VIII Commissione

Ambiente, territorio e lavori pubblici

Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)

Commissione VIII (Ambiente)

Comm. VIII

Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
SOMMARIO
Mercoledì 16 gennaio 2019

TESTO AGGIORNATO AL 27 FEBBRAIO 2019

INDAGINE CONOSCITIVA:

Audizione di rappresentanti del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'ANCI, alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio (Svolgimento, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, e conclusione) ... 59

Audizione di rappresentanti dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'ANCI, alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio (Svolgimento, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, e conclusione) ... 60

SEDE CONSULTIVA:

Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2018. C. 1432 Governo, approvato dal Senato (Parere alla XIV Commissione) (Esame e rinvio) ... 60

ATTI DEL GOVERNO:

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno 2018, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi. Atto n. 63 (Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio) ... 64

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE:

Sullo svolgimento della missione nei territori del Centro-Italia colpiti da eventi sismici ... 66

ALLEGATO (Relazione) ... 67

VIII Commissione - Resoconto di mercoledì 16 gennaio 2019

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 16 gennaio 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO.

  La seduta comincia alle 14.15.

Audizione di rappresentanti del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'ANCI, alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, e conclusione).

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera, nonché la trasmissione diretta sulla web tv. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.
  Introduce, quindi, i temi dell'audizione.

  Giorgio QUAGLIOLO, presidente del CONAI, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono, per formulare quesiti e osservazioni, Giuseppe D'IPPOLITO (M5S), Ilaria FONTANA (M5S), Alberto MANCA (M5S), nonché il presidente Alessandro Manuel BENVENUTO, ai quali replica Giorgio QUAGLIOLO, presidente del CONAI, fornendo ulteriori precisazioni.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, ringrazia il presidente Quagliolo per la relazione svolta e dichiara concluso lo svolgimento dell'audizione.

Audizione di rappresentanti dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'ANCI, alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, e conclusione).

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera, nonché la trasmissione diretta sulla web tv. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.
  Introduce, quindi, l'audizione.

  Ivan STOMEO, Sindaco di Melpignano – Delegato Energia e Rifiuti ANCI, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Interviene, per formulare quesiti e osservazioni, Alberto MANCA (M5S).

  Ivan STOMEO, Sindaco di Melpignano – Delegato Energia e Rifiuti ANCI, risponde ai quesiti posti, fornendo ulteriori precisazioni.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, ringrazia il dottor Stomeo per la relazione svolta e dichiara concluso lo svolgimento dell'audizione.

  La seduta termina alle 15.20.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 16 gennaio 2019. — Presidenza della vicepresidente Patrizia TERZONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Salvatore Micillo.

  La seduta comincia alle 15.45.

Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2018.
C. 1432 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Patrizia TERZONI, presidente, ricorda che il termine per la presentazione di emendamenti al disegno di legge europea 2018 è fissato alle ore 18 della giornata odierna.

  Elena LUCCHINI (Lega), relatrice, in qualità di relatrice riferisce sul disegno di legge europea 2018, già approvato dal Senato.
  Al riguardo, ricorda che la legge europea è, insieme alla legge di delegazione europea – che è attualmente all'esame del Senato – uno dei due nuovi strumenti di adeguamento periodico dell'ordinamento nazionale a quello dell'Unione europea predisposti dalla legge n. 234 del 2012. Quest'ultima indica come contenuto tipico della legge europea le disposizioni connesse ad obblighi, atti e procedure di infrazione derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea. Il testo reca dunque le norme necessarie a prevenire l'apertura – o a consentire la chiusura – di procedure di infrazione, nonché, in base ad una interpretazione estensiva del disposto legislativo, anche norme volte a permettere l'archiviazione dei casi di pre-contenzioso EU Pilot.
  Sul disegno di legge, viene acquisito il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie autonome che, nel caso di specie è stato reso in data 4 ottobre 2018 – quindi dopo la sua presentazione al Senato – ed è stato favorevole, salvo la riserva delle regioni di formulare osservazioni, in merito ai recepimenti in materia ambientale.
  L'articolato del disegno di legge europea 2018, quale approvato dal Senato, contiene 19 articoli, suddivisi in 8 capi, e le disposizioni di interesse della VIII Commissione sono recate agli articoli 11, 16 e 17.
  L'articolo 11 novella il TUF (Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui al decreto legislativo n. 58 del 1998) per la parte relativa alla partecipazione alle aste delle quote di emissioni dei gas a effetto serra, in attuazione del regolamento (UE) n. 1031/2010 (cosiddetto «Regolamento aste»). Dal 3 gennaio 2018 tali quote sono classificate come strumenti finanziari.
  Il regolamento Aste, all'articolo 18 individua i soggetti legittimati a presentare domanda di partecipazione diretta all'asta e sancisce che i soggetti che beneficiano dell'esenzione prevista all'articolo 4-terdecies, comma 1, lettera l), del TUF – ovvero soggetti che operano sui mercati finanziari ai quali non si applica la vigilanza della Consob – sono legittimati a presentare domanda di partecipazione diretta all'asta (per conto proprio o per conto dei clienti della loro attività principale), purché lo Stato membro in cui sono stabiliti abbia adottato una normativa che consenta all'autorità competente nazionale (Consob) di autorizzarli.
  La norma in commento realizza tale condizione. Infatti i commi 1 e 2 del nuovo articolo 20-ter del TUF attribuiscono alla Consob la competenza ad autorizzare nonché a vigilare su tali operatori.
  Il comma 3 sancisce che le banche e le imprese di investimento autorizzate a norma della disciplina bancaria e finanziaria vigente e iscritte nei rispettivi albi, sono altresì autorizzate di diritto a operare nel mercato delle aste delle quote di emissione per conto dei loro clienti qualora risultino già autorizzate alla prestazione dei servizi di investimento di negoziazione per conto proprio e/o esecuzione di ordini. Nel corso dell'esame da parte del Senato è stato specificato che gli intermediari autorizzati hanno la facoltà di presentare offerte in conto proprio.
  L'articolo in esame attribuisce inoltre alla Consob la facoltà di dettare disposizioni di attuazione dell'articolo 59 del Regolamento aste, con riferimento alle regole di condotta per i soggetti che presentano domanda di partecipazione al mercato delle aste, nonché alla procedura di autorizzazione e eventuale revoca della medesima autorizzazione in caso di violazioni gravi e sistematiche delle norme di condotta.
  Infine, il citato articolo 59 dispone che le competenti autorità nazionali possano applicare «sanzioni efficaci, proporzionali e dissuasive» in caso di violazione delle regole prescritte. Conseguentemente, le lettere b), c) e d) dell'articolo in esame integrano la Parte V del TUF (Sanzioni) al fine di prevedere l'applicazione delle sanzioni amministrative già previste con riferimento agli intermediari abilitati nei confronti dei responsabili delle violazioni delle disposizioni dettate dall'articolo 59, paragrafi 2, 3 (relativi alle regole di comportamento) e 5 (relativo alle condizioni per l'autorizzazione) del regolamento (UE) n. 1031/2010 e delle relative disposizioni di attuazione. Il comma 2 dell'articolo 11 reca infine la clausola di invarianza finanziaria.
  L'articolo 16 reca disposizioni relative ai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), apportando modifiche
al decreto legislativo 14 marzo 2014, n. 49, adottato in attuazione della direttiva 2012/19/UE concernente i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (cosiddetta «direttiva RAEE»).
  Ricorda preliminarmente che per l'attuazione della recente direttiva 2018/849, che modifica, tra le altre, la direttiva RAEE, l'articolo 13 del disegno di legge di delegazione europea – approvato dalla Camera e ora al Senato – reca un'apposita delega stabilendone principi e criteri direttivi.
  La modifica legislativa in esame intende definire il caso EU Pilot 8718/16/ENVI evitando l'apertura di una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia, avendo la Commissione riscontrato una normativa interna non conforme alla disciplina europea.
  In particolare la lettera a) del comma 1 integra l'articolo 14, comma 3, del citato decreto legislativo n. 49, introducendo adempimenti in capo ai produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) finalizzati al monitoraggio da parte dell'ISPRA del rispetto del tasso di raccolta differenziata dei RAEE.
  In questo senso, si recepisce in modo dettagliato la previsione della direttiva (articolo 7, paragrafo 2), con riguardo all'obbligo a carico dei produttori e dei terzi che agiscono a loro nome, di trasmettere, con cadenza annuale e gratuitamente, all'ISPRA i dati relativi ai RAEE: ricevuti presso i distributori; ricevuti presso gli impianti di raccolta e trattamento; oggetto di raccolta differenziata.
  La lettera b), mediante la novella dell'articolo 23, comma 3, del decreto legislativo, riduce i casi di rimborso dei contributi ai produttori di AEE ai soli previsti dalla direttiva.
  La disciplina vigente prevede che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare definisce le misure necessarie per assicurare che siano elaborati appropriati meccanismi o procedure di rimborso dei contributi sulle operazione di ritiro e smaltimenti dei RAEE qualora le apparecchiature AEE siano trasferite per l'immissione sul mercato al di fuori del territorio nazionale «oppure qualora le stesse siano avviate al trattamento al di fuori dei sistemi di cui all'articolo 8, comma 2», fattispecie, quest'ultima, non prevista dalla direttiva e quindi oggetto di espunzione con la novella in esame.
  La lettera c) interviene sul decreto, modificandone l'articolo 28, comma 7, per renderlo conforme alla direttiva. Infatti quest'ultima per facilitarne la raccolta differenziata, richiede che i produttori marchino adeguatamente le AEE immesse sul mercato e, in casi eccezionali, ove sia necessario a causa delle dimensioni o della funzione del prodotto, che sia stampato il simbolo non solo sull'imballaggio e sulle istruzioni per l'uso, ma anche sulla garanzia dell'AEE, che invece la norma attuale interna non prevedeva.
  Peraltro, con una modifica approvata dal Senato, si è precisato che occorre apporre sia il simbolo che il marchio (che invece era espunto dalla riformulazione dell'articolo 28, comma 7 recata dal testo del disegno di legge originario) e, con una ulteriore modifica si è specificato «anche se in formato digitale». Al riguardo, segnalo che non risulta contenuto nella disposizione della direttiva citata il riferimento al marchio e, pertanto, sarebbe utile avere chiarimenti dal Governo circa la compatibilità di tale riferimento anche al marchio con il quadro delle norme europee, ove si fa riferimento al solo simbolo.
  La lettera d) interviene sull'articolo 30, comma 2, del citato decreto per specificare le modalità con cui il produttore, nel caso intenda vendere AEE in uno Stato dell'Unione europea diverso da quello nel quale è stabilito, debba provvedere ad identificare il proprio rappresentante autorizzato presso tale Stato. Tale figura è prevista dalla direttiva come «la persona responsabile dell'adempimento degli obblighi del produttore nel territorio di tale Stato membro». La modifica richiede di provvedere a tale designazione con mandato scritto, come previsto dalla direttiva (articolo 17, paragrafo 3, della direttiva citata).

  Le lettere e) e f) provvedono a correggere due errori formali: il titolo dell'allegato V rinvia, infatti, all'articolo 15 (Ritiro dei RAEE conferiti nei centri di raccolta), anziché all'articolo 19 (Obiettivi di recupero), e nella parte I dello stesso allegato V, parte I, era stata omessa l'indicazione della data del 13 agosto 2012.
  Con la lettera g) si interviene sulla disciplina della documentazione minima richiesta per le spedizioni di AEE difettose effettuate dal detentore al produttore o a un terzo che agisce a suo nome. In particolare viene eliminato dal punto 2, lettera a) dell'allegato VI del decreto il riferimento al «contratto di riparazione», che non è contemplato dal corrispondente allegato VI della direttiva.
  Anche la lettera h) interviene sulla disciplina della documentazione minima delle spedizioni dei prodotti difettosi, con specifico riferimento alle AEE ad uso professionale usate difettose, quali dispositivi medici e loro parti. Precisamente viene modificata la lettera c) del punto 2 dell'Allegato VI del decreto, introducendo la possibilità che le AEE possano essere rinviate al produttore o ad un terzo che agisca a suo nome per un'analisi delle cause profonde anche nel caso in cui l'analisi possa essere effettuata da terzi che agiscono a nome del produttore.
  L'articolo 17, modificato dal Senato, è relativo allo smaltimento degli sfalci e delle potature e risulta finalizzato alla chiusura del Caso Eu-Pilot 9180/17/ENVI.
  Con riguardo ad esso, la relazione illustrativa al testo originario della norma – ora modificato a seguito dell'iter in Senato – lo riconduceva ad una indebita estensione del regime di favore previsto dalla direttiva sui rifiuti, all'articolo 2, paragrafo 1, lettera f), ai rifiuti vegetali provenienti da aree verdi urbane (giardini, parchi e aree cimiteriali) e ai rifiuti speciali prodotti da attività agricole e agro-industriali.
  La stessa relazione illustrativa rileva che difficilmente tali materiali possono, a priori, essere considerati materiali agricoli o forestali naturali, alla luce della giurisprudenza europea e che «la nozione di rifiuto non può essere interpretata in senso restrittivo, né tantomeno possono essere interpretate in senso estensivo le eccezioni alla definizione di rifiuto».
  La questione riguarda quindi l'esclusione dalla normativa sui rifiuti introdotte dal Codice dell'ambiente (articolo 185, comma 1, lettera f) del decreto legislativo n. 152/2006), rispetto al testo della direttiva europea sui rifiuti, atteso che quest'ultima non contempla esenzioni riferite a sfalci e potature.
  Peraltro, l'attuale testo della citata lettera f) è stato anche oggetto di una segnalazione dell'Antitrust del 22 maggio 2018, che ne auspicava l'abrogazione «allineandone i contenuti a quanto previsto dalla pertinente normativa comunitaria, e in particolare dalla direttiva 2008/98/CE, al fine di eliminare potenziali effetti distorsivi nei mercati del trattamento degli scarti vegetali».
  La norma, nel testo risultante dalle modifiche apportate dal Senato, da un lato elimina il riferimento di sfalci e potature dall'ambito di esclusione dall'applicazione della parte del Codice dell'ambiente in materia di rifiuti. Dall'altra, tuttavia, il testo reintroduce, rispetto al disegno di legge originario, tale riferimento agli sfalci e potature, indicandone il carattere esemplificativo e non esaustivo di «altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso», ove effettuate nell'ambito delle buone pratiche colturali.
  Avendo seguito l'approvazione della norma, ritiene opportuno segnalare un errore formale in merito all'applicazione del requisito delle «buone pratiche colturali» sia alle potature che agli sfalci, correggendo la locuzione «effettuate» con «effettuati». Infatti, l'emendamento originario presentato faceva riferimento a «le potature effettuate nell'ambito delle buone pratiche colturali», ed è stato un «testo 2» ad inserire anche «gli sfalci» senza correggere la locuzione «effettuate» con «effettuati».
  Inoltre, sempre con una modifica apportata al Senato, viene reintrodotto – mentre il testo originario lo espungeva – il riferimento anche all'utilizzo al di fuori del luogo di produzione ovvero con cessione
a terzi, con metodi che non danneggiano l'ambiente e la salute umana, già previsto dalla normativa vigente.
  Infine, pur non essendo di competenza di questa Commissione, ritiene opportuno citare il contenuto dell'articolo 18 che abroga le disposizioni interne recanti l'estensione del periodo di incentivazione per gli impianti a biomasse, biogas e bioliquidi. Lo scopo dell'abrogazione è evitare una procedura d'infrazione, ai sensi del combinato disposto degli articoli 108, comma 2, e 258 del TFUE. A tale riguardo, una serie di informazioni sono state richieste dalla Commissione europea alle Autorità italiane al fine di poter assumere una posizione sulle norme in materia, in relazione ai profili di aiuto di Stato. In conclusione, la disposizione in esame, nel sopprimere alla radice la possibilità dell'incentivo alla produzione, elimina l'aiuto di Stato.

  Il sottosegretario Salvatore MICILLO si impegna a far pervenire alla Commissione e alla relatrice una nota riguardante il contenuto della lettera c) dell'articolo 16, relativo all'apposizione del marchio di fabbrica e del simbolo.

  Patrizia TERZONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame alla seduta già prevista per domani.

  La seduta termina alle 16.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 16 gennaio 2019. — Presidenza della vicepresidente Patrizia TERZONI.

  La seduta comincia alle 16.

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno 2018, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 63.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto ministeriale in titolo.

  Patrizia TERZONI, presidente, avverte che la Commissione dovrà esprimere il parere di competenza entro il prossimo 29 gennaio.

  Antonio FEDERICO (M5S), relatore, segnala in premessa che la richiesta di parere parlamentare è formulata ai sensi del comma 40 dell'articolo 1 della legge n. 549 del 1995 (»collegato alla legge finanziaria per il 1996»), che ha disposto l'iscrizione in un unico capitolo dello stato di previsione di ciascun Ministero degli importi dei contributi dello Stato in favore di enti ed istituti vari (individuati in apposita tabella allegata alla legge).
  Il citato comma 40 prevede, infatti, che il riparto dei contributi tra gli enti interessati venga annualmente effettuato, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio, con decreto di ciascun Ministro, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, alle quali vengono altresì inviati i rendiconti annuali dell'attività svolta dai suddetti enti.
  Lo schema di decreto ministeriale in esame provvede, in particolare, a ripartire le risorse del capitolo 1551, piano gestionale 2, del bilancio di previsione del Ministero dell'Ambiente, della tutela del territorio e del mare, a favore di enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi. Il capitolo citato è collocato all'interno del programma 13, Tutela e conservazione della fauna e della flora e salvaguardia della biodiversità e dell'ecosistema marino, nell'ambito della missione 18, Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente.
  Fa presente che lo stanziamento da ripartire per il 2018 è pari a 4,2 milioni di euro.
  Osserva che, a differenza dell'analogo provvedimento dello scorso anno, la quota di riparto per il 2018 alle diverse categorie di destinatari prevede erogazioni pari ad euro 1.960.000 per gli Enti parco nazionali, 1.002.000 per le Aree marine protette, 50.792,54 per il Fondo di premialità, 427.000 per le Convenzioni Cites e Bonn, 300.000 per il Parco delle colline metallifere Grossetane, 300.000 per il Parco delle miniere dell'Amiata e 220.000 per il Parco delle miniere dello zolfo delle Marche.
  Secondo quanto risulta dalla relazione illustrativa la procedura di riparto dei fondi disponibili tra i 24 Enti Parco nazionali, riconducibile al criterio della complessità territoriale-amministrativa delle aree protette, è stata elaborata sulla base di tre distinti parametri: la superficie occupata da ciascun Parco (rilevata dal 6o aggiornamento dell'Elenco Ufficiale delle aree naturali protette, approvato con decreto del Ministero dell'Ambiente, della tutela del territorio e del mare 27 aprile 2010). Per i parchi dell'arcipelago di La Maddalena e dell'Arcipelago toscano è stato utilizzato anche il dato relativo alla superficie di perimetrazione a mare; le superfici delle zone naturali di riserva integrale (Zona A ovvero 1): si tiene conto pertanto dell'estensione complessiva della superfici che presentano un particolare pregio naturalistico e che risultano sottoposte a speciali vincoli per la fruizione; il numero dei comuni insistenti in tutto o in parte sul territorio di ciascun Parco, quale indicatore del grado di difficoltà nella gestione delle relazioni istituzionali che l'Ente Parco deve affrontare.
  Si tratta dei medesimi criteri enunciati nella relazione illustrativa dello schema di riparto riferito agli esercizi 2016 e 2017.
  Secondo quanto risulta dalla relazione e dalla tabella allegata allo schema di decreto in esame, sono state assegnate quote fisse pari a 65.500 euro, 88.000 euro o 106.000 euro, sulla base dei valori assunti dai parametri suddetti, ai quali sono stati applicati appositi coefficienti di ponderazione, che tengono conto del livello di importanza assegnato a ciascun parametro in rapporto con gli altri.
  L'allegato sub 1 reca una tabella esplicativa dei criteri per il riparto 2018 con l'indicazione dei coefficienti di ponderazione e dei valori assegnati a ciascun parametro. La relazione illustrativa specifica altresì che le somme derivanti dal riparto saranno trasferite sulla base del primo report sulle attività in corso presentato dagli Enti parco nel termine del 30 aprile 2019.
  Relativamente al riparto della quota destinata alle 27 aree marine protette, pari a 1.002.000 euro, la procedura individuata è identica all'anno precedente: le aree sono distinte in zone ASPIM (Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea) e zone non ASPIM, prevedendo per le prime una quota fissa di 56.500 euro e per le altre di 26.000 euro.
  Per le aree marine nazionali, la relazione precisa che tutte le aree sono state dotate, a partire dal 2012, di un modello di programmazione standardizzato che consente di assicurare il monitoraggio delle politiche di settore per le diverse aree di intervento, e la programmazione ai fini della gestione di finanziamenti nazionali e/o comunitari, in considerazione delle sempre più esigue risorse ordinarie statali stanziate.
  Per l'assolvimento degli obblighi derivanti dall'adesione dello Stato alle Convenzioni internazionali (Convenzione di Bonn sulla tutela delle specie migratorie ratificata con la legge 25 gennaio 1983, n. 42, e Convenzione sul commercio internazionale di flora e fauna minacciate da estinzione (CITES), ratificata con la legge 19 dicembre 1975, n. 874, lo schema di decreto in esame assegna complessivamente 427.000 euro.
  Per la voce Fondo di premialità (a differenza del decreto precedente, non si specifica che la premialità riguarda «progetti sperimentali»), la relazione sottolinea che la quota ripartita, pari ad euro 50.792, è da destinare agli Enti parco che avranno rispettato termini e modalità previste e raggiunto un buono stato di avanzamento
dei progetti, ovvero per la compensazione di eventuali ulteriori accantonamenti operati sul capitolo 1551, piano gestionale 2.
  Al Parco tecnologico ed archeologico delle colline metallifere grossetane, al Parco museo delle miniere dell'Amiata ed al Parco museo delle miniere di zolfo delle Marche sono state destinate risorse pari, rispettivamente, ad euro 300.000,00, 300.000,00 e 220.000,00.
  La medesima relazione sottolinea che tali Parchi, sorti per effetto di un'apposita disposizione normativa che ne ha previsto l'istituzione con decreto ministeriale, non hanno flussi stabilizzati di risorse finanziarie, ma considerata l'esistenza e gli interventi di tutela realizzati, al fine di garantire la continuità della loro azione, a partire dall'esercizio 2004, compatibilmente con le necessità riferite agli Enti Parco nazionali e alle Aree Marine Protette, sono state individuate le quote finanziabili.

  Mario MORGONI (PD) ritiene opportuno che la Commissione ponga una particolare attenzione alla situazione degli Enti parco «Gran Sasso e monti della Laga» e «Monti Sibillini», collocati in larga parte nella zona del cratere del sisma 2016 e 2017, di cui occupano una ampia percentuale di territorio. Osserva che, essendo stato individuato come parametro per la procedura di riparto il numero di comuni insistenti sul territorio, in quanto indice del grado di difficoltà nella gestione delle relazioni istituzionali che l'Ente parco deve affrontare, si potrebbe valutare in modo specifico – ai fini del riparto delle risorse – la situazione relazionale di tali Enti e dei comuni interessati, sottoposti ad enormi ed oggettive difficoltà a seguito del recente sisma. Ciò in funzione di una più efficace tutela e conservazione dei valori ambientali di cui gli Enti parco sono portatori.

  Patrizia TERZONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.10.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Mercoledì 16 gennaio 2019. — Presidenza della vicepresidente Patrizia TERZONI.

  La seduta comincia alle 16.10.

Sullo svolgimento della missione nei territori del Centro-Italia colpiti da eventi sismici.

  Patrizia TERZONI, presidente, avverte che l'ordine del giorno reca le comunicazioni del Presidente sulla missione svolta giovedì 22 e venerdì 23 novembre 2018 da una delegazione della Commissione in alcuni territori del Centro Italia colpiti dagli eventi sismici negli ultimi anni, al fine di acquisire elementi di informazione sulla gestione dell'emergenza sismica nonché sullo stato e sulle prospettive della ricostruzione dei territori interessati.
  Fa presente che la missione si è articolata in due sessioni dedicate, rispettivamente, ai territori delle regioni Umbria e Marche (prima sessione) e delle regioni Lazio e Abruzzo (seconda sessione). Al riguardo, è stata predisposta una relazione – già trasmessa ai deputati che hanno partecipato alla missione con l'invito a formulare eventuali richieste di modifica o integrazione – che sarà allegata al resoconto della seduta odierna (vedi allegato).

  La Commissione prende atto delle comunicazioni del presidente sulla missione in oggetto.

  La seduta termina alle 16.15.

VIII Commissione - mercoledì 16 gennaio 2019

ALLEGATO

Sullo svolgimento della missione nei territori del Centro-Italia colpiti da eventi sismici.

RELAZIONE

  Giovedì 22 e venerdì 23 novembre 2018 una delegazione della Commissione VIII si è recata in alcuni territori del Centro Italia colpiti dagli eventi sismici negli ultimi anni, al fine di acquisire elementi di informazione sulla gestione dell'emergenza sismica nonché sullo stato e sulle prospettive della ricostruzione dei territori interessati.
  La missione si è articolata in due sessioni dedicate, rispettivamente, ai territori delle regioni Umbria e Marche (prima sessione) e delle regioni Lazio e Abruzzo (seconda sessione). La Presidenza della Camera ha accolto la richiesta volta ad ampliare la delegazione rispetto agli ordinari criteri, nel senso di comprendere un rappresentante di ciascun gruppo.
  Pertanto ne hanno parte: per la I sessione (giovedì 22 novembre), la vice presidente Terzoni (M5S), Mazzetti (FI-BP), Morgoni (PD), Patassini (Lega) in sostituzione di una collega del proprio gruppo e Trancassini (FdI). Per la II sessione (venerdì 23 novembre), D'Eramo (Lega), Fontana (M5S) Mazzetti (FI-BP), Plangger (Misto-Min. Ling.), Pezzopane (PD) e Trancassini (FdI).

***

  I SESSIONE – Nella giornata di giovedì 22 novembre, la delegazione si recata a Camerino (MC), dove ha svolto un sopralluogo al centro storico, chiuso dopo gli eventi sismici, alla presenza del prefetto di Macerata, Iolanda Rolli, del commissario straordinario del Governo ai fini della ricostruzione dei territori delle regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016, Piero Farabollini, del sindaco di Camerino del responsabile comunale dell'ufficio tecnico, ing. Marco Orioli, e dei vertici locali delle autorità di sicurezza e dei Vigili del Fuoco, nonché del vice commissario Piccinini e dell'assessore regionale alla Protezione civile delle Marche Angelo Sciapichetti.
  Il sindaco Gianluca Pasqui, nel ricordare la gloriosa storia della città e il suo recente passato, ha rimarcato che nel contesto urbano sono presenti quasi 250 mila metri quadrati di «zona rossa», ovviamente la più grande del cratere sismico. Ha altresì evidenziato una situazione estremamente critica così sintetizzabile: come autorità di protezione civile si possono registrare più di 200 azioni di messa in sicurezza su circa 300 programmate; le rilevazioni hanno purtroppo confermato quello che era visibile subito dopo il sisma: i danni agli edifici sono stati gravissimi e solo 28 strutture appaiono al momento agibili, ma comunque inserite in un contesto di pericolosità diffusa; conseguentemente, tutte le abitazioni, le attività commerciali e gli edifici pubblici sono stati delocalizzati dal centro. Per gli studenti universitari, che costituiscono una componente importante del tessuto urbano, sono stati stanziati circa 3 milioni di euro finalizzati alla loro sistemazione e ai trasferimenti dagli alloggi alle sedi universitarie.
  Il sindaco ha quindi manifestato un sentimento di «abbandono» della popolazione, che non avverte il forte interesse dello Stato alla ricostruzione, unito ad una sensazione di ingiustizia per il diverso
trattamento riservato a quella realtà urbana rispetto ad altre situazioni similari.
  Ciò deriva dalla constatazione che il processo di ricostruzione a Camerino è sostanzialmente fermo per cause che, ad avviso del sindaco, sono di diversa natura. In primo luogo, la scarsa efficienza dell'Ufficio speciale per la ricostruzione (USR), dovuto alla scarsità di personale tecnico, per cui dei circa 30 milioni di euro di lavori pubblici stimati non si è riusciti a procedere all'affidamento nemmeno di un terzo dei lavori. Tale carenza si affianca a quella della struttura commissariale. Al riguardo, il sindaco ha proposto al Commissario straordinario di avvalersi anche del personale di polizia penitenziaria che era in servizio a Camerino nel carcere adesso abbandonato, senza però che abbia ricevuto risposta.
  In secondo luogo, la lentezza del processo di ricostruzione è addebitata dal sindaco all'applicazione di procedure normative che, ancorché derogatorie, non sembrano facilitare l'attività amministrativa in un contesto di emergenza.
  In terzo luogo, la ricostruzione del tessuto sociale e produttivo risente di una norma che riconosce incentivi alle imprese che investano almeno 200 mila euro, di fatto escludendo le aziende del territorio che sono in massima parte di piccole dimensioni.
  La delegazione ha preso visione degli edifici che ospitavano il Tribunale, il penitenziario, il Comune e il teatro, di particolare pregio architettonico, nonché la famosa chiesa di Santa Maria. L'immagine del suo campanile, crollato con le scosse del 26 ottobre 2016 dopo il restauro conseguente al sisma del 1997 è stata una delle più simboliche del tragico evento.
  Particolare il caso dell'edificio adibito a sede scolastica. Per usufruire delle procedure più celeri di cui all'Ordinanza n. n. 14 del 2017, sul programma straordinario per la riapertura delle scuole per l'anno scolastico 2017-2018, il comune aveva deciso di utilizzare un proprio terreno, occupato da un prefabbricato comunque utilizzato. Mentre la distruzione dell'esistente si è realizzato, non altrettanto è avvenuto per la nuova scuola, il cui progetto è ancora di fase di validazione.
  I dati relativi alla fase di ricostruzione sono riportati in un documento trasmesso dal del Comune di Camerino (Allegato 15)

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  La delegazione si è quindi recata presso la sede provvisoria del comune di Camerino per svolgere l'incontro programmato con i sindaci dei comuni delle Marche interessati dagli eventi sismici, a partire dalle ore.
  In tutti gli interventi è stata denunciata la mancanza di misure specifiche adeguate ad affrontare le maggiori criticità legate allo spopolamento dei territori e alla crisi del tessuto sociale ed economico conseguente agli eventi sismici e al mancato avvio di un rapido processo di ricostruzione.
  In particolare, è stata evidenziata la difficoltà di operare per le strutture comunali in un contesto di procedure burocratiche estremamente complesse e di gravissima carenza di personale. La delegazione ha quindi registrato l'unanime richiesta di potersi avvalere di procedure semplificate per accelerare il processo di ricostruzione che è ancora molto lento, e di poter disporre di personale adeguato a uno sforzo eccezionale delle strutture comunali coinvolte nonché di procedere con urgenza a rinforzare le capacità operative dell'Ufficio speciale per la ricostruzione.
  Le questioni più specifiche oggetto dell'incontro sono sintetizzate di seguito:
   Occorre modificare le regole riguardanti gli interventi sugli immobili oggetto di assicurazione, atteso che il loro finanziamento – in alcuni casi – sarebbe decurtato degli indennizzi erogati dalla compagnia assicuratrice. Ciò però non tiene conto del fatto che i premi assicurativi sono stati nel tempo sostenuti dal bilancio comunali. Pertanto, ben 29 Comuni marchigiani hanno impugnato dinanzi al Tar Lazio l'ordinanza del Commissario Straordinario n. 43 del 17, che produrrebbe questi effetti quanto meno per i Comuni
che, alla data del 18 dicembre 2017, giorno di emanazione del provvedimento, non avevano incassato (o legittimamente impegnato) l'indennizzo. Si chiede – sulla falsariga di quanto avvenuto in occasione del sisma del 1997 – di avere almeno la restituzione dei premi pagati da quei comuni che non incassano l'indennizzo e chiarezza sulla possibilità di impegnare le somme riscosse, ovvero di poter utilizzare quell'indennizzo anche per finalità diverse dalla ricostruzione dell'edificio assicurato, dal momento che i comuni devono essere liberi di destinare risorse di cui pienamente titolari (questione posta dai sindaci di Gualdo, Cingoli, Castel Raimondo).
   Occorre maggiore sinergia con le strutture della Soprintendenza e, in particolare, con l'unità di crisi istituita dal MiBACT, dal momento che una cospicua parte degli edifici da ricostruire richiede interventi connessi alla salvaguardia del patrimonio culturale. Risulta invece che tanti lavori non partono per mancate intese con tali strutture (questione posta dai sindaci di Cingoli e CastelRaimondo);
   Una criticità importante riguarda le comunicazioni, sia quelle stradali – con particolare riguardo allo stato della strada provinciale 502 nel tratto da Caldarola a Jesi – sia quelle telematiche, che andrebbero migliorate potenziando la rete dei ripetitori per i telefoni cellulari (questione posta dal sindaco di Cingoli);
   È stata segnalata la problematica relativa all'acquisto da parte dell'Ente Regionale Per l'Abitazione Pubblica (ERAP) delle abitazioni da assegnare alla popolazione, per evitare il ricorso alle Soluzioni Abitative Emergenziali (SAE). Pur essendo state destinate a tale scopo risorse ingenti, l'ente ha difficoltà ad acquistare gli appartamenti da proprietari e imprese perché la documentazione necessaria (agibilità, certificazione antisismica, documentazione tecnica ecc) spesso viene prodotta in modo incompleto o difforme da quanto statuito nei bandi, L'effetto è un enorme rallentamento del processo, a scapito dei potenziali beneficiari (questione posta dal sindaco di Castel Raimondo).
   Una particolare attenzione deve essere dedicata a differenziare gli interventi per aiutare maggiormente i comuni che si trovano in situazioni di maggiore criticità, evitando di assegnare le scarse risorse economiche e umane secondo meri criteri proporzionali. Il sindaco di Caldarola ha rilevato al riguardo che il suo comune – così duramente colpito – avrebbe bisogno di un finanziamento straordinario per ripristinare i servizi sanitari e religiosi, nonché la percorribilità di una strada di meno di un chilometro, sulla quale è stato finanziato un intervento per soli 300 metri, di fatto poco utile.
   È stata criticata l'incongruenza dell'ordinanza n. 27 del 2017 del Commissario Straordinario poiché le misure per la riparazione degli edifici di proprietà pubblica ad uso abitativo inagibili o inutilizzabili, attraverso interventi di miglioramento sismico nei fatti escludono interventi su una cospicua porzione di immobili, per i quali occorre riparare i danni, indipendentemente dal loro adeguamento antisismico (sindaco di Pieve Torina, comune che è stato oggetto di sopralluogo da parte della delegazione – vedi infra).
   È stato segnalato come la previsione – incoraggiata dall'ANAC – di gare aperte produce il paradosso che per un'opera di poco più di 300 mila euro si siano presentati 308 concorrenti, rendendo ingestibile la procedura. Sarebbe invece necessario procedere in deroga a tali regole, come viene fatto per le chiese (sindaco di Pieve Torina, comune che è stato oggetto di sopralluogo da parte della delegazione – vedi infra).
   I sindaci di Cessapalombo e Val Fornace hanno ricordato come – a fronte di danni ingenti nei propri comuni – si siano palesate inefficienze insuperabili delle amministrazioni che avrebbero dovuto agire sia per la ricostruzione pubblica che per quella privata, anche con riguardo alle case di villeggiatura (volano essenziale per il recupero commerciale e sociale della zona). La mancata ricostruzione rende invece difficile assicurare la funzionalità di
servizi essenziali erogati dalla scuola e dagli uffici postali, a rischio di chiusura.
   Si è posta la questione relativa alle strutture scolastiche e universitarie. Concordando sulla priorità che le scuole vanno ricostruite e aperte con assoluta celerità, viene però segnalato come – conseguentemente – occorre contrastare la evidente riduzione di utenti, incoraggiando le misure occupazionali per il ripopolamento dei territori (sindaco di Pieve Torina, comune che è stato oggetto di sopralluogo da parte della delegazione – vedi infra). Le carenze riguardano evidentemente anche gli organici scolastici, dal momento che il competente ufficio regionale ripartisce le risorse su criteri eccessivamente rigidi, con l'effetto che esse si concentrano su Ancona, costituendo un ulteriore fattore di trasferimento della popolazione in città (sindaco di Gaiole). Sul punto, il prof. Claudio Pettinari, rettore dell'Università di Camerino ha illustrato le problematiche del prestigioso ateneo che, in condizioni evidentemente difficili, è invece costretto a competere senza alcuna agevolazione nel «mercato» universitario. La struttura, che conta più di 1000 dipendenti e un bilancio di oltre 60 milioni annui, di cui quasi un terzo proveniente dai contributi degli studenti, sconta più dell'80 per cento di edifici in zona rossa, quindi inagibili e affronta oneri rilevanti per sostenere i trasferimenti giornalieri di 350 studenti (peraltro in aumento rispetto all'anno precedente).

  Ha quindi preso la parola l'assessore regionale alla Protezione civile delle Marche Angelo Sciapichetti. Dopo aver preliminarmente ricordato come il recente decreto «emergenze» abbia, a suo avviso erroneamente, ridimensionato il ruolo delle regioni nel processo di ricostruzione, ha invece riconosciuto l'efficacia della misura del medesimo testo che consente l'erogazione di contributi anche nelle situazione di lievi difformità urbanistiche dell'immobile da riparare. Ha assicurato il massimo sforzo dell'ente regionale per garantire maggiore efficacia nell'azione dell'USR e la funzionalità delle strutture educative, pur rimarcando la carenza di risorse umane ed economiche disponibili. Ha quindi posto l'accento sul tema dei trasporti e della mobilità, lamentando come la regione sia all'ultimo posto della graduatoria concernenti i trasferimenti statali, nonostante la peculiare conformazione del territorio, cui adesso si aggiungono le necessità di adeguati collegamenti per le SAE.
  Infine, ha invocato misure straordinarie per la ripresa economica e la ricostruzione del tessuto sociale e produttivi delle aree colpite dal sisma, riferendosi in particolare all'istituzione di una Zona Franca o una Zona Economica Speciale e a reali incentivi fiscali.
  L'incontro si è sviluppato in un dialettico confronto con i membri della delegazione che ha quindi invitato i presenti a produrre – sui temi oggetto dell'incontro – memorie e note da trasmettere alla Commissione.
  Il comune di Valfornace (MC) ha prodotto una memoria (Allegato 1).

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  La delegazione ha quindi svolto, a partire dalla ore 13.30 circa, un sopralluogo a Muccia (MC), per verificare le allarmanti notizie circa lo stato di alcuni moduli abitativi di emergenza, circa la presenza di pavimenti fradici e la proliferazione di muffe e funghi.
  Il sindaco Mario Baroni, che ha accompagnato i commissari, ha precisato che la responsabilità delle strutture emergenziali non cade sull'ente comunale, ma è attribuita ad altre istituzioni (Protezione civile nazionale e Regione Marche), che si sono attivati preso la società fornitrice per ogni iniziativa necessaria. Al momento del sopralluogo erano in corso interventi di rimozione delle assi del pavimento – chiaramente in stato di avanzato degrado – su alcune unità abitative, difetto che appare essersi ripetuto in molte occasione e che dalle prime analisi sembrerebbe ascrivibile alla errata (e forse frettolosa) istallazione delle SAE in ambienti ancora troppo
umidi e senza l'adeguata coibentazione. Il lotto esaminato era stato fornito dal consorzio CNS. Quest'ultimo si è ovviamente fatto carico dei danni dei beni, oggetto di garanzia, e delle spese di sistemazione alberghiera per coloro che temporaneamente non ne usufruiscono per gli interventi in corso di ripristino dell'abitabilità del prefabbricato.
  Il lotto risulta abitato da circa 270 persone, ed è stato consegnato il 7 dicembre 2017.
  Nel colloquio con la delegazione, il sindaco ha rimarcato come, proprio in ragione di tali problematiche, non appaia al momento superabile la misura emergenziale del CAS (Contributo di autonoma sistemazione) che il comune eroga a chi non usufruisce delle SAE. Tuttavia, andrebbe accelerato il processo di ricostruzione che, nel caso di Muccia, è ancora ferma alla fase di perimetrazione del maggio 2018.

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  La delegazione della Commissione si è dunque trasferita nel comune di Pieve Torina (MC), dove è proseguito il confronto con il sindaco iniziato a Camerino (vedi supra).
  Nel corso del sopralluogo la delegazione ha preso atto dei gravi danni subiti dall'abitato, dove molte case sono state abbattute e le macerie non interamente rimosse, comprese le caserme dei carabinieri e della Forestale, mentre solo 2 case del centro abitato principale sono ancora agibili. Ben 35 frazioni sono ridotte in macerie (la Commissione si è fermata tra i palazzi ormai ridotti in macerie di una frazione interamente distrutta di nome Casevecchie). La delegazione ha però ricevuto il gradito invito a partecipare all'inaugurazione dell'asilo il prossimo 11 dicembre, accompagnato dalle preoccupazioni per l'effettiva capacità dell'Istituzione scolastica di funzionare con adeguato personale.

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  La delegazione della Commissione ha svolto un sopralluogo a Castelsantangelo Sul Nera (MC), incontrando il sindaco Mauro Falcucci, che ha consegnato una memoria scritta, corredata da una lettera avente ad oggetto il Parco nazionale dei monti sibillini inviata alla Commissione e un invito riguardante il medesimo oggetto per il Ministro Costa (Allegato 2).
  Anche il centro principale di questo comune è stato duramente colpito dal sisma, risultando totalmente inagibile e in parte ridotto in macerie, così come il monastero di San Liberatore.

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  La delegazione della Commissione è infine giunta a Norcia (PG) per un incontro con gli amministratori dei territori dell'Umbria colpiti da eventi sismici. L'incontro si è svolto nella sede provvisoria del comune, essendo inagibile la sede principale.
  Il sindaco Nicola Alemanno ha evidenziato i gravi danni – fortunatamente senza vittime – da cui la città ha cercato di riprendersi fin da subito. Ne è testimonianza la quasi immediata riapertura, dopo soli 50 giorni dal terremoto, dell'intero centro storico racchiuso tra le mura cittadina. Ciò ovviamente ha richiesto una immediata azione di messa in sicurezza degli edifici pericolanti, cui si è accompagnata una lenta ripresa delle attività commerciali che, medio tempore, sono state (e sono tuttora, almeno in parte) ospitati in manufatti provvisori ubicati fuori le mura. In ogni caso, sono state stimate circa 100 mila tonnellate di macerie, ormai quasi interamente rimosse.
  Consegna quindi la delibera che sostanzia le richieste del Comune dell'8 maggio 2018 (Allegato 3).
  In particolare, le richieste espresse dal sindaco nel corso dell'incontro riguardano la predisposizione di una normativa nazionale chiara ed esaustiva sulla gestione dell'emergenza e delle relative procedure semplificate e derogatorie per una rapida ricostruzione materiale ed immateriale dei territori colpiti. Lo spirito di maggiore
collaborazione istituzionale invocato riguarda inoltre il superamento della sfiducia nella capacità e correttezza di azione dei sindaci, che invece sentono un atteggiamento pregiudizialmente sospettoso sul loro operato, perfino da parte della struttura commissariale.
  Anche per la realtà umbra si registra l'inefficiente azione amministrativa, in particolare, dell'USR competente, in grave carenza di personale, ad esaminare le circa 500 pratiche progettuali, problematiche che potrebbe essere superata dando fiducia alle asseverazione delle pratiche da parte delle amministrazioni locali e dei professionisti incaricati, salvo controlli a campione e ex post.
  Rilevando lo spopolamento delle comunità umbre e consistente riduzione della rete scolastica, invoca una decisa azione dello Stato per contrattare con l'Unione europea uno status per l'Umbria di area svantaggiata, in cui far confluire adeguate misure incentivanti della ripresa economica. In quest'ottica risulta decisivo un importante investimento sulle reti viarie, che ANAS non assicura, soprattutto verso la direttrice adriatica, asse fondamentale per la ripresa turistica.
  Si sofferma sulla nota questione legata allo smaltimento delle macerie, rilevando una serie di incongruità dell'attuale disciplina. In particolare, dalla differente classificazione di quella «privata» e di quella «pubblica» discende che per la prima i costi siano superiori e richiede, in più di essere smaltita fuori regione non essendoci impianti adeguati nelle vicinanze.
  Ancora, ricorda la vicenda – per la quale è indagato – riguardante la costruzione del Centro Polivalente e di Protezione Civile di Norcia, progettato da Stefano Boeri e realizzato grazie ai fondi della campagna «Un Aiuto Subito. Terremoto Centro Italia 6.0», promossa da Corriere della Sera e TG La7. Concepito come spazio destinato alla Protezione Civile, per assicurare al Comune di Norcia un luogo sicuro di raccolta degli abitanti durante l'emergenza sismica, il Centro Polivalente è stato costruito in poco più di tre mesi e consegnato alla cittadinanza il 30 giugno 2017. Solo lo scorso luglio La Cassazione ha annullato il provvedimento di sequestro del centro avvenuto su richiesta della Procura di Spoleto ai primi di marzo, motivata dalla differente interpretazione del concetto di struttura «provvisoria», ma non «precaria».

  Sono quindi intervenuti i sindaci di Cascia, Preci, Monteleone di Spoleto e, da ultimo il responsabile regionale per la ricostruzione Boris Vujovic. I sindaci hanno evidenziato come le procedure riferite al precedente terremoto del 1997 si erano sviluppate in modo molto più agile per cui, oltre alla fase emergenziale ormai quasi terminata, vi è un'oggettiva difficoltà ricostruire.
  In particolare, in passato gli interventi meno complessi (classificazione «B») erano rapidamente messi in cantiere direttamente dai comuni e con poche migliaia di euro di spesa. La mancata realizzazione dei medesimi interventi – dovuta al fatto che sono stati sottratti ai comuni – produce il paradosso che si pagano molte migliaia di euro ciascun mese per il CAS, e non si riparano gli immobili, pregiudicando gli stessi bilanci comunali (che anticipano le somme). Il sindaco di Preci ha chiesto di porre attenzione a norme che consentano ai bilanci comunali di sopportare le anticipazioni di spesa, anche legate a variabili urbanistiche che, se non avvenissero, non consentirebbero alla protezione civile di liquidare le somme dovute a imprese e cittadini.
  Ancora, si manifesta la necessità di stabilizzare il personale impegnato nelle diverse strutture coinvolte nella fase emergenziale e di ricostruzione, o quantomeno di prorogarne l'impiego per un congruo periodo, per non disperdere professionalità necessarie e già formate.
  Alla riunione era presente per la Regione Umbria il direttore dell'Ufficio Speciale Ricostruzione, Ing. Boris Vujovic che, anche a nome dell'ente regionale, ha condiviso preoccupazioni e problematiche evidenziate dagli amministratori locali, rimarcando che, in ogni caso, la programmazione degli interventi a suo avviso ha funzionato pienamente nella fase emergenziale
in cui la cooperazione tra le istituzioni ha consentito di superare tutte le situazioni critiche. Diversamente, nella gestione del post terremoto sono emerse significative difficoltà, in massima parte legate alla presenza di vincoli amministrativi (di tipo urbanistico, ambientale, artistico paesaggistico ecc) che le ordinanze commissariali non hanno voluto o potuto superare. La stessa predisposizione dei villaggi SAE è diventata estremamente complessa per l'oggettiva difficoltà di attivare gli allacci strutturali (elettricità, fogne, impianti idrici ecc) senza deroghe alle regole ordinarie. Rileva l'estrema difficoltà di far avanzare la ricostruzione di Castelluccio di Norcia, e di altre zone montane caratterizzate da emergenze idriche senza norme speciali e derogatorie delle attuali disposizioni. Emblematico in tal senso il problema derivante dal conflitto tra l'esigenza di disporre in tempi rapidi di terreni per le nuove esigenze abitative e di collocazione delle strutture in cui ubicare i servizi e l'intangibilità di alcuni gravami sui medesimi terreni derivanti da usi civici e domini collettivi. Al riguardo, consegna alla delegazione in documento recante suggerimenti di proposte emendative, il primo dei quali si riferisce proprio alla deroga alle norme nazionali sui domini collettivi (Allegato 4).
  La delegazione acquisisce altresì un volume fotografico riferito al cantiere del cosiddetto «Deltaplano» struttura in corso di realizzazione a Castelluccio di Norcia (Allegato 5).
  L'incontro si è sviluppato in un dialettico confronto con i membri della delegazione che ha quindi invitato i presenti a produrre – sui temi oggetto dell'incontro – memorie e note da trasmettere alla Commissione.
  La giornata si è quindi conclusa con il sopralluogo delle principali strade del centro storico di Norcia, in massima parte aperte grazie ad una accurata messa in sicurezza degli edifici pericolanti, in cui stanno tornando anche le attività commerciali storiche.

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  II SESSIONE – Nella giornata di venerdì 23 novembre, la delegazione si recata a L'Aquila, dove ha svolto un sopralluogo al centro storico e, in particolare, alla nuova sede del rettorato dell'Università nella storica sede di palazzo Camponeschi, riaperto nell'imminenza dell'inizio dell'attuale anno accademico. Ad attendere la delegazione vi era la rettrice dell'Università, Paola Inverardi. Al sopralluogo hanno preso parte il sindaco Pierluigi Biondi, il presidente vicario della Regione Abruzzo Giovanni Lolli e il prefetto Giuseppe Linardi.
  Il sindaco ha rappresentato una situazione con luci ed ombre. Dal terremoto del 2009 la città si è rialzata a fatica con l'impulso della ricostruzione privata che può dirsi sostanzialmente completata. Viceversa, la ricostruzione pubblica è partita con maggiore lentezza, come testimoniano gli edifici storici interessati dai cantieri, a cominciare dall'ex sede della provincia, ancora inagibile e Palazzo Margherita, il cui cantiere è partito solo nel settembre 2017, in cui era custodita la Bolla del Perdono, il documento con cui papa Celestino V concesse l'indulgenza plenaria in cambio del pellegrinaggio annuale alla basilica di Santa Maria di Collemaggio. Stime prudenti prevedono ancora 10 anni per completare la ricostruzione.
  Consegna quindi copia del Rapporto al Parlamento per il 2017 sulla ricostruzione post sisma in Abruzzo, (Allegati 6 e 6-bis)
  Ricorda che le problematiche maggiori, a seguito dell'evento sismico, hanno riguardato il bilancio comunale e gli aiuti alle imprese. Quanto al primo aspetto, si è evidentemente creato un buco di bilancio – che sul piano nazionale è stato quantificato nella perdita di oltre 3 punti di PIL e circa 650 milioni di tasse in meno – con entrate dimezzate e uscite cospicue che ha inciso negativamente anche sull'organico e sulla funzionalità complessiva dell'ente comunale. Solo nel 2011, con un emendamento parlamentare, la situazione è stata parzialmente sanata.
  Ma è invece ancora in piedi la seconda questione, legata alla pretesa dell'Unione europea di ottenere la restituzione degli
aiuti assegnati alle imprese in quanto ritenuti illegittimi per un vizio nella procedura formale di erogazione. Si procede, quindi, di anno in anno e di provvedimento in provvedimento a continui rinvii che però, riguardando il bilancio di imprese, non assicura quella stabilità finanziaria necessaria per gli investimenti. Incoraggia quindi le istituzioni nazionali a riaprire la trattativa, sulla falsariga dell'interlocuzione che il comune, in prima persona, ha iniziato con il Commissario europeo Margrethe Verstager, oggetto di corrispondenza che consegna alla delegazione (Allegati 7 e 8). Consegna inoltre una nota riguardante le problematiche suesposte e suggerimenti di proposte emendative a provvedimenti riguardanti le zone colpite dal sisma (Allegato 9).
  Il presidente vicario della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, nel condividere le preoccupazioni del sindaco sugli esiti della vicenda degli «aiuti di Stato» riferiti a ben 11 emergenze, si sofferma sul problema della governance della fase post-sisma, che si esprime su tre diversi versanti.
  In primo luogo, sul piano delle regole: a suo avviso, l'intreccio di normative e la sovrapposizione di fonti ha determinato incertezze e rallentamenti nella fase di ricostruzione, soprattutto nelle aree coinvolte anche dal successivo sisma del 2016, e quindi ubicate in entrambi i crateri. Suggerisce quindi l'adozione di un Testo Unico legislativo. In secondo luogo, si sente l'assenza di un'autorità governativa che possa essere un punto di riferimento certo, come avvenuto in passato con la specifica delega ad un Sottosegretario di Stato. Infine, mancano figure apicali di strutture essenziali: risulta al riguardo che si sia appena insediata la commissione chiamata ad esaminare i curriculum per la nomina dei nuovi titolari di Ufficio speciale della ricostruzione del Comune dell'Aquila (USRA) e dell'Ufficio speciale dei Comuni del cratere 2009 (USRC), vacanti dal 20 ottobre. Nomine che richiederanno tempi non brevi, dovendosi procedere con DPCM, d'intesa con il sindaco dell'Aquila (per USRA) e con il tavolo di coordinamento dei sindaci delle aree omogenee (per USRC), soggetto a registrazione della Corte dei Conti.
  I coordinatori dei comuni delle provincie de L'Aquila, Teramo e Pescara del cratere sismico abruzzese del 2009 Sandro Ciacchi e Francesco Di Paolo, cui fanno riferimento i 56 comuni del cratere, più quelli extra-cratere, hanno espresso le problematiche delle nove aree omogenee interessate, che si presentano in modo differenziato:
   La maggiore preoccupazione risiede nel blocco della ricostruzione privata, conseguente alla riorganizzazione degli uffici territoriali per istruire le pratiche post-terremoto per accentrare la filiera nella sede dell'Ufficio speciale della ricostruzione dei cratere (USRC) che, tuttavia, non appare essere ancora nelle condizioni di funzionare per clamorose carenze di organico e figure adeguate alle responsabilità che la struttura assume. Manca perfino, ormai da tempo il sostituto dell'unico funzionario con delega di firma presso la Banca d'Italia, che ha bloccato tutti i flussi di risorse e che – per ragioni burocratiche – non può essere sostituito provvisoriamente ma richiede una nuova designazione in tempi inevitabilmente non brevi.
   Occorre consentire che nei piani di ricostruzione sia compresa la possibilità di interventi, in deroga alle ordinarie procedure, sulla rete di sottoservizi, anche se non fossero rilevati danni, superando la situazione attuale che lo permette solo in casi limitati, pregiudicando la realizzabilità dei suddetti piani.
   Occorre fare un piano specifico di interventi per i comuni fuori cratere, soprattutto per evitare la scadenza nel 2018 di numerosi contratti di lavoro che hanno consentito di portare avanti le pratiche burocratiche. Al riguardo, il sindaco di Cugnoli consegna una documentazione, anche riferita all'area omogenea 5 (Allegati 10, 10-bis e 10-ter).

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  La delegazione si è quindi recata a Montereale (AQ), dove ha avuto luogo, a partire dalla ore 11.30 un incontro con i sindaci dei comuni interessati dagli eventi sismici del 2016.
  Il sindaco di Montereale, Massimiliano Giorgio, ha rappresentato una situazione estremamente problematica, connotata dalla totale assenza di attività di ricostruzione, essendo ferme tutte le numerose procedure amministrative, finanche per le opere di «ricostruzione leggera». Ha segnalato come l'esperienza di Montereale come comune appartenente sia al cratere del 2009 che a quello del 2016 sia emblematica: nel 2009 si era riconosciuto ai comuni un ruolo di attori principali e una diretta interlocuzione con il referente politico responsabile. Nel 2016, invece, i comuni sono stati relegati a un ruolo di secondo piano, non partecipando nemmeno pleno iure alla cabina di regia e interloquendo solo con un ufficio speciale per la ricostruzione la cui azione non risulta efficace.
   Gli effetti maggiori si riflettono sulla mancanza di interventi per gli edifici con danni classificati in categoria «b», quindi non gravi, ma necessari per l'agibilità delle abitazioni. Non essendo rimessi alla responsabilità dei comuni non vengono fatti, con pregiudizio non solo degli interessati ma anche delle casse del soggetto pubblico, costretto nel tempo a pagare CAS il cui ammontare nel tempo diviene superiore al costo della riparazione del danno.
  Di seguito si riportano le principali problematiche evidenziate da parte di ciascun rappresentante delle amministrazioni comunali incontrate, omettendo di ripetere le criticità espresse da più sindaci:
   Le richieste di intervento sono protocollate dopo sei mesi il loro deposito presso l'apposito ufficio, che non ha le necessarie dotazioni organiche e strumentali per gestire le circa 1200 domande pervenute (rappresentante della giunta comunale di Teramo). I lavori cantierabili, pari a oltre sei milioni di euro sono impossibili da gestire con un organico così’ ridotto (rappresentante comune di Monteromano – TE).
   L'erogazione dei CAS da parte dei comuni è ferma da agosto per problemi di liquidità, circostanza che ha indotto alcuni albergatori a non erogare più i pasti fino al saldo del loro credito (rappresentante della giunta comunale di Teramo). Inoltre si ravvisa un paradosso insito nell'erogazione di CAS di entità superiore al costo delle riparazioni degli edifici, che talvolta riguardano nuclei familiari con particolari situazioni di disagio fisico o economico ((sindaco di Cortino – TE).
   La sovrapposizione tra i due eventi sismici ha provocato la paralisi delle procedure avviate presso l'Ufficio per la ricostruzione di quelle riferite al 2009 (sindaco di Cortino – TE, di Pizzoli – AQ e di Pietracamena – AQ).
   Occorre affidare gli interventi sugli edifici danneggiati di categoria «b» ai comuni, prendendo atto dell'incapacità dell'Ufficio per la ricostruzione a smaltire il carico di lavoro, non riuscendo ancora a protocollare le richieste inviate nel mese di maggio 2018 (sindaci di Cortino – TE) e di Pizzoli – AQ).
   Le difficoltà legate alla rendicontazione delle somme poste a carico del bilancio della protezione civile ma erogate dai comuni alle imprese coinvolte nei lavori – per carenze di personale tecnico adeguato negli uffici comunali – ne rallenta la compilazione e, conseguentemente, le imprese si trovano talvolta ad attendere anche un anno per riscuotere i crediti e inevitabilmente. Pertanto si stanno moltiplicando le richieste di pignoramento delle somme presso i Comuni (sindaco di Crognaceto – TE); uno dei problemi principali di personale dei comuni riguarda la figura del Segretario Comunale (sindaco del comune di Monteleone).
   Occorre che il Parlamento valuti l'aggiornamento della legge 31 gennaio 1994, n. 97 sulle zone montane e a prevedere ZES o altre forme di benefici fiscali per le zone colpite dal sisma (sindaco di Crognaceto – TE).
   Sussiste il rischio di spopolamento dei territori colpiti dal sisma che, a differenza
di quanto avvenuto successivamente al terremoto del 2009, non hanno creato per nulla le condizioni per consentire il ritorno degli abitanti e di coloro che erano comunque legati a quelle piccole realtà (sindaci del Comune di Gavignano – RM) e di Campotosto AQ), quest'ultimo oggetto di sopralluogo da parte della delegazione di cui infra). Un primo passo potrebbe essere quella di ricreare scuole e centri per anziani (rappresentante comune di Monteromano – TE) e di intervenire per ripristinare la piena agibilità delle principali attrazioni turistiche presenti, ad esempio come il parco del Gran Sasso (sindaco di Farindola – PE).
   Sarebbe gradita una maggiore attenzione da parte del commissario straordinario nei loro confronti, atteso che non ha ancora fissato un incontro (sindaco di Colledara – TE).
   La fase dei sopralluoghi e della conseguente stima dei danni è stata eccessivamente breve e andrebbe riaperta, per evitare che alcuni edifici siano inagibili senza però che vi sia nemmeno la stima dei danni (sindaco di Farindola (PE);

  I sindaci hanno consegnato un documento unitario da loro sottoscritto (Allegato 11).
  L'incontro si è sviluppato in un dialettico confronto con i membri della delegazione che ha quindi invitato i presenti a produrre – sui temi oggetto dell'incontro – memorie e note da trasmettere alla Commissione.

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  La delegazione della Commissione ha svolto quindi un sopralluogo a Campotosto (AQ), prendendo atto della realtà descritta dal sindaco nell'incontro (vedi supra), ovvero di un paese duramente colpito dal sisma, che registra circa il 70 per cento di edifici inagibili, per i quali il sindaco ha dichiarato di aver disposto 200 abbattimenti (quasi tutti eseguiti) e che le macerie sono in corso di smaltimento. La delegazione ha preso atto della presenza di un villaggio SAE, risalente al precedente terremoto e utilizzato dagli abitanti del paese, che non conta più di 600 residenti, di cui poco più di cento effettivamente presenti.

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  Dando seguito al programma stabilito, la delegazione della Commissione ha percorso la strada principale di Amatrice (RI), paese totalmente devastato dal sisma e si è fermata nel centro storico di Accumoli (RI) per un sopralluogo, alla presenza del sindaco Stefano Pietrucci, del prefetto di Rieti, Giuseppina Reggiani, dell'assessore regionale allo sviluppo economico, Gian Paolo Manzella, nonché dei rappresentati dei vigili del fuoco.

  La delegazione si è quindi recata nella sede provvisoria del comune di Accumoli (RI), dove ha avuto luogo, a partire dalla ore 16.30 un incontro con i sindaci dei comuni interessati dagli eventi sismici del 2016.
  L'incontro è stato introdotto dal prefetto di Rieti, Giuseppina Reggiani, che ha preliminarmente dato conto dei generosi sforzi delle istituzioni e della comunità locale nella fase emergenziale per far fronte ad una situazione di estrema gravità. Le perdite umane e gli ingentissimi danni materiali si sono infatti inevitabilmente accompagnati ad una depressione economica di un territorio la cui vocazione agricola e turistica rende impossibile delocalizzare le attività produttive. Ritiene dunque che il soggetto pubblico debba promuovere piani straordinari di intervento per la ricostruzione degli edifici e del tessuto socio-economico.
  Il sindaco di Accumoli, Stefano Pietrucci, ha evidenziato le difficoltà di far ripartire un comune caratterizzato dalla massiccia presenza di seconde case e di una comunità che, nelle attuali condizioni, non riesce a conservare il saldo legame con il territorio di prima. Senza una soluzione a questo problema – sia pure con soluzioni temporanee per le cosiddette aree attrezzate – la ripresa sarà più
difficile. Ha chiesto quindi una rapida ripartizione delle relative risorse, privilegiando i comuni più duramente colpiti dagli eventi. Si è quindi soffermato su altre questioni, che sono esplicitate nella nota riepilogativa allegata (Allegato 12), sintetizzate di seguito:
   facilitare i rapporti con il MIBAC;
   adottare misure organizzative per una rapida risoluzione delle problematiche inerenti le SAE;
   estendere i contributi anche ai fabbricati danneggiati ad uso non residenziale;
   assicurare i fondi per il pagamento degli stipendi delle unità lavorative assunte a tempo determinato;
   consentire ai Sindaci dei comuni più colpiti la presenza nella cabina di regia del Commissario Straordinario;
   la proroga di 2 anni del mandato da Sindaco nei comuni, che avranno il rinnovo delle cariche nel 2019, maggiormente colpite dagli eventi sismici;
   adottare incentivi fiscali efficaci;
   imporre ad Anas di effettuare gli interventi straordinari su tutte le arterie stradali (non solo quelle di loro competenza);
   assicurare maggiori risorse ai bilanci comunali.

  Sono quindi intervenuti i rappresentanti dei comuni del Lazio colpiti da eventi sismici, ponendo le seguenti questioni:
   Assicurare continuità nell'utilizzo del personale da parte dei comuni, con adeguate proroghe dei contratti attuali (sindaco di Città Ducale);
   evitare che i benefici riconosciuti ai cittadini per il primo periodo, quali la sospensione di versamenti previdenziali, assicurativi, nonché riferiti all'IRPEF, siano adesso richiesti dallo Stato in un'unica soluzione integralmente o comunque in tempi brevi, ritenendosi preferibile la formula utilizzata in occasione del terremoto de L'Aquila, con restituzione solo del 10 per cento delle somme dovute (sindaco di Città Ducale);
   intervenire per favorire le procedure amministrative inerenti la ricostruzione privata, superando le difficoltà legate alle zone oggetto di dissesto e di rischio idrogeologico (sindaci di Città Ducale, di Cantalice, di Antrodoco, di Cigliano);
   garantire continuità nell'erogazione dei servizi educativi, evitando che siano sottratti al territorio – insieme agli alunni – il personale di segreteria e dirigenziale in virtù della pedissequa applicazione della legge regionale sul dimensionamento scolastico (sindaci di Città Ducale e di Antrodoco);
   predisporre una sorta di legge quadro dell'emergenza, che funga da testo legislativo in cui siano coerentemente e chiaramente definiti gli interventi da adottare in situazioni simili. In quest'ottica, dovrebbe superarsi il meccanismo dei RUP e semplificare il più possibile le procedure per la dismissione delle macerie (vicesindaco di Leonessa); nella richiesta opera di semplificazione andrebbe ridimensionato il ruolo dell'ANAC dando più fiducia ai sindaci (sindaco di Cantalice);
   facilitare gli investimenti sulle comunicazioni e sulla banda ultralarga, superando le direttive dell'ANTITRUST che hanno impedito gli investimenti della TIM in quei territori (sindaci di Antrodoco e Cigliano).

  Ha preso quindi la parola l'assessore regionale allo sviluppo economico, Gian Paolo Manzella, che – nel ripercorrere l'azione amministrativa posta in essere dalla regione fin dal primo momento – ne ha rivendicato l'efficacia, sottolineando l'oculata distribuzione delle risorse disponibili, che ha sempre privilegiato le situazioni di maggiore difficoltà. Ha quindi ricordato che proprio in questi giorni è in discussione presso la regione una proposta di legge firmata dal consigliere Pirozzi, che prende le mosse dalla sua esperienza di sindaco di Amatrice e mette in campo misure ritenute adeguate per la ricostruzione post sisma.
  L'incontro si è sviluppato in un dialettico confronto con i membri della delegazione che ha quindi invitato i presenti a produrre – sui temi oggetto dell'incontro – memorie e note da trasmettere alla Commissione.

  Il sindaco di Accumoli ha consegnato altresì un documento sulle richieste di modifica dell'articolo 50-bis del DL 189 del 2016 (Allegato 13).
  La regione Umbria ha trasmesso alla Commissione una nota firmata dall'architetto Alfiero Moretti direttore Governo del territorio (Allegato 14)
  I documenti allegati sono disponibili presso la segreteria della VIII Commissione.
  È altresì in consultazione il volume fotografico «Passi di speranza tra le macerie – Terremoto 2016: il lavoro del Vigili del Fuoco».