III Commissione

Affari esteri e comunitari

Affari esteri e comunitari (III)

Commissione III (Affari esteri)

Comm. III

Affari esteri e comunitari (III)
SOMMARIO
Giovedì 17 ottobre 2019

INDAGINE CONOSCITIVA:

Indagine conoscitiva sull'impegno dell'Italia nella Comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni.
Audizione di una delegazione di rappresentanti dei popoli indigeni dell'Amazzonia (Svolgimento e conclusione) ... 51

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:

Sulla pubblicità dei lavori ... 52

5-02929 Valentini: Sulla sede del consolato onorario francese a Ventimiglia ... 52

ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 55

5-02930 Formentini: Sugli accordi bilaterali in materia energetica tra Italia e Paesi dell'area Eastmed ... 52

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 56

5-02931 Cabras: Sull'impegno anche in sede europea per il superamento della crisi tra Governo centrale spagnolo e Governo regionale catalano ... 53

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 57

5-02932 Delmastro delle Vedove: Sul negoziato di adesione della Turchia all'Unione europea ... 53

ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 58

INDAGINE CONOSCITIVA:

Indagine conoscitiva sull'azione internazionale dell'Italia per l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e sull'efficacia del quadro normativo nazionale e del sistema italiano di cooperazione.
Audizione di una delegazione della Commissione Parlamentare per il Futuro della Repubblica di Finlandia (Svolgimento e conclusione) ... 54

III Commissione - Resoconto di giovedì 17 ottobre 2019

COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI NEL MONDO

INDAGINE CONOSCITIVA

  Giovedì 17 ottobre 2019. — Presidenza della presidente Iolanda DI STASIO.

  La seduta comincia alle 9.20.

Indagine conoscitiva sull'impegno dell'Italia nella Comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni.
Audizione di una delegazione di rappresentanti dei popoli indigeni dell'Amazzonia.
(Svolgimento e conclusione).

  Iolanda DI STASIO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Introduce, quindi, l'audizione.

  Nino SANTOMARTINO, vicepresidente della Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario (FOCSIV), Luis Ventura FERNANDÉZ, rappresentante del Consiglio indigenista missionario del Brasile (CIMI), nonché Varney da Silva TAVARES KANAMARY, Josè Luiz CASSUPÀ e Zenilda Maria DE ARAÙJO, rappresentanti dei popoli indigeni dell'Amazzonia, svolgono interventi sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono, quindi, per svolgere considerazioni, Iolanda DI STASIO, presidente, Riccardo OLGIATI (M5S) e Paolo FORMENTINI (LEGA).

  Nino SANTOMARTINO, vicepresidente della FOCSIV, Luis Ventura FERNANDÉZ, rappresentante del CIMI, e Zenilda Maria DE ARAÙJO, rappresentante dei popoli indigeni dell'Amazzonia, integrano gli interventi già svolti.

  Iolanda DI STASIO, presidente, dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.25.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Giovedì 17 ottobre 2019. — Presidenza del vicepresidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Piero FASSINO, presidente, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del Regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.
  Avverte inoltre che la pubblicità dei lavori della seduta sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

5-02929 Valentini: Sulla sede del consolato onorario francese a Ventimiglia.

  Osvaldo NAPOLI (FI), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, ne illustra il contenuto.

  Il sottosegretario Ivan SCALFAROTTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Osvaldo NAPOLI (FI), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta del Governo e convinto che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e l'Ambasciata di Francia in Italia, cooperando proficuamente, sapranno individuare la soluzione più idonea per la nuova sede del consolato onorario francese a Ventimiglia.

5-02930 Formentini: Sugli accordi bilaterali in materia energetica tra Italia e Paesi dell'area Eastmed.

  Paolo FORMENTINI (LEGA) illustra l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Ivan SCALFAROTTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Paolo FORMENTINI (LEGA), replicando, prende atto della risposta del Governo, invitando l'Esecutivo ad assumersi maggiori responsabilità sul tema e a non pregiudicare opportunità cruciali per gli interessi del nostro Paese: la diversificazione delle rotte, unitamente a quella delle fonti energetiche, costituisce infatti una priorità per un Paese, come l'Italia, povero di materia prime. In tale contesto, occorre adoperarsi per difendere e consolidare il ruolo dell'Italia nell'area Eastmed.

5-02931 Cabras: Sull'impegno anche in sede europea per il superamento della crisi tra Governo centrale spagnolo e Governo regionale catalano.

  Pino CABRAS (M5S) illustra l'interrogazione in titolo, frutto della consapevolezza circa l'impatto che la questione catalana ha su tutta la Spagna: le pesanti condanne inflitte ai protagonisti della turbolenta stagione autonomista operano, infatti, su un crinale delicato, a cavallo tra ordine pubblico, legalità e diritti politici e, in generale, riguardano una vicenda connessa in buona parte ad una genuina dinamica democratica.

  Il sottosegretario Ivan SCALFAROTTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Pino CABRAS (M5S), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta del Governo che, tuttavia, dimostra come le valutazioni su una materia possano talvolta divergere a seconda che la si guardi con la prospettiva del Parlamento o con quella dell'Esecutivo. Nel caso in oggetto, dal suo punto di vista di parlamentare, l'azione degli indipendentisti catalani si presenta come un atto genuinamente politico, assimilabile a quello messo in atto dagli indipendentisti scozzesi, con la sostanziale differenza che gli scozzesi sono riusciti ad ottenere quello che rivendicavano solo in ragione del differente contesto costituzionale. Ribadendo la necessità di rispettare le rivendicazioni della Catalogna, che hanno un radicamento profondo e hanno portato a risultati importanti, ad esempio sul terreno del riconoscimento linguistico in tutti i cicli dell'istruzione, invita il Governo a mantenere alta l'attenzione sulla situazione per scongiurare ogni cedimento alla violenza, anche nel dibattito pubblico.

5-02932 Delmastro delle Vedove: Sul negoziato di adesione della Turchia all'Unione europea.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI) illustra l'interrogazione in titolo, richiamando l'intervento già svolto in occasione della discussione nei giorni scorsi di risoluzioni sulla offensiva turca in atto nel nord della Siria. In aggiunta a tutto quanto sta già avvenendo in termini di morti, feriti e sfollati, oltre che di minaccia da parte di Erdogan all'Europa rispetto al dare via libera ad una sorta di invasione di migranti, segnala che vi sono notizie secondo cui l'esercito turco starebbe utilizzando napalm e bombe al fosforo nell'offensiva contro i curdi. Rispetto a tutto ciò, come già rappresentato sia in Commissione sia in Aula, occorre davvero che l'Italia si distingua per un'iniziativa esplicita sulla chiusura sine die del negoziato di adesione della Turchia all'UE, considerato che Erdogan ha dimostrato in tutti i modi di non fare parte del consesso europeo.

  Il sottosegretario Ivan SCALFAROTTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI), replicando, si dichiara del tutto insoddisfatto della risposta del Governo. Pur riconoscendo l'affabilità e la competenza del sottosegretario Scalfarotto, prende atto che l'Esecutivo non intende porre in sede europea la questione della revoca dello status della Turchia di Paese candidato all'adesione. Rammenta, altresì, che nel corso del recente dibattito in Aula, un collega appartenente allo stesso gruppo del sottosegretario Scalfarotto – Italia viva – ha auspicato la sospensione dell'erogazione dei fondi europei all'Ungheria di Orban. A suo avviso, dunque, per l'attuale maggioranza i veri avversari sono i sovranisti e non gli islamisti come Erdogan, nonostante le nefandezze che quest'ultimo sta mettendo in atto, non solo con l'invasione del nordest della Siria e il connesso massacro dei curdi, ma anche con le attività illegali di trivellazione nel Mediterraneo orientale. Ribadisce che la permanenza in vita del negoziato, anche solo sul piano formale, frutta al sedicente «sultano» turco 58 miliardi di euro di fondi europei che appaiono per lo più investiti nella jihad contro l'Occidente, come dimostrano anche i flussi incontrollati di miliziani di Daesh attraverso le frontiere turche. Conclude che, se il Governo non chiederà la revoca dello status di candidato, questo renderà il nostro Paese complice del regime di Erdogan.

  Piero FASSINO, presidente, ritenendo opportuna un'osservazione di merito da parte sua, invita il collega Delmastro delle Vedove a distinguere la legittima critica verso il governo in carica in un Paese dalla sospensione di un processo di adesione che investirebbe un intero Paese, la cui linea di governo potrebbe anche cambiare in futuro.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI), alla luce di quanto testé osservato dal vicepresidente Fassino, coglie l'occasione per chiarire la posizione del suo gruppo, da sempre di netta contrarietà all'ingresso della Turchia in Europa principalmente sul piano delle differenze culturali e valoriali.

  Piero FASSINO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.30.

COMITATO PERMANENTE SULL'ATTUAZIONE DELL'AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

INDAGINE CONOSCITIVA

  Giovedì 17 ottobre 2019. — Presidenza della presidente Lia QUARTAPELLE PROCOPIO.

  La seduta comincia alle 14.40.

Indagine conoscitiva sull'azione internazionale dell'Italia per l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e sull'efficacia del quadro normativo nazionale e del sistema italiano di cooperazione.
Audizione di una delegazione della Commissione Parlamentare per il Futuro della Repubblica di Finlandia.
(Svolgimento e conclusione).

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Introduce, quindi, l'audizione.

  Pia RANTALA-EBNGERG, Ambasciatore della Repubblica di Finlandia, svolge un breve intervento introduttivo.

  Joakim STRAND e Pirkka-Pekka PETELIUS, presidente e vicepresidente della Commissione parlamentare per il futuro della Repubblica di Finlandia, svolgono interventi e pongono quesiti sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

  Intervengono quindi Lia QUARTAPELLE PROCOPIO, presidente, a più riprese, Andrea COLLETTI (M5S), a più riprese, Angela SCHIRÒ (PD) e Paolo FORMENTINI (Lega).

  Kristiina SALONEN, Sinuhe WALLINHEIMO, Pekka AITTAKUMPU, Katja HÄNNINEN e Sari TANUS, componenti della Commissione parlamentare per il futuro della Repubblica di Finlandia, rispondono ai quesiti posti e forniscono ulteriori precisazioni.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO, presidente, dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.40.
  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

III Commissione - giovedì 17 ottobre 2019

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-02929 Valentini: Sulla sede del consolato onorario francese a Ventimiglia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La presenza di un Ufficio consolare della Repubblica Francese a Ventimiglia risale al 1948. L'attuale sede del Consolato onorario in Via Martiri della Libertà 2, risale alla fine degli anni ’90 e, fino agli eventi richiamati dall'Onorevole interrogante, non risulta che tale ubicazione abbia mai fatto registrare problemi di ordine pubblico.
  La materia dell'istituzione degli Uffici consolari stranieri – di carriera e onorari – e della nomina dei rispettivi titolari in Italia è regolata dal diritto e dalla prassi internazionali, in particolare dalla Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari del 24 aprile 1963. In materia di «stabilimento d'un posto consolare», la predetta Convenzione (articolo 4, commi 2 e 3) dispone in modo chiaro che: «La sede del posto consolare, la sua classe e la sua circoscrizione consolare sono determinate dalla Stato d'invio e sottoposte all'approvazione dello Stato di residenza» e che: «modificazioni ulteriori possono essere apportate dallo Stato d'invio alla sede del posto consolare, alla sua classe e alla sua circoscrizione consolare, solamente con il consenso dello Stato di residenza».
  Nel caso di specie, poiché si apprende dal testo della presente interrogazione che non sarebbe stato rinnovato il comodato d'uso da parte del comune di Ventimiglia per gli attuali locali del Consolato onorario di Francia – rispetto a cui, peraltro, l'Ambasciata francese in Italia non ha fatto pervenire alla Farnesina alcuna comunicazione – le Autorità francesi potranno individuare una nuova sede, che dovrà essere sottoposta ad approvazione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale italiano.
  Tale autorizzazione viene concessa sulla base di una serie di criteri che contemplano anche l'idoneità della sede stessa dal punto di vista della sicurezza e dell'ordine pubblico. A tal fine viene condotta una specifica istruttoria che coinvolge le altre competenti Autorità italiane: Ministero dell'interno, prefettura territorialmente competente – in questo caso Imperia – e organi di controllo.
  Posso pertanto assicurare che la Farnesina valuterà attentamente – in raccordo con l'Ambasciata di Francia a Roma – le proposte che perverranno al riguardo, tenendo conto della problematica in oggetto, assicurando la massima attenzione nell'esame dell'idoneità dell'eventuale nuova sede consolare onoraria di Francia a Ventimiglia.

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-02930 Formentini: Sugli accordi bilaterali in materia energetica tra Italia e Paesi dell'area Eastmed.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il gas naturale, incluso il GNL (gas naturale liquefatto), resta la principale risorsa a basse emissioni per la transizione energetica, guidata dalle rinnovabili, verso un futuro a zero emissioni di carbonio della nostra economia.
  L'Italia importa il proprio fabbisogno di gas principalmente dalla Russia, che è anche il principale fornitore dell'UE, e a seguire anche da Algeria, Qatar e Libia.
  Anche per questo siamo da tempo in prima linea nel Mediterraneo orientale per diversificare le fonti di approvvigionamento e incrementare il nostro ruolo di hub energetico sul fronte europeo meridionale. Lo stiamo facendo con un approccio coeso di sistema, rendendo l'Italia un pilastro della ricerca e dell'utilizzo delle risorse energetiche dal bacino orientale del Mediterraneo.
  A tal fine è importante anzitutto ricordare che siamo tra i detentori della quasi totalità delle concessioni esplorative nelle aree di Cipro e che siamo impegnati in esplorazioni anche in Libano. Una presenza con basi solide e ben radicate nelle collaborazioni stabilite nei decenni passati con gli altri principali Paesi dell'area.
  A riprova di quanto sopra, l'Italia è l'unico Paese G20 tra i fondatori dell’East Mediterranean Gas Forum, che ha sede al Cairo. Il Forum è una preziosa piattaforma di dialogo, a o livello Ministeriale e tecnico, su concrete collaborazioni per ricerca, utilizzo ed esportazione del gas dell'area, principalmente verso l'Europa. Abbiamo già partecipato a due riunioni ministeriali e a numerosi tavoli tecnici. È un chiaro successo diplomatico del nostro Paese, che si rilancia ulteriormente nel ruolo di hub energetico.
  La nostra presenza nell’East Mediterranean Gas Forum è connessa alle concrete prospettive di importazione di gas naturale liquefatto, disponibili a breve termine. Impianti di liquefazione presenti nell'area, in alcuni casi controllati da nostre imprese, favoriranno l'arrivo nel nostro Paese delle enormi risorse di gas presenti nel Mediterraneo orientale. L'Italia sarà mercato di sbocco – oltre che di transito verso gli altri mercati europei – grazie agli impianti per il GNL presenti sul nostro territorio e a largo delle nostre coste. E in questo modo che stanno per essere rese disponibili anche le ingenti risorse di gas di Israele, fino ad oggi senza possibilità di essere esportate.
  Nel medio-lungo periodo possiamo inoltre fare affidamento su una proficua interlocuzione per nuovi progetti infrastrutturali con Cipro, Grecia e Israele, anche in questo caso di riconosciuta rilevanza per l'intera UE.
  In conclusione, l'azione italiana in un'area storicamente percorsa da tensioni ed instabilità dimostra che l'energia può essere elemento inclusivo di crescita comune. Per comprendere come sia possibile trarre benefìci dallo sfruttamento di tali risorse in termini di sicurezza, stabilità e prosperità condivise è sufficiente ricordare che dell’East Mediterranean Gas Forum fanno parte allo stesso tempo Israele e Palestina. L'Italia continuerà dunque a sostenere tali collaborazioni nell'ambito del suo ruolo di primo piano nel Mediterraneo orientale, garantito da ottime relazioni con i principali attori dell'area e capacità industriali in termini di ricerca, estrazione e trasporto.

ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-02931 Cabras: Sull'impegno anche in sede europea per il superamento della crisi tra Governo centrale spagnolo e Governo regionale catalano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Governo italiano segue con la massima attenzione, al pari degli altri partner europei, gli sviluppi legati alla questione catalana.
  Sullo specifico episodio della sentenza di condanna dei politici indipendentisti catalani emessa lo scorso 14 ottobre, l'Ambasciatore d'Italia a Madrid, Stefano Satinino, ha incontrato, all'indomani della sentenza [il 15 ottobre], assieme agli altri ambasciatori europei, il Ministro degli esteri spagnolo, Josep Borrell, il quale ha voluto ribadire come il verdetto del Tribunale supremo fosse il risultato di un processo svoltosi con grande trasparenza, rigore e professionalità e come al centro delle condanne ci fossero le condotte individuali e non le idee. Anche in altre successive, recenti, occasioni le autorità spagnole hanno rimarcato agli ambasciatori accreditati in Spagna l'indipendenza dei giudici e la natura inviolabile dell'integrità territoriale.
  Il Ministro degli esteri spagnolo, nonché futuro Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'UE, ha altresì fatto espresso appello alla comprensione, all'appoggio e alla solidarietà delle capitali europee, «al fine di superare la campagna di disinformazione sulla crisi catalana». Borrell ha aggiunto che il Governo spagnolo non si illude che la questione sia risolta esclusivamente attraverso la sentenza della magistratura; tuttavia, a suo giudizio, ora più che mai occorre superare la spaccatura creatasi in Catalogna, onde iniziare un processo di rilancio della convivenza, attraverso il dialogo, da condurre nel rispetto della legge. In tal senso, ha condannato il linguaggio estremista che, a Barcellona come a Madrid, radicalizza lo scontro anzitutto tra gli stessi catalani.
  Secondo il Ministro spagnolo uno spiraglio di riconciliazione è offerto proprio dalla sentenza: oltre a escludere l'ipotesi di reato più grave, la ribellione, i giudici hanno infatti negato la pericolosità sociale dei condannati, aprendo la strada a che l'autorità penitenziaria catalana possa concedere i primi benefici di pena già nei prossimi mesi.
  Per quanto attiene al quesito specifico posto dall'Onorevole interrogante, trattandosi di questioni interne spagnole e che afferiscono al rispetto del quadro costituzionale e dello Stato di diritto di un Paese membro dell'UE, non si ritiene opportuno intraprendere iniziative di carattere bilaterale che abbiano ad oggetto i rapporti tra il governo regionale catalano e il governo centrale del Regno di Spagna, che rischierebbero, peraltro, di provocare effetti controproducenti su una questione già di per sé molto delicata.

ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-02932 Delmastro Delle Vedove: Sul negoziato di adesione della Turchia all'Unione europea.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Malgrado il carattere strategico della partnership UE-Turchia a fronte delle complesse sfide globali (fenomeni migratori, contrasto al terrorismo, cooperazione economica e in campo energetico), è da constatare che i negoziati per l'adesione di Ankara, avviati nel 2005, sono al momento congelati.
  A seguito dei preoccupanti arretramenti sotto il profilo del rispetto dei diritti fondamentali e della libertà di espressione, accentuatasi dopo il fallito colpo di Stato del luglio 2016, il Parlamento europeo ha formalizzato già in una risoluzione del novembre successivo la richiesta di sospensione dei negoziati di adesione della Turchia all'UE.
  L’«allontanamento» della Turchia dai valori europei e dall’acquis comunitario è stato confermato da ultimo nel Rapporto Paese pubblicato il 29 maggio scorso, nel quadro del Pacchetto Allargamento 2019 stilato dalla Commissione.
  Le Conclusioni del Consiglio affari generali del giugno 2019, successivamente approvate, dal Consiglio Europeo, sempre a giugno, riflettono le notevoli preoccupazioni degli Stati membri e della Commissione rispetto al notevole deterioramento in materia di diritti umani, Stato di diritto, riforme (pubblica amministrazione e sistema giudiziario), sistema economico, lotta alla corruzione e al crimine organizzato. Le predette Conclusioni sanciscono che i negoziati di adesione della Turchia sono giunti di fatto a un punto morto, escludendo espressamente l'apertura o la chiusura di altri capitoli negoziali e le attività per la modernizzazione dell'Unione doganale UE-Turchia.
  Le iniziative turche nel Mediterraneo orientale e nel Mare Egeo hanno portato ad un ulteriore irrigidimento della posizione europea. Le Conclusioni del Consiglio affari esteri dello scorso 15 luglio hanno infatti sancito l'interruzione dei negoziati sull'Accordo di trasporto aereo, la sospensione delle riunioni dei Dialoghi di alto livello UE-Turchia e del Consiglio di associazione (l'ultima riunione si è tenuta nel marzo 2019) e la riduzione dei fondi di pre-adesione (IPA) destinati ad Ankara.
  Da ultimo, il Consiglio affari esteri di lunedì scorso ha adottato due Conclusioni dal tenore particolarmente fermo sulle attività militari nel Nord-Est della Siria e sulle perduranti iniziative turche nel Mediterraneo orientale. Da queste conclusioni stanno già ora discendendo una serie di effetti pratici, con la sospensione della vendita di armi alla Turchia da parte dei principali esportatori europei – tra cui anche l'Italia – e con la predisposizione di «misure mirate» nei confronti di soggetti turchi coinvolti in operazioni illegali nella Zona economica esclusiva di Cipro.
  L'Italia, insieme ai partner europei, guarda con grande preoccupazione ai rischi di involuzione dello Stato di diritto e alle limitazioni delle libertà fondamentali in Turchia, e nutre una profondissima inquietudine per i recenti sviluppi al confine con la Siria. Al tempo stesso, però, si ritiene opportuno mantenere aperti i canali di dialogo con Ankara, anche in considerazione delle complesse sfide comuni sullo scenario globale, ed in particolare riguardo alla questione migratoria,
sulla quale la Turchia ha sinora collaborato, anche con il sostegno europeo. Resta, infine, – desidero sottolinearlo – l'esigenza di ispirare le misure verso Ankara al principio di gradualità e reversibilità, nel caso di sviluppi positivi, in modo da conservare importanti leve per i rapporti con la società civile turca, non sempre completamente rappresentata dalle posizioni del suo Governo.