Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Comm. bicam. Vigilanza RAI
Comm. bicam. Vigilanza RAI
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI PARLAMENTARI
Sulla pubblicità dei lavori ... 200
ATTIVITÀ DI INDIRIZZO E VIGILANZA:
Seguito dell'esame della proposta di risoluzione su «princìpi di indirizzo e linee guida sull'utilizzo dei social media da parte dei dipendenti e collaboratori della RAI» (Seguito e conclusione dell'esame – Approvazione con modificazioni) ... 200
ALLEGATO 1 (Testo approvato nella seduta del 9 ottobre 2019) ... 203
ALLEGATO 2 (Emendamenti) ... 206
Sul piano industriale della Rai 2019-2021 ... 201
Sulla pubblicazione dei quesiti ... 202
ALLEGATO 3 (Quesiti per i quali è pervenuta risposta scritta alla presidenza della Commissione (dal n. 122/713 al n. 124/722 e n. 127/726)) ... 208
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI PARLAMENTARI
Mercoledì 9 ottobre 2019. — Presidenza del presidente Alberto BARACHINI.
L'ufficio si è riunito dalle 20.50 alle 21.20.
Mercoledì 9 ottobre 2019. — Presidenza del presidente Alberto BARACHINI.
La seduta comincia alle 21.20.
Sulla pubblicità dei lavori.
Il PRESIDENTE comunica che ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione la pubblicità dei lavori sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.
ATTIVITÀ DI INDIRIZZO E VIGILANZA.
Seguito dell'esame della proposta di risoluzione su «princìpi di indirizzo e linee guida sull'utilizzo dei social media da parte dei dipendenti e collaboratori della RAI».
(Seguito e conclusione dell'esame – Approvazione con modificazioni).
Il PRESIDENTE ricorda che nella seduta del 17 settembre è stato avviato l'esame della proposta di risoluzione recante princìpi di indirizzo e linee guida sull'utilizzo dei social media da parte dei dipendenti e collaboratori della RAI e che nella seduta del 2 ottobre scorso si è svolta la discussione generale al termine della quale i relatori hanno espresso il parere su ciascuno dei 18 emendamenti presentati.
A seguito delle proposte di riformulazione la deputata Francesca FLATI (M5S) presenta i seguenti emendamenti 1.2 (testo 2), 1.11 (testo 2), 1.13 (testo 2) e 1.18 (testo 2) (vedi allegato 2). Ritira inoltre l'emendamento 1.17.
Il deputato Massimiliano CAPITANIO (Lega), anche alla luce della riformulazione dell'emendamento 1.2, riformula il proprio emendamento 1.3 nell'emendamento 1.3 (testo 2) (vedi allegato 2).
Il PRESIDENTE anche a nome del relatore Anzaldi, esprime parere favorevole su tutte le riformulazioni presentate. Dichiara quindi che si procederà alla votazione degli emendamenti.
Previa verifica del prescritto numero legale, posto ai voti, è approvato all'unanimità l'emendamento 1.1.
Con distinte votazioni, sono altresì approvati all'unanimità gli emendamenti 1.2 (testo 2), ed 1.3 (testo 2).
Il PRESIDENTE avverte che l'emendamento 1.4 risulta precluso a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.3 (testo 2).
Posti separatamente ai voti, sono quindi approvati all'unanimità gli emendamenti 1.5, 1.6, 1.7, 1.8, 1.9, 1.10 e 1.11 (testo 2).
Il PRESIDENTE avverte che l'emendamento 1.12 risulta precluso a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.3 (testo 2).
Posto ai voti, è quindi approvato all'unanimità l'emendamento 1.13 (testo 2), mentre risulta precluso l'emendamento 1.14, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.3 (testo 2).
Con distinte votazioni, sono successivamente approvati all'unanimità gli emendamenti 1.15, 1.16 e 1.18 (testo 2).
Il PRESIDENTE pone quindi ai voti la proposta di risoluzione, nel testo risultante dagli emendamenti che sono stati approvati, che risulta approvata dalla Commissione all'unanimità (vedi allegato 1).
Avverte infine che la Presidenza si intende autorizzata ad apportare al testo, in sede di coordinamento, le modifiche formali eventualmente necessarie.
Sul piano industriale della Rai 2019-2021.
Il PRESIDENTE ricorda che la scorsa settimana il Ministero dello sviluppo economico ha formulato le determinazioni di sua competenza in ordine al Piano industriale 2019-2021 approvato dal Consiglio di amministrazione della RAI nei mesi scorsi.
Si è appreso che tale determinazione è di fatto racchiusa nel comunicato diffuso dallo stesso Ministero nel quale si riporta che la Commissione paritetica di cui all'articolo 22 del Contratto nazionale di servizio tra il Ministero dello Sviluppo economico e la Rai-Radio televisione italiana S.p.A, dopo aver esaminato e valutato il piano industriale della Rai per il triennio 2019-2021, ha formulato le determinazioni di propria competenza ritenendo il Piano presentato compatibile con quanto previsto dal Contratto stesso. La Commissione paritetica ha convenuto altresì di monitorare la tempistica di attuazione del Piano attraverso riunioni bimestrali. Non è prevista la formalizzazione né ulteriore comunicazione di quanto deliberato se non la redazione di un verbale della riunione che comunque ha carattere di atto interno della Commissione paritetica.
Anche tenuto conto di quanto previsto dalla risoluzione approvata dalla Commissione nella seduta del 31 luglio 2019 ed in considerazione degli elementi conoscitivi che potranno emergere nell'audizione del Ministro dello sviluppo economico – programmata per mercoledì 23 ottobre, alle ore 14 – reputa che, subito dopo questa audizione, la Commissione sia nelle condizioni di potersi pronunciare sullo stesso Piano industriale.
Al riguardo, quindi, la Commissione verrà convocata mercoledì 30 ottobre, in un orario da stabilire compatibilmente ai calendari dei lavori parlamentari, per l'esame di un'apposita risoluzione che contenga valutazioni ed osservazioni sul piano industriale.
La Commissione conviene.
Sulla pubblicazione dei quesiti.
Il PRESIDENTE comunica che sono pubblicati in allegato, ai sensi della risoluzione relativa all'esercizio della potestà di vigilanza della Commissione sulla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, approvata dalla Commissione il 18 marzo del 2015, i quesiti dal n. 122/713 al n. 124/722 e n. 127/726, per i quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (vedi allegato 3).
La seduta termina alle 21.35.
ALLEGATO 1
Risoluzione su princìpi di indirizzo e linee guida sull'utilizzo dei social media da parte dei dipendenti e collaboratori della RAI presentata dal presidente, senatore Barachini, e dal deputato Anzaldi.
TESTO APPROVATO NELLA SEDUTA DEL 9 OTTOBRE 2019
La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
premesso che:
l'articolo 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103, e l'articolo 49, comma 12-ter, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), attribuiscono alla Commissione funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi;
l'articolo 14 del Regolamento interno stabilisce che essa esercita i poteri e le funzioni che le sono attribuiti dalla legge, adottando, quando occorra, risoluzioni contenenti direttive per la società concessionaria;
l'articolo 21 della Costituzione garantisce che «tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione»;
il Testo unico dei doveri del giornalista prevede che ogni iscritto all'ordine «applica i principi deontologici nell'uso di tutti gli strumenti di comunicazione, compresi i social network»;
considerato che la Commissione medesima già da tempo ha avviato una riflessione sulla necessità di una disciplina che regoli la gestione e l'utilizzo dei social network da parte dei dipendenti e collaboratori della RAI, come evidenziato sia nell'ambito dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi sia nelle sedute della stessa Commissione del 17 e 31 luglio 2019, nonché attraverso la sottoposizione alla RAI di diversi quesiti in merito;
ritenuta l'opportunità di formulare indirizzi, sotto forma di linee guida, per la predisposizione di un codice interno di cui la RAI intende dotarsi in materia di gestione e utilizzo dei social network da parte dei dipendenti e collaboratori,
adotta le Linee guida sotto riportate da sottoporre all'Azienda che dovrà predisporre il codice interno entro due mesi dall'approvazione della presente risoluzione.
PREMESSA: FINALITÀ E DESTINATARI.
Le presenti Linee guida sono volte a regolare la gestione e l'utilizzo dei social network (quali facebook, twitter, blog, chat, forum di discussione e strumenti similari) da parte del personale e dei collaboratori della RAI – Radiotelevisione italiana S.p.A. (in prosieguo denominata, breviter, «RAI» o «Azienda»), in considerazione della rilevanza di tale mezzo di comunicazione, dell'impatto reputazionale che può avere sull'Azienda e dell'effetto che può esercitare sugli utenti la comunicazione espressa da un dipendente del servizio pubblico.
Le presenti Linee guida sono rivolte al personale dipendente dell'Azienda e ai collaboratori, a qualsiasi titolo, anche occasionali e/o temporanei, e riguardano:
l'uso dei profili ufficiali delle testate e delle trasmissioni di rete;
l'uso privato dei social media.
1. PRINCIPI GENERALI.
Prima di pubblicare un contenuto di qualsiasi natura si tenga a mente che:
la diffusione del pensiero a mezzo dei social network è assimilabile alle dichiarazioni rese attraverso i tradizionali strumenti di comunicazione di massa (giornali, radio, televisione);
lo spazio virtuale degli strumenti social è a tutti gli effetti uno spazio pubblico;
le conseguenze di un'azione nell'ambiente digitale sono rapide e suscettibili di raggiungere un pubblico vasto;
tutto ciò che viene pubblicato sui social network può diventare permanente ed essere rintracciato dai motori di ricerca anche molto tempo dopo la pubblicazione.
Si ricorda che sono applicabili anche alle condotte poste in essere sui social network le vigenti norme dell'ordinamento giuridico italiano che prevedono la responsabilità civile e penale in caso di: violenza e minaccia, pubblicazione di contenuti diffamatori o discriminatori, hate speech, negazione, minimizzazione, approvazione o giustificazione del genocidio o di altri crimini contro l'umanità, diffusione di contenuti pedopornografici e fake news, propaganda terroristica, cyberbullismo, lesione dei diritti dei terzi, violazione della privacy e del copyright.
Per quanto riguarda i giornalisti rimane ferma l'applicazione, alle condotte poste in essere, del «Testo unico dei doveri del giornalista» che, all'articolo 2, lettera g), prevede l'osservanza dei principi deontologici nell'uso di tutti gli strumenti di comunicazione, ivi compresi i social network.
2. USO DEI PROFILI UFFICIALI DELL'AZIENDA.
I profili e le pagine dell'Azienda sono solo quelli ufficiali dalla stessa autorizzati e aperti. Tali pagine e profili sono gestiti esclusivamente dal personale incaricato. È fatto divieto di creare pagine e profili riconducibili all'Azienda attraverso account personali o di gruppo o di struttura.
Si invita l'Azienda ad attivare ogni procedura atta a individuare l'utilizzatore dei profili ufficiali.
Si raccomanda agli incaricati della gestione degli account ufficiali di interagire con il pubblico in modo rispettoso, educato e aperto al dialogo. Vanno assolutamente evitati flaming e hate speech.
In presenza di commenti offensivi e attacchi gratuiti da parte del pubblico, si raccomanda agli incaricati della gestione dell’account di rispondere puntualmente attenendosi ai fatti ed evitando di usare linguaggi e modi che possano nuocere alla reputazione dell'Azienda.
3. USO DEI PROFILI PERSONALI.
Il dipendente o collaboratore della RAI è libero di rendere noto sui propri profili social il ruolo dal medesimo ricoperto all'interno dell'Azienda. Si invita la RAI a disciplinare l'utilizzo del proprio logo ufficiale sui profili privati per non indurre in equivoco sull'ascrivibilità all'Azienda dei contenuti pubblicati.
Si raccomanda di adottare ogni cautela affinché i pensieri espressi, i toni utilizzati e i contenuti condivisi sui social network – anche se provenienti da terzi – siano rispettosi dei principi di cui al Contratto nazionale di servizio, quali l'imparzialità, l'indipendenza, il pluralismo, il principio di legalità, il divieto di discriminazione, il rispetto della dignità della persona, il contrasto ad ogni forma di violenza.
Nel manifestare il proprio pensiero e nel condividere contenuti sui social network si invita a rispettare la correttezza espressiva e la verità dei fatti e a non diffondere fake news.
Si valuti attentamente l'opportunità di esprimere e condividere opinioni che possano minare la credibilità e l'autorevolezza dell'Azienda che, in qualità di concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale, è tenuta al rispetto dei canoni di equilibrio, pluralismo, obiettività, imparzialità e indipendenza.
È fatto divieto di utilizzare il proprio profilo personale per la divulgazione di informazioni riservate riguardanti l'Azienda.
4. PROFILI SANZIONATORI.
Quanto alle conseguenze, sul piano disciplinare, dei comportamenti contrastanti con i sopra enunciati principi, si rimanda alle norme disciplinari dell'Azienda e a quanto già previsto dal Codice etico in vigore.
ALLEGATO 2
Emendamenti alla proposta di risoluzione su princìpi di indirizzo e linee guida sull'utilizzo dei social media da parte dei dipendenti e collaboratori della RAI presentata dal presidente, senatore Barachini, e dal deputato Anzaldi.
EMENDAMENTI
Alle premesse, al quinto capoverso, aggiungere in fine le seguenti parole: da sottoporre all'Azienda che dovrà predisporre il Codice interno entro due mesi dall'approvazione della presente risoluzione.
1. 2. (Testo 2) Flati, Di Nicola, Gaudiano, Mantovani, Giordano, Di Lauro, Paxia, Paragone, Acunzo, Ricciardi, L'Abbate, De Giorgi.
Alla proposta di risoluzione, apportare le seguenti modificazioni:
alle premesse, aggiungere in fine i seguenti capoversi:
l'articolo 21 della Costituzione garantisce che: «tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione»;
il Testo unico dei doveri del giornalista prevede che ogni iscritto all'ordine: «applica i principi deontologici nell'uso di tutti gli strumenti di comunicazione, compresi i social network»;
al paragrafo: PREMESSA: FINALITÀ E DESTINATARI apportare le seguenti modificazioni:
a) al primo capoverso, dopo le parole: e dell'impatto reputazionale che può avere sull'Azienda inserire le seguenti parole: e dell'effetto che può esercitare sugli utenti la comunicazione espressa da un dipendente del Servizio Pubblico.;
b) al secondo capoverso, dopo le parole: l'uso dei profili ufficiali delle testate e delle trasmissioni aggiungere le seguenti: di rete;
al paragrafo: 3. USO DEI PROFILI PERSONALI apportare le seguenti modificazioni:
a) al secondo capoverso, sostituire le parole: - ivi compresi i «retweet» e i «like» nonché ogni altra forma di apprezzamento di testi, foto o video altrui – con le parole: anche se provenienti da terzi;
b) sostituire il quarto capoverso con il seguente: Si valuti attentamente l'opportunità di esprimere e condividere opinioni che possano minare la credibilità e l'autorevolezza dell'Azienda che, in qualità di concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale, è tenuta al rispetto dei canoni di equilibrio, pluralismo, obiettività, imparzialità e indipendenza.
1. 3. (Testo 2) Capitanio.
Al paragrafo: 3. USO DEI PROFILI PERSONALI, sostituire il primo capoverso con il seguente:
Il dipendente o collaboratore della RAI è libero di rendere noto sui propri profili social il ruolo dal medesimo ricoperto all'interno dell'Azienda, che si invita a disciplinare l'utilizzo del logo ufficiale della RAI sui profili privati per non indurre in equivoco sull'ascrivibilità all'Azienda dei contenuti pubblicati.
1. 11. (Testo 2) Flati, Di Nicola, Gaudiano, Mantovani, Giordano, Di Lauro, Paxia, Paragone, Acunzo, Ricciardi, L'Abbate, De Giorgi.
Al paragrafo: 3. USO DEI PROFILI PERSONALI, sostituire il terzo capoverso con il seguente:
Nel manifestare il proprio pensiero e nel condividere contenuti sui social network, si invita a rispettare la correttezza espressiva e la verità dei fatti e a non diffondere fake news.
1. 13. (Testo 2) Flati, Di Nicola, Gaudiano, Mantovani, Giordano, Di Lauro, Paxia, Paragone, Acunzo, Ricciardi, L'Abbate, De Giorgi.
Al paragrafo: 4. PROFILI SANZIONATORI, sopprimere le seguenti parole: con le presenti linee guida.
1. 17. Flati, Di Nicola, Gaudiano, Mantovani, Giordano, Di Lauro, Paxia, Paragone, Acunzo, Ricciardi, L'Abbate, De Giorgi.
(ritirato)
Sostituire il paragrafo: 4. PROFILI SANZIONATORI, con il seguente capoverso:
Quanto alle conseguenze, sul piano disciplinare, dei comportamenti contrastanti con i sopra enunciati principi, si rimanda alle norme disciplinari dell'Azienda e a quanto già previsto dal Codice etico in vigore.
1. 18. (Testo 2) Flati, Di Nicola, Gaudiano, Mantovani, Giordano, Di Lauro, Paxia, Paragone, Acunzo, Ricciardi, L'Abbate, De Giorgi.
ALLEGATO 3
QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (DAL N. 122/713 AL N. 124/722 E N. 127/726).
FORNARO. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
Ormai da anni nelle redazioni Rai c’è una grande sofferenza nel comparto produttivo del montaggio, a partire da quello del TG3, particolarmente sottodimensionato rispetto alle necessità;
la perdurante penuria di montatori interni si ripercuote innanzitutto sulle rubriche dei telegiornali, ma anche sulla lavorazione quotidiana e sulla qualità delle varie edizioni;
a questo va aggiunto che i montatori interni hanno ormai tutti un'età compresa tra i 50 e i 65 anni, il che comporta una minore propensione all'uso delle nuove tecnologie e una maggiore difficoltà alle trasferte. A causa del blocco del turn over da tempo non si indicono concorsi, non si firmano nuovi contratti e non si sostituiscono i pensionati;
non solo c’è un problema di sotto organico, ma anche una evidente necessità di investire sulle giovani generazioni in un reparto, quale è quello del montaggio, indispensabile per il prodotto che, soprattutto il canale all news, realizza ogni giorno;
si chiede di sapere:
come la Rai intenda rispondere al necessario reintegro del personale fuoriuscito nel reparto del montaggio e se intenda puntare, attraverso l'ingresso di nuova e giovane forza lavoro, sull'innovazione in una fase in cui la competizione sul piano digitale è sempre crescente.
(122/713).
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
In primo luogo si ritiene opportuno mettere in evidenza che tutti i montatori sono inquadrati presso la Produzione News e, attraverso essa, sono messi a disposizione delle testate. Per quanto riguarda il TG3 i montatori assegnati da Produzione News, stando a quanto rilevato e verificato, coprono l'intero fabbisogno.
Segnatamente nel 2019 sono stati assegnati al TG3 25 montatori, dato in calo rispetto all'anno precedente in quanto ci sono state quattro uscite per pensionamento e altri incarichi. Nell'ambito di una riorganizzazione operativa, resa necessaria al fine di una più efficace gestione del sistema di postproduzione, al Tg3 operano oggi 11 turni al giorno con 3 coordinatori. Questo numero di montatori e di turni è sufficiente per far sì che la testata non ricorra ad appalti esterni per coprire le esigenze legate al confezionamento del telegiornale.
In tale quadro si fa presente inoltre che il numero di rubriche del TG3 è sensibilmente inferiore alle altre testate. Sono comunque assegnate stabilmente a questo comparto 5 unità. Per la rubrica Linea Notte vengono utilizzati i turni del telegiornale.
Da ultimo, si ritiene opportuno mettere in evidenza, che alla luce degli sviluppi del piano industriale e dalla prevista nascita della struttura multipiattaforma, qualora ci fosse necessità di intervenire sul mercato del lavoro per l'integrazione del comparto produttivo, come appare probabile, la Rai seguirà l'iter previsto dalla legge.
DI LAURO, L'ABBATE, MANTOVANI, GAUDIANO, RICCIARDI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI. – per sapere – premesso che:
nel corso della puntata del 17 settembre 2019 de «La Vita in Diretta», è stato dedicato uno spazio al confronto tra vegetariani/vegani e onnivori, in cui vengono inspiegabilmente condannati quanti scelgono di nutrirsi in modo totalmente vegetale (vegano) nel rispetto degli animali e dell'ambiente;
l'apertura dello spazio, con i titoli di giornali sul Ledwall insieme al conduttore che con aria preoccupata e grave evidenzia il pericolo di ictus per i vegani, già riassume tragicamente in sé la conclusione a cui si vuole arrivare;
presente in studio, in qualità di arbitro imparziale sul tema, il prof Calabrese, il quale, tuttavia, per sua storia personale e sue convinzione non potrebbe in alcun modo rivestire tale veste: ha prestato il suo volto per uno spot istituzionale andato in onda sulle reti RAI che promuoveva il consumo di latte come alimento fondamentale della dieta umana e che è stato successivamente bloccato in quanto ritenuto messaggio ingannevole;
quanto espresso non corrisponde ad un orientamento scientifico consolidato ma frutto solo di un recente articolo scientifico ancora non sedimentato all'interno della comunità scientifica, che avrà bisogno di ulteriori e ben approfonditi chiarimenti;
infatti, il recente studio della Oxford Unviersity pubblicato sulla rivista scientifica British Medical Journal ritiene che vegani e vegetariani rischino ictus il 20 per cento in più rispetto a chi ha una dieta onnivora mentre, allo stesso tempo, la dieta vegana/vegetariana garantirebbe un 22 per cento di possibilità in meno di avere infarto e malattie cardiache;
tuttavia, tali affermazioni non sono completamente condivise dalla comunità scientifica che ha criticato lo studio: come riportato dal quotidiano inglese Guardian, secondo il professor Tom Sanders del King's College di Londra, «È probabile che le persone che seguono diete alternative abbiano meno probabilità di assumere farmaci per l'ipertensione e di conseguenza soffrono di ictus»; secondo Frankie Phillips, dietista della British Dietetic Association, lo studio non dimostra un rapporto di causa ed effetto ma al contrario, tutti potrebbero trarre beneficio dal consumo di più vegetali; inoltre, tra i limiti della ricerca evidenziati dagli esperti vi è il fatto che la ricerca si basa su autodichiarazioni;
infatti, sono di ben altro tenore le evidenze scientifiche prodotte negli ultimi anni che, invece, evidenziano in maniera chiara e univoca gli effetti benefici sul nostro corpo di una dieta in cui la presenza di carne e suoi derivati, oltre che latte, uova e formaggio, sono minimi o assenti;
è oltremodo grave il fatto che il prof. Calabrese citi lo studio dell'università di Oxford senza portare prove, senza presentare lo studio dell'università in maniera complessiva, senza informare sulle contraddizioni evidenziate in seno alla comunità scientifica sopra citate e senza spiegare il meccanismo che contribuirebbe a provocare l'ictus: tutto ciò ha reso il servizio di informazione molto confuso e disordinato, continuando strumentalmente a condannare chi decide di non mangiare animali e derivati e guardandosi bene dal citare altrettanti studi che provano invece che l'alimentazione vegana è totalmente compatibile con tutte le fasi della vita;
inoltre, è noto anche che il tipo di alimentazione incide molto sulle risorse della terra e sull'inquinamento ed è ormai un tema che si dibatte su molti tavoli internazionali (IPCC, ONU, FAO);
quanto è stato affermato, lungi dall'essere un servizio di informazione equo e completo sul tema o anche sulla sola ricerca scientifica a cui si alludeva, è stato estremamente parziale e fuorviante e potrebbe avere ricadute allarmistiche e infondate sulla popolazione, favorendo la divulgazione di notizie totalmente o parzialmente false;
inoltre, non c’è stata alcuna possibilità di reale contraddittorio rispetto a quanto affermato, limitando ulteriormente la possibilità di informazione e conoscenza dello spettatore;
quanto esposto per raccomandare che nella trattazione di argomenti così complessi e delicati è necessario un serio contraddittorio di tipo scientifico nel rispetto del pluralismo e del servizio pubblico.
da contratto di servizio, l'azienda è chiamata ad informare correttamente sempre gli utenti senza alcuna deroga mentre, secondo l'interrogante, abbiamo assistito ad una narrazione da «tifo da stadio», come pericolosamente detto dalla conduttrice, in cui gruppi di persone vengono derise e relegate ai margini senza poter esprimere mai in modo onesto le loro opinioni avvalorate, come in questo caso, da una comunità scientifica sempre più ampia;
ne deriva che l'inclusione sociale rischia di essere un concetto che alberga sempre troppo poco in RAI –:
quali iniziative si intende intraprendere al fine di garantire un'informazione equa, plurale, completa e in presenza di un reale contraddittorio sull'argomento in premessa, nel rispetto del contratto di servizio, garantendo, inoltre, la presenza di soggetti autorevoli e arbitri realmente imparziali che possano rispondere adeguatamente in contraddittorio, anche in grado di portare solide evidenze scientifiche.
Se intende garantire un doveroso spazio riparatorio sul tema. (123/720).
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
Nel corso della puntata della Vita In Diretta, andata in onda lo scorso 17 settembre, è stato dedicato uno spazio al confronto tra vegetariani-vegani e onnivori. Un tema che come detto dal conduttore Alberto Matano «è molto sentito e divide l'opinione pubblica provocando talvolta anche rotture di amicizie o dispute di coppia».
Per questo si è deciso di affrontare la tematica attraverso una discussione in studio tra Giovanni Terzi, giornalista e consumatore di carne e Rita Dalla Chiesa, vegetariana che ha difeso le proprie scelte e quelle dei vegani. In studio era presente anche un esperto del settore il Prof. Giorgio Calabrese, nutrizionista e presidente del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare del Ministero della Salute.
Il dibattito ha preso spunto dalla notizia sui risultati di uno studio condotto dall'Università di Oxford. I ricercatori universitari, infatti, hanno messo in evidenza il rischio di ictus – e non la certezza – che un'alimentazione vegana comporterebbe. In studio è stato precisato che anche un consumo eccessivo di carne rossa potrebbe causare gravi danni alla salute, come l'infarto.
Inoltre con dei servizi in esterna sono state proposte due alternative gastronomiche entrambe di valore dando loro spazi equilibrati.
Nel corso del talk, ancora, è stato proposto un servizio, nel quale l'inviata Selenia Orzella, ha chiesto alle persone intervistate se ciascuna tipologia di alimentazione potesse creare squilibri nel rapporto di coppia.
Da ultimo si mette in evidenza che il prof. Calabrese non è mai stato propenso per una parte o per l'altra, ma in quanto scienziato ed esperto della materia ha cercato in ogni intervento di mettere in guardia dagli eccessi, che in ogni caso comporterebbero danni.
Il tema della corretta alimentazione è e resta per Rai uno degli argomenti su cui svolgere il suo ruolo di Servizio Pubblico garantendo sempre ai cittadini una informazione corretta, equa, e plurale che non può mai prescindere, trattando anche di salute degli utenti, da una solida base scientifica.
TIRAMANI, BERGESIO, CAPITANIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
Premesso che:
lo scorso 30 luglio è stato siglato un nuovo accordo tra Rai, Usigrai e Fnsi per portare un «giusto contratto» a 250 professionisti che già svolgono attività giornalistica all'interno dell'azienda (quindi con contratti di vario tipo siglati con Rai) e all'assunzione di altri 90 nella tv pubblica. L’iter per il «giusto contratto» ai 250 professionisti delle reti (nato per sanare le posizioni di precariato degli stessi come da impegno del contratto di servizio siglato da RAI), prenderà il via con un bando pubblicato e una selezione. I primi 125 della graduatoria finale «verranno assunti» o passeranno a contratto giornalistico «nella stagione produttiva 2020-2021; gli altri 125 in quella 2021-2022;
all'indomani dell'accordo, ed in attesa della pubblicazione del bando, è stato tuttavia pubblicato un elenco di trasmissioni che rientrano nel cosiddetto «perimetro» delle trasmissioni a contenuto informativo. Solo i giornalisti che hanno lavorato in queste trasmissioni in elenco possono accedere alla selezione;
considerato che:
in questo elenco figurano trasmissioni realizzate in appalto esterno (es. Che tempo che fa, Nemo, ecc.) e di conseguenza i giornalisti non sono stati contrattualizzati da Rai ma dalle società esterne che vendono a pacchetto i programmi alla Rai;
per effetto del perimetro molti giornalisti che lavorano nelle reti Rai sono esclusi, anche giornalisti che hanno lavorato per anni in programmi informativi e che tuttavia oggi sono stati spostati a lavorare (con mansioni ancora giornalistiche) in trasmissioni che non rientrano nel perimetro;
molti di questi giornalisti, oggi esclusi dal bando 2019, nel 2013 hanno potuto partecipare grazie all'attività svolta per l'azienda Rai ed all'iscrizione nell'albo nazionale dei giornalisti professionisti ad un'altra selezione giornalisti interna alla RAI. Essi, quindi, sono già stati riconosciuti a tutti gli effetti dall'azienda come giornalisti; tuttavia, se negli anni esaminati (2014/2018), gli stessi non hanno lavorato nei programmi del perimetro ma in altre trasmissioni non riconosciute da Rai come giornalistiche, seppur svolgendo la funzione di giornalista in quegli stessi programmi o reti (es. Linea Verde, Linea Blu, Linea Bianca, Super Quark, Isoradio e pubblica utilità ecc.), di fatto non potranno accedere alla selezione 2019;
alla Società concessionaria si chiede di sapere:
se ai fini della selezione di cui in premessa si tenga o meno conto dello storico Rai dei giornalisti delle reti, sia in termini di anni lavorati sia riguardo alle mansioni svolte;
se ai fini della citata selezione si tenga in considerazione la ricostruzione della carriera degli aventi titolo;
se corrisponde al vero che al bando possono partecipare anche i giornalisti contrattualizzati da altre società (ma non dalla Rai) e, se sì, quale ne sia la ragione.
(124/722)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
Per quanto attiene alla procedura di selezione richiamata nell'interrogazione di cui sopra, in particolare se si tenga o meno conto dello storico Rai dei giornalisti delle reti, sia in termini di anni lavorati sia riguardo alle mansioni svolte, si ritiene opportuno mettere in evidenza che l'accesso all'accertamento prevederà una verifica dell'attività in termini quantitativi (35 mesi di impegno nel quinquennio 2014/2018 o almeno 21 mesi nel triennio 2016/2018) e qualitativi (i mesi devono essere lavorati in uno specifico «perimetro produttivo» della programmazione della Rai, maggiormente rispondente al requisito della maturazione nell'ambito aziendale di specifiche competenze sul prodotto informativo).
Pertanto, la partecipazione è in effetti condizionata agli anni lavorati e alle mansioni svolte, in un arco temporale che è stato ritenuto di sufficiente garanzia ai fini della maturazione di una specifica esperienza.
Nella selezione si terrà in considerazione l'intera carriera dei candidati. Se l'accesso all'iniziativa è, infatti, orientato alla verifica dell'attività svolta in specifici contesti dai singoli in un arco temporale massimo di cinque anni, la procedura di accertamento terrà invece conto della valorizzazione dell'intera «carriera». La procedura di selezione sarà costituita da tre prove obbligatorie ed una facoltativa. Tra quelle obbligatorie, la prova con punteggio più elevato (fino a 35 punti su un totale di 90) sarà proprio quella riferita al «colloquio orientato alla valutazione del curriculum professionale».
Si fa presente, altresì, che la selezione è rivolta al personale interno Rai e ai soli collaboratori contrattualizzati da Rai; tant’è che nel caso delle risorse impegnate con contratti di lavoro autonomo sono state definite le tipologie di attività in un allegato che è parte integrante dell'accordo in oggetto e tali tipologie presentano dei codici e delle descrittive di prestazioni proprie dei contratti di lavoro autonomo stipulati dall'Azienda.
CAPITANIO, BERGESIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI, TIRAMANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
Alla luce dei numerosi fatti di cronaca più o meno recente che riguardano la morte sul luogo di lavoro, da ultimo la tragedia occorsa a Bovisio Masciago lo scorso 24 settembre 2019, alla Società concessionaria
si chiede di sapere:
cosa faccia per promuovere, all'interno della programmazione quotidiana, la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro. (127/726)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
In linea generale il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro è da sempre al centro dell'offerta informativa della Rai. Per illustrare l'impegno della Rai sul tema nelle sue varie declinazioni, si riportano di seguito le recenti relative iniziative editoriali poste in essere da reti e testate.
Rai 1
Uno Mattina (06:45) e Storie Italiane (10:00).
Da molti anni le trasmissioni Uno Mattina e Storie Italiane sono particolarmente sensibili alle tematiche sociali ed alle problematiche del mondo del lavoro. Entrambe hanno dato ampio risalto agli argomenti riguardanti la sicurezza, raccontando puntualmente i drammatici incidenti professionali che hanno colpito il Paese. Sempre stigmatizzando gli atteggiamenti pericolosi ed illegali e quelli legati alla criminalità organizzata.
Ad esempio, Uno Mattina si è occupata di recente delle condizioni di lavoro dei riders, del fenomeno del caporalato e dell'aumento delle morti sul lavoro, triste dato emerso negli ultimi giorni. Questi spazi sono stati realizzati alla presenza di sindacalisti e responsabili del mondo del lavoro qualificati.
Porta a Porta (23:35)
Si è spesso occupata della sicurezza sul lavoro. Nell'ultima edizione, ad esempio, ha affrontato il tema della sicurezza nei cantieri edili, come pure della sicurezza dei riders, con interventi del Ministro del Lavoro.
Rai 2
Povera Patria (23:50)
In merito alla questione in oggetto, la Struttura Attualità all'interno del programma di approfondimento politico, tratterà nelle prossime puntate il tema della sicurezza sul lavoro, con servizi filmati e con un dibattito di approfondimento in studio.
Rai 3
Agorà (13 settembre 2019)
Il programma di informazione quotidiana di Rai 3, in onda dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 10:00, ha dato notizia, attraverso un collegamento in diretta, della morte sul lavoro di 4 allevatori di origine indiana affogati in una vasca di liquami a Pavia.
Agorà Estate (31 luglio 2019)
Ha dedicato un servizio all'attività dei Vigili del Fuoco. L'inviato Tommaso Giuntella ha raccolto le loro storie.
Report (16 giugno 2019)
Ha trattato il tema nell'inchiesta «Chi gioca col fuoco» di Rosamaria Aquino e Stefano Lamorgese: «I vigili del fuoco, sempre in prima linea sulle emergenze, hanno attraversato da protagonisti tutte le grandi catastrofi italiane. Ma loro come stanno ? Hanno sufficienti uomini, viaggiano su mezzi sicuri, hanno le giuste tutele sanitarie ?»
Infine, si segnala che nella prossima edizione de «Il posto giusto», in onda la domenica alle 13:00 dal 10 novembre 2019 al 22 marzo 2020, verranno affrontate a più riprese le tematiche inerenti la sicurezza sul lavoro.
Tg 1
Il Tg1 ha spesso trattato l'argomento nel corso delle varie edizioni. In particolare, si sottolineano i servizi della redazione Economia che, in merito alla sicurezza sui luoghi di lavoro, ha affrontato il tema soprattutto per quanto riguarda i dati dell'INAIL.
Anche nelle rubriche di approfondimento, il Tg1 si è occupato della piaga dei morti sul lavoro.
Tv7 (24:00) ha dedicato al tema i seguenti reportage:
«I veleni di Broni» (17 maggio 2019) su un'ex fabbrica di cemento-amianto in provincia di Pavia che ha lasciato in eredità ai suoi operai – e non solo – il mesotelioma;
«Articolo 1» (3 maggio 2019) con un viaggio a Crotone che detiene il triste record degli infortuni mortali;
«Uranio impoverito» (14 dicembre 2018) con i suoi 750 morti e gli oltre tremila malati;
«L'eredità» (8 marzo 2018) sull'area dell'ex Saint Gobain, in provincia di Caserta, pesantemente contaminata dall'arsenico;
Ultimi dati sulle morti sul lavoro (13 settembre 2019) copertina dedicata.
Tg 2
La Testata ha dedicato al tema della sicurezza sul lavoro diversi servizi e reportage, sia legati a drammatici eventi di cronaca – dando conto tempestivamente, nelle varie edizioni dei telegiornali, degli incidenti avvenuti nell'arco dei primi 9 mesi del 2019 – sia con approfondimenti e inchieste che hanno riguardato proprio le tematiche della tutela dei lavoratori in fatto di sicurezza. Nello specifico, nel Tg2 delle 20:30 del 2 gennaio 2019, sono stati dedicati tre distinti servizi. Sempre alla sicurezza sul lavoro la Testata ha dedicato pagine nelle diverse edizioni dei telegiornali del 29 gennaio 2019, del 26 giugno 2019, del 31 agosto 2019 e del 1 settembre 2019, raccogliendo anche i dati forniti dall'INAIL.
Tg 3
Il Tg3 ha dedicato all'argomento molti servizi trasmessi nelle varie edizioni dei Telegiornali. Tra questi si segnalano i servizi più recenti del 31 agosto, 3, 13 e 25 settembre 2019.
Tgr
La Tgr ha sempre documentato puntualmente tutti gli avvenimenti in cui è stata messa in pericolo la sicurezza sul lavoro, a partire dagli incidenti. Nel contempo ha dato ampio spazio al tema della prevenzione. Nelle edizioni regionali della Testata e all'interno della rubrica Buongiorno Italia sono stati trasmessi, nel corso del 2019, alcune decine di servizi relativi alla sicurezza sul lavoro.
RaiNews24
Da sempre RaiNews24 segue con attenzione e sensibilità il tema della sicurezza e della salute sul lavoro. La redazione economico-sindacale, oltre ad integrare l'attività della redazione cronaca nel racconto giornalistico degli infortuni spesso mortali sul lavoro, anche nel 2019 ha affrontato il tema dal punto di vista della prevenzione e della sensibilizzazione di istituzioni, lavoratori e imprenditori alla sicurezza.
Il 7 febbraio, a seguito dell'ennesimo incidente, è stata ospitata la segretaria della Cisl Annamaria Furlan per sollecitare maggiori misure di prevenzione e formazione.
Il 5 marzo è stato realizzato un servizio sul rapporto «Faccende pericolose» presentato da Anmil al Senato, sui rischi del lavoro domestico.
È stata inoltre curata un'inchiesta su caporalato e lavoro degli immigrati nell'agro Pontino.
In vista del primo maggio, che i sindacati hanno dedicato proprio al tema «sicurezza sul lavoro», sono stati dedicati servizi e approfondimenti, commentati in studio dal Presidente dell'Anmil Franco Bettoni.
Il 2 maggio è stato ospitato Federico Marita, direttore Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega e a giugno è stata realizzata un'inchiesta sul tema riders e sicurezza con il racconto delle difficoltà incontrate dai ciclo-fattorini nell'espletamento del loro lavoro.
Il 26 settembre, giorno dell'iniziativa Uiltec sulla sicurezza e la salute nel mondo del lavoro, è stato realizzato un servizio e ospitato il segretario UilTec Paolo Pirani.
Inoltre in vista della 69ma edizione della Giornata per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, è in corso di realizzazione un approfondimento che, partendo dai dati purtroppo negativi, racconti esempi positivi di aziende che hanno scelto di investire in formazione sulla sicurezza. Naturalmente sarà seguita la manifestazione che Anmil terrà a Palermo il 13 ottobre.
Infine, a partire dalla tragedia avvenuta in provincia di Pavia – la morte di 4 imprenditori agricoli di origine indiana in una vasca di depurazione – RaiNews24 ha realizzato uno speciale di dieci minuti, andato in onda giovedì 19 settembre 2019, sulle condizioni di lavoro dei migranti che operano nel settore dell'allevamento e della produzione di latte nella pianura padana.