X Commissione

Attività produttive, commercio e turismo

Attività produttive, commercio e turismo (X)

Commissione X (Attività produttive)

Comm. X

Attività produttive, commercio e turismo (X)
SOMMARIO
Giovedì 18 aprile 2019

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:

5-01978 Squeri: Sulle iniziative a tutela del mercato nazionale del gas ... 85

ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 89

5-01979 Pettazzi: Sulle iniziative per rilanciare il comparto orafo di Valenza ... 86

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 90

5-01980 Moretto: Sul rinnovo delle concessioni idroelettriche ... 86

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 91

5-01981 Vallascas: Sui progetti per lo sviluppo delle interconnessioni elettriche ... 86

ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 93

SEDE REFERENTE:

Disposizioni per la salvaguardia dei marchi storici nazionali di alto valore territoriale. C. 1518 Fornaro e C. 1631 Molinari (Seguito dell'esame e rinvio – Abbinamento della proposta di legge C. 1689) ... 87

Delega al Governo in materia di turismo. C. 1698 Governo (Seguito dell'esame e rinvio) ... 88

X Commissione - Resoconto di giovedì 18 aprile 2019

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Giovedì 18 aprile 2019. — Presidenza del vicepresidente, Luca CARABETTA. — Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Davide Crippa.

  La seduta comincia alle 9.

  Luca CARABETTA, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-01978 Squeri: Sulle iniziative a tutela del mercato nazionale del gas.

  Luca SQUERI (FI) illustra l'interrogazione in titolo, che prende spunto dalle notizie su iniziative che la Germania, snodo cruciale dello smistamento del gas russo, fonte principale di approvvigionamento dell'Unione europea e dell'Italia, intenderebbe intraprendere. In particolare la Germania sposterebbe sulle tariffe del gas in uscita gli oneri di sistema e delle infrastrutture, con un'influenza sul mercato italiano di 500 milioni di euro. Si chiede, quindi, al Ministro dello sviluppo economico quali iniziative intende intraprendere a tutela del mercato italiano del gas, anche in riferimento a un quadro di diversificazione delle fonti di approvvigionamento.

  Il sottosegretario Davide CRIPPA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Luca SQUERI (FI), replicando, si dichiara non soddisfatto della risposta del rappresentante del Governo. Riconosce, infatti, le buone intenzioni dell'esecutivo, ma a queste devono seguire fatti concreti. Sottolinea poi le contraddizioni tra le dichiarazioni di rappresentanti del Governo e le azioni del medesimo Governo, come avvenuto per la TAP (Trans-Adriatic Pipeline). Rileva che una situazione simile si sta ripetendo con il progetto gasdotto Poseidon, opera a suo avviso fondamentale per la diversificazione dell'approvvigionamento di gas dell'Italia.

5-01979 Pettazzi: Sulle iniziative per rilanciare il comparto orafo di Valenza.

  Lino PETTAZZI (Lega) illustra l'interrogazione in titolo, centrata sulla crisi del comparto orafo di Valenza. Ricorda che Valenza, comune della provincia di Alessandria, territorio dal quale lui stesso proviene, è stata sempre considerata una delle capitali mondiali della gioielleria. Purtroppo negli ultimi anni il comparto orafo della città ha subito un rallentamento. Si chiede quindi al Ministro dello sviluppo economico quali iniziative intende intraprendere per il rilancio del medesimo comparto.

  Il sottosegretario Davide CRIPPA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Lino PETTAZZI (Lega), replicando, ringrazia il rappresentante del Governo per la sua risposta. Auspica che quanto da lui indicato sia di buon auspicio per il rilancio del comparto orafo di Valenza.

5-01980 Moretto: Sul rinnovo delle concessioni idroelettriche.

  Gianluca BENAMATI (PD) sottoscrive l'interrogazione in titolo e la illustra. L'interrogazione affronta l'annosa questione del rinnovo delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche. Ricorda come la Commissione europea abbia inviato anche all'Italia una lettera sulla questione con avviso di procedura di infrazione, in quanto la Commissione ritiene che il nostro quadro giuridico del settore non sia del tutto conforme al diritto e alla normativa dell'Unione europea. Ricorda altresì che il decreto-legge n. 135 del 2018 è intervenuto sulla disciplina delle concessioni idroelettriche, nel senso di disporre la loro regionalizzazione, intervento oggetto di discussione durante l'esame parlamentare alla Camera. Con l'interrogazione in titolo si chiede, quindi, quali iniziative il Ministro dello sviluppo economico intende porre in atto in relazione al rinnovo delle suddette concessioni, in conformità al diritto dell'Unione europea.

  Il sottosegretario Davide CRIPPA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Gianluca BENAMATI (PD), replicando, nel ringraziare il rappresentante del Governo per la sua risposta, non può che dichiararsi insoddisfatto. La risposta non fornisce infatti chiarimenti sulla domanda centrale dell'interrogazione, ossia la compatibilità o meno della normativa italiana con il diritto dell'Unione europea. Non ritiene, inoltre, congruo il richiamo all'asimmetria della legislazione di altri Paesi dell'Unione europea, oggetto anch'essi di procedura di infrazione.

5-01981 Vallascas: Sui progetti per lo sviluppo delle interconnessioni elettriche.

  Luca SUT (M5S) illustra l'interrogazione in titolo, che affronta la questione della disciplina concernente gli interconnector e la loro realizzazione da parte di Terna. In particolare si chiede quali progetti di interconnessione siano oggi in essere e il loro stato di attuazione, con riferimento anche alla possibilità di nuovi interconnector, alla luce del Piano nazionale integrato energia e clima.

  Il sottosegretario Davide CRIPPA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Luca SUT (M5S), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta del rappresentante del Governo.

  Luca CARABETTA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 9.25.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 18 aprile 2019. — Presidenza del vicepresidente, Luca CARABETTA.

  La seduta comincia alle 9.50.

Disposizioni per la salvaguardia dei marchi storici nazionali di alto valore territoriale.
C. 1518 Fornaro e C. 1631 Molinari.

(Seguito dell'esame e rinvio – Abbinamento della proposta di legge C. 1689).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 17 aprile 2019.

  Luca CARABETTA, presidente, avverte che, in data 17 aprile 2019, è stata assegnata alla Commissione, in sede referente, la proposta di legge C. 1689 d'iniziativa della deputata Porchietto recante «Disposizioni per la tutela dei marchi storici identitari italiani e agevolazioni fiscali per la promozione delle attività produttive ad essi riferite».
  Comunica che ha disposto l'abbinamento della suddetta proposta ai sensi dell'articolo 77, comma 1 del Regolamento, in quanto vertente su identica materia.

  Jari COLLA (Lega), relatore, integra la sua relazione, illustrando i contenuti della proposta di legge C. 1689 Porchietto, che si compone di nove articoli.
  L'articolo 1 indica come finalità della proposta di legge la tutela della cultura brevettuale e il sostegno alle piccole e medie imprese con misure agevolative per la valorizzazione di titoli di proprietà industriale storici e identitari, quali beni di valore strategico del capitale intangibile d'impresa.
  L'articolo 2 definisce quale marchio storico identitario italiano il diritto di proprietà industriale in possesso dei seguenti requisiti: validità in corso e registrazione sia presso l'Ufficio italiano marchi e brevetti sia presso l'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale, con rivendicazione della preesistenza della registrazione antecedente al 1o gennaio 1979; comprovato legame con uno specifico territorio di produzione; possesso di un valore simbolico e di un'alta riconoscibilità; proprietà, negli ultimi cinque anni, di una micro, piccola o media impresa; sede legale e operativa in Italia; iscrizione nel registro delle imprese; l'impresa proprietaria non sia in liquidazione, o scioglimento; non sussistano cause ostative previste dalla normativa antimafia.
  L'articolo 3 dispone l'istituzione, presso l'Ufficio italiano marchi e brevetti, dell'Albo dei marchi storici e identitari italiani, a cui possono essere iscritti i titoli di proprietà industriale in possesso di requisiti sopra elencati. L'Albo è pubblicato nel sito internet del Ministero dello sviluppo economico, il quale effettua, al fine della loro iscrizione all'Albo medesimo, una ricognizione dei marchi storici cosiddetti dormienti, ossia i marchi il cui diritto di proprietà sia decaduto o non rinnovato. Le modalità di iscrizione all'Albo sono affidate a un decreto del Ministro dello sviluppo economico da adottare, sentita la Conferenza Stato-Regioni, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge.
  L'articolo 4 prevede l'istituzione del «Marchio storico-Identità italiana», di proprietà dello Stato, con proprio logo che certifica la qualità, l'eccellenza e il rispetto del legame con il territorio d'origine del prodotto. Il Ministero dello sviluppo economico provvede alla promozione del Marchio in tutte le sedi nazionale e internazionali. Le modalità di utilizzo e di revoca del Marchio sono disciplinate da un decreto del Ministro dello sviluppo economico da adottare, previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge.
  L'articolo 5 istituisce un Fondo speciale per la tutela dei marchi storici identitari italiani, la cui gestione è affidata alla Cassa depositi e prestiti. Le modalità di attuazione sono stabilite con un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, da adottare, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge.
  L'articolo 6 integra l'articolo 23 del Codice della proprietà industriale, di cui al del decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, con l'aggiunta di cinque commi. In particolare, il comma 4-ter prevede che in caso di cessione di parte o della totalità della produzione legata a marchi storici identitari, la medesima proprietà si intende trasferita temporaneamente per un periodo di sette anni alla Cassa depositi e prestiti, per garantire un utilizzo del diritto di proprietà conforme alla natura e alla qualità del prodotto e per garantire altresì il mantenimento del legame con il territorio storico di produzione, anche allo scopo di impedirne un utilizzo improprio o ingannevole del marchio. Il comma 4-quater dispone che la Cassa depositi e prestiti per l'acquisizione della titolarità del marchio si avvalga del Fondo di cui all'articolo 5 e che la medesima Cassa provveda all'iscrizione del marchio nell'Albo di cui all'articolo 3 e all'utilizzo del Marchio di certificazione di cui all'articolo 4. Il comma 4-quinquies stabilisce che la Cassa depositi e prestiti, quale titolare del marchio, conceda, in licenza esclusiva e a titolo gratuito per sette anni l'utilizzo del marchio medesimo al nuovo proprietario dell'impianto produttivo a cui il marchio è storicamente legato, facendo però valere il diritto all'uso esclusivo in caso di violazione da parte del licenziatario delle disposizioni del contratto di licenza, in relazione, in particolare, all'utilizzo del marchio, al mantenimento del legame con il territorio di produzione e alla riduzione della capacità occupazionale e produttiva dell'impianto in misura maggiore del 50 per cento. Il comma 4-sexies prevede che allo scadere del settimo anno il proprietario dell'impianto a cui il marchio è legato benefici del diritto di prelazione per il riscatto della titolarità del marchio stesso allo stesso prezzo di acquisizione da parte della Cassa depositi e prestiti. Il comma 4-septies affida alla Cassa depositi e prestiti l'acquisizione e la concessione in licenza anche dei marchi storici cosiddetti dormienti.
  L'articolo 7 prevede l'iperammortamento degli investimenti, effettuati da imprese titolari di marchi storici identitari, finalizzati alla valorizzazione produttiva e commerciale del marchio. In quest'ambito sono considerate le spese finalizzate ai seguenti scopi: realizzazione di prototipi e stampi; acquisto di nuovi macchinari, attrezzature ad uso produttivo, hardware, software e tecnologie digitali; consulenze tecniche, specialistiche, legali e di tutela dalla contraffazione, di sorveglianza del marchio, di ricerca sull'anteriorità del marchio.
  L'articolo 8, con modifiche all'articolo 1 della legge n. 190 del 2014, amplia il regime del patent box ai marchi funzionalmente equivalenti ai brevetti e alle opere dell'ingegno.
  L'articolo 9 dispone la copertura finanziaria del provvedimento.

  Luca CARABETTA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Delega al Governo in materia di turismo.
C. 1698 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 17 aprile 2019.

  Luca CARABETTA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.

X Commissione - giovedì 18 aprile 2019

ALLEGATO 1

5-01978 Squeri: Sulle iniziative a tutela del mercato nazionale del gas.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Rispondo in merito alle questioni poste dall'Onorevole Interrogante, rappresentando quanto segue.
  Come noto, il settore dei metalli preziosi ha subito, in questi anni, una profonda trasformazione come conseguenza di un lungo periodo di crisi strutturale, con volumi di mercato che si sono drasticamente ridotti.
  Si riportano dunque le azioni messe in atto dal Governo per contribuire al rilancio del comparto.
  Presso il Ministero dello sviluppo economico è stato istituito il «Tavolo di sviluppo orafo», con il supporto delle associazioni di categoria. I lavori del Tavolo hanno contribuito all'emanazione di atti normativi a sostegno delle imprese del settore, quali: il decreto sull'utilizzo di un marchio facoltativo (decreto del Presidente della Repubblica 168 del 2015), provvedimenti finalizzati a favorire il migliore utilizzo delle tecnologie nei processi di lavorazione (es. marcatura laser per l'apposizione dei marchi).
  Inoltre, il MISE ha seguito la questione riguardante la mancata adesione dell'Italia alla Convenzione di Vienna sulla marcatura e controllo dei prodotti in metalli preziosi. Con la riunione dello Standing Committee della Convenzione di Vienna tenutasi a Riga il 5 settembre 2018, si è infatti formalmente superato l'ostacolo alla partecipazione italiana determinato da veto posto dalla Repubblica Ceca nel 2012.
  L'adesione alla Convenzione favorisce la libera circolazione dei prodotti in metalli preziosi in numerosi mercati, ciò costituisce un vantaggio per l'Italia, titolare di una quota pari al 75-80 per cento del mercato europeo. Si stima che l'adesione alla Convenzione contribuirà a determinare l'incremento delle quote di export di circa 9.000 imprese italiane verso 19 paesi UE ed Extra UE, coniugando la creatività dei prodotti nazionali con la certificazione della loro autenticità.
  L'adesione alla Convenzione dà inoltre diritto all'Italia di partecipare attivamente alla determinazione degli standard tecnici che ne sono alla base.
  In tale contesto si inseriscono a pieno titolo le potenzialità del distretto orafo di Valenza.
  Il Polo di Valenza Po è stato interessato nel 2017 da un importante investimento di Bulgari, parte del gruppo francese LVMH, che ha fatto di Alessandria la prima Provincia esportatrice.
  Infine, preciso che il sito di Valenza è inserito nell'ambito del progetto di Unioncamere, sottoposto all'avallo del Ministero dello sviluppo economico, di rilancio di una rete di laboratori che coinvolge le aree rappresentative dei distretti dell'oro: Vicenza, Arezzo, Napoli ed Alessandria.

ALLEGATO 2

5-01979 Pettazzi: Sulle iniziative per rilanciare il comparto orafo di Valenza.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Vengo subito al nodo del quesito proposto, condividendo la necessità di promuovere lo sviluppo di un mercato europeo del gas, anche in relazione ai nuovi e importanti obblighi di solidarietà introdotti in capo agli Stati membri dal Regolamento UE 1938/2017 in caso di crisi di approvvigionamento.
  Come riportato nella Proposta di Piano Clima Energia (PNIEC), recentemente notificato alla Commissione Europea: «Nel settore gas l'obiettivo principale è quello di garantire un sistema complessivamente più sicuro, flessibile e resiliente, in grado di fronteggiare un contesto di mercato tendenzialmente più incerto e volatile, e di supportare il forte sviluppo delle fonti rinnovabili non programmabili, garantendo la copertura della domanda di energia soprattutto in relazione ai picchi di domanda coincidenti con bassi livelli di produzione delle fonti rinnovabili».
  Tali obiettivi, come indicato nello stesso PNIEC, potranno essere raggiunti tramite:
   l'incremento della diversificazione delle fonti di approvvigionamento, attraverso l'ottimizzazione dell'uso delle infrastrutture esistenti e lo sviluppo del mercato GNL;
   il miglioramento della flessibilità del sistema nazionale rispetto alle fonti di approvvigionamento, tramite l'ammodernamento delle reti di trasporto gas;
   il miglioramento del margine di sicurezza in caso di elevati picchi di domanda;
   il coordinamento dei piani di emergenza nazionale con quelli degli altri Paesi che sono collegati ai medesimi corridoi di approvvigionamento fisico come previsto dal già citato regolamento europeo (1938/2017) sulla sicurezza del sistema gas, stabilendo anche possibili misure di solidarietà tra Stati membri.

ALLEGATO 3

5-01980 Moretto: Sul rinnovo delle concessioni idroelettriche.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Rispondo in merito alle questioni poste dall'Onorevole Interrogante, rappresentando quanto segue.
  Il Governo concorda sull'importanza del settore idroelettrico, sottolineata in premessa dall'Interrogante, in termini di contributo al raggiungimento degli obiettivi europei al 2020 e al 2030, nonché sulle potenzialità di sviluppo correlate all'efficientamento e potenziamento degli impianti esistenti.
  Nel merito, l'atto in parola fa riferimento alle lettere inviate dalla Commissione Europea a sette Stati membri, nonché alla lettera di costituzione in mora complementare trasmessa all'Italia in relazione alla nuova disciplina introdotta dall'articolo 11-quater del decreto-legge 135 del 2018 in materia di rinnovo o rilascio di concessioni di grande derivazione idroelettrica.
  Al riguardo, faccio presente che il citato articolo 11-quater ha significativamente riformato il settore, regionalizzando il sistema con il riconoscimento della proprietà del demanio idrico in capo alle Regioni, cui è attribuita altresì la funzione legislativa in materia di gare per l'attribuzione delle concessioni in esame.
  Per tutelare l'interesse alla continuità della produzione idroelettrica, tale disciplina prevede in via transitoria la prosecuzione della gestione degli impianti in capo ai concessionari uscenti fino a che non venga emanata la normativa regionale sulle gare e individuato il nuovo concessionario a seguito delle procedure competitive.
  La Commissione avanza rilievi in base ai quali la materia andrebbe ricondotta nell'ambito della disciplina sui servizi e delle norme europee in materia di appalti, contesta dunque le proroghe previste dall'articolo 11-quater, nonché i criteri di calcolo dell'indennizzo a carico dell'entrante per i beni cosiddetti asciutti, di proprietà dell'uscente.
  La chiusura positiva della procedura in corso con la Commissione europea è condizione necessaria a garantire certezza del quadro normativo e a consentire il rinnovo delle concessioni idroelettriche scadute o in scadenza, in conformità con il diritto dell'Unione.
  Il Ministero dello sviluppo economico sta mettendo in atto azioni atte a garantire il raggiungimento di tale obiettivo.
  In data 1o aprile 2019, si è tenuta una riunione, coordinata dal Dipartimento Affari Europei della Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla presenza del MISE e delle diverse amministrazioni centrali e regionali interessate, per rispondere alle osservazioni della Commissione, al fine di addivenire ad una soluzione positiva della procedura in corso.
  Inoltre, consapevoli della rilevanza del settore idroelettrico, abbiamo dato un contributo nell'elaborazione dei contenuti della futura legislazione regionale in tema di gare, focalizzandoci sui miglioramenti minimi che dovranno essere raggiunti – in termini energetici, di potenza di generazione e di producibilità – con riferimento agli obiettivi strategici nazionali in materia di sicurezza energetica e fonti energetiche rinnovabili.
  Si fa inoltre presente che l'iniziativa della Commissione nei confronti degli altri Stati membri risponde alla necessità espressa dal Governo italiano di garantire pari opportunità agli operatori del settore
(cosiddetti level playing field). La legislazione dei Paesi destinatari della lettera della Commissione consente infatti l'attribuzione o il rinnovo delle concessioni senza lo svolgimento di procedure concorrenziali, determinando un'asimmetria nel settore a svantaggio degli operatori italiani.
  Il Governo italiano ha messo e continuerà a mettere in atto tutte le possibili azioni per assicurare l'effettiva concorrenza nel settore in ambito italiano e per garantire condizioni di parità per gli operatori nel mercato unico dell'energia.

ALLEGATO 4

5-01981 Vallascas: Sui progetti per lo sviluppo delle interconnessioni elettriche.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come affermato dagli Onorevoli interroganti il meccanismo introdotto dall'articolo 32 della legge 99/2009 ha conferito a Terna, a fronte dell'impegno al finanziamento da parte di soggetti investitori terzi, l'incarico di definire, progettare e costruire, assieme ai Gestori dei sistemi di trasmissione dei paesi confinanti, nuovi «interconnector». L'obiettivo di tale norma è stato quello di dare un impulso allo sviluppo delle interconnessioni, ritenute un elemento cardine per favorire l'integrazione dei mercati e migliorare la sicurezza energetica, e al contempo consentire in prospettiva un contenimento dei prezzi dell'energia per i consumatori italiani. Terna ha, quindi, definito un parco progetti che oggi porterebbe ai complessivi 2500 MW di interconnessioni con l'estero come richiesto dalla legge. A fronte del finanziamento, come affermato dagli interroganti, i soggetti privati finanziatori, cosiddetti assegnatari, beneficeranno del diritto di esenzione per l'utilizzo dell'interconnessione per un periodo fino a 20 anni.
  I progetti selezionati da Terna come interconnector sono ubicati sulle frontiere francese, montenegrina, austriaca, slovena e svizzera. Tali progetti, ad oggi, si trovano a vari stadi di maturità nel processo di autorizzazione e realizzazione.
  Allo stato attuale è stato autorizzato ed è in corso di realizzazione l'interconnector Italia-Francia. Su tale infrastruttura, su impulso del Governo, è in corso di formalizzazione da parte degli assegnatari l'istanza di esenzione per ulteriori 250 MW, così da portare a saturare la capacità lato Italia, con corrispondente aumento dell'impegno al finanziamento dell'opera da parte di tali soggetti.
  Anche per l'interconnessione con il Montenegro, già autorizzata ed in fase avanzata di realizzazione, sempre su sollecitazione del Governo, è in corso di formalizzazione da parte degli assegnatari l'istanza di esenzione per 200 MW. Si è inoltre conclusa l'istruttoria ed è in fase di formalizzazione il decreto di autorizzazione del progetto di interconnessione con l'Austria. Tali iniziative di incremento di capacità destinata agli assegnatari consentiranno di ridurre l'onere sulle bollette dei consumatori che può essere stimato in prima approssimazione in alcune decine di milioni di euro all'anno. È ancora in fase istruttoria, in quanto sottoposto all'endoprocedimento di VIA il progetto di interconnessione con la Svizzera, che potrebbe essere sostituito da progetti alternativi a minore impatto ambientale. Infine il progetto di interconnessione con la Slovenia sta richiedendo una istruttoria più lunga a causa di ulteriori approfondimenti che Terna deve effettuare.
  Il Governo comunque sta cercando di trovare, con il contributo di Terna, anche progetti alternativi che possano aggiungersi o sostituirsi ai precedenti per raggiungere l'obiettivo di nuova capacità previsto dalla legge e accelerare l'attuazione di quanto previsto dall'articolo 32. Oltre all'utilizzo del meccanismo citato dell'articolo 32, comunque, è possibile, come sottolineato anche dalla proposta di PNIEC inviata alla Commissione europea, lo sviluppo della capacità
di interconnessione anche con la frontiera del Nord Africa, in particolare con la Tunisia, che può fornire uno strumento addizionale per ottimizzare l'uso delle risorse energetiche. Terna ha già previsto tale progetto nei Piani di sviluppo, ma esso potrebbe essere realizzato solo in presenza di un significativo contributo finanziario da parte dell'Unione europea, in chiave strategica di interconnessione tra Europa e Nord Africa.
  Resta fermo l'interesse a investigare ulteriori progetti di interconnessione, sempreché fattibili tecnicamente ed economicamente, in grado di garantire che i benefici superino i costi.