III Commissione

Affari esteri e comunitari

Affari esteri e comunitari (III)

Commissione III (Affari esteri)

Comm. III

Affari esteri e comunitari (III)
SOMMARIO
Martedì 8 ottobre 2019

AUDIZIONI INFORMALI:

Audizione di rappresentanti della regione del Rojava (Kurdistan siriano) ... 54

INTERROGAZIONI:

Variazione nella composizione della Commissione ... 54

5-02618 Olgiati: Sulla prospettiva per un referendum sotto egida ONU per l'autodeterminazione del popolo saharawi ... 55

ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 59

5-02819 Lupi: Sull'attuazione della risoluzione del Parlamento europeo del 18 agosto 2019 sulla situazione a Hong Kong ... 55

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 60

5-02827 Delmastro Delle Vedove: Sull'Accordo di Caen del 2015 tra Italia e Francia.
5-02831 Di Muro: Sull'Accordo di Caen del 2015 tra Italia e Francia ... 56

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 61

SEDE CONSULTIVA:

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2019. Doc. LVII, n. 2-bis, Annesso e Allegati (Parere alla V Commissione) (Esame e rinvio) ... 57

III Commissione - Resoconto di martedì 8 ottobre 2019

AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 8 ottobre 2019.

Audizione di rappresentanti della regione del Rojava (Kurdistan siriano).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 11.35 alle 12.55.

INTERROGAZIONI

  Martedì 8 ottobre 2019. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.

  La seduta comincia alle 12.55.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Marta GRANDE, presidente, comunica che, a far data dal 30 settembre scorso, per quanto concerne il gruppo del Partito Democratico, a seguito dell'attribuzione degli incarichi governativi di Ministro della difesa al deputato Lorenzo GUERINI e di Sottosegretario di Stato per l'istruzione, la ricerca e l'università alla deputata Anna ASCANI, entrano a fare della Commissione, in loro sostituzione, gli onorevoli Andrea ROMANO ed Angela SCHIRÒ. Per il gruppo PD, cessano, altresì, di far parte della Commissione l'onorevole Paolo GENTILONI SILVERI, in quanto Commissario europeo designato agli affari economici e finanziari, e l'onorevole Andrea DE MARIA.
  Avverte, altresì, che, sempre a far data dal 30 settembre, per il gruppo Italia Viva, a seguito dell'attribuzione dell'incarico governativo di Sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale al deputato
Ivan SCALFAROTTO, è entrato a far parte della Commissione, in sua sostituzione, l'onorevole Gianfranco LIBRANDI.
  Segnala, infine, che, sempre per il gruppo Italia Viva, è entrato a far parte della Commissione, in sostituzione del collega Marco DI MAIO, l'onorevole Gennaro MIGLIORE, che ricoprirà il ruolo di capogruppo, mentre per il gruppo Liberi e Uguali è entrato a far parte della Commissione l'onorevole Erasmo PALAZZOTTO, anche in qualità di capogruppo.
  Tutto ciò premesso, ringrazia i deputati che hanno cessato di far parte della Commissione per il lavoro fin qui svolto, congratulandosi in particolare con i colleghi che sono stati chiamati a ricoprire rilevanti ruoli di responsabilità a livello sia nazionale sia europeo, con ciò contribuendo ad elevare ulteriormente il prestigio di questa Commissione.
  Dà, infine, il benvenuto ai nuovi colleghi, cui augura una proficua collaborazione con la Commissione.

  La Commissione si associa.

5-02618 Olgiati: Sulla prospettiva per un referendum sotto egida ONU per l'autodeterminazione del popolo saharawi.

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Riccardo OLGIATI (M5S), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta del Governo, che ribadisce il supporto dell'Italia alla missione ONU di peacekeeping denominata MINURSO, nonché il sostegno finanziario a favore del popolo saharawi, sostanzialmente prigioniero nella propria terra, attraverso le attività dell'UNICEF e del Programma Alimentare Mondiale. Osserva, peraltro, che la missione MINURSO appare di fatto avere fallito il proprio mandato considerata l'assenza di risultati e la lunga durata dell'impegno della missione dell'ONU. Ciò nonostante, in vista del prossimo round negoziale tra Regno del Marocco e Fronte Polisario, che dovrebbe svolgersi a fine ottobre, auspica che il Governo italiano agisca in sede ONU per promuovere passi concreti per l'indizione del referendum per l'autodeterminazione del Sahara Occidentale. Al riguardo, ricorda che le recenti dimissioni dell'Inviato Speciale delle Nazioni Unite, Horst Kohler, non sarebbero dovute, come riportato da alcuni organi di stampa, a motivi di salute, bensì al personale disappunto dello stesso Inviato Speciale per la scarsa incisività dell'ultima risoluzione sul tema del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la n. 2468 adottata nel maggio scorso, che risulterebbe troppo sbilanciata verso gli interessi del Regno del Marocco, indebolendo la prospettiva del referendum per l'autodeterminazione. Preannuncia, in fine, il proprio impegno a monitorare l'andamento della questione che ha costituito oggetto dell'atto in titolo.

5-02819 Lupi: Sull'attuazione della risoluzione del Parlamento europeo del 18 agosto 2019 sulla situazione a Hong Kong.

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Maurizio LUPI (MISTO-NCI-USEI), replicando, si dichiara del tutto insoddisfatto della risposta illustrata dal rappresentante del Governo. A suo avviso, non ci si può limitare a richiamare le pur condivisibili prese di posizione delle Istituzioni europee, ma occorre che l'Esecutivo italiano esprima un chiaro, inequivocabile e autonomo sostegno alle decine di migliaia di giovani che con crescente intensità manifestano ad Hong Kong per rivendicare e promuovere la tutela delle libertà e dei diritti fondamentali. L'Italia non può esimersi da questo obbligo morale, anche in considerazione del fatto che ad Hong Kong risiede la più numerosa comunità italiana della Cina, perfettamente integrata nel tessuto sociale ed economico della regione. Ricorda, altresì, che la difesa dei diritti umani non deve mai essere subordinata agli interessi economici e commerciali, come ha giustamente ricordato nei giorni scorsi il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, il quale, a seguito di un incontro con la famiglia Regeni, è tornato ad evocare il ritiro dell'Ambasciatore d'Italia al Cairo in caso di reiterata mancanza di collaborazione da parte delle autorità egiziane nelle indagini sulle torture che hanno portato alla morte del giovane ricercatore italiano. Analogamente, il Governo non dovrebbe condizionare il sostegno alle legittime rivendicazioni dei manifestanti di Hong Kong alle convenienze dettate dai recenti accordi commerciali con Pechino, tanto più che la principale forza di maggioranza – il Movimento 5 stelle – è sempre stato sensibile alle istanze sociali portate avanti dai giovani. Auspicando che il Governo manifesti con coerenza una posizione netta a sostegno del rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali ad Hong Kong e faccia sentire la propria voce, sia in sede europea sia nei rapporti bilaterali con la Cina, evoca la possibilità che la Commissione pervenga ad un atto di indirizzo unitario a sostegno delle ragioni dei manifestanti, in analogia con quanto d'altra parte avvenuto presso il Parlamento europeo.

5-02827 Delmastro Delle Vedove: Sull'Accordo di Caen del 2015 tra Italia e Francia.
5-02831 Di Muro: Sull'Accordo di Caen del 2015 tra Italia e Francia.

  Marta GRANDE, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo su materia analoga, saranno svolte congiuntamente.

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI), replicando, prende atto della risposta del Governo dovendo rilevare che passano i governi ma non cambia l'atteggiamento ambiguo ed elusivo sulla questione, di cui in questo caso si fa portavoce il sottosegretario Di Stefano. D'altra parte un altro autorevole esponente del Governo in carica, il Ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola, ha avuto modo di dichiarare davanti alle Commissioni parlamentari di riferimento che il negoziato sull'Accordo di Caen sarebbe ancora aperto, evidenziando una palese divergenza con quanto qui testé riferito dal rappresentante dello stesso Governo. Evidenzia, quindi, la gravità del tema oggetto dell'interrogazione, che concerne una vergognosa cessione di parti di territorio soggette alla sovranità dello Stato italiano a favore della Francia. Al riguardo, ricorda che il Partito Democratico è stato il principale promotore dell'Accordo di Caen, negoziato dall'allora Ministro degli affari esteri Paolo Gentiloni, il quale sarebbe stato ampiamente ricompensato con l'attuale designazione a Commissario europeo, al pari dell'allora sottosegretario Sandro Gozi, poi nominato dal Governo francese come responsabile agli affari europei. Conclusivamente, evoca l'istituzione di un arbitrato internazionale per dirimere il contrasto evidente tra le posizioni del sottosegretario Di Stefano e quelle del Ministro Amendola, nell'auspicio che tra le due versioni la più veridica sia quella qui rappresentata in quanto più favorevole agli interessi nazionali.

  Lorenzo VIVIANI (LEGA), replicando a sua volta in qualità di cofirmatario dell'interrogazione 5-02831 Di Muro, nell'associarsi all'intervento del collega testé intervenuto, si dichiara insoddisfatto della risposta del Governo, che lascia intatte le preoccupazioni del suo gruppo circa gli effetti di questo scellerato Accordo sulle attività di pesca italiane, su cui in passato la stessa Lega è già intervenuta a tutela dell'interesse nazionale. Ricordando che l'opinione pubblica è venuta a conoscenza dell'Accordo di Caen proprio a seguito del sequestro illegittimo di un peschereccio italiano ad opera delle Autorità francesi, sottolinea che l'applicazione dell'Accordo priverebbe i nostri pescatori della possibilità di operare in diverse aree del Mar ligure, ed in particolare nella zona della cosiddetta «fossa del cimitero», particolarmente ricca di gamberi rossi e pesci spada. Ribadendo la preoccupazione per il ruolo che il Partito Democratico ha avuto in passato nella sigla dell'Accordo, anche alla luce dell'importante incarico che Paolo Gentiloni ha ottenuto a livello europeo, fa presente che la Lega si batterà in ogni sede per evitare la cessione anche solo di porzioni minime delle nostre acque territoriali, e, ricordando le posizioni del Ministro Amendola già evocate dal collega Delmastro delle Vedove, esprime profonde riserve sulla possibilità che il Governo in carica sappia difendere l'interesse nazionale nel negoziato con la Francia.

  Marta GRANDE, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.25.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 8 ottobre 2019. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.

  La seduta comincia alle 13.25.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2019.
Doc. LVII, n. 2-bis, Annesso e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Piero FASSINO (PD), relatore, ricorda che la Nota rappresenta lo strumento attraverso il quale l'Esecutivo aggiorna le previsioni economiche e di finanza pubblica del Documento di economia e finanza (DEF) in relazione alla maggiore stabilità e affidabilità delle informazioni disponibili sull'andamento del quadro macroeconomico.
  Segnala che il documento contiene l'aggiornamento degli obiettivi programmatici, le osservazioni e le eventuali modifiche e integrazioni del DEF in relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell'Unione europea relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma, anticipando i contenuti della successiva manovra di bilancio.
  Richiamando il quadro economico-internazionale, osserva che nella prima metà dell'anno è proseguito il rallentamento del ciclo economico già in corso dall'inizio dell'anno scorso: le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, l'acuirsi del rischio di uscita senza accordo del Regno Unito dall'Unione Europea, le tensioni politiche in alcuni paesi emergenti – in primis Argentina e Venezuela – la crisi del mercato dell'auto e le relative ripercussioni sulle economie a forte vocazione industriale, ostacolano l'utilizzo della capacità produttiva da parte delle imprese e le inducono a rivedere i programmi di investimento e a ridurre le scorte.
  Sottolinea che, in base alle più recenti previsioni dell'OCSE, il PIL mondiale dovrebbe crescere in termini reali del 2,9 per cento nel 2019 e del 3,0 per cento nel 2020, in deciso rallentamento rispetto al 3,6 per cento registrato lo scorso anno.
  Evidenzia che, per quanto riguarda l'economia italiana, la Nota presenta una revisione al ribasso delle stime sull'andamento per l'anno in corso (2019) e per il triennio successivo (2020- 2022) rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile, in considerazione del permanere di una sostanziale debolezza degli indicatori congiunturali per la seconda parte dell'anno, dovuta al fatto che il rallentamento del ciclo economico mondiale, considerato fino a pochi mesi fa un fenomeno temporaneo, sembra ora invece destinato ad incidere sulla dinamica della crescita economica anche nel medio periodo.
  Rileva che, in particolare, la Nota rivede la previsione tendenziale di crescita del PIL, rispetto al quadro programmatico definito nel DEF, allo 0,1 per cento nel 2019, allo 0,4 per cento nel 2020, allo 0,8 per cento nel 2021 e all'1,0 nel biennio 2020-2021.
  Sottolinea che, sul versante programmatico, la Nota prevede che la manovra di finanza pubblica per il 2020 comprenderà la disattivazione dell'aumento dell'IVA, la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, il rilancio degli investimenti pubblici, l'aumento delle risorse per istruzione e ricerca e il rafforzamento del sistema sanitario. Nel 2020, in particolare, il mancato aumento dell'IVA previsto dalla legislazione vigente porta, da un lato, ad una maggiore crescita della domanda interna e, dall'altro, ad un effetto netto positivo su altre variabili macroeconomiche, tra cui l'occupazione, a partire da quella giovanile e femminile. In particolare, il tasso di disoccupazione dovrebbe diminuire dal 10,6 per cento del 2018 al 9,5 per cento nel 2022 e, contestualmente, il tasso di occupazione dovrebbe aumentare dal 58,5 per cento del 2018 al 60,2 per cento nel 2022.
  Per quanto riguarda i saldi di finanza pubblica, evidenzia che le previsioni tendenziali indicano, per tutti gli esercizi considerati, una riduzione dell'indebitamento netto (deficit) rispetto alle previsioni del DEF 2019. In particolare, in rapporto al PIL, la stima del deficit 2019 si attesta al 2,2 per cento del PIL, rispetto al 2,4 già indicato nel DEF.
  Rileva che un'analoga dinamica di riduzione rispetto alle previsioni del DEF è prevista per l'indebitamento netto strutturale (ossia calcolato al netto delle misure una tantum e depurato della componente ciclica del saldo), che risulta pari all'1,2 per cento per il 2019, allo 0,5 per cento per il 2020 e allo 0,4 per cento per il 2021 e il 2022.
  Segnala che il Governo stima un rapporto debito/PIL nel 2019 del 135,7 per cento, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Tuttavia, nel triennio successivo, la combinazione di una riduzione del fabbisogno di liquidità del settore pubblico, della crescita del PIL nominale e di proventi da privatizzazioni porterà il rapporto debito/PIL su un sentiero decrescente, ossia al 135,2 per cento nel 2020, 133,4 per cento nel 2021 e 131,4 per cento nel 2022).
  Osserva che la manovra per il triennio 2020-2022 punta, pertanto, a preservare la sostenibilità della finanza pubblica e a creare al contempo spazi fiscali per completare l'attuazione delle politiche di inclusione e attivazione del lavoro già in vigore, nonché per rilanciare la crescita economica nel segno della sostenibilità ambientale e sociale (Green New Deal).
  Alla luce di queste considerazioni, preannuncia la presentazione di una proposta di parere favorevole sulla Nota di aggiornamento in titolo, che terrà conto degli orientamenti e delle indicazioni che potranno emergere nel corso di questa seduta.

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO esprime soddisfazione per l'esposizione del relatore.

  Marta GRANDE, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.35.

III Commissione - martedì 8 ottobre 2019

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-02618 Olgiati: Sulla prospettiva per un referendum sotto egida ONU per l'autodeterminazione del popolo saharawi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Italia segue con attenzione la questione del Sahara Occidentale e delle istanze del popolo saharawi, anche in considerazione dell'importanza attribuita ai processi di stabilizzazione di un'area strategica per il Paese.
  Sul piano politico, l'Italia sostiene una soluzione negoziale della disputa territoriale iniziata nel 1975 fra il Regno del Marocco e il Fronte Polisario e a tal fine garantisce il pieno sostegno all'azione delle Nazioni Unite.
  In tale contesto, abbiamo sostenuto e guardiamo molto positivamente ai recenti sviluppi sotto l'egida dell'ONU. I due round negoziali che hanno avuto luogo a Ginevra il 5-6 dicembre 2018 e il 21-22 marzo 2019 non hanno fatto registrare avanzamenti di sostanza, ma hanno consentito, a distanza di un decennio, colloqui diretti fra Marocco e Fronte Polisario. Algeria e Mauritania sono state presenti ai negoziati come parti in causa della controversia, un passo in avanti incoraggiante.
  Sosteniamo anche il ruolo della missione di peacekeeping MINURSO, che ha favorito il miglioramento della situazione sul terreno, nel cui mandato (come da ultima Risoluzione 2468 di maggio scorso) si ribadisce l'obiettivo del raggiungimento di una soluzione politica reciprocamente accettabile da entrambe le parti in causa.
  Il nostro Paese presta, inoltre, particolare attenzione alla condizione del popolo saharawi, svolgendo un ruolo importante nell'assistenza umanitaria a favore dei rifugiati saharawi nei campi di Laayoune e Aswerd presso Tindouf, in Algeria. L'Italia finanzia, grazie a un contributo complessivo di 1 milione di euro per il 2018, le attività di UNICEF e del Programma Alimentare Mondiale nei settori della nutrizione, della riabilitazione di strutture scolastiche, della formazione di insegnanti e personale medico-sanitario, della vaccinazione di bambini, della distribuzione di materiale scolastico e dell'educazione inclusiva.
  L'Italia continuerà a garantire il pieno sostegno al piano delle Nazioni Unite per la risoluzione della questione del Sahara Occidentale. Proseguiremo, attraverso la nostra Cooperazione allo sviluppo, a dedicare una particolare attenzione a favore del popolo saharawi.

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-02819 Lupi: Sull'attuazione della risoluzione del Parlamento europeo del 18 agosto 2019 sulla situazione a Hong Kong.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Italia segue con preoccupazione le tensioni che da mesi si registrano a Hong Kong.
  Siamo consapevoli, e lo abbiamo espresso da subito insieme agli altri Paesi dell'UE, che i temi al centro del dibattito hanno conseguenze di vasta portata non solo per Hong Kong e la sua popolazione ma anche per i cittadini italiani ed europei, oltre che in termini di stabilità degli scambi commerciali e finanziari, vista l'importanza della Regione Amministrativa Speciale (RAS).
  L'Italia, sia a livello bilaterale con le autorità di Hong Kong, che nell'ambito del coordinamento con gli altri Stati Membri dell'UE, continua a ribadire l'invito alla moderazione e all'instaurazione di un processo di dialogo inclusivo e credibile che conduca al mantenimento delle libertà fondamentali e dell'elevato grado di autonomia della Regione Amministrativa Speciale, così come previsto dalla Legge fondamentale di Hong Kong e dagli accordi internazionali.
  Dopo le dichiarazioni di questa estate (17 e 30 agosto), l'Alto Rappresentante UE Mogherini è tornata nuovamente a esprimersi a nome degli Stati Membri dell'UE lo scorso 2 ottobre. In tale dichiarazione, alla cui formulazione anche l'Italia ha attivamente partecipato concordandone il testo, si manifesta estrema preoccupazione per l'intensificarsi degli episodi di violenza. Mogherini ha ribadito la posizione dell'Italia e della UE di invito alla moderazione, alla deescalation e alla ripresa del dialogo quale unica via per una soluzione duratura. L'Alto Rappresentante ha inoltre riaffermato l'auspicio che i diritti e le libertà fondamentali, incluso il diritto di assemblea e di manifestazione pacifica, nonché la piena indipendenza del sistema giudiziario, siano preservate, deplorando ogni episodio di violenza e richiamando alla necessità che la condotta delle forze dell'ordine sia improntata alla stretta proporzionalità. L'Alto Rappresentante ha infine richiamato l'importanza di relazioni strette tra l'Unione europea e Hong Kong, sulla base del principio «Un Paese, due sistemi», e il forte interesse alla stabilità e prosperità della Regione Amministrativa Speciale.
  L'Italia ha inoltre fortemente sostenuto la dichiarazione finale adottata al Vertice G7 di Biarritz di fine agosto, in cui si «ribadisce l'esistenza e l'importanza della dichiarazione sino-britannica del 1984 su Hong Kong e (si) esorta ad evitare le violenze».
  Insieme con le Istituzioni e gli altri Paesi UE, l'Italia ha infine accolto positivamente l'inizio del processo di dialogo tra il Governo di Hong Kong e la società civile. Allo stesso tempo, il nostro Paese continua un attento monitoraggio della situazione sul terreno, anche alla luce dei recenti preoccupanti episodi di violenza.

ALLEGATO 3

Interrogazioni n. 5-02827 Delmastro Delle Vedove e n. 5-02831 Di Muro: Sull'attuazione dell'Accordo di Caen del 2015 tra Italia e Francia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli oltre 800 chilometri di aree marittime contigue o frontiste italiane e francesi nel Mar Ligure, nell'alto Tirreno (tra Corsica e arcipelago toscano), nel medio Tirreno e nel Mare di Sardegna non sono definiti da un accordo di delimitazione, salvo che per il segmento relativo alla delimitazione delle acque territoriali delle Bocche di Bonifacio (tra Sardegna e Corsica) che è oggetto di un Accordo bilaterale del 1986. In merito al confine delle acque territoriali tra Mentone e Ventimiglia, risale al 1892 un progetto di convenzione – mai tuttavia perfezionata – di definizione di zone di pesca nella Baia di Mentone. Prima dell'avvio, nel 2009, dei negoziati che hanno portato alla firma del Trattato di Caen, Parigi e Roma avevano proclamato in via unilaterale, rispettivamente una Zona Economica Esclusiva (che deriva da una precedente Zona di Protezione Ecologica) e una Zona di Protezione Ecologica, i cui limiti esterni tengono conto della linea di equidistanza tra coste opposte e coste adiacenti.
  L'istituzione di dette zone da parte francese ed italiana non ha mai dato adito a reciproche proteste od opposizioni.
  L'Accordo di Caen, firmato nel 2015, aveva pertanto l'obiettivo di riempire la lacuna normativa esistente, delimitando gli oltre 800 chilometri di spazi marini contigui e frontisti tra Italia e Francia, ricomprendendo anche l'accordo sulle Bocche di Bonifacio del 1986, nonché adeguando ed estendendo fino alle 12 miglia la linea inizialmente ipotizzata per la definizione delle zone di pesca nella Baia di Mentone (di cui al progetto del 1892) in conformità con i principi previsti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS). Durante il negoziato la controparte francese aveva tentato, senza successo, di mettere in discussione le linee di base adottate dall'Italia nel 1977 per collegare i punti cospicui esterni all'arcipelago toscano (assimilato ad acque interne). L'accettazione della posizione italiana – a termine di un prolungato dibattito – comportava un vantaggio per l'Italia nel calcolo della mediana tra Italia e Corsica.
  L'Accordo di Caen si limitava di fatto a trasporre nel Mediterraneo le disposizioni della UNCLOS e appariva, per la delimitazione tra Arcipelago toscano e Corsica, vantaggioso per l'Italia. In base ad esso, il confine marittimo – conforme quindi alla UNCLOS – avrebbe tuttavia determinato una deviazione di 178o, a vantaggio della Francia, della linea tradizionale relativa alle preesistenti zone di pesca tra Ventimiglia e Mentone, con assegnazione alla Francia di una porzione di mare territoriale particolarmente adatta alla pesca del gambero.
  Ad ogni modo, l'Accordo di Caen non è stato ratificato dall'Italia e non è mai entrato in vigore. Parigi ne ha quindi riconosciuto l'inapplicabilità in assenza di ratifica da parte italiana.
  Tanto premesso, il Governo non ha avviato l’iter di ratifica dell'Accordo di Caen.