dei derivati della coltivazione della cannabis sativa L., quali foglie, inflorescenze, olio, resina, sono condotte che integrano il reato di cui all'articolo 73, del d.P.R. n. 309 del 1990, anche a fronte di un contenuto di THC inferiore ai valori indicati dall'articolo 4, commi 5 e 7 della legge n. 242 del 2016, salvo che tali derivati siano, in concreto, privi di ogni efficacia drogante o psicotropa, secondo il principio di offensività»;
tale pronuncia, al di là del merito giuridico, sta creando forte preoccupazione in tutto il settore, in particolare in chi commercia prodotti in canapa;
rilevato che:
ancorché la legge n. 242 del 2016 disciplini la coltivazione della canapa al fine di promuoverne la filiera agroindustriale, senza alcun riferimento ad aspetti ricreativi o terapeutici, alla luce della sentenza succitata, è pertanto indispensabile, anche al fine di non sminuire le finalità dell'impianto normativo, disciplinare la cessione, da parte degli agricoltori, di biomassa di canapa a fini estrattivi;
sarebbe altresì utile la determinazione di specifici codici doganali per ogni macro categoria di prodotto derivante dalla canapa come previsto dall'articolo 189 del Regolamento (UE) n. 1308/2013;
è inoltre improcrastinabile l'avvio di un tavolo tecnico di coordinamento interministeriale, auspicabilmente su iniziativa del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, che coinvolga il Ministero della salute, quello dell'interno, della giustizia e dello sviluppo economico allo scopo di approfondire congiuntamente tutte le tematiche legate agli usi alimentari, cosmetici e commerciali della canapa industriale, con la finalità di dare contenuti anche in termini di certezza ed unitarietà di azione all'intento del legislatore del 2016 di incrementare e sviluppare la coltivazione di questa pianta;
altresì indispensabile è l'istituzione del tavolo di filiera, attualmente non previsto dalla legge n. 242 del 2016. Tale tavolo, come avviene per altre colture, dovrebbe avere il compito di definire le attività da intraprendere per il sostegno del settore, a partire da un'analisi del comparto che ne metta in luce le potenzialità e i punti di debolezza, individuando le linee di ricerca che risulta più urgente perseguire, favorendo lo scambio di informazioni di natura tecnica e scientifica e indirizzando al contempo l'utilizzo delle risorse a disposizione;
in particolare, l'attivazione della filiera alimentare, con la produzione di semi, farina e olio, particolarmente interessante per gli agricoltori/trasformatori che realizzerebbero a prezzi remunerativi un prodotto molto ricercato dal mercato e il cui approvvigionamento avviene attualmente principalmente attraverso l'importazione, necessita di chiarezza normativa allo scopo di permettere, da un lato, al produttore di operare in piena sicurezza e, dall'altro lato, al consumatore di acquistare un prodotto salubre e sicuro. A questo proposito, l'articolo 5 della legge n. 242 del 2016 sancisce che «con decreto del Ministro della salute, da adottare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definiti i livelli massimi di residui di THC ammessi negli alimenti»;
rilevato altresì che:
ad oggi non risultano destinate risorse al settore della canapicoltura, nonostante siano previste dall'articolo 6 della legge n. 242 del 2016, che reca norme per incentivare la filiera della canapa, in particolare per favorire il miglioramento delle condizioni di produzione e trasformazione nonché il finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo per la produzione e i processi di prima trasformazione, finalizzati prioritariamente alla ricostituzione del patrimonio genetico e all'individuazione di corretti processi di meccanizzazione. Al fine di rendere adeguatamente remunerativa l'attività di coltivazione per gli agricoltori in ogni territorio, gli impianti di trasformazione sono le infrastrutture necessarie per incentivare la filiera;
con riferimento alle piante officinali, il decreto legislativo 21 maggio 2018, n. 75, dispone che l'elenco delle specie di piante officinali coltivate sia stabilito con decreto interministeriale previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, al quale è rinviata anche la disciplina dell'attività di raccolta e prima trasformazione delle specie di piante officinali spontanee e delle specie e delle varietà da conservazione o in via di estinzione;
al fine di incentivare la creazione di nuove varietà di canapa adatte alle condizioni climatiche italiane è, infine, indispensabile permettere alle aziende sementiere, alle aziende florovivaistiche e agli enti pubblici di ricerca, di poter selezionare nuove varietà di canapa e procedere alla registrazione di tali nuove varietà ai sensi del decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali 5 aprile 2011,
impegna il Governo:
a) a disciplinare la cessione di biomassa essiccata, trinciata o pellettizzata composta dall'intera pianta di canapa o di sue parti, identificabili o che, nel complesso, ne consentono l'identificabilità nello stato stabilizzato di presentazione – biomassa essiccata, trinciata o pellettizzata con tenore di THC non eccedente lo 0,2 per cento – per la fornitura ad imprese attive nei settori quali farmaceutico, alimentare, cosmetico e manifatturiero nel rispetto della disciplina vigente in ciascun settore;
b) a definire, con urgenza, con decreto del Ministero della salute, i livelli massimi di residui di Thc ammessi negli alimenti, così come previsto all'articolo 5 della legge n. 242 del 2016, ponendo così fine ai margini di incertezza per un compiuto inquadramento della tematica;
c) a predisporre specifici codici doganali, anche alla luce dell'articolo 189 del Regolamento UE n. 1308/2013, per ogni macro categoria di prodotto derivante dalla canapa;
d) a valutare la possibilità di sostenere in ambito comunitario la proposta di innalzamento del limite del contenuto di THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) nelle coltivazioni di canapa dallo 0,2 per cento allo 0,3 per cento, anche al fine di permettere la lavorazione di un numero molto di più significativo di varietà;
e) a valutare l'opportunità di richiedere nelle opportune sedi unionali, una modifica dell'attuale classificazione dei Novel Food attualmente contenuta nella lista Belfrit al fine di prevedere l'inclusione delle infiorescenze di canapa per la preparazione di prodotti;
f) a procedere con urgenza alla emanazione del decreto ministeriale di attuazione del decreto legislativo n. 75 del 21 maggio 2018 relativamente all'elenco delle piante officinali;
g) a valutare la possibilità di stanziare, nella legge di bilancio 2020, specifiche risorse a favore del comparto da destinare prioritariamente alla:
1. sottoscrizione di intese di filiera;
2. innovazione tecnologica, con la creazione di impianti di trasformazione specializzati;
3. ricerca per il miglioramento genetico, individuando varietà italiane adatte alla produzione di fibra o di granella o di inflorescenza;
4. prosecuzione di progetti di ricerca in corso;
5. costituzione di nuovi poli sementieri, a garanzia della qualità e della tipicità italiana delle varietà selezionate;
6. previsione di una specifica formazione tecnico normativa agli operatori dei controlli nel settore canapa, al fine di evitare errori e/o sovrapposizioni a scapito dei consumatori e delle imprese.
h) ad attivare un tavolo tecnico di coordinamento interministeriale che coinvolga il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministero della salute, quello dell'interno, della giustizia, dello sviluppo economico e gli enti di ricerca allo scopo di:
1) predisporre gli opportuni chiarimenti relativamente alle procedure di realizzazione dei controlli in campo;
2) valutare di riconoscere per le colture florovivaistiche la possibilità di riproduzione anche per via agamica;
3) favorire la costituzione di un tavolo di filiera per consentire lo sviluppo di intese destinate, tra l'altro, alla creazione di distretti ed esperienze che si specializzino nella lavorazione della canapa destinata alle diverse produzioni alimentari, tessili, edili e della bioingegneria.
(8-00050) «Benedetti, Cenni, Gagnarli, Cadeddu, Cassese, Cillis, Cimino, Critelli, D'Alessandro, Dal Moro, Del Sesto, Gadda, Galizia, Gallinella, Incerti, Lombardo, Lovecchio, Maglione, Alberto Manca, Marzana, Parentela, Pignatone, Portas».
ALLEGATO 3
Risoluzioni 7-00325 Incerti, 7-00335 Maglione, 7-00345 Luca De Carlo, 7-00355 Golinelli, 7-00361 Gadda e 7-00366 Spena: Iniziative a tutela del comparto agroalimentare a fronte dell'aumento dei dazi doganali deliberato dalle autorità statunitensi.
PROPOSTA DI RISOLUZIONE UNITARIA
La XIII Commissione,
premesso che:
la politica protezionistica dei dazi messa in atto dall'amministrazione statunitense, che ancora una volta mette nel mirino i comparti economici in cui gli Stati Uniti hanno un deficit commerciale, rischia di avere gravi conseguenze sul sistema produttivo italiano ed europeo;
il Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio, ha stabilito che gli Stati Uniti, a partire dal 18 ottobre, potranno imporre dazi su merci provenienti dall'Unione europea per 7,5 miliardi di dollari all'anno, corrispondenti a 6,8 miliardi di euro. Si tratta di una sentenza che risolve una disputa legale, aperta da Boeing nel 2004, che accusa il consorzio Airbus (Francia, Germania, prevalentemente, e Regno Unito e Spagna) di aver ricevuto negli anni sussidi illeciti da parte dell'Unione europea e di alcuni suoi Stati membri;
non è previsto al momento un limite temporale all'imposizione dei dazi, che potranno, quindi, restare in vigore o essere modificati unilateralmente fino a quando non verrà raggiunto un accordo sul contenzioso legato ad Airbus. Secondo quanto previsto dal Trade Act, inoltre, l'amministrazione statunitense potrà operare revisioni periodiche, in particolare dopo i primi 120 giorni e successivamente ogni 180 giorni, modificando il paniere di prodotti o la percentuale dei dazi, attuando così una rotazione dei prodotti interessati;
nonostante l'Italia sia assolutamente estranea alle infrazioni commesse dagli Stati europei sopracitati, poiché non facente parte del consorzio Airbus, i dazi del 25 per cento a carico dei prodotti europei colpiscono i prodotti di eccellenza italiana di derivazione lattiero casearia come il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, il Gorgonzola, i salumi come il salame e la mortadella, ma anche i prodotti del mare come crostacei, molluschi, agrumi o i succhi e liquori, amari e il limoncello;
il settore dell'agroalimentare italiano, simbolo di eccellenza del «made in Italy» nel mondo, rischia di essere seriamente danneggiato da tali misure, con indubbie conseguenze quali quelle di un considerevole calo dell’export verso gli Stati Uniti che, in termini economici, si tradurrebbe in una perdita, stando ai dati diffusi dalle principali associazioni di settore, stimata in circa 500 milioni di euro, con l'inevitabile rischio di mettere in ginocchio intere filiere e causare un crollo dei consumi all'estero;
gli Stati Uniti sono il secondo mercato estero, dopo la Francia, per l’export di parmigiano-reggiano con oltre 10 milioni di chilogrammi venduti ogni anno ad un costo di circa 40 dollari al chilo e, se in conseguenza dell'aumento delle tariffe doganali i listini dovessero lievitare fino a 60 dollari al chilo, il Consorzio stima una perdita di quota di mercato del 90 per cento e una perdita di fatturato di 360 milioni di euro. Analoga sorte per il Grana Padano che negli Usa realizza 60 milioni di euro, esportando, assieme al Parmigiano, 400 mila forme l'anno;
la regione con il maggiore export negli Usa di prodotti lattiero-caseari è l'Emilia Romagna con 115 milioni di euro, seguita da Lombardia con 63 milioni, da Sardegna con 62 milioni, da Veneto con 35 milioni e da Campania con 12 milioni;
quanto ai liquori e cordiali (esclusi i vini), l'Italia è il terzo fornitore, dopo Francia e Irlanda, del mercato Usa, che peraltro rappresenta il primo mercato italiano extra Unione europea. Nel 2018 l'Italia ha esportato per un valore pari a circa 163 milioni di dollari con una crescita pari al 13 per cento rispetto all'anno precedente. Nei primi 8 mesi del 2019 l'Italia ha esportato per un valore pari a 102 milioni di dollari con una crescita pari a circa il 3 per cento rispetto allo stesso periodo di riferimento dell'anno precedente. Estendendo lo sguardo agli ultimi cinque anni, l'incremento di export di liquori e cordiali è stato superiore al 50 per cento;
rilevato che:
i prodotti lattiero-caseari subiscono una grande concorrenza nel mercato statunitense dove vengono commercializzati prodotti generici che utilizzano impropriamente falsi nomi, evocativi del nostro Paese, come il «Parmesan» che rappresenta il simbolo del falso italiano;
si prospetta il considerevole rischio che i dazi introdotti dall'amministrazione statunitense possano agevolare la crescita del mercato dell’Italian sounding, che negli ultimi 30 anni ha registrato un incremento esponenziale. Tale mercato negli Stati Uniti vale oggi 19 miliardi, un valore che con l'introduzione di dazi, che siano selezionati su determinate categorie merceologiche dell'agroalimentare italiano, potrebbe arrivare intorno ai 24 miliardi;
i falsi «made in Italy» avranno inevitabilmente un vantaggio in più rispetto a quelli importati dall'Italia, perché andrebbero a costare meno rispetto a quelli italiani che, subendo un aumento del prezzo, arriverebbero ad una percentuale inferiore di consumatori;
il made in Italy ha già subito danni a causa dell'embargo russo per un valore di oltre un miliardo in cinque anni, al quale potrebbero sommarsi anche le conseguenze della Brexit;
si potrebbero verificare, inoltre, ripercussioni importanti sul mercato interno europeo, a causa di possibili fenomeni di triangolazioni del prodotto e, comunque, di una maggiore quantità di prodotto non italiano immessa sul mercato nazionale, ad esempio, nel settore agrumicolo o nel caso di prodotti non oggetto di dazi in Italia ma particolarmente colpiti in altri Paesi europei, come nel caso dell'olio per la Spagna;
rilevato altresì che:
l'Istituto per il commercio con l'estero (ICE) ha annunciato misure straordinarie a supporto delle imprese operanti nei comparti colpiti dai dazi, con uno stanziamento aggiuntivo di 12 milioni di euro relativo a misure quali l'adozione di azioni promozionali sul mercato USA, la creazione di un help desk on-line per il supporto diretto o gli interventi a sostegno delle imprese colpite, come la fruizione gratuita dei servizi ICE;
il Ministro italiano dell'Agricoltura ha avanzato richiesta al Commissario europeo al Commercio di attivare un fondo unionale e di puntare a un rafforzamento delle politiche di promozione negli Stati Uniti,
impegna il Governo:
ad intervenire urgentemente, nelle opportune sedi unionali, al fine di:
a) adottare le misure, compresa la restituzione alle esportazioni, necessarie a fronteggiare l'emergenza e riequilibrare il mercato;
b) adottare iniziative per tutelare le aziende dell'agroalimentare italiano, in modo da scongiurare che siano messi a rischio prodotti simbolo del made in Italy;
c) promuovere la creazione di un fondo europeo con una dotazione straordinaria finalizzato a neutralizzare le perdite economiche a carico del settore agroalimentare italiano, del tutto estraneo al contenzioso tra Airbus e Boeing che ha generato l'applicazione dei dazi in parola;
d) ad incrementare la dotazione finanziaria dei fondi europei già esistenti volti a fronteggiare le crisi di mercato del comparto agricolo italiano, chiedendo che siano alimentati da risorse al di fuori del bilancio agricolo;
e) a sostenere, presso le competenti sedi dell'Unione Europea, il mantenimento dell'atteggiamento a favore di un negoziato nell'ambito del contenzioso Airbus/Boeing, che vede l'Italia non direttamente coinvolta, al fine di evitare l'innescarsi di una pericolosa spirale protezionistica di dazi che danneggi i produttori agroalimentari italiani;
f) a valutare la possibilità di adottare iniziative per misure finanziarie dirette alla tutela delle denominazioni di origine e di indicazione geografica (Dop e Igp), che nel nostro Paese saranno fortemente penalizzate da questa situazione;
g) ad adottare iniziative per destinare specifiche e ulteriori risorse per il finanziamento delle misure di promozione dei prodotti agroalimentari sui mercati esteri previste dal Reg. 1144 del 2014, da destinare al rafforzamento, tra l'altro, delle imprese italiane nel mercato statunitense e negli ulteriori mercati emergenti;
h) ad adottare iniziative a valere sui fondi del Piano Straordinario per la promozione del Made in Italy e l'attrazione degli investimenti al fine di sostenere l'export delle imprese italiane che operano nel comparto agroalimentare, con particolare riferimento a quelle coinvolte dai dazi statunitensi;
i) a valutare, nella prossima legge di bilancio, la possibilità di stanziare ulteriori adeguate risorse finanziarie per le agevolazioni di cui all'articolo 32 del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, che prevede misure a sostegno delle imprese che agiscono a tutela dei propri prodotti colpiti dal fenomeno dell’Italian Sounding.
ALLEGATO 4
Risoluzioni 7-00325 Incerti, 7-00335 Maglione, 7-00345 Luca De Carlo, 7-00355 Golinelli, 7-00361 Gadda e 7-00366 Spena: Iniziative a tutela del comparto agroalimentare a fronte dell'aumento dei dazi doganali deliberato dalle autorità statunitensi.
RISOLUZIONE UNITARIA APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La XIII Commissione,
premesso che:
la politica protezionistica dei dazi messa in atto dall'amministrazione statunitense, che ancora una volta mette nel mirino i comparti economici in cui gli Stati Uniti hanno un deficit commerciale, rischia di avere gravi conseguenze sul sistema produttivo italiano ed europeo;
il Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio, ha stabilito che gli Stati Uniti, a partire dal 18 ottobre, potranno imporre dazi su merci provenienti dall'Unione europea per 7,5 miliardi di dollari all'anno, corrispondenti a 6,8 miliardi di euro. Si tratta di una sentenza che risolve una disputa legale, aperta da Boeing nel 2004, che accusa il consorzio Airbus (Francia, Germania, prevalentemente, e Regno Unito e Spagna) di aver ricevuto negli anni sussidi illeciti da parte dell'Unione europea e di alcuni suoi Stati membri;
non è previsto al momento un limite temporale all'imposizione dei dazi, che potranno, quindi, restare in vigore o essere modificati unilateralmente fino a quando non verrà raggiunto un accordo sul contenzioso legato ad Airbus. Secondo quanto previsto dal Trade Act, inoltre, l'amministrazione statunitense potrà operare revisioni periodiche, in particolare dopo i primi 120 giorni e successivamente ogni 180 giorni, modificando il paniere di prodotti o la percentuale dei dazi, attuando così una rotazione dei prodotti interessati;
nonostante l'Italia sia assolutamente estranea alle infrazioni commesse dagli Stati europei sopracitati, poiché non facente parte del consorzio Airbus, i dazi del 25 per cento a carico dei prodotti europei colpiscono i prodotti di eccellenza italiana di derivazione lattiero casearia come il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, il Gorgonzola, i salumi come il salame e la mortadella, ma anche i prodotti del mare come crostacei, molluschi, agrumi o i succhi e liquori, amari e il limoncello;
il settore dell'agroalimentare italiano, simbolo di eccellenza del «made in Italy» nel mondo, rischia di essere seriamente danneggiato da tali misure, con indubbie conseguenze quali quelle di un considerevole calo dell’export verso gli Stati Uniti che, in termini economici, si tradurrebbe in una perdita, stando ai dati diffusi dalle principali associazioni di settore, stimata in circa 500 milioni di euro, con l'inevitabile rischio di mettere in ginocchio intere filiere e causare un crollo dei consumi all'estero;
gli Stati Uniti sono il secondo mercato estero, dopo la Francia, per l’export di parmigiano-reggiano con oltre 10 milioni di chilogrammi venduti ogni anno ad un costo di circa 40 dollari al chilo e, se in conseguenza dell'aumento delle tariffe doganali i listini dovessero lievitare fino a 60 dollari al chilo, il Consorzio stima una perdita di quota di mercato del 90 per cento e una perdita di fatturato di 360 milioni di euro. Analoga sorte per il Grana Padano che negli Usa realizza 60 milioni di euro, esportando, assieme al Parmigiano, 400 mila forme l'anno;
la regione con il maggiore export negli Usa di prodotti lattiero-caseari è l'Emilia Romagna con 115 milioni di euro, seguita da Lombardia con 63 milioni, da Sardegna con 62 milioni, da Veneto con 35 milioni e da Campania con 12 milioni;
quanto ai liquori e cordiali (esclusi i vini), l'Italia è il terzo fornitore, dopo Francia e Irlanda, del mercato Usa, che peraltro rappresenta il primo mercato italiano extra Unione europea. Nel 2018 l'Italia ha esportato per un valore pari a circa 163 milioni di dollari con una crescita pari al 13 per cento rispetto all'anno precedente. Nei primi 8 mesi del 2019 l'Italia ha esportato per un valore pari a 102 milioni di dollari con una crescita pari a circa il 3 per cento rispetto allo stesso periodo di riferimento dell'anno precedente. Estendendo lo sguardo agli ultimi cinque anni, l'incremento di export di liquori e cordiali è stato superiore al 50 per cento;
rilevato che:
i prodotti lattiero-caseari subiscono una grande concorrenza nel mercato statunitense dove vengono commercializzati prodotti generici che utilizzano impropriamente falsi nomi, evocativi del nostro Paese, come il «Parmesan» che rappresenta il simbolo del falso italiano;
si prospetta il considerevole rischio che i dazi introdotti dall'amministrazione statunitense possano agevolare la crescita del mercato dell’Italian sounding, che negli ultimi 30 anni ha registrato un incremento esponenziale. Tale mercato negli Stati Uniti vale oggi 19 miliardi, un valore che con l'introduzione di dazi, che siano selezionati su determinate categorie merceologiche dell'agroalimentare italiano, potrebbe arrivare intorno ai 24 miliardi;
i falsi «made in Italy» avranno inevitabilmente un vantaggio in più rispetto a quelli importati dall'Italia, perché andrebbero a costare meno rispetto a quelli italiani che, subendo un aumento del prezzo, arriverebbero ad una percentuale inferiore di consumatori;
il made in Italy ha già subito danni a causa dell'embargo russo per un valore di oltre un miliardo in cinque anni, al quale potrebbero sommarsi anche le conseguenze della Brexit;
si potrebbero verificare, inoltre, ripercussioni importanti sul mercato interno europeo, a causa di possibili fenomeni di triangolazioni del prodotto e, comunque, di una maggiore quantità di prodotto non italiano immessa sul mercato nazionale, ad esempio, nel settore agrumicolo o nel caso di prodotti non oggetto di dazi in Italia ma particolarmente colpiti in altri Paesi europei, come nel caso dell'olio per la Spagna;
rilevato altresì che:
l'Istituto per il commercio con l'estero (ICE) ha annunciato misure straordinarie a supporto delle imprese operanti nei comparti colpiti dai dazi, con uno stanziamento aggiuntivo di 12 milioni di euro relativo a misure quali l'adozione di azioni promozionali sul mercato USA, la creazione di un help desk on-line per il supporto diretto o gli interventi a sostegno delle imprese colpite, come la fruizione gratuita dei servizi ICE;
il Ministro italiano dell'Agricoltura ha avanzato richiesta al Commissario europeo al Commercio di attivare un fondo unionale e di puntare a un rafforzamento delle politiche di promozione negli Stati Uniti,
impegna il Governo:
ad intervenire urgentemente, nelle opportune sedi unionali, al fine di:
a) adottare le misure, compresa la restituzione alle esportazioni, necessarie a fronteggiare l'emergenza e riequilibrare il mercato;
b) adottare iniziative per tutelare le aziende dell'agroalimentare italiano, in modo da scongiurare che siano messi a rischio prodotti simbolo del made in Italy;
c) promuovere la creazione di un fondo europeo con una dotazione straordinaria finalizzato a neutralizzare le perdite economiche a carico del settore agroalimentare italiano, del tutto estraneo al contenzioso tra Airbus e Boeing che ha generato l'applicazione dei dazi in parola;
d) ad incrementare la dotazione finanziaria dei fondi europei già esistenti volti a fronteggiare le crisi di mercato del comparto agricolo italiano, chiedendo che siano alimentati da risorse al di fuori del bilancio agricolo;
e) a sostenere, presso le competenti sedi dell'Unione Europea, il mantenimento della posizione a favore di un negoziato nell'ambito del contenzioso Airbus/Boeing, al fine di evitare l'innescarsi di una pericolosa spirale protezionistica di dazi che danneggi i produttori agroalimentari italiani;
f) a valutare la possibilità di adottare iniziative per misure finanziarie dirette alla tutela delle denominazioni di origine e di indicazione geografica (Dop e Igp), che nel nostro Paese saranno fortemente penalizzate da questa situazione;
g) a continuare a manifestare interesse per l'adeguato finanziamento delle misure di promozione dei prodotti agroalimentari sui mercati esteri previste dal Reg. 1144 del 2014, prevedendo, ove necessario, anche specifiche ed ulteriori risorse, da destinare al rafforzamento, tra l'altro, delle imprese italiane nel mercato statunitense e negli ulteriori mercati emergenti;
h) ad adottare iniziative a valere sui fondi del Piano Straordinario per la promozione del Made in Italy e l'attrazione degli investimenti al fine di sostenere l'export delle imprese italiane che operano nel comparto agroalimentare, con particolare riferimento a quelle coinvolte dai dazi statunitensi;
i) a valutare, nella prossima legge di bilancio, la possibilità di stanziare ulteriori adeguate risorse finanziarie per le agevolazioni di cui all'articolo 32 del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, che prevede misure a sostegno delle imprese che agiscono a tutela dei propri prodotti colpiti dal fenomeno dell’Italian Sounding.
(8-00051) «Incerti, Maglione, Luca De Carlo, Golinelli, Gadda, Spena, Andreuzza, Anna Lisa Baroni, Binelli, Brunetta, Bubisutti, Cadeddu, Caon, Cassese, Cillis, Colla, Dara, De Filippo, Del Sesto, Marco Di Maio, Fasano, Formentini, Fregolent, Gagnarli, Galizia, Galli, Gallinella, Gastaldi, Guidesi, Librandi, Liuni, Lolini, Loss, Lovecchio, Alberto Manca, Manzato, Migliore, Moretto, Nevi, Noja, Parentela, Patassini, Pettazzi, Piastra, Pignatone, Paolo Russo, Saltamartini, Sandra Savino, Ungaro, Viviani, Zanichelli, Zoffili».