VII Commissione

Cultura, scienza e istruzione

Cultura, scienza e istruzione (VII)

Commissione VII (Cultura)

Comm. VII

Cultura, scienza e istruzione (VII)
SOMMARIO
Martedì 23 luglio 2019

INTERROGAZIONI:

Sulla pubblicità dei lavori ... 99

5-01997 Melicchio: Su un convegno presso l'Università di Teramo su «Trecento anni di Massoneria» ... 99

ALLEGATO 1 (Testo integrale della risposta) ... 109

5-02291 Frassinetti: Sull'uccisione di un gatto nella scuola primaria «Eugenio Montale» di Gioia Tauro ... 99

ALLEGATO 2 (Testo integrale della risposta) ... 110

5-01765 Migliore: Sull'Area ex Manifattura Tabacchi, da destinarsi all'uso di residenze universitarie dell'Università per gli Studi di Napoli «Parthenope» ... 99

ALLEGATO 3 (Testo integrale della risposta) ... 112

5-01967 Nardi: Sull'ampliamento dell'insegnamento delle lingue orientali nelle scuole superiori ... 100

ALLEGATO 4 (Testo integrale della risposta) ... 113

ATTI DEL GOVERNO:

Schema di decreto ministeriale concernente regolamento recante la composizione, il funzionamento e le modalità di nomina e di elezione dei componenti il Consiglio nazionale per l'alta formazione artistica e musicale. Atto n. 89 (Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole con osservazioni) ... 100

ALLEGATO 5 (Parere approvato) ... 114

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nel capitolo 1261 dello stato di previsione della spesa del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno 2019, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi. Atto n. 97 (Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole) ... 102

SEDE CONSULTIVA:

DL 61/2019: misure urgenti in materia di miglioramento dei saldi di finanza pubblica. C. 2000 Governo, approvato dal Senato (Parere alla V Commissione) (Esame e conclusione – Parere favorevole) ... 103

Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa su un approccio integrato in materia di sicurezza fisica, sicurezza pubblica e assistenza alle partite di calcio ed altri eventi sportivi, fatta a Saint-Denis il 3 luglio 2016. C. 1850 Governo (Parere alla III Commissione) (Esame e rinvio) ... 104

Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica. C. 1806, approvato dal Senato (Parere alla XII Commissione) (Esame e rinvio) ... 106

VII Commissione - Resoconto di martedì 23 luglio 2019

INTERROGAZIONI

  Martedì 23 luglio 2019. — Presidenza della vicepresidente Giorgia LATINI. — Interviene il viceministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Lorenzo Fioramonti.

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Giorgia LATINI, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

5-01997 Melicchio: Su un convegno presso l'Università di Teramo su «Trecento anni di Massoneria».

  Il viceministro Lorenzo FIORAMONTI risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Alessandro MELICCHIO (M5S) replicando, si dichiara soddisfatto della risposta, apprezzando l'azione tempestiva di controllo del Governo sul corretto utilizzo dei fondi da parte dell'Università di Teramo. Tuttavia, ritiene non si possa cogliere nel congresso celebrativo della Massoneria alcun accrescimento del prestigio o del ruolo dell'Università, né la valorizzazione della didattica o della ricerca. Ricorda, in proposito, l'impegno profuso dal Movimento 5 Stelle e dal Governo in carica nel combattere l'università dei privilegi, in favore di chi nelle università lavora, spesso in condizioni di precariato e a fronte di una remunerazione inadeguata. Dichiara quindi la contrarietà del suo gruppo rispetto alla ambigua propaganda della fratellanza massonica negli atenei, dove la formazione, la ricerca e la valorizzazione della conoscenza dovrebbero costituire il solo mezzo per contribuire allo sviluppo economico e culturale della società.

5-02291 Frassinetti: Sull'uccisione di un gatto nella scuola primaria «Eugenio Montale» di Gioia Tauro.

  Il viceministro Lorenzo FIORAMONTI risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Paola FRASSINETTI (FDI), replicando, si dichiara solo parzialmente soddisfatta della risposta, in quanto, pur valutando positivamente la tempestività dell'intervento condotto per l'accertamento dei fatti, nonché l'ispezione da parte dell'Ufficio scolastico regionale, ritiene che la ricostruzione riferita non possa essere considerata esaustiva, ritenendo inverosimile che il gatto – animale che notoriamente sopravvive in tutte le situazioni – sia perito nel modo descritto. Si augura che il rispetto per gli animali si diffonda tra gli italiani e diventi un modo di sentire comune. Dopo aver quindi ricordato che nella proposta di legge sull'introduzione dell'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole, recentemente approvata dalla Camera, è stato incluso anche il rafforzamento dell'educazione al rispetto per gli animali, auspica un maggiore impegno di tutti nella trasmissione di un valore così importante.

5-01765 Migliore: Sull'Area ex Manifattura Tabacchi, da destinarsi all'uso di residenze universitarie dell'Università per gli Studi di Napoli «Parthenope».

  Giorgia LATINI, presidente, avverte che l'interrogazione in titolo è stata sottoscritta anche dalla deputata Piccoli Nardelli.

  Il viceministro Lorenzo FIORAMONTI risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), replicando, in qualità di cofirmataria, evidenzia che dalla risposta si evince come ci sia stata una carenza nel processo informativo. Ritiene che sia importante promuovere ogni iniziativa utile a soddisfare le esigenze degli studenti in difficoltà per la mancanza di alloggi e invita il rappresentante del Governo a farsi parte diligente in prima persona perché sia assicurata la giusta informazione.

5-01967 Nardi: Sull'ampliamento dell'insegnamento delle lingue orientali nelle scuole superiori.

  Giorgia LATINI, presidente, avverte che l'interrogazione in titolo è stata sottoscritta anche dalla deputata Ciampi.

  Il viceministro Lorenzo FIORAMONTI risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Lucia CIAMPI (PD), replicando, in qualità di cofirmataria, dichiara di apprezzare la risposta del Governo, che fornisce una ricostruzione giuridica dell'ordinamento in materia di insegnamento delle lingue non europee. Osserva peraltro che l'intento dell'interrogazione era anche quello di stimolare l'azione del Governo per la diffusione dell'insegnamento delle lingue orientali. Ritiene importante promuovere l'interesse per lo studio delle lingue emergenti in quanto utile per la formazione professionale degli studenti. Auspica pertanto che gli istituti scolastici, nella loro autonomia, ma anche su impulso del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, curino l'introduzione di questo insegnamento.

  Giorgia LATINI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.20.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 23 luglio 2019. — Presidenza della vicepresidente Giorgia LATINI. — Interviene il viceministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Lorenzo Fioramonti.

  La seduta comincia alle 14.35.

Schema di decreto ministeriale concernente regolamento recante la composizione, il funzionamento e le modalità di nomina e di elezione dei componenti il Consiglio nazionale per l'alta formazione artistica e musicale.
Atto n. 89.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 luglio 2019.

  Giorgia LATINI, presidente, ricorda che nella precedente seduta il relatore ha presentato una proposta di parere favorevole con osservazioni. Avverte che il relatore ha modificato la sua proposta di parere (vedi allegato 5), aggiungendo un'osservazione.

  Michele NITTI (M5S), relatore, illustra la modifica apportata alla proposta di parere formulata nella precedente seduta, consistente nell'aggiunta di un'osservazione con la quale si invita il Governo ad apportare una modifica di forma nei termini suggeriti dalla Commissione Bilancio nei suoi rilievi sull'atto in esame.

  Valentina APREA (FI) preannuncia il voto contrario di Forza Italia, ritenendo che – contrariamente a quanto affermato nella relazione illustrativa dell'atto in esame circa la necessità di ricostituzione del CNAM a seguito della nuova organizzazione didattica delle Accademie storiche di Belle arti correlata «al livello universitario degli studi» – la duplicazione della Direzione generale università e ricerca e del CUN siano un intollerabile spreco di risorse finanziarie, un dispendioso raddoppiamento di poltrone e apparati e una vistosa violazione dei principi di razionalizzazione ed efficientamento del sistema dell'istruzione superiore universitaria previsto dalla legge Gelmini e dall'Unione europea.
  Dopo aver ricordato che la legge di riforma n. 508 del 1999 riconosce che le Accademie statali di Belle arti sono «istituzioni superiori di alta formazione, di specializzazione e di ricerca nel settore artistico, con correlate attività di produzione, dotate di personalità giuridica e di autonomia statutaria, didattica, scientifica, amministrativa, finanziaria e contabile» – quindi costituzionalmente paritetiche alle Università – osserva che la passata Direzione generale AFAM, il decaduto CNAM e la Commissione tecnica sostitutiva hanno tradito i principi e i contenuti della riforma, ritardando la sua piena attuazione e sospingendo le Accademie statali di Belle Arti verso il rango di scuola secondaria.
  A suo avviso il fallimento è dimostrato dai seguenti fatti: mancata emanazione di sette dei nove regolamenti attuativi previsti dalla legge n. 508 del 1999; mancato riconoscimento della didattica e della ricerca dei professori di ruolo; mancata istituzione di diplomi accademici equipollenti alle lauree a tutti gli effetti di legge; mancato finanziamento dei dottorati di ricerca; esclusione dai PRIN; proliferazione di graduatorie nazionali e di istituto di precari che la legge 508 del 1999 tassativamente preclude; proliferazione di accademie private al di fuori di ogni controllo di qualità; tentata eliminazione della distinzione tra professori di prima fascia e professori di seconda fascia, prevista dalla normativa vigente.
  Invita quindi il Governo a riconsiderare il contenuto dell'atto affinché la formazione offerta dalle istituzioni dell'AFAM – che oggi manca di spessore scientifico e culturale – possa essere di migliore qualità.

  Il viceministro Lorenzo FIORAMONTI sottolinea che la ricostituzione del CNAM costituisce un passaggio pressoché obbligato nel percorso per raggiungere l'obiettivo di dare al settore dell'AFAM l'importanza culturale ed economica che esso merita, specialmente in Italia, Paese di antichissima e ricchissima tradizione in questo settore, che però, paradossalmente, si vede oggi superata anche da Paesi extra-europei che non hanno alcun passato in questi campi. Riferisce di essersi alquanto stupito di scoprire, al suo insediamento, che la legge del 1999 è rimasta inattuata per vent'anni, non essendo mai stati emanati i regolamenti attuativi da essa previsti, nonostante tanti Governi e tante diverse maggioranze politiche si siano succeduti in quest'arco di tempo. È stata sua premura, in qualità di viceministro con delega sulla materia – una delega, per inciso, che non era mai stata conferita in passato – adoperarsi per colmare questa lacuna, innanzitutto convocando gli stati generali dell'AFAM, nel cui ambito si è convenuto sulla necessità di intervenire immediatamente, anche per dare al settore una migliore visibilità, al qual fine preannuncia che saranno programmate apposite campagne televisive. Conclude assicurando che l'intento del Governo è quello di impegnarsi anche sotto il profilo finanziario per rilanciare le istituzioni dell'AFAM.

  Federico MOLLICONE (FDI), ritenendo che il dibattito non si sia sviluppato in modo sufficientemente approfondito, chiede che il voto sulla proposta di parere del relatore sia rinviato.

  Giorgia LATINI, presidente, ricorda che il parere deve essere espresso entro questo giovedì 25 luglio e che, considerato il prevedibile andamento dei lavori dell'Assemblea in questa settimana, rinviare l'espressione del parere è difficoltoso. Ricorda, per inciso, che il Senato si è già pronunciato sull'atto la scorsa settimana.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) si associa alla richiesta del deputato Mollicone, aggiungendo che il suo gruppo ritiene necessario quantomeno trasformare in condizioni le osservazioni contenute nella proposta di parere del relatore. Ricorda, quindi, il tentativo di riordino del comparto AFAM effettuato anche nella scorsa legislatura e, pur nella consapevolezza delle numerose difficoltà che caratterizzano il settore, esprime perplessità in merito alla divisione in aree riportata nella Tabella A allegata al provvedimento che, a suo avviso, non è del tutto rispondente alla realtà del mondo dell'AFAM. Preannuncia che, nel caso la proposta di parere del relatore dovesse rimanere immodificata, il suo gruppo si asterrà dalla votazione.

  Michele NITTI (M5S), relatore, comprende le ragioni di dubbio esposte dalle deputate Aprea e Piccoli Nardelli, che tuttavia invita a valutare anche le difficoltà di un passaggio che è estremamente delicato per l'intero sistema dell'AFAM. Evidenziando che è prevalsa la volontà di non lasciar passare altri anni senza dare all'AFAM un'adeguata rappresentanza, conferma la proposta di parere, esprimendo l'avviso che sia preferibile non rinviare ulteriormente la votazione.

  Daniele BELOTTI (LEGA) concorda con il relatore sull'opportunità di esprimere il parere nella seduta odierna, anche in considerazione del fatto che la prevedibile posizione della questione di fiducia da parte del Governo sul decreto-legge «sicurezza bis» rischia di costringere la Commissione a rinviare la discussione dell'atto alla prossima settimana, oltre il termine per l'espressione del parere.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la nuova proposta di parere del relatore (vedi allegato 5).

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nel capitolo 1261 dello stato di previsione della spesa del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno 2019, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 97.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame, rinviato, da ultimo, nella seduta del 17 luglio 2019.

  Giorgia LATINI (Lega), presidente e relatrice, dopo aver ricordato che in qualità di relatrice ha svolto la relazione introduttiva nella precedente seduta, propone di esprimere parere favorevole.

  Valentina APREA (FI) preannuncia il voto favorevole di Forza Italia, in considerazione anche del maggiore importo previsto in favore del Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, che è stato invece penalizzato in sede di riparto dei contributi per il finanziamento di iniziative per la diffusione della cultura scientifica: si riferisce all'atto del Governo n. 78, sul quale la Commissione si è espressa qualche settimana fa. Dopo aver ricordato l'alto livello della didattica scientifica e aerospaziale attuata dal Museo Leonardo da Vinci, auspica che anche gli altri istituti destinatari dei contributi innalzino i loro standard in favore di una formazione più moderna e più dinamica a beneficio delle nuove generazioni.

  Paola FRASSINETTI (FDI) preannuncia il voto favorevole anche del gruppo di Fratelli d'Italia, apprezzando l'entità dello stanziamento in favore del Museo Leonardo da Vinci. Ritiene, invece, che sia ancora troppo esiguo quello previsto in favore del Museo internazionale delle ceramiche di Faenza.

  Rosa Maria DI GIORGI (PD) invita il Governo a considerare la possibilità di assumere le iniziative necessarie affinché, in futuro, siano comprese tra i destinatari dei contributi anche altre realtà, oltre quelle che oggi ne beneficiano. Esistono infatti enti che non sono presi in considerazione ai fini di questo riparto annuale e che sono, invece, altrettanto meritori nel campo della didattica di quelli che già ricevono i finanziamenti. Osserva che una rassegna apposita, da parte del Ministero, potrebbero far scoprire molte realtà diverse da quelle già considerate che hanno sviluppato esperienze innovative. In conclusione, preannuncia il voto favorevole del Partito democratico sulla proposta di parere della relatrice.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole della relatrice.

  La seduta termina alle 15.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 23 luglio 2019. — Presidenza della vicepresidente Giorgia LATINI, indi della vicepresidente Paola FRASSINETTI. — Interviene il viceministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Lorenzo Fioramonti.

  La seduta comincia alle 15.

DL 61/2019: misure urgenti in materia di miglioramento dei saldi di finanza pubblica.
C. 2000 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Angela COLMELLERE (Lega), relatrice, riferisce che il decreto-legge in esame – sul quale la Commissione deve rendere un parere alla Commissione Bilancio – è stato approvato dal Senato all'unanimità lo scorso 18 luglio 2019, con il respingimento di tutti gli emendamenti presentati. Ricorda che il provvedimento fa parte dell'insieme di misure che il Governo italiano ha deciso di adottare nell'ambito della negoziazione svolta con la Commissione europea in merito al rispetto per l'anno 2018 della regola di riduzione del debito pubblico prevista dal Patto di stabilità e crescita.
  Come noto, la Commissione europea ha affermato che per il 2018 il criterio del debito non è stato rispettato dall'Italia. Il Governo italiano si è quindi impegnato ad adottare una serie di misure che comporteranno una correzione del saldo di bilancio pari a 7,6 miliardi di euro (0,42 per cento del PIL) in termini nominali, corrispondente a 8,2 miliardi di euro (0,45 per cento del PIL) in termini strutturali. La Commissione europea ha concluso che le misure in questione sono sufficienti a impedire l'avvio della procedura per mancata osservanza della regola del debito pubblico del 2018.
  Precisa che, in sostanza, le misure che l'Italia intende prendere determineranno un gettito maggiore di circa 6,2 miliardi di euro rispetto alle previsioni (dovuto a maggiori entrate fiscali per 2,9 miliardi di euro, maggiori contributi per 0,6 miliardi di euro, e ad altre entrate relative a maggiori dividendi dalla Banca d'Italia e dalla Cassa Depositi e Prestiti). A questi si aggiungono circa 1,5 miliardi di risparmio sulle risorse iscritte in bilancio per l'attuazione del reddito di cittadinanza e della cosiddetta «quota 100».
  Specifica che, al fine di garantire l'effettiva disponibilità di 1,5 miliardi di euro, il decreto-legge in esame dispone l'accantonamento di un corrispondente importo delle dotazioni di bilancio dei Ministeri. Le dotazioni accantonate sono in sostanza rese indisponibili per la gestione.
  Per quanto di competenza della Commissione cultura, segnala che l'accantonamento riguarda il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per 550 mila euro (appostati nella missione Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche), e il Ministero per i beni e le attività culturali per 800 mila euro (inerenti la medesima missione). Si tratta, per inciso, di accantonamenti di importo modesto se paragonati a quelli che interessano altri Ministeri (innanzitutto il Ministero della difesa, il cui accantonamento è di 47 milioni, e il Ministero per le politiche agricole, alimentari, forestali e il turismo, il cui accantonamento è di 18 milioni).
  Conclude proponendo di esprimere parere favorevole.

  Anna ASCANI (PD) osserva che quelli che il Governo chiama «assestamento di bilancio» e, con riferimento al decreto-legge in esame, «accantonamenti» sono in verità, rispettivamente, una vera e propria manovra correttiva di bilancio e tagli alle dotazioni dei Ministeri: tagli che, per quanto riguarda i Ministeri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e per i beni e le attività culturali, sono comunque tali da rischiare di comprometterne il funzionamento, dato che si aggiungono a tagli precedenti. Preannuncia quindi il voto contrario del Partito democratico sulla proposta di parere della relatrice, rimarcando come il provvedimento in esame – ed in generale le misure correttive imposte dalla dialettica con l'Unione europea – rappresenti il fallimento del Governo, che aveva fatto credere agli italiani di poter ignorare i moniti di Bruxelles e che invece, dopo aver approvato una legge di bilancio irresponsabile, basata su previsioni irrealistiche e sbagliate, deve piegarsi alla realtà e fare marcia indietro.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa su un approccio integrato in materia di sicurezza fisica, sicurezza pubblica e assistenza alle partite di calcio ed altri eventi sportivi, fatta a Saint-Denis il 3 luglio 2016.
C. 1850 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Paolo LATTANZIO (M5S), relatore, riferisce che la Commissione è chiamata a rendere il parere alla Commissione affari esteri sul disegno di legge di Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa su un approccio integrato in materia di sicurezza fisica, sicurezza pubblica e assistenza alle partite di calcio ed altri eventi sportivi, fatta a Saint-Denis il 3 luglio 2016. Ricorda che il testo della Convenzione è stato predisposto da un Comitato di esperti, cui hanno preso parte rappresentanti della FIFA e della UEFA, dell'Associazione leghe calcio professionistiche europee, dell'Interpol e dell'Unione europea. Per la Parte italiana hanno partecipato ai negoziati i delegati del Dipartimento per gli affari regionali, le autonomie e lo sport della Presidenza del Consiglio dei ministri e quelli del Ministero dell'interno.
  La Convenzione è stata firmata finora da 23 Stati e ratificata da nove. È entrata in vigore il 1o novembre 2017, dopo la ratifica da parte di tre Stati membri. Essa reca princìpi e misure volti a definire, sviluppare e diffondere buone prassi per ridurre e contrastare efficacemente i rischi per la sicurezza connessi a eventi calcistici e sportivi in generale. Tali princìpi si riassumono in due concetti: la necessità, da una parte, di adottare un approccio pluri-istituzionale, che integri i tre «pilastri» della sicurezza fisica, della sicurezza pubblica e dell'assistenza; e la necessità, dall'altra parte, di promuovere uno spirito di collaborazione tra tutti gli enti e i soggetti portatori di interessi coinvolti in un evento sportivo. Segnala che quello della collaborazione e della volontà di rinsaldare un sano spirito sportivo tra tutti gli attori coinvolti nel mondo dello sport è un tema caro a questo governo, come dimostrano molte delle misure inserite recentemente nelle Legge Delega sullo Sport, soprattutto in relazione ad un maggiore coinvolgimento dei tifosi, andando così a indicare dei modelli di modifica della governance delle società sportive maggiormente aperti ed inclusivi verso le comunità di riferimento.
  Avverte che si limiterà alla descrizione di alcuni dei 22 articoli di cui è composta la Convenzione, quelli di più diretto interesse della Commissione.
  Gli articoli 1 e 2 definiscono l'ambito di applicazione e lo scopo della Convenzione, precisando che si applica alle partite di calcio che coinvolgono squadre professionistiche o nazionali, giocate nel territorio di una delle Parti contraenti, fatta salva la possibilità di estenderne l'applicazione anche a competizioni calcistiche di altro tipo o ad altri eventi sportivi qualora ritenuto opportuno. Lo scopo è quello di fornire un contesto protetto, sicuro e accogliente in occasione di incontri calcistici e altre manifestazioni sportive che garantisca la sicurezza e l'assistenza e basato su uno spirito di collaborazione a livello locale, nazionale e internazionale.
  Gli articoli da 4 a 6 impongono alle parti di provvedere a istituire strutture di coordinamento a livello nazionale e locale al fine di sviluppare e attuare un approccio integrato pluri-istituzionale alla sicurezza, alla security e ai servizi, nonché di adottare misure legislative, regolamentari o amministrative per garantire la sicurezza. Per quanto riguarda il funzionamento degli stadi, deve essere assicurato un efficace collegamento tra forze di polizia e servizi di emergenza; e devono essere previste misure in materia, ad esempio, di comportamenti razzisti o discriminatori. Tutti gli organismi competenti e i portatori di interessi dovranno essere chiamati a collaborare per creare un ambiente protetto, sicuro e accogliente nei luoghi pubblici al di fuori degli stadi. Evidenzia che la costruzione di «contesti sicuri» non si esplica attraverso provvedimenti o azioni che rimangono limitate nel tempo o riconnesse ad un evento specifico: è dell'avviso che la garanzia della sicurezza sia legata anche alla definizione di un percorso di natura formativa – sia pratico che culturale – dedicato, ad esempio, alle tifoserie o a tutta quella parte di pubblico che si sono invece allontanate dal mondo dello sport e dalle manifestazioni calcistiche. Sottolinea che il contrasto alla violenza non lo si fa solo «allontanando» e quindi, ad esempio, aumentando il prezzo dei biglietti, ma coinvolgendo maggiormente i tifosi, favorendo la partecipazione e l'integrazione, facendo dialogare tutti i soggetti preposti ad una buona gestione ed ottimale svolgimento dell'evento.
  Gli articoli 8 e 9 riguardano l'impegno con tifosi, comunità locali, organizzatori degli eventi e portatori di interessi. Si promuove, tra l'altro, l'avvio di comuni progetti di prevenzione del crimine e per favorire un clima di rispetto e comprensione reciproca. In questo caso considera importante ribadire che la prevenzione del crimine non deve essere intesa solo come legata al «crimine violento» compiuto dal tifoso, ma anche a quelle forme di criminalità legata alla gestione degli eventi sportivi, che non vede una manifestazione di natura violenta ma sicuramente si esplica nel rischio di forme di illegalità altrettanto insidiose.
  L'articolo 10 è incentrato sulla prevenzione e sulla sanzione dei comportamenti illeciti e lesivi dell'ordine pubblico e impone alle Parti di adottare tutte le misure possibili per ridurre il rischio di episodi di violenza e disordini e per garantire al fine di scoraggiare e prevenire tali episodi.
  L'articolo 11, dedicato alla cooperazione internazionale, obbliga le parti a istituire un punto nazionale d'informazione sul calcio che operi come canale unico designato per lo scambio di tutte le informazioni e dell’intelligence relative a incontri calcistici a rilevanza internazionale e per l'organizzazione di altri aspetti della cooperazione internazionale di polizia. È necessario, quindi, favorire l'utilizzo dei migliori strumenti informatici e delle migliori risorse umane sia sul piano nazionale che su quello internazionale perché non vi siano informazioni «perdute», sia in relazione ai fenomeni negativi – e quindi relativi alla violenza – sia in positivo – e dunque in relazione alle buone pratiche ed agli esempi positivi attuati.
  L'articolo 12 richiede alle Parti di trasmettere al Comitato sulla sicurezza fisica e sicurezza pubblica negli eventi sportivi, istituito e disciplinato dai successivi articoli 13 e 14, ogni informazione rilevante in merito alle misure adottate per l'applicazione della Convenzione. In Italia sarà il Ministero dell'interno.
  L'articolo 15 stabilisce la modalità per emendare la Convenzione.
  Le clausole finali (articoli da 15 a 22) riguardano la firma della Convenzione, l'entrata in vigore, l'adesione di Stati non membri del Consiglio d'Europa, gli effetti della Convenzione, la sua applicazione territoriale, l'eventuale denuncia della Convenzione e le notifiche che il Segretario generale del Consiglio d'Europa è tenuto a eseguire.

  Il disegno di legge in esame, si compone di cinque articoli: gli articoli 1 e 2 contengono, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo. L'articolo 3 individua presso il Ministero dell'interno – Dipartimento della pubblica sicurezza – il Punto d'informazione nazionale per il calcio, ai sensi dell'articolo 11 della Convenzione. L'articolo 4 riguarda la copertura finanziaria delle spese derivanti dall'attuazione della Convenzione, valutate in euro 27.030, a decorrere dal 2019. L'articolo 5 dispone l'entrata in vigore della legge nel giorno successivo a quello della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
  In conclusione, si riserva di formulare una proposta di parere in altra seduta.

  Paola FRASSINETTI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica.
C. 1806, approvato dal Senato.

(Parere alla XII Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Marco BELLA (M5S), relatore, premesso che l'unica certezza della vita è la sua inevitabile fine, ma che con la morte non cessa la possibilità di aiutare gli altri, riferisce che la proposta di legge in esame, su cui la Commissione deve esprimere un parere alla XII Commissione, reca disposizioni in tema di donazione del proprio corpo, post mortem, a fini di studio, di ricerca scientifica e di formazione. Fa presente che il provvedimento è stato approvato dal Senato il 29 aprile 2019, ma la materia è stata più volte discussa dalle Camere, anche durante le passate legislature.
  Venendo al testo, l'articolo 1 chiarisce l'oggetto della legge e stabilisce i principi in materia di messa a disposizione del proprio corpo e dei relativi tessuti, post mortem, per fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica. Naturalmente parliamo del corpo di coloro che hanno espresso in vita il loro consenso, secondo le modalità stabilite dalla legge in esame.
  L'articolo 2 prevede la promozione di iniziative di informazione dirette a diffondere tra i cittadini la conoscenza della possibilità di donare il corpo post mortem, nel rispetto di una libera e consapevole scelta. Si prevede che anche regioni e aziende sanitarie locali adottino iniziative volte a diffondere la conoscenza delle disposizioni in oggetto tra i medici e gli esercenti le professioni sanitarie e tra i cittadini.
  L'articolo 3 concerne le forme in cui deve essere manifestato il consenso e stabilisce che la dichiarazione di consenso sia redatta in una delle forme previste dall'articolo 4, comma 6, della legge n. 219 del 2017, che tratta di disposizioni anticipate di trattamento (DAT). La revoca del consenso può essere effettuata in qualsiasi momento con le stesse modalità. È inoltre disciplinata la figura del fiduciario, cui spetta l'onere di comunicare l'esistenza del consenso al medico che accerta il decesso. Per i minorenni, il consenso deve essere manifestato da entrambi i genitori esercenti la responsabilità genitoriale ovvero dai tutori oppure dai soggetti affidatari.
  Gli articoli 4 e 5 riguardano l'istituzione dei centri di riferimento per la conservazione e l'utilizzazione dei corpi dei defunti: questi dovranno essere individuati – a cura del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, previa intesa in sede di Conferenza Stato-regioni – fra le strutture universitarie, le aziende ospedaliere di alta specialità e gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS).
  L'articolo 6 dispone che i centri di riferimento siano tenuti a restituire la salma alla famiglia in condizioni dignitose entro dodici mesi dalla consegna. Tutti gli oneri sono posti a carico dei centri medesimi, che provvedono nell'ambito delle risorse destinate ai progetti di ricerca.
  L'articolo 7 stabilisce che l'utilizzo del corpo umano o di parti non possa avere fini di lucro e destina alla gestione dei centri di riferimento le eventuali donazioni di denaro effettuate da privati per fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica mediante uso dei corpi dei defunti.
  L'articolo 8 demanda la definizione delle norme attuative ad un regolamento governativo, da adottarsi, entro tre mesi dall'entrata in vigore della legge, su proposta del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'interno e con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, previa intesa in sede di Conferenza Stato-regioni.
  Ricordo che nella XVII Legislatura, un testo unificato su questa materia è stato approvato in sede legislativa dalla XII commissione affari sociali della Camera e trasmesso al Senato (S. 1534), dove l'esame non è proseguito anche a causa dello scioglimento delle Camere.
  Propone infine di esprimere parere favorevole.

  Valentina APREA (FI) preannuncia il voto contrario, motivato anche da ragioni e sensibilità etiche personali, condivise dai colleghi del suo gruppo presenti. Ritiene, peraltro, che non ci sia più ragione nel XXI di utilizzare a scopo di studio e ricerca i cadaveri, dato che i progressi della scienza e della tecnologia mettono a disposizione altri mezzi, che non implicano scelte così estreme e discutibili sotto il profilo morale.

  Luigi CASCIELLO (FI) invita a rinviare il voto in modo da ampliare il dibattito su un tema che merita una riflessione più approfondita, perché comporta l'espressione di un giudizio morale, non soltanto di un voto.

  Federico MOLLICONE (FDI), concordando con il deputato Casciello sull'opportunità di rinviare il voto per consentire una più approfondita riflessione, sottolinea il rilievo etico del provvedimento, che mette in discussione la sacralità del corpo umano. Contesta l'approccio scientista e olistico della proposta di legge, che tratta la persona umana come semplice cosa e oggetto, inconsapevolmente aderendo a concezioni tristemente diffuse ma aberranti: concezioni che, nate con l'Illuminismo, hanno creato i presupposti per il nazismo e, oggi, per certi progetti estremi di eugenetica.

  Marco BELLA (M5S), non opponendosi alla richiesta di rinvio della votazione, ricorda che la proposta di legge rende possibile anche l'utilizzo dei tessuti umani per lo studio e in prospettiva la cura di malattie gravi quali il tumore.

  Anna ASCANI (PD), dopo aver ricordato che al Senato la proposta di legge è stata approvata all'unanimità, che nella scorsa legislatura ha concluso il suo iter alla Camera senza contrasti e che tuttora non è controversa nella Commissione di merito, dichiara di trovarla ragionevole nei contenuti e non affatto in contraddizione con i principi a favore della vita umana. Concorda ad ogni modo sull'utilità di un approfondimento del dibattito, auspicando che sia culturalmente elevato e privo di contenuti ideologici o religiosi.

  Gloria SACCANI JOTTI (FI), rivolgendosi al relatore, ricorda che già oggi è previsto, previa acquisizione del consenso informato, l'utilizzo di tessuti prelevati da pazienti affetti da gravi malattie, come il cancro.

  Daniele BELOTTI (LEGA) invita a considerare l'utilità della proposta di legge in esame, sottolineando che personalmente non reputa importante cosa accadrà al suo corpo dopo la sua morte.

  Luigi CASCIELLO (FI) osserva che gli interventi ascoltati rafforzano la sua convinzione che si debba approfondire il dibattito, in modo che ognuno sia libero di dire ciò che crede giusto, perché la delicatezza dei temi della proposta di legge è tale da permettere di invocare la libertà di coscienza dei deputati, al di là delle posizioni politiche di gruppo, e il giudizio non può quindi essere condizionato da scelte pregresse o da quanto è accaduto al Senato.

  Paola FRASSINETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.35.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Sulla missione svolta a Pompei il 28 e 29 giugno 2019.

VII Commissione - martedì 23 luglio 2019

ALLEGATO 1

5-01997 Melicchio: Su un convegno presso l'Università di Teramo su «Trecento anni di Massoneria».

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Onorevole Melicchio, al fine di dar riscontro alle questioni da Lei segnalate il Ministero ha interpellato la stessa Università che con una dettagliata relazione ha riferito quanto segue (leggo il virgolettato):
  «L'iniziativa è stata promossa da docenti afferenti alle Facoltà di Bioscienze e tecnologie agro-alimentari e ambientali, di Scienze della comunicazione e di Scienze Politiche, che con apposita nota, al fine di promuovere un convegno Interfacoltà dal titolo “Trecento anni di storia della Massoneria. La Gran Loggia D'Italia”, richiedevano un contributo pari a euro 2.000,00.
  Gli organi accademici sono, di norma, chiamati a pronunciarsi su tali richieste e anche per altre tipologie di convegni, riconoscendo alle stesse contributi anche superiori a duemila euro, come più volte accaduto in passato. Per la richiesta in questione, il Senato Accademico aveva, in prima istanza, chiesto l'integrazione dei pareri delle Facoltà di afferenza dei docenti promotori dell'iniziativa e altresì di esprimersi sulla valenza del convegno al fine di esaminarli nella seduta utile.
  Le Facoltà interessate hanno poi trasmesso gli estratti dei verbali dei rispettivi Consigli con i quali hanno espresso parere favorevole all'iniziativa.
  Acquisiti tutti gli elementi richiesti, gli organi si sono nuovamente pronunciati approvando all'unanimità la richiesta, senza alcuna «manifestazione di disappunto» da parte di nessun rappresentante dell'intera comunità accademica. Della presunta «protesta» l'Università ne è venuta a conoscenza solo attraverso la stampa locale, presumibilmente su segnalazione anonima».

  Aggiungo, citando quanto precisato nella relazione dall'Ateneo, che sulla base del regolamento per la disciplina delle spese di rappresentanza e di organizzazione di manifestazioni e convegni l'Università (leggo il virgolettato) «ha facoltà di assumere, a carico del proprio bilancio, spese finalizzate a mantenere o ad accrescere il prestigio, il ruolo e la presenza nel contesto sociale nazionale e internazionale per il miglior perseguimento delle sue attività istituzionali». Sempre secondo il regolamento citato nella nota dell'Ateneo «le spese per manifestazioni e convegni hanno la finalità di promuovere e valorizzare le attività istituzionali (didattica, ricerca, trasferimento della conoscenza, promozione della cultura), assicurandone la visibilità all'esterno, anche attraverso mezzi di comunicazione».
  Per completezza di informazione, il Rettore riferisce, inoltre, che le spese connesse all'organizzazione di tali manifestazioni/convegni sono sostenute avvalendosi, in via prioritaria, delle risorse e dei servizi disponibili all'interno dell'Ateneo e per l'iniziativa in argomento sono stati spesi euro 1.175,00 a fronte della richiesta di contributo d'importo pari a euro 2.000,00.

ALLEGATO 2

5-02291 Frassinetti: Sull'uccisione di un gatto nella scuola primaria «Eugenio Montale» di Gioia Tauro.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Onorevole Frassinetti, venendo al quesito da Lei posto, la informo che il Ministero ha provveduto ad acquisire informazioni dall'istituzione scolastica interessata, tramite il competente Ufficio scolastico regionale, in ordine ai fatti da Lei rappresentati.
  Difatti, il 20 maggio il Dirigente Scolastico ha trasmesso all'Ambito Territoriale Provinciale di Reggio Calabria una dettagliata relazione in merito ai fatti verificatisi presso la scuola primaria «Eugenio Montale», Istituto Comprensivo «F. Pentimalli» di Gioia Tauro.
  Contemporaneamente, l'Ufficio Scolastico Regionale ha predisposto, con nota di pari data, una visita ispettiva presso l'istituzione scolastica al fine di attuare una compiuta verifica dei fatti e di valutare eventuali profili di responsabilità disciplinare del personale coinvolto nella vicenda.
  Nella stessa data l'ATP di Reggio Calabria ha avviato il procedimento disciplinare a carico del dipendente in questione e contestualmente ha sospeso detto procedimento, ai sensi dell'articolo 55-ter, comma 1, del decreto legislativo n. 165 del 2001, fino al termine del procedimento penale già avviato dalla Procura della Repubblica competente.
  Il 31 maggio l'ispettore tecnico, incaricato di procedere alla visita ispettiva, ha depositato presso l'Ufficio scolastico regionale la richiesta relazione, trasmessa immediatamente sia al competente Ufficio Procedimenti Disciplinari per le valutazioni di competenza sia alla competente Procura della Repubblica di Palmi.
  Tutto ciò premesso, riferisco di seguito alcuni aspetti emersi dall'accertamento ispettivo. Sempre per quanto comunicato dall'Ufficio scolastico regionale, contrariamente a quanto sostenuto dalla responsabile dell'Associazione Animalisti Italiani e a quanto riferito nell'atto di sindacato ispettivo, è da escludere categoricamente che i minori siano stati testimoni oculari dell'evento.
  Precisata tale circostanza, la ricostruzione dei fatti emersa dall'accertamento ispettivo attesta che in data 15 maggio è stato rinvenuto un gatto nella scuola e precisamente nella palestra, peraltro chiusa poiché inagibile, introdottosi probabilmente da diversi giorni.
  Ancora, a quanto riferito dal collaboratore scolastico, unico soggetto entrato nella palestra, il gatto alla sua vista si «è imbizzarrito» sbattendo contro le finestre fino a provocarsi evidenti ferite. A quel punto il collaboratore scolastico, sempre in base a quanto dichiarato dallo stesso, aiutandosi con un pezzo di legno, ha inserito il gatto ancora vivo in un bidone vuoto e lo ha trasportato sul marciapiede, fuori dal cortile della scuola.
  Conclude la relazione ispettiva che essendo il collaboratore scolastico l'unico soggetto presente nella palestra dove sono accaduti i fatti, sia l'ipotesi relativa alla versione fornita dallo stesso, sia l'ipotesi che vede il collaboratore scolastico quale responsabile diretto del tramortimento e del successivo decesso del gatto sono entrambe «plausibili, ma nessuna delle due comprovabili».
  Aggiungo, infine, che l'ATP di Reggio Calabria, alla luce della vicenda ha ritenuto opportuno avviare un progetto finalizzato a sviluppare fin dalla prima infanzia
l'empatia, l'educazione ed il rispetto nei confronti degli animali ed a sensibilizzare gli studenti su tematiche quali il randagismo, l'abbandono ed il maltrattamento. Tra l'altro, il progetto prevede l'indizione di un concorso indirizzato alle scuole del primo ciclo (infanzia, primaria e secondaria di primo grado) dal titolo «Adotta un gatto. Il rispetto della vita: un segno di civiltà».

ALLEGATO 3

5-01765 Migliore: Sull'Area ex Manifattura Tabacchi, da destinarsi all'uso di residenze universitarie dell'Università per gli Studi di Napoli «Parthenope».

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Onorevole Piccoli Nardelli, in primo luogo premetto che la legge n. 338 del 2000 prevede il cofinanziamento da parte dello Stato per interventi rivolti alla realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari. In attuazione di tale normativa il Ministero ha già emanato, negli anni passati, una serie di bandi ministeriali e relativi decreti.
  In particolar modo la residenza in argomento, sita a Napoli nella cosiddetta Area ex Manifattura Tabacchi, è stata oggetto di un cofinanziamento statale di cui al decreto ministeriale n. 42 del 25 maggio 2007. L'intervento di tipologia «D» ovvero «acquisto di cosa futura» è stato cofinanziato per un importo complessivo di euro 12.540.000,00.
  La relativa Convenzione con il Ministero, firmata in data 12 maggio 2010, prevede all'articolo 7.1, tra gli obblighi del beneficiario, il mantenimento della destinazione d'uso per un periodo non inferiore a 25 anni dalla piena funzionalità dell'opera. Con riferimento al controllo sulla gestione, l'articolo 7.2.3 della stessa Convenzione dispone che «il Beneficiario si obbliga ad assoggettarsi al controllo della Regione competente per territorio sul rispetto del vincolo di destinazione d'uso e sulla quota di posti alloggio da destinare agli studenti capaci e meritevoli privi di mezzi» come previsto dall'articolo 1 comma 4, della summenzionata legge n. 338 del 2000 e dall'articolo 3, comma 11, lettera f) del decreto ministeriale n. 47 del 2007.
  Ebbene, il Ministero ha esercitato il controllo nella fase di realizzazione dell'intervento fino all'entrata in funzione della residenza. Da tale momento, ai sensi della normativa sopra richiamata, subentra la vigilanza ed il controllo della regione competente in merito a tutte le vicende relative alla gestione dell'intervento.
  Ad oggi il Ministero non ha avuto notizia delle circostanze che hanno determinato una sospensione della funzionalità della residenza né da parte dell'Ateneo, né da parte dell'Ente per il diritto allo studio che gestisce la residenza universitaria, né dalla Regione interessata.
  Da quanto emerge dallo stesso atto di sindacato ispettivo in argomento sembrerebbe che la sospensione dell'utilizzo dei locali sia stata giustificata a tutela degli stessi studenti. Non si può pertanto escludere che la regione e il pertinente Ente per il diritto allo studio stiano operando, a tutt'oggi, a tutela degli ospiti della residenza.
  Riferisco, che, ad oggi, non risulta che la regione interessata abbia comunicato al Ministero la violazione da parte del beneficiario del finanziamento del vincolo di destinazione della residenza.
  Piuttosto, il Ministero è a conoscenza che – a seguito di parere positivo per l'area ex Manifattura Tabacchi, espresso dalla competente direzione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – l'ADISURC, ente gestore della residenza universitaria in argomento, inserirà nel prossimo bando per l'accesso ai benefici circa il Diritto allo Studio Universitario la suddetta residenza la quale, pertanto, sarà attiva dal prossimo Anno Accademico 2019/2020.

ALLEGATO 4

5-01967 Nardi: Sull'ampliamento dell'insegnamento delle lingue orientali nelle scuole superiori.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Onorevole Ciampi, rispondo alla Sua interrogazione, evidenziando, preliminarmente, che l'attuale quadro ordinamentale consente, in maniera ampia, di introdurre l'insegnamento delle lingue non europee nei curricoli delle scuole secondarie di secondo grado.
  In questa prospettiva, infatti, già l'articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275 prevede che «Ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue componenti, il piano triennale dell'offerta formativa, rivedibile annualmente. Il piano è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia». Come è noto, tale piano deve integrare in modo armonico e coerente gli obiettivi generali e specifici dei diversi indirizzi di studio, determinati a livello nazionale, con le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, a partire da un'analisi del contesto e dall'interpretazione dei suoi bisogni educativi.
  A ciò si aggiunga che, le Indicazioni Nazionali dei Licei e le Linee Guida degli Istituti Tecnici e Professionali, laddove fanno riferimento a «Lingua e Cultura Straniera» o a «Lingua Straniera» consentono già alle scuole, nel rispetto della loro autonomia, di introdurre lingue non europee, poiché «Lingua Straniera» comprende qualsiasi lingua. Di conseguenza le istituzioni scolastiche possono offrire nel loro curricolo qualsiasi lingua o lingue straniere, laddove il piano di studio di alcuni indirizzi preveda più lingue straniere, in risposta alle richieste educative della propria utenza e del contesto. Più in dettaglio, l'Allegato H al decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 2010 «Insegnamenti attivabili sulla base del Piano dell'offerta Formativa nei limiti di contingente di organico assegnato all'istituzione scolastica» comprende Lingua e Cultura Straniera 2 e 3.
  Inoltre, il comma 28 dell'articolo 1 della legge 107 del 2015, consente alle scuole l'introduzione di insegnamenti opzionali nel secondo biennio e nel quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado mediante l'utilizzo delle quote di autonomia e degli spazi di flessibilità che potrebbero essere utilizzati anche per offrire l'insegnamento di lingue non europee. Tali insegnamenti, che possono essere attivati nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente e dei posti di organico dell'autonomia assegnati sulla base dei piani triennali dell'offerta formativa, sono parte del percorso dello studente e sono inseriti nel curriculum dello studente.
  Da ultimo, le istituzioni scolastiche, nell'ambito dell'ampliamento dell'offerta formativa prevista dall'articolo 9 del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999 possono includere anche l'insegnamento di una lingua non europea in risposta alle esigenze del proprio contesto.
  Peraltro, l'inserimento di lingue non europee nei curricoli, coerente con il quadro ordinamentale fin qui delineato, trova una sua definizione nell'Esame di Stato, dove la seconda prova, per il corrente anno scolastico, verte anche su Lingua e Cultura Straniera 3, che può essere anche lingua non europea.

ALLEGATO 5

Schema di decreto ministeriale concernente regolamento recante la composizione, il funzionamento e le modalità di nomina e di elezione dei componenti il Consiglio nazionale per l'alta formazione artistica e musicale (Atto n. 89).

PARERE APPROVATO

  La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),
   esaminato lo schema di decreto ministeriale concernente regolamento recante la composizione, il funzionamento e le modalità di nomina e di elezione dei componenti il Consiglio nazionale per l'alta formazione artistica e musicale (CNAM) (atto n. 89);

  premesso che:
   il Consiglio nazionale per l'Alta formazione artistica e musicale (CNAM), previsto dalla legge di riforma 21 dicembre 1999, n. 508 (»Riforma delle Accademie di belle arti, dell'accademia nazionale di danza, dell'accademia nazionale di arte drammatica, degli istituti superiori per le industrie artistiche, dei conservatori di musica e degli istituti musicali pareggiati») quale organo tecnico di rappresentanza, consultivo e di proposta del settore AFAM, è decaduto il 31 dicembre 2012;
   secondo quanto stabilito dal comma 1 dell'articolo 3 della citata legge 21 dicembre 1999, n. 508, il CNAM esprime pareri e proposte sugli schemi di regolamento riguardanti i requisiti di qualificazione didattica, scientifica e artistica delle istituzioni e dei docenti, i requisiti di idoneità delle sedi, i possibili accorpamenti e fusioni, nonché le modalità di convenzione con istituzioni scolastiche e universitarie e con altri soggetti pubblici e privati, sui regolamenti didattici degli istituti, sul reclutamento del personale docente e sulla programmazione dell'offerta formativa nei settori artistico, musicale e coreutico;
   tale organo consultivo, costituito per la prima volta a seguito dell'entrata in vigore del decreto ministeriale 16 settembre 2005, n. 236, è stato più volte prorogato con legge prima della decadenza definitiva del 31 dicembre 2012;
   l'ultima riunione del CNAM si è tenuta il 13 febbraio 2013 e da allora il mandato di tale organismo non è stato più prorogato;
   la legge 13 luglio 2015, n. 107, recante «Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti», ha disposto, all'articolo 1, comma 27, che, nelle more della ridefinizione delle procedure per la rielezione del CNAM, gli atti e i provvedimenti adottati dal Ministero (sui quali la legge n. 508 del 1999 prevede il parere obbligatorio del Consiglio stesso nel procedimento di approvazione di molteplici atti e provvedimenti anche di grande rilievo), siano perfetti ed efficaci anche in mancanza del prescritto parere del CNAM;
   l'assemblea congiunta delle Conferenze nazionali dei presidenti, dei direttori e dei presidenti delle consulte degli studenti ha approvato nel febbraio 2016 all'unanimità una mozione in cui veniva segnalato, tra le altre cose, come «a distanza di sedici anni dalla promulgazione della legge n. 508 manchino ancora fondamentali
passaggi normativi, quali il decreto sul reclutamento del personale docente e la messa a ordinamento dei bienni, un dato cui si aggiunge l'effettiva inesistenza dell'organo consultivo di sistema (CNAM), scaduto da tre anni e non ancora rinnovato»;
   in un documento congiunto delle Conferenze dei presidenti, dei direttori e dei presidenti dei Conservatori di musica, approvato il 19 settembre 2018, si asseriva che «Infine resta aperta un'ultima importantissima questione relativa alla necessità di ricostituire il CNAM, organo previsto dalla Legge di Riforma 508/1999, a cui si devono pareri obbligatori previsti dalla stessa Legge. L'organo è scaduto ormai da qualche anno, e questa anomalia ha portato ad un rallentamento della piena attuazione della Riforma oltre al consolidamento di una situazione che si presenta ai limiti della legittimità giuridica»;
   nel parere del Consiglio di Stato sullo schema di decreto ministeriale in esame, espresso in data 30 maggio 2019, si manifesta apprezzamento per il fatto che il «Ministero proceda finalmente a dare puntuale attuazione al dettato legislativo, volto ad assicurare ad un settore importantissimo per l'alta formazione, la cultura e l'arte quale è l'AFAM, un organismo adeguatamente rappresentativo, ponendo così fine alla deprecabile prassi delle proroghe e della costituzione di organismi surrogatori»;
   lo schema di regolamento consta di 13 articoli e un allegato, suddiviso in due parti, una dedicata agli istituti superiori di studi musicali e una dedicata alle accademie di belle arti;
   il suddetto schema ha introdotto una serie di novità, tra cui la riduzione dei componenti del CNAM da 34 a 24; la riduzione da 6 a 2 degli esperti designati dal Ministro; l'eliminazione dei rappresentanti del Consiglio universitario nazionale; la previsione della rappresentanza degli istituti autorizzati a rilasciare titoli ai sensi dell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica n. 212 del 2005 (una per il settore delle arti visive e del design e una per il settore musicale, coreutico e dello spettacolo), attribuendo tale rappresentanza ai soli direttori degli istituti;
   ulteriori modifiche hanno riguardato la semplificazione delle procedure relative alla composizione dei seggi presso le istituzioni; la necessità di tener conto del nuovo stato giuridico del personale docente, in ottemperanza agli ultimi contratti collettivi nazionali, eliminando la distinzione fra prima e seconda fascia; la modifica dei criteri di validità delle sedute del CNAM (validamente costituito con la nomina di almeno metà dei suoi componenti) e l'introduzione del quorum di un terzo degli aventi diritto al voto per la validità delle sedute; la durata dell'incarico per i componenti, che da tre anni passa a quattro, con l'introduzione della possibilità di riconferma per un altro mandato consecutivo; la previsione della decadenza del consigliere in caso di assenze ingiustificate per due sedute consecutive;
   il meccanismo di composizione delle rappresentanze elettive dei vari settori AFAM di cui all'articolo 3 dello schema di decreto non risulta adeguatamente proporzionato alle dimensioni effettive dei comparti e alla loro attuale popolazione;
   il meccanismo di rappresentanza risulta impostato su una serie di «macro-aree» individuate nella tabella A allegata allo schema di decreto, il cui criterio di ripartizione pare discutibile se valutato in riferimento alle affinità disciplinari;
   il meccanismo d'individuazione dei candidati nazionali previsto dall'articolo 6 dello schema di decreto richiede un passaggio preliminare in sede di singola istituzione per il vaglio del Collegio Docenti alla candidatura, con un'impostazione che allontana il nuovo CNAM dal CUN e risulta poco organica rispetto ad un settore caratterizzato da istituzioni di dimensioni molto variabili e da un corpo docenti connotato da instabilità per via dei trasferimenti. In altre parole, la libera e democratica elezione su base nazionale, che dovrebbe caratterizzare questo organismo,
risulta condizionata da un meccanismo di pre-selezione su base locale;
   ai sensi dell'articolo 3, comma 3, dello schema di decreto la nomina a componente del CNAM è incompatibile con incarichi sindacali e si prevede che i componenti decadano dal mandato se viene meno l'appartenenza ad una categoria da essi rappresentata o se si verifica una causa di incompatibilità legata a incarichi sindacali;
   all'articolo 3, comma 4, quinto periodo dello schema di decreto ministeriale, si dispone che l'organo sia validamente costituito con la nomina di almeno metà dei suoi componenti (12 su 24);
   all'articolo 4, comma 9, dello schema di decreto ministeriale, si prevede poi, in relazione al quorum di validità delle sedute del CNAM, che «le sedute del consiglio sono valide se ad esse interviene un terzo degli aventi diritto al voto»;

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) in sede di definizione dei meccanismi di rappresentanza elettiva del CNAM di cui all'articolo 3 del presente schema di decreto, appare opportuno tenere debitamente in considerazione le proporzioni tra le dimensioni dei differenti settori individuati e il numero dei rappresentanti espressi (con particolare riferimento ai commi 2 a) e 2 f), e cioè rispettivamente ai settori delle Accademie di Belle Arti e ISSM), procedendo, inoltre, ad una rimodulazione della Tabella A allegata allo schema di decreto al fine di garantire, nella suddivisione per aree omogenee, una maggiore affinità tra le diverse discipline, attualmente raggruppate nelle sei macro-aree degli Istituti Superiori di Studi Musicali e nelle cinque macro-aree delle Accademie di Belle Arti;
   b) si ritiene opportuno assimilare il meccanismo di individuazione delle candidature nazionali alle elezioni, previsto dall'articolo 6 dello schema di decreto, a quello già previsto per il CUN, superando, così, l'attuale meccanismo di pre-selezione operato dai Collegi docenti di ogni singola istituzione e consentendo, invece, ad ogni docente, la possibilità di proporre autonomamente la propria candidatura;
   c) si ritiene opportuno prevedere che i due rappresentanti elettivi degli Istituti autorizzati a rilasciare titoli secondo quanto previsto all'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica n. 212 del 2005, di cui uno per il settore delle arti visive e del design e uno per il settore musicale, coreutico e dello spettacolo, appartengano solo al corpo docente;
   d) al fine di evitare la costituzione di posizioni dominanti nei momenti di discussione di temi legati all'erogazione dell'offerta formativa, ad eventuali accorpamenti o soppressioni di sedi, risulta opportuno estendere l'incompatibilità delle nomine a membro del CNAM, prevista all'articolo 3, comma 3, dello schema di decreto, oltre alle cariche sindacali, anche a chi rivesta il ruolo di consulente del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e a chi ricopra l'incarico di Direttore;
   e) atteso che per effetto del combinato disposto dell'articolo 3, comma 4, quinto periodo, che disciplina la validità costitutiva dell'organo con la nomina di almeno 12 componenti, e dell'articolo 4, comma 9, relativo al quorum di validità delle sedute, ove il CNAM risultasse costituito dal numero minimo di componenti consentito (12), sarebbero valide anche le sedute cui intervenga un terzo di questi, cioè soltanto quattro, sarebbe opportuno modificare il suddetto articolo 4, comma 9, nel senso di ritenere valide le sedute del consiglio cui intervengano almeno 8 componenti, come peraltro suggerito dal parere del Consiglio di Stato del 30 maggio 2019;
   f) valuti il Governo l'opportunità di sostituire la rubrica dell'articolo 13 («Copertura finanziaria») con la seguente: «Clausola di invarianza finanziaria», come suggerito dalla Commissione Bilancio nei rilievi trasmessi il 3 luglio 2019.