Commissioni Riunite (III e IV)

III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa)

Commissioni Riunite (III e IV)

Comm. riunite 0304

Commissioni Riunite (III e IV)
SOMMARIO
Giovedì 13 dicembre 2018

ESAME DI DELIBERAZIONI DEL GOVERNO AI SENSI DEGLI ARTICOLI 2 E 3 DELLA LEGGE 21 LUGLIO 2016, N. 145:

Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a missioni internazionali per il periodo 1o ottobre – 31 dicembre 2018, adottata il 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1).
Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, deliberata dal Consiglio dei ministri il 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1) (Seguito dell'esame congiunto e rinvio) ... 4

ALLEGATO 1 (Proposta alternativa di relazione all'Assemblea del gruppo del Partito Democratico) ... 11

ALLEGATO 2 (Proposta alternativa di relazione all'Assemblea del gruppo Liberi e Uguali) ... 16

ESAME DI DELIBERAZIONI DEL GOVERNO AI SENSI DEGLI ARTICOLI 2 E 3 DELLA LEGGE 21 LUGLIO 2016, N. 145:

Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per il periodo dal 1o ottobre al 31 dicembre 2018, adottata il 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1).
Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, deliberata il 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1) (Seguito dell'esame congiunto e conclusione – Approvazione di una relazione per l'Assemblea) ... 9

ALLEGATO 3 (Relazione all'assemblea approvata dalle commissioni) ... 22

Sui lavori delle Commissioni ... 10

Commissioni Riunite (III e IV) - Resoconto di giovedì 13 dicembre 2018

ESAME DI DELIBERAZIONI DEL GOVERNO AI SENSI DEGLI ARTICOLI 2 E 3 DELLA LEGGE 21 LUGLIO 2016, N. 145

  Giovedì 13 dicembre 2018. — Presidenza della presidente della III Commissione, Marta GRANDE. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.

  La seduta comincia alle 13.10.

Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a missioni internazionali per il periodo 1o ottobre – 31 dicembre 2018, adottata il 28 novembre 2018.
(Doc. XXV, n. 1).

Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, deliberata dal Consiglio dei ministri il 28 novembre 2018.
(Doc. XXVI, n. 1).

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta pomeridiana di ieri.

  Marta GRANDE, presidente, nel ricordare che alle 9 di oggi è scaduto il termine per la presentazione di emendamenti alla proposta di relazione all'Assemblea, presentata dai relatori nella seduta di ieri, nonché per la presentazione di relazioni alternative a quella dei relatori, avverte che non è pervenuta alcuna proposta emendativa e che sono state presentate due proposte alternative di relazione all'Assemblea, rispettivamente dai gruppi del Partito Democratico e di Liberi e Uguali (vedi allegati 1 e 2). Tali proposte saranno poste in votazione solo nel caso in cui sia respinta la proposta dei relatori e saranno pubblicate in allegato al resoconto della seduta delle Commissioni.

  Elio VITO (FI), interviene sui lavori della Commissione per stigmatizzare che, proprio mentre le Commissioni affari esteri e difesa stanno discutendo sulla deliberazione del Consiglio dei ministri che proroga la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, il Ministro della difesa, Elisabetta Trenta, ha rilasciato un'intervista, pubblicata questa mattina sul Corriere della Sera, nella quale si rendono note decisioni in merito ad alcune delle principali missioni in cui i nostri militari sono impegnati.
  Ritiene che sarebbe stato opportuno, oltre che doveroso, riferire in primo luogo al Parlamento sulle linee guida che il Governo intende tracciare in relazione all'impegno dei nostri contingenti militari nelle missioni internazionali e lamenta che le Commissioni non abbiano finora avuto occasione per poter interloquire su tali temi con i ministri competenti.
  Considera, quindi, necessario sospendere il dibattito odierno e ascoltare preliminarmente i ministri prima di procedere ad ogni eventuale deliberazione.

  Marta GRANDE, presidente, rileva che la richiesta testé formulata dal collega Vito non è stata in alcun modo avanzata o prospettata da nessun gruppo nella riunione di ieri dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite, in cui si è registrata, invece, l'unanimità dei consensi rispetto ad un sollecito andamento dei lavori e all'impegno a concludere comunque l'esame dei provvedimenti in titolo nella giornata di oggi.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), si associa alla richiesta del collega Vito, sottolineando la necessità per le Commissioni di audire il Governo per acquisire gli elementi informativi sui nuovi orientamenti dell'Esecutivo in materia di missioni, attese le dichiarazioni rese alla stampa dalla Ministra Trenta circa l'intenzione di procedere in futuro ad una riduzione dell'impegno italiano nelle missioni internazionali. Anche i reiterati riferimenti alla revisione della partecipazione italiana alla missione EUNAVFOR MED operazione SOPHIA, fatti da importanti esponenti del Governo in carica agli organi di informazione, rappresentano un elemento decisivo per la richiesta di audizione dei due ministri di riferimento, considerato che tali decisioni presuppongono un'interazione tra Governo e Parlamento secondo il dettato della legge n. 145 del 2016, fortemente voluta dalla maggioranza parlamentare della precedente legislatura in quanto strumento di tutela del ruolo del Parlamento in tale materia.

  Salvatore DEIDDA (FdI), manifesta stupore per l'annuncio del Ministro della difesa, Elisabetta Trenta, di volere procedere ad una riduzione del contingente militare italiano impiegato nella missione Resolute Support in Afghanistan. Sottolinea come tale decisione esponga i nostri soldati a notevoli rischi terroristici, anche in considerazione del fatto che la situazione nella regione si stia gradualmente deteriorando ed invita dunque a riflettere sull'opportunità di rafforzare la presenza militare italiana. Osserva, poi, che tale decisione è stata annunciata senza che le Camere fossero messe al corrente dei nuovi indirizzi maturati in seno al Governo e senza nemmeno aspettare le rispettive deliberazioni parlamentari. Si associa, quindi, alla richiesta del collega Vito affinché i Ministri riferiscano al più presto alle Commissioni riguardo agli indirizzi che orientano la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali.

  Laura BOLDRINI (LeU), associandosi a sua volta alla richiesta dell'onorevole Vito, rileva che sulla materia della partecipazione italiana alle missioni internazionali il Governo agisce in modo confuso e ondivago: le recenti dichiarazioni del Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell'interno, Matteo Salvini, secondo il quale la missione UNIFIL in Libano dovrebbe adoperarsi per disarmare Hezbollah, che controlla il territorio su cui insiste la stessa missione, sono state rilasciate durante la sua visita in Israele all'unico fine di compiacere il Governo Netanyahu, ma mettono a rischio la sicurezza del nostro contingente militare, che peraltro guida la missione. Su questo punto chiede che riferisca al Parlamento la Ministra della difesa, Elisabetta Trenta, che dovrebbe altresì chiarire uno dei passaggi dell'intervista odierna, nel quale esprime perplessità sulla missione in Afghanistan: pur condividendo, come noto, le riserve su tale missione, ritiene poco sensato che le Commissioni si apprestino a votare una relazione all'Assemblea priva di questi importanti cambi di orientamento del Governo. Tra le varie contraddizioni, rileva anche la scelta del Governo di fare esprimere sulla Brexit il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, e non anche il Ministro per gli affari europei, Paolo Savona.

  Marta GRANDE, presidente, alla luce degli interventi fin qui svolti ritiene opportuno precisare che i documenti all'esame concernono essenzialmente la proroga per l'ultimo trimestre del 2018 delle missioni già autorizzate ad inizio anno. Pertanto, le valutazioni sulle prospettive future della partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali saranno oggetto del dibattito sulla prossima deliberazione, attesa nei primi mesi del 2019.

  Emanuela CORDA (M5S), osserva come nella seduta di ieri si sia svolto un ampio e approfondito dibattito, che si è poi focalizzato in una forte critica ai partiti di maggioranza, rei di aver sostenuto la prosecuzione, per l'ultimo trimestre del 2018, di alcune missioni da loro in precedenza avversate. Sottolinea, inoltre, che la discussione ha permesso di evidenziare che la continuità rispetto alla deliberazione assunta dal precedente Governo riguarda solo un ridotto periodo di tempo, ormai giunto quasi a scadenza, e rileva che le dichiarazioni della Ministra della difesa, non solo non hanno messo in alcun modo a rischio la vita dei nostri militari in Afghanistan, ma non incidono affatto sulla deliberazione del Consiglio dei ministri dello scorso 28 novembre e sulla conseguente proposta di relazione per l'Assemblea, oggetto della votazione delle Commissioni. Infine, ricorda che la maggioranza ha pienamente condiviso con l'opposizione tutte le richieste relative all'organizzazione dei tempi per l'esame della deliberazione e, pertanto, ritiene opportuno che le Commissioni proseguano i loro lavori.

  Roberto Paolo FERRARI (Lega), concorda con le considerazioni della Presidente e della collega Corda riguardo alla limitata valenza temporale della deliberazione oggetto del dibattito.
  Aggiunge, quindi, che nella discussione svolta nella giornata di ieri il rappresentante del Governo ha opportunamente precisato come la Relazione analitica anticipi le linee politiche che l'Esecutivo intende seguire nella prossima proroga delle missioni e rileva che le dichiarazioni rese dalla Ministra Trenta non contrastano in alcun modo con quanto riportato dai documenti in esame.
  Ritiene, dunque, che il confronto richiesto dalle opposizioni si possa tranquillamente svolgere in occasione dell'esame della prossima deliberazione del Consiglio dei ministri.
  Conclude replicando alle critiche rivolte dalla collega di LeU al Ministro degli interni, Matteo Salvini, in relazione alle affermazioni rilasciate a seguito dell'incontro con il primo ministro israeliano. Sul punto precisa che le richieste avanzate da parte israeliana, con riferimento ai compiti della missione UNIFIL in Libano, sono state indirizzate nei confronti dell'Istituzione internazionale che ha promosso la missione, ovvero, l'Organizzazione delle Nazioni Unite, e che, a sua volta, anche il Libano ha fatto richiesta di un maggiore impegno da parte del contingente nel garantire il rispetto, da parte dello Stato di Israele, delle zone di interdizione individuate dalle risoluzioni delle Nazioni Unite.
  Tutto ciò non incide minimamente sull'operato del nostro contingente militare che ha ampiamente dimostrato la capacità di mediare tra le due parti.

  Laura BOLDRINI (LeU), ritiene inappropriata l'espressione «primo ministro», utilizzata dal collega Ferrari nel suo intervento in riferimento alla carica del Presidente del Consiglio dei ministri evidentemente mutuata da altri ordinamenti costituzionali.

  Marta GRANDE, presidente, considerati gli esigui tempi a disposizione, invita i commissari ad intervenire sul merito dei provvedimenti in titolo. Quanto alla richiesta del collega Vito, anche a nome del presidente della IV Commissione, rinvia la decisione all'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite, che sarà immediatamente convocata.

  La seduta, sospesa alle 13.25, è ripresa alle 13.40.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), illustrando a nome del gruppo la proposta di relazione all'Assemblea alternativa a quella dei relatori, sottolinea che la proposta di relazione alternativa presentata dal gruppo del Partito democratico è analoga a quella formulata dai relatori quanto al dispositivo, in cui si confermano le autorizzazioni alle missioni già approvate dall'allora maggioranza di Governo nel gennaio 2018. Evidenzia che la proposta differisce, invece, radicalmente quanto alle premesse, laddove ribadisce, senza lasciare spazio ad equivoci, la vocazione atlantica ed europeista della politica estera dell'Italia, spesso messa in discussione dalla retorica dell'attuale Esecutivo. A tal proposito chiede se il cosiddetto «governo del cambiamento» debba intendersi come metafora dei continui cambi di direzione delle forze che lo sostengono: a titolo di esempio, ricorda che il Movimento 5 Stelle nella scorsa legislatura votò contro la missione in Niger, definita dall'allora deputato Manlio Di Stefano «un regalo ai francesi», che ora invece è diventata un cavallo di battaglia del Ministro Salvini nell'ottica del contrasto all'immigrazione clandestina. Ribadisce che l'Africa deve costituire una priorità di interesse strategico per l'Italia non solo come partner per gestire i flussi migratori, ma anche per promuovere la crescita dell'economia locale attraverso gli strumenti della cooperazione allo sviluppo. Rileva che le scelte dell'attuale maggioranza vanno in senso opposto, come attestano i drastici tagli al settore della cooperazione allo sviluppo operati con la legge di bilancio e con il decreto fiscale. Evidenzia, inoltre, la palese contraddizione che risiede nella scelta di finanziare missioni ONU nel momento in cui, parallelamente, con la legge di bilancio si sceglie di ridurre il contributo italiano alle Nazioni Unite. Da ultimo, chiede chiarimenti al Governo sul negoziato in corso per il rinnovo della missione EUNAVFORMED operazione SOPHIA: sembrerebbe infatti che l'Esecutivo stia spingendo per modificare le regole d'ingaggio della missione, trovando la ferma opposizione dei partner dell'Unione europea, senza avere colto i vantaggi che lo stesso Governo ricava da tale missione: il mancato rinnovo della missione rischia, infatti, di aumentare il numero dei decessi in mare ma soprattutto di fare lievitare i costi per il pattugliamento delle nostre coste, cui al momento contribuiscono i partner europei che partecipazione alla missione.

  Laura BOLDRINI (LeU), illustrando a sua volta a nome del gruppo la proposta di relazione all'Assemblea alternativa a quella dei relatori, sottolinea che essa conferma il sostegno convinto ad alcune missioni, quali UNIFIL in Libano, che ricade sotto la nostra guida e specifica responsabilità, MINURSO nel Sahara occidentale, EUTM in Somalia, che hanno avuto un indiscutibile impatto sulla sicurezza delle popolazioni civili. Altrettanto convinta è l'opposizione a missioni quali quelle nel Sahel, che sembrano mirare unicamente al contenimento dei flussi migratori irregolari. Da ultimo, ribadisce la richiesta di audizione della Ministra della difesa Trenta per intuibili motivi di competenza e al fine di comprendere fino in fondo chi guida le scelte di politica estera del nostro Paese.

  Yana Chiara EHM (M5S), relatrice per la III Commissione, anche a nome del relatore per la IV Commissione, pur esprimendo apprezzamento per alcuni spunti contenuti nelle proposte di relazione alternative presentate da gruppi di opposizione – spunti che potranno essere valutati alla luce della prossima Deliberazione – auspica l'approvazione della proposta di relazione all'Assemblea formulata dai relatori ed esprime parere contrario sulle proposte ad essa alternative, presentate da gruppi di opposizione.

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO esprime parere favorevole sulla proposta di relazione all'Assemblea presentata dai relatori e parere contrario sulle proposte ad essa alternative presentate da due gruppi di opposizione.

  Elio VITO (FI), lamenta che il Governo si sia espresso sulla proposta di relazione all'Assemblea senza alcuna spiegazione e che il Dicastero della difesa non sia presente con un suo rappresentante malgrado la rilevanza dei temi in discussione.

  Marta GRANDE, presidente, nel sottolineare che il Governo è rappresentato in seduta, segnala che i sottosegretari alla difesa hanno fatto sapere di essere entrambi impossibilitati a partecipare ai nostri lavori odierni.

  Maria TRIPODI (FI), in considerazione del senso di responsabilità che anima il gruppo di Forza Italia, preannuncia un voto favorevole sulla proposta di relazione all'Assemblea nonostante le criticità messe in evidenza dal dibattito riguardo le diatribe interne alla maggioranza.

  Salvatore DEIDDA (FdI), preannuncia, a sua volta, un voto favorevole da parte del gruppo di Fratelli d'Italia sulla proposta di relazione all'Assemblea, auspicando che il Ministro della difesa voglia partecipare al dibattito quando, nella prossima settimana, il provvedimento approderà nell'Aula della Camera.

  Ivan SCALFAROTTO (PD), intervenendo in sede di dichiarazione di voto, auspica l'approvazione della proposta di relazione all'Assemblea alternativa a quella dei relatori e preannuncia, anche in vista delle successive fasi dell'esame, il voto favorevole del Partito Democratico in merito all'autorizzazione alla proroga per l'ultimo trimestre dell'anno delle missioni in corso e all'avvio, per il medesimo periodo, della nuova missione in Iraq, come previsto nella proposta di relazione formulata dai relatori. Tale scelta è del tutto coerente con l'autorizzazione alle missioni approvata dal proprio gruppo nel gennaio scorso. Una coerenza analoga non è rinvenibile nei gruppi dell'attuale maggioranza che, su molte questioni di politica estera, hanno espresso posizioni ondivaghe e contraddittorie. A titolo di esempio, segnala che, in tema di migrazioni, taluni esponenti della maggioranza hanno sostenuto, a parole, la necessità di un approccio solidale, a livello europeo ed internazionale. Sul piano pratico, dando seguito alle esternazioni del Ministro Salvini, il Governo ha deciso di non sottoscrivere il Global Compact for Migration, sconfessando un impegno assunto solennemente dal Presidente del Consiglio Conte con il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Rileva che, in ambito europeo, l'Esecutivo ha cercato il sostegno dei Paesi di Visegrad, salvo scoprire che i loro interessi nazionali, su questa materia, differivano dal nostro. Si associa, infine, alle severe critiche dei colleghi circa l'inopportunità delle dichiarazioni del Ministro dell'interno in merito ad Hezbollah.

  Marta GRANDE, presidente, in ragione della ripresa dei lavori d'Aula, con riferimento alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle ore 14.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.25 alle 13.40.

ESAME DI DELIBERAZIONI DEL GOVERNO AI SENSI DEGLI ARTICOLI 2 E 3 DELLA LEGGE 21 LUGLIO 2016, N. 145

  Giovedì 13 dicembre 2018. — Presidenza della presidente della III Commissione, Marta GRANDE. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Ricardo Antonio Merlo.

  La seduta comincia alle 18.30.

Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per il periodo dal 1o ottobre al 31 dicembre 2018, adottata il 28 novembre 2018.
(Doc. XXV, n. 1).

Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, deliberata il 28 novembre 2018.
(Doc. XXVI, n. 1).

(Seguito dell'esame congiunto e conclusione – Approvazione di una relazione per l'Assemblea).

  Le Commissioni proseguono l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta pomeridiana di oggi.

  Marta GRANDE, presidente, nel ricordare che nella seduta precedente hanno avuto inizio le dichiarazioni di voto sulla proposta di relazione all'Assemblea formulata dai relatori, prende atto dell'assenza dei colleghi del gruppo di Liberi e Uguali, che avevano manifestato l'intenzione di intervenire in tale fase.

  Ivan SCALFAROTTO (PD), intervenendo sui lavori della Commissione, esprime rammarico per le insinuazioni espresse via Twitter dal sottosegretario Di Stefano che, alla luce dell'andamento della precedente seduta, lo avrebbe tacciato di essere intervenuto per mere finalità ostruzionistiche. Al riguardo sottolinea che, se così fosse stato, il suo gruppo avrebbe potuto esperire ben altri strumenti, a partire da una manifestazione di indisponibilità in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissione riunite rispetto ad una programmazione dei lavori improntata a massima speditezza.

  Marta GRANDE, presidente, con riferimento alla richiesta avanzata nella precedente seduta dal collega Vito rispetto ad una corretta interazione tra Parlamento e Governo nel rispetto della legge n. 145 del 2016, segnala che nel corso del pomeriggio, con un messaggio diramato dall'account Twitter del Ministero della difesa, la Ministra Trenta ha preannunciato la propria partecipazione in rappresentanza del Governo alle successive fasi di esame dei provvedimento in titolo presso l'Assemblea.

  Salvatore DEIDDA (FdI), esprime soddisfazione per la decisione della Ministra della difesa ed auspica che questo si svolga senza strumentalizzazioni da parte dei gruppi parlamentari, in modo da assicurare il massimo sostegno ai nostri militari impegnati nei vari teatri operativi.

  Matteo PEREGO DI CREMNAGO (FI), accoglie favorevolmente l'annuncio della Ministra Trenta che ha assicurato la sua presenza in Assemblea nella discussione che si terrà la prossima settimana.
  Non condivide tuttavia le modalità con cui la comunicazione è avvenuta, affidando ai social network un compito che, invece, richiederebbe una forma più consona.

  Roberto Paolo FERRARI (Lega), ringrazia coloro che hanno sollecitato la presenza del Governo e sottolinea che alcune delle osservazioni contenute nelle premesse delle proposte alternative di relazione, in particolare in quella presentata dal gruppo del Partito democratico, trovano a suo avviso già risposta nella proposta di relazione per l'Assemblea presentata dai relatori, laddove viene preannunciato un mutamento sia nell'approccio generale alla nostra partecipazione alle missioni internazionali, sia con riferimento alla missione EUNAVFOR MED Sophia.

  Emanuela CORDA (M5S), ribadisce il voto favorevole del gruppo del M5S sulla proposta di relazione dei relatori e prende atto, con soddisfazione, dello svolgimento di un dibattito costruttivo che ha consentito, pur rispettando i tempi rapidi per la conclusione dell'esame, di elevare il livello dei lavori della Commissione.

  Marta GRANDE, presidente, avverte che per il gruppo Lega, il deputato Alberto Ribolla sarà sostituito dalla deputata Eva Lorenzoni.

  Le Commissioni approvano, quindi, la proposta di relazione all'Assemblea formulata dai relatori (vedi allegato 3).

  Marta GRANDE, presidente, avverte che sono conseguentemente precluse le proposte alternative di relazione all'Assemblea.

Sui lavori delle Commissioni.

  Marta GRANDE, presidente, come preannunciato in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite, avverte che le stesse potranno essere convocate la prossima settimana per la deliberazione del parere sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio, eventualmente presentato, per il riparto, per il periodo dal 1o ottobre al 31 dicembre 2018, delle risorse tra le missioni e gli interventi di cooperazione allo sviluppo di cui ai provvedimenti in titolo.

  Le Commissioni prendono atto.

  La seduta termina alle 18.35.

Commissioni Riunite (III e IV) - giovedì 13 dicembre 2018

ALLEGATO 1

Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali da avviare per il periodo dal 1o ottobre al 31 dicembre 2018, adottata il 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1).

Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, anche al fine della relativa proroga, deliberata il 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI RELAZIONE ALL'ASSEMBLEA DEL GRUPPO DEL PARTITO DEMOCRATICO

  Le Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) della Camera dei deputati,
   discussa la Deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata il 28 novembre 2018, in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali (Doc. XXV, n. 1) e alla Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, anche al fine della relativa proroga, deliberata il 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1), adottata ai sensi, rispettivamente, degli articoli 2 e 3 della legge 21 luglio 2016, n. 145;
  premesso che:
   con l'entrata in vigore della legge 21 luglio 2016, n. 145, recante disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, l'Italia si è dotata di uno strumento normativo che ha innovato il procedimento di deliberazione delle missioni internazionali, pur restando nelle funzioni del Parlamento il fondamentale potere di « autorizzare « nuove missioni internazionali o la loro proroga (articolo 2, comma 2); la legge ha trasferito al Governo, nella fase di programmazione e istruttoria, la scelta delle missioni internazionali da avviare o da prorogare, ma la fase decisionale è rimasta nella disponibilità esclusiva delle Camere che possono negare l'autorizzazione o definire gli impegni in senso difforme da quanto programmato dal Governo (articolo 2, comma 2);
   l'impegno internazionale che l'Italia profonde ricorrendo alla leva delle missioni militari e degli interventi di natura civile negli scenari di crisi costituisce la necessaria risposta a persistenti minacce di carattere transnazionale ed asimmetrico – il terrorismo, la radicalizzazione, l'insicurezza cibernetica, i traffici illeciti-e a fenomeni di instabilità potenzialmente pericolosi per la pace e la sicurezza della regione euro-mediterranea. Tale impegno si fonda su un approccio onnicomprensivo alle crisi, proprio dell'Unione europea e pienamente condiviso dall'Italia, che correla l'intervento di carattere militare ad iniziative civili tese alla protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, all'investimento nell'istruzione e nella cultura, alla protezione e attenzione alle donne, ai giovani e alle minoranze; l'impianto della legge n. 145 del 2016 rispecchia in profondo questa impostazione. Tale strumento normativo innovativo di riordino e di razionalizzazione ha fin qui
assicurato all'interazione tra Governo e Parlamento, finalizzata alla decisione sulle missioni internazionali, un inedito grado di trasparenza e di profondità, permettendo di contemperare il doveroso carattere democratico della dinamica decisionale su una materia tanto delicata anche sul piano dell'impatto finanziario, alla necessaria celerità del relativo processo decisionale, nel superiore interesse alla tutela della pace, nonché della vita e dell'integrità degli uomini e delle donne impegnati sul terreno nei numerosi teatri operativi;
   la vocazione transatlantica ed europeista della nostra politica estera, ideale nel quale crediamo fortemente, è stata più volte messa in discussione dall'azione del nuovo Governo con attacchi nei confronti e all'interno delle istituzioni europee, dal legame poco trasparente della Lega con la Russia e da episodi gravi e inumani come ad esempio la scellerata chiusura dei porti alle navi delle Ong della scorsa estate;
   suscita stupore vedere riproposta la continuazione delle missioni internazionali così come approntate nello scorso gennaio dal precedente Governo e aspramente criticate dal Movimento 5 stelle che votò contro tale provvedimento e la Lega che si astenne; nel merito infatti di alcune di queste missioni in particolare, il giudizio del Movimento 5 stelle fu critico non solo negli interventi dei suoi esponenti in Aula e in Commissione, ma anche nella risoluzione alternativa che gli stessi depositarono;
   in particolare, la missione in Niger, fu definita, nel gennaio 2018, dall'allora esponente dell'opposizione Manlio Di Stefano all'opposizione come «un regalo ai francesi» con l'invio dei nostri militari a «presidiare il deserto», salvo successivamente, l'attuale ministro della Difesa Trenta, abbia salutato lo sblocco della missione – dopo un iniziale stand-by – come «un grandissimo risultato di questo Governo»;
   continuiamo a credere che l'Africa rivesta un interesse strategico prioritario per la sicurezza dell'Italia, che, oltre a dover gestire i flussi migratori provenienti da tale continente, deve affrontare il rischio che un rallentamento del processo di pacificazione e di consolidamento delle istituzioni politiche della Libia sfoci in un nuovo fattore di minaccia per i propri interessi nazionali e per la sicurezza del bacino del Mar Mediterraneo. Gli interventi previsti in Africa si concentrano su attività utili a incrementare la sicurezza e la stabilità internazionali a favore di Paesi impegnati nella lotta al terrorismo e ai traffici illegali internazionali, e in questo la missione in Niger può aiutare a definire e sostenere nuove strategie, anche alla luce del fatto che la situazione in Sud Sudan resta drammatica e continuano a preoccupare le tensioni esistenti tra l'Eritrea e i Paesi confinanti. In tale contesto, l'operato delle missioni civili UE in ambito PSDC ha rivestito un ruolo di rilievo; il rafforzamento della nostra presenza nelle operazioni attive in tale teatro – EUCAP Niger, EUCAP Mali, EUTM Mali – cui va aggiunto anche il comando della Cellula di Coordinamento Regionale delle tre missioni stesse, testimonia la rilevanza che il nostro Paese attribuisce alla pace e la stabilità in questo quadrante;
   l'impegno italiano in Libia e Niger è intimamente connesso sul piano strategico alla fondamentale azione a tutela dei diritti umani della popolazione civile, di migranti e di profughi esercitata dalle organizzazioni internazionali presenti, nello specifico l'OIM e l'UNHCR, che l'Italia sostiene convintamente; occorre ricordare che da tempo in quell'area operano gruppi terroristici jihadisti (come Al-Qaeda nel Maghreb arabo (AQIM) e Al-Morabitun) che traggono nuovi fondamentali canali di finanziamento, diretto e indiretto, grazie a vari tipi di traffici, tra cui quello di migranti: le missioni in Libia ed in Niger sono, quindi, strategicamente rivolte anche a contrastare l'endemizzazione di questo fenomeno, che sovrappone terrorismo e attività criminale;
   anche per questo, abbiamo sostenuto con il precedente Governo e durante l'esame
iniziale della legge di bilancio, gli strumenti della cooperazione allo sviluppo, anche grazie alle risorse stanziate con il cosiddetto Fondo Africa, con l'obiettivo di promuovere il controllo del territorio ed il contrasto dei traffici illeciti, a partire da quello di esseri umani. Fondo non rifinanziato dall'attuale Governo, e che non ha provveduto neanche sinora ad incrementare le risorse per l'Aiuto Pubblico allo Sviluppo, nonostante che nei 5 anni della scorsa legislatura, almeno una delle componenti della attuale compagine governativa, abbia sempre sostenuto la necessità dell'impegno per l'Italia a favore della pace anche e soprattutto attraverso la cooperazione allo sviluppo;
   ulteriore elemento di contraddittorietà dell'azione dell'attuale Governo, è evidenziato dal richiamo alla importanza della partecipazione italiana, insieme agli altri partner europei ed atlantici, al «finanziamento delle missioni dell'Onu», stante la decisione, nella legge di bilancio in corso di esame, di diminuire il contributo alle spese dell'Onu, e di respingere gli emendamenti e gli ordini del giorno delle opposizioni che ne ricordavano la rilevanza;
   ancora, desta preoccupazione l'annunciata «approfondita revisione che vorrà essere fatta intorno a EUNAVFOR MED operazione SOPHIA, in scadenza il 31 dicembre 2018», preoccupazione corroborata dalle continue dichiarazioni del Ministro dell'interno negli ultimi mesi a riguardo della missione SOPHIA, deciso a fermare definitivamente la missione in attesa di sviluppi sui negoziati delle regole di Dublino, riguardo l'individuazione dei porti europei che possono essere considerati sicuri;
   va ricordato che EUNAVFOR MED ha salvato dal 2015 circa 45 mila vite umane dai pericoli del mare e dei trafficanti di uomini e che l'impegno per la stabilità del Mediterraneo hanno confermato la vocazione multilaterale della politica estera e di difesa dell'Italia, il convinto sostegno al processo di integrazione europea e al legame transatlantico, l'impegno per la difesa dei diritti umani, nel segno di una cifra identitaria mediterranea che guida l'azione internazionale del nostro Paese;
   il Mediterraneo è stato parte essenziale della nostra presidenza del G7 e del mandato in Consiglio di Sicurezza, oltre che della nostra azione nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e nella NATO, facendo sì che tali organizzazioni perseguissero l'impegno comune nella lotta contro il terrorismo e per una condivisione più equa e responsabile delle conseguenze del fenomeno migratorio, come pure di tutte quelle altre sfide (come tragedie umanitarie e odio settario) che contribuiscono a rendere l'area del Mediterraneo allargato uno degli epicentri del disordine globale;
   si rileva positivamente la volontà espressa dal governo di proseguire nel solco dell'azione del precedente, in merito al ruolo dell'Italia nella partecipazione alle missioni internazionali,
   propongono all'Assemblea di autorizzare la prosecuzione per il periodo 1o ottobre-31 dicembre 2018 delle missioni internazionali in corso e degli interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno ai processi di pace e di stabilizzazione, di cui all'Allegato 1 della Deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1), di seguito riportate:
   EUROPA
    NATO Joint Enterprise (scheda n. 1);
    European Union Rule of Law Mission in Kosovo EULEX Kosovo – personale militare (scheda n. 2);
    EUFOR ALTHEA (scheda n. 6);
    United Nations Peacekeeping in Cyprus UNFICYP (scheda n. 8);
    NATO Sea Guardian (scheda n. 9);
    EUNAVFOR MED operazione SOPHIA (scheda n. 10);

   ASIA
    NATO Resolute Support Mission in Afghanistan (scheda n. 11);
    United Nations Interim Force in Lebanon UNIFIL (scheda n. 12);
    Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi (scheda n. 13);
    Temporary International Presence in Hebron TIPH2 (scheda n. 14);
    Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza palestinesi (scheda n. 15);
    European Union Border Assistance Mission in Rafah EUBAM Rafah (scheda n. 16);
    Coalizione Internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda n. 19);
    United Nations Military Observer Group in India and Pakistan UNMOGIP (scheda n. 20);
    Impiego su basi bilaterali di personale militare negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medio Oriente e Asia (scheda n. 21);
   AFRICA
    United Nations Support Mission in Libya-UNSMIL (scheda n. 23);
    EUNAVFOR operazione Atalanta (scheda n. 25);
    EUTM Somalia (scheda n. 26);
    EUCAP Somalia (scheda n. 27);
    Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane (scheda n. 28);
    Impiego di personale militare presso la base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti per le esigenze connesse con le missioni internazionali nell'area del Corno d'Africa e zone limitrofe (scheda n. 29);
    United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali MINUSMA (scheda n. 30);
    EUTM Mali (scheda n. 31);
    EUCAP Sahel Mali (scheda n. 32);
    EUCAP Sahel Niger (scheda n. 33);
    Multinational Force and Observers in Egitto-MFO (scheda n. 34);
    Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda n. 1/2018);
    Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (scheda n. 2/2018);
    Missione NATO di supporto in Tunisia per lo sviluppo di capacità interforze delle Forze armate tunisine (scheda n. 3/2018);
    United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara (MINURSO) (scheda n. 4/2018);
    European Union Training Mission Repubblica Centrafricana (EUTM RCA) (scheda n. 5/2018);

   POTENZIAMENTO DI DISPOSITIVI NAZIONALI E DELLA NATO
    Dispositivo aeronavale nazionale «Mare Sicuro» apprestato per la sorveglianza e la sicurezza dei confini nazionali nell'area del Mediterraneo centrale, comprensivo della missione in supporto alla Guarda costiera libica richiesta dal Consiglio presidenziale-Governo di accordo nazionale libico (scheda n. 36);
    Dispositivo «NATO Support to Turkey» a difesa dei confini sud-orientali dell'Alleanza (scheda n. 37);
    Dispositivo NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'area sud-orientale dell'Alleanza (scheda n. 38);
    Dispositivo NATO per la sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza (scheda n. 39);
    Dispositivo NATO in Lettonia (Enhanced Forward Presence) (scheda n. 40);

    NATO Air Policing per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda n. 6/2018);
    Esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze Armate per il periodo 1o ottobre 2018 – 31 ottobre 2018 (scheda n. 43);
    Supporto info-operativo a protezione delle Forze armate (scheda n. 44);
   INTERVENTI DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO PER IL SOSTEGNO DEI PROCESSI DI PACE E DI STABILIZZAZIONE
    Iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario (scheda n. 45);
    Interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione rafforzamento della sicurezza (scheda n. 46);
    Partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza (scheda n. 47);
    Interventi operativi di emergenza e di sicurezza (scheda n. 49),

  e propongono, altresì, all'Assemblea di autorizzare per il periodo 1o ottobre 2018 – 31 dicembre 2018 la partecipazione dell'Italia alla seguente missione internazionale, di cui all'Allegato 2 alla Deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1):
    NATO Mission in Iraq (scheda n. 7/2018).

ALLEGATO 2

Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali da avviare per il periodo dal 1o ottobre al 31 dicembre 2018, adottata il 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1).

Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, anche al fine della relativa proroga, deliberata il 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI RELAZIONE ALL'ASSEMBLEA DEL GRUPPO LIBERI E UGUALI

  Le Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) della Camera dei deputati,
   discussa la Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali per il periodo 1o ottobre- 31 dicembre 2018, adottata il 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1) e la relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, deliberata dal Consiglio dei ministri il 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1);
  premesso che:
   con l'entrata in vigore della legge 21 luglio 2016, n. 145, recante disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, l'Italia si è dotata di uno strumento normativo che ha innovato il procedimento di deliberazione delle missioni internazionali, pur restando nelle funzioni del Parlamento il fondamentale potere di «autorizzare» nuove missioni internazionali o la loro proroga (articolo 2, comma 2);
   la legge ha trasferito al Governo, nella fase di programmazione e istruttoria, la scelta delle missioni internazionali da avviare o da prorogare, ma la fase decisionale è rimasta nella disponibilità esclusiva delle Camere che possono negare l'autorizzazione o definire gli impegni in senso difforme da quanto programmato dal Governo (articolo 2, comma 2);
   allo stesso modo, il nuovo strumento legislativo ha previsto che il Ministero dell'economia e delle finanze possa disporre l'anticipazione alle Amministrazioni interessate di una somma non superiore al 75 per cento delle somme necessarie «per assicurare l'avvio delle missioni», entro dieci giorni dalla data di presentazione alle Camere delle deliberazioni e delle relazioni annuali (articolo 2, comma 4-bis). Tale previsione, tuttavia, è da interpretarsi come misura che consente di svolgere previamente l'attività burocratica e amministrativa degli apparati dello Stato in funzione di una velocizzazione delle procedure connesse all'impegno all'estero dell'Italia, fermo restando che l'effettivo impegno di spesa da parte delle Amministrazioni interessate e l'avvio delle relative missioni può essere disposto solo ed esclusivamente dopo l'autorizzazione delle missioni da parte del Parlamento, nel rispetto dell'articolo 2, comma 2;

  con riferimento alle missioni internazionali prorogate:
   come evidenziato dalla Relazione del Ministero dell'economia e delle finanze, le spese per le missioni proposte su base annua, pari a 1.504 milioni di euro, risultano in aumento rispetto ai 1427 milioni di euro del 2017. In particolare, tale incremento è dovuto alle nuove missioni in Niger, in Tunisia e in Albania, che richiederanno un ammontare su base annua di circa 125 milioni di euro. Con il DPCM 26 aprile 2018, registrato alla Corte dei conti in data 12 giugno 2018, Reg.ne Prev. n. 1342, si è provveduto al finanziamento delle missioni internazionali e degli interventi di cooperazione e stabilizzazione a valere sulle risorse del fondo di cui all'articolo 4, comma 1, della legge 21 luglio 2016, n. 145, per i periodi corrispondenti a quelli autorizzati. Risultano euro 141.172.376 per il fondo per il finanziamento delle missioni internazionali ex articolo 4 della legge 21 luglio 2016, n. 145, come da saldo disponibile al 30 settembre 2018 (euro 11.172.376) e come rifinanziato dall'articolo 24 del decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119 (euro 130.000.000);
   le spese per missioni che nel 2017 erano già aumentate del 17 per cento rispetto al 2016, con una crescita ulteriore nel 2018. Di tutte le risorse per missioni, gli stanziamenti destinati alle iniziative di cooperazione allo sviluppo e al sostegno ai processi di pace e stabilizzazione ammontano solo a poco più del 10 per cento. Il restante 90 per cento è speso per interventi di tipo militare;
   è evidente come si mantiene lo spostamento dell'interesse geo-strategico dell'Italia dal medio-oriente all'Africa, ma le missioni sullo scenario africano non sembrano mirare alla sicurezza né alla tutela delle persone che migrano, lasciando trasparire una prospettiva neocoloniale ispirata da interessi economici, che avrà delle conseguenze e ricadute che non possiamo immaginare;
   le missioni in territorio africano consolidano, come già accaduto sul fronte libico, un pericoloso legame tra l'intervento militare e l'azione di contrasto delle migrazioni nella loro dimensione esterna. Sembra emergere un pericoloso trasferimento del finanziamento dei progetti di esternalizzazioni dal Ministero dell'interno a quello degli affari esteri e cooperazione internazionale fino al recente coinvolgimento di quello della difesa in chiara chiave repressiva e di controllo degli arrivi già dai Paesi di transito;
   da quanto emerge (scheda 1-2018), le attività in Libia si focalizzano nel «rafforzamento delle attività di controllo e contrasto dell'immigrazione illegale» nell'obbiettivo di potenziare la Guardia Costiera Libica affinché proceda ad operazione di intercettazione che riportino i migranti in quello che è stato definito un «inferno» da molti osservatori istituzionali e internazionali. Finanziare e supportare il sistema d'intercettazione e di controllo della Guardia Costiera Libica rende il nostro Governo compartecipe e corresponsabile delle sistematiche violazioni dei diritti, delle violenze e delle torture subite dai migranti nei centri di detenzione in cui vengono portati una volta a terra. Risulta altrettanto pericolosa la formazione di personale della Guardia Costiera Libica che, come emerso nel rapporto del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, vede un alto rischio di infiltrazione e di legami con milizie che gestiscono le partenze. Ancora più grave che l'Italia contribuisca a rafforzare il contrasto alla cosiddetta immigrazione illegale in un Paese in cui la gran parte dei migranti in transito proviene da Paesi retti da regimi autocratici o dittatoriali ed è costretta a soggiornare per mesi e a volte anni in un Paese, la Libia, che non ha mai ratificato la Convenzione di Ginevra del 1951 sulla protezione dei rifugiati. Il Governo Italiano è passato dal finanziare, con il suo budget destinato alle forze militari, operazioni di salvataggio nel Mediterraneo, come era Mare Nostrum, ad attività di contrasto e di indiretto respingimento verso la Libia;
   la Missione in Niger (scheda 2-2018) risulta militarmente e politicamente pericolosa.
Il contributo militare dell'Italia si inserisce in modo subordinato in un più ampio intervento che vede il coordinamento della Francia a sostegno delle forze del G5 Sahel con finalità che vedono mischiarsi pericolosamente gli obbiettivi di lotta al terrorismo, di traffico di essere umani e di stabilizzazione della regione;
   i progetti di controllo della frontiera nel deserto del Teneré, finanziati con i fondi allo sviluppo confluiti nel Fondo Fiduciario Africano, hanno già dimostrato il loro impatto nefasto. Come conseguenza dell'attuazione di questi progetti, i migranti si sono visti obbligati ad affidarsi a reti più organizzate e quindi più spietate di traffico che, per raggiungere la Libia sfuggendo dai posti di controllo, hanno obbligato i migranti a seguire rotte che si spostano verso Algeria e Mali, in zone ancora più instabili;
   l'operazione nel Sahel è il risultato di interessi ed egemonie nell'area, dove la presenza italiana sembra rispondere ad interessi economici – guardando alle miniere di uranio e oro di cui è costellata la regione – e geostrategici – in un tentativo di concorrenza ai francesi che si gioca da Tripoli a Niamey e si gioca sulla pelle di centinaia di uomini, donne e bambini;
   la priorità del Governo appare essere quella di esternalizzare il controllo delle frontiere, dimenticandosi dei principi di accoglienza ed integrazione e disattendendo uno dei principi cardine della nostra Costituzione, l'articolo 10 comma 3, secondo il quale «Lo straniero al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge»;
   la Missione in Tunisia (scheda 3-2018), nata in ambito Nato, con lo scopo di supportare militari, polizia e guardia nazionale rischia di creare una nuova esternalizzazione del controllo delle frontiere, anche in considerazione del fatto che, secondo il rapporto dell'UNHCR, è fortemente aumentato il numero di persone che sono arrivate in Italia partendo dalla Tunisia;
   in Afghanistan le Forze armate italiane sono oramai presenti nel Paese da più di 16 anni e rappresentano il secondo contingente dopo gli Stati Uniti d'America. Qui la missione Resolute Support che avrebbe dovuto avere l'obiettivo di svolgere attività di consulenza e assistenza a favore delle forze di difesa e sicurezza afghane e delle istituzioni governative è tornata ad essere, dopo tre anni dalla fine della missione combat ISAF-NATO, ad essere in prima linea al fronte e l'avanzata dei talebani ha costretto le truppe straniere a tornare ad assistere le truppe afghane che combattono al fronte insieme alle truppe statunitensi;
   l'Afghanistan è classificato al penultimo posto nel Global Peace Index 2017: in condizioni peggiori a livello mondiale c’è soltanto la Siria, avendo «scavalcato» rispetto all'anno scorso Sud Sudan e Iraq; l'Institute for Economics and Peace rileva, inoltre, che il Paese è secondo solo all'Iraq (su 163 Paesi monitorati), sempre su scala globale, per attività terroristiche all'interno del Paese (Global Terrorism Index 2017);
   l'ultima strage compiuta dagli estremisti è avvenuta il 20 novembre 2018 a Kabul, ed ha provocato oltre 40 morti e almeno 60 feriti. Le vittime continuano ad essere soprattutto civili e da mesi a Kabul, che dovrebbe essere la città più sicura, si susseguono copiosamente attentati drammatici, tanto che diversi stati, Gran Bretagna in testa, vogliono spostare la propria ambasciata dalla capitale ad un'area più sicura;
   dopo la disfatta in Siria e Iraq, molti analisti ritengono che i militanti dell'Isis si siano spostati in altri Paesi, Afghanistan in testa;
   al di là della situazione drammatica in cui continua ad essere l'Afghanistan (come documentato in un rapporto dell'EASO nel 2015, dopo più di un decennio
di guerra si sono registrate la cifra record di 11 mila civili vittime di violenza), sembra cambiata radicalmente la strategia statunitense, dove il progressivo disimpegno in favore del supporto alla ricostruzione della nazione è stato sostituito con un nuovo interventismo militare nello stato, in disprezzo anche del fragile Governo afghano, che seppur non inviso alla maggioranza degli afghani, continua ad essere facile preda per la propaganda dei nazionalisti e dei talebani, poiché privo di legittimità, dipendente dai militari e da soldi stranieri;
   il Governo propone per il 2018 il proseguimento della missione di assistenza alla Guardia costiera libica che ha quindi la responsabilità dei salvataggi e di riportare i migranti sulla costa libica. Come ben documentato in questi mesi, i libici mettono in atto i loro salvataggi attraverso torture e maltrattamenti per riportare poi i migranti a riva destinandoli a uno stato di prigionia nei centri di permanenza, spazi affollati dove abusi e violenze sono all'ordine del giorno. In alcune occasioni i libici avrebbero addirittura ostacolato le operazioni di soccorso in mare e in alcuni casi, come accertato da testimonianze e video, sarebbero direttamente responsabili della tragica sorte di numerosi migranti, dispersi in mare;
   le decisioni della NATO, prese al vertice tenuto a Varsavia nell'estate del 2016, ha comportato l'adozione di una serie di misure politiche e militari preventive nei confronti della Russia, le più importanti dalla fine della Guerra Fredda. Come previsto dalla Deliberazione l'Italia ha poi dislocato mezzi e uomini in diversi dispositivi di protezione e sorveglianza dell'Alleanza;
   con la presenza della NATO in Lettonia, Estonia, Lituania e Polonia con mezzi e uomini pronti a rispondere a minacce esterne lungo il confine orientale dell'Alleanza, addirittura si è superato l'accordo stipulato con la Russia nel 1997, in cui si stabiliva che l'alleanza atlantica non può mantenere le proprie truppe da combattimento in modo permanente nei Paesi a est della Germania, a meno che le condizioni di sicurezza degli Stati alleati non siano in pericolo;
   evidentemente, i rappresentanti dei Paesi dell'Alleanza atlantica considerano cambiate queste condizioni, e nei fatti programmano delle azioni militari lungo quello che viene chiamato «fronte orientale» e a cui il nostro Paese risponde con una rinnovata presenza in Lettonia di 160 unità e 50 mezzi terrestri;
   l'Italia oggi continua ad essere presente in Turchia con la missione «Active fence» che prevede 130 soldati dislocati lungo il confine turco-siriano, con batterie antimissile;
   una presenza nazionale nella stessa Turchia, che da alleato e membro della Nato, ha favorito negli scorsi anni il passaggio di migliaia di foreign fighter europei, mentre al tempo stesso conduceva una «guerra sporca» contro le organizzazioni curde in Siria e in Iraq, che sono tra le poche forze che hanno causato una serie di sconfitte a Daesh e dove ha attacca con il suo esercito il cantone curdo di Afrin nella Federazione della Siria del Nord, dove si è dato vita ad un'esperienza di convivenza pacifica tra curdi, arabi, assiri, caldei, aramaici, turcomanni, armeni e ceceni e altre minoranze;
   con riferimento alle proroghe relative agli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, va sottolineato che occorrono maggiori risorse e va modificata la qualità della spesa. Le risorse per la cooperazione devono essere utilizzate unicamente per colpire le cause profonde delle migrazioni (lotta ai governi corrotti, alle carestie, allo sfruttamento delle risorse da parte dei Paesi occidentali che poco o nulla lasciano alle popolazioni dei territori etc.);
  con riferimento alla nuova missione internazionale deliberata:
   per quanto attiene alla nuova missione denominata NATO Mission in Iraq
che ha l'obiettivo di offrire al Governo iracheno il sostegno per stabilizzare il Paese in particolare con interventi di addestramento e consulenza dei funzionari iracheni nel settore contro gli ordigni esplosivi improvvisati della pianificazione civile militare, della manutenzione dei veicoli blindati, della medicina militare si conferma sostanzialmente la nostra presenza in Iraq nell'ambito delle missioni per il contrasto al terrorismo. Tuttavia si segnala la necessità di avviare una riflessione sul bilancio della missione di contrasto al Daesh e sulle prospettive future di tale missione;
   alla luce delle considerazioni che precedono si ritiene che occorra un cambiamento radicale, che si sostanzi a partire dalla discontinuità alla partecipazione alle missioni internazionali, pertanto.
   AUTORIZZANO LE SEGUENTI MISSIONI E ATTIVITÀ:
    Joint Enterprise (missione NATO – scheda 1);
    EULEX Kosovo (personale militare) (missione UE – scheda 2);
    EUFOR ALTHEA (missione UE – scheda 6);
    United Nations Peacekeeping Force in Cyprus UNFICYP (missione ONU – scheda 8);
    United Nations Interim Force in Lebanon UNIFIL (missione ONU – scheda 12);
    Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi (scheda 13);
    Temporary International Presence in Hebron TIPH2 (missione multilaterale – scheda 14);
    Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza palestinesi (scheda 15);
    European Union Border Assistance Mission in Rafah EUBAM Rafah (missione UE – scheda 16);
    Partecipazione alla Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda 19);
    United Nations Military Observer Group in India and Pakistan UNMOGIP (missione ONU – scheda 20);
    Impiego su basi bilaterali di personale militare negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medioriente e Asia (scheda 21);
    United Nations Support Mission in Libya UNSMIL (missione ONU – scheda 23);
    Missione UE antipirateria denominata ATALANTA (missione UE – scheda 25);
    Missione UE denominata EUTM Somalia (missione UE – scheda 26);
    Missione UE denominata EUCAP Somalia (ex EUCAP Nestor) (missione UE – scheda 27)
    Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane (scheda 28)
;
    Impiego di personale militare presso la base nazionale nella Repubblica di Gibuti (scheda 29);
    Missione UN denominata United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali MINUSMA (missione ONU – scheda 30);
    Missione UE denominata EUTM Mali (missione UE – scheda 31);
    Multinational Force and OBSERVERS in Egitto MFO (scheda 34);
    le esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze armate per l'anno 2018 (scheda n. 43);
    il supporto info-operativo a protezione delle Forze armate (scheda n. 44);
    Partecipazione di personale militare alla missione UN denominata United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara (Minurso) (scheda 4-2018);

    Proroga della partecipazione di personale militare alla missione UE denominata European Union Training Mission Repubblica Centrafricana (scheda 5-2018);
    Partecipazione di personale militare alla missione NATO Mission in Iraq (Scheda 7-2018);
   NON AUTORIZZANO LE SEGUENTI MISSIONI:
    Sea Guardian (missione NATO – scheda 9);
    EUNAVFORMED SOPHIA (missione UE – scheda 10);
    Resolute Support Mission (missione NATO – scheda 11);
    Missione UE denominata EUCAP Sahel Mali (missione UE – scheda 32);
    Missione UE denominata EUCAP Sahel Niger (missione UE – scheda 33);
    Impiego di un dispositivo aeronavale nazionale per la sorveglianza e la sicurezza dei confini nazionali nell'area del Mediterraneo Centrale (operazione Mare Sicuro) (scheda 36);
    Partecipazione al dispositivo NATO a difesa dei confini sud-orientali dell'Alleanza denominato «Active Fence» (scheda 37);
    Partecipazione al dispositivo NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'area sud-orientale dell'Alleanza (scheda 38);
    Partecipazione al dispositivo NATO per la sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza (scheda 39);
    Partecipazione al dispositivo NATO in Lettonia Enhanced Forward Presence (scheda 40);
    Partecipazione di personale militare alla missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda 1-2018);
    Partecipazione di personale militare alla missione bilaterale di assistenza e supporto nella Repubblica del Niger (scheda 2-2018);
    Partecipazione di personale militare alla missione NATO di supporto in Tunisia (scheda 3-2018).

ALLEGATO 3

Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per il periodo 1o ottobre – 31 dicembre 2018, adottata il 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1).

Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, anche al fine della relativa proroga deliberata dal Consiglio dei ministri il 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1).

RELAZIONE ALL'ASSEMBLEA APPROVATA DALLE COMMISSIONI

  Le Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) della Camera dei deputati,
   discussa la Deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata il 28 novembre 2018, in merito all'andamento delle missioni internazionali e delle iniziative di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1o ottobre 2018 – 31 dicembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1), nonché alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali da avviare per il periodo 1o ottobre – 31 dicembre 2018 (Doc. XXV, n. 1), adottata ai sensi, rispettivamente, degli articoli 2 e 3 della legge 21 luglio 2016, n. 145;
  premesso che:
   la Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali (Doc. XXV, n. 1) prevede, per il periodo 1o ottobre-31 dicembre 2018, la partecipazione dell'Italia ad una nuova missione internazionale, denominata NATO Mission in Iraq, con l'obiettivo di offrire un ulteriore sostegno al Governo iracheno nei suoi sforzi per stabilizzare il Paese e combattere il terrorismo di matrice fondamentalista in tutte le sue forme e manifestazioni;
   la Deliberazione prevede, altresì, la prosecuzione, per il trimestre 1o ottobre-31 dicembre 2018, delle missioni internazionali in corso e delle iniziative di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione già autorizzate, per il periodo 1o gennaio – 30 settembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1), con le risoluzioni della Camera dei deputati n. 6-00382 e del Senato della Repubblica Doc. XXIV, n. 93 e n. 94, adottate rispettivamente il 15 e il 17 gennaio 2018 a seguito della Deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2017;
   è intenzione del nuovo Governo mantenere, nelle operazioni per il ripristino della stabilità internazionale, un ruolo di primo piano al fine di dare risposte e fronteggiare le diverse minacce che caratterizzano l'attuale contesto geopolitico di riferimento;
   in tale contesto, la NATO rimane per il nostro Paese l'organizzazione regionale di riferimento per garantire un'adeguata cornice di sicurezza all'intera area euro-atlantica ed esercitare la dissuasione, la deterrenza e la difesa militare contro le varie minacce;

   è prevista anche un'attiva partecipazione del Paese alle iniziative di Politica di sicurezza e difesa comune dell'Unione europea, nonché agli sforzi nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite;
   la nuova missione NATO Mission in Iraq, che si inserisce nel solco dell'azione di contrasto al Daesh, è finalizzata, in particolare, ad addestrare istruttori iracheni per affinare la professionalità delle loro forze di sicurezza e contribuire a sostenere strutture e istituzioni di sicurezza nazionale più efficaci, trasparenti ed inclusive;
   la prosecuzione delle missioni in corso per l'ultimo trimestre dell'anno 2018 trova fondamento nell'esigenza di assicurare la loro continuità sotto il profilo operativo e funzionale;
   la Relazione analitica evidenzia l'opportunità di avviare una riflessione strategica che comporti la rivalutazione della nostra presenza nelle missioni internazionali sotto il profilo del loro effettivo rilievo per gli interessi nazionali, sulla base di scelte ponderate sia sull'effettività e concretezza di tali interessi, sia in tema di impiego delle risorse;
   la Relazione analitica sottolinea, altresì, con riferimento alla missione EUNAVFOR MED operazione SOPHIA, in scadenza il 31 dicembre 2018, che il nuovo mandato dovrà necessariamente prevedere una revisione approfondita con particolare riguardo all'attuale meccanismo di sbarco dei migranti tratti in salvo dagli assetti di SOPHIA, nello spirito delle conclusioni del Consiglio europeo del 28 – 29 giugno 2018;
   l'impegno dell'Italia, la cui Carta costituzionale sancisce il ripudio della guerra come metodo di risoluzione delle controversie internazionali, si fonda su un approccio onnicomprensivo alle crisi, che correla l'intervento di carattere militare ad iniziative civili tese alla protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, all'investimento nell'istruzione e nella cultura, alla protezione e attenzione alle donne, ai giovani e alle minoranze. Non a caso, l'Italia è attiva, insieme ai partner europei e agli alleati transatlantici, nel finanziamento delle missioni dell'Onu, ed è presente in un'ampia gamma di scenari segnati non solo da crisi conclamate ma anche da conflitti congelati, nonché ovunque sia opportuno contribuire a consolidare processi di pacificazione, democratizzazione e stabilizzazione in funzione di prevenzione dei conflitti;
   i documenti in esame sottolineano la vocazione transatlantica ed europeista della nostra politica estera; una vocazione corroborata, da un lato, dalla nuova proiezione della NATO verso la direttrice del Mediterraneo e dell'Africa, dall'altro, dal ruolo-guida che l'Italia sta assumendo nel processo di sviluppo delle cooperazioni strutturate permanenti (PESCO) nell'ambito della politica estera e di difesa dell'UE;
   occorre proseguire nell'azione di supporto per la stabilizzazione dei Balcani Occidentali e del Partenariato Orientale, a sostegno del consolidamento delle istituzioni democratiche;
   quanto agli interventi di cooperazione allo sviluppo, è auspicabile che il Parlamento possa accedere ad informazioni di maggior dettaglio sulle relative caratteristiche, mediante una ripartizione per paese dei singoli progetti, in un esercizio di trasparenza e anche di riorganizzazione dei contenuti che sia il più possibile simmetrico e speculare alle schede concernenti la partecipazione alle missioni,

  propongono all'Assemblea di autorizzare la prosecuzione per il periodo 1o ottobre-31 dicembre 2018 delle missioni internazionali in corso e degli interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno ai processi di pace e di stabilizzazione, di cui all'Allegato 1 della Deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1), di seguito riportate:
   EUROPA
    NATO Joint Enterprise (scheda n. 1);
    European Union Rule of Law Mission in Kosovo EULEX Kosovo – personale militare (scheda n. 2);
    EUFOR ALTHEA (scheda n. 6);
    United Nations Peacekeeping in Cyprus UNFICYP (scheda n. 8);
    NATO Sea Guardian (scheda n. 9);
    EUNAVFOR MED operazione SOPHIA (scheda n. 10);
   ASIA
    NATO Resolute Support Mission in Afghanistan (scheda n. 11);
    United Nations Interim Force in Lebanon UNIFIL (scheda n. 12);
    Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi (scheda n. 13);
    Temporary International Presence in Hebron TIPH2 (scheda n. 14);
    Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza palestinesi (scheda n. 15);
    European Union Border Assistance Mission in Rafah EUBAM Rafah (scheda n. 16);
    Coalizione Internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda n. 19);
    United Nations Military Observer Group in India and Pakistan UNMOGIP (scheda n. 20);
    Impiego su basi bilaterali di personale militare negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medio Oriente e Asia (scheda n. 21);
   AFRICA
    United Nations Support Mission in Libya-UNSMIL (scheda n. 23);
    EUNAVFOR operazione Atalanta (scheda n. 25);
    EUTM Somalia (scheda n. 26);
    EUCAP Somalia (scheda n. 27);
    Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane (scheda n. 28);
    Impiego di personale militare presso la base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti per le esigenze connesse con le missioni internazionali nell'area del Corno d'Africa e zone limitrofe (scheda n. 29);
    United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali MINUSMA (scheda n. 30);
    EUTM Mali (scheda n. 31);
    EUCAP Sahel Mali (scheda n. 32);
    EUCAP Sahel Niger (scheda n. 33);
    Multinational Force and Observers in Egitto-MFO (scheda n. 34);
    Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda n. 1/2018);
    Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (scheda n. 2/2018);
    Missione NATO di supporto in Tunisia per lo sviluppo di capacità interforze delle Forze armate tunisine (scheda n. 3/2018);
    United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara (MINURSO) (scheda n. 4/2018);
    European Union Training Mission Repubblica Centrafricana (EUTM RCA) (scheda n. 5/2018);
   POTENZIAMENTO DI DISPOSITIVI NAZIONALI E DELLA NATO
    Dispositivo aeronavale nazionale «Mare Sicuro» apprestato per la sorveglianza
e la sicurezza dei confini nazionali nell'area del Mediterraneo centrale, comprensivo della missione in supporto alla Guardia costiera libica richiesta dal Consiglio presidenziale-Governo di accordo nazionale libico (scheda n. 36);
    Dispositivo «NATO Support to Turkey» a difesa dei confini sud-orientali dell'Alleanza (scheda n. 37);
    Dispositivo NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'area sud-orientale dell'Alleanza (scheda n. 38);
    Dispositivo NATO per la sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza (scheda n. 39);
    Dispositivo NATO in Lettonia (Enhanced Forward Presence) (scheda n. 40);
    NATO Air Policing per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda n. 6/2018);
    Esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze Armate per il periodo 1o ottobre 2018 – 31 ottobre 2018 (scheda n. 43);
    Supporto info-operativo a protezione delle Forze armate (scheda n. 44);
   INTERVENTI DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO PER IL SOSTEGNO DEI PROCESSI DI PACE E DI STABILIZZAZIONE
    Iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario (scheda n. 45);
    Interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione rafforzamento della sicurezza (scheda n. 46);
    Partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza (scheda n. 47);
    Interventi operativi di emergenza e di sicurezza (scheda n. 49),

  e propongono, altresì, all'Assemblea di autorizzare per il periodo 1o ottobre 2018 – 31 dicembre 2018 la partecipazione dell'Italia alla seguente missione internazionale, di cui all'Allegato 2 alla Deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1):
    NATO Mission in Iraq (scheda n. 7/2018).