Commissioni Riunite (I e III)
I (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni) e III (Affari esteri e comunitari)
Commissioni Riunite (I e III)
Comm. riunite 0103
7-00091 Quartapelle Procopio: Sulla situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Eritrea.
7-00159 Emiliozzi: Sulla situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Eritrea, nonché sullo sviluppo economico-culturale eritreo (Discussione congiunta e conclusione – Reiezione della risoluzione n. 7-00091 e approvazione della risoluzione n. 8-00015) ... 3
ALLEGATO (Risoluzione approvata dalle Commissioni riunite) ... 6
RISOLUZIONI
Martedì 29 gennaio 2019. — Presidenza del vicepresidente della III Commissione, Paolo GRIMOLDI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Ricardo Antonio Merlo.
La seduta comincia alle 13.35.
7-00091 Quartapelle Procopio: Sulla situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Eritrea.
7-00159 Emiliozzi: Sulla situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Eritrea, nonché sullo sviluppo economico-culturale eritreo.
(Discussione congiunta e conclusione – Reiezione della risoluzione n. 7-00091 e approvazione della risoluzione n. 8-00015).
Le Commissioni iniziano la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo.
Paolo GRIMOLDI, presidente, ricorda che le Commissioni, nella seduta del 19 dicembre 2018, hanno avviato la discussione della risoluzione a prima firma della collega Quartapelle Procopio. Segnala, altresì, che nella successiva seduta del 23 gennaio, dopo un articolato dibattito, stimolato anche dall'ampio intervento della Viceministra Del Re, è stata preannunciata dalla collega Emiliozzi la presentazione da parte dei gruppi di maggioranza di una risoluzione vertente su materia analoga. Avverte, quindi, che dai colleghi dei gruppi M5S e Lega è stata presentata la risoluzione n. 7-00159 che, vertendo su analoga materia, sarà discussa congiuntamente alla risoluzione n. 7-00091.
Mirella EMILIOZZI (M5S), nell'illustrare la risoluzione a sua prima firma n. 7-00159, ne evidenzia gli elementi di differenziazione rispetto al testo a prima firma della collega Quartapelle Procopio. In particolare segnala che, come si evince anche dal titolo dell'atto, la risoluzione reca un apparato di impegni al Governo finalizzati ad includere, oltre al sostegno alla promozione dei diritti umani, iniziative utili ad accompagnare la crescita economica e lo sviluppo sostenibile della regione del Corno d'Africa. Tra gli impegni figura, infatti, il rafforzamento delle relazioni commerciali tra i tre Paesi del Corno d'Africa e la promozione di una dinamica di cooperazione con l'Eritrea, sia nel settore industriale sia in quello degli investimenti. Sottolinea che un ulteriore aspetto qualificante dell'atto di indirizzo presentato concerne lo sviluppo di una collaborazione nel campo della cultura, nel convincimento profondo che cultura e crescita economica costituiscono cruciali leve di promozione degli standard umanitari.
Quanto al profilo inerente il tema della protezione internazionale, cui la collega Quartapelle Procopio ha dimostrato di tenere in modo particolare, segnala che la risoluzione a propria firma reca un ultimo impegno che fa riferimento in modo contestuale al riconoscimento della protezione internazionale agli aventi diritto e all'intensificarsi dei rapporti di cooperazione con gli Stati di origine e transito. Rispetto a tale punto rappresenta l'esigenza di apportare una limitata riformulazione, volta ad articolare le due tematiche in due distinti impegni (vedi allegato).
Tutto ciò premesso, auspica un'ampia condivisione della risoluzione presentata, nel testo come testé riformulato.
Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO esprime, quindi, parere contrario sulla risoluzione n. 7-00091 Quartapelle Procopio e parere favorevole sulla risoluzione n. 7-00159 Emiliozzi, come da ultimo riformulata.
Laura BOLDRINI (LeU), intervenendo in qualità di cofirmataria della risoluzione n. 7-00091 Quartapelle Procopio, ringrazia la collega Emiliozzi per gli sforzi profusi nell'obiettivo di un testo condiviso. Rileva, tuttavia, che, nonostante i progressi conseguiti grazie all'accordo di pace con l'Etiopia, in Eritrea continua a imperare una dittatura brutale, riconosciuta come tale dalla comunità internazionale, che reprime con durezza l'opposizione politica e la libertà di stampa ed impone ai suoi cittadini la coscrizione obbligatoria. Sottolinea che per una grande democrazia come l'Italia i diritti umani non sono negoziabili e non possono essere subordinati alle logiche commerciali. Ritiene, dunque, indispensabile che il Governo continui a garantire la protezione internazionale a tutti i richiedenti asilo di origine eritrea, una garanzia umanitaria che non può essere superata in nome di un compromesso al ribasso tra i partiti di maggioranza. Con riferimento alla nuova formulazione della risoluzione, proposta dalla collega Emiliozzi, ritiene che il richiamo ad una mera valutazione da parte del Governo in tema di protezione internazionale equivale ad un chiaro e definitivo affievolimento del regime di garanzie che devono essere invece assicurate ai rifugiati eritrei.
Paolo FORMENTINI (Lega), ricordando l'opera meritoria svolta dal collega Grimoldi come primo firmatario della richiesta di revoca delle sanzioni nei confronti dell'Eritrea, sottolinea, in generale, che il Governo e la maggioranza riservano grande attenzione a tutta la regione del Corno d'Africa. Quanto alla annotazione fatta da ultimo dalla collega Boldrini, chiarisce che la riformulazione esprime la concreta fiducia in una positiva evoluzione democratica dell'Eritrea, come dimostrano i consistenti investimenti che il Governo italiano intende sostenere nel Paese africano, a partire dallo studio di fattibilità per la realizzazione della ferrovia Addis Abeba-Massaua. Alla luce di queste prospettive positive, è plausibile che, in tempi ragionevoli, possano decadere le ragioni che spingono molti eritrei a lasciare il proprio Paese e a chiedere asilo politico.
Mirella EMILIOZZI (M5S), associandosi alle considerazioni del collega Formentini, concorda sulla positiva evoluzione del processo di democratizzazione che investe l'Eritrea, testimoniato dalla decisione delle autorità di Asmara di accogliere le strutture dell'Alto Commissariato ONU per i diritti umani e di avviare un dialogo con la comunità internazionale sui temi dei diritti umani. Nel sincero auspicio affinché da parte dei firmatari della risoluzione a prima firma Quartapelle Procopio vi possa essere una valutazione positiva sullo sforzo fatto dalla maggioranza e sull'opportunità di pervenire ad una deliberazione unanime dell'atto, sottolinea che nel testo della risoluzione a sua prima firma è stato inserito un passaggio sull'abolizione della coscrizione obbligatoria, al fine accogliere un'apposita istanza emersa dal dibattito. Ribadisce, dunque, l'auspicio che l'atto di indirizzo sia approvato all'unanimità, come segno tangibile del supporto italiano al processo di normalizzazione e pacificazione della regione.
Laura BOLDRINI (LeU), ribadendo che la risoluzione presentata dalla collega Emiliozzi, nonostante gli encomiabili sforzi, resta per lei un testo irricevibile, riafferma la necessità che sia assicurato il diritto di asilo per gli eritrei, almeno finché in Eritrea non sia abolita la coscrizione obbligatoria, ripristinata la piena libertà di stampa e proclamata l'amnistia per i prigionieri politici. Pur concordando sull'opportunità di sostenere il processo di democratizzazione, ribadisce che allo stato attuale il regime di Afewerki non può che definirsi una brutale dittatura.
Mirella EMILIOZZI (M5S), nell'intento di esperire un ultimo tentativo di dialogo con l'opposizione, invita la collega Boldrini a considerare in modo positivo l'inserimento del tema della coscrizione obbligatoria nel dispositivo della risoluzione, in cui figurano peraltro tutte le questioni sollevate dall'opposizione.
Laura BOLDRINI (LeU) ribadisce la propria posizione di dissenso rispetto all'impostazione data dalla maggioranza all'atto di indirizzo.
Le Commissioni riunite, con distinte votazioni, respingono la risoluzione n. 7-00091 Quartapelle Procopio e approvano la risoluzione n. 7-00159 Emiliozzi, come riformulata, che assume il n. 8-00015.
La seduta termina alle 13.55.
ALLEGATO
Risoluzione n. 7-00159 Emiliozzi: Sulla situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Eritrea, nonché sullo sviluppo economico-culturale eritreo.
RISOLUZIONE APPROVATA DALLE COMMISSIONI RIUNITE
Le Commissioni I e III,
premesso che:
con un referendum svoltosi sotto l'egida dell'ONU, nel 1993, l'Eritrea si è resa indipendente sotto la presidenza di Isaias Afewerki dopo una lunga fase di conflitti armati con l'Etiopia;
il 9 luglio 2018 l'Eritrea ha siglato con l'Etiopia un nuovo accordo di pace e amicizia basato su cinque «pilastri»: la fine dello stato di guerra fra i due Paesi; la ripresa della cooperazione politica, economica, sociale, culturale e di sicurezza; la ripresa delle relazioni commerciali, economiche e diplomatiche; l'attuazione dell'accordo di Algeri sui confini; il reciproco impegno a lavorare per la pace regionale;
l'accordo di pace è stato accolto con entusiasmo dall'ONU, dall'Unione europea, dagli Stati Uniti e dall'Unione Africana;
all'accordo hanno fatto seguito alcuni importanti e storici avvenimenti: la riapertura dell'ambasciata dell'Eritrea ad Addis Abeba, avvenuta il 16 luglio 2018, a cui ha partecipato il Presidente eritreo Isaias Afewerki e il Primo ministro etiope Abiy Ahmed; le truppe etiopi ed eritree hanno iniziato a ritirarsi dal valico di confine di Bure, in concomitanza con la riapertura del collegamento stradale Serha-Zalambesa; il 18 luglio le compagnie di bandiera Eritrean Airlines, insieme all'Ethiopian Airlines, hanno ufficialmente riavviato i voli di linea verso le rispettive capitali;
sempre a luglio, poi, il portavoce del Ministero degli esteri etiope, Meles Alem, ha fatto sapere che sono in corso lavori per consentire la riapertura dei collegamenti stradali fra l'Etiopia e il porto di Assab, sulla costa eritrea del Mar Rosso, dopo che il portavoce del governo Ahmed Shide aveva annunciato che Addis Abeba intende riaprire le due strade che collegano il paese alle città portuali di Assab e di Massaua;
inoltre, ad agosto, i governi di Etiopia ed Emirati Arabi Uniti hanno raggiunto un accordo per la costruzione di un oleodotto che collegherà la città eritrea di Assab con la capitale etiope Addis Abeba;
il 5 settembre 2018 una nave cargo etiope ha attraccato nel porto eritreo di Massaua per la prima volta dopo venti anni, con l'obiettivo di caricare e trasportare 11 mila tonnellate di zinco estratto in Eritrea e destinato alla Cina;
questa nuova fase si è aperta il 6 giugno 2018, quando il Primo ministro Abiy Ahmed ha recepito l'accordo di Algeri, stipulato nel 2000. Tale accordo prevedeva che Eritrea ed Etiopia, dopo la guerra del 1998-2000, avrebbero accettato le conclusioni della Commissione internazionale creata appositamente per definire la spartizione dei territori lungo il confine dei due Paesi;
il regime sanzionatorio a cui l'Eritrea era stata sottoposta dal 2009 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in ragione del presunto sostegno di Asmara a gruppi armati e terroristici della regione per via dell'occupazione di alcune aree contese con Gibuti, più volte rinnovato, sebbene non siano mai emerse evidenze circa un effettivo sostegno del governo di Asmara ad attività terroristiche, è finalmente stato rimosso lo scorso novembre;
la rimozione delle sanzioni era stata preceduta dal rapporto S/2017/925 redatto in sede ONU dal «Monitoring Group on Somalia and Eritrea», nel quale si leggeva che «il Gruppo, per il suo quarto mandato consecutivo, non ha riscontrato prove conclusive del supporto ad Al-Shabaab da parte dell'Eritrea»;
allo storico accordo di pace del 9 luglio scorso ha fatto seguito un altrettanto storico accordo trilaterale tra Eritrea, Etiopia e Somalia, stipulato nel mese di settembre 2018 ad Asmara. Tale accordo mira alla realizzazione di un partenariato regionale, attraverso investimenti in progetti congiunti e con l'ambizioso obiettivo dell'apertura delle frontiere alla libera circolazione di beni e persone;
questa nuova stagione nelle relazioni tra i Paesi del Corno d'Africa apre la strada a nuove prospettive di cooperazione con l'Italia, anche nel settore della cultura;
l'11-12 settembre 2018 il Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte è stato il primo leader occidentale a recarsi in visita ufficiale in Eritrea, oltre che in Etiopia;
il ruolo dell'Italia nella regione è stato oggetto dell'incontro avvenuto il 24 ottobre 2018 a Roma tra il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale italiano e gli omologhi di Eritrea ed Etiopia, mentre il 21 gennaio 2019, il Presidente Conte, dopo l'incontro a Palazzo Chigi con il primo ministro della Repubblica federale democratica di Etiopia, Abiy Ahmed, aveva affermato che: «Finanzieremo uno studio di fattibilità per finanziare le più importanti infrastrutture di cui l'Etiopia necessita e ci faremo latori del coinvolgimento delle più importanti istituzioni finanziarie internazionali, perché ricevano il sostegno economico che meritano»;
dal 3 al 10 dicembre 2018 la Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Del Re, ha compiuto una importante missione nel Corno d'Africa, nello specifico in Eritrea, Etiopia, Gibuti e Somalia, incontrando i leader dei rispettivi Paesi al fine di esplorare concrete piste di lavoro per il rafforzamento della collaborazione;
il 22 gennaio 2019, su impulso della Viceministra Emanuela Del Re, è nata la rete delle università italiane per il Corno d'Africa, una piattaforma accademica (aperta anche ad altre università che vorranno aderirvi) il cui obiettivo è rafforzare la ricerca, la formazione e la cooperazione inter-universitaria in quell'area del mondo;
il 23 gennaio 2019 la Viceministra Emanuela Del Re ha ribadito l'importanza e il ruolo dell'Italia nel processo di pace in corso affermando che: «Il nostro Paese, co-chair dell'IGAD Partners Forum (Inter-Governmental Authority on Development), che riunisce i principali donatori dell'organizzazione regionale del Corno d'Africa, è consapevole che solo un approccio integrato e inclusivo può rivelarsi efficace per affrontare sfide comuni – traffici illeciti, terrorismo, cambiamenti climatici, movimenti migratori – con un evidente carattere transnazionale. D'altro canto, una progressiva integrazione economica della regione potrebbe avere ripercussioni positive sui tassi di crescita di questi Paesi, contribuendo per questa via a ridurre la pressione migratoria»;
con particolare riferimento all'Eritrea, da un lato persistono forti preoccupazioni per la situazione dei diritti umani, in particolare per la mancanza di progressi sostanziali su questioni come arresti e detenzioni arbitrari, libertà di espressione, associazione e riunione, libertà di religione o credo, obbligo del servizio militare permanente per tutti gli uomini e le donne dai 18 anni ai 50 anni, con conseguente difficoltà a ottenere un passaporto per le persone comprese in tale fascia di età;
dall'altro va dato atto di alcuni positivi sviluppi, riconosciuti nel Joint Statement dell'Unione europea pronunciato nel giugno 2018 in Consiglio diritti umani in occasione del dialogo interattivo con la Relatrice speciale sull'Eritrea, in particolare, l'accettazione del Governo di Asmara di ricevere nel Paese le visite ufficiali da parte dell'ufficio dell'Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani (OHCHR), nonché la volontà espressa dall'Eritrea di impegnarsi in un dialogo sui diritti umani con Paesi terzi,
impegnano il Governo:
a supportare attivamente il processo di riconciliazione nel Corno d'Africa;
a sostenere, a livello bilaterale e multilaterale, la promozione e la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché la necessità dell'attuazione di riforme da parte dell'Eritrea, nel pieno rispetto dei principi di non ingerenza e di sovranità nazionale, in particolare adottando iniziative per:
a) raccomandare l'attuazione della Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti;
b) rappresentare all'Eritrea la necessità di modificare la legge sulla coscrizione obbligatoria;
c) consentire l'accesso nel Paese del Relatore speciale del Consiglio diritti umani, stabilendo con lo stesso una proficua collaborazione;
d) adottare misure per garantire il diritto di proprietà conformemente agli standard internazionali in materia;
ad assumere iniziative per accompagnarne la crescita economica e lo sviluppo sostenibile della regione;
ad assumere iniziative per rafforzare le relazioni commerciali con Eritrea, Etiopia e Somalia, anche in un'ottica di promozione di un futuro spazio di libero scambio e d'integrazione regionale nel Corno d'Africa;
ad assumere iniziative per concentrare l'azione politica verso lo sviluppo di una dinamica di cooperazione «win-win» con l'Eritrea, sia nel settore industriale che in quello degli investimenti, anche attraverso progetti infrastrutturali per favorire la modernizzazione dei collegamenti nei Paesi del Corno d'Africa, la realizzazione di installazioni per la produzione di energia, con particolare riguardo alle fonti rinnovabili, nonché il rilancio di azioni concrete che promuovano dinamiche di sviluppo sostenibili e inclusive;
ad assumere iniziative per sviluppare una collaborazione nel campo della cultura al fine di favorire una migliore conoscenza reciproca della vivacità creativa passata e presente dei popoli dei Paesi della regione, con particolare attenzione ai settori dell'istruzione e della formazione professionale, quali opportunità per le giovani generazioni;
a valutare il riconoscimento della protezione internazionale a chi ne abbia i requisiti secondo la normativa nazionale in vigore e a seguito di esame da parte della Commissione Territoriale competente;
ad attivarsi in ogni sede affinché, anche mediante processi di cooperazione internazionale e in un'ottica di responsabilità condivisa, vengano intensificati i rapporti e gli accordi con i paesi di origine e transito dei migranti e, nello specifico, esaminate e rimosse le cause che portano i cittadini eritrei ad abbandonare il proprio paese ad essere vittime dei trafficanti di esseri umani.
(8-00015) «Emiliozzi, Macina, Formentini, Sabrina De Carlo, Comencini».