Commissione parlamentare per le questioni regionali
Commissione parlamentare per le questioni regionali
Comm. bicam. per le questioni regionali
Comm. bicam. Questioni regionali
SEDE CONSULTIVA
Giovedì 14 marzo 2019. — Presidenza della presidente Emanuela CORDA.
La seduta comincia alle 8.20.
DL 4/2019: Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni.
C. 1637 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alle Commissioni XI e XII della Camera).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 13 marzo 2019.
La senatrice Bianca Laura GRANATO (M5S), relatrice, fornisce, prima di illustrare la proposta di parere, alcuni elementi di risposta alle richieste di chiarimento avanzate nella seduta di ieri. In primo luogo segnala, con riferimento al quesito posto dal collega Dal Mas, nella seduta di ieri, che l'articolo 25-bis appare volto ad affrontare un problema specifico, quello dello status contrattuale dei giornalisti che operano presso gli uffici stampa delle regioni a statuto speciale e delle province autonome. In materia vi è infatti un vuoto normativo e la norma fa salvo il trattamento attuale in attesa che una specifica contrattazione affronti il problema.
Con riferimento invece alle richieste avanzate dai colleghi Manca e Abate, avverte che è in distribuzione il parere della Conferenza unificata dello scorso 12 marzo sul provvedimento in esame. Dal documento si evincono i contenuti dell'accordo raggiunto tra Stato e regioni per il potenziamento dei centri per l'impiego regionali nell'ambito dell'avvio del reddito di cittadinanza. Ricorda che tale accordo dovrebbe ora trovare attuazione in alcuni emendamenti che il Governo presenterà al provvedimento. In particolare si prevede che con decreto del Ministro del lavoro, da adottare previa intesa in sede di Conferenza Stato-regioni, sia predisposto un piano straordinario di potenziamento dei centri per l'impiego; nell'ambito di questo piano – per il quale verrebbero stanziati 160 milioni di euro per l'anno 2019, 250 milioni di euro per l'anno 2020 e 50 milioni di euro per l'anno 2021 – sarà previsto il supporto dei centri per l'impiego da parte di personale tecnico che sarà assunto da ANPAL Servizi Spa, nel limite di spesa di 90 milioni di euro e nel numero di 3.000 unità (e non più 6.000 come inizialmente previsto; si tratta dei cd. navigator); le risorse rimanenti saranno ripartite – con decreto del Ministro del lavoro previa intesa in sede di Conferenza Stato-regioni – tra i centri per l'impiego regionali con vincolo di destinazione per attività connesse all'erogazione del reddito di cittadinanza; è inoltre previsto che le regioni possano procedere a decorrere dal 2021 all'assunzione di 7600 unità di personale da impiegare nei centri regionali per l'impiego, con possibilità di anticipare parte di tali assunzioni già al 2020; che siano introdotte misure per facilitare i processi per l'immissione del nuovo personale, attraverso disposizioni di deroga ai limiti normativi vigenti in materia di capacità assunzionale per le regioni o le Agenzie regionali deputate alla gestione dei servizi per l'impiego e, infine, che siano inseriti nel testo riferimenti alla possibilità di gestione associata da parte dei comuni dei servizi sociali di contrasto alla povertà anche nell'ambito delle attività connesse all'erogazione del reddito di cittadinanza.
Formula quindi la proposta di parere che, oltre a ribadire le osservazioni già contenute nel parere precedentemente reso dalla Commissione, richiede, sempre con un'osservazione, la previsione di un'intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, anziché del semplice parere, con riferimento all'articolo 12 in materia di potenziamento dei centri per l'impiego e utilizzo dei cd. navigator. Sottolinea di avere integrato l'osservazione relativa all'opportunità di potenziare i servizi territoriali dei comuni con un riferimento alla gestione associata di tali servizi (vedi allegato).
Il deputato Roberto PELLA (FI) rileva, in primo luogo, la necessità di una migliore programmazione dei lavori della Commissione, evitando il più possibile di cambiare la convocazione dei lavori nel corso della settimana. Con riferimento alla proposta di parere, prende atto che hanno alla fine trovato accoglienza le osservazioni e i rilievi avanzati dal suo gruppo, e anche dal PD e da Fratelli d'Italia, con una retromarcia da parte del gruppo del Movimento 5 Stelle rispetto alla posizione di chiusura assunta in occasione dell'esame del provvedimento durante l'iter al Senato. Ringrazia la Lega sia per il contributo che gli amministratori regionali e locali di quel partito hanno dato per il felice esito della Conferenza unificata dello scorso 12 marzo sia per la disponibilità al dialogo e all'approfondimento già manifestate, a differenza del Movimento 5 Stelle, nella precedente seduta. Osserva in conclusione che la volontà del Movimento 5 Stelle in quella occasione di non accogliere le giuste osservazioni poste dalle opposizioni, non tenendo nemmeno conto del dialogo in corso tra il ministro Di Maio e l'ANCI, è stata superata dalla realtà con l'accordo raggiunto in sede di Conferenza unificata; il che consente ora alla Commissione di recuperare il suo ruolo, con una proposta di parere che recepisce le indicazioni del suo gruppo, rispetto alle quali in precedenza non c'era stata nessuna apertura.
Il senatore Daniele MANCA (PD), nel dichiarare apprezzamento per il mutamento di clima che la proposta di parere testimonia rispetto al parere espresso nel corso dell'iter al Senato, rileva che il tema dell'intreccio di competenze statali e regionali in materia di politiche per il lavoro appare reimpostato in termini corretti, attraverso la previsione della necessità di specifiche intese in materia tra Stato e regioni. Auspica quindi che l'accordo raggiunto in sede di Conferenza unificata venga recepito dalle Commissioni competenti in sede referente. Rimane però una non condivisione dell'impianto di fondo del reddito di cittadinanza, un istituto che infatti confonde le politiche attive per il lavoro con le misure di contrasto alla povertà. Si tratta invece di due aspetti che devono essere tenuti ben distinti poiché le povertà sono indice di una fragilità sociale su cui non si deve agire con le sole politiche del lavoro ma a più ampio spettro. Peraltro, se non si può che esprimere l'auspicio che l'azione di contrasto alla povertà posta in essere dal provvedimento abbia successo, è lecito dubitare di ciò in quanto le nuove misure sono calate in un contesto di tagli lineari e difficoltà nelle assunzioni e mentre viene smontato l'unico istituto esistente, il reddito di inclusione, a favore di uno strumento che non è stato ancora ben costruito.
La senatrice Roberta TOFFANIN (FI-BP) condivide le osservazioni dei colleghi, sottolineando come, sotto il profilo temporale, il coinvolgimento degli enti territoriali, al quale si è faticosamente giunti, avrebbe dovuto verificarsi nella fase istruttoria di preparazione del testo e non a provvedimento già emanato. L'articolo 4 del provvedimento prevede ad esempio che l'erogazione del reddito di cittadinanza – prevista a partire dal prossimo mese di aprile – sia subordinata alla sottoscrizione di una dichiarazione di disponibilità al lavoro e di un patto per il lavoro: come potranno gli enti territoriali farsi carico dal prossimo mese degli adempimenti a ciò connessi ? Dimostra poi bene l'improvvisazione la mancanza di riflessione con la quale si è proceduto il fatto che, con l'accordo raggiunto con le regioni, il governo abbia ridotto a 3.000 il numero dei navigator necessari, quando fino al giorno prima si era sostenuto che 6.000 fossero indispensabili. Nell'esprimere quindi l'auspicio che siano introdotte nel testo tutte le modifiche prospettate dall'accordo raggiunto in sede di Conferenza unificata, rileva che continua a presentare gravi criticità la disposizione di cui all'articolo 7, comma 15, che pone in capo ai comuni le verifiche anagrafiche connesse all'erogazione del reddito di cittadinanza.
La senatrice Rosa Silvana ABATE (M5S), in risposta alle affermazioni, a suo giudizio non condivisibili, della collega Toffanin, osserva che non vi è stata nessuna improvvisazione bensì la necessaria opera di approfondimento e di perfezionamento, da parte di personalità di grande competenza e attraverso l'individuazione degli idonei tavoli di confronto, di un provvedimento destinato a mutare il volto della Nazione, e quindi inevitabilmente complesso, come il reddito di cittadinanza.
La senatrice Roberta TOFFANIN (FI-BP) ritiene che se il coinvolgimento, i confronti e i tavoli fossero stati fatti per tempo, i «perfezionamenti», di cui parla la collega Abate, che in realtà sono stravolgimenti dell'impianto originario del provvedimento, avrebbero potuto essere concordati prima e in modo che gli enti territoriali coinvolti giungessero all'attuazione del reddito di cittadinanza sufficientemente preparati e non presi alla sprovvista come è accaduto. Invece il reddito di cittadinanza inizierà ad essere elargito senza che i centri per l'impiego e i servizi territoriali possano prendersi efficacemente in carico i beneficiari. Rimangono inoltre molti aspetti non chiari. È infatti possibile, in base al provvedimento, rifiutare tre proposte di lavoro ma in realtà il numero dei rifiuti potrebbe risultare maggiore, perché potranno essere rifiutate anche le proposte ritenute ai sensi dell'articolo 4 del provvedimento non congrue ad esempio sotto il profilo della retribuzione; non è inoltre specificato se l'offerta di lavoro debba consistere in un'offerta di lavoro a tempo indeterminato o determinato. Segnala inoltre che presso la Commissione Lavoro del Senato è in corso di esame un progetto di legge concernente l'introduzione del salario minimo che potrebbe ammontare a 1400-1500 euro mensili, senza che vi sia da parte del Governo la necessaria lungimiranza per capire che questo aspetto avrebbe dovuto essere affrontato prima del reddito di cittadinanza. Così come non vi è stata la necessaria lungimiranza per capire che per affrontare il problema dei Working Poors si sarebbe dovuto piuttosto operare con interventi di riduzione del cuneo fiscale.
Il deputato Roberto PELLA (FI) interviene a supporto delle argomentazioni svolte dalla collega Toffanin in risposta alla collega Abate. Ricorda in particolare che durante l'esame del provvedimento per l'espressione del parere alla Commissione competente del Senato fu ripetutamente rifiutata una sua richiesta di rinvio dell'esame. Tale richiesta era motivata dal fatto che i colleghi del gruppo del Movimento 5 Stelle si dimostravano non al corrente di quanto convenuto tra il ministro Di Maio e l'ANCI ed era quindi necessario procedere ad approfondimenti. Si manifestò in quella occasione da parte dei colleghi del Movimento 5 Stelle una chiusura al dialogo, a differenza dei colleghi della Lega disponibili invece al rinvio. Osserva conclusivamente che questa vicenda conferma la necessità di integrare la composizione della Commissione con una rappresentanza degli enti territoriali, in modo da rafforzare il contributo che l'esperienza nell'amministrazione della cosa pubblica a livello regionale e locale può apportare, come dimostrato dal richiamo alla realtà che sulla questione dei navigator regioni ed enti territoriali hanno imposto con successo al Governo.
Emanuela CORDA, presidente, in risposta alle considerazioni iniziali del collega Pella, osserva che l'organizzazione dei lavori della Commissione, che svolge prevalentemente attività consultiva, è condizionata dalle richieste di parere che giungono, in tempi non sempre prevedibili, dalle Commissioni permanenti di Camera e Senato; si impegna comunque ad individuare soluzioni per una migliore organizzazione dei lavori. Pone quindi in votazione la proposta di parere della relatrice.
La Commissione approva la proposta di parere (vedi allegato).
La seduta termina alle 8.55.
ALLEGATO
Disegno di legge C. 1637 di conversione del decreto-legge n. 4 del 2019 recante «disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni».
PARERE APPROVATO
La Commissione parlamentare per le questioni regionali,
esaminato, per i profili di competenza, il disegno di legge C. 1637 di conversione del decreto-legge n. 4 del 2019 recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni;
richiamato il parere reso nella seduta del 13 febbraio 2019 nel corso dell'esame in prima lettura del Senato, sul disegno di legge S. 1018;
auspicato che venga dato seguito, attraverso l'approvazione di appositi emendamenti, al parere reso sul provvedimento dalla Conferenza unificata lo scorso 12 marzo;
rilevato che:
le disposizioni del Capo I del provvedimento in materia di reddito di cittadinanza appaiono riconducibili, in primo luogo, alla competenza esclusiva legislativa statale in materia di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni dei diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (articolo 117, secondo comma, lettera m) della Costituzione); assume inoltre rilievo la competenza concorrente in materia di tutela e sicurezza del lavoro (articolo 117, terzo comma, della Costituzione) nonché quella residuale regionale in materia di politiche sociali (articolo 117, quarto comma, della Costituzione);
alla luce di questo intreccio di competenze, il principio di sussidiarietà verticale consente l'intervento legislativo statale, ferma restando l'esigenza di individuare adeguate modalità di coinvolgimento delle regioni e delle autonomie locali, nel rispetto del principio di leale collaborazione tra i diversi livelli di governo territoriale;
il provvedimento recepisce questa esigenza con alcune specifiche previsioni; in particolare, il comma 3 dell'articolo 4 rinvia a un accordo da concludere in sede di Conferenza unificata la definizione dei princìpi e dei criteri generali per valutare le cause di possibile esonero rispetto agli obblighi previsti connessi alla fruizione del Reddito di cittadinanza (Rdc); al successivo comma 7, il decreto del Ministro del lavoro chiamato a definire gli indirizzi nazionali per la redazione del Patto per il lavoro dovrà essere adottato previa intesa in sede di Conferenza unificata; il comma 2 dell'articolo 8 prevede che gli standard di qualità per i percorsi formativi siano individuati con accordi in sede di Conferenza permanente per i rapporti Stato-regioni; a seguito di una modifica apportata al Senato, al comma 3 dell'articolo 12 è stata introdotta la previsione del parere della Conferenza Stato-regioni nell'ambito dell'autorizzazione di spesa a favore di ANPAL (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) Servizi Spa per individuare personale in grado di seguire i beneficiari del reddito di cittadinanza nella ricerca di lavoro (cd. navigator);
potrebbe risultare opportuno, al fine di evitare eventuali contenziosi, inserire nel testo la previsione di specifiche forme di coinvolgimento delle regioni e delle autonomie locali con riferimento a ulteriori disposizioni: si segnalano in particolare il comma 2 dell'articolo 5, che prevede l'adozione di un decreto del Ministro del lavoro volto a individuare le ulteriori modalità di presentazione della richiesta del Rdc; il comma 6 del medesimo articolo 5, che rinvia a un decreto del Ministro del lavoro l'individuazione di ulteriori esigenze da soddisfare attraverso la Carta Rdc e il comma 1 dell'articolo 6, che prevede l'adozione di un piano tecnico di attivazione e interoperabilità delle piattaforme digitali per la gestione dei Patti per il lavoro e per l'inclusione sociale;
è da ritenersi altrettanto opportuno prevedere, con riferimento alle procedure di cui all'articolo 12 in materia di potenziamento dei centri per l'impiego regionali e utilizzo dei cd. navigator, un'intesa in sede di Conferenza Stato-regioni e non, come attualmente previsto, il semplice parere; si ricorda infatti che la giurisprudenza della Corte costituzionale appare orientata (ad esempio con la sentenza n. 251 del 2016) a considerare, in presenza di uno stretto intreccio di competenze tra Stato e regioni, la leale collaborazione come principio-guida e l'intesa la soluzione che meglio incarna la collaborazione;
risulta parimenti necessario un rafforzamento dei servizi territoriali gestiti dai comuni, anche con riferimento alla possibilità di utilizzare, nell'ambito dell'attuazione del Rdc, le forme di gestione associata da parte dei comuni dei servizi di contrasto alla povertà;
è opportuno integrare la clausola di salvaguardia delle autonomie speciali prevista dall'articolo 13, comma 2, con un riferimento alla legge costituzionale n. 3 del 2001, in conformità con molti precedenti;
le disposizioni del Capo II in materia pensionistica sono riconducibili alla competenza esclusiva statale in materia di previdenza sociale ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera o), della Costituzione;
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con le seguenti osservazioni:
valutino le Commissioni di merito, per le ragioni esposte in premessa, l'opportunità di:
inserire forme di coinvolgimento delle regioni e delle autonomie locali nel procedimento di adozione degli atti previsti agli articoli 5, commi 2 e 6, e 6, comma 1;
prevedere, con riferimento alle procedure di cui all'articolo 12 in materia di potenziamento dei centri per l'impiego regionali e utilizzo dei cd. navigator, un'intesa in sede di Conferenza Stato-regioni e non, come attualmente previsto, il semplice parere;
individuare misure per il rafforzamento dei servizi territoriali gestiti dai comuni, anche con riferimento alla possibilità di utilizzare, nell'ambito dell'attuazione del Reddito di cittadinanza, le forme di gestione associata da parte dei comuni dei servizi di contrasto alla povertà;
aggiungere, all'articolo 13, comma 2, in fine, le seguenti parole: «anche con riferimento alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3».