III Commissione
Affari esteri e comunitari
Affari esteri e comunitari (III)
Commissione III (Affari esteri)
Comm. III
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:
5-02321 Delmastro Delle Vedove: Sul riconoscimento da parte del Governo italiano di Juan Guaidò quale presidente ad interim del Venezuela ... 37
ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 41
5-02322 Cabras: Sui recenti sviluppi della crisi tra Stati Uniti e Iran.
5-02323 Boldrini: Sui recenti sviluppi della crisi tra Stati Uniti e Iran ... 38
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 42
5-02324 Quartapelle Procopio: Sul controllo dell'utilizzo delle motovedette guardacoste Corrubia ... 38
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 44
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Giovedì 20 giugno 2019. — Presidenza del vicepresidente Piero FASSINO. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale Ricardo Antonio Merlo.
La seduta comincia alle 12.15.
Piero FASSINO, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del Regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.
In ragione degli esigui tempi a disposizione chiede agli interroganti di valutare una rinuncia all'illustrazione dei quesiti.
5-02321 Delmastro Delle Vedove: Sul riconoscimento da parte del Governo italiano di Juan Guaidò quale presidente ad interim del Venezuela.
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI), accogliendo l'auspicio del presidente Fassino, rinuncia alla illustrazione dell'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1), manifestando piena disponibilità ad approfondire ulteriormente il tema con l'interrogante anche in sede informale.
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI), replicando, si dichiara assolutamente insoddisfatto della risposta alquanto burocratica del Governo, che non tiene in nessun conto i quesiti posti con l'atto in titolo, nonché le recenti dichiarazioni rese dal Vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini in occasione della visita negli Stati Uniti, il quale ha esplicitamente dichiarato «fosse stato per me, Guaidò, sarebbe già stato riconosciuto». A ulteriore smentita di quanto qui riferito dal sottosegretario ricorda che l'Italia ha posto un veto in sede europea impedendo, in occasione del Consiglio affari esteri dell'UE del 31 gennaio scorso a Bucarest, il riconoscimento della legittimità del presidente Guaidò da parte dell'UE. Sottolinea che ben dieci parlamentari di opposizione al regime di Maduro sono tuttora reclusi e che il vicepresidente dell'Assemblea Nazionale, Edgar Zambrano, è stato arrestato e condotto a forza nella prigione controllata dai servizi segreti venezuelani: si tratta, a suo avviso, di fatti gravissimi, a fronte dei quali il Governo italiano, in sede di Gruppo di contatto, dovrebbe richiedere l'immediato rilascio dei prigionieri come precondizione per continuare i negoziati. Ribadendo che sul Venezuela l'Esecutivo continua ad avere una posizione ondivaga ed ambigua, rileva che la politica estera è stata, di fatto, appaltata al Movimento 5 Stelle rendendosi, nel caso specifico, complice della dittatura di Maduro.
5-02322 Cabras: Sui recenti sviluppi della crisi tra Stati Uniti e Iran.
5-02323 Boldrini: Sui recenti sviluppi della crisi tra Stati Uniti e Iran.
Piero FASSINO, presidente, avverte che le due interrogazioni, vertendo sulla stessa materia, saranno discusse congiuntamente.
Pino CABRAS (M5S) e Laura BOLDRINI (LeU), accogliendo l'auspicio del presidente Fassino, rinunciano a loro volta alla illustrazione dell'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Pino CABRAS (M5S), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta del Governo, che denota un approccio onnicomprensivo ad una crisi complessa e dinamica. Considera del tutto condivisibile la prudenza e il rigoroso ancoraggio al diritto internazionale, anche riguardo all'attribuzione della responsabilità circa i recenti incidenti avvenuti nel golfo di Oman. Ritiene che tale approccio sia funzionale ad evitare i rischi di una escalation e dunque a promuovere la causa dell'Italia e della pace in Medio Oriente.
Laura BOLDRINI (LeU), pur ringraziando il sottosegretario della risposta, chiede di chiarire quale sia la linea di politica estera effettivamente condotta dall'Italia. Segnala, infatti che, a fronte degli elementi forniti in questa sede, il Vicepresidente del Consiglio Salvini, durante la citata visita negli USA, avrebbe dichiarato che Italia e Stati Uniti hanno visioni comuni su Venezuela, Iran, Medio Oriente e Libia. Tale affermazione contraddice palesemente la risposta del Governo qui fornita, dal momento che gli Stati Uniti considerano un errore l'accordo con l'Iran sul nucleare e hanno reintrodotto pesanti sanzioni nei confronti di Teheran. Si tratta, a suo avviso, di una evidente mancanza di chiarezza da parte dell'Esecutivo, che genera confusione sia nel Parlamento sia nell'opinione pubblica. Chiede pertanto al rappresentante del Governo di chiarire ulteriormente quale sia la posizione dell'Italia sul tema oggetto dell'interrogazione.
Piero FASSINO, presidente, facendo presente alla collega Boldrini che il sottosegretario ha già risposto ai quesiti, avverte che ulteriori iniziative da assumere ad esito della trattazione degli atti di sindacato ispettivo potranno essere sottoposte alla valutazione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione.
5-02324 Quartapelle Procopio: Sul controllo dell'utilizzo delle motovedette guardacoste Corrubia.
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) rinuncia ad illustrare l'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta del Governo, che non fuga tutti i gravi dubbi sollevati dalle denunce riportate sugli organi di stampa. In particolare, ricorda al rappresentante del Governo che l'interrogazione deriva dalla pubblicazione di fotografie in cui compaiono le motovedette italiane dotate di sistemi d'arma, non compatibili con l'equipaggiamento illustrato dal rappresentante del Governo. Ritiene dunque indispensabile che l'Esecutivo chiarisca in modo inequivocabile se quelle foto ritraggono imbarcazioni italiane o di altra provenienza, tanto più che, in base alle informazioni disponibili, la Guardia costiera libica non dispone se non di motovedette fornite dall'Italia. Auspica che maggiori chiarimenti possano essere forniti in prossime occasioni di confronto su questi temi, anche in riferimento all'imminente esame da parte dell'aula dei provvedimenti in tema di missioni internazionali.
Piero FASSINO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 12.40.
ALLEGATO 1
Interrogazione n. 5-02321 Delmastro Delle Vedove: Sul riconoscimento da parte del Governo italiano di Juan Guaidò quale presidente ad interim del Venezuela.
TESTO DELLA RISPOSTA
L'Italia continua a seguire la crisi in Venezuela con profondo ed attivo impegno, anche attraverso la propria partecipazione al Gruppo Internazionale di Contatto. Il Governo sostiene con convinzione il dialogo di Oslo, ossia il tentativo di facilitazione portato avanti dalla Norvegia. I colloqui svoltisi ad Oslo tra rappresentanti di Maduro e dell'opposizione venezuelana rappresentano un importante sviluppo, in linea con l'obiettivo del Gruppo di Contatto di facilitare un processo politico di dialogo tra le parti. In tal senso, il Ministro Moavero ha promosso l'adozione di una Dichiarazione del 18 giugno scorso dell'Alta Rappresentante UE Mogherini in cui si ribadisce il sostegno al processo facilitato dalla Norvegia.
La visita a Caracas ad aprile del Consigliere diplomatico del Presidente Conte, Amb. Renassi, quella del sottoscritto nel contesto della missione politica del Gruppo di Contatto a metà maggio, e la missione del Direttore Generale degli Italiani all'estero del MAECI a maggio, testimoniano ancora una volta gli sforzi dell'Italia nella crisi e la concreta vicinanza del Governo alla nostra collettività.
Sin dall'inizio della crisi, il Governo si è prodigato per alleviare l'emergenza umanitaria nel Paese: in considerazione della gravità della situazione in Venezuela, l'Italia ha proceduto ad un primo stanziamento di emergenza del valore di 2 milioni di euro, che è stato deciso a favore della popolazione civile. A ciò si è aggiunto un contributo di mezzo milione di euro a favore dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) a benefìcio dei migranti venezuelani in Brasile e Colombia ed un altro mezzo milione di euro a favore di UNICEF per un progetto di contrasto alla malnutrizione acuta destinato ai minori.
L'Italia è poi intervenuta anche per tutelare i tanti connazionali residenti in Venezuela, attraverso una serie di misure quali l'integrazione del minimo pensionistico ed un programma dal valore complessivo di 1 milione di euro per permettere la fornitura diretta ai nostri connazionali dei medicinali, divenuti irreperibili sul mercato locale.
Il Governo italiano condanna fermamente ogni tipo di violenza e repressione, violazione delle libertà fondamentali e dei diritti umani; abbiamo denunciato e continuiamo a denunciare la repressione delle autorità venezuelane verso i dissidenti. A tal proposito, ricordo anche l'ospitalità data in Ambasciata d'Italia a due parlamentari italo-venezuelani perseguitati dal regime.
Assieme all'Unione europea, abbiamo sempre perseguito una soluzione pacifica e democratica della crisi che sfoci in nuove elezioni presidenziali. Tali elezioni devono essere naturalmente libere, credibili, trasparenti e devono essere riconosciute come tali dalla comunità internazionale.
Non risponde al vero che l'Italia, con il proprio veto, abbia impedito che l'Unione europea riconoscesse Guaidò come Presidente ad interim, dato che il tema del riconoscimento dei Governi è di pertinenza dei singoli Stati membri e non dell'Unione. In ogni caso, la circostanza che il Governo italiano non abbia formalmente riconosciuto Guaidò come Presidente ad interim non significa affatto equidistanza tra le parti. Riconosciamo che l'Assemblea nazionale di cui Guaidò è Presidente è l'unico organo democraticamente legittimato, mentre il secondo mandato presidenziale di Maduro non lo è.
L'Italia non ha mai riconosciuto la legittimità delle elezioni presidenziali del maggio 2018 in Venezuela, le quali non hanno rispettato gli indispensabili criteri di correttezza, legalità ed equità di partecipazione e, dunque, non attribuiscono legittimità democratica a chi ne è risultato vincitore, Nicolás Maduro.
La posizione italiana sul riconoscimento di Guaidò è stata riconosciuta come maggiormente equilibrata e lungimirante anche da parte di alcuni partner che si erano sbilanciati maggiormente verso una parte già all'inizio della crisi.
Alla luce del preoccupante stallo che si sta perpetuando sul terreno, non si ravvisano motivazioni tali da giustificare adesso un mutamento della posizione del Governo italiano sul formale riconoscimento di Juan Guaidò anche quale Presidente ad interim. Una ipotetica decisione in tal senso – oltre ad essere scarsamente suscettibile di influire al momento attuale sul contesto della crisi politica venezuelana – inficerebbe inoltre l'equilibrio che caratterizza la nostra posizione ed i margini di manovra di cui vogliamo continuare a disporre proprio in funzione di un contributo ad una soluzione pacifica e democratica della crisi.
ALLEGATO 2
Interrogazioni nn. 5-02322 Cabras e 5-02323 Boldrini: Sui recenti sviluppi della crisi tra Stati Uniti e Iran.
TESTO DELLA RISPOSTA
Il Governo italiano segue con attenzione elevata i preoccupanti sviluppi che nell'ultimo mese si sono registrati nella regione del Golfo Persico e che contribuiscono ad acuire la tensione in un contesto geopolitico già caratterizzato da instabilità e molteplici scenari di crisi. In mancanza di dialogo, il rischio di errori di calcolo che possano degenerare in situazioni di più aperta conflittualità non va sottaciuto.
Non sfuggono inoltre le possibili conseguenze negative che tali azioni possono riverberare sia sulla sicurezza delle rotte marittime – che hanno valenza strategica nello Stretto di Hormuz, da cui transita la metà del petrolio scambiato a livello globale – sia sull'economia internazionale, a partire dalle oscillazioni delle quotazioni di greggio.
In linea con quanto fatto da partner europei e dalla Commissione europea, l'Italia ha lanciato un appello agli attori interessati perché esercitino la massima moderazione, in particolare condannando il grave attacco contro l'aeroporto di Abha (in Arabia Saudita) che nelle scorse settimane ha causato decine di feriti fra i civili. Anche tale azione va collocata nel clima di crescente tensione nello scacchiere del Golfo.
Rispetto agli incidenti marittimi, è importante in questo momento che venga accertata la dinamica dei fatti, astenendosi per il momento da attribuzioni di responsabilità.
Riteniamo che vi siano spazi per un'azione forte e coordinata dell'Unione europea. Da un lato andrà chiesto all'Iran e agli altri attori regionali di impegnarsi a non esacerbare le controversie, ma ricorrere sempre al dialogo. Occorre scongiurare conseguenze ulteriori, che sarebbero difficilmente controllabili e che potrebbero perpetuare l'instabilità per lungo tempo in una regione strategica per la sicurezza globale. D'altra parte, l'Unione europea dovrebbe favorire e sostenere ogni iniziativa di distensione finalizzata a rinvigorire l'interlocuzione fra Washington e Teheran.
Comprendiamo le preoccupazioni degli Stati Uniti rispetto ad alcune scelte politiche di Teheran soprattutto sul piano regionale. Le abbiamo condivise anche con i nostri partner europei e ne abbiamo lasciato testimonianza nelle Conclusioni del Consiglio dei ministri degli esteri dell'Ue del 4 febbraio scorso. Ciò nondimeno, riteniamo che in questa delicatissima fase la ricerca del dialogo e del compromesso debba prevalere su ogni altra opzione.
In relazione all'Iran, il Governo italiano, in linea con l'Unione europea, ritiene che l'accordo sul nucleare iraniano (JCPoA) resti un elemento chiave dell'architettura di non proliferazione nucleare a livello regionale e globale. Esso rappresenta un fondamentale presidio per la nostra sicurezza e svolge un ruolo essenziale nel perseguimento degli obiettivi del Trattato di non Proliferazione Nucleare. L'intesa consente fra l'altro un approfondito monitoraggio da parte dell'AIEA (che l'Italia sostiene fortemente) delle attività nucleari iraniane, difficilmente ipotizzabile senza l'accordo.
Pur avendo preso positivamente nota delle numerose conferme dell'adempimento da parte di Teheran dei propri obblighi ai sensi dell'intesa, siamo allo stesso tempo profondamente preoccupati dall'annuncio dell'Iran dello scorso 8 maggio (parzialmente reiterato lo scorso 17 giugno) relativo alla decisione di rimodulare alcuni degli impegni assunti; l'Italia ha incoraggiato ed incoraggia fortemente Teheran ad astenersi da misure di escalation e a continuare ad agire nell'ambito dei meccanismi previsti dall'intesa.
È nostra convinzione che finché l'Iran continuerà ad adempiere ai propri obblighi ai sensi dell'intesa (fatta propria dal Consiglio di Sicurezza con la Risoluzione 2231) soprattutto la Ue debba rimanere impegnata nell'efficace e completa attuazione del JCPoA. In tale spirito, intendiamo continuare a cooperare con i principali partner interessati per cercare di preservare l'accordo nella sua integrità.
ALLEGATO 3
Interrogazione n. 5-02324 Quartapelle Procopio: Sul controllo dell'utilizzo delle motovedette guardacoste Corrubia.
TESTO DELLA RISPOSTA
Le due unità navali classe «Corrubia» sono state cedute dalla Guardia di finanza alle Autorità libiche in data 21 ottobre 2018 e in data 23 novembre 2018 previa rimozione, prima della relativa consegna, del sistema d'arma navale e del pertinente sistema di puntamento elettro-ottico, nonché di tutto il materiale di armamento costituente dotazione di bordo, a eccezione degli apparati radio e radar, strettamente indispensabili alla conduzione della navigazione in sicurezza. Le due unità sono dislocate rispettivamente nel porto di Al Khoms e nel porto di Tripoli. L'attività manutentiva a carico dell'Italia rappresenta uno strumento di costante verifica e monitoraggio che sulle imbarcazioni in parola continui ad essere «installata solo la strumentazione utile al controllo e sicurezza nel contrasto dell'immigrazione illegale e al traffico di esseri umani, nonché alle attività di soccorso in mare, in rispetto delle vigenti disposizioni internazionali ed europee in materia di embargo».
Ulteriori meccanismi di monitoraggio vengono posti in essere, in costanza delle necessarie condizioni di sicurezza, dall'Ambasciata d'Italia a Tripoli in raccordo con le altre articolazioni dello Stato presenti presso la Rappresentanza diplomatica. Sulla base di tale azione di costante verifica e controllo ad oggi non risulta né che le motovedette in questione siano state riarmate o dotate di equipaggiamenti difformi da quelli necessari ai fini sopra descritti né che siano state mai impiegate per attività difformi alle disposizioni del decreto-legge n. 84 del 2018.
Si rileva infine che in relazione alla scarsa operatività delle autorità libiche nella propria area di responsabilità, si sottolinea che i più recenti dati a disposizione evidenziano un elevato numero di migranti salvati in mare dalle autorità libiche, non solo nel 2018, ma anche nel corrente anno, nonostante le difficoltà in cui versa il Paese.