VIII Commissione
Ambiente, territorio e lavori pubblici
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
Commissione VIII (Ambiente)
Comm. VIII
D.L. 34/2019 – Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi. C. 1807 Governo (Alle Commissioni V e VI) (Seguito esame e conclusione – Parere favorevole) ... 80
ALLEGATO 1 (Parere approvato dalla Commissione) ... 84
DELIBERAZIONI DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO:
Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante ripartizione delle risorse del Fondo per il rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e lo sviluppo del Paese. Atto n. 81 (Rilievi alla V Commissione) (Seguito esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, e rinvio) ... 82
SEDE CONSULTIVA
Martedì 14 maggio 2019. — Presidenza della vicepresidente Patrizia TERZONI.
La seduta comincia alle 14.40.
D.L. 34/2019 – Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi.
C. 1807 Governo.
(Alle Commissioni V e VI).
(Seguito esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 9 maggio scorso.
Chiara BRAGA (PD) ritiene condivisibili alcune delle norme di competenza della Commissione contenute nel provvedimento, che raccolgono, anche se solo in parte, il lavoro svolto dalla Commissione in questa e nelle passate legislature. Si riferisce in particolare alle misure di agevolazione fiscale per gli interventi di sostituzione edilizia, all'estensione dell'applicazione del cosiddetto «sisma bonus» nonché alla modifica della disciplina relativa alle agevolazioni fiscali a favore dei soggetti che realizzano interventi di efficientamento energetico o sismico.
Pur condividendo tali misure, rileva nella formulazione proposta dal Governo alcuni punti di criticità, rispetto ai quali il proprio gruppo ha presentato alcune proposte emendative, tra le quali quelle che riguardano la misura recata dall'articolo 7, volte a superare l'incertezza dell'ambito applicativo, in modo da evitare il rischio di successivi contenziosi, tenuto conto che nella relazione illustrativa – ma non nell'articolato – se ne esclude l'operatività con riguardo agli immobili vincolati o collocati nei centri storici.
Su molti altri aspetti il decreto-legge in esame rappresenta un'occasione mancata di attuazione delle numerose misure annunciate dal Governo e realizzate solo in parte e per di più con scarsa efficacia. Osserva che la crescita auspicata dal Governo, e affidata a questo provvedimento e al decreto-legge cosiddetto «sblocca cantieri» è declinata con misure deboli, che non raggiungeranno la finalità annunciate di rigenerazione urbana e rilancio degli investimenti. Anche la pur condivisibile disposizione volta a promuovere l'economia circolare, indicata per la prima volta come settore da incentivare, rappresenta un esempio di scarsa efficacia, dal momento che si intende attuare con risorse scarse e in un arco di tempo insufficiente per lo sviluppo del settore.
Con riguardo alla disposizione di cui all'articolo 30, che prevede contributi ai comuni per interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile, paventa il rischio che essa sia finalizzata alla costituzione di un «tesoretto» a disposizione di singoli Ministri e, in particolare, dei Vicepresidenti del Consiglio, da elargire in maniera diretta senza alcun criterio o requisito specifico. Rileva negativamente l'assenza di un disegno unitario da parte del Governo nell'orientare gli investimenti, che sottrae agli stessi la massa critica necessaria a migliorare la capacità di spesa delle amministrazioni pubbliche, a favore di una distribuzione di risorse a pioggia che non orienta gli investimenti in modo efficace.
Evidenzia infine l'incongruenza di alcuni meccanismi previsti nella assegnazione dei contributi, come ad esempio l'impossibilità di destinare risorse ad interventi già programmati dai comuni nei piani pluriennali di investimento, che di fatto non rispetta le priorità date dai comuni ai loro investimenti. Osserva che tale meccanismo sembrerebbe volto ad ascrivere al vicepresidente di Maio non solo le risorse assegnate, ma anche il merito delle opere realizzate con quelle risorse.
Preannuncia, in conclusione, l'astensione del proprio gruppo, auspicando che vengano valutate con attenzione nel corso dell'esame in sede referente le proposte emendative presentate, al fine di dare maggiore efficacia le misure di rilancio degli investimenti nei settori infrastrutturali e ambientali.
Vincenza LABRIOLA (FI) osserva che le disposizioni contenute nel provvedimento in esame recano interventi di corto respiro. In particolare, stigmatizza la mancanza di investimenti pluriennali nonché l'assenza di investimenti nella green economy, settore che garantisce la creazione di posti di lavoro e il miglioramento della qualità di vita. Evidenzia la mancanza di progettualità su misure pur condivisibili come ad esempio quella della sostituzione edilizia e della rigenerazione urbana. Ritiene necessario un piano nazionale per la rigenerazione urbana che coinvolga le amministrazioni locali, elaborato a partire dalle periferie, che contenga una programmazione di lungo periodo basata sulla green economy.
Rileva che anche il rifinanziamento del fondo di garanzia per la prima casa copre un arco temporale di soli sette mesi. Nulla di quanto annunciato dal ministro Costa nel corso dell'audizione sulle linee programmatiche svoltasi davanti alla Commissione è stato attuato. Lo stesso sostegno da questi manifestato verso i giovani che combattono per la difesa dell'ambiente nel corso del G7 sembra rivolto più ad intercettare una categoria elettorale che a mettere in campo interventi concreti.
Riguardo alla disposizione che interviene sulla immunità del commissario straordinario, dell'affittuario o acquirente dell'ILVA di Taranto, ritiene indecoroso il comportamento del viceministro Di Maio e non idoneo l'atteggiamento che il Movimento 5 Stelle ha tenuto a Taranto, approfittando della situazione di emergenza per fare una campagna elettorale scorretta. Stigmatizza pertanto che il comportamento del Governo si traduca in una passerella elettorale in prossimità di scadenze importanti, senza che venga approvata una disciplina unitaria ed efficace sulla questione dell'Ilva di Taranto, rispetto alla quale si è in attesa di vedere all'opera i nuovi commissari straordinari, e in generale sui siti di interesse nazionale, sui quali rileva la preoccupante disattenzione del Governo.
Mirco BADOLE (Lega), relatore, presenta una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole presentata dal relatore (vedi allegato 1).
La seduta termina alle 15.
DELIBERAZIONI DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO
Martedì 14 maggio 2019. — Presidenza della vicepresidente Patrizia TERZONI.
La seduta comincia alle 15.
Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante ripartizione delle risorse del Fondo per il rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e lo sviluppo del Paese.
Atto n. 81.
(Rilievi alla V Commissione).
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in titolo rinviato nella seduta del 13 maggio scorso.
Chiara BRAGA (PD) constata l'assenza del rappresentante del Governo, al quale avrebbe voluto chiedere alcune precisazioni con riguardo al riparto del Fondo disposto dall'atto in esame. Prende inoltre atto che la relatrice ha fatto riferimento all'intervento di prolungamento della Milano-Monza, cui sono destinati 900 milioni di euro che vengono sottratti dal plafond complessivo del Fondo e che costituiscono oggetto di un atto del Governo diverso da quello in esame, di cui si riserva di verificare l’iter.
Patrizia TERZONI, presidente, fa presente che il rappresentante del Governo ha comunicato la propria impossibilità a partecipare alle sedute odierne della Commissione. Dal momento che la Commissione è chiamata a rendere il parere entro la data del 28 maggio, in ragione della richiesta della collega Braga, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.05.
COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE
Martedì 14 maggio 2019. — Presidenza della vicepresidente Patrizia TERZONI.
La seduta comincia alle 15.05.
Sulla missione a Roma all'impianto di trattamento meccanico biologico Salario (TMB) svoltasi il 18 aprile 2019.
Patrizia TERZONI, presidente, avverte che in allegato al resoconto della seduta odierna sarà pubblicato il resoconto della missione che una delegazione della Commissione ha svolto il 18 aprile 2019 all'impianto di trattamento meccanico biologico Salario (TMB) di Roma (vedi allegato 2).
La Commissione prende atto.
La seduta termina alle 15.10.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Martedì 14 maggio 2019.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.10 alle 15.20.
ALLEGATO 1
D.L. 34/2019 – Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi. C. 1807 Governo.
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE
La VIII Commissione,
esaminato il disegno di legge n. 1807 Governo, recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi, per le parti di competenza;
premesso che:
l'articolo 7 reca un incentivo alla cosiddetta «sostituzione edilizia», attraverso l'introduzione di una agevolazione fiscale, fino al 31 dicembre 2021, per i trasferimenti di interi fabbricati acquisiti da imprese di costruzione o di ristrutturazione immobiliare che, entro i successivi 10 anni, provvedano alla loro demolizione e ricostruzione in chiave energetica e antisismica – anche con variazione volumetrica ove consentita – e alla successiva vendita;
l'articolo 8 estende la possibilità di usufruire del cosiddetto «sisma bonus» anche per gli immobili dei comuni ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 2 e 3;
l'articolo 10 interviene a semplificare la procedura inerente alla applicazione di detrazioni fiscali per la realizzazione di interventi di efficientamento energetico e di prevenzione del rischio sismico;
l'articolo 19 rifinanzia per 100 milioni di euro il fondo di garanzia per i mutui volti all'acquisto della prima casa;
l'articolo 24 interviene sulle procedure di liquidazione dell'Ente per lo sviluppo dell'irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia (EIPLI) e di costituzione della nuova società alla quale saranno trasferite le funzioni, al fine di sbloccare gli investimenti idrici nelle zone di competenza, garantendo la tutela occupazionale del personale titolare del rapporto di lavoro a tempo indeterminato;
l'articolo 26 è volto a favorire la transizione delle attività economiche verso un modello di economia circolare, prevedendo l'erogazione di contributi a sostegno di progetti di ricerca e sviluppo finalizzati ad un uso più efficiente e sostenibile delle risorse, con particolare riguardo al trattamento dei rifiuti, al riuso dei materiali, alla riduzione e al riuso degli scarti alimentari, allo sviluppo di sistemi di ciclo integrato delle acque e riciclo delle materie prime, allo sviluppo delle tecnologie per la fornitura, l'uso razionale e la sanificazione dell'acqua, nonché a modelli di packaging intelligente (smart packaging) che prevedano anche l'utilizzo di materiali recuperati;
l'articolo 30 prevede contributi ai comuni per progetti di miglioramento dell'efficienza energetica sul patrimonio edilizio pubblico e di sviluppo territoriale sostenibile, con particolare riguardo alla mobilità sostenibile, all'adeguamento e messa in sicurezza di edifici pubblici e del patrimonio comunale nonché all'abbattimento di barriere architettoniche;
l'articolo 40 riconosce una indennità in favore dei lavoratori impossibilitati a svolgere la propria attività a seguito della chiusura in data 16 gennaio 2019 della strada statale 3-bis Tiberina E45 Orte Ravenna, a causa del sequestro del viadotto Puleto;
l'articolo 46 limita dal punto di vista oggettivo l'esonero da responsabilità penale e amministrativa del commissario straordinario, dell'affittuario o acquirente (e dei soggetti da questi delegati) dell'ILVA di Taranto;
l'articolo 47 autorizza il Ministero delle infrastrutture ad assumere a tempo indeterminato, a partire dal 1o dicembre 2019, 100 unità di personale (di cui 80 di professionalità tecnica e 20 giuristi), per efficientare e velocizzare lo svolgimento dei compiti dei Provveditorati interregionali alle opere pubbliche;
l'articolo 48 autorizza la spesa di 10 milioni per ciascuno degli anni 2019 e 2020 e di 20 milioni per l'anno 2021 per gli interventi connessi al rispetto degli impegni assunti dal Governo italiano con l'iniziativa Mission Innovation adottata durante la Cop 21 di Parigi, finalizzati a raddoppiare la quota pubblica degli investimenti dedicati alle attività di ricerca, sviluppo e innovazione delle tecnologie energetiche pulite, nonché gli impegni assunti nell'ambito della proposta di Piano nazionale integrato energia e clima,
esprime
PARERE FAVOREVOLE.
ALLEGATO 2
Relazione sulla missione a Roma all'impianto di trattamento meccanico biologico Salario (TMB) svoltasi il 18 aprile 2019.
Giovedì 18 aprile 2019 una delegazione della Commissione VIII si è recata in missione per svolgere un sopralluogo presso l'impianto di trattamento meccanico biologico Salario a Roma, anche al fine di incontrare, in quella sede, i responsabili dell'impianto, i comitati dei cittadini e i rappresentanti dell'Osservatorio Permanente sul TMB, che opera nell'ambito del III Municipio di Roma.
Hanno preso parte alla missione il presidente Alessandro Manuel Benvenuto, e i deputati Daga (M5S), Morassut (PD), Muroni (LEU) e Trancassini (FdI).
La delegazione, accompagnata dai responsabili dell'impianto, ing. Pietro Ferro e ing. Paolo De Felice, ha svolto un sopralluogo, acquisendo informazioni sull'incendio dello scorso 11 dicembre 2018, che ha bloccato il funzionamento dell'impianto.
L'ing. Ferro ha chiarito che, da allora, nessun rifiuto affluisce più all'impianto né si svolge alcuna attività di trasferenza dei rifiuti tra i veicoli adibiti alla raccolta e al trasporto. Il movimento dei camion è dovuto esclusivamente al fatto che i mezzi sono parcheggiati in questo sito, pertanto escono e rientrano vuoti, salvo piccoli trasbordi di rifiuti tra gli automezzi piccoli che operano in zona e il camion madre che ha un compattatore.
La presenza di rifiuti è pertanto limitata ad un residuo presente nel capannone di ricezione e al FOS (Frazione Organica Stabilizzata) presente nella struttura deputata alla sua stabilizzazione.
Per quanto riguarda il capannone per la ricezione dei rifiuti, delle circa 2000 tonnellate presenti al momento dell'incendio, una parte è stata smaltita negli impianti gemelli di AMA (a Porta Cencia, in particolare), un'altra parte – quella più superficiale – è stata invece collocata nell'antistante cortile e ivi posta sotto sequestro, poiché è quella da cui più facilmente si può comprendere l'origine delle fiamme. Da notizie informali risulterebbe che il dissequestro possa avvenire a giorni, forse già martedì 23 aprile.
Infine, una parte di rifiuti – quella maggiormente interessata all'incendio – ha inevitabilmente modificato la sua caratterizzazione. Pertanto, si è adesso alla ricerca di uno stabilimento che sia abilitato a trattare questo diverso tipo di rifiuto, ricerca che si è rivelata fino ad oggi infruttuosa sul territorio nazionale.
Infine, è restato pressocché intatto il capannone adiacente, dove sono trattati i rifiuti umidi per la loro stabilizzazione (FOS). Il processo di ossidazione si è però interrotto a causa del distacco di energia che è durato circa 10 giorni a partire dall'incendio. Successivamente tutti gli impianti si sono però rivelati funzionati e il processo si è riattivato.
Tuttavia, allo scopo di chiarire se l'interruzione ha determinato effetti sul materiale trattato, da allora si sono svolte periodiche analisi ma si è ritenuto di non trasportare altrove nulla. Pertanto, sono attivi tutti gli impianti di supporto, tra i quali riveste importanza decisiva quello di trattamento e di purificazione dell'aria, che la delegazione ha potuto osservare da vicino. Come noto, infatti, una delle maggiori criticità dell'impianto, quando in funzione – oggetto di fortissime proteste dei residenti – era data dall'emanazione di cattivo odore, causa anche di un esposto che ha dato vita ad un procedimento penale.
La direzione ha assicurato che, se le ultime analisi confermeranno gli esiti positivi precedenti, si procederà rapidamente allo svuotamento anche di questa parte dell'impianto, in tempi quantificabili in 45/60 giorni, con conclusione entro fine giugno.
Conclusivamente, la direzione segnala che sono attualmente all'opera solo 6/7 addetti su tre turni, a fronte dei circa 50 addetti a regime, adesso trasferiti ad altri impianti.
La delegazione ha quindi incontrato il presidente del III Municipio di Roma, Giovanni Caudo, garante dell'Osservatorio Permanente sul TMB e i rappresentanti dell'Osservatorio, nonché i comitati dei cittadini e un rappresentante sindacale.
Il presidente Caudo ha dato conto delle numerose iniziative assunte a livello municipale per avere risposte dalle Istituzioni sulla problematica convivenza tra i residenti nel territorio e l'impianto. L'Osservatorio sul TMB è stato un organismo di sintesi di tutti i comitati dei cittadini che chiedevano a gran voce la chiusura dell'impianto.
Rileva la singolarità del fatto che, dopo ben 8 anni di attività non c'erano dati attendibili ufficiali, mentre erano assolutamente palesi i danni creati a tutti i livelli, da quello sanitario a quello economico, come emerso da un monitoraggio autorganizzato cui hanno aderito più di 400 famiglie. La puzza era dovuta al fatto che i rifiuti restavano troppo tempo nell'impianto che non aveva una capacità di smaltimento giornaliero perché troppo piccolo. A fronte di questa semplice verità la comunità locale ha invece ricevuto risposte ambigue delle istituzioni cittadine e di AMA, che mai ha fatto controlli seri e addirittura voleva far credere che il cattivo odore fosse riconducibile al depuratore presente in zona.
Chiede che si chiarisca una volta per tutte a quale logica perversa si deve il rilascio di autorizzazione ambientale in quella zona e perché non si è mai realmente voluto attivare una cabina di regia per la sua chiusura. Anzi negli anni cresceva il suo volume di rifiuti del 30 per cento e gli altri impianti romani chiudevano o si ridimensionavano.
Alla fine i dati ufficiali sono arrivati, ad opera dell'ARPA e hanno sancito in modo inequivocabile che l'impianto era addirittura improduttivo nel ciclo dei rifiuti, da qui una serie di iniziative assunte dai residenti e dai suoi rappresentanti civici: lettere alle istituzioni, di cui consegna formalmente copia e mozioni unanimi del consiglio municipale, da ultimo nel mese di luglio dell'anno scorso e nel marzo di quest'anno, che si impegna a trasmettere alla Commissione.
Segnala che la cessazione dell'attività, a causa dell'incendio, desta comunque molte preoccupazioni, Non solo perché non ci sono rassicurazioni formali sulla sua definitiva chiusura, ma anche perché non si sa come sarà bonificata l'area e che utilizzo avrà. Reclama un risarcimento che si manifesti come riconversione dell'area a verde.
La Commissione invita quindi alcuni rappresentanti di comitati di cittadini a prendere la parola.
Adriano Travaglia, a nome dei residenti di Villa Spada, testimonia la sofferenza della comunità limitrofa all'impianto per i danni fisici e morali, entrambi determinati dalla negazione della verità.
Ileana Marini, in rappresentanza dei residenti di Fidene, evidenzia i danni anche economici, derivanti dalla impossibilità di vendere o affittare immobili, nonché quelli biologici di chi ha dovuto respirare per settimane la diossina sprigionata dal rogo. Si chiede il perché dell'inerzia di comune e regione sul mancato trasferimento dei rifiuti e sul futuro dell'area.
Pietro Brusco, anche lui a nome dei residenti di Fidene rimarca la desertificazione economica, commerciale e immobiliare che potrà finire solo con la revoca dell'AIA che, al massimo, provocherà danni economici all'AMA ma non certo ai cittadini.
Christian Raimo, assessore del III Municipio, evidenzia la questione cruciale della revoca della AIA, come unico presupposto per dare una speranza di rinascita alla zona. Tale atto di definitiva chiusura dell'impianto consentirebbe di innescare un percorso – anche di alto valore democratico – volto non solo a rimuovere tutto ciò che è ancora al suo interno, ma anche a procedere ad una seria bonifica per restituire all'uso collettivo un terreno che non avrebbe mai dovuto essere destinato a quell'uso.
Il sig. Russo, che si qualifica come rappresentante della CGIL in AMA, pur rimarcando differenze di posizioni con gli abitanti presenti – ritenendo che si sottovaluta come il trasporto dei rifiuti per grandi distanze crei notevoli problemi ambientali e dunque gli impianti devono comunque essere posizionati in aree limitrofe ai centri abitati – rileva l'alleanza con essi da parte dei lavoratori, che hanno sempre manifestato disagio per le modalità di lavoro all'interno dell'impianto. Probabilmente molte problematiche sarebbero state risolte se il funzionamento fosse stato coerente con le normative e la sua originaria destinazione. Ad esempio, una corretta applicazione delle regole avrebbe probabilmente impedito la presenza di rifiuti infiammabili.
Stefano Ricci, a nome dei residenti di Serpentara, lamenta l'assoluta assenza di controlli di ogni tipo, soprattutto a fronte del progressivo cambiamento dell'uso dell'impianto. Non ritiene quindi casuale che, dopo 8 anni esca il primo report dell'ARPA, moto critico, sulle modalità di funzionamento dell'impianto e che solo pochi giorni dopo, si verifichi un rogo di quelle proporzioni.
Giorgio Lorier, per l'Osservatorio, sintetizza gli interventi con una semplice ma fondamentale richiesta ai deputati presenti, affinché esercitino la massima pressione politica sui rispettivi schieramenti presenti nelle istituzioni locali per arrivare a risultati concreti di rilancio del quartiere nel senso indicato.
Riccardo Chini, in qualità di abitante del luogo, ritiene indecente essere costretti per anni a convivere con la puzza insopportabile che, a seconda del vento, ha infestato le zone limitrofe, finendo per impedire di fruire di giardini pubblici o semplici balconi.
Roberta Angelini invoca una immediata convocazione dei rappresentanti delle istituzioni locali da parte della Commissione per agevolare un percorso di intesa e di decisione.
A seguire, intervengono i deputati Trancassini, Muroni e il presidente Benvenuto, che rivolge un sentito ringraziamento a tutti i presenti per il proficuo contributo offerto ai lavori dell'organo parlamentare.