III Commissione
Affari esteri e comunitari
Affari esteri e comunitari (III)
Commissione III (Affari esteri)
Comm. III
Sull'impegno dell'Italia nella Comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni.
Audizione del presidente di Green Cross Italia, dottor Elio Pacilio (Svolgimento e conclusione) ... 82
Petizione n. 151 del 2018 del sig. Mimmo Di Garbo, da Milano, che chiede: iniziative per l'affissione di una targa commemorativa nel luogo della strage di Nassiriya (Esame ai sensi dell'articolo 109 del regolamento e rinvio) ... 83
ALLEGATO 1 (Petizione n. 151 del 2018 del sig. Mimmo Di Garbo, da Milano, che chiede: iniziative per l'affissione di una targa commemorativa nel luogo della strage di Nassiriya) ... 88
COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENTE:
Sugli esiti della missione svolta a Brindisi, in occasione della visita presso il Global Service Centre ONU di Brindisi e il Deposito Umanitario del Programma Alimentare Mondiale (PAM) (13 maggio 2019) ... 84
ALLEGATO 2 (Sugli esiti della missione presso il Global Service Centre ONU di Brindisi e il Deposito Umanitario del Programma Alimentare Mondiale (PAM) (Brindisi, 13 maggio 2019)) ... 89
Sui lavori della Commissione ... 85
COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI NEL MONDO
INDAGINE CONOSCITIVA
Martedì 11 giugno 2019. — Presidenza della presidente Iolanda DI STASIO.
La seduta comincia alle 11.35.
Sull'impegno dell'Italia nella Comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni.
Audizione del presidente di Green Cross Italia, dottor Elio Pacilio.
(Svolgimento e conclusione).
Iolanda DI STASIO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Introduce, quindi, l'audizione.
Elio PACILIO, presidente di Green Cross Italia, svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.
Intervengono, quindi, per porre quesiti e formulare osservazioni Laura BOLDRINI (LeU) e Yana Chiara EHM (M5S).
Elio PACILIO, presidente di Green Cross Italia, replica ai quesiti posti e fornisce ulteriori precisazioni.
Iolanda DI STASIO, presidente, dichiara conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 12.25.
N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.
PETIZIONI
Martedì 11 giugno 2019. — Presidenza della presidente Marta GRANDE.
La seduta comincia alle 12.30.
Petizione n. 151 del 2018 del sig. Mimmo Di Garbo, da Milano, che chiede: iniziative per l'affissione di una targa commemorativa nel luogo della strage di Nassiriya.
(Esame ai sensi dell'articolo 109 del regolamento e rinvio).
La Commissione inizia l'esame della petizione in oggetto.
Marta GRANDE, presidente e relatrice, ricorda che il diritto di petizione, garantito dall'articolo 50 della Costituzione, consiste nella richiesta da parte di un certo numero di cittadini «di provvedimenti legislativi al Parlamento ovvero per esporre comuni necessità». Tale diritto rappresenta, pertanto, uno strumento di sollecitazione nei confronti dell'attività legislativa e di indirizzo politico del Parlamento. La petizione può essere esercitata da tutti i cittadini, sia individualmente che collettivamente, senza limiti di numero, e non richiede particolare formalità.
Inoltre, il regolamento della Camera, all'articolo 109, prevede che le petizioni siano esaminate dalle Commissioni competenti e che l'esame possa concludersi con «una risoluzione diretta ad interessare il Governo alle necessità esposte oppure con una decisione di abbinamento ad un eventuale progetto di legge all'ordine del giorno».
Segnala, altresì, che la prassi evidenzia anche la possibilità che l'esame della petizione si concluda con la predisposizione di un documento.
Esprimendo soddisfazione per un atto che valorizza gli istituti della democrazia diretta, passa ad illustrare la petizione in oggetto (vedi allegato 1), che parte dallo spunto di un articolo di stampa, apparso sul quotidiano il Corriere della Sera il 19 marzo 2013, riguardante l'attentato terroristico subito da militari e civili italiani ed iracheni il 12 novembre 2003 alla base Maestrale di Nassiriya in Iraq.
Nell'articolo il giornalista spiegava come nella caserma in cui erano dislocati i nostri militari oggi c’è la sede della Camera di Commercio di Nassiriya e che nessuna targa commemorativa o lapide o altro ricordi il tragico attentato del 12 novembre 2003, tra i più sanguinosi avvenuti nella lunga catena di lutti che caratterizzò l'operazione Antica Babilonia in Iraq. Quel giorno un camion sfondò la recinzione della Base Maestrale, sede della missione Multinational Specialized Unit dei Carabinieri, aprendo un varco ad un'autobomba che esplose subito dopo. Morirono 12 militari dell'Arma, cinque militari dell'Esercito e due civili, oltre a 9 iracheni. I feriti italiani furono 18.
Ciò premesso, il cittadino Di Garbo giudica oltremodo ingiusto che in una località così importante per la storia d'Italia del dopoguerra e, soprattutto, verso chi è morto in quella circostanza non ci sia nulla a commemorare la tragedia. Chiede, pertanto, di poter attivare tutte le autorità italiane ed irachene preposte per poter istallare almeno una targa nel luogo in cui sorgeva la Base Maestrale, di modo da poter dare un adeguato ricordo ai morti italiani ed iracheni durate gli anni della missione Antica Babilonia, anni in cui la storia del nostro popolo e di quello iracheno si sono intrecciate in maniera indelebile.
Pino CABRAS (M5S) esprime un favore di massima rispetto alla richiesta oggetto della petizione in titolo con riferimento ad ogni gesto che rafforzi la memoria condivisa rispetto al tragico attentato di Nassiriya. Indubbiamente quel drammatico accadimento, che è costato la vita a connazionali impegnati per obiettivi di pace, ha profondamente segnato le coscienze dei cittadini italiani, che fino a quel momento hanno goduto per quasi settant'anni di un lungo tempo di pace e di sicurezza. Rappresenta contestualmente l'auspicio affinché tale memoria vada di pari passo con la consapevolezza sul significato complessivo di quel conflitto, che si è caratterizzato per drammatici accadimenti del tutto analoghi all'attentato che colpì il contingente italiano e che si sono ripetuti con cadenza quotidiana per svariati anni dopo il 2003. Le perdite di vite umane soprattutto tra la popolazione civile, sono state infatti enormi per l'Iraq. Ciò detto, invita la presidenza ad avviare fin da ora un'iniziativa di dialogo con le autorità irachene per realizzare gli intenti del cittadino autore della petizione, nella consapevolezza che all'apposizione di una targa commemorativa potrebbero seguire reazioni da parte irachena volte a fare il punto sul ruolo dell'Italia in tale Paese in quella fase storica e sul silenzio dei media occidentali rispetto alle numerose stragi di civili iracheni avvenute negli anni in connessione con le conseguenze di quel conflitto.
Piero FASSINO (PD) ritiene difficile contestare le finalità della petizione rispetto alla apposizione di una targa che commemori i caduti della strage di Nassiriya. Coglie l'occasione per segnalare alla Commissione che in Italia non esiste alcun monumento commemorativo collettivo dedicato, in generale, alla memoria dei caduti italiani nelle missioni internazionali di pace, ricordando come isolato caso che nel 2015, nel cimitero di Orta Nova, in provincia di Foggia, è stato inaugurato un sacello monumentale dedicato alla memoria del Caporal Maggiore Capo Mario Frasca, deceduto in Afghanistan il 23 settembre 2011.
Marta GRANDE, presidente e relatrice, condivide le segnalazioni dei colleghi Cabras e Fassino e si riserva di valutare la presentazione di un atto di indirizzo che muova nella direzione auspicata dalla petizione integrando le riflessioni dei colleghi. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame della petizione ad altra seduta.
La seduta termina alle 12.45.
COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENTE
Martedì 11 giugno 2019. — Presidenza della presidente Marta GRANDE.
La seduta comincia alle 12.45.
Sugli esiti della missione svolta a Brindisi, in occasione della visita presso il Global Service Centre ONU di Brindisi e il Deposito Umanitario del Programma Alimentare Mondiale (PAM) (13 maggio 2019).
Marta GRANDE, presidente, avverte di avere predisposto una relazione sugli esiti della missione in titolo (vedi allegato 2).
La Commissione prende atto.
Marta GRANDE, presidente, nessuno chiedendo di intervenire dichiara svolte le comunicazioni in titolo.
Sui lavori della Commissione.
Marta GRANDE, presidente, propone un'inversione dei punti all'ordine del giorno nel senso di anticipare lo svolgimento della riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, rispetto al punto concernente il seguito della discussione di risoluzioni, avendo nel frattempo registrato per le vie brevi il consenso unanime dei gruppi a procedere in tal modo.
La Commissione conviene.
La seduta termina alle 12.50.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.50 alle 13.
RISOLUZIONI
Martedì 11 giugno 2019. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.
La seduta comincia alle 13.
7-00254 Fassino: Sull'integrazione dei Balcani Occidentali nelle istituzioni euroatlantiche.
7-00062 Valentini: Sull'integrazione dei Balcani Occidentali nelle istituzioni euroatlantiche.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).
La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo, rinviata nella seduta del 6 giugno scorso.
Marta GRANDE, presidente, ricorda che nella precedente seduta il vicepresidente Fassino, primo firmatario di uno dei due atti in titolo, ha presentato una proposta di testo unificato delle due risoluzioni in discussione, su cui il collega Pettarin, in qualità di cofirmatario della risoluzione n. 7-00062, ha manifestato il suo assenso a nome del gruppo.
Ricorda, altresì, che, alla luce del dibattito che ha quindi avuto luogo il collega Fassino si è riservato la presentazione di un'ulteriore proposta di testo unificato delle risoluzioni.
Piero FASSINO (PD) segnala di aver effettivamente predisposto un'ulteriore proposta di testo unificato delle due risoluzioni (vedi allegato 3) al fine di tenere conto degli elementi emersi nella scorsa seduta e, soprattutto, del ribadito impegno del Governo a considerare una «priorità assoluta» l'integrazione euro-atlantica dei Balcani occidentali. Dichiara di aver inviato per le vie brevi il nuovo testo a tutti i gruppi e di aver già registrato l'assenso dei colleghi Pettarin, a nome del gruppo Forza Italia, Boldrini, a nome del gruppo Liberi e Uguali, e Lupi a nome del gruppo Misto. Attende ora di conoscere l'orientamento delle ulteriori forze politiche. Precisa che, trattandosi di un tema di eminente rilievo strategico per l'Italia, ha ritenuto opportuno lavorare a un testo condiviso che potesse raggiungere il più ampio consenso possibile, apportando talune modifiche alla proposta iniziale, in particolare, proponendo di articolare in maniera più dettagliata le tappe di integrazione dei Paesi balcanici interessati, impegnando il Governo a sostenere, nell'ordine: l'accelerazione dei negoziati con Serbia e Montenegro, operando perché la loro adesione si realizzi in tempi più rapidi rispetto al 2025 indicato dalla Commissione europea; l'accoglimento della domanda di avvio dei negoziati presentata da Albania e Nord Macedonia, stante il positivo accordo con la Grecia sulla denominazione dello Stato macedone; il raggiungimento di un accordo tra Belgrado e Pristina, nonché il rafforzamento della coesione della Bosnia Erzegovina, quali condizioni perché possa essere valutata l'integrazione di tali Paesi. Segnala, inoltre, che in un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano «Il Piccolo», in occasione del vertice InCE in corso a Trieste, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Moavero Milanesi, in linea con quanto già rappresentato dalla Viceministra Del Re, ha ribadito l'opportunità di sostenere il percorso di adesione di questi Paesi all'UE, anche alla luce delle importanti decisioni che saranno assunte dal Consiglio europeo del prossimo 20-21 giugno. In tal senso, auspica un'approvazione della risoluzione in esame prima di tale data.
Dimitri COIN (Lega), intervenendo a nome del gruppo e condividendo in profondo l'opportunità di una risoluzione unitaria, da approvare con tempestività rispetto alle imminenti scadenze europee, chiede al collega Fassino disponibilità per un ulteriore breve rinvio della discussione al fine di limare alcuni passaggi e trovare un definitivo punto di intesa tra i gruppi di maggioranza e di opposizione.
Pino CABRAS (M5S), associandosi alle considerazioni del collega Coin e alla sua richiesta di breve rinvio, sottolinea che c’è già un accordo sull'impianto complessivo della risoluzione e che si tratta solo di affinare alcuni profili, essendo fuori di dubbio la convergenza dei gruppi di maggioranza e di opposizione sull'importanza di un atto di indirizzo concernente la nostra proiezione strategica nei Balcani occidentali.
Piero FASSINO (PD), ribadendo la necessità di fugare ogni dubbio circa il convinto sostegno dell'Italia al processo di integrazione euro-atlantica, si dichiara disponibile fin da ora ad accogliere eventuali ulteriori proposte di riformulazione, da far confluire in un nuovo testo condiviso, da approvare auspicabilmente prima del prossimo Consiglio europeo di giugno, dedicato a fare un punto sui negoziati di adesione in particolare di Albania e Montenegro. A tal fine sollecita l'inserimento della risoluzione nel calendario dei lavori della Commissione della prossima settimana sottolineando che nei Balcani l'Italia gioca il proprio ruolo geopolitico nell'area e che occorre scongiurare ogni segnale che possa essere frainteso come freddezza o resipiscenza rispetto ad una priorità finora sempre ribadita dall'Italia.
Marta GRANDE, presidente, rassicura il collega Fassino circa la calendarizzazione della risoluzione all'ordine del giorno della prossima settimana, come pure sulla pubblicazione in allegato al resoconto sommario della seduta odierna della nuova proposta di testo unificato delle risoluzioni in titolo.
Il sottosegretario Manlio DI STEFANO conviene sulla priorità di una deliberazione sulle risoluzioni in titolo entro la scadenza del prossimo Consiglio europeo. Inoltre, ricorda che l'Italia, nel corso degli anni, ha sostenuto con convinzione l'allargamento dell'Unione europea a Paesi che non rientravano nella propria diretta sfera di interesse: a maggior ragione, dobbiamo oggi promuovere l'integrazione dei Balcani occidentali, che possono diventare alleati preziosi del nostro Paese nelle istituzioni dell'UE, in primis in senso al Consiglio e al Parlamento europeo. Ribadisce, pertanto, l'auspicio affinché la risoluzione sia approvata prima del citato Consiglio europeo di giugno, al fine di rafforzare la posizione del Governo in sede di negoziato con gli altri partner.
Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito della discussione congiunta delle risoluzioni in titolo ad altra seduta.
La seduta termina alle 13.15.
ERRATA CORRIGE
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 199 del 6 giugno 2019, a pagina 55, seconda colonna, trentanovesima riga, dopo le parole «3.300.000 euro.» sostituire dalle parole: «La legge di bilancio 2019» e fino alla fine del capoverso con i seguenti periodi: «Tale cifra è comprensiva di un contributo ordinario di 700.000 euro (ex legge 3 agosto 1985, n. 411) e di un contributo straordinario pari a 2.600.000 euro, relativo al «Fondo per il potenziamento della promozione della cultura e della lingua italiana all'estero» previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 luglio 2017. La legge di bilancio 2019 ha da ultimo ridotto il contributo ordinario, stanziando un finanziamento complessivo pari a 3.200.000 euro.».
ALLEGATO 1
Petizione n. 151 del 2018 del sig. Mimmo Di Garbo, da Milano, che chiede: iniziative per l'affissione di una targa commemorativa nel luogo della strage di Nassiriya.
ALLEGATO 2
Sugli esiti della missione presso il Global Service Centre ONU di Brindisi e il Deposito Umanitario del Programma Alimentare Mondiale (PAM) (Brindisi, 13 maggio 2019).
La presidente della III Commissione, Marta Grande, e la deputata Simona Suriano (M5S) il 13 maggio 2019 si sono recate in visita a Brindisi per visitare il Global Service Centre ONU di Brindisi (UNLB) e il Deposito Umanitario del Programma Alimentare Mondiale (PAM).
La visita si è inquadrata nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'azione internazionale dell'Italia per l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: l'efficacia del quadro normativo nazionale e del sistema italiano di cooperazione, in corso di svolgimento, nonché in un percorso di valorizzazione della presenza in Italia di organizzazioni ed agenzie delle Nazioni Unite.
Quanto alla Base logistica ONU, presente a Brindisi dalla metà degli anni Novanta, si ricorda che essa era in origine impiegata come deposito del materiale dismesso dalla missione UNPROFOR dispiegata da febbraio 1992 a marzo 1995 dalle Nazioni Unite nella ex Jugoslavia (Bosnia Erzegovina, Croazia, Serbia e Montenegro, Macedonia) con quartiere generale a Zagabria. Il centro, che occupa un'area di circa 370.000 metri quadrati e 65 edifici messi a disposizione dal Ministero della Difesa, fornisce sostegno logistico a tutte le operazioni (militari e civili) delle Nazioni Unite, incluso nei settori dell'informatica e delle telecomunicazioni e della gestione dell'impatto ambientale delle operazioni delle Nazioni Unite. Le funzioni della base si sono ampliate negli anni parallelamente all'accresciuto impegno delle Nazioni Unite nella stabilizzazione delle aree di crisi. Nel quadro della strategia ONU per il sostegno logistico – la cosiddetta «Global Field Support Strategy», l'agenda strategica 2010-2015 lanciata per rimodellare e rafforzare il supporto alle missioni ONU sul campo –, la Base Logistica delle Nazioni Unite di Brindisi è stata riconosciuta – insieme alla United Nations Support Base in Valencia (UNSB-V) – quale «Centro Globale di Servizi» (UNGSC) e svolge funzioni quali: sostegno logistico alle operazioni ONU; centro di comunicazioni satellitari delle Nazioni Unite; addestramento professionale per le missioni di peacekeeping e per le missioni a carattere politico, comprensivo anche delle problematiche relative alla gestione dell'impatto ambientale delle operazioni ONU. UNGSC comprende tre aree di servizio principali: attraverso il Supply Chain Service-SCS (Servizio della catena della fornitura) il GSC di Brindisi offre servizi di approvvigionamento e pianificazione alla consegna agevolando il rapido dispiegamento delle nuove missioni e supportando la pianificazione gestionale di quelle esistenti e garantendo la cura delle risorse al termine delle missioni. Tali attività vengono svolte anche per le altre entità delle Nazioni Unite, ossia fondi, programmi e agenzie. Il Servizio di tecnologia sul campo (Field Technology Service-FTS) del GSC supporta le operazioni di mantenimento della pace le missioni politiche speciali, agenzie, fondi e programmi delle Nazioni Unite con tecnologia di informazione e comunicazione 24 ore su 24 ad alta disponibilità e con servizi di informazione geospaziale. In tale ambito il GSC di Brindisi è affiancato dall'UNICTF (United Nations Information and Communications Technology Facility) di Valencia (Spagna). Il Servizio centrale è responsabile dell'efficacia dell'azione prestata dai due servizi dei quali deve garantire il regolare funzionamento. Inoltre, il Conference and Learning Centre – CLC ospita attività di formazione per il Department of Peacekeeping Operations (DPKO) e per altri dipartimenti e agenzie delle Nazioni Unite cui fornisce supporto logistico e amministrativo a corsi, seminari, workshop, conferenze e visite ufficiali.
Per il programma presso la Base Onu di Brindisi, la delegazione è stata accolta dal Direttore di UNGSC, Michel Bergeron, dalla Manager di UNHRD, Marta Laurienzo, e dal Comandante del Distaccamento aeroportuale di Brindisi, Col. Giambattista Degiuli. Ad un incontro di briefing la delegazione ha potuto anche interagire con il sindaco e presidente della provincia di Brindisi, Riccardo Rossi, che ha sottolineato la rilevanza della Base come crocevia proteso verso il Mediterraneo e la regione balcanica ma anche come indotto occupazionale, considerati i 400 dipendenti brindisini. Il sindaco ha auspicato una sinergia positiva tra Nazioni Unite, governo italiano e autorità locali nell'interesse alla realizzazione a Brindisi di un presidio permanente ed efficienze a supporto dei funzionari internazionali anche grazie alla istituzione di una scuola europea e di servizi di assistenza sanitaria in loco dotati delle opportune competenze linguistiche. Nel corso dell'incontro di presentazione è stata valorizzata la complementarietà tra le strutture Onu e WFP e il loro essere a disposizione di tutta la comunità umanitaria internazionale, inclusa l'Unione europea. Il Direttore Bergeron ha dato risalto al ruolo chiave che l'Italia gioca nel sistema onusiano, ricordando in particolare il contributo assicurato dalla Regione Puglia che ospita sul proprio territorio anche le strutture preposte allo Justice and Corrections Service, operante a servizio delle operazioni di peace keeping. Il colonnello Degiuli ha illustrato lo speciale modello di collaborazione che vede coinvolta l'Aeronautica italiana, che su base quotidiana e anche senza preavviso è in grado di contribuire alla realizzazione di voli umanitari.
A commento, la presidente Grande ha convenuto sull'opportunità di ogni sforzo finalizzato al valorizzare la presenza della comunità internazionale e delle Nazioni Unite in Italia. In tale ottica ben si comprende la necessità di un dialogo rafforzato con i territori e le autonomie locali e l'esigenza di rendere il loro impegno maggiormente visibile.
Quanto al Deposito del WFP, il Deposito di Pronto Intervento Umanitario delle Nazioni Unite (UNHRD) di Brindisi è stato istituito nel 2000 ed è attualmente situato nella ex-base dell'Aeronautica militare statunitense di San Vito dei Normanni, a 10 km dal porto e dall'aeroporto di Brindisi. Il Deposito fa parte di una Rete internazionale (il c.d. «Network UNHRD») costituita da 6 depositi creati sul ’modello Brindisi’ e localizzati strategicamente nelle diverse aree del mondo: Brindisi, Dubai, Accra, Panama, Kuala Lumpur e Las Palmas. Il «Network UNHRD» – incluso il Deposito di Brindisi – è gestito dal World Food Programme (WFP), Agenzia delle Nazioni Unite leader nella logistica nel campo umanitario. Il «Network UNHRD» consente ai propri Partner – attualmente 88 enti tra Governi (es. Italia, USA, Francia, Australia, Irlanda), Organismi Internazionali (es. UE (Commissione europea/DG ECHO), WHO, UNHCR, UNICEF, UNHCR, IOM) ed Organizzazioni della Società Civile (OSC) (es. Intersos, Oxfam) – di «pre-posizionare» i propri beni umanitari nei Depositi e di rispondere in modo rapido ed efficace alle emergenze umanitarie in tutte le aree del mondo, attraverso servizi integrati di acquisto, stoccaggio, trasporto e consegna di beni umanitari. Il Deposito di Brindisi ospita, inoltre, il Centro per «Corsi di formazione, esercitazione e simulazione di emergenze» ( Training Centre del Network UNHRD) e un «Laboratorio per l'innovazione tecnologica» nel settore della logistica umanitaria, della tecnologia sostenibile e della riduzione degli scarti (Innovation Lab). Per connessione di argomento si segnala che il WFP gestisce anche un «Innovation Accelerator», ospitato in Germania (Monaco), per identificare idee e soluzioni nel settore della sicurezza alimentare volte a raggiungere il Sustainable Development Goal (SDG) «Zero Hunger by 2030».
Il «Network UNHRD» consente mediante un sistema di prestiti («loan and borrow»), di prendere in prestito, previo accordo tra le parti e con l'intermediazione del Network stesso, beni umanitari di altri Partner in qualsiasi dei sei depositi della rete, disponendo così di una sorta di «stock virtuale» nelle diverse aree del mondo. Analogamente, in assenza di proprie scorte, è possibile acquistare direttamente dai quei fornitori che mantengono presso i depositi di UNHRD una propria giacenza («supplier stock»). Entrambi questi due meccanismi («loan and borrow» e «supplier stock») consentono ai Partner di dotarsi di uno stock strategico selezionato (in quantità, varietà e collocazione geografica di beni) e di poterlo completare secondo necessità accedendo, a seconda dei casi, all'uno o all'altro meccanismo.
L'Italia detiene le proprie scorte di beni umanitari presso il Deposito di Brindisi. Le scorte italiane sono composte da uno stock di farmaci e presidi sanitari acquistati tramite l'OMS e da uno stock di beni di prima assistenza e soccorso, acquistati per conto dell'Italia dal WFP. Su autorizzazione della Cooperazione italiana, tali beni possono essere movimentati, trasportati (su nave, aereo o gomma) e consegnati nelle aree di crisi. Tra le spedizioni umanitarie recentemente effettuate, si ricordano: voli umanitari in Niger, Iran, Indonesia e Mozambico, trasporti via nave in Etiopia, El Salvador, RCA, Tunisia, Zimbabwe.
ALLEGATO 3
Risoluzioni nn. 7-00254 Fassino e 7-00062 Valentini: Sull'integrazione dei Balcani Occidentali nelle istituzioni euroatlantiche.
ULTERIORE PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO
La III Commissione,
ricordando che:
l'integrazione nelle istituzioni euro-atlantiche fu indicata fin dall'accordo di pace di Dayton come il traguardo del processo di stabilizzazione e pacificazione dei Balcani occidentali;
l'UE ha varato nel 1999 il «Patto di stabilizzazione e associazione (PSA)» e il «Patto di stabilità», trasformato nel 2008 nel «Consiglio di Cooperazione Regionale» (CCR) con l'adesione di tutti i Paesi della regione;
dal Consiglio Europeo di Salonicco (2003) in poi, l'UE ha espresso più volte la propria determinazione a sostenere la prospettiva di integrazione dei paesi dei Balcani occidentali;
la Commissione Europea nel 2018 ha adottato per la prima volta formalmente la «strategia di integrazione dei Balcani occidentali» e i capi di Stato dell'Unione e dei Balcani hanno sottoscritto la «Dichiarazione di Sofia» che indica il duplice obiettivo di rafforzare le forme di cooperazione rafforzata con i paesi della regione e di perseguire la strategia di loro inclusione nella UE;
considerando che l'Unione europea ha compiuto in questi anni atti significativi nella direzione della integrazione europea della regione e in particolare;
accogliendo quattro Paesi della più vasta area dell'Europa sudorientale: Slovenia (2004), Romania e Bulgaria (2007), Croazia (2013);
aprendo i negoziati di adesione con Montenegro (2012) e Serbia (2014) con l'obiettivo di concluderli positivamente entro il 2025;
accordando lo status di candidati a FYROM (oggi Nord Macedonia) (2005) e Albania (2012);
riconoscendo a Bosnia-Erzegovina lo status di potenziale candidato;
riconoscendo anche al Kossovo indipendente lo status di potenziale candidato, subordinando l'avvio del percorso di adesione a una normalizzazione delle relazioni con la Serbia;
considerando altresì che l'accordo raggiunto dalla tra Grecia e FYROM per l'adozione da parte di quest'ultima della denominazione «Nord Macedonia» rimuove il principale ostacolo all'avvio del percorso di integrazione euroatlantica anche per quella nazione, prossima a divenire membro della NATO, fatto che potrà contribuire alla stabilizzazione della regione;
considerando inoltre che, con un attivo e riconosciuto ruolo dell'Italia, sono stati in questi anni attivati numerosi fora di cooperazione regionale – Iniziativa Centroeuropea (InCE), Iniziativa Adriatico Ionica, Processo di Berlino – finalizzati a promuovere strategie di preadesione e a favorire un ordinato percorso di integrazione europea dei Balcani occidentali;
ricordando che la NATO ha aperto già le sue porte a Romania, Bulgaria, Slovenia, Croazia, Albania, Montenegro e prossimamente a Nord Macedonia, in relazione alla quale è all'esame del Parlamento italiano il disegno di legge di ratifica e esecuzione del Protocollo al Trattato Nato-Nord Macedonia;
rilevando che, a conferma del carattere strategico dei Balcani occidentali, importanti nazioni, a partire da Russia e Turchia, manifestano una crescente attenzione alla regione, che peraltro è coinvolta nella Belt and Road Initiative promossa dalla Cina;
sottolineando in particolare che:
i Balcani occidentali rappresentano per l'Italia un'area strategica, che il nostro Paese ha interesse a rendere stabile e sicura;
fin dal 1995 l'Italia ha contribuito al mantenimento della pace e alla stabilizzazione della regione con la partecipazione alla missione K-For – di cui oggi l'Italia detiene il comando – e con politiche di cooperazione economica e di intense relazioni bilaterali;
rilevanti sono gli interessi economici che legano l'Italia ai Balcani occidentali, stante che l'Italia è già oggi il secondo partner commerciale degli Stati della regione, il primo per stock di investimenti diretti, realizza un export di oltre 6 miliardi di euro e migliaia sono le imprese italiane operanti nella regione;
lungo i Balcani corrono flussi migratori che in buona parte approdano in Italia e richiedono strategie condivise di contrasto alle migrazioni illegali e al traffico di migranti;
l'Italia si è sempre pronunciata in favore dell'integrazione dei Balcani occidentali nelle istituzioni euro-atlantiche, orientamento ancora recentemente dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dal Presidente del Consiglio dei ministri in occasione di incontri con i leader dei paesi interessati;
constatando al tempo stesso con preoccupazione che il protrarsi continuo dei tempi di integrazione rischia di deludere le aspettative dei governi della regione e delle loro opinioni pubbliche, favorendo il riemergere di pulsioni nazionalistiche, conflitti interetnici e dinamiche destabilizzanti;
riaffermando che l'integrazione nelle istituzioni euro-atlantiche richiede che:
i Paesi candidati ottemperino scrupolosamente ai criteri di adesione e sia verificata il pieno rispetto delle condizioni prestabilite;
in particolare assicurino l'adozione e l'osservanza degli standard internazionali in materia di sicurezza, controllo delle frontiere, lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione, governo dei flussi migratori e contrasto alle migrazioni illegali e al traffico di migranti, lotta al terrorismo e alla radicalizzazione religiosa;
tenendo conto delle diverse condizioni dei Paesi candidati e del diverso stato di avanzamento dei loro percorsi di integrazione;
impegna il Governo a sostenere:
tutte le iniziative utili alla stabilizzazione e alla democratizzazione dei Balcani occidentali e al proseguimento dei percorsi di loro inclusione nelle istituzioni euro-atlantiche;
l'accelerazione dei negoziati con Serbia e Montenegro, operando perché la loro adesione si realizzi in tempi più rapidi rispetto al 2025 indicato dalla Commissione europea;
l'accoglimento della domanda di avvio dei negoziati presentata da Albania e Nord Macedonia, stante il positivo accordo con la Grecia sulla denominazione dello Stato macedone;
il raggiungimento di un accordo tra Belgrado e Pristina, nonché il rafforzamento della coesione della Bosnia Erzegovina, condizioni perché possa essere valutata la loro integrazione,
impegna altresì il Governo a:
sostenere attivamente le azioni di preadesione e cooperazione regionale promosse dall'Iniziativa Centroeuropea (InCE), Iniziativa Adriatico Ionica (IAI), Processo di Berlino e da altri fora multilaterali;
accompagnare le iniziative multilaterali incrementando le azioni bilaterali di cooperazione economica, sociale, culturale e istituzionale dell'Italia con i Paesi della regione;
svolgere un ruolo di partner della integrazione euro-atlantica dei Paesi della regione, tenuto conto della rilevanza strategica che quel processo ha per l'Italia, degli interessi italiani nella regione e della necessità di promuovere la sicurezza e la stabilità dell'Europa e del Mediterraneo.
(7-00254) «Fassino».