VIII Commissione

Ambiente, territorio e lavori pubblici

Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)

Commissione VIII (Ambiente)

Comm. VIII

Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
SOMMARIO
Martedì 26 febbraio 2019

INDAGINE CONOSCITIVA:

Indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'ANCI, alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio.
Audizione di rappresentanti della Società Aliplast (Sistema PARI – imballaggi PE-LD film) (Svolgimento, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, e conclusione) ... 26

INTERROGAZIONI:

5-01065 Maraia: Bonifica dell'area su cui insiste la discarica di Difesa Grande, nel territorio di Ariano Irpino (AV) ... 27

ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 30

5-00831 Benamati: Politiche di raccolta e smaltimento dei rifiuti, con particolare riguardo ai rifiuti urbani e assimilati ... 28

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 32

5-01147 Vianello: Attuazione del piano straordinario di indagine per la verifica ambientale del territorio in cui insiste la discarica in località Burgesi, a Ugento (LE) ... 28

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 34

VIII Commissione - Resoconto di martedì 26 febbraio 2019

INDAGINE CONOSCITIVA

  Martedì 26 febbraio 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO.

  La seduta comincia alle 13.20.

Indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'ANCI, alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio.
Audizione di rappresentanti della Società Aliplast (Sistema PARI – imballaggi PE-LD film).
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, e conclusione).

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera, nonché la trasmissione diretta sulla web tv. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.
  Introduce, quindi, l'audizione.

  Carlo ANDRIOLO, Amministratore delegato di Aliplast Spa, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, ringrazia i rappresentanti della Società Aliplast (Sistema PARI – imballaggi PE-LD film) per il loro intervento e dichiara concluso lo svolgimento dell'audizione.

  La seduta termina alle 13.35.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

INTERROGAZIONI

  Martedì 26 febbraio 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e per la tutela del territorio e del mare, Salvatore Micillo.

  La seduta comincia alle 13.45.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, avverte che l'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta in Commissione in tema di ambiente.
  Avverte che, non essendovi obiezioni, la pubblicità delle sedute è assicurata attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

5-01065 Maraia: Bonifica dell'area su cui insiste la discarica di Difesa Grande, nel territorio di Ariano Irpino (AV).

  Il sottosegretario Salvatore MICILLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Generoso MARAIA (M5S), replicando, ringrazia il sottosegretario della risposta, della quale si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta fornita dal rappresentante del Governo, non certamente in riferimento al ruolo del ministero, ma piuttosto per il rimpallo di responsabilità tra la regione Campania e la provincia di Avellino, che non fornisce i dati in suo possesso, con particolare riguardo alle risultanze fornite dall'ARPAC sulla contaminazione dell'area oggetto dell'intervento.
  Evidenzia infatti che in data 7 dicembre 2018, l'ARPAC di Avellino ha rilevato molteplici superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione di diverse sostanze inquinanti nella falda sotterranea del sito della discarica. In particolare, è risultata essere inquinata la falda sotterranea intercettata da un pozzo collocato a 30 metri dalla discarica, denominato pozzo PM1, in cui è stata rilevata la presenza di metalli pesanti e di sottoprodotti della clorazione, ossia gli elementi ritrovati anche nell'area della discarica.
  Precisa che il Comune di Ariano Irpino in più occasioni ha certificato che nell'area su cui insiste la discarica non è presente alcuna fabbrica, opificio o altra attività umana che possa aver determinato la presenza di metalli pesanti o la presenza di sottoprodotti della clorazione. C’è stata anche una sentenza del 2013 basata sulle attestazioni di numerosi periti dell'Università Federico II di Napoli circa la presenza di fanghi provenienti dal Co.di.So di Solofra, da cui hanno origine i prodotti della clorazione. La discarica che nasceva come rifiuti solidi urbani è invece una discarica di rifiuti speciali. Ritiene pertanto evidente che la potenziale contaminazione delle matrici ambientali in atto nell'area è da attribuire all'attività della discarica. In base a quanto disposto dal testo unico ambientale, la Provincia, a seguito della comunicazione dell'ARPAC, avrebbe dovuto diffidare l'ASIDEV srl, ai sensi dell'articolo 244, comma due, quale soggetto gestore della discarica e responsabile della potenziale contaminazione e ciò al fine di avviare prontamente una nuova caratterizzazione del sito, alla luce della presenza di nuove sostanze inquinanti, mai caratterizzate in precedenza.
  Osserva che nonostante siano trascorsi quasi tre mesi da quando l'ARPAC ha comunicato i dati sul potenziale inquinamento della falda al Comune, alla regione e alla Provincia, quest'ultima, ad oggi, non ha ancora provveduto a diffidare la società ASIDEV. In questi tre mesi si è assistito ad un continuo rimpallo di responsabilità tra Provincia, ARPAC, comune e regione. Nessuno di tali enti, infatti, vuole mettere nero su bianco che il soggetto responsabile della potenziale contaminazione della falda sotterranea è la società ASIDEV. La provincia pertanto si accinge a diffidare il soggetto proprietario del terreno e non anche la citata società, che gestisce la discarica che ha prodotto inquinamento. Giudica a dir poco paradossale che in tre mesi nessun ente tra quelli coinvolti sia riuscito a capire da cosa possa dipendere l'inquinamento della falda sotterranea intercettata in un pozzo collocato a 30 metri dalla discarica, in una zona in cui l'unica fonte di inquinamento è rappresentato dalla discarica stessa.
  Chiede pertanto al Ministro di voler intervenire prontamente presso la provincia di Avellino al fine di chiedere che venga emesso, ex articolo 244, comma due, del decreto legislativo numero 156 del 2006, ordinanza di diffida nei confronti della società ASIDEV, quale soggetto responsabile dell'inquinamento rilevato dall'ARPAC in data 7 dicembre 2018. Auspica inoltre che il ministero, alla luce della potenziale contaminazione della falda sotterranea, voglia impedire che il finanziamento di 6.480.000 euro ha sentito al Comune di Ariano irpino venga speso per finalità diverse dalla bonifica del sito della discarica che, allo stato, è da ritenersi come potenzialmente contaminato alla luce delle citate analisi effettuate dall'ARPAC.

5-00831 Benamati: Politiche di raccolta e smaltimento dei rifiuti, con particolare riguardo ai rifiuti urbani e assimilati.

  Il sottosegretario Salvatore MICILLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Gianluca BENAMATI (PD) replicando, ringrazia il sottosegretario per l'ampiezza dei dati riportati nella risposta, della quale tuttavia non si ritiene completamente soddisfatto. Nel confidare sull'impegno del Ministero riguardo al monitoraggio della situazione in atto, sottolinea che non è chiara la direzione nella quale il Governo stesso si sta muovendo. L'aumento della raccolta differenziata e la chiusura del ciclo dei rifiuti rappresentano, infatti, temi centrali sui quali è necessario riflettere. Nella consapevolezza dell'importanza ascritta dal Governo all'economia circolare, che rimanda a politiche positive nella gestione dei rifiuti, constata che, a fronte di un aumento nella produzione di rifiuti, il sistema impiantistico di raccolta e smaltimento non risponde alle esigenze in essere.
  Nella risposta il sottosegretario ha fatto giustamente riferimento, oltre che al tema dei rifiuti urbani, anche a quello dei rifiuti speciali e degli imballaggi. Rileva, tuttavia, che il Governo non è ancora intervenuto sul tema dell’end of waste, sul quale il gruppo del Partito democratico ha presentato alcuni emendamenti nell'ambito del disegno di legge cosiddetto «semplificazione», che non sono stati presi in considerazione, malgrado il rappresentante del Governo abbia fatto riferimento alla semplificazione e al riordino delle normative.
  Rileva che il numero limitato di impianti di compostaggio e il decremento degli inceneritori unito ad un aumento della raccolta differenziata dei rifiuti crea un problema rispetto alla chiusura del ciclo, rispetto al quale esprime una forte preoccupazione. Auspica, in conclusione, che il Governo, nonostante la differenza nelle posizioni delle due forze di maggioranza, possa pervenire ad una sintesi sul tema di una chiusura efficace del ciclo dei rifiuti.

5-01147 Vianello: Attuazione del piano straordinario di indagine per la verifica ambientale del territorio in cui insiste la discarica in località Burgesi, a Ugento (LE).

  Il sottosegretario Salvatore MICILLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Giovanni VIANELLO (M5S), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta fornita dal rappresentante del Governo, dalla quale si evince che si sono persi molti anni a causa dei provvedimenti della regione Puglia, che ha di fatto impiegato parte delle risorse stanziate per altre finalità. Di fronte ad una giusta opposizione da parte del comune di Ugento e dopo un ravvedimento da parte della regione Puglia si è finalmente tornati sull'obiettivo originario, ossia l'analisi del sito della discarica Burgesi. Nel sottolineare che la discarica desta moltissime preoccupazioni, prende atto favorevolmente che il Ministero dell'ambiente si è prontamente attivato affinché la somma impiegata venga liquidata alla regione per procedere il più velocemente possibile alle indagini. In conclusione, invita il Governo a monitorare l'area in questione, anche alla luce delle recenti e preoccupanti notizie di stampa su possibili fusti interrati in quella zona.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.10.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 126 del 16 gennaio 2019 a pagina 60, prima colonna, prima riga, la parola «QUAGLIULO» è sostituita da «QUAGLIOLO»; a pag. 60 prima colonna, nona riga, la parola «QUAGLIULO» è sostituita da «QUAGLIOLO»; a pag. 60 prima colonna, dodicesima riga, la parola «Quagliulo» è sostituita da «Quagliolo».

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 145 del 20 febbraio 2019 a pag. 69, seconda colonna, trentesima riga, la parola «ecc.» è sostituita da «ecc.)»; a pagina 70, seconda colonna, trentaduesima riga, la parola «AREA» è sostituita dalla parola «ARERA»; a pagina 71, prima colonna, quarta riga, le parole «gli emendamenti proposti» sono sostituite dalle seguenti «l'emendamento proposto»; a pagina 73, prima colonna, prima riga, il numero «3. 2» è sostituito dal numero «16. 03»; a pagina 73, prima colonna, ottava riga, il numero «3. 12» è sostituito dal numero «10. 19»; a pagina 73, seconda colonna, sesta riga, le parole «no di» sono sostituite dalle parole «no dig»; a pag. 97, prima colonna, prima riga, le parole «Sostituire i commi da 2 a 7» sono sostituite da «Sostituire i commi da 2 a 5».

VIII Commissione - martedì 26 febbraio 2019

ALLEGATO 1

5-01065 Maraia: Bonifica dell'area su cui insiste la discarica di Difesa Grande, nel territorio di Ariano Irpino (AV).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle problematiche rappresentate, si evidenzia in primo luogo che si tratta di argomento già noto al Ministero dell'ambiente e più volte trattato con i soggetti a vario titolo coinvolti. A tal proposito, si ribadisce, anche in questa sede, che la discarica sita in località Difesa Grande, nel Comune di Ariano Irpino, non è mai stata ricompresa nella perimetrazione di alcun Sito di bonifica di Interesse Nazionale di cui all'articolo 252 del decreto legislativo n. 152 del 2006. Pertanto, le competenze procedimentali in materia di bonifica su tale area sono in capo alla Regione Campania, ai sensi dell'articolo 242 del citato decreto. Ciò comporta che il procedimento a norma di legge, volto in primo luogo all'accertamento dello stato di contaminazione – che comprende le attività di indagine, caratterizzazione, analisi di rischio ed, eventualmente, le attività di messa in sicurezza, bonifica e ripristino – sia svolto nell'ambito di Conferenze di Servizi la cui titolarità ricade sui competenti uffici regionali. Si ritiene opportuno aggiungere, inoltre, che, in tali casi, la normativa di settore non prevede poteri sostitutivi statali in materia di bonifica.
  Per tali motivazioni il definanziamento dell'intervento di bonifica di detta discarica – originariamente previsto, per euro 6.480.000,00, nell'ambito dell'Accordo di Programma denominato «Programma Strategico per le Compensazioni Ambientali nella Regione Campania» del 18 luglio 2008 – è stato sancito in sede di Comitato di indirizzo e controllo per la gestione dell'Accordo, nella seduta del 26 maggio 2015, sulla base delle determinazioni assunte dalla Regione, in seguito agli esiti della caratterizzazione e della richiesta dell'Amministrazione comunale. I fondi erano rimasti, nel frattempo, congelati, in attesa delle verifiche da parte della Regione Campania in merito alle azioni intraprese dal soggetto gestore ASIDEV. A tal proposito, si precisa, infatti, che il procedimento si è concluso con l'approvazione degli esiti del piano di caratterizzazione e del documento di analisi di rischio sito-specifica presentati per la predetta discarica. Conseguentemente, la Conferenza di Servizi, indetta dalla Regione nell'ambito del procedimento regionale, ha dichiarato il sito di discarica in argomento non contaminato e, in forza delle risultanze del procedimento, la Regione ha accolto la richiesta di definanziamento formulata dal Comune di Ariano Irpino.
  Ad ogni modo, tenuto conto delle richieste che continuano a pervenire all'attenzione del Ministero dell'ambiente, nelle quali si denuncia una situazione di potenziale contaminazione malgrado le conclusioni delle Conferenze di Servizi regionali, il Ministero non potendosi sostituire all'Amministrazione procedente, con nota del 7 gennaio scorso, ha richiesto alla Regione un'informativa sullo stato delle attività e dei procedimenti che riguardano la discarica di Difesa Grande. Ciò anche in considerazione della decisione assunta dalla Regione e accordata in sede di Comitato di indirizzo e controllo dell'Accordo, di definanziare l'intervento di bonifica di detta discarica, come già detto, a favore di sostitutivi interventi nel settore idrico-fognario nel territorio del medesimo Comune. A tale nota, il Ministero dell'ambiente ha fatto seguire un successivo sollecito
del 29 gennaio. In riscontro alle richieste del Ministero, la Regione ha fatto presente che sono ulteriormente in corso, da parte dell'Arpac Avellino, approfondimenti analitici in area esterna al corpo di discarica e che, in esito all'acquisizione delle integrazioni richieste al soggetto obbligato, e agli ulteriori approfondimenti analitici richiesti dall'Arpac, sarà convocata una Conferenza di Servizi decisoria.
  Alla luce delle informazioni esposte, emerge che le problematiche rappresentate sono tenute in debita considerazione da parte del Ministero dell'ambiente, il quale rassicura che provvederà a richiedere tempestivi aggiornamenti circa gli esiti delle attività in corso e che continuerà a tenersi informato svolgendo le opportune attività di monitoraggio con i soggetti territoriali competenti.

ALLEGATO 2

5-00831 Benamati: Politiche di raccolta e smaltimento dei rifiuti, con particolare riguardo ai rifiuti urbani e assimilati.

TESTO DELLA RISPOSTA

Com’è noto, la nuova normativa europea riguardante il cosiddetto «pacchetto rifiuti» contiene nuovi obiettivi di riciclaggio dei rifiuti urbani: 55, 60 e 65 per cento rispettivamente al 2025, 2030 e 2035, unitamente ad un nuovo metodo di calcolo del raggiungimento degli obiettivi e a nuovi obblighi per il conferimento in discarica (10 per cento al 2035 e divieto di conferimento di tutti i rifiuti recuperabili e riciclabili).
  Il Governo, al fine di dare piena attuazione alla predetta normativa comunitaria, ha chiesto un'ampia delega proprio per poter procedere ad un riordino organico di tutta la normativa ambientale.
  Occorre, ad ogni, modo, evidenziare che le performance italiane in ordine alla gestione dei rifiuti urbani rispetto ai vecchi obiettivi di riciclaggio (50 per cento al 2020) evidenziano un trend positivo. Infatti, la Commissione europea, nella comunicazione 656 del 2018, ha rendicontato al Parlamento europeo sull'attuazione della legislazione dell'Unione Europea in materia di rifiuti, comprensiva della segnalazione, preventiva per gli Stati membri che rischiano di non riuscire a conseguire l'obiettivo del 2020 relativo alla preparazione per il riutilizzo e riciclaggio. Nella predetta comunicazione sono ben 14 gli Stati membri, a rischio. L'Italia non solo non è contemplata fra questi, ma è uno dei pochi Paesi (Irlanda, Lituania e Repubblica Ceca) per i quali il rischio di non raggiungimento dell'obiettivo è valutato pari a zero sulla base di uno studio effettuato dai consulenti, della Commissione medesima.
  Atteso il dato positivo poc'anzi, richiamato, al fine di raggiungere i nuovi, obiettivi per il 2030 e 2035, sarà importante una piena implementazione dell'economia circolare in Italia. In tal senso, il recepimento del pacchetto rifiuti si propone di colmare il ritardo di alcune regioni, e di procedere ad una semplificazione della normativa esistente, al fine di renderla chiara ed univoca. Altri principi ispiratori per il futuro sono il decentramento amministrativo e l'accorpamento delle discipline in testi unici esaustivi. Si intende, inoltre, ricorrere il meno possibile alla decretazione attuativa proprio per dare, completezza al testo che sarà emanato. Si ritiene, altresì, fondamentale agire sul regime delle responsabilità della gestione e chiusura del ciclo attraverso il riordino delle competenze a tutti i livelli istituzionali.
  Con specifico riferimento alla riduzione del conferimento in discarica, sarà necessaria la diffusione della raccolta differenziata spinta (oltre il 65 per cento) in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale e la realizzazione di una rete impiantistica a supporto delle raccolte differenziate. È su quest'ultimo aspetto che, a livello nazionale, si registrano le maggiori criticità. La raccolta differenziata dei rifiuti organici comporta, infatti, la presenza di impianti dove poter riciclare tali rifiuti. A tal proposito, va, tuttavia, sottolineata la cronica carenza dell'impiantistica a servizio delle raccolte differenziate dei rifiuti, organici e quindi, degli impianti di compostaggio e digestione anaerobica. Oltre ai rifiuti organici, che rappresentano più del 35 per cento della produzione dei
rifiuti urbani, l'altro grande settore sul quale occorre intervenire è rappresentato dagli imballaggi. Anche qui infatti le quantità di imballaggi provenienti dal ciclo di gestione dei rifiuti urbani, che sono intercettati, dal sistema delle raccolte, è troppo basso e soggetto alle predette criticità di disomogeneità territoriale, ed anche in questo caso l'impiantistica è spesso insufficiente.
  Per quanto concerne invece lo stato di attuazione, a livello nazionale, delle misure definite con il decreto-legge «Sblocca Italia», nel 2017 sono stati censiti dall'ISPRA 285 impianti dedicati al solo trattamento aerobico (compostaggio) contro i 274 del 2016; 31 impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico (invariato rispetto al 2016); 24 impianti, di digestione anaerobica contro i 21 del 2016.
  Nel 2017, la quantità totale dei rifiuti organici di origine urbana recuperati attraverso i processi di trattamento biologico è passata da 5,7 milioni di tonnellate a 5,9 milioni di tonnellate. Le quantità autorizzate di compostaggio sono passate da circa 5,4 milioni di tonnellate nel 2016 a 6,1 milioni di tonnellate nel 2017, e analogamente crescono le quantità autorizzate di impianti integrati aerobico/anaerobico.
  Per quanto attiene, invece, allo stato di attuazione, a livello nazionale, delle misure definite con il decreto-legge «Sblocca Italia» relativamente all'incenerimento dei rifiuti, occorre rilevare che si assiste ad una contrazione per quanto riguarda il numero degli impianti attivi sul territorio nazionale, che è andato costantemente diminuendo dal 2012 (49 impianti) ad oggi (ultimo dato 2017 pari a 39 impianti). Nel 2016 gli impianti attivi risultavano essere 41. Si assiste, inoltre, ad una contrazione per quanto riguarda le quantità dei rifiuti urbani incenerite nei predetti impianti, che sono passate da 5.403.862 tonnellate del 2016 a 5.266.779 tonnellate del 2017. Si è verificata, infine, una contrazione per quanto riguarda le quantità dei rifiuti totali incenerite nei predetti impianti, che sono passate da 6.205.631 tonnellate nel 2016 a 6.113.232 tonnellate nel 2017.
  Alla luce delle informazioni esposte, si rassicura che il Ministero dell'ambiente continuerà a svolgere le proprie attività, monitorando costantemente l'impatto regolatorio delle normative di settore e valutando il raggiungimento delle finalità e degli obiettivi prefissati.

ALLEGATO 3

5-01147 Vianello: Attuazione del piano straordinario di indagine per la verifica ambientale del territorio in cui insiste la discarica in località Burgesi, a Ugento (LE).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, com’è noto anche agli interroganti, l'articolo 3-ter del decreto-legge n. 243 del 29 dicembre 2016 – convertito con modifiche dalla legge n. 18 del 27 febbraio 2017 – ha previsto che la regione Puglia predisponesse un piano di indagine ed approfondimento per la verifica dello stato delle matrici ambientali dell'area in questione e che, allo scopo di finanziare la realizzazione del piano, nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente è stato istituito un fondo con uno stanziamento di un milione di euro per l'anno 2017.
  Inoltre, come, già detto dagli interroganti, il comune di Ugento ha impugnato le delibere di Giunta n. 567/2017 e n. 1320/2017, lamentando la distrazione dello stanziamento finanziario volto alla verifica delle matrici ambientali dell'area ugentina a ridosso della discarica «Burgesi». A tal proposito, si rappresenta che, secondo la relazione istruttoria redatta per il Consiglio di Stato, il ricorso appare parzialmente fondato, nei limiti in cui le delibere impugnate costituiscono la base giuridica cui collegare futuri, interventi in aree estranee a quelle individuate dal citato decreto-legge n. 243 del 2016.
  Nelle more del procedimento, la regione Puglia ha emanato la delibera di Giunta n. 432 del 20 marzo 2018, relativa al «Piano straordinario per la verifica ambientale nella località Burgesi, comune di Ugento. Presa d'atto del dettaglio delle attività previste dalla DGR 1320/2017» e la delibera di Giunta Regionale n. 912 del 29 maggio 2018, avente ad oggetto: «Piano straordinario per la verifica ambientale nella località Burgesi del comune di Ugento. Seguito della deliberazione di Giunta Regionale n. 432 del 20 marzo 2018». Inoltre, con verbale d'intesa del 28 giugno 2018, sottoscritto dalla regione Puglia e dal comune di Ugento, sono stati esplicitati ulteriori impegni da parte dell'Amministrazione regionale con riferimento alle attività d'indagine e di eventuale bonifica da effettuarsi nell'area della discarica Burgesi.
  Conseguentemente, il comune ha rinunciato al ricorso straordinario, ritenendo il contenuto dei suddetti, provvedimenti regionali e del verbale d'intesa pienamente satisfattivi degli interessi della popolazione.
  Stante la rinuncia, del comune, su richiesta del Ministero dell'ambiente, il Consiglio di Stato, nell'Adunanza del 17 ottobre 2018, ha dichiarato improcedibile il ricorso straordinario predetto. Alla luce di tale pronuncia, il Ministero ha predisposto il decreto del Presidente della Repubblica di decisione del ricorso straordinario, trasmesso con nota del 5 dicembre 2018 al Quirinale per la firma del Presidente della Repubblica.
  Il decreto decisorio del Capo dello Stato, che dichiara l'improcedibilità del ricorso, è stato restituito da alcuni giorni e il Ministero ha immediatamente avviato il procedimento per il trasferimento alla regione delle risorse per il finanziamento del piano, già impegnate ma non ancora liquidate a causa della pendenza del contenzioso. A tal proposito, si evidenzia, infatti, per completezza di informazione, che il procedimento avviato con la proposizione
del ricorso straordinario può ritenersi formalmente concluso soltanto con l'emanazione del decreto del Presidente della Repubblica ritualmente firmato dal Ministro competente e dal Presidente della Repubblica.
  In ogni caso, nelle more della definizione del contenzioso, la regione Puglia, in attuazione della citata delibera n. 912 del 2018, ha dato avvio ad indagini indirette finalizzate alla caratterizzazione geofisica del corpo rifiuti, avvalendosi anche dell'indagine dell'ARPA di tipo elettrico ed elettromagnetico ad elevata risoluzione, nonché procedendo all'individuazione dell'eventuale presenza di contaminazione organica e stima della relativa estensione, ed alla verifica dell'integrità della geomembrana posta sul fondo della discarica.
  Inoltre, nell'ambito delle attività di controllo e di monitoraggio delle matrici ambientati, ARPA Puglia continua a svolgere, con le tempistiche definite nel provvedimento autorizzativo della discarica, attualmente in post gestione, le analisi sui pozzi spia e sul percolato.
  In conclusione, alla stregua di quanto riferito, emerge che il Ministero dell'ambiente, subito dopo la definizione del contenzioso, ha tempestivamente assunto i provvedimenti necessari ad assicurare che la regione Puglia acquisisca la disponibilità delle somme stanziate per la realizzazione del piano di indagine nelle aree interessate.