I Commissione

Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni

Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)

Commissione I (Affari costituzionali)

Comm. I

Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
SOMMARIO
Mercoledì 3 aprile 2019

TESTO AGGIORNATO AL 4 APRILE 2019

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI:

Affidamento dei servizi di trasporto nelle ferrovie turistiche. Nuovo testo C. 1615 (Parere alla IX Commissione) (Esame e conclusione – Parere favorevole) ... 22

ALLEGATO 1 (Parere approvato) ... 31

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:

5-01829 Magi: Sulla mancata considerazione dell'articolo 33 della Convenzione di Ginevra nella direttiva del Ministro dell'interno per il coordinamento unificato dell'attività di sorveglianza delle frontiere marittime e per il contrasto all'immigrazione illegale ... 24

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 32

5-01830 Migliore: Sull'istituzione di una commissione di indagine per l'esercizio dei poteri di accesso e accertamento, di cui all'articolo 143 del TUEL relativamente alle turbative da parte della criminalità organizzata sull'azione del comune di Castellammare di Stabia ... 25

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 34

5-01831 Donzelli: Sulle attività svolte dal «Centro culturale del Bangladesh» nel quartiere San Jacopino di Firenze ... 26

ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 35

5-01832 Sisto: Sullo stato della sicurezza e dell'ordine pubblico nella provincia di Brindisi ... 27

ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 37

INDAGINE CONOSCITIVA:

Indagine conoscitiva in materia di politiche dell'immigrazione, diritto d'asilo e gestione dei flussi migratori (Deliberazione) ... 27

ALLEGATO 6 (Programma dell'indagine) ... 39

INDAGINE CONOSCITIVA:

Indagine conoscitiva nell'ambito dell'esame della proposta di legge costituzionale C. 1585 cost. approvata dal Senato, e C. 1172 cost. D'Uva, recante «Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari» e della proposta di legge C. 1616, approvata dal Senato, recante «Disposizioni per assicurare l'applicabilità delle leggi elettorali indipendentemente dal numero dei parlamentari».
Audizione di Michele Schiavone, Segretario generale del Consiglio Generale degli italiani all'estero (CGIE) (Svolgimento e conclusione) ... 29

Audizione di Beniamino Caravita di Toritto, Professore di istituzioni di diritto pubblico presso l'Università «La Sapienza» di Roma (Svolgimento e conclusione) ... 30

I Commissione - Resoconto di mercoledì 3 aprile 2019

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Mercoledì 3 aprile 2019. — Presidenza del presidente Alberto STEFANI.

  La seduta comincia alle 14.10.

Affidamento dei servizi di trasporto nelle ferrovie turistiche.
Nuovo testo C. 1615.
(Parere alla IX Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  Il Comitato inizia l'esame del provvedimento.

  Elisa TRIPODI (M5S), relatrice, rileva come il Comitato permanente per i pareri sia chiamato a esaminare, ai fini del parere alla IX Commissione Trasporti, il nuovo testo della proposta di legge C. 1615 Marino, in materia di affidamento dei servizi di trasporto nelle ferrovie turistiche, come risultante dagli emendamenti approvati in sede referente.
  La proposta di legge, composta di due articoli, modifica l'articolo 5 della legge n. 128 del 2017 in materia di ferrovie turistiche, il quale disciplina la gestione dei servizi di trasporto turistico e delle attività commerciali connesse, prevedendo, in particolare, che le amministrazioni competenti procedano all'affidamento dei servizi di trasporto turistico e delle attività commerciali connesse, previa pubblicazione nel proprio sito internet, per almeno trenta giorni, di un apposito avviso, con il quale rendono nota la ricerca di soggetti gestori, ovvero comunicano l'avvenuto ricevimento di una candidatura, indicando sinteticamente il contenuto del contratto proposto. Trascorso il periodo di pubblicazione dell'avviso, l'amministrazione può procedere liberamente all'affidamento e alla definizione del conseguente contratto, purché nel rispetto dei princìpi di imparzialità e di parità di trattamento fra gli operatori che abbiano manifestato interesse.
  La normativa vigente prevede che nella domanda il richiedente indica le tratte ferroviarie interessate, la tipologia dei rotabili che intende utilizzare, la frequenza delle corse, l'impresa ferroviaria che eserciterà il servizio di trasporto, di cui al capo II del decreto legislativo 15 luglio 2015, n. 112, nonché le tipologie di attività di promozione turistico-ricreativa che intende esercitare. Nel caso di domanda indirizzata alle regioni, queste ultime acquisiscono anche il parere del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per i profili attinenti alla competenza sulle tratte interconnesse alla rete nazionale ai fini della valutazione degli effetti sul sistema ferroviario nazionale. Sui stabilisce altresì che i pareri del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e delle regioni relativamente alle attività commerciali connesse, compresi l'allestimento di spazi museali e le iniziative di promozione turistico-ricreativa, sia a bordo sia nelle stazioni, sono vincolanti.
  In tale contesto normativo le modifiche introdotte dalla proposta di legge estendono l'ambito dei soggetti che possono svolgere l'attività di servizio ferroviario turistico.
  A questo scopo il comma 1, numero 1), dell'articolo 1 inserisce nell'articolo 5 della citata legge n. 128 del 2017 un nuovo comma 1-bis, il quale indica che il servizio ferroviario turistico può essere svolto da:
   a) imprese ferroviarie di cui al capo II del decreto legislativo 15 luglio 2015, n. 112, per le linee interconnesse con la rete ferroviaria nazionale;
   b) imprese ferroviarie o soggetti che già svolgono servizi ferroviari ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 753, sulle reti ferroviarie isolate dal punto di vista funzionale dal resto del sistema ferroviario, con riferimento alle medesime reti;
   c) altri soggetti, quali musei ferroviari e associazioni, purché posti sotto la responsabilità dei soggetti di cui alle lettere a) e b), in possesso di certificato di sicurezza o altro titolo di idoneità all'esercizio.

  A fini di coordinamento comma 1, numero 2), dell'articolo 1 modifica anche il comma 3 dell'articolo 5 della richiamata legge n. 128 del 2017, il quale, nella formulazione attualmente vigente, fa riferimento esclusivamente alle imprese ferroviarie.
  Le disposizioni introdotte dal comma 1 dell'articolo 1 sono volte, da un lato, a superare la problematica derivante dal fatto che, secondo l'attuale formulazione dell'articolo 5, comma 3, della legge n. 128 del 2017, l'esercizio del trasporto ferroviario, anche con riferimento alle ferrovie turistiche, debba essere esercitato da un’»impresa ferroviaria» ai sensi del decreto legislativo 15 luglio 2015, n. 112, di recepimento della direttiva europea 2012/34/UE che ha istituito lo spazio ferroviario europeo unico, e dall'altro, a estendere la possibilità di esercitare servizi ferroviari turistici anche ad altri soggetti, quali musei ferroviari e associazioni.
  Con riguardo alla prima problematica, la relazione illustrativa della proposta di legge segnala come alcune società che esercitano servizi di trasporto e che, anche se in mancanza della qualifica di imprese ferroviarie, hanno operato nel settore del trasporto turistico ferroviario fino all'entrata in vigore della legge n. 128 del 2017, oggi rischino di non poter proseguire l'attività in quanto non posseggono tale qualifica.
  Cita, a titolo di esempio, il caso della società ARST spa, con un socio unico facente capo alla Regione autonoma della Sardegna, che gestisce il servizio di trasporto ferroviario pubblico locale per 160 chilometri e turistico per 440 chilometri sulla rete ferroviaria regionale senza essere titolare di licenza ferroviaria. In effetti il decreto legislativo n. 112 del 2015, che ha recepito la direttiva 2012/34/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, la quale istituisce uno spazio ferroviario europeo unico, esclude dall'ambito di applicazione delle disposizioni del medesimo decreto legislativo (tra le quali quelle in materia di licenza ferroviaria) le reti ferroviarie locali e regionali isolate adibite al trasporto passeggeri, nonché le imprese ferroviarie che esercitano unicamente servizi di trasporto urbano, extraurbano o regionale su tali reti.
  Con riguardo al secondo profilo segnala come l'esercizio del servizio ferroviario turistico, pur consentito a musei ferroviari e associazioni, dovrebbe comunque svolgersi sotto la responsabilità delle imprese ferroviarie o di soggetti che, ancorché non siano imprese ferroviarie, gestiscono servizi ferroviari sulla rete esistente, i quali dovrebbero pertanto valutare entro quali limiti sia possibile che tali soggetti possano esercitare attività concernenti il servizio ferroviario turistico.
  L'articolo 2 della proposta di legge disciplina l'entrata in vigore della legge, prevista il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
  Per quanto riguarda il rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite, rileva come la proposta di legge possa essere ricondotta a diversi ambiti costituzionalmente rilevanti.
  Assume in primo luogo rilievo la tematica del trasporto ferroviario, riconducibile, in parte, alla materia, attribuita alla legislazione concorrente, «grandi reti di trasporto» (con specifico riferimento all'infrastruttura ferroviaria nazionale), in parte alla materia trasporto ferroviario regionale e locale, di competenza residuale delle regioni.
  In merito segnala come la giurisprudenza della Corte costituzionale sia stata fin qui orientata ad ammettere l'intervento statale in materie attribuite alla competenza legislativa concorrente o residuale delle regioni, sulla base del principio di sussidiarietà, a condizione che siano individuate adeguate procedure concertative e di coordinamento orizzontale tra lo Stato e le regioni. Al riguardo, evidenzia come la proposta di legge si inserisca in una disciplina, quella recata dalla legge n. 128 del 2017, che già prevede, tra le altre cose, all'articolo 2, un'intesa in sede di Conferenza Stato-regioni per l'individuazione delle «ferrovie turistiche».
  Entra inoltre in considerazione l'aspetto concernente la sicurezza ferroviaria, riconducibile alla materia «ordine pubblico e sicurezza», che l'articolo 117,
comma 2, lettera h), della Costituzione attribuisce alla competenza esclusiva dello Stato.
  Formula quindi una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

  Francesco Paolo SISTO (FI) chiede alla relatrice delucidazioni sul rapporto tra le imprese ferroviarie o i soggetti che già esercitano servizi ferroviari e gli altri soggetti, quali musei ferroviari e associazioni, che si intende autorizzare all'esercizio del servizio di trasporto turistico, purché sotto la responsabilità dei primi.

  Elisa TRIPODI (M5S), relatrice, rileva come la questione – peraltro già illustrata nella sua relazione – della valutazione dei limiti entro i quali gli altri soggetti, quali musei ferroviari e associazioni, possono esercitare attività concernenti il servizio ferroviario turistico, sotto la responsabilità delle imprese ferroviarie o di soggetti che, ancorché non siano imprese ferroviarie, gestiscono servizi ferroviari sulla rete esistente, non appaia strettamente connessa alle dirette competenze della Commissione, essendo inerente ad aspetti di merito che meritano di essere approfonditi in altra sede.

  Francesco Paolo SISTO (FI) si riserva di approfondire tale questione in vista dell'esame del provvedimento in Assemblea.

  Il Comitato approva la proposta di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 14.15.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Mercoledì 3 aprile 2019. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Luigi Gaetti.

  La seduta comincia alle 14.15.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

5-01829 Magi: Sulla mancata considerazione dell'articolo 33 della Convenzione di Ginevra nella direttiva del Ministro dell'interno per il coordinamento unificato dell'attività di sorveglianza delle frontiere marittime e per il contrasto all'immigrazione illegale.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) illustra la sua interrogazione, rilevando come, a seguito del salvataggio da parte della Mare Jonio di 49 migranti, nella notte del 18 marzo 2019 il Ministero dell'interno abbia diffuso una direttiva alle autorità portuali, ai Carabinieri, alla Polizia, alla Guardia di finanza e alla Marina militare che invita a impedire l'ingresso in acque e porti italiani alle navi private che abbiano operato attività di ricerca e salvataggio in acque internazionali non coordinate dall'Italia.
  Osserva in merito che, come rilevato da autorevoli giuristi, la direttiva tradisce puntualmente tutte le convenzioni internazionali, non menzionando, peraltro, neanche il divieto di respingimento affermato dall'articolo 33 della Convenzione di Ginevra. Osserva, dunque, che ciò espone ad un forte rischio di responsabilità le autorità militari che dovessero dare corso a un provvedimento ministeriale manifestamente in contrasto con le Convenzioni internazionali e con il diritto dei rifugiati.
  In tale contesto l'atto di sindacato ispettivo chiede per quali motivi, nella diffusa citazione delle fonti fatta nella richiamata direttiva, non venga menzionato l'articolo 33 della Convenzione di Ginevra e se non ritenga che un'interpretazione come quella di cui in premessa, ad avviso degli interroganti parziale e distorta, della normativa applicabile, esponga a responsabilità non solo lo Stato ma anche i destinatari della direttiva.

  Il sottosegretario Luigi GAETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD), replicando, ritiene che la risposta del rappresentante del Governo sia assolutamente insoddisfacente, ricordando che sia la Commissione europea sia l'Organizzazione internazionale per le migrazioni – quest'ultima tramite il suo portavoce – hanno precisato che in Libia non ci sono le condizioni di sicurezza e non può dunque essere considerata un porto o un posto sicuro.
  Ritiene quindi che la richiamata direttiva del Governo si ponga in violazione del diritto internazionale e, in particolare, dell'articolo 33 della Convenzione di Ginevra, esponendo le autorità militari e il Paese stesso al rischio di sanzioni.
  Dopo aver ricordato che il Governo italiano è già stato condannato in passato per casi di respingimenti illegali, giudica grave che l'Esecutivo, solo al fine di conseguire un facile consenso politico, disconosca la situazione esistente – invece riconosciuta dagli stessi attori internazionali – ledendo le legittime aspettative dei richiedenti la protezione internazionale, in palese violazione dei diritti umani.

5-01830 Migliore: Sull'istituzione di una commissione di indagine per l'esercizio dei poteri di accesso e accertamento, di cui all'articolo 143 del TUEL relativamente alle turbative da parte della criminalità organizzata sull'azione del comune di Castellammare di Stabia.

  Gennaro MIGLIORE (PD) illustra la sua interrogazione, avente ad oggetto la situazione venutasi a determinare, sotto il profilo dell'ingerenza della criminalità organizzata nell'attività amministrativa, nel Comune di Castellamare di Stabia, che per popolazione e insediamenti produttivi costituisce uno dei principali centri della provincia di Napoli.
  Al riguardo ricorda come, secondo notizie riportate dalla stampa, dodici persone, fra cui il noto imprenditore Adolfo Greco, sono risultate destinatarie di misure cautelari nell'ambito di un'indagine denominata «Olimpo», e come stia emergendo un quadro che evidenzia uno stretto collegamento tra il predetto imprenditore e diverse realtà sociali, politiche e imprenditoriali, alcune delle quali fortemente legate alla criminalità organizzata, nonché gli intensi legami del medesimo imprenditore con la classe politica locale.
  Sottolinea quindi come le indagini in atto abbiano preso le mosse, fra l'altro, dalle denunce dell'ex sindaco di Castellammare Pannulo relative ad attività di condizionamento delle competizioni elettorali poste in essere dalla criminalità organizzata, rilevando altresì come, sulla base delle risultanze investigative, risultino sussistere rapporti di frequentazione tra l'imprenditore Alfonso Greco e funzionari del comune e come il fratello del Presidente del Consiglio comunale sia risultato essere titolare quale prestanome di schede telefoniche nella disponibilità di un'organizzazione criminale.
  Alla luce degli elementi evidenziati l'interrogazione chiede se si intendano adottare le iniziative di competenza per l'istituzione di una commissione d'indagine per l'esercizio dei poteri di accesso e di accertamento di cui all'articolo 143 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.

  Il sottosegretario Luigi GAETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Gennaro MIGLIORE (PD) ringrazia il Sottosegretario per la risposta, apprezzando la ricostruzione molto fedele della vicenda oggetto dell'interrogazione. Comprende altresì la riservatezza con la quale il Governo intende muoversi sulla questione, che certamente non consiglia di anticipare in questa sede le decisioni relative all'eventuale istituzione di una commissione di indagine per l'esercizio dei poteri di accesso e accertamento, di cui all'articolo 143 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.
  Fatta tale premessa, ritiene comunque opportuno segnalare come il precedente sindaco di Castellammare di Stabia sia stato sfiduciato in Consiglio comunale due giorni prima che fosse posta all'ordine del giorno del medesimo Consiglio una delibera relativa all'abbattimento delle valutazioni circa i servizi di housing sociale, la quale aveva evidenti ricadute in termini economici e imprenditoriali. Sottolinea, quindi, come la prudenza della risposta fornita non lo lasci del tutto soddisfatto, pur comprendendo la delicatezza della questione.
  In tale contesto desidera altresì richiamare la situazione del comune di Valenzano, il cui Consiglio comunale sarà sciolto per condizionamenti di tipo mafioso, con conseguente ritorno alle urne, qualora il Ministero degli interni non si costituisse entro lunedì nell'ambito del giudizio presso il Consiglio di Stato per la revoca del provvedimento di commissariamento del comune stesso, in evidente contraddizione con la decisione, assunta dal medesimo Ministero nel gennaio scorso, di prorogare la durata della commissione di indagine per l'esercizio dei poteri di accesso e accertamento, di cui all'articolo 143 del TUEL.

5-01831 Donzelli: Sulle attività svolte dal «Centro culturale del Bangladesh» nel quartiere San Jacopino di Firenze.

  Giovanni DONZELLI (FdI) illustra la sua interrogazione, osservando che a Firenze, nel quartiere di San Jacopino, in via Tozzetti 21, è presente da oltre quattro anni una moschea abusiva a suo avviso mascherata da «Centro culturale del Bangladesh».
  Rileva come si tratta di locali angusti di ristrette dimensioni ricavati in un fondo commerciale di 40 metri quadrati senza uscita di sicurezza, bagni a norma e in cui, a detta dei residenti, spesso cucinano anche con bombole del gas «volanti» senza alcuna sicurezza per i residenti.
  Segnala quindi che sono state contate anche 80-100 persone a pregare in tale moschea abusiva e che all'esterno della stessa moschea abusiva, a quanto consta agli interroganti, è stato affisso un foglio su carta intestata del Comune di Firenze in cui si attribuisce all'Associazione Bangladesh di via Tozzetti 21 l'autorità di rilasciare per conto del comune certificati anagrafici sia a cittadini del Bangladesh che a tutti i residenti di Firenze.
  Osserva che sul territorio in questione si vivono momenti di grande tensione sociale, determinati dall'incremento dei flussi migratori, che, a suo avviso, incide negativamente sulla sicurezza, destando forti preoccupazione per quanto attiene al rischio dei fenomeni di estremismo islamico.
  In tale contesto l'atto di sindacato ispettivo chiede al Ministro dell'interno se sia informato dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per chiarire sulla base di quali presupposti sia possibile rilasciare certificati anagrafici da parte di associazioni che svolgono attività presso moschee abusive.

  Il sottosegretario Luigi GAETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Giovanni DONZELLI (FdI), replicando, si dichiara attonito per la risposta fornita dal rappresentante del Governo, non comprendendo come possa essere considerato normale dal Ministero dell'interno che, all'interno di una moschea abusiva – nell'ambito della quale egli apprende con stupore dell'assenza di una qualsiasi stabile autorità religiosa – sia consentito di rilasciare per conto del comune certificati anagrafici, senza peraltro che sia garantita alcuna forma di controllo rispetto ai rischi di radicalizzazione religiosa.
  Sottolinea come tale atteggiamento di indifferenza rispetto a tali fenomeni – comprensibile, a suo avviso, se posto in essere da amministrazioni locali di centrosinistra quale quella di Firenze – appaia del tutto inconcepibile per un Ministro dell'interno che appartiene al partito della Lega.

5-01832 Sisto: Sullo stato della sicurezza e dell'ordine pubblico nella provincia di Brindisi.

  Mauro D'ATTIS (FI) illustra l'interrogazione, di cui è cofirmatario, che si riferisce a una serie di atti violenti che negli ultimi mesi sono stati compiuti nella zona di Brindisi e della provincia e che stanno mettendo in serio pericolo la sicurezza dei cittadini.
  Rileva infatti come in tale ambito si ravvisi una sostanziale difficoltà delle forze dell'ordine a individuare la struttura delle nuove organizzazioni criminali, non certo per incapacità, ma per inadeguatezza dell'organico, e come emerga pertanto la necessità di potenziare i settori investigativi della Polizia e dell'Arma dei carabinieri, considerato che la Guardia di finanza, di fatto, non interviene per episodi di atti criminali o per il controllo del territorio e tenuto altresì conto che il personale della Polizia e dell'Arma dei carabinieri è impegnato anche nel controllo delle strutture che ospitano immigrati, quali i CIE e i CARA.
  In tale contesto l'interrogazione chiede se, in che modo e con quali tempistiche il Ministro dell'interno intenda attivarsi, per quanto di competenza, per potenziare il necessario e imprescindibile presidio delle forze dell'ordine e gli strumenti indispensabili a rafforzare le attività investigative di prevenzione e repressione dei numerosi atti violenti perpetrati nella città e nella provincia di Brindisi.

  Il sottosegretario Luigi GAETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Mauro D'ATTIS (FI), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta fornita, stigmatizzando, in particolare, il fatto che il prospettato incremento del personale delle forze dell'ordine nella provincia di Brindisi, nel quadro del piano di assunzioni straordinario previsto in materia, sia indicato dal Governo come eventuale, mentre, a suo avviso, deve essere ritenuto doveroso. Osserva infatti come, anche indipendentemente dai fenomeni di micro-criminalità derivanti da situazioni di marginalità sociale, a fronte del pericolo dell'imminente costituzione nella provincia di nuove organizzazioni criminali, non ci si possa limitare a riferirsi, nella valutazione del fabbisogno di personale delle forze dell'ordine, alla media nazionale, come fa la risposta del Governo, mentre sono invece necessarie risorse aggiuntive.
  Ribadisce, dunque, la richiesta di ampliamento dell'organico delle forze dell'ordine assegnate alla provincia di Brindisi e assicura che i futuri sviluppi al riguardo saranno costantemente seguiti dal Gruppo di Forza Italia, in particolare dai deputati eletti in Puglia.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.50.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 3 aprile 2019. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA.

  La seduta comincia alle 14.50.

Indagine conoscitiva in materia di politiche dell'immigrazione, diritto d'asilo e gestione dei flussi migratori.
(Deliberazione).

  Giuseppe BRESCIA, presidente, sulla base di quanto convenuto in seno all'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione, ed essendo stata acquisita la previa intesa con il Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, propone di deliberare lo svolgimento di un'indagine conoscitiva in materia di politiche dell'immigrazione, diritto d'asilo e gestione dei flussi migratori.
  L'indagine conoscitiva si concluderà entro un anno e si svolgerà sulla base del programma predisposto (vedi allegato 6).

  Gennaro MIGLIORE (PD) auspica si avvii quanto prima il ciclo di audizioni dell'indagine conoscitiva, che si augura sia il più ampio possibile, pur ritenendo necessario indicare talune priorità tematiche che permettano di cogliere appieno il nucleo dei problemi, considerata la vastità dei temi in discussione. Confida che la Commissione possa svolgere un lavoro serio nel corso dell'indagine conoscitiva, la quale, a suo avviso, lungi dall'essere considerata una sorta di organismo surrogato rispetto ad una Commissione d'inchiesta, dovrà approfondire gli aspetti centrali dei fenomeni migratori. Auspica, infine, che, come previsto nella proposta di programma, tale attività conoscitiva abbia inizio con l'audizione del Ministro dell'interno, il cui orientamento su tali temi la Commissione attende di conoscere da tempo.

  Laura RAVETTO (FI) ricorda di aver presentato una proposta per la ricostituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione, e rileva come debba essere evitato il rischio che l'indagine conoscitiva, che pure ritiene importante, si estenda ad ambiti di competenza di un'eventuale Commissione di inchiesta parlamentare o del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen. In particolare, ritiene che l'indagine conoscitiva debba concentrarsi sulla situazione delle centinaia di migliaia di migranti che non sono inseriti nel circuito di accoglienza e integrazione.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) manifesta soddisfazione per la proposta di deliberare un'indagine conoscitiva su un tema di grande importanza, auspicando che vi sia in seguito la possibilità per i gruppi di integrare il relativo programma, indicando altri aspetti da approfondire, tra cui quelli già da lui segnalati in precedenza.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, osserva che, considerata l'estrema ampiezza del tema in questione, l'oggetto dell'indagine conoscitiva, sulla base di quanto concordato in seno all'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è stato necessariamente circoscritto agli aspetti di stretta competenza della Commissione. Per tale motivo, mentre alcune delle proposte di integrazione del programma di indagine avanzate dal deputato Magi sono state accolte, altre non hanno potuto invece trovare spazio proprio per scongiurare il rischio di un sconfinamento in ambiti di competenza di altre Commissioni Fa presente, in ogni caso, che resta ferma la possibilità per i gruppi di concordare in seguito una eventuale integrazione del programma, che consenta di ampliare il campo dell'indagine stessa.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD), pur riconoscendo l'ampiezza del tema oggetto dell'indagine, auspica che l'indagine conoscitiva possa concludersi in tempi ragionevoli.

  Francesco Paolo SISTO (FI) rileva come il rischio dell'indagine conoscitiva è quello di essere uno strumento sostanzialmente inutile, in quanto in tale sede la Commissione non dispone dei ben più significativi poteri attribuiti alle Commissioni di inchiesta. Auspica quindi che l'oggetto dell'indagine conoscitiva possa essere ulteriormente precisato nel corso del suo svolgimento e che la tempistica sia definita con rigore, al fine di renderla il più incisiva.
  Ritiene inoltre che il programma dell'indagine debba prevedere, in particolare per quanto riguarda i temi dei rimpatri e delle procedure amministrative relative al diritto di asilo, più che un'attività di mera analisi e di valutazione, un'azione di verifica circa l'applicazione della normativa vigente in materia, suggerendo al riguardo talune modifiche puntuali del programma stesso.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, dopo aver ribadito come il perimetro dell'indagine potrà essere ulteriormente precisato nel corso dello svolgimento della stessa, ritiene opportuno che la Commissione deliberi nella seduta odierna lo svolgimento dell'indagine conoscitiva sulla base del programma predisposto, anche in considerazione del fatto che eventuali modifiche di tale programma comporterebbero la necessità di acquisire nuovamente l'intesa in merito del Presidente della Camera.

  Francesco Paolo SISTO (FI) concorda con le osservazioni del Presidente e ritiene opportuno procedere innanzitutto alla deliberazione dell'indagine conoscitiva.

  La Commissione approva la proposta del Presidente.

  La seduta termina alle 15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15 alle 15.10.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 3 aprile 2019. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA.

  La seduta comincia alle 15.15.

Indagine conoscitiva nell'ambito dell'esame della proposta di legge costituzionale C. 1585 cost. approvata dal Senato, e C. 1172 cost. D'Uva, recante «Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari» e della proposta di legge C. 1616, approvata dal Senato, recante «Disposizioni per assicurare l'applicabilità delle leggi elettorali indipendentemente dal numero dei parlamentari».
Audizione di Michele Schiavone, Segretario generale del Consiglio Generale degli italiani all'estero (CGIE).
(Svolgimento e conclusione).

  Giuseppe BRESCIA, presidente, fa presente che l'ordine del giorno reca l'audizione del dottor Michele Schiavone, Segretario generale del Consiglio Generale degli italiani all'estero (CGIE).
  Avverte che l'audizione sarà trasmessa attraverso la web-tv della Camera dei deputati.
  Saluta il dottor Schiavone, nonché i componenti della delegazione che lo accompagna, lo ringrazia per aver accolto l'invito della Commissione e chiede cortesemente di contenere il suo intervento in circa dieci minuti, in modo da consentire ai commissari di porre eventuali domande.
  Dà quindi la parola al dottor Schiavone.

  Michele SCHIAVONE, Segretario generale del Consiglio Generale degli italiani all'estero (CGIE), svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Marco GALDI, Professore di diritto pubblico presso l'Università di Salerno, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono per porre quesiti e formulare osservazioni i deputati Fucsia FITZGERALD NISSOLI (FI), Francesca LA MARCA (PD), Massimo UNGARO (PD), Nicola CARÈ (PD), Giovanni DONZELLI (FdI) e Angela SCHIRÒ (PD).

  Marco GALDI, Professore di diritto pubblico presso l'Università di Salerno, e Michele SCHIAVONE, Segretario generale del Consiglio Generale degli italiani all'estero (CGIE), rispondono ai quesiti posti e rendono ulteriori precisazioni.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ringrazia il dottor Schiavone e il professor Galdi e dichiara conclusa l'audizione.

Audizione di Beniamino Caravita di Toritto, Professore di istituzioni di diritto pubblico presso l'Università «La Sapienza» di Roma.
(Svolgimento e conclusione).

  Giuseppe BRESCIA, presidente, fa presente che l'ordine del giorno reca l'audizione del professore Beniamino Caravita di Toritto, Professore di istituzioni di diritto pubblico presso l'Università di Roma «La Sapienza».
  Avverte che l'audizione sarà trasmessa attraverso la web-tv della Camera dei deputati.
  Ringrazia il professor Caravita di Toritto per aver accolto l'invito della Commissione e chiede cortesemente di contenere il suo intervento in circa dieci minuti, in modo da consentire ai commissari di porre eventuali domande.
  Dà quindi la parola al professor Caravita di Toritto.

  Beniamino CARAVITA DI TORITTO, Professore di istituzioni di diritto pubblico presso l'Università «La Sapienza» di Roma, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono per porre quesiti e formulare osservazioni i deputati Stefano CECCANTI (PD) e Riccardo MAGI (Misto-+E-CD).

  Beniamino CARAVITA DI TORITTO, Professore di istituzioni di diritto pubblico presso l'Università «La Sapienza» di Roma, risponde ai quesiti posti e rende ulteriori precisazioni.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ringrazia il professor Caravita di Toritto e dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.05.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 168 del 2 aprile 2019, a pagina 14, seconda colonna, quinta riga, le parole: «(Parere alla III Commissione)» sono sostituite dalle seguenti: «(Parere alle Commissioni riunite II e III)» e alla medesima pagina 14, seconda colonna, dodicesima riga, le parole: «alla III Commissione Affari esteri» sono sostituite dalle seguenti: «alle Commissioni riunite II Giustizia e III Affari esteri».

I Commissione - mercoledì 3 aprile 2019

ALLEGATO 1

Affidamento dei servizi di trasporto nelle ferrovie turistiche (C. 1615).

PARERE APPROVATO

  Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,
   esaminato il nuovo testo della proposta di legge C. 1615 Marino, in materia di affidamento dei servizi di trasporto nelle ferrovie turistiche, come risultante dagli emendamenti approvati in sede referente dalla IX Commissione;
   rilevato come la proposta di legge, che modifica l'articolo 5 della legge n. 128 del 2017 in materia di ferrovie turistiche, sia volta ad ampliare l'ambito dei soggetti autorizzati a svolgere servizio ferroviario turistico, in considerazione del fatto che alcune società le quali esercitano servizi di trasporto e hanno operato nel settore del trasporto turistico ferroviario fino all'entrata in vigore della legge n. 128 del 2017, che ha riservato l'esercizio di tale attività solo ai soggetti qualificati come imprese ferroviarie, rischiano oggi di non poter proseguire l'attività in quanto non in possesso di tale qualifica;
   sottolineato come, nell'ottica di superare tali incongruenze e problematicità, l'esercizio del servizio ferroviario turistico venga consentito anche a musei ferroviari e associazioni, comunque sotto la responsabilità di imprese ferroviarie o di soggetti che, ancorché non qualificate come imprese ferroviarie, gestiscono servizi ferroviari sulla rete esistente;
   rilevato, sotto il profilo del rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite, come il provvedimento possa essere ricondotto, in parte, con riferimento all'infrastruttura ferroviaria nazionale, alla materia di legislazione concorrente «grandi reti di trasporto» e, in parte, alla materia di competenza residuale delle regioni «trasporto ferroviario regionale e locale»;
   sottolineato come la giurisprudenza della Corte costituzionale sia stata fin qui orientata ad ammettere l'intervento statale in materie attribuite alla competenza legislativa concorrente o residuale delle regioni, sulla base del principio di sussidiarietà, a condizione che siano individuate adeguate procedure concertative e di coordinamento orizzontale tra lo Stato e le regioni e rilevato come la proposta di legge si inserisca nella disciplina recata dalla legge n. 128 del 2017, la quale già prevede, tra le altre cose, un'intesa in sede di Conferenza Stato-regioni per l'individuazione delle ferrovie turistiche;
   rilevato come entri inoltre in considerazione l'aspetto concernente la sicurezza ferroviaria, riconducibile alla materia «ordine pubblico e sicurezza», che l'articolo 117, comma 2, lettera h), della Costituzione attribuisce alla competenza esclusiva dello Stato,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

ALLEGATO 2

5-01829 Magi: Sulla mancata considerazione dell'articolo 33 della Convenzione di Ginevra nella direttiva del Ministro dell'interno per il coordinamento unificato dell'attività di sorveglianza delle frontiere marittime e per il contrasto all'immigrazione illegale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Governo ha indirizzato, fin dall'inizio del suo mandato, ogni sforzo nel contrasto ai flussi migratori irregolari e al business del traffico degli esseri umani nel Mediterraneo.
  Lo ha fatto, esercitando un ruolo proattivo attraverso iniziative sui diversi, ma interconnessi piani – internazionale, europeo e nazionale – con al centro un più incisivo controllo delle frontiere marittime, con risultati ampliamenti noti.
  In questa cornice, va correttamente inquadrata la direttiva del Ministro dell'Interno del 18 marzo, integrata da quella del successivo 28 marzo scorso.
  In particolare, con il primo atto si è inteso fornire, in coerenza con il quadro giuridico internazionale, linee direttive per il coordinamento unificato dell'attività di sorveglianza delle frontiere marittime e per il contrasto all'immigrazione illegale, nell'ambito delle funzioni attribuite al Ministro dell'interno ex articolo 11 del testo unico sull'immigrazione del 1998.
  Con specifico riferimento all'attività di coordinamento dei soccorsi in mare svolta da unità navali, la citata direttiva evidenzia come il nostro Paese, anche fuori della propria regione di competenza, abbia l'obbligo di garantire la salvaguardia della vita umana in mare e di coordinare le azioni di soccorso, se richiesto e fino a quando il Rescue Coordination Centre (RCC) competente per area non abbia formalmente assunto il coordinamento dell'evento e, quindi, la responsabilità delle operazioni di soccorso.
  A tal riguardo è stata richiamata la Convenzione di Amburgo, secondo cui le operazioni devono essere coordinate dall'Autorità internazionalmente riconosciuta come Rescue Coordination Centre per quella zona di responsabilità SAR dichiarata e non contestata dagli Stati costieri limitrofi.
  La direttiva focalizza l'attenzione sulle attività degli apparati dello Stato nell'ambito di interventi effettuati in acque, anche internazionali, partendo dal presupposto che spesso i cosiddetti eventi di search and rescue si sovrappongono ad operazioni più strettamente di polizia in quello scenario.
  È evidente pertanto che, seppur non espressamente richiamati nell'atto ministeriale, restano indiscutibilmente fermi per il nostro Paese i principi contenuti nella Convenzione sullo statuto dei rifugiati di Ginevra del 1951, ed in particolare quello di non refoulement di cui all'articolo 33, considerato che la direttiva non ha inteso, né avrebbe potuto mai, incidere su tale aspetto.
  Con il documento integrativo del 28 marzo, il Ministro dell'interno ha richiamato il contenuto della nota della Commissione europea del 18 marzo scorso all'Agenzia Frontex con la quale sono stati evidenziati i passaggi formali e sostanziali finora compiuti dalla Libia per una piena responsabilità giuridica ed operativa nel controllo delle frontiere e nel salvataggio delle vite umane in mare.
  In particolare, la Commissione europea ha evidenziato, da una parte, l'avvenuta ratifica da parte della Libia della Convenzione
SAR di Amburgo e la notifica all'Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) della propria area SAR, dall'altra, i risultati positivi della Guardia Costiera libica che, nel 2018, secondo i dati dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, ha salvato 15.358 persone.
  È un riconoscimento anche all'impegno italiano nell'attuazione del Progetto di capacity building co-finanziato dall'Unione europea a supporto delle autorità libiche per lo sviluppo di un sistema di gestione integrata delle frontiere e dell'immigrazione, al quale concorrono, in maniera determinante, la cessione di mezzi navali e le attività di specifica formazione alla Libia, previste dal decreto-legge n. 84/2018.
  Le direttive – la prima, su un piano più generale, la seconda, prendendo atto di un riconoscimento, a livello europeo, delle capacità di soccorso della Guardia costiera libica – hanno, pertanto, inteso impartire coerenti indicazioni alle autorità di polizia e militari impegnate nel Mediterraneo nelle attività di controllo delle frontiere marittime, fermi restando gli obblighi derivanti dal quadro giuridico internazionale a tutela della salvaguardia della vita umana.

ALLEGATO 3

5-01830 Migliore: Sull'istituzione di una commissione di indagine per l'esercizio dei poteri di accesso e accertamento, di cui all'articolo 143 del TUEL relativamente alle turbative da parte della criminalità organizzata sull'azione del comune di Castellammare di Stabia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La vicenda segnalata dall'Onorevole interrogante circa i possibili condizionamenti della criminalità organizzata sull'azione amministrativa del comune di Castellammare di Stabia viene costantemente seguita dal Prefetto di Napoli.
  Sulla base delle dichiarazioni di alcuni pentiti, nei mesi scorsi, è stata avviata un'efficace attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che ha consentito di concludere, il 5 dicembre scorso, una delle più importanti operazioni anticamorra degli ultimi anni.
  L'inchiesta, denominata «Olimpo», ha portato all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 persone, tra le quali i capi di quattro cosche malavitose dell'area stabiese ed alcuni imprenditori.
  Sono emerse molteplici attività estorsive poste in essere a Castellammare di Stabia dai clan D'Alessandro e Cesarano, dal clan Afeltra, egemone nei territori di Pimonte ed Agerola (NA), e dal clan Di Martino attivo a Gragnano; è emerso, altresì, il coinvolgimento in attività illecite dell'imprenditore Alfonso Greco.
  Il Greco, secondo quanto emerso dalle indagini, era inserito nelle dinamiche delinquenziali del territorio e sottostava alle richieste di pagamento di somme estorsive da parte dei diversi sodalizi criminali, ritenendole uno strumento utile a proseguire le proprie attività imprenditoriali in quei territori.
  L'imprenditore, peraltro, indirizzava le attività estorsive dei clan su altri operatori economici della zona.
  Al Greco è stata sequestrata, durante una perquisizione, una somma in contanti superiore a due milioni euro.
  Quanto alla richiesta di attivazione della procedura di cui all'articolo 143 del Testo unico degli Enti Locali, sottolineo che, in via generale, la delega dei poteri di accesso al Prefetto da parte del Ministro dell'interno presuppone l'esistenza di informazioni qualificate circa il possibile condizionamento dell'amministrazione stessa da parte di organizzazioni criminali di stampo mafioso o similare.
  Si tratta quindi di effettuare valutazione complesse, di carattere riservato, da condividere in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, con la partecipazione della Procura Distrettuale Antimafia.
  Posso, in ogni caso, assicurare che il Comune in questione, i cui organi di governo sono stati rinnovati nel 2018, al termine di un commissariamento ordinario per dimissioni della maggioranza dei componenti del consiglio, è sottoposto a un puntuale monitoraggio, attraverso le Forze dell'ordine e con un costante raccordo con l'Autorità giudiziaria, per verificare la sussistenza di qualsivoglia forma di condizionamento che possano costituire il presupposto per l'eventuale avvio della procedura finalizzata alla misura dello scioglimento straordinario.

ALLEGATO 4

5-01831 Donzelli: Sulle attività svolte dal «Centro culturale del Bangladesh» nel quartiere San Jacopino di Firenze.

TESTO DELLA RISPOSTA

  I locali ubicati in via Tozzetti, nel quartiere San Jacopino a Firenze, di cui gli interroganti fanno cenno nell'atto ispettivo, sono attualmente sede del «Centro Culturale del Bangladesh» e sono utilizzati sia come luogo di aggregazione sia per finalità di culto per la locale comunità bengalese.
  Il predetto centro, che secondo quanto riferito dalle Autorità provinciali di Pubblica Sicurezza non beneficerebbe di finanziamenti esterni, né sarebbe legato ad alcuna delle più diffuse organizzazioni islamiche presenti in Italia, non dispone di un Imam e pertanto, le funzioni di guida della preghiera comunitaria sono svolte, a rotazione, dai fedeli presenti.
  A seguito di esposti presentati nel 2016 da alcuni residenti che lamentavano problematiche sotto l'aspetto del decoro e della salubrità dei locali, la questione è stata più volte esaminata anche in sede di Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica per le valutazioni di eventuali profili connessi all'ordine pubblico.
  Le verifiche effettuate dalla Polizia Locale nella predetta struttura non hanno fatto emergere irregolarità, né illeciti di sorta sotto il profilo igienico-sanitario o urbanistico, tenuto anche conto del fatto che il contratto di locazione non prevede espressi divieti di esercizio di attività ricreative.
  I controlli sono stati successivamente ripetuti anche nel corso del 2017 ad opera dell'Azienda Sanitaria Locale, dei Vigili del Fuoco e della stessa Polizia Locale.
  In particolare, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, riferendo gli esiti dell'apposito sopralluogo, ha ritenuto la situazione ammissibile qualora il numero massimo di presenze contemporanee nei locali non superi le 50 unità, mentre l'Azienda USL Toscana Centro ha riferito che nella visita ispettiva svolta non erano emerse particolari carenze igienico-sanitarie.
  Per quanto, riguarda, invece, la questione riguardante il rilascio dei certificati anagrafici, informo che nel capoluogo vengono già rilasciati da alcuni anni certificati on line con timbro digitale, a disposizione di tutti gli utenti, in base ad un protocollo stipulato nel 2012 tra la Prefettura e il Comune di Firenze.
  Per agevolare i cittadini in tali adempimenti amministrativi, il Comune ha formato diversi operatori di associazioni, sindacati, case di cura, edicole, tabaccai e altro, dando avvio ad una «Rete di servizi diffusi», con il compito di supportare l'utente nell'acquisizione dei certificati e senza necessità di recarsi agli sportelli anagrafici.
  L'Amministrazione Comunale ha, quindi, riferito che diverse comunità straniere hanno aderito al progetto e, tra queste, vi è anche l'Associazione del Bangladesh, abilitata, per tale ragione, al rilascio della certificazione con l'osservanza delle stesse modalità seguite per tutti gli altri soggetti aderenti e, cioè, previa autenticazione di alcuni componenti dell'Associazione appositamente formati dai funzionari dell'anagrafe comunale.
  Nel concludere e tornando sul tema più generale della regolamentazione e del finanziamento
dei luoghi di culto, richiamo quanto riferito dal Ministro Salvini in occasione del question time svolto in Aula il 13 marzo scorso.
  E cioè l'impegno a mantenere al massimo livello la capacità dei nostri apparati info-investigativi per cogliere ogni eventuale segnale che possa far emergere legami tra finanziamenti apparentemente volti ad attività di proselitismo religioso e attività illegali connesse ad attività terroristiche.

ALLEGATO 5

5-01832 Sisto: Sullo stato della sicurezza e dell'ordine pubblico nella provincia di Brindisi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La situazione della sicurezza e dell'ordine pubblico nella Provincia di Brindisi è caratterizzata dalla presenza di una fenomenologia delittuosa riconducibile sia alla criminalità organizzata che a quella comune.
  Negli ultimi anni, diversi esponenti di spicco dei sodalizi storici della Sacra Corona Unita sono stati tratti in arresto, con conseguente riduzione dell'incidenza dei rispettivi gruppi criminali. Si registra, tuttavia, la presenza di gruppi neocostituiti e poco strutturati che tendono progressivamente ad espandere le proprie attività illecite nel settore delle estorsioni e del traffico di sostanze stupefacenti (in special modo provenienti dall'Albania).
  Sul versante della microcriminalità va rilevato che, secondo la concorde valutazione espressa dai vertici delle Forze dell'Ordine, gli episodi ad essa riconducibili si legano principalmente a situazioni di marginalizzazione sociale e di disagio economico e vedono spesso protagonisti giovani privi di una sistemazione lavorativa.
  Quanto ad alcuni episodi segnalati dagli onorevoli interroganti, informo che le indagini svolte hanno consentito di individuare celermente i presunti responsabili. In particolare, riguardo al ferimento di un giovane con arma da fuoco, avvenuto nel centro cittadino nella notte tra il 12 ed il 13 gennaio scorso, i Carabinieri hanno provveduto all'arresto di un pregiudicato del posto, non gravitante nel circuito della criminalità organizzata; quanto alla rapina consumata ai danni di una gioielleria sita in un centro commerciale alle porte del capoluogo, le indagini hanno portato all'arresto di tre persone.
  Segnalo che anche in relazione ad un altro episodio verificatosi il 1o aprile scorso a Carovigno ai danni di una gioielleria le attività di indagine avviate dall'Arma dei Carabinieri hanno consentito di rintracciare i responsabili.
  Le complesse ed articolate espressioni criminose sono, peraltro, oggetto di continua ed attenta analisi in sede di Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza pubblica allargato anche alla partecipazione dell'Autorità Giudiziaria, al fine di raccogliere elementi conoscitivi e di valutazione per l'attuazione di migliori strategie di intervento delle Forze dell'Ordine.
  Per quanto concerne l'organico delle Forze di polizia, segnalo che nella provincia di Brindisi operano attualmente 537 unità della Polizia di Stato di cui 22 appartenenti ai ruoli tecnici, rispetto ad una forza organica di 533 unità.
  Preciso, altresì, che nello scorso mese di febbraio l'organico della Polizia è stato potenziato con l'assegnazione di 12 unità.
  Ulteriori incrementi di personale, con riferimento anche alle professionalità tecnico-scientifiche, potranno essere valutati in occasione di future assegnazioni connesse al piano di assunzioni straordinarie per 6.150 unità, previsto dal Governo e che servirà a ripianare totalmente gli organici delle Forze dell'Ordine.
  Quanto all'Arma dei Carabinieri, informo che nella provincia di Brindisi operano un Comando Provinciale, 4 Compagnie e 23 Stazioni, con una forza effettiva attestata su 541 unità e con un rapporto
Carabinieri/abitanti favorevole rispetto sia alla media regionale che a quella nazionale.
  Nel medesimo territorio, sono altresì operative la componente forestale, con 1 Gruppo carabinieri forestali e 3 Stazioni forestali aventi una forza effettiva di 29 unità, e quella speciale con 1 Nucleo carabinieri ispettorato del lavoro composto da 4 unità.

ALLEGATO 6

Indagine conoscitiva in materia di politiche dell'immigrazione, diritto d'asilo e gestione dei flussi migratori.

PROGRAMMA DELL'INDAGINE

  La Commissione Affari costituzionali intende approfondire, attraverso lo strumento dell'indagine conoscitiva, negli ambiti di propria competenza, le complesse e articolate tematiche attinenti alla materia delle politiche dell'immigrazione, del diritto d'asilo e della gestione dei flussi migratori.
  Passando quindi a sintetizzare gli specifici punti di interesse che saranno oggetto dell'indagine, per quel che concerne la tematica del Sistema di accoglienza per i richiedenti asilo e i rifugiati, l'indagine conoscitiva intende giungere a una definizione del Sistema di accoglienza e alla ricognizione delle tipologie di centri attualmente operativi sul territorio, nonché alla catalogazione delle funzioni e all'analisi di compatibilità rispetto alle previsioni normative.
  Inoltre, attraverso l'indagine la Commissione compirà un'analisi del rapporto tra strutture ordinarie ed emergenziali, con relativo confronto in termini di capacità, costi, controlli di gestione, criticità.
  Sarà altresì possibile individuare le buone prassi da implementare (con particolare attenzione alle ricadute dirette ed indirette sul territorio, anche in termini di sviluppo territoriale) e le criticità da superare.
  L'attività conoscitiva sarà quindi occasione:
   per una verifica delle procedure previste e adottate relativamente all'affidamento della gestione dei diversi centri preposti all'accoglienza, e attualmente operativi, ai rispettivi enti;
   per esaminare le convenzioni stipulate con gli enti gestori dei centri e per verificare le responsabilità relative alla eventuale mancanza dei servizi previsti secondo livelli di adeguatezza e di qualità;
   per valutare la periodicità e l'efficacia delle attività di monitoraggio e controllo sui centri;
   per valutare il Sistema sotto un profilo economico, anche in relazione all'utilizzo del Fondo asilo migrazione e integrazione.

  In tale ambito l'indagine consentirà di esplorare, partendo dal lavoro svolto nella precedente Legislatura, in particolar modo dalla Commissione d'inchiesta sui centri di accoglienza e di trattenimento, le inefficienze dell'attuale sistema, comprendere le conseguenze profonde di tali inefficienze non solo in termini di diritto (quale principio democratico e di legalità assoluto) nell'interesse dei cittadini stranieri, ma anche in relazione all'interesse nazionale (gestione di fondi pubblici, coesione/tensioni sociali, sviluppo socio-culturale del Paese, sviluppo della coscienza democratica).
  Inoltre, potranno essere analizzate le strategie urgenti da applicare per dare seguito alle disposizioni normative che vogliono la limitazione di grandi centri di accoglienza, il definitivo superamento dell'approccio di accoglienza emergenziale in favore dello sviluppo del sistema ordinario.
  Sarà altresì possibile esplorare le buone prassi di «seconda e terza accoglienza», per scongiurare il fallimento di percorsi di integrazione avviati ma non solidi, nonché verificare l'efficacia delle attuali politiche
in atto e degli strumenti di intervento in materia di integrazione sociale dei cittadini stranieri.
  Per quanto concerne la tematica della detenzione amministrativa, l'indagine conoscitiva intende realizzare un'analisi:
   dell'efficacia dello strumento della detenzione amministrativa nel contesto della normativa di riferimento;
   del funzionamento del cosiddetto approccio «hotspot» e delle strutture adibite all'identificazione in frontiera;
   circa i dati e il monitoraggio di quanto avviene alle frontiere: procedure, informativa adeguata, espulsioni, respingimenti e riammissioni verso Stati membri dell'Unione europea;
   circa le criticità del Regolamento di Dublino, nonché circa i compiti e il rafforzamento dell'Unità Dublino del ministero dell'interno.

  Per quel che attiene alla tematica dei rimpatri, l'indagine conoscitiva intende realizzare un'analisi:
   delle politiche attive di rimpatrio (costi, efficacia dello strumento, implementazione o possibili alternative);
   dei programmi di ritorno volontario assistito (RVA), analizzando l'efficacia dello strumento e delle criticità attualmente riscontrate e definendo relative proposte di intervento.

  Al riguardo, data la centralità del tema dei rimpatri, ai fini della generale efficienza del sistema italiano di accoglienza, è quanto mai urgente verificare le prassi in atto, i costi delle politiche di rimpatrio, l'impatto sull'intero sistema e quali siano i possibili margini di intervento.
  In merito si segnala come i programmi di ritorno appaiano scarsamente attrattivi (stando ai dati disponibili di migranti che ricorrono a questo strumento) specialmente se paragonati alle Rimesse estere (soldi inviati nel Paese di origine dai migranti in Italia). Risulta quindi urgente un'analisi approfondita dello strumento per comprenderne costi, efficacia e margini di implementazione.
  Con riferimento al tema delle procedure amministrative relative al diritto di asilo, l'indagine conoscitiva consentirà di valutare l'efficacia ed effettività dell'accesso alla procedura, di effettuare un monitoraggio sull'operato delle questure e la formazione del personale degli uffici immigrazione, di valutare l'impatto del fattore temporale sulle procedure e il funzionamento delle commissioni territoriali e della Commissione nazionale per il diritto di asilo, nonché di definire buone prassi e proposte di modifica normativa.
  In tale ambito appare necessario compiere un focus specifico relativamente:
   a) ai dati aggiornati sulle domande di asilo presentate e decise (divise per Paesi e Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale;
   b) ai dati aggiornati sulle domande pendenti presso le Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale (divise per Paese di origine, Commissione territoriale e date di presentazione della domanda);
   c) ai dati aggiornati sui ricorsi giurisdizionali presentati (divise per Stato di origine, Commissione territoriale ed esiti relativi);
   d) ai dati ed elementi circa le direttive e le circolari impartite alle Commissione territoriali dalla Commissione nazionale;
   e) alla formazione iniziale e permanente dei membri delle Commissione territoriali organizzate dalla Commissione nazionale;
   d) all'organizzazione e al funzionamento della banca dati organizzata dalla Commissione nazionale;
   e) alla tipologia degli interpreti assunti presso le Commissioni territoriali e loro lingue;

   f) ai dati aggiornati su provvedimenti di revoca della protezione internazionale disposti dalla Commissione nazionale;
   g) circa tempi, procedure e modi per la trasmissione telematica delle domande presentate tra questure e Commissioni territoriali e tra le diverse Commissioni territoriali;
   i) agli intendimenti circa la velocizzazione dell'invio e della trattazione delle domande da parte delle Commissioni territoriali;
   l) agli intendimenti circa la costituzione di nuove Commissioni territoriali o di loro sezioni;
   m) ai dati circa i tempi effettivi di lavoro dei membri di ogni Commissione territoriale e delle loro sezioni.

  In merito a tale tematica si rileva come gran parte dei ritardi nell'espletamento delle procedure (con conseguente grave prolungarsi dei tempi) sia determinato dalla difficoltà di accesso alle procedure e alla formalizzazione delle domande di protezione (per il tramite delle questure) che può durare anche più di sei mesi. Le medesime criticità si rilevano anche nel caso di rinnovo dei titoli di soggiorno. Appare dunque necessario verificare quanto in atto e comprendere se la problematica sia riconducibile ad una carenza di personale o ad altre criticità.
  Per quanto riguarda le tematiche della programmazione dei flussi, della regolarizzazione e l'ingresso controllato dei migranti, dell'apertura canali regolari di ingresso per lavoro, per ricerca lavoro, per accesso al diritto di asilo, nonché della realizzazione di canali umanitari in favore dei soggetti che hanno bisogno di protezione o di resettlement, l'indagine costituisce l'occasione per una verifica circa l'applicazione delle previsioni normative in termini di programmazione dei flussi annuali di ingresso, nonché per evidenziare buone prassi e criticità.
  Al riguardo si ricorda che il Testo unico per l'immigrazione prevede di programmare quote di ingresso per migranti. L'analisi del fabbisogno oggettivo nazionale appare dunque utile al fine di meglio calibrare queste quote e superare le regolarizzazioni fatte dai passati Governi con strumenti ordinari ed alternativi alla domanda di asilo (spesso fatta in maniera strumentale) per avere regolare accesso al territorio nazionale.
  Per quanto riguarda la tematica della tutela dei minori stranieri non accompagnati e delle altre categorie vulnerabili, l'indagine costituisce l'occasione per compiere una verifica circa l'applicazione delle recenti novità normative, analisi di impatto, buone prassi e criticità da superare (ad esempio relativamente alla difficoltà a reperire tutori volontari, la forte presenza di minori stranieri non accompagnati accolti in centri non idonei, la scarsa applicazione di previsioni di tutela per categorie vulnerabili, ad esempio nell'accesso alla tutela sanitaria).
  L'indagine conoscitiva avrebbe una durata di un anno e si articolerebbe nel seguente programma di audizioni:
   Ministero dell'Interno;
   Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Direzione Generale dell'immigrazione e delle politiche di integrazione);
   Rappresentanti delle Forze di polizia;
   Rappresentanti delle Forze armate;
   Commissione nazionale per il diritto di asilo;
   Rappresentanti della Commissione europea e del Parlamento europeo;
   Rappresentanti di organizzazioni internazionali operanti nel settore dell'immigrazione;
   Rappresentanti delle regioni e degli enti locali;
   ISTAT;
   Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà;
   Rappresentanti di associazioni e organizzazioni private attive nel settore dell'accoglienza dei migranti e dei fenomeni migratori;
   Esperti e studiosi della materia.