Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Comm. bicam. Vigilanza RAI
Comm. bicam. Vigilanza RAI
Sulla pubblicità dei lavori ... 54
ATTI DI INDIRIZZO E VIGILANZA:
Proposta di atto di indirizzo sul piano industriale della RAI 2019 – 2021 (Seguito e conclusione dell'esame. Approvazione con modificazioni) ... 54
ALLEGATO 1 (Atto di indirizzo sul piano industriale della Rai 2019-2021) ... 56
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Sulla pubblicazione dei quesiti ... 55
ALLEGATO 2 (Quesiti per i quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (n. 130/745, dal n. 132/749 al n. 134/754, e dal n. 137/761 al n. 138/764)) ... 59
Giovedì 7 novembre 2019. — Presidenza del presidente Alberto BARACHINI.
La seduta comincia alle 8.15.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicità dei lavori.
Il PRESIDENTE comunica che ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.
ATTI DI INDIRIZZO E VIGILANZA
Proposta di atto di indirizzo sul piano industriale della RAI 2019 – 2021.
(Seguito e conclusione dell'esame. Approvazione con modificazioni).
Il PRESIDENTE comunica che ha raccolto nella giornata di ieri una serie di contributi, integrazioni e segnalazioni provenienti dai Gruppi.
Anche al fine di pervenire alla elaborazione di un nuovo testo della proposta di atto di indirizzo all'ordine del giorno che possa ricevere il consenso unanime della Commissione, avverte che la seduta verrà sospesa e sarà immediatamente convocato un ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi.
CONVOCAZIONE DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Il PRESIDENTE comunica che è immediatamente convocato un Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi.
La seduta, sospesa alle 8.20, riprende alle 9.10.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Giovedì 7 novembre 2019. — Presidenza del presidente Alberto BARACHINI.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 8.25 alle 9.10.
(sospeso dalle 8.50 alle 9.05).
Il PRESIDENTE, all'esito della riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi appena conclusasi, dà lettura di un nuovo testo della proposta di atto di indirizzo in esame, recante alcune modifiche ed integrazioni che sono state condivise dai Gruppi, che ringrazia per la collaborazione e la disponibilità (vedi allegato 2).
Il senatore Alberto AIROLA (M5S) si lamenta in ordine alle modalità, eccessivamente convulse, dei lavori odierni che rendono, a suo avviso, disordinata l'attività della Commissione.
La senatrice Daniela GARNERO SANTANCHÈ (FdI), nel condividere la natura delle considerazioni appena svolte dal senatore Airola, reputa che si possa riflettere in futuro su modalità di lavoro della Commissione più coerenti e meno serrate nei tempi. In ogni caso, evidenzia che nell'ufficio di presidenza si è svolta una attività proficua tra i Gruppi che ha consentito di pervenire ad un testo condiviso.
Il PRESIDENTE, dopo aver fornito alcune rassicurazioni al senatore Airola, non facendosi ulteriori osservazioni, pone ai voti il nuovo testo della proposta di atto di indirizzo sul piano industriale, con le modifiche ed integrazioni di cui si è data lettura, che, ai sensi dell'articolo 12, comma 2, del regolamento della Commissione, viene approvato all'unanimità (vedi allegato 1).
Avverte infine che la Presidenza si intende autorizzata ad apportare al testo, in sede di coordinamento, le modifiche formali eventualmente necessarie.
Sulla pubblicazione dei quesiti.
Il PRESIDENTE comunica che sono pubblicati in allegato, ai sensi della risoluzione relativa all'esercizio della potestà di vigilanza della Commissione sulla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, approvata dalla Commissione il 18 marzo del 2015, i quesiti n. 130/745, dal n. 132/749 al n. 134/754, e dal n. 137/761 al n. 138/764, per i quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione.
La seduta termina alle 9.20.
ALLEGATO 1
Atto di indirizzo sul piano industriale della RAI 2019-2021.
(Approvato nella seduta del 7 novembre 2019)
La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
premesso che:
l'articolo 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103, e l'articolo 49, comma 12-ter, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), attribuiscono alla Commissione funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi;
l'articolo 2, comma 9, della legge 28 dicembre 2015, n. 220 prevede che «Il Consiglio di amministrazione, oltre ai compiti allo stesso attribuiti dalla legge e dallo statuto della società, approva il piano industriale e il piano editoriale (...)», mentre il successivo comma 10, lettera e), dispone che l'Amministratore delegato provveda alla sua attuazione;
in conformità a detta disposizione, il Consiglio di amministrazione RAI, in data 6 marzo 2019, ha approvato il piano industriale 2019-2021;
al fine di acquisire gli elementi necessari per formulare ogni opportuna valutazione in merito al suindicato piano industriale, la Commissione ha effettuato un ciclo di audizioni, e in particolare: nella seduta del 9 aprile 2019, l'audizione del Presidente e dell'Amministratore delegato della RAI; nella seduta del 15 maggio 2019, l'audizione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'editoria, senatore Crimi; nella seduta del 20 giugno 2019, l'audizione dell'Unione sindacale giornalisti RAI (USIGRAI) e della Federazione nazionale stampa italiana (FNSI); nella seduta del 3 luglio 2019, l'audizione del Sindacato lavoratori comunicazione (SLC-CGIL), della Federazione informazione spettacolo e telecomunicazioni (FISTEL-CISL), dell'Unione italiana lavoratori della comunicazione (UILCOM-UIL), dell'Unione generale lavoro – informazione (UGL-Informazione) e della Confederazione sindacati autonomi lavoratori (LIBERSIND-CONF.SAL); nella seduta del 17 luglio 2019, l'audizione dell'Associazione dirigenti RAI (ADRAI); nella seduta del 17 settembre 2019, l'audizione del Presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti;
nella seduta del 31 luglio 2019 la Commissione ha approvato una risoluzione «sulle nomine previste dal piano industriale della RAI 2019-2021», con la quale ha stabilito, tra l'altro, di effettuare le proprie valutazioni in merito al piano industriale «entro 15 giorni dall'acquisizione delle determinazioni formulate dal Ministero dello sviluppo economico anche in considerazione del calendario di audizioni in corso»;
le succitate determinazioni sono state assunte in data 4 ottobre 2019, nella riunione della Commissione paritetica di cui all'articolo 22 del Contratto nazionale di servizio 2018-2022 tra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI, ai sensi dell'articolo 25, comma 1, lett. u) del Contratto nazionale di servizio, ritenendo il piano presentato compatibile con quanto previsto dal Contratto stesso;
in relazione a tali determinazioni la Commissione ha avviato l'audizione, nella seduta del 23 ottobre 2019, del Ministro dello sviluppo economico, senatore Patuanelli;
rilevato che:
la Commissione prende atto dello spirito del piano industriale, che individua quali obiettivi generali la modernizzazione e lo sviluppo dell'Azienda per l'adeguamento al nuovo contesto di mercato, l'ottimizzazione e la razionalizzazione dei costi, il rinnovamento tecnologico e il superamento del gap digitale, in particolare per quanto riguarda l'offerta informativa;
la Commissione formula alcune osservazioni sul piano medesimo, in relazione alle quali rivolge alla RAI gli inviti e gli impegni di seguito formulati.
Tutto ciò premesso la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
INVITA
il Consiglio di amministrazione della RAI – Radiotelevisione italiana S.p.a. a:
precisare i tempi e le modalità dell'integrazione di RaiNews24, TGR, rainews.it e televideo in un'unica testata multipiattaforma operante in una Newsroom unica;
specificare come si intende gestire la coesistenza tra Rai Parlamento, preservandone il ruolo e le funzioni, e il nuovo canale istituzionale, nonché i tempi e le modalità dell'integrazione di GR Parlamento e Rai Parlamento nella Newsroom unica;
chiarire come si intende far fronte alla necessità, conseguente alle innovazioni tecnologiche previste dal piano, di nuove figure professionali nonché al ricollocamento delle risorse esistenti che risultano in eccesso in seguito alla razionalizzazione introdotta dal piano;
chiarire come si intende gestire sul piano operativo il canale in lingua inglese, le modalità con le quali verrà organizzato e distribuito in tutto il mondo attraverso Rai Com, definendo i partner esterni coinvolti nella distribuzione nonché le risorse necessarie;
chiarire le modalità di funzionamento della redazione digitale con un sito operativo 24/7 e il ruolo del cosiddetto giornalista digitale;
con riferimento alle proiezioni economico-finanziarie del piano, fornire maggiori dettagli in merito alla sostenibilità finanziaria del piano medesimo, atteso che le risorse necessarie alla realizzazione delle iniziative ivi previste appaiono rilevanti, anche tenuto conto dell'incertezza legata alla misura del finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo con i ricavi derivanti dal canone;
avviare una riflessione sulla maggiore internalizzazione della produzione nell'ottica del contenimento della spesa, ponendo le basi per un tetto alle produzioni esterne con una particolare attenzione alle situazioni di possibile conflitto di interessi;
tramite le previste periodiche audizioni dell'Amministratore delegato fornire elementi informativi sullo stato di attuazione del piano industriale e sulle criticità incontrate, anche di ordine economico e finanziario, e riferire sull'attuazione di risoluzioni ed atti di indirizzo approvati dalla Commissione;
valutare il decentramento di alcune direzioni di genere e la maggiore valorizzazione dei centri di produzione;
valutare la realizzazione di una piattaforma digitale – unendo Raiplay con le produzioni di Rai fiction e Rai cinema – che diffonda contenuti originali a terzi, con particolare priorità per quelli italiani e di broadcaster nazionali, per essere concorrenziale, almeno a livello europeo, con piattaforme internazionali;
dare attuazione all'impegno, previsto nel Contratto di servizio 2018-2022, per la valorizzazione dei format originali.
IMPEGNA
il Consiglio di amministrazione della RAI – Radiotelevisione italiana S.p.a. a:
con riferimento alla Newsroom unificata nonché alla creazione di un'unica direzione di approfondimento informativo alla quale fanno capo tutti i talk, porre in essere ogni misura opportuna ed adeguata affinché l'accentramento delle funzioni editoriali non pregiudichi il pluralismo, a iniziare dal momento della selezione delle notizie fino a quello della presentazione delle stesse;
in relazione alle nuove direzioni orizzontali, titolari di budget, e al conseguente accentramento decisionale sui contenuti, mettere in atto ogni misura volta ad impedire un appiattimento dell'offerta televisiva secondo un'unica sensibilità;
adottare ogni misura opportuna ed adeguata volta ad evitare che l'introduzione di nuove direzioni, in aggiunta e non in sostituzione di quelle esistenti, possa determinare una sovrapposizione tra le diverse funzioni e un aggravamento dei costi;
con riferimento alle proiezioni economico-finanziarie del piano relative ai ricavi pubblicitari, e in considerazione del procedimento avviato dall'Agcom con delibera n. 42/19/CONS del 7 febbraio 2019, porre particolare attenzione al rispetto dell'obbligo, previsto dall'articolo 25, comma 1, lett. s) del Contratto di servizio 2018-2022.
ALLEGATO 2
QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (N. 130/745, DAL N. 132/749 Al N. 134/754, E DAL N. 137/761 AL N. 138/764)
ANZALDI, TOCCAFONDI. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI
Premesso che:
La trasmissione-concorso su Rai 3 «Il Borgo dei borghi» ha visto decretare come vincitore il borgo di Bobbio, in Emilia Romagna, grazie al voto decisivo della giuria di esperti, che ha ribaltato il verdetto del televoto dei telespettatori. Il voto popolare, infatti, aveva premiato il borgo siciliano di Palazzolo Acreide, che con il 42 per cento del televoto aveva staccato Bobbio fermo al 27 per cento, ma quel voto è stato ribaltato grazie alla giuria, che ha assegnato il 66 per cento a Bobbio e lo 0 per cento a Palazzolo Acreide.
A presiedere la giuria è stato il critico d'arte Philippe Daverio, che di recente ha ricevuto dal Comune di Bobbio la cittadinanza onoraria per «l'attività volta a sostenere e promuovere l'immagine a livello nazionale del territorio di Bobbio». Nella delibera di conferimento della cittadinanza a Daverio, l'Amministrazione di Bobbio parla inoltre della «valorizzazione e visibilità data alla nostra città ed alle sue attività su testate giornalistiche e televisive nazionali» da Daverio. Di recente Daverio ha anche proposto di nominare Bobbio terza capitale d'Europa, insieme a Strasburgo e Bruxelles.
Si chiede di sapere
Come sia stato scelto Philippe Daverio quale presidente della giuria di esperti della trasmissione e da chi sia stato selezionato;
se la Rai fosse a conoscenza dell'evidente conflitto di interessi di Daverio, chiamato a dare il voto decisivo nella selezione finale pur essendo direttamente coinvolto con uno dei borghi in gara, di cui non ha fatto mistero di essere un pubblico sostenitore;
se vi siano dichiarazioni e liberatorie firmate dai membri della giuria in cui sia espressamente prevista l'insussistenza di eventuali conflitti di interessi e l'indipendenza di giudizio nelle votazioni;
se la Rai sia a conoscenza di eventuali rapporti economici di Daverio con istituzioni ed enti del territorio di Bobbio;
se i vertici dell'azienda non considerino opportuno verificare eventuali responsabilità di chi non ha vigilato per evitare un evidente danno di immagine al servizio pubblico. (130/745)
PAXIA, DE GIORGI. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI
Premesso che:
«Il borgo dei borghi» 2019, per la trasmissione tv di Raitre condotta da Camila Raznovich, è Bobbio. Infatti il comune piacentino ha trionfato sulla siciliana Palazzolo Acreide questo dopo il voto decisivo di Philippe Daverio, presidente di giuria.
Daverio risulta essere cittadino onorario di Bobbio già da un anno.
Lo stesso Daverio ai microfoni de «Le Iene» è andato giù pesantissimo insultando una Regione Italiana nonché i cittadini stessi con le seguenti affermazioni: «Il siciliano è convinto di essere al centro del mondo; è una patologia locale che nei secoli non ci si è mai riusciti a curare. Si chiama onfalite, è l'infiammazione dell'ombelico.
Per loro tutto ciò che non è Sicilia è molto lontano, è quasi intollerabile» continuando: «Mi hanno spaventato, il tono è di minaccia e fa parte della tradizione siciliana: ho paura di tornare in Sicilia. Non la amo, non mi interessano l'arancina e i cannoli, mi piace il foie gras e bevo champagne. Il cannolo non mi piace, perché ha la canna mozza...»
Il televoto del pubblico da casa, al costo di 51 centesimi per messaggio, aveva decretato la vittoria di Palazzolo Acreide contro Bobbio, per il 42 per cento, contro il 27 per cento;
tenuto conto:
della costante lotta della magistratura, delle forze di polizia e dello Stato alle mafie che spesso sono culminate in stragi;
dell'onorevole sacrificio di Falcone e Borsellino e di tutti coloro che hanno pagato con la vita per difendere un territorio e l'intera Nazione e che hanno agito al servizio dello Stato e contro le mafie;
considerato:
l'importanza del servizio pubblico televisivo anche per fini educativi e sociali;
il pagamento del canone Rai da parte di tutti i cittadini italiani;
il nocumento derivato alla regione dalle parole di un personaggio diffuse grazie la televisione pubblica;
la gravità delle parole utilizzate e il poco rispetto nei confronti dei cittadini, delle istituzioni, della magistratura e di tutti i familiari delle vittime per stragi;
si chiede di sapere:
quali iniziative la RAI intenda adottare per far sì che fatti come quelli descritti non possano più verificarsi durante una trasmissione;
se non riteneva di parte l'avere in giuria chi, come Daverio aveva la cittadinanza onoraria della città concorrente;
se non ritenga grave quanto affermato e asserito anche grazie all'utilizzo del servizio pubblico;
se intenda aprire un'inchiesta interna che possa far luce sul caso e se intenda, pubblicamente, prendere le distanze dall'accaduto con una presa di posizione netta. Si intende inoltre comprendere come intenda agire riguardo al pagamento del televoto discriminato da un voto di parte ammesso, per odio, nei confronti di una terra facente parte del territorio nazionale. (132/749)
DI LAURO, SCERRA. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI
Ai sensi dell'articolo 25 dello Statuto Sociale e della legge 28 dicembre 2015, n. 220, «Riforma della Rai e del Servizio pubblico radiotelevisivo», l'organo amministrativo ha la gestione dell'impresa sociale ed opera con la diligenza richiesta dalla natura dell'incarico e sulla base delle specifiche competenze dei singoli componenti;
fatta salva ogni diversa disposizione di legge e fermo restando quanto previsto con riguardo all'Amministratore delegato dall'articolo 29 dello Statuto, il Consiglio di amministrazione compie tutte le operazioni per il raggiungimento dell'oggetto sociale, essendo dotato di ogni potere per l'amministrazione della Società e della facoltà di compiere tutti gli atti ritenuti necessari od opportuni per il raggiungimento degli scopi sociali;
il Consiglio, oltre ad essere organo di amministrazione della società, svolge anche funzioni di controllo e di garanzia circa il corretto adempimento delle finalità e degli obblighi del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale;
quanto in premessa per richiamare l'urgenza di un'azione di controllo, da parte dell'organo RAI deputato alla vigilanza e alla trasparenza, circa la trasmissione in onda su Rai 3 lo scorso 20 ottobre alle ore 21.30, relativa al programma «Borgo dei Borghi»;
nel caso di specie la vittoria di Bobbio ha dato adito a diverse critiche: il comune emiliano ha vinto grazie al parere espresso dalla giuria di qualità composta da Philippe Daverio, Margherita Granbassi e Mario Tozzi, mentre, Palazzolo Acreide, il borgo siciliano sito nella provincia di Siracusa, pur avendo conquistato un maggior numero di consensi nel voto popolare, non ha ottenuto nessuna valutazione dai giurati (il cui voto pesava per ben il 50 per cento), che hanno dato tutti e tre la propria preferenza a Bobbio;
sebbene non si possa sindacare la libera scelta di un giurato, si rileva, ad avviso dell'interrogante, come potrebbe essere opportuno applicare, in questo genere di competizioni messe a disposizione dal servizio pubblico nazionale, criteri di valutazione oggettivi, in particolare se si tiene in considerazione che, nel caso di specie, uno dei giurati, già in precedenza grande sostenitore di Bobbio, e per di più da pochi mesi cittadino onorario del medesimo borgo emiliano, aveva proposto il centro della Valtrebbia addirittura come «capitale morale» d'Europa;
il 3 aprile 2018, Daverio lancia la clamorosa proposta di nominare Bobbio terza capitale d'Europa, insieme a Strasburgo e Bruxelles; l'8 luglio del 2018 Philippe Daverio viene quindi invitato a inaugurare un nuovo spazio espositivo a Bobbio e in quell'occasione riceve dal sindaco Roberto Pasquali la cittadinanza onoraria di Bobbio;
quanto in premessa, pone alcuni fondati quesiti sull'imparzialità di Philippe Daverio, il quale, grande sostenitore pubblico di Bobbio, ha ribaltato la scelta popolare, con il voto degli altri due giurati, e questo nonostante Palazzolo Acreide avesse ricevuto i consensi del pubblico da casa con il televoto. Infatti, il voto popolare ha premiato il borgo siciliano di Palazzolo Acreide, che con il 42 per cento del televoto aveva staccato Bobbio fermo al 27 per cento, ma quel voto è stato ribaltato grazie alla giuria, che ha assegnato il 66 per cento a Bobbio e lo 0 per cento a Palazzolo Acreide (criterio di valutazione inesistente);
nessuno può mettere in discussione la bellezza di tutti i borghi in gara, tantomeno del comune di Bobbio, ma sarebbe opportuno vigilare prima sui componenti di una giuria di qualità, su una competizione in onda nel servizio pubblico, che hanno un peso specifico e decisivo nel decretare il vincitore finale;
ad avviso dell'interrogante, sulla decisione non potrebbe e dovrebbe pesare il fatto che la Sicilia in questo concorso nelle ultime cinque edizioni dal 2014 al 2018 (2014 Gangi (Palermo), 2015 Sambuca (Agrigento), 2016 Montalbano Elicona (Messina) e 2018 Petralia Soprana (Palermo), con una parentesi del 2017, ha sempre vinto, né tanto meno dovrebbero incidere i presunti rapporti di affezione che legano un giurato ad un determinato luogo,
si chiede di sapere:
alla luce di quanto esposto in premessa, se e quali opportune iniziative si intendano intraprendere al fine di escludere la sussistenza di qualsiasi conflitto d'interessi da parte del citato componente della Giuria, facendo altresì luce sulla concreta applicazione del regolamento, come previsto dal concorso, e sull'oggettiva valutazione che ha decretato come vincitore il borgo dell'Emilia Romagna rispetto a quello siculo. (133/750)
ANZALDI. — Al Presidente e all'Amministratore delegato RAI
Premesso che
Nella trasmissione-concorso «Il Borgo dei borghi», andata in onda su Rai 3 a settembre-ottobre, era previsto l'utilizzo del televoto, attraverso il quale i telespettatori erano invitati ad esprimersi per scegliere il vincitore;
i cittadini che volevano votare potevano di disporre di un massimo di 10 voti sommando le diverse sessioni e ogni telefonata o sms aveva il costo di 0,51 centesimi, che in una famiglia possono portare ad una spesa complessiva anche di 15-20 euro;
sebbene il televoto abbia premiato nella finale il borgo siciliano di Palazzolo Acreide con il 42 per cento, vincitore del concorso è stato decretato il borgo emiliano di Bobbio, che aveva ricevuto il 27 per cento dei voti, grazie al ribaltamento ottenuto dai voti della giuria di esperti, che hanno tributato il 66 per cento a Bobbio e lo 0 per cento a Palazzolo,
si chiede di sapere:
a quanto ammontino i soldi incassati con il televoto, a chi siano stati destinati e per quale finalità;
se la Rai ritenga in linea con i doveri del Contratto di Servizio chiedere ai cittadini, che già pagano il canone per quasi 2 miliardi di euro, di spendere altri soldi in favore della Rai attraverso il televoto, anche fino a 15-20 euro a famiglia, televoto che poi è stato sconfessato poiché a decidere il vincitore del concorso «Il Borgo dei borghi» è stato il parere della giuria, sulla quale pende la richiesta di chiarimenti in merito al potenziale conflitto di interessi del presidente Philippe Daverio. (134/754)
SCHIFANI. — Al Presidente e all'Amministratore delegato RAI
Premesso che:
nel programma «Il Borgo dei borghi» di Rai 3, il professore Philippe Daverio ricopriva il ruolo di presidente della giuria che ha decretato, nella puntata del 20 ottobre scorso (trasmessa in prime time da Rai 3), il successo di Bobbio in una competizione che ha visto in gara 60 borghi di tutta Italia. Dal giorno 2 settembre è stata avviata una votazione sul sito della RAI che è proseguito sino al 17 ottobre per determinare l'elenco dei 20 borghi finalisti, ed il 20 ottobre si è aperto un televoto da casa per proclamare il più bel borgo italiano del 2019, televoto che ha visto la votazione di tanti cittadini che hanno espresso la loro preferenza e sostenendo un costo di 50 centesimi.
Il voto popolare aveva premiato il borgo siciliano di Palazzolo Acreide, che con il 42 per cento aveva staccato Bobbio, con il borgo emiliano rimasto fermo al 27 per cento. La giuria del programma, presieduta dal prof. Daverio (e composta anche da Margherita Granbassi e Mario Tozzi), ha invece assegnato il 66 per cento a Bobbio e lo 0 per cento a Palazzolo. Come ormai è noto, il prof. Daverio è risultato poi essere cittadino onorario di Bobbio, a seguito di apposito riconoscimento conferitogli nel 2018 dall'Amministrazione comunale di Bobbio nel novembre 2018. Si è ravvisata, quindi, una spiacevole situazione che ha determinato polemiche per quello che da più parti è stato considerato come un conflitto d'interesse.
Ciò ha determinato anche le proteste del Governo siciliano ma soprattutto l'indignazione di molti cittadini siciliani che hanno ritenuto non siano stati garantiti i necessari crismi dell'imparzialità nelle valutazioni inerenti la competizione tra i borghi in gara, avvenuta in un programma del Servizio pubblico e con dei costi sostenuti dai cittadini (che pagano il Canone Rai) per esprimere il loro voto. Da ciò una condizione di, sostanziale, possibile penalizzazione per chi ha preso parte alla competizione tv ma anche un vulnus in termini di immagine per la Rai.
Ma ancor più grave appare quanto accaduto in seguito, sulla questione, quando in data 27 ottobre il programma Le Iene ha intervistato il prof. Daverio che ha risposto in termini a dir poco sconcertanti sulla sua considerazione della Sicilia. «Il siciliano è convinto di essere al centro del mondo. E quindi per loro tutto ciò che non è Sicilia è quasi intollerabile. Essere cittadino onorario che cosa significa ? Il diritto di opinione è sancito dalla nostra Costituzione. Già il televoto aveva fatto vincere Bobbio». Ed ancora: «Porterò in tribunale sia il sindaco di Palazzolo Acreide e chi ha fatto un'interrogazione parlamentare contro di me. È un'intimidazione sicula pura. La cittadinanza onoraria di Palazzolo Acreide non la accetterei. Non amo la Sicilia. Ho il diritto di dirlo ? Mi piace il foie gras, bevo champagne e mi piace Bobbio. È un mio diritto. In Sicilia non ci torno, sono spaventato, mi hanno spaventato. Ho paura della Sicilia». Infine il prof. Daverio ha aggiunto: «Il tono utilizzato in questo affare è un tono di minaccia, che fa parte della tradizione siciliana innegabilmente. Il cannolo non mi piace perché ha la canna mozza. A me le robe con la canna mozza non piacciono. La Trinacria lo sa che cos’è ? È un piede messo a terra ? È terrone e rosica». Espressioni che si commentano da sole e che, per altro, appaiono paradossali visto che il prof. Daverio è stato docente ordinario all'Università di Palermo presso la Facoltà di Architettura, nonché negli anni scorsi esperto alla Cultura del Comune di Palermo. Sul web, inoltre, è presente un video nel quale, nel 2010, il prof. Daverio litigava per strada, a Palermo, con alcuni cittadini siciliani ai quali proferì espressioni simili a quelle utilizzate nell'intervista a Le Iene, tra le quali «Voi dovreste andare nelle miniere di sale» a «crepare» e «disoccupati di mer...a».
Espressioni incomprensibili, inaccettabili e lesive della dignità e dell'immagine della Sicilia e dei Siciliani, a seguito delle quali il prof. Daverio ha diffuso nelle ore successive una nota pubblica di scuse (con alcune ulteriori espressioni discutibili), ma che nulla toglie alla gravità di quanto asserito e dei fatti accaduti. In data 31 ottobre, nel corso del programma «Piazza Pulita», su La7, Daverio, nel lamentare un presunto clima minaccioso nei suoi confronti (precisando lo scrivente che qualsiasi eventuale minaccia va sempre stigmatizzata), proferiva ulteriori dichiarazioni, che nel caso collegano la Sicilia al «Medioevo e la piazza medievale», asserendo: «Forse bisogna introdurre di nuovo altri elementi medievali e uno occorre prenderlo, appenderlo nella gabbia e davanti al portale della Chiesa oppure buttarlo nella pece o messo nell'olio bollente per un quarto d'ora. Se siamo tornati nel Medioevo che il Medioevo sia totale».
Per tutto questo, si chiede agli organi di responsabilità della Rai di sapere:
1) se in questa vicenda vi sia stata la sussistenza di un conflitto d'interessi tra chi avrebbe dovuto essere parte terza ed invece potrebbe essere stato decisivo nella scelta del borgo vincitore. Se questa Presidenza ritiene che la regolarità dell'esito della competizione de «Il Borgo dei Borghi» possa essere stata inficiata e/o condizionata da anomalie e comportamenti eticamente non corretti e/o trasparenti, valutando se vada confermato o sospeso il risultato della competizione determinato dalla giuria, non rispondente alla volontà popolare espressa con il televoto;
2) se alla luce dei fatti rappresentanti e delle notizie emerse, si ritiene sia stato perpetrato un danno ai numerosi tele votanti (nonché abbonati Rai) e all'Azienda, dovendo in tal caso la Rai assumere provvedimenti a tutela dell'Ente e dei cittadini;
3) se la Rai intenda continuare ad avvalersi della consulenza e/o partecipazione del prof. Daverio a questo o altri programmi del Servizio pubblico, o se ritiene di dover valutare l'opportunità di sospendere – come già accaduto in passato con altri professionisti – qualsiasi forma di collaborazione tra il prof. Daverio e l'Azienda di Stato. (137/761)
CAPITANIO, PAGANO, BERGESIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI, TIRAMANI. — Al Presidente e all'Amministratore delegato RAI
Premesso che:
il comune di Palazzolo Acreide (Siracusa), facente parte del Club «I Borghi più belli d'Italia», è stato selezionato per la partecipazione alla gara del programma di Rai 3 «Il borgo dei borghi – La grande sfida 2019» trasmesso dal 22 settembre 2019 al 20 ottobre 2019. Avendo superato la prima fase della votazione tramite web con migliaia di preferenze, il comune di Palazzolo Acreide ha avuto accesso alla fase finale tenutasi domenica 20 ottobre 2019 su Rai 3 in prima serata;
durante la finalissima (in cui erano in gara 4 borghi), il comune di Palazzolo Acreide, pur avendo avuto tramite televoto il 41,95 per cento delle preferenze, otteneva il secondo posto in gara a seguito di un discutibile comportamento da parte dei giurati (Philippe Daverio, Margherita Granbassi, Mario Tozzi), laddove vincitore risultava il comune di Bobbio (Piacenza);
considerato che:
si è appreso che il giurato Philippe Daverio, in data 6 luglio 2018, è stato insignito – con apposita delibera – della cittadinanza onoraria da parte del comune di Bobbio (Piacenza);
investito della questione, lo stesso Daverio ha, in un'occasione (intervista del 25 ottobre 2019 rilasciata al quotidiano La Sicilia), affermato di conoscere «bene la Sicilia e la sua infinita perversione mentale», e in un'altra occasione (Le Iene del 27 ottobre 2019) ha rincarato la dose asserendo che i toni minacciosi e intimidatori fossero «parte della tradizione siciliana» e che i siciliani «sono terroni che rosicano»;
ritenuto inaccettabile il comportamento del giurato Daverio,
alla Società Concessionaria:
si chiedono maggiori delucidazioni circa gli orientamenti seguiti dai giurati nella scelta del vincitore della gara «Il borgo dei borghi»;
si chiede se non ritenga la vittoria del comune di Bobbio (Piacenza) viziata e condizionata dal pensiero di uno dei giurati;
quale sia stato il compenso riconosciuto al sig. Daverio per la partecipazione alla trasmissione quale giurato. (138/764)
RISPOSTA. – In merito alle interrogazioni in oggetto, al fine di fornire una risposta più completa e puntuale, si riportano di seguito gli elementi forniti dalla Direzione di Rai 3.
Lo scopo principale del programma «Il borgo dei borghi» è dare visibilità ai piccoli centri del Paese valorizzandone la storia, la cultura, l'arte e le tradizioni popolari. La competizione tra i borghi non si conclude con alcun premio materiale al vincitore, ma è finalizzata a raccontare la bellezza della provincia italiana e a farne conoscere attività culturali e turistiche. Il programma va in onda su Rai 3 dal 2014. Le ultime due edizioni, denominate «La grande sfida», sono articolate in più puntate con una fase eliminatoria associata al voto via web e una serata finale in diretta con televoto e giuria di esperti. I voti delle fasi a gironi e quelli della sessione unica finale sono stati resi pubblici sul sito della trasmissione e lo sono tutt'ora.
Tutto ciò premesso, si precisa che nel corso della serata finale dell'ultima edizione, trasmessa in diretta e basata sul televoto e sul voto della giuria di esperti, i due distinti risultati – come previsto dal regolamento – hanno avuto pari peso nella determinazione dell'esito finale (50 per cento televoto e 50 per cento voto della giuria di esperti). Le votazioni si sono svolte con assoluta regolarità e trasparenza sotto il controllo di un notaio.
Il borgo di Bobbio – come dichiarato anche in diretta e come pubblicato sul sito – è stato votato da tutti e tre i giudici come prima scelta per la vittoria finale. Sarebbero stati sufficienti però anche i voti di due giudici soltanto per determinare il medesimo risultato. In altre parole, anche senza il voto del presidente della giuria Philippe Daverio, la classifica sarebbe stata uguale a quella poi risultata definitiva.
Philippe Daverio è stato scelto per il suo curriculum particolarmente adatto a valorizzare il patrimonio storico e artistico dei borghi italiani ed ha sempre mostrato competenza, partecipazione e indipendenza di giudizio. Daverio, inoltre, collabora con il programma dalla sua terza edizione ed ha svolto lo stesso ruolo in cinque edizioni, nel corso delle quali hanno vinto la gara: Sambuca di Sicilia (2016), Venzone (2017), Gradara (2018), Petralia Soprana (2018 La grande sfida), Bobbio (2019 La grande sfida).
A seguito di tali doverose precisazioni occorre però sottolineare che la Rai, attraverso Rai 3, si è dissociata dalle dichiarazioni di Philippe Daverio sulla Sicilia e sui siciliani rese a titolo esclusivamente personale nel corso di interviste su altre emittenti. La Rai, attraverso Rai 3, ha stigmatizzato le parole di Daverio e ha diramato una nota stampa nella quale si legge che l'esperto ha proferito «battute e allusioni intollerabili, in contrasto con lo spirito stesso del programma al quale Daverio ha collaborato».
Lo stesso Daverio, peraltro, in data 29 ottobre, ha affidato all'agenzia AdnKronos le proprie scuse al popolo siciliano: «Mi scuso con i siciliani perché ho generalizzato dicendo a tanti ciò che era destinato a pochi facinorosi».
A conferma dello spirito di Servizio Pubblico, Rai ha affrontato nuovamente il tema delle polemiche nella puntata di domenica 3 novembre del programma «Kilimangiaro» condotto dalla stessa conduttrice del Borgo dei Borghi, Camilla Raznovich. Nel corso della puntata sono stati invitati i sindaci dei due comuni finalisti Palazzolo Acreide e Bobbio. La Raznovich, prima di introdurre i due ospiti in studio, in merito alla vittoria del comune di Bobbio ha ribadito che «tutto è andato secondo il regolamento (...)
Subito dopo, e anche in apertura di trasmissione, la conduttrice ha preso marcatamente le distanze dalle dichiarazioni rilasciate da Daverio. «A nome mio e di tutta la redazione del Borgo dei Borghi mi dissocio dalle parole davvero brutte di Daverio, perché quelle frasi non rappresentano in alcun modo lo spirito e l'obiettivo della trasmissione che vuole raccontare le bellezze dell'Italia unita attraverso il racconto delle peculiarità di una delle risorse più preziose e uniche che sono i borghi». Prima di dare la parola ai due sindaci – che sono entrati in studio tenendosi la mano a dimostrazione di una ritrovata serenità – sono andate in onda le immagini dei due meravigliosi borghi. Subito dopo ha avuto seguito un costruttivo dibattito in studio nel corso del quale il sindaco di Palazzolo Acreide ha annunciato di essere intenzionato a dare vita a un gemellaggio con il comune di Bobbio, in piena sintonia con lo spirito del programma oggetto di polemiche.
Per quanto riguarda la questione relativa al tema del conflitto di interessi, si informa che Daverio, in sede di firma del contratto, ha sottoscritto il codice etico e non ha informato la Rai di essere cittadino onorario di Bobbio, né di eventuali conflitti di interessi rispetto al programma a cui era stato chiamato a collaborare. In tale quadro, la Rai sta studiando tutti i provvedimenti necessari che dovranno essere adottati per evitare che si possano ripetere episodi simili, che hanno distolto l'attenzione dalle reali intenzioni di servizio pubblico alla base del programma.
Per quanto concerne il tema del televoto, occorre precisare che, come riportato dal regolamento del programma, «la fornitura e l'espletamento del Servizio di Televoto per come disciplinato, previsto e regolato dalle presenti disposizioni è conforme a quanto stabilito dal decreto del Ministero delle Comunicazioni 2 marzo 2006, n. 145, avente ad oggetto «Regolamento recante la disciplina dei servizi a sovrapprezzo».
Infine, per quanto attiene al compenso percepito da Daverio in qualità di giurato, si precisa che l'esperto viene retribuito dalla società che cura la produzione del programma e che lo stesso Daverio ha rapporti diretti con il Servizio Pubblico solo in relazione alla puntata finale della competizione. Il compenso riconosciuto a Daverio dalla Rai per l'edizione 2019 è stato contenuto ed è perfettamente in linea con quanto riconosciuto all'esperto per l'edizione del Borgo dei Borghi 2018.