XI Commissione

Lavoro pubblico e privato

Lavoro pubblico e privato (XI)

Commissione XI (Lavoro)

Comm. XI

Lavoro pubblico e privato (XI)
SOMMARIO
Mercoledì 5 dicembre 2018

AUDIZIONI INFORMALI:

Audizione nell'ambito della discussione congiunta delle risoluzioni 7-00010 Serracchiani, 7-00051 Pallini, 7-00055 Rizzetto, 7-00057 Epifani, 7-00059 Polverini e 7-00060 Murelli, in materia di riconoscimento di benefici previdenziali in favore di lavoratori esposti all'amianto.
Audizione di rappresentanti dell'Associazione regionale ex esposti amianto Sardegna (area) ... 107

Audizione di rappresentanti del Coordinamento amianto e altri rischi pro comparto difesa e sicurezza nazionale (CAD) ... 107

SEDE CONSULTIVA:

DL 119/2018: Disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria. C. 1408 Governo, approvato dal Senato (Parere alla VI Commissione) (Esame e rinvio) ... 108

Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico. Testo unificato C. 290 Gadda e abb. (Parere alla XIII Commissione) (Esame e conclusione – Parere favorevole) ... 110

ALLEGATO 1 (Parere approvato) ... 113

INTERROGAZIONI:

5-00051 Rizzetto: Iniziative per la tutela dei lavoratori occupati presso il centro stampa del gruppo Gedi a Savogna (Gorizia) ... 111

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 114

5-00975 Gribaudo: Iniziative per la salvaguardia dei livelli occupazionali presso gli stabilimenti dell'azienda Burgo Group ... 112

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 116

XI Commissione - Resoconto di mercoledì 5 dicembre 2018

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 5 dicembre 2018. — Presidenza del presidente Andrea GIACCONE.

  La seduta comincia alle 13.25.

DL 119/2018: Disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria.
C. 1408 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla VI Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Andrea GIACCONE, presidente, avverte che l'ordine del giorno reca l'esame in sede consultiva, ai fini dell'espressione del parere alla VI Commissione (Finanze), del disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria, approvato in prima lettura dal Senato (C. 1408).
  Invita, quindi, la relatrice, onorevole Murelli, a svolgere la relazione introduttiva.

  Elena MURELLI (Lega), relatrice, ricorda che le disposizioni del decreto-legge, come esplicitato nella relazione illustrativa del disegno di legge di bilancio 2019, concorrono all'andamento dei saldi e al finanziamento degli interventi disposti con la manovra finanziaria.
  Dopo avere segnalato, preliminarmente, che il provvedimento consta di 64 articoli, rileva che l'articolo 1 consente di definire con modalità agevolata i processi verbali di constatazione (PVC) consegnati entro il 24 ottobre 2018, data di entrata in vigore del decreto. Più in particolare, la norma consente di regolarizzare le somme accertate in tali verbali effettuando un'apposita dichiarazione e versando la sola imposta autoliquidata, senza sanzioni o interessi, in un'unica soluzione o in un massimo di venti rate trimestrali, entro il 31 maggio 2019. Con riferimento alle competenze della Commissione, osserva che la definizione agevolata è applicabile anche ai PVC consegnati in materia di contributi previdenziali e ritenute. Sono oggetto di definizione i PVC per i quali, al 24 ottobre 2018, non è stato ancora notificato un avviso di accertamento o non è stato ricevuto un invito al contraddittorio.
  L'articolo 2 reca disposizioni che consentono di definire con modalità agevolate gli avvisi di accertamento, gli avvisi di rettifica e di liquidazione, gli atti di recupero, gli inviti al contraddittorio e gli accertamenti con adesione, mediante pagamento delle sole imposte in un'unica soluzione o in più rate, senza versamento di sanzioni, interessi ed eventuali somme accessorie. Segnala, quindi, che il successivo articolo 3 introduce disposizioni per la definizione agevolata dei carichi affidati all'agente della riscossione (la cosiddetta «rottamazione» delle cartelle esattoriali) nel periodo compreso tra il 1o gennaio 2000 ed il 31 dicembre 2017. Anche in questo caso, il debitore beneficia dell'abbattimento delle sanzioni, degli interessi di mora e delle sanzioni e somme aggiuntive. Osserva che, analogamente a quanto già previsto per le precedenti definizioni agevolate, ove si aderisca a tale procedura, non sono corrisposte, tra le altre, le somme dovute a titolo di sanzioni e somme aggiuntive dovute sui crediti previdenziali. Segnala, al comma 10, la lettera f-bis), che estende a tale disciplina della definizione agevolata la previsione, di cui all'articolo 54 del decreto-legge n. 50 del 2017, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 96 del 2017, che consente il rilascio del DURC (documento unico di regolarità contributiva) a seguito della presentazione della domanda di definizione agevolata, purché sussistano gli altri requisiti di regolarità previsti dalla vigente disciplina ai fini del rilascio del documento.
  Si sofferma, quindi, sull'articolo 25, che, intervenendo sull'articolo 22-bis, comma 1, del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148, introduce, alle condizioni e nel limite di spesa già previsti, modifiche in materia di durata del trattamento straordinario di integrazione salariale (CIGS). In particolare, la norma elimina il limite minimo dimensionale dell'organico dell'impresa (limite pari a 101 unità lavorative) richiesto per la concessione, negli anni 2018 e 2019, della proroga della CIGS – per riorganizzazione o crisi aziendale – oltre i limiti massimi di durata previsti dalla normativa generale. Inoltre, la norma introduce la possibilità di concedere la proroga in deroga anche della CIGS relativa alla causale contratto di solidarietà, sino al limite massimo di 12 mesi, qualora permanga, in tutto o in parte, l'esubero di personale già dichiarato nell'accordo collettivo che costituisce il contratto di solidarietà.
  Rileva che l'articolo 25-bis dispone la possibilità per le regioni, nell'ambito delle risorse finanziarie esistenti, di riconoscere trattamenti di mobilità in deroga, per un massimo di dodici mesi, ai lavoratori dell'area di crisi industriale complessa di Termini Imerese e di Gela, che, alla data del 31 dicembre 2016, risultino beneficiari di un trattamento di mobilità ordinaria o di un trattamento di mobilità in deroga.
  Segnala, altresì, che l'articolo 25-ter estende la concessione della mobilità in deroga, prevista dall'articolo 1, comma 142, della legge n. 205 del 2017, anche ai lavoratori, già occupati in imprese operanti in aree di crisi industriale complessa, che abbiano cessato o cessino la mobilità, ordinaria o in deroga, nei periodi dal 22 novembre 2017 al 31 dicembre 2017 e dal 1o luglio 2018 al 31 dicembre 2018. Il trattamento è concesso per 12 mesi e a condizione che a tali lavoratori siano contestualmente applicate misure di politica attiva individuate con apposito piano regionale. Infine, la norma prevede la decadenza dal beneficio qualora il lavoratore trovi nuova occupazione a qualsiasi titolo.
  Osserva, infine, che il successivo articolo 25-quater dispone l'istituzione, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del «Tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura», presieduto dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali o da un suo delegato, e composto da non più di quindici membri, rappresentanti del Ministero dell'interno, del Ministero della giustizia, del Ministero delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dell'ANPAL, dell'Ispettorato nazionale del lavoro, dell'INPS, del Comando Carabinieri per la tutela del lavoro, della Guardia di Finanza, delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano e dell'ANCI. La norma prevede la possibilità di partecipazione alle riunioni del Tavolo di rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori del settore e delle organizzazioni del Terzo settore, nonché la possibilità di forme di collaborazione con le sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità. Ai componenti non è corrisposto alcun tipo di emolumento, salvo rimborsi per spese di viaggio e di soggiorno. Il Tavolo opera per tre anni dalla sua costituzione e può essere prorogato per un ulteriore triennio. Sulla base della disposizione, il Tavolo si avvale del supporto di una segreteria costituita nell'ambito delle ordinarie risorse umane e strumentali della Direzione generale dell'immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Agli oneri si provvede a valere sulle risorse del Fondo nazionale per le politiche migratorie.

  Carlo FATUZZO (FI), intervenendo a titolo personale, rileva che il provvedimento reca alcune disposizioni che giudica positivamente, quale, ad esempio, la riduzione delle sanzioni per i lavoratori autonomi che versano con ritardo i contributi previdenziali dovuti. A tale proposito, segnala alla relatrice l'opportunità di introdurre nell'ordinamento la possibilità, attualmente non prevista, di modulare l'ammontare delle sanzioni in proporzione alla lunghezza del ritardo del versamento.

  Andrea GIACCONE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già prevista per domani, nella quale si procederà all'espressione del parere.

Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico.
Testo unificato C. 290 Gadda e abb.

(Parere alla XIII Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Andrea GIACCONE, presidente, avverte che l'ordine del giorno reca l'esame in sede consultiva, ai fini dell'espressione del parere alla XIII Commissione (Agricoltura), del testo unificato delle proposte di legge C. 290 Gadda e abbinate, recante disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare e dell'acquacoltura ottenuta con metodo biologico, come risultante dagli emendamenti approvati. Avverte che la Commissione esprimerà il parere di competenza nella seduta odierna.
  Invita, quindi, la relatrice, onorevole Mura, a svolgere la relazione introduttiva e a formulare la sua proposta di parere.

  Romina MURA (PD), relatrice, sottolinea, preliminarmente, l'importanza del provvedimento in esame, che costituisce un ulteriore tassello della regolamentazione di un ambito produttivo che, con il decreto legislativo n. 20 del 2018 e con il comma 499 dell'articolo 1 della legge n. 205 del 2017 (legge di bilancio 2018), da settore di nicchia è diventato un segmento importante dell'economia agricola, in un quadro che, a livello europeo, sarà reso più omogeneo con l'entrata in vigore, nel 2021, di uno specifico regolamento. Il provvedimento in esame, in particolare, disciplina la governance del settore e ne individua i soggetti attori, regolamentandone l'azione.
  Dopo aver segnalato che il testo ripropone, in parte, il contenuto dell'atto Senato n. 2811 della passata legislatura, approvato dall'Assemblea della Camera in prima lettura a seguito di un lungo ed approfondito lavoro svolto dalla Commissione Agricoltura, rileva che esso consta di ventuno articoli, suddivisi in otto Capi, ed è volto a promuovere lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico. Pertanto, le competenze della XI Commissione sono investite solo marginalmente.
  Passando al contenuto del testo unificato, segnala che, al Capo I, recante le disposizioni generali, l'articolo 1 espone l'oggetto e le finalità del provvedimento, mentre l'articolo 1-bis reca le definizioni ricorrenti nel testo. Al successivo Capo II, gli articoli 2 e 3 individuano nel Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e nelle regioni e province autonome di Trento e di Bolzano le autorità che, rispettivamente, a livello nazionale e a livello locale competenti all'attuazione delle disposizioni.
  Al Capo III, l'articolo 4 dispone l'istituzione, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, del Tavolo tecnico per la produzione biologica, mentre, al Capo IV, l'articolo 5 prevede l'istituzione del marchio biologico italiano. Passa, quindi al Capo IV, dove, agli articoli 6 e 6-bis, si prevede l'adozione con cadenza triennale, da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, del Piano d'azione nazionale per la produzione biologica e i prodotti biologici e del piano nazionale per le sementi biologiche, mentre, all'articolo 7, si dispone l'istituzione, nello stato di previsione del medesimo Ministero, del Fondo per lo sviluppo della produzione biologica. Rileva che, ai sensi degli articoli 8 e 9, lo Stato sostiene la stipulazione di contratti di rete tra le imprese della filiera biologica nonché la ricerca tecnologica e applicata nel settore della produzione biologica.
  Si sofferma, in particolare, sull'articolo 10, in quanto esso prevede la promozione, da parte dello Stato e delle regioni, della formazione teorico-pratica di tecnici e di operatori in materia di produzione biologica, e dei soggetti pubblici incaricati di svolgere i controlli ispettivi previsti dalla legislazione vigente. Per tali finalità, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con decreto da emanare, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo n. 281 del 1997, definisce i princìpi in base ai quali le regioni e le province autonome organizzano la formazione professionale.
  Al Capo VI, dopo avere segnalato che l'articolo 11 dispone in materia di distretti biologici, si sofferma sull'articolo 12, che, al fine di favorire il riordino delle relazioni contrattuali nel settore dei prodotti biologici, prevede che il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo riconosce le organizzazioni interprofessionali della filiera dei prodotti biologici, costituite, per iniziativa delle organizzazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale nei settori della produzione, della trasformazione e del commercio dei prodotti agricoli e agroalimentari biologici, da rappresentanti delle attività economiche connesse alla produzione e ad almeno una delle fasi della trasformazione o del commercio dei prodotti biologici, che perseguono una finalità specifica coerente con le finalità del provvedimento. La norma prevede la possibilità per le organizzazioni interprofessionali di associare, con funzione consultiva, le organizzazioni rappresentative dei consumatori e dei lavoratori del settore agricolo agroalimentare e dell'acquacoltura. L'articolo 12-bis prevede la possibilità per le organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale nella produzione, trasformazione e commercializzazione nel settore della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico di stipulare accordi quadro per la disciplina dei contratti di cessione dei prodotti ottenuti con il metodo biologico.
  Segnala che l'articolo 13 prevede l'istituzione presso il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo del Tavolo di filiera per i prodotti biologici, al fine di promuovere l'organizzazione del mercato dei prodotti biologici e la stipulazione delle intese di filiera, mentre l'articolo 14 definisce la disciplina per l'individuazione dei criteri e dei requisiti in base ai quali le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano riconoscono le organizzazioni dei produttori biologici e le loro associazioni.
  Al Capo VII, l'articolo 15 dispone il divieto di utilizzo dei termini «biologico» e «bio» per i prodotti accidentalmente contaminati da organismi geneticamente modificati e l'articolo 16 introduce disposizioni in materia di sementi biologiche.
  Infine, al Capo VIII, l'articolo 17 dispone le abrogazioni delle norme incompatibili con il provvedimento in esame e l'articolo 18 reca la clausola di salvaguardia per l'applicazione del provvedimento medesimo nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano.
  Pertanto, alla luce di quanto esposto, condividendo e apprezzando le finalità del provvedimento, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

  Elena MURELLI (Lega), ricordando come nella scorsa legislatura un testo di analogo contenuto avesse ottenuto il sostegno di tutti i gruppi politici, preannuncia il voto favorevole del gruppo della Lega sulla proposta di parere della relatrice.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole della relatrice (vedi allegato 1).

  La seduta termina alle 13.50.

INTERROGAZIONI

  Mercoledì 5 dicembre 2018. — Presidenza del presidente Andrea GIACCONE – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon.

  La seduta comincia alle 14.10.

5-00051 Rizzetto: Iniziative per la tutela dei lavoratori occupati presso il centro stampa del gruppo Gedi a Savogna (Gorizia).

  Il sottosegretario Claudio DURIGON risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Walter RIZZETTO (FdI), pur ringraziando il sottosegretario, si dichiara insoddisfatto della risposta, che non ha aggiunto elementi nuovi al quadro già noto. Rileva che i dipendenti del gruppo Gedi, come quelli di altri gruppi, sono indotti all'esodo dalla decisione dell'azienda di spostare altrove la sede di lavoro. Si tratta, a suo avviso, di provvedimenti di delocalizzazione che, tuttavia, non contemplando lo spostamento dell'attività all'estero, non sono colpiti dalle misure sanzionatorie disposte dal cosiddetto «decreto Dignità», il quale, a suo avviso, si fonda sull'erronea sovrapposizione tra i concetti di delocalizzazione e di internazionalizzazione. Sul caso concreto, segnalato dalla sua interrogazione, constata il ritardo dei provvedimenti menzionati dal rappresentante del Governo e rileva che la vicenda dello stabilimento Gedi di Gorizia ha amplificato le conseguenze negative della crisi economico-finanziaria, iniziata nel 2008, sofferte dalla regione Friuli-Venezia Giulia.

5-00975 Gribaudo: Iniziative per la salvaguardia dei livelli occupazionali presso gli stabilimenti dell'azienda Burgo Group.

  Il sottosegretario Claudio DURIGON risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Debora SERRACCHIANI (PD), replicando, in qualità di cofirmataria, anche a nome della collega Gribaudo, si dichiara insoddisfatta. Rileva che le vicende dell'azienda Burgo Group interessano sia il territorio di Cuneo, sia quello di Trieste, e hanno registrato l'importante impegno delle rispettive amministrazioni regionali nel tentativo di evitare conseguenze negative sul piano occupazionale. I provvedimenti dell'azienda hanno avuto natura diversa, dal momento che la trasformazione che ha interessato la linea 2 dello stabilimento di Trieste ha avuto una motivazione di carattere ambientale. In ogni caso, chiede al Governo di prestare grande attenzione all'evoluzione della situazione e preannuncia l'impegno del suo gruppo a verificare l'andamento dei lavori dell'imminente tavolo di confronto convocato presso il Ministero dello sviluppo economico. Chiede, infine, alla presidenza di consentire, in via del tutto eccezionale, alla collega Gribaudo di intervenire brevemente per integrare la sua replica.

  Andrea GIACCONE, presidente, non essendovi obiezioni, dopo aver precisato che tale decisione non costituisce precedente, ritiene che, in via del tutto eccezionale e considerato anche che l'onorevole Serracchiani non ha esaurito il tempo a sua disposizione per la replica, la sua richiesta possa essere accolta.

  Chiara GRIBAUDO (PD), nel ringraziare la presidenza, dichiara di concordare con quanto affermato dalla collega Serracchiani, aggiungendo, con specifico riferimento allo stabilimento di Cuneo, del quale l'azienda ha deciso la riorganizzazione e la riconversione, che la cifra comune di tali provvedimenti è stata il ridimensionamento delle basi occupazionali, laddove, invece, sarebbe stato necessario invertire la rotta, non solo stabilizzando i lavoratori occupati, ma anche prendendo in considerazione la possibilità di assumerne di ulteriori. Si unisce, quindi, all'invito al Governo a tenere sotto controllo il confronto tra le parti e ribadisce l'importanza delle decisioni che da questo dovranno scaturire.

  La seduta termina alle 14.35.

XI Commissione - mercoledì 5 dicembre 2018

ALLEGATO 2

5-00051 Rizzetto: Iniziative per la tutela dei lavoratori occupati presso il centro stampa del gruppo Gedi a Savogna (Gorizia).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'evento luttuoso richiamato dall'interrogante, vorrei innanzitutto esprimere la mia vicinanza alla famiglia del tipografo che in un momento di estrema disperazione ha posto tragicamente fine alla sua vita.
  Ciò premesso, si rappresenta che la società GEDI PRINTING S.p.A., che ha sede a Roma, gestisce diversi stabilimenti sul territorio nazionale.
  Si tratta un'azienda che svolge l'attività di stampa di varie testate quotidiane, in seguito alla ricezione delle pagine trasmesse tramite rete di distribuzione dati.
  Presso lo stabilimento di Gorizia, fino al mese di ottobre di quest'anno venivano stampati i quotidiani IL PICCOLO e IL MESSAGGERO VENETO.
  Lo stabilimento occupava 13 dipendenti. L'attività di stampa si svolgeva in orario notturno, dalle 22:00 alle 05:00, mentre i servizi di manutenzione specialistica, si svolgevano in orario diurno, come anche le attività di logistica per la distribuzione del materiale stampato e di pulizia, le quali però venivano appaltate a terzi.
  Dalle informazioni assunte, è emerso che la decisione di chiudere lo stabilimento di Gorizia dal primo di novembre scorso è stata determinata dalla continua e progressiva diminuzione di vendita dei quotidiani, che per lo stabilimento in questione ammontava ultimamente a 70.000 copie giornaliere. Una quantità a fronte della quale, per l'azienda, non appariva necessaria la presenza di un'unità localizzata in Friuli-Venezia Giulia.
  A seguito di ciò, è stato stipulato un accordo a livello nazionale con le organizzazioni sindacali, avente ad oggetto il trasferimento della produzione presso lo stabilimento di Padova, nonché la possibilità di concedere un trattamento di incentivo all'esodo per il personale in forza allo stabilimento di Gorizia che desiderasse interrompere il rapporto di lavoro con la Società.
  Successivamente, dei tredici dipendenti che erano ivi occupati, dodici hanno rifiutato il ricollocamento presso lo stabilimento di Padova e hanno conciliato, presso la Commissione di conciliazione dell'Ispettorato del Lavoro di Trieste-Gorizia, sede di Gorizia, la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro ed uno ha accettato il ricollocamento presso il suddetto stabilimento veneto.
  A quanto consta, la predetta Società, sotto la precedente denominazione «FINEGIL EDITORIALE S.P.A. DIVISIONE NORDEST»:
   1) ha realizzato e inaugurato nel 2011 il sito industriale grazie ad un consistente finanziamento del Fondo Gorizia al Consorzio di Sviluppo Industriale e Artigianale di Gorizia, proprietario del sito, che l'ha poi concesso in locazione a FINEGIL;
   2) ha usufruito del trattamento di Cassa Integrazione Straordinaria per riorganizzazione aziendale dal 1° dicembre 2012 al 30 novembre 2014;
   3) si è avvalsa del regime di solidarietà dal 1° aprile 2016 al 31 marzo 2017;
   4) ha ottenuto il trattamento di Cassa Integrazione Ordinaria per motivi di crisi aziendale dal 3 ottobre 2016 all'8 ottobre 2016.

  Il finanziamento fruito dall'azienda, dunque, a quel che consta, è quello indicato.
  Tengo d'altra parte qui a rammentare, per quanto occorra, che proprio per evitare che le aziende alle quali sono stati corrisposti finanziamenti pubblici possano delocalizzare gli stabilimenti produttivi, nel Decreto Dignità è stato previsto che «le imprese italiane ed estere, operanti nel territorio nazionale, che abbiano beneficiato di un aiuto di Stato che prevede l'effettuazione di investimenti produttivi specificamente localizzati ai fini dell'attribuzione di un beneficio, decadono dal beneficio medesimo qualora l'attività economica interessata dallo stesso o una sua parte venga delocalizzata dal sito incentivato in favore di unità produttiva situata al di fuori dell'ambito territoriale del predetto sito, in ambito nazionale, dell'Unione europea e degli Stati aderenti allo Spazio economico europeo, entro cinque anni dalla data di conclusione dell'iniziativa o del completamento dell'investimento agevolato».
  Ma preciso questo, solo per ricordare l'attenzione prestata dal Governo a certi temi.
  Per altro verso, a fronte di questa vicenda, quello che posso dire è che in questi pochi mesi, il Governo ha profuso senz'altro il massimo sforzo per tentare la risoluzione del maggior numero possibile di problemi sul tappeto e lo stesso sforzo sarà effettuato in futuro, sulla base, si spera, di una realtà mutata in meglio, per effetto delle riforme che si stanno portando avanti.
  L'attenzione al mondo del lavoro è come noto altissima e costante oltre che prioritaria e tale inevitabilmente resterà.

ALLEGATO 3

5-00975 Gribaudo: Iniziative per la salvaguardia dei livelli occupazionali presso gli stabilimenti dell'azienda Burgo Group.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito al quesito posto dall'Onorevole interrogante si rappresenta quanto segue.
  È noto che con riferimento al sito produttivo di Verzulo in provincia di Cuneo, La Burgo Group, operante nel settore della produzione di carte grafiche e speciali il 2 ottobre 2017 aveva avviato una procedura di licenziamento collettivo per n. 143 lavoratori operanti presso detto sito.
  In conseguenza di ciò, l'11 ottobre 2017, l'Assessorato al Lavoro della regione Piemonte, si era attivato incontrando, presso la propria sede, l'azienda, le organizzazioni sindacali e le istituzioni locali.
  In tale occasione aveva chiesto all'azienda la sospensione dei licenziamenti e l'individuazione di un percorso condiviso subordinato ad un piano industriale credibile ed aveva dato la propria disponibilità a richiedere al Ministero dello sviluppo economico l'apertura di un tavolo tecnico dove affrontare le criticità di settore, sempre più in sofferenza, e trovare una soluzione adeguata per la Burgo.
  Burgo Group aveva proceduto al ritiro della procedura di licenziamento collettivo ed il 10 gennaio 2018 presso la Regione Piemonte è stato sottoscritto il verbale di esame congiunto inerente il ricorso alla CIGS per crisi aziendale che si concluderà il 21 gennaio 2019.
  In data 5 aprile 2018 Burgo Group ha quindi avviato una procedura di licenziamento collettivo per riduzione di personale per n. 60 lavoratori operanti presso il sito di Verzuolo ed in data 10 aprile 2018 l'azienda e le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto un verbale di accordo in sede sindacale che prevedeva il licenziamento, entro il 15 agosto 2018, di un numero massimo di 60 lavoratori individuati secondo il criterio della non opposizione ovvero la maturazione dei requisiti del pensionamento.
  A seguito di questa procedura i lavoratori licenziati sono risultati essere 44.
  Il 19 novembre 2018 la Società Burgo Group ha avviato una nuova procedura di licenziamento collettivo per 62 lavoratori presso l'unità di Verzuolo (CN) e di 100 lavoratori operanti presso l'unità produttiva di Duino Aurisina (TS).
  Nella lettera di avvio della procedura la società precisa che i motivi che determinano la situazione di eccedenza del personale sono da ricondurre alla crisi strutturale nei consumi della carta patinata ad uso grafico determinata dall'impatto dei nuovi media sull'informazione e dall'accaparramento della pubblicità di quest'ultima a scapito dei media tradizionali.
  La società sottolinea ancora come la situazione attuale risulta inoltre caratterizzata dal forte incremento dei prezzi delle materie prime e dalla difficoltà, in considerazione della situazione di mercato descritta e della forte concorrenzialità che si è sviluppata a seguito di essa, di trasferire al cliente finale i costi crescenti.
  Per far fronte a tali mutamenti del mercato, la società ha intrapreso azioni di riorganizzazione che ha portato la forza lavoro dello stabilimento da 438 unità, al 13 giugno 2013, a 290 dipendenti al 1o novembre 2019.
  La congiuntura negativa del settore ha contratto in modo più che sensibile il
calendario produttivo delle carte di tipo rotocalco rispetto a quello delle carte roto offset.
  Anche questa tipologia di prodotti è giunta a fine ciclo e sta progressivamente sparendo dal mercato: rispetto al passato, le riviste contengono sempre meno fogli di carta e i cataloghi per gli acquisti per corrispondenza sono stati sostituiti dalle compravendite online.
  Significativa è risultata a Verzuolo la riduzione dei giorni di lavoro degli impianti destinati alla produzione di carta patinata per stampa rotocalco. La contrazione degli ordinativi, combinata agli elevati costi di produzione, ha interessato maggiormente la linea di carta rotocalco, ed il combinarsi di più fattori negativi, originati dalla sproporzione dell'offerta rispetto alla domanda di carta patinata, aggiunto all'inasprimento del costo delle materie prime, ha prodotto una inarrestabile erosione dei ricavi di vendita.
  Con l'accordo del 10 gennaio 2018, sottoscritto presso la Regione Piemonte, azienda e organizzazioni sindacali hanno convenuto di ricorrere alla CIGS per crisi aziendale nel periodo dal 22 gennaio 2018 al 21 gennaio 2019.
  Oltre alle misure previste per limitare gli esuberi (formazione/riqualificazione professionale), le parti, nel sottoscrivere il citato accordo, hanno anche previsto di consentire ai dipendenti interessati che rientrino negli ambiti aziendali e nei profili professionali a rischio esubero, come individuati con accordo tra azienda ed organizzazioni sindacali, di esercitare i diritti di cui all'articolo 24-bis del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148.
  Al fine di limitare il ricorso ai licenziamenti collettivi al termine dell'intervento straordinario di cassa integrazione è stata prevista la possibilità per i lavoratori inseriti nei profili eccedentari l'adesione volontaria all'assegno di ricollocazione, strumento a favore dei lavoratori cassaintegrati a rischio di disoccupazione volto a rafforzare la strumentazione per le politiche attive.
  La Società prevede che, al termine del periodo di CIGS, l'occupazione prevista dall'organizzazione del lavoro dello stabilimento di Verzuolo si attesterà a 228 unità in luogo degli attuali 290 alla data del 1o novembre 2019.
  Con riferimento allo stabilimento cartario di Duino Aurisina (TS) si rappresenta che lo stesso è stato interessato ininterrottamente dal 2010 dall'attuazione dei contratti di solidarietà difensivi, scaduti il 31 dicembre 2013.
  Il 6 novembre 2015, la Burgo ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per 153 lavoratori dello stabilimento di Duino conseguentemente alla decisione di cessare la produzione presso la Linea Due. Dopo una vertenza assai complessa, in data 17 dicembre 2015 è stato sottoscritto un accordo che ha previsto il ritiro della procedura di licenziamento collettivo e l'avvio di un processo di riconversione della linea due da accompagnarsi con l'utilizzo del contratto di solidarietà difensivo a decorrere dal 1o febbraio 2016.
  In data 12 gennaio 2016, all'esito del primo anno di attuazione del contratto di solidarietà, ne è stata sottoscritta la proroga fino al 31 gennaio 2018.
  A fronte del permanere di una forte incertezza sull'effettivo avvio del processo di riconversione, le organizzazioni sindacali si sono determinate a richiedere la convocazione di un tavolo presso il Ministero dello sviluppo economico, la cui prima riunione si è tenuta il 20 marzo 2017; nel corso di tale riunione l'azienda ha reso noto la possibilità che una società italiana del settore potesse essere interessata all'acquisto della Linea Due, già non operativa.
  Nel corso della riunione tenutasi presso il Ministero dello sviluppo economico in data 9 giugno 2017, la Cartiera di Ferrara, ha espresso ufficialmente interesse a realizzare una partnership per procedere alla riconversione della Linea Due della Cartiera del Timavo di Duino (Trieste), un processo finalizzato alla salvaguardia dei livelli occupazionali che porterebbe ad una produzione diversa e non in concorrenza con quella attuale di Burgo.
  La Regione Friuli Venezia Giulia ha manifestato assieme al Ministero dello sviluppo
economico piena disponibilità ad esaminare con adeguato tempismo il piano industriale e finanziario in corso di perfezionamento, in vista del possibile accesso agli strumenti di sostegno previsti dalla vigente normativa; in tal senso è stato evidenziato che il sito della Cartiera di Duino era stato classificato come area di crisi non complessa, con la conseguente opportunità di poter intervenire favorendo gli investimenti delle imprese attraverso incentivi mirati di carattere nazionale e regionale.
  In data 2 marzo 2018, la Burgo, la RSU e le Organizzazioni Sindacali territoriali di categoria hanno formalmente condiviso il rinnovo, presso lo stabilimento di Duino Aurisina, del contratto di solidarietà per 11 mesi a decorrere dal 3 marzo 2018, all'esito della procedura di licenziamento collettivo avviata dall'azienda in data 13 dicembre 2017 con riferimento al sito giuliano per 121 eccedenze.
  La regione Friuli Venezia Giulia, la Burgo, la RSU e organizzazioni sindacali hanno, altresì, ribadito di riconoscere la Società Cartiera di Ferrara S.p.a. quale interlocutore primario con il quale portare avanti il progetto di riconversione della Linea Due dello stabilimento di Duino e hanno riconfermato, nell'ambito delle proprie attribuzioni e nel quadro della vigente normativa regionale, l'impegno a concorrere fattivamente alla buona riuscita della riconversione stessa.
  In data 19 novembre 2018 la Burgo ha avviato un'ulteriore procedura di licenziamento collettivo interessante lo stabilimento di Duino, dichiarando 100 eccedenze. Il permanere dell'eccedenza sul sito di Duino è determinata, secondo l'azienda, dalla non ancora compiuta riconversione della Linea Due.
  L'Amministrazione regionale ha convocato, per la giornata del 30 novembre 2018, un tavolo con la presenza di tutti gli interlocutori coinvolti, ribadendo la propria disponibilità a favorire, per quanto di competenza e nel rispetto delle vigenti normative nazionali e regionali, il progetto di riconversione al fine precipuo di garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali; a tale scopo, ha sollecitato una quanto più possibile tempestiva costituzione della newco che dovrebbe subentrare nella titolarità della Linea Due.
  Sul punto, l'amministratore delegato della Società Cartiera di Ferrara S.p.a. ha ribadito che costituisce conditio sine qua non per la realizzazione del progetto la riconversione della Linea Due e per la costituzione della newco l'ottenimento dell'autorizzazione a realizzare un impianto di pirolisi; il relativo iter procedurale è in corso di realizzazione da parte della Direzione regionale competente in materia di ambiente.
  Al fine di addivenire ad una soluzione non traumatica con riferimento alla nuova procedura di licenziamento collettivo per il sito di Duino, l'Amministrazione regionale si è dichiarata disponibile ad accompagnare, per quanto di competenza, l’iter di ottenimento da parte della Burgo di un'ulteriore proroga del contratto di solidarietà, resa possibile dal decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119.
  Posto tutto quanto sino ad ora illustrato si precisa che in data 19 novembre 2018 risulta pervenuta al Ministero del lavoro la comunicazione, da parte della Burgo Group SPA, dell'attivazione della procedura di licenziamento collettivo complessivamente per 162 lavoratori, 100 dei quali dello stabilimento di Duino Aurisina (TS) e 62 dei quali dello stabilimento di Verzuolo (CN).
  Detta comunicazione ha aperto la cosiddetta fase sindacale della procedura, che a termini di legge potrà avere una durata massima di 45 giorni e che potrebbe avere come sbocco anche una risoluzione della vicenda mediante un accordo concluso a tale livello, all'esito della quale si aprirà la cosiddetta fase istituzionale che potrà vedere l'intervento, nella procedura, del Ministero.
  Ove si addiverrà a detta fase sarà massimo l'impegno che sarà profuso per la salvaguardia, nella più ampia misura possibile, dei livelli occupazionali.