VII Commissione
Cultura, scienza e istruzione
Cultura, scienza e istruzione (VII)
Commissione VII (Cultura)
Comm. VII
Sulla pubblicità dei lavori ... 46
Introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica o educazione alla cittadinanza attiva e responsabile e alla Costituzione. C. 682 Capitanio, C. 734 Gelmini, C. 916 Dadone, C. 988 Battilocchio e C. 1166 Toccafondi (Esame e rinvio – Abbinamento della petizione n. 111) ... 46
5-00767 Ascani: Sul teatro comunale di Bologna ... 51
ALLEGATO 1 (Testo integrale della risposta) ... 53
5-01074 Zolezzi: Sui «servizi aggiuntivi» museali, in particolare di Mantova ... 51
ALLEGATO 2 (Testo integrale della risposta) ... 55
5-01122 Mollicone: Sullo stato debitorio della fondazione Teatro dell'Opera di Roma ... 51
ALLEGATO 3 (Testo integrale della risposta) ... 57
5-01141 Frate: Sulla riqualificazione e messa in sicurezza della Grotta di Virgilio di Posillipo ... 52
ALLEGATO 4 (Testo integrale della risposta) ... 59
SEDE REFERENTE
Giovedì 24 gennaio 2019. — Presidenza del presidente Luigi GALLO.
La seduta comincia alle 13.15.
Sulla pubblicità dei lavori.
Luigi GALLO, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica o educazione alla cittadinanza attiva e responsabile e alla Costituzione.
C. 682 Capitanio, C. 734 Gelmini, C. 916 Dadone, C. 988 Battilocchio e C. 1166 Toccafondi.
(Esame e rinvio – Abbinamento della petizione n. 111).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Luigi GALLO, presidente, comunica che, come anticipato ai componenti dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, sono state annunciate all'Assemblea diverse altre proposte di legge sull'argomento, le quali, quando assegnate alla Commissione, saranno valutate ai fini del possibile abbinamento.
Comunica, inoltre, che l'introduzione nelle scuole dell'insegnamento obbligatorio dell'educazione civica, oltre che dell'educazione ambientale, è oggetto anche della petizione n. 111.
Pertanto, sulla base di quanto convenuto ieri nell'ambito dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, propone di abbinare la petizione n. 111 alle proposte di legge in titolo.
La Commissione concorda.
Angela COLMELLERE (Lega), relatrice, sottolinea che oggi prende avvio un percorso molto sentito e, a suo avviso, condiviso da tutte le forze politiche e che risponde ad una richiesta urgente e non più rinviabile che arriva dalle scuole, dalle famiglie e dal territorio.
Specifica che l'obiettivo della Commissione è di non rimandare questo appuntamento e di dare finalmente concretezza e attuazione all'azione legislativa, già a partire dal prossimo anno scolastico.
Riferisce che le proposte di legge di cui oggi si avvia l'esame intendono introdurre nelle scuole, in modo strutturato e definito, anche se con differenti forme, l'insegnamento dell'educazione civica ovvero – a seconda delle diverse formulazioni – dell'educazione alla cittadinanza attiva e responsabile e alla Costituzione. In particolare, di educazione civica parla la proposta n. 682 Capitanio; di educazione alla cittadinanza attiva, la proposta n. 734 Gelmini; di educazione alla cittadinanza responsabile e alla Costituzione, la proposta n. 916 Dadone; di educazione alla Costituzione e alla cittadinanza europea, la proposta n. 988 Battilocchio; di educazione alla cittadinanza e alla Costituzione, la proposta n. 1166 Toccafondi. Alcune delle proposte prevedono la modifica o l'abrogazione delle disposizioni recate dall'articolo 1 del decreto-legge n. 137 del 2008, che ha introdotto l'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione; altre stabiliscono che le nuove disposizioni integrano quanto stabilito dalla norma citata.
Ricorda preliminarmente che l'insegnamento delle diverse discipline nelle scuole di ogni ordine e grado – precedentemente regolato da programmi didattici nazionali – è ora disciplinato dal Piano triennale dell'offerta formativa (PTOF), predisposto da ogni istituzione scolastica. Il perno del Piano triennale dell'offerta formativa è il curricolo, che deve essere redatto dalle istituzioni scolastiche nel rispetto degli orientamenti e dei vincoli posti dalle Indicazioni nazionali. In particolare, il Piano dell'offerta formativa – che oggi ha validità triennale – è subentrato ai programmi didattici nazionali a seguito del riconoscimento dell'autonomia scolastica. Per la ricostruzione della complessa e stratificata normativa in materia di educazione civica, a partire dai decreti del Presidente della Repubblica n. 503 del 1955 e n. 508 del 1958, che introdussero rispettivamente l'educazione morale e civile e l'educazione civica nei programmi della scuola primaria e della scuola secondaria, rinvio alla dettagliata documentazione predisposta dal Servizio studi della Camera.
Fa presente che diverse sono state le proposte fino ad ora depositate dai vari gruppi politici, cui si aggiungono la proposta di legge di iniziativa popolare C. 1485, promossa dall'ANCI, non ancora assegnata, e la petizione n. 111.
Passa quindi ad illustrare brevemente le singole proposte di legge fin qui assegnate alla Commissione sulla materia.
La proposta n. 682 Capitanio muove dalla convinzione che l'insegnamento dell'educazione civica debba servire non solo ad avvicinare i giovani alla conoscenza delle istituzioni, ma anche a sensibilizzarli alla solidarietà, accompagnandoli in percorsi di coesione sociale. L'educazione civica deve pertanto facilitare l'inserimento dei giovani nel mondo del volontariato e la loro integrazione con le persone con disabilità e deve incoraggiare – anche attraverso l'educazione alla legalità – la loro partecipazione alla vita associata come cittadini attivi. La proposta è composta di 4 articoli, che prevedono l'introduzione nelle scuole primarie e secondarie dell'insegnamento dell'educazione civica come materia curricolare, con un monte ore annuale di 33 ore, da affidare ai docenti dell'area storico-geografica nelle scuole secondarie di primo grado e ai docenti dell'area economico-giuridica nelle scuole secondarie di secondo grado. È previsto che nella scuola secondaria di primo grado l'educazione civica sia oggetto di esame di fine ciclo. La proposta istituisce inoltre un premio annuale per l'educazione civica destinato a premiare le esperienze migliori in materia di educazione civica in ogni ordine e grado di istruzione.
La proposta n. 734 Gelmini prevede l'introduzione nelle scuole dell'insegnamento alla cittadinanza attiva, inteso come insegnamento dei valori della legalità, della partecipazione e della solidarietà, cui la proposta affianca l'insegnamento dell'educazione alla cittadinanza digitale. Infatti, secondo quanto chiarito dai presentatori nella relazione introduttiva, in una società come la nostra, in cui i rapporti sociali sono sempre più spesso mediati dalle tecnologie digitali, è indispensabile trasferire ai giovani non solo le cognizioni tecnico-pratiche occorrenti per l'utilizzo dei dispositivi elettronici, ma anche un insieme di regole di convivenza e di rispetto dell'altro, in funzione di prevenzione e di contrasto di condotte suscettibili di degenerare in bullismo e cyberbullismo. Il provvedimento, che reca 4 articoli, dispone l'introduzione dell'insegnamento dell'educazione alla cittadinanza attiva nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. Le relative attività devono tener conto della storia, delle tradizioni e della cultura del territorio in cui è inserita la singola istituzione scolastica. Oltre alla normale attività didattica in classe, l'insegnamento dell'educazione alla cittadinanza attiva può avvenire – secondo la proposta Gelmini – anche attraverso attività extrascolastiche. Per le scuole secondarie di secondo grado, si prevede che le attività di alternanza di scuola e lavoro possano essere svolte presso uffici pubblici, istituzioni, fondazioni e istituzioni culturali. In ogni caso, le modalità e i tempi dell'insegnamento dovranno essere definiti dalle singole istituzioni scolastiche, garantendo che esso abbia caratteristiche interdisciplinari e multidisciplinari. Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca è previsto che siano stabiliti i criteri per l'individuazione delle competenze acquisite e i relativi strumenti di valutazione. Come detto, la proposta prevede anche che, nell'ambito dei progetti di educazione alla cittadinanza attiva, si svolgano anche attività di sensibilizzazione degli alunni su diritti e doveri connessi all'uso di Internet e degli altri strumenti digitali, nonché progetti per prevenire e contrastare il bullismo informatico. In tale contesto, la proposta dispone il divieto, salvo casi particolari specifici, di utilizzo del cellulare e di altri dispositivi elettronico-digitali nei luoghi e negli orari dell'attività didattica. Il provvedimento prevede, inoltre, che ciascuna istituzione scolastica si doti di un patto di corresponsabilità educativa contenente i princìpi e le modalità di partecipazione delle famiglie alla vita scolastica.
La proposta n. 916 Dadone introduce nelle scuole primarie e secondarie l'insegnamento – inteso come disciplina autonoma, oggetto di valutazione – dell'educazione alla cittadinanza responsabile e alla Costituzione. Il nuovo insegnamento è inteso come processo formativo volto a favorire una consapevole partecipazione dei giovani alla vita civile e democratica e a promuovere lo sviluppo di una coscienza civica ispirata ai principi di cittadinanza attiva e solidale, nonché la consapevolezza dei valori fondanti e dei principi ispiratori della Costituzione. È previsto che con uno o più regolamenti siano definiti il monte ore mensile dell'insegnamento, che comunque non deve essere inferiore a 4 ore, e i contenuti da trattare nei diversi cicli di studio, che devono comunque conformarsi ad alcuni principi fissati dalla proposta: in particolare, l'insegnamento deve comprendere lo studio della Costituzione; un'introduzione di base al diritto costituzionale; un'introduzione al diritto dell'Unione europea; l'educazione alla legalità; l'educazione alla cittadinanza digitale; l'educazione al rispetto dei beni culturali, paesaggistici e naturali; l'educazione ai principi delle pari opportunità. I regolamenti devono anche provvedere all'individuazione del personale docente della scuola primaria, che deve essere adeguatamente formato, e del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado, che deve afferire alle classi di concorso dell'area giuridica, letteraria, storica o filosofica. La proposta dispone, poi, che le istituzioni scolastiche debbano programmare anche attività di studio e viaggi di istruzione, per aumentare negli alunni la conoscenza delle istituzioni italiane ed europee, della loro storia e del loro funzionamento.
La proposta n. 988 Battilocchio introduce nelle scuole primarie e secondarie l'insegnamento di Costituzione e cittadinanza europea, inteso come un processo formativo attraverso cui gli studenti possano acquisire la piena consapevolezza di essere soggetti attivi e protagonisti di una comunità informata ai principi e ai valori della Costituzione e delle norme dell'Unione europea. L'insegnamento si aggiunge a quello di Cittadinanza e Costituzione previsto dall'articolo 1 del decreto-legge n. 137 del 2008. In particolare, nelle more della revisione organica delle Indicazioni nazionali, la proposta prevede che il nuovo insegnamento – articolato su un orario di almeno 33 ore annue, corrispondenti a un'ora a settimana – sia introdotto come disciplina specifica, cui sia attribuita una autonoma valutazione. Il nuovo insegnamento è affidato, nella scuola primaria, a docenti che devono essere adeguatamente formati, mentre nella scuola secondaria a docenti abilitati all'insegnamento delle scienze giuridiche ed economiche. Appositi corsi di formazione e aggiornamento devono essere predisposti dalle regioni, d'intesa con gli uffici scolastici regionali. Le scuole possono determinare autonomamente ulteriori iniziative extracurricolari ed extrascolastiche finalizzate alla promozione e alla valorizzazione dei comportamenti positivi aventi per oggetto lo sviluppo delle competenze di cittadinanza.
La proposta n. 1166 Toccafondi prevede che nelle scuole primarie e secondarie sia introdotto l'insegnamento dell'educazione alla cittadinanza e alla Costituzione come disciplina autonoma, con una propria valutazione, da impartire per due ore settimanali, mediante rimodulazione della quota oraria attribuita all'insegnamento delle discipline storiche, filosofiche e giuridiche. L'insegnamento ha lo scopo di sviluppare negli studenti il senso della cittadinanza, mediante la conoscenza della Costituzione nei suoi aspetti giuridici, storici, culturali e morali e nella sua qualità di enunziato fondamentale dei valori comuni della vita civile collettiva della nazione. Gli obiettivi di apprendimento relativi al nuovo insegnamento devono essere elaborati e proposti da una Commissione appositamente costituita con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e devono comprendere, fra gli altri temi di studio, la Costituzione italiana e i suoi principi ispiratori, le istituzioni della Repubblica italiana e dell'Unione europea, l'educazione digitale, l'educazione ambientale, l'educazione stradale e l'educazione alla legalità. Le proposte di questa Commissione verrebbero successivamente recepite – mediante regolamento del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca – all'interno delle Indicazioni nazionali. Relativamente al personale docente, la proposta Toccafondi prevede che con decreto del Ministro siano stabiliti sia le competenze minime necessarie per l'insegnamento della disciplina nella scuola primaria, sia i criteri per lo svolgimento delle attività di aggiornamento. Sempre con decreto del Ministro devono essere individuate le classi di concorso che abilitano all'insegnamento della nuova disciplina nelle scuole secondarie, da individuare con particolare attenzione a quelle che abilitano all'insegnamento di italiano, storia, filosofia, diritto ed economia.
Ricorda poi che il 25 settembre 2018 è stata assegnata alla Commissione la petizione n. 111, con la quale si chiede l'introduzione dell'insegnamento obbligatorio dell'educazione civica ed ambientale nelle scuole secondarie di primo e secondo grado italiane. La petizione è stata presentata da Franco Esposito, membro del Lions Club International, il quale ha anche curato la raccolta, nell'ambito dell'associazione, di molte migliaia di firme a sostegno della petizione.
Ricorda brevemente che Lions Clubs International è l'organizzazione di club di assistenza più grande del mondo, con 1,36 milioni di soci in oltre 46.000 club in tutto il mondo, impegnati in progetti comunitari di volontariato, in oltre 208 paesi e aree geografiche, tra cui lotta alla cecità e alla fame, protezione dell'ambiente, assistenza agli anziani e ai disabili.
La petizione include una bozza di proposta di legge, dal titolo «Disposizioni in materia di insegnamento di educazione civica e ambientale nelle istituzioni scolastiche di istruzione secondaria di primo e secondo grado». La petizione sostiene la necessità di valorizzare un'efficace cultura della prevenzione ambientale a fronte dell'estrema fragilità e vulnerabilità del territorio italiano affinché si sviluppi nella comunità una presa di coscienza diffusa e consapevole che conduca all'adozione di quelle precauzioni che devono caratterizzare un paese progredito e attento alla sostenibilità. Per arrivare a questo si considera fondamentale il rilancio di una cultura della valorizzazione del Paese e dei suoi territori che faccia del rispetto per l'uomo e per la natura, della sostenibilità, della tutela e della prevenzione, della deontologia, della cultura della responsabilità e della priorità al bene comune i propri pilastri. Si tratta – per i sottoscrittori della petizione – di iniziare un processo pluriennale che coinvolga direttamente il mondo della scuola e quello della governance istituzionale, iniziando con l'introduzione dell'obbligo dell'educazione civica e ambientale nelle scuole, per almeno due ore settimanali nella scuola secondaria di primo e per i primi due anni nella scuola secondaria di secondo grado, da suddividersi in un'ora destinata alla cultura civico/amministrativa e un'ora destinata all'educazione ambientale. La bozza di articolato normativo annessa alla petizione si compone di 4 articoli. L'articolo 1 prevede l'attivazione anche nel secondo ciclo di istruzione, oltre che nel primo, dell'insegnamento di educazione civica e ambientale quale parte integrante dei programmi. Viene lasciata all'autonomia delle istituzioni scolastiche la definizione di modalità, programmi e tempi riservati all'insegnamento, nel rispetto di princìpi generali che vengono specificamente dettati. L'articolo 2 istituisce, presso il Ministero dell'istruzione, un osservatorio nazionale per il monitoraggio delle attività proposte dalle istituzioni scolastiche con riferimento all'insegnamento di educazione civica e ambientale e ne disciplina il funzionamento. L'articolo 3 disciplina la promozione di una settimana annuale da dedicare ad iniziative nazionali da realizzare c con il coinvolgimento di tutti gli studenti impegnati nello studio dell'educazione civica e ambientale. L'articolo 4 reca la clausola di invarianza finanziaria.
Conclude auspicando una fattiva collaborazione tra tutte le forze politiche al fine di addivenire alla definizione di un testo condiviso in tempi rapidi.
Massimiliano CAPITANIO (Lega) rappresenta che la proposta a sua prima firma scaturisce da un primo confronto tra la sua parte politica e gli uffici del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, avviato sulla spinta dell'urgenza a provvedere su questa materia, per arginare il proliferare di comportamenti distruttivi dei giovani sul web, l'uso di sostanze stupefacenti, il consumo di alcolici e il gioco d'azzardo. La proposta prende spunto dalla valutazione positiva di diversi programmi già attuati nelle scuole in materia di educazione civica e ambientale: programmi che – a suo giudizio – devono essere strutturati e valorizzati, rendendo l'insegnamento dell'educazione civica curricolare, obbligatorio e soprattutto oggetto di valutazione. La presentazione di petizioni popolari e di proposte di legge d'iniziativa popolare per l'introduzione dell'educazione civica nelle scuole deve spingere le forze politiche a non lasciare sulla carta i buoni propositi e ad adoperarsi con impegno per accelerare e concludere l'iter di approvazione della legge, tenuto conto, altresì, che dal confronto da lui condotto con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca è emersa la realizzabilità del progetto, anche sotto il profilo finanziario. A suo avviso, gli elementi comuni contenuti nelle diverse proposte costituiscono un'ottima base da cui partire per lavorare in modo proficuo e rapido.
Luigi GALLO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 13.35.
INTERROGAZIONI
Giovedì 24 gennaio 2019. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Interviene il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Gianluca Vacca.
La seduta comincia alle 13.35.
5-00767 Ascani: Sul teatro comunale di Bologna.
Il sottosegretario Gianluca VACCA risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Andrea DE MARIA (PD), replicando, dichiara di poter solo prendere atto della risposta, che si limita a un mero riassunto di norme e atti a lui già noti e non fornisce alcun elemento di novità rispetto al tema sollevato dall'interrogazione. Preannuncia che presenterà altre interrogazioni e attiverà tutti gli strumenti per ottenere risposte concrete rispetto ai problemi evidenziati nell'atto.
5-01074 Zolezzi: Sui «servizi aggiuntivi» museali, in particolare di Mantova.
Il sottosegretario Gianluca VACCA risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Alberto ZOLEZZI (M5S), replicando, dichiara di ritenere molto utile la risposta del Governo, che consente di comprendere meglio la situazione dei servizi aggiuntivi dei musei di Mantova e, in generale, dei musei autonomi e dei poli museali del Paese. Apprezza che dal 2016 sia in funzione una cabina di regia composta da rappresentanti del Ministero per i beni e le attività culturali e di Consip Spa, con compiti di pianificazione, servizio e monitoraggio delle attività oggetto della convenzione, oltre che un gruppo di lavoro interno alla Direzione generale musei del Ministero. Prende atto della gara in corso tramite Consip per il rinnovo dell'affidamento dei servizi di biglietteria, libreria e assistenza alla visita. Pur giudicando positivo che vi sia una gestione culturale che valorizza il tessuto economico, culturale e turistico anche della città di Mantova, assicura che i firmatari dell'interrogazione continueranno a tenere desta l'attenzione, tanto più che permangono alcune criticità in materia di divulgazione della conoscenza e di valorizzazione dei beni culturali di Mantova, come di altre città.
5-01122 Mollicone: Sullo stato debitorio della fondazione Teatro dell'Opera di Roma.
Il sottosegretario Gianluca VACCA risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Federico MOLLICONE (FdI), replicando, si dichiara assolutamente insoddisfatto della risposta che, semplicemente esponendo la ricostruzione di quanto accaduto finora e per il resto passando sotto silenzio i gravissimi problemi di gestione evidenziati dall'atto di sindacato ispettivo, sembra essere stata scritta direttamente dalla Sovrintendenza interessata, ossia da un soggetto che non ha il carattere di terzietà necessario a poter esprimere un giudizio sulla situazione del Teatro dell'Opera di Roma.
Pur consapevole che il Governo Conte non è responsabile della situazione debitoria della fondazione Teatro dell'Opera di Roma, che ha radici lontane, ritiene però che l'Esecutivo in carica qualche responsabilità cominci ad averla, dato che, dopo aver propagandato in campagna elettorale un grande cambiamento, non ha poi cambiato nulla in questo ambito, ed anzi ha confermato gli incarichi dirigenziali delle fondazioni e delle istituzioni culturali assegnati dal precedente Governo.
Rilevato che la situazione debitoria dell'Opera di Roma è sostanzialmente immutata, ritiene non giustificato il mantenimento dei vertici attuali – in particolare del sovrintendente Fuortes – i quali, negli anni successivi all'approvazione della legge Bray, non sono stati in grado di riportare le fondazioni in condizioni di equilibrio di bilancio, pur avendo beneficiato di consistenti contributi statali.
Dopo aver quindi sollecitato la destituzione immediata del sovrintendente Fuortes e aver espresso solidarietà ai lavoratori della fondazione, preannuncia la presentazione, da parte di Fratelli d'Italia, di un esposto alla Corte dei conti per danno erariale.
5-01141 Frate: Sulla riqualificazione e messa in sicurezza della Grotta di Virgilio di Posillipo.
Il sottosegretario Gianluca VACCA risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).
Flora FRATE (M5S), replicando, si dichiara soddisfatta poiché la risposta fornisce gli elementi di chiarezza da lei auspicati sui diversi ambiti di competenza del Ministero per i beni e le attività culturali e del Comune di Napoli in relazione alla gestione dell'area della Crypta Neapolitana di Posillipo. Prende atto della disponibilità del Ministero a una leale collaborazione tra amministrazioni per la valorizzazione dei beni culturali, che – si dice certa – non verrà smentita dai fatti.
Luigi GALLO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 14.
ALLEGATO 1
5-00767 Ascani: Sul teatro comunale di Bologna.
TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA
L'onorevole Ascani, unitamente al collega onorevole De Maria, chiede quali iniziative il Ministero intenda adottare per il Teatro Comunale di Bologna che ha presentato il piano di risanamento previsto dall'articolo 11 del decreto-legge n. 91 del 2013 (convertito con la legge n. 112 del 2013).
Permettetemi innanzitutto di precisare che con l'acquisizione dei bilanci di esercizio 2017 la competente Direzione generale Spettacolo di questo Ministero ha potuto analizzare e mettere a raffronto i dati del 2017, appunto, con quelli dei due esercizi precedenti.
Il confronto consente, infatti, di poter delineare l'andamento complessivo del sistema lirico sinfonico in un periodo temporale (2015-2017) che ha visto l'applicazione delle misure di risanamento e di rilancio di cui all'articolo 11 del decreto-legge n. 91 che ho prima richiamato.
In particolare, la Fondazione Teatro Comunale di Bologna ha registrato un tendenziale equilibrio economico nel triennio 2015-2017 e nel 2018 il contributo FUS assegnato alla Fondazione di Bologna è pari a 8.421.090,89 di euro.
Nello specifico, la Commissione consultiva per la Musica, che oltre ad una funzione consultiva in ordine alla valutazione degli aspetti qualitativi dei progetti e delle iniziative afferenti alle richieste di contributo nel settore musicale, ha funzioni consultive anche in ordine alla valutazione degli aspetti qualitativi dei programmi di attività delle fondazioni lirico-sinfoniche, nella seduta del 26 settembre scorso, ha proceduto alla valutazione dei programmi artistici del 2017 delle dodici fondazioni non dotate di forma organizzativa speciale.
Il giudizio della Commissione consultiva per la Musica al programma artistico 2017 è stato espresso in punti sul valore massimo di 150, in relazione agli elementi di valutazione qualitativa previsti all'articolo 3, comma 3, del decreto ministeriale 3 febbraio 2014; alla Fondazione Teatro Comunale di Bologna è stato attribuito un totale di 42 punti di qualità.
La ripartizione è effettuata sulla base della valutazione della qualità artistica dei programmi, con un particolare riguardo a quelli atti a realizzare, segnatamente in un arco circoscritto di tempo, spettacoli lirici, di balletto e concerti – coniugati da un tema comune e idonei ad attrarre turismo culturale – realizzati nell'anno precedente la ripartizione stessa.
La Commissione consultiva per la Musica – integrata da un esperto di lirica – esprime il suo giudizio, ripeto, esclusivamente in relazione ai criteri utili contenuti al sopra citato articolo 3, comma 3, del decreto ministeriale 3 febbraio 2014, provvedimento della scorsa legislatura e di un precedente Governo.
Vorrei inoltre evidenziare che con Decreto del 18 luglio 2018 del Direttore generale dello Spettacolo, è stato individuato l'importo da erogare a ciascuna fondazione, quale assegnazione per l'anno 2018, delle risorse di cui al decreto ministeriale 3 marzo 2017, (cosiddetto «Fondo salvadebiti», previsto dall'articolo 1, comma 583 della legge 11 dicembre 2016, n. 232 che, rammento, stanziava 15 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2018) con cui in particolare è stata disposta l'assegnazione della somma di euro 1.028.028,76 a favore della Fondazione Teatro Comunale di Bologna.
Attualmente è in via di perfezionamento la procedura di assegnazione della somma di cui alla legge 388/2000, articolo 145, comma 87 a favore delle fondazioni lirico-sinfoniche che prevede, per il Teatro Comunale di Bologna un'assegnazione pari a euro 86.309,38.
Infine la competente Direzione generale dello Spettacolo che si è riunita il 14 gennaio, ha approvato la proposta di ripartizione, pertanto, il decreto ministeriale di riparto, della quota di Integrazione FUS per il corrente anno, è in corso di emanazione.
Il Ministro, fin dal suo insediamento, aveva manifestato che una delle priorità del suo mandato sarebbe stata proprio quella di incrementare il FUS 2018.
Contestualmente l'amministrazione si è attivata per verificare che ci fossero risorse disponibili all'interno di altri capitoli di spesa del Ministero per finalizzarle al rafforzamento del FUS che nel 2018 risultava gravato da una serie di provvedimenti, adottati nel 2017, che riducevano di fatto la quota ripartibile fra tutti i beneficiari già individuati.
Attività concretizzatasi nella riunione della Consulta per lo spettacolo del 23 ottobre 2018 durante la quale si è deciso di integrare il fondo unico dello spettacolo di ulteriori 10 milioni di euro, portando lo stanziamento complessivo del medesimo fondo per il 2018 ad euro 343.941.798,00, mentre il FUS 2019 è stato aumentato di altri due milioni, ovvero, pari a 345.900 milioni circa.
È stata confermata l'integrazione e si è registrato un lieve incremento rispettando l'obiettivo di accrescere i fondi per la cultura.
Alla luce di quanto ho illustrato nei confronti della Fondazione di Bologna risulta, allo stato, una contribuzione pubblica pari a euro 9.535.429,03 che, al momento, tiene ovviamente conto del complessivo minore stanziamento FUS 2018 rispetto agli anni precedenti, risultato di una decisione della programmazione economica del precedente Governo.
ALLEGATO 2
5-01074 Zolezzi: Sui «servizi aggiuntivi» museali, in particolare di Mantova.
TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA
L'onorevole Zolezzi, unitamente alla collega, onorevole Licatini, chiede notizie in merito ai servizi aggiuntivi in generale ed in particolare relativi a Palazzo Ducale di Mantova.
Permettetemi di ricordare che le principali concessioni di servizi al pubblico (accesso, accoglienza e info Point, biglietteria in loco e online, visite guidate e assistenza didattica, consultazione materiali d'archivio e fruizione attività scientifiche, servizio editoriale, bookshop e vendita in e-commerce, caffetteria e ristorazione) sono state bandite da questo Ministero, in attuazione del decreto-legge 14 novembre 1992, n. 433, convertito, con modificazioni, nella legge 14 gennaio 1993, n. 4, (cosiddetta legge Ronchey) che introdusse nell'ordinamento giuridico italiano il potere degli istituti e luoghi della cultura pubblici di istituire «servizi aggiuntivi» di accoglienza del pubblico.
A tale riguardo, l'articolo 115 del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42, «Codice dei beni culturali e del paesaggio», prevede che i cosiddetti servizi aggiuntivi (articolo 117 sempre del Codice) possano essere gestiti in forma diretta o indiretta anche attraverso l'affidamento a privati, «al fine di assicurare un adeguato livello di valorizzazione dei beni culturali. La scelta tra le due forme di gestione indicate è attuata previa valutazione comparativa, in termini di efficienza ed efficacia, degli obiettivi che si intendono perseguire e dei relativi mezzi, metodi e tempi.»
Il decreto ministeriale 29 gennaio 2008 sulle modalità di affidamento a privati e di gestione integrata dei servizi aggiuntivi presso istituti e luoghi della cultura ha indicato le modalità di affidamento dei servizi stessi.
In aggiunta, con la Circolare del Segretariato Generale n. 49 del 23 marzo 2009 il Ministero ha provveduto a emanare apposite «Linee guida in materia di attivazione ed affidamento in concessione dei servizi per il pubblico negli istituti della cultura italiani» aggiornate e integrate nel 2010 e rinnovate nel 2014 da un apposito gruppo di lavoro per fornire un indirizzo generale alle stazioni appaltanti, tale da assicurare una maggiore certezza amministrativa delle procedure di gara e da soddisfare l'esigenza di una massima apertura al mercato. L'Amministrazione ha operato in costante raccordo con l'Autorità di vigilanza dei contratti pubblici (ora ANAC) e con Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Le sopra richiamate Linee guida hanno costituito la premessa per l'avvio di una collaborazione con Consip S.p.A, perfezionata il 23 dicembre 2015 con la stipula di una convenzione per attività di supporto alla gestione delle rinnovate procedure di gara per le concessioni dei servizi museali.
La convenzione in parola ha determinato, tra l'altro, l'istituzione, nel febbraio del 2016, di una Cabina di regia, composta da rappresentanti del MiBAC e di Consip S.p.A. con compiti di pianificazione, indirizzo, coordinamento e monitoraggio delle attività oggetto della convenzione.
Su queste basi, nel biennio 2016/2017, è stata svolta un'intensa attività di affiancamento ai Musei autonomi e ai Poli museali per la predisposizione della complessa documentazione necessaria per l'espletamento delle gare.
Riscontrato il congelamento delle gare per le concessioni dei servizi aggiuntivi, trovate in proroga di fatto da troppo tempo e preso atto dell'emergenza di accompagnare gli istituti in una situazione di piena legalità, la Direzione generale Musei ha istituito un gruppo di lavoro interno allargato a rappresentanti di Consip, che in pochi mesi ha affrontato le diverse criticità relative alle proroghe e alla preparazione dei nuovi bandi sollecitando l'avvio delle procedure da parte dei singoli Istituti.
Per quanto più propriamente riferito al Complesso museale di Palazzo Ducale di Mantova vorrei precisare, sulla base delle notizie fornite direttamente dal Direttore del Complesso, che la società Mondadori Electa è mandataria e rappresentante del raggruppamento temporaneo di impresa che ha in concessione i servizi aggiuntivi del museo dal 2009.
Attualmente è in corso la gara per il rinnovo dell'affidamento dei servizi museali (biglietteria, bookshop, assistenza alla visita) tramite Consip, la cui conclusione è prevista per luglio 2019.
Nelle more della conclusione della procedura di gara, è stata richiesta la proroga, come previsto dalla normativa vigente, del servizio all'attuale concessionario fino al 30 giugno 2019.
Per quanto attiene alla mostra «Con nuova e stravagante maniera. Giulio Romano a Mantova» prevista dal 6 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020 e che è totalmente autonoma rispetto a quella del Comune di Mantova che avrà sede a Palazzo Te, la gestione della biglietteria sarà affidata alla società vincitrice della gara in corso.
A tale proposito si sono svolti alcuni incontri con il Sindaco e i referenti istituzionali dei Museo Civico di Palazzo Te per una programmazione condivisa delle iniziative legate a Giulio Romano e per la ricerca di un accordo su un biglietto unico che consenta l'accesso a tutte le iniziative, statali e comunali,
Concludo riferendo, in merito alla richiamata opportunità di «promuovere e favorire una gestione dei beni culturali di Mantova che valorizzi il tessuto economico, culturale e turistico», che la competente Direzione Musei, in armonia con la decisione UE 2017/864 del 17 maggio 2017 e secondo le logiche di rete proprie del Sistema museale nazionale avviato con DM n. 113 del 2017, ha intrapreso una politica di indirizzo finalizzata ad assicurare una gestione sostenibile e integrata dei musei e dei luoghi della cultura italiani e volta a promuovere forme innovative di fruizione e/o di governance del patrimonio culturale (vi invito a consultare il programma Musei e Sviluppo dei Sistemi Territoriali – MuSST).
Rammento infine che il Ministero ha recentemente istituito la Commissione Reti museali e Sistemi Territoriali, di cui fa parte la Direzione generale Musei, con il preciso compito di studiare possibili forme di gestione del patrimonio culturale attraverso la sinergia di reti museali e sistemi territoriali in tutta Italia e di delineare delle linee guida per sviluppare tutte le possibili strategie di collaborazione e cooperazione tra le istituzioni culturali pubbliche, quelle private e le realtà produttive territoriali, attraverso la «progettazione partecipata» e forme di partenariato.
ALLEGATO 3
5-01122 Mollicone: Sullo stato debitorio della fondazione Teatro dell'Opera di Roma.
TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA
L'onorevole Mollicone, nel richiamare la cosiddetta «legge Bray» e l'intento per la quale è stata emanata, ovvero il risanamento delle fondazioni liriche in gravi difficoltà economiche e rilanciare la loro attività, richiede notizie riferite, in particolare, sulla Fondazione Teatro dell'Opera di Roma.
Vorrei, a tale proposito segnalare che, nel 2018, sono stati assegnati alla Fondazione Teatro dell'Opera di Roma Capitale i seguenti contributi ministeriali:
18.257.427,52 di euro quale contributo FUS a fronte dell'attività realizzata nel 2017;
1.514.119,85 di euro quale contributo ex lege n. 388 /2000 (la legge di bilancio in forza della quale il fondo è stato incrementato per specifiche finalità);
963.357,11 di euro quale contributo ex articolo 1, comma 583 della legge n. 232/2016 (cosiddetto fondo salva debiti).
Nel contempo dal bilancio di esercizio 2017 della Fondazione in argomento si evince che:
la situazione debitoria del Teatro dell'Opera di Roma Capitale è passata da euro 54.012.662,00 del 2015 ad euro 52.481.014,00 del 2017 (come risulta dal bilancio di esercizio 2017).
il risultato di esercizio 2017 si è chiuso in positivo per euro 59.067,00;
le disponibilità liquide sono passate da euro 27.815 del 2015 ad euro 163.846 del 2017.
Il patrimonio netto della Fondazione è pari ad euro 5,9 milioni e si mantiene costante dall'esercizio 2014.
Mi spiace aver iniziato con un elenco di dati, ma è stato per evidenziare che la Fondazione Teatro dell'Opera di Roma, pur rimanendo in una situazione di elevato indebitamento, ha intrapreso, negli anni oggetto di Piano, azioni volte ad un efficientamento nella gestione, come indicato anche dall'EBITDA (un indicatore della profittabilità) che dal 2014, attestandosi su valori di circa 2,6 milioni, è arrivato a circa 5,9 milioni nel 2017, conseguendo anche una tendenziale riduzione dell'indebitamento.
A tal proposito la competente Direzione generale dello spettacolo segnala che le stime riportate nell'Integrazione di Piano oggetto di approvazione, per il 2018, prevedono un totale debiti pari ad euro 50.790.779.
Occorre anche rilevare, sulla base degli ultimi dati trasmessi dalla Fondazione per il monitoraggio alla data del 30 settembre 2018, un «totale debiti» pari ad euro 51.871.861, rispetto al quale la stessa Fondazione precisa quanto segue: «Nel mese di ottobre, dopo la liquidazione del saldo FUS 2018, si è provveduto a pagare euro 2.168.382 di debiti tributari correnti, riportando i debiti tributari in linea con il dato del 2017».
Tale intervento dovrebbe riportare il livello di indebitamento complessivo dell'Ente a fine esercizio, sostanzialmente in linea con le stime contenute nell'Integrazione di Piano per l'anno 2018.
Ancora sul debito tributario, preme precisare che, con nota del 12 dicembre 2018, la Fondazione ha informato il Commissario di Governo che, in data 7 Dicembre 2018, è stata presentata alla competente Direzione Territoriale della Agenzia delle Entrate, istanza di transazione fiscale relativamente ai debiti tributari 2015/2016, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 182-ter del Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 267, al fine di conseguire una significativa riduzione del debito tributario in essere ed un importante differimento temporale dei relativi termini di pagamento.
Peraltro, sempre nella nota del 12 dicembre 2018, la Fondazione ha altresì informato di aver posto all'attenzione degli enti soci, il tema, a più riprese sollecitato dal Commissario stesso, della necessità di procedere ad una ri-patrimonializzazione nel breve periodo della Fondazione al fine di renderne la consistenza patrimoniale più congrua e coerente con l'attuale livello di indebitamento.
A seguito di successive revisioni della iniziale versione presentata dalla Fondazione, l'Integrazione del Piano di risanamento 2016-2018 ai sensi dell'articolo 1, comma 355, della legge 28 dicembre 2015 n. 208, nella sua versione definitiva, è stata trasmessa al Commissario di Governo in data 16 aprile 2018.
Il Commissario ha quindi inoltrato ai Ministri competenti, con nota del 27 giugno 2018, la propria proposta motivata di approvazione del Piano in questione per il triennio 2016-2018.
Tale Integrazione di Piano è stata infine approvata con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali e il Ministro dell'Economia e delle Finanze in data 24 ottobre 2018, successivamente registrato dalla Corte dei Conti in data 19 novembre 2018.
Ciò premesso, si evidenzia che, a giugno 2018, il Sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma Capitale (nominato con DM 3 marzo 2015) ha trasmesso alla Direzione generale Spettacolo, ai sensi dell'articolo 3 comma 2 del DM 3 marzo 2017, la relazione sull'impiego delle risorse ricevute nel 2017 – pari ad euro 2 milioni – a valere sul fondo salva-debiti (1 milione di euro in data 2 maggio 2017 e 1 milione di euro in data 12 luglio 2017).
Il Sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma Capitale ha rappresentato che alla data di ricezione della prima tranche del contributo la Fondazione aveva debiti scaduti riferiti a diverse annualità (2015, 2016 e alcune mensilità relative al 2017) e che si è ritenuto di orientare la regolarizzazione verso i debiti fiscali scaduti più di recente (anno 2016 e primi mesi 2017) per cogliere al meglio i benefici riconosciuti dall'istituto del cosiddetto «ravvedimento operoso».
È stato, altresì, precisato dal Sovrintendente che per la regolarizzazione dei debiti fiscali a cui si riferiscono i pagamenti, le sanzioni applicate sono state pari al 3,75 per cento anziché al 5 per cento applicabili in caso di regolarizzazione dei debiti fiscali più remoti. La spesa complessiva sostenuta a tale titolo è stata di euro 2.187.463,15.
Ciò premesso, si evidenzia che, anche al fine di far fronte alla elevata esposizione debitoria delle fondazioni liriche, l'articolo 1, comma 607, della legge n. 145/2018, che all'epoca della presentazione dell'atto parlamentare dell'On.le Mollicone non aveva ancora completato il suo iter di approvazione, ha autorizzato la spesa di euro 12,5 milioni per l'anno 2019 con la finalità di sostenere le azioni e i progetti proposti dalle fondazioni avuto riguardo esclusivamente alla riduzione del debito esistente.
ALLEGATO 4
5-01141 Frate: Sulla riqualificazione e messa in sicurezza della Grotta di Virgilio di Posillipo.
TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA
L'onorevole Frate, richiama l'attenzione del Ministero sulla situazione della cosiddetta Crypta Neapolitana o Grotta di Virgilio, sita a Posillipo, a Napoli.
Come noto la Crypta Neapolitana è una galleria stradale aperta in età romana per agevolare i collegamenti tra Neapolis e Puteoli.
Più volte restaurata, essa rimase un'importante infrastruttura viaria, fino alla realizzazione delle gallerie «Quattro Giornate» (completata nel 1885) e «Laziale» (conclusa nel 1925), perdendo progressivamente funzionalità, anche per i continui cedimenti della volta, motivo per cui venne infine abbandonata.
Vorrei precisare che, da ricerche effettuate presso gli archivi degli Uffici di questo Ministero presenti sul territorio, risulta che l'immissione al demanio dello Stato dell'area in parola, è limitato alla sola area a verde attualmente occupata dal cosiddetto «Parco Vergiliano», la cui gestione è infatti affidata al Polo Museale per la Campania e che include solo un limitatissimo primo tratto della galleria della Crypta Neapolitana.
Il resto della galleria, facente parte della viabilità pubblica della città di Napoli fino ai primi del XX secolo, risulta di proprietà del Comune di Napoli.
Sempre agli atti degli Uffici del Ministero competenti per territorio, risulta uno studio di fattibilità per un progetto di intervento complessivo sulla galleria che prevedeva il recupero funzionale dell'antica viabilità da adibire al traffico pedonale e ciclabile di collegamento tra i due quartieri di Napoli (Mergellina e Fuorigrotta) attualmente separati dalla collina di Posillipo, garantendo un miglioramento dei collegamenti con la stazione di Mergellina; si prevedeva inoltre la realizzazione di un parco a verde attrezzato di circa 10 ettari, nell'area a monte dello sbocco di Fuorigrotta – parte alta della strada –, esteso fino a via Caravaggio.
Il progetto si articolava in cinque lotti:
un primo lotto denominato «ingresso lato Fuorigrotta» – tratto di circa 100 metri di galleria, finanziato dal Comune di Napoli per un importo di circa 2 miliardi e mezzo di lire e che risulterebbe completato.
un secondo lotto indicato come «ingresso Piedigrotta» – tratto di circa 100 metri di galleria, finanziato dal Comune di Napoli che risulterebbe anch'esso completato.
un terzo, quarto e quinto lotto «lato Fuorigrotta» «completamento lato Piedigrotta» e «galleria centrale di collegamento», che invece non risulterebbero mai realizzati per carenza di fondi che, nel 2009, venivano stimati in circa 9 milioni di euro.
Lo studio di fattibilità si inseriva, a quanto sembra, su una precedente progettazione del Comune di Napoli articolata sempre in tre lotti funzionali, di cui sarebbero stati ultimati solo i due lotti relativi agli ingressi, come ho dianzi esposto.
A quanto consta risulta che per il recupero del tratto centrale rimanente di circa 500 metri della galleria si prevedeva un impegno di euro 5.164.568,00 come da delibera della Giunta Comunale di Napoli n. 1889 del 6 maggio del 2006.
Naturalmente questo Ministero assicura la propria disponibilità, proprio nel rispetto dell'impegno di leale collaborazione tra Amministrazioni, per ogni iniziativa di tutela e valorizzazione che il Comune di Napoli intenda intraprendere al riguardo.