III Commissione

Affari esteri e comunitari

Affari esteri e comunitari (III)

Commissione III (Affari esteri)

Comm. III

Affari esteri e comunitari (III)
SOMMARIO
Mercoledì 28 novembre 2018

SEDE REFERENTE:

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale e di istruzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Montenegro, fatto a Roma il 15 aprile 2014. C. 1389 Petrocelli, approvato dal Senato (Esame e rinvio) ... 39

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica popolare democratica del Laos, fatto a Bangkok il 17 febbraio 2003. C. 1390 Petrocelli, approvato dal Senato (Esame e rinvio) ... 41

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Giappone concernente il trasferimento di equipaggiamenti e di tecnologia di difesa, fatto a Tokyo il 22 maggio 2017. C. 1391 Governo, approvato dal Senato (Esame e rinvio) ... 43

Sui lavori della Commissione ... 45

INTERROGAZIONI:

5-00776 Siragusa: Sulla carenza di un regime sanzionatorio in caso di violazione dell'obbligo di iscrizione all'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (AIRE) ... 45

ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 48

5-00952 Scalfarotto: Sulla tutela della comunità LGBT in Egitto ... 45

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 49

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:

5-01011 Boldrini: sulla posizione del Governo italiano in merito al Global compact for safe, orderly and regular migration ... 46

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 50

5-01012 Suriano: sulla proposta avanzata dal Governo russo di rilancio del negoziato per la risoluzione del conflitto arabo-israeliano ... 47

ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 51

5-01013 Quartapelle Procopio: sulla posizione del Governo italiano sui recenti sviluppi della crisi tra Ucraina e Russia ... 47

ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 52

III Commissione - Resoconto di mercoledì 28 novembre 2018

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 28 novembre 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE.

  La seduta comincia alle 9.05.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale e di istruzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Montenegro, fatto a Roma il 15 aprile 2014.
C. 1389 Petrocelli, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Cristian ROMANIELLO (M5S), relatore, ricorda preliminarmente che il Montenegro, Paese di circa settecentomila abitanti, stretto fra i Balcani occidentali e il Mediterraneo, è divenuto indipendente nel 2006, e, da allora, forte di un progressivo miglioramento delle condizioni di vita dei suoi abitanti e delle prospettive di ulteriore sviluppo economico che potrebbero derivarne, si è avviato con decisione sulla via della integrazione europea.
  Rileva che il percorso di avvicinamento all'Unione europea, dopo l'adozione di fatto dell'euro come propria moneta, ha ufficialmente preso inizio nel 2008 con la presentazione della domanda di adesione, cui ha fatto seguito l'avvio dei relativi negoziati nel 2012. Ad oggi, su un totale di 35 capitoli negoziali, ne risultano aperti 31, tre dei quali già provvisoriamente conclusi.
  Sottolinea che il Montenegro considera il nostro Paese un punto di riferimento essenziale per il suo percorso di avvicinamento all'Unione europea, anche in ragione dei forti legami culturali esistenti tra i due Paesi. La cooperazione nel settore culturale e dell'istruzione ricopre, quindi, un ruolo fondamentale nel rafforzamento dei rapporti bilaterali.
  Evidenzia che lo scopo principale dell'Accordo in esame è in effetti propriamente quello di consolidare e di armonizzare i legami culturali esistenti e la comprensione reciproca, fornendo al contempo una risposta efficace alla forte richiesta di cultura e lingua italiana in Montenegro.
  Rileva, in particolare, che l'Accordo, che si compone di un preambolo e di 18 articoli, oltre a promuovere e favorire iniziative e collaborazioni in ambito artistico-culturale, attraverso l'organizzazione di eventi, nonché le cooperazioni a livello universitario e scolastico, consentendo l'offerta di borse di studio, faciliterà la cooperazione anche nella conservazione, tutela, restauro e valorizzazione del patrimonio artistico e demo-etno-antropologico, con particolare attenzione alla tutela del patrimonio archeologico, contrastando altresì i trasferimenti illeciti di beni culturali.
  Sottolinea che l'intesa, che prevede anche una stretta collaborazione nei campi dell'archivistica e biblioteconomia, dell'informazione, dell'editoria, delle attività sportive nonché degli scambi giovanili, rappresenterà altresì un valido strumento anche per la protezione dei diritti d'autore e dei diritti connessi, in ottemperanza alle norme internazionali e nazionali.
  Osserva che, come indicato nella relazione introduttiva, il testo in esame ripropone, sia pure parzialmente e limitatamente al solo Accordo con il Montenegro, il disegno di legge di ratifica di numerosi accordi internazionali bilaterali proposto dal Governo nel corso della XVII legislatura che, presentato il 4 maggio 2017, fu esaminato dalla Commissione affari esteri, emigrazione del Senato in data 28 giugno 2017, senza peraltro poter completare il proprio iter di esame parlamentare per la chiusura della legislatura.
  Evidenzia che la proposta di legge, approvata dall'altro ramo del Parlamento il 20 novembre scorso, consta di quattro articoli che dispongono, rispettivamente, in merito all'autorizzazione alla ratifica, all'ordine di esecuzione, agli impegni finanziari e all'entrata in vigore.
  Rileva che gli oneri economici derivanti dall'attuazione del provvedimento sono valutati complessivamente in 160.000 euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019, e in 163.760 euro a decorrere dall'anno 2020.
  Sottolinea che l'articolo 4 contiene una clausola di invarianza finanziaria in base alla quale (comma 1) dall'attuazione della legge di autorizzazione alla ratifica non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Il comma 2 prevede che a eventuali oneri derivanti dall'applicazione dell'articolo 17 dell'Accordo si provvederà con apposito provvedimento legislativo. Evidenzia che tale disposizione è stata introdotta su richiesta della Commissione Bilancio del Senato, dopo avere acquisito la relazione tecnica da parte Ragioneria generale dello Stato.
  In conclusione, richiama l'importanza di mantenere saldi e forti legami con il Montenegro, un Paese che ha dimostrato di essere capofila di un percorso nella penisola balcanica assolutamente non facile, né banale o scontato: un percorso che il Montenegro sta portando avanti con forza, confermandosi un attore regionale importante per la stabilità ed il progresso della penisola balcanica.

  Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, comunica che si intende rinunciato il termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica popolare democratica del Laos, fatto a Bangkok il 17 febbraio 2003.
C. 1390 Petrocelli, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Mirella EMILIOZZI (M5S), relatrice, ricorda che il Laos è un Paese del Sud-est asiatico di oltre 6 milioni di abitanti, privo di sbocco al mare e che si sviluppa lungo il corso del fiume Mekong, in un'area geografica della penisola indocinese stretta fra il Vietnam, la Cambogia, la Thailandia, il Myanmar e la Cina. Protettorato francese dal 1893, indipendente dal 1954, il Laos ha subito pesantemente le conseguenze della guerra degli Stati Uniti in Vietnam. Sottolinea che tra il 1964 al 1973, in effetti, vennero sganciate, sul Paese, due milioni di tonnellate di ordigni esplosivi e ancora oggi ci sono circa 80 milioni di bombe da disinnescare, che continuano a mietere vittime tra persone e animali, tant’è che, ogni anno, più di 300 persone restano vittime di queste esplosioni, di cui metà muoiono, con una maggioranza di bambini.
  Ricorda che dal dicembre 1975 il Laos è diventato una Repubblica Democratica Popolare, con un regime di tipo socialista, e, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, è rimasto per alcuni anni isolato sia fisicamente che politicamente, fino al 1997, anno in cui ha optato per l'adesione all'Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN), avviandosi sulla strada della piena integrazione regionale e internazionale.
  Sottolinea che dal 2013 è entrato ufficialmente a far parte dell'Organizzazione mondiale del Commercio, con un'economia prevalentemente rurale che vanta una grande disponibilità di corsi d'acqua, condizioni che potrebbero favorire la cooperazione agricola con l'Italia e dare ulteriori sbocchi economici per le nostre imprese agricole che vivono una fortissima crisi economica.
  Rileva che l'Accordo, sottoscritto nel lontano 2003 e composto di 13 articoli, si pone l'obiettivo di sviluppare i rapporti di collaborazione bilaterale, e di consolidare e approfondire la conoscenza reciproca, fornendo al contempo una risposta alla crescente richiesta di cultura, scienza e tecnologia che emerge in questo Paese, offrendo in più l'opportunità di allargare gli orizzonti economici e culturali dell'Italia in Asia.
  In particolare, segnala che l'Accordo, dopo aver stabilito i princìpi generali di mutuo sostegno e di collaborazione culturale, scientifica e tecnologica ai quali dovrà ispirarsi la cooperazione (articolo 1), afferma la volontà delle due Parti di sostenere lo sviluppo di attività di cooperazione culturale attraverso scambi di artisti, esperti, ricercatori e di mostre, favorendo altresì gli scambi di conoscenza e le esperienze nell'aggiornamento e nella formazione negli ambiti dell'informazione, delle traduzioni e delle pubblicazioni in campo scientifico e letterario (articolo 2).
  Osserva che gli ambiti prioritari della collaborazione scientifica e tecnologica sono individuati nei settori delle scienze di base, dell'agricoltura, della tecnologia dell'informazione, dell'energia ed ambiente, delle scienze della salute, della biomedicina e delle biotecnologie, delle tecnologie per la conservazione dei beni culturali ed in altri settori che le Parti concorderanno (articolo 3).
  Sottolinea che il testo prevede altresì che le attività di cooperazione scientifica e tecnologica si realizzino attraverso lo scambio di scienziati e tecnici, l'organizzazione di convegni, seminari e di altri eventi, nonché mediante la realizzazione di progetti di ricerca congiunta, di attività di addestramento e aggiornamento professionale (articolo 4).
  Segnala che l'Accordo punta, inoltre, a promuovere la collaborazione nei campi archeologico ed antropologico per la salvaguardia del patrimonio archeologico e culturale (articolo 5), nonché la cooperazione nel campo dell'istruzione secondaria, professionale e post-secondaria e fra le rispettive istituzioni accademiche (articolo 6), oltre a prevedere l'impegno, nei limiti della disponibilità dei fondi, per la erogazione di borse di studio per studenti e laureati per studi e ricerche a livello universitario, post-universitario o presso altre istituzioni accademiche nel campo delle belle arti, dell'archeologia e della linguistica (articolo 7).
  Evidenzia che il testo prevede, su base di reciprocità, la facilitazione e la promozione di attività delle istituzioni culturali dei due Paesi (articolo 8), nonché l'incoraggiamento alla cooperazione nel settore dello sport e degli scambi giovanili (articolo 9).
  Rileva che per valutare l'efficacia degli interventi di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica è prevista l'istituzione di una apposita commissione mista, destinata a riunirsi alternativamente nelle due capitali (articolo 10) e preposta anche a stabilire le condizioni tecniche e finanziarie relative alle attività previste dall'Accordo (articolo 11). Da ultimi gli articoli 12 e 13 stabiliscono le modalità dell'entrata in vigore dell'Accordo ed esprimono la volontà delle Parti sulla sua durata illimitata.
  Sottolinea che il provvedimento in esame ripropone, sia pure parzialmente e limitatamente al solo Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica con il Laos, il testo del disegno di legge di ratifica presentato dal Governo nel corso della XVII legislatura che, presentato il 4 maggio 2017, fu esaminato dalla Commissione Affari esteri del Senato in data 28 giugno 2017, ma non vide completato il proprio iter di esame.
  Evidenzia che il progetto di legge di ratifica, d'iniziativa del senatore Petrocelli, presidente della Commissione Affari esteri del Senato, consta di quattro articoli che dispongono, rispettivamente, in merito all'autorizzazione alla ratifica, all'ordine di esecuzione, alle disposizioni finanziarie, all'entrata in vigore.
  In particolare, segnala che l'articolo 3 reca la norma di copertura finanziaria degli oneri derivanti dall'attuazione delle disposizioni dell'Accordo. Il comma 1 autorizza la spesa di 220.000 euro annui per il 2018 e 2019, nonché di 249.190 euro annui a decorrere dal 2020. Il medesimo comma 1 specifica che tale autorizzazione di spesa è finalizzata all'attuazione delle disposizioni di cui agli articoli 2-10 dell'Accordo in esame. A tale proposito, osserva che l'articolo 4, introdotto nel corso dell'esame al Senato, riporta una clausola di invarianza finanziaria per la quale dalle restanti disposizioni dell'Accordo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
  Conclude auspicando una celere conclusione dell’iter di approvazione del progetto di legge di ratifica in esame, approvato dall'altro ramo del Parlamento il 20 novembre scorso.

  Laura BOLDRINI (LeU) esprime riserve sull'opportunità di ratificare un accordo siglato quindici anni fa, evidenziando il rischio che talune disposizioni possano essere divenute nel frattempo anacronistiche e poco conformi alla realtà attuale dei due Paesi.

  Mirella EMILIOZZI (M5S), relatrice, concorda, in parte, con le osservazioni della collega Boldrini rispetto all'anomalia di una ratifica così tardiva, sottolineando, tuttavia, l'esigenza di procedere rapidamente alla ratifica in ragione dei rilevanti contenuti dell'accordo.

  Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, comunica che si intende rinunciato il termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Giappone concernente il trasferimento di equipaggiamenti e di tecnologia di difesa, fatto a Tokyo il 22 maggio 2017.
C. 1391 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Paolo FORMENTINI, relatore, ricorda che l'accordo è volto a consolidare la collaborazione bilaterale in materia di sicurezza nel quadro dell'intento, comune alle parti, di contribuire alla pace e alla stabilità internazionale.
  Rileva che la cooperazione con il Giappone, con il quale sono in essere solidi legami culturali, mira a incrementare anche le relazioni tecnico-industriali con la terza potenza economica del pianeta, con particolare vantaggio per l'industria nazionale di difesa che sarà agevolata nella costituzione di partenariati industriali.
  Evidenzia che nella relazione illustrativa del disegno di legge viene evidenziato che la cooperazione tra Italia e Giappone nel settore della difesa è stata avviata con la Dichiarazione di intenti tra i Ministri della difesa della Repubblica italiana e del Giappone sottoscritta nel 2012, che ha fissato la comune intenzione di avviare il dialogo in ambito militare, e ribadita con il Memorandum d'intesa firmato nel maggio 2017 dai due ministri della difesa, incentrato sulla cooperazione e gli scambi nel settore della difesa al fine di migliorare la reciproca comprensione sulle questioni di politica militare e di sicurezza.
  Sottolinea che l'entrata in vigore dell'Accordo in esame – ai sensi del combinato disposto dell'articolo 537-ter del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, e del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 maggio 2015, n. 1004 – consentirà al Ministero della difesa, d'intesa con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, di svolgere attività di supporto tecnico-amministrativo in favore del Governo di Tokyo in relazione all'eventuale acquisizione da parte dello stesso di materiali per la difesa prodotti dall'industria nazionale, nel rigoroso rispetto dei princìpi, delle norme e delle procedure in materia di esportazione di materiali d'armamento di cui alla legge 9 luglio 1990, n. 185, che disciplina il controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento.
  Ricorda, in proposito, che l'articolo 537-bis del Codice dell'ordinamento militare di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010 consente la partecipazione del Ministero della difesa, tramite le sue articolazioni, d'intesa con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, alle attività di supporto tecnico, amministrativo e logistico, nonché di assistenza tecnica – con esclusione delle attività contrattuali – con altri Stati esteri, per l'acquisto da parte dei citati Stati di materiali di armamento prodotti dall'industria nazionale, ovvero in uso alle Forze armate italiane.
  Segnala che la disposizione pone come condizione di operatività l'esistenza di accordi di cooperazione o di reciproca assistenza tecnico-militare tra l'Italia e il Paese con il quale si intende procedere a talune delle richiamate operazioni ed il pieno rispetto della normativa in materia di esportazione di materiali d'armamento di cui alla legge n. 185 del 1990.
  Osserva che la disposizione ha demandato a uno specifico regolamento il compito di definire una disciplina di carattere generale concernente le attività di supporto tecnico e amministrativo del Ministero della difesa nell'ambito delle attività di cooperazione con gli Stati esteri con i quali siano stati siglati accordi intergovernativi di cooperazione o di reciproca assistenza tecnico-militare ratificati dal Parlamento. Il regolamento è stato adottato con il decreto del Presidente della Repubblica n. 104 del 2015.
  Sottolinea che l'articolo 537-bis specifica che le somme percepite per il rimborso dei costi sostenuti per le citate attività siano versati all'entrata del bilancio dello Stato per essere integralmente riassegnate ai fondi di cui all'articolo 619 del Codice dell'ordinamento militare.
  In relazione al tema della cooperazione internazionale nel settore della difesa, ricorda che l'Italia nel corso dei decenni ha stipulato accordi di cooperazione militare, e più in generale nel settore della difesa, con una molteplicità di Paesi, anche in ossequio alle direttrici fondamentali della propria politica estera e di sicurezza. Nell'ambito di tali accordi sono ricorrenti clausole che riguardano il commercio di armamenti, sovente con il riferimento a più ampi quadri di cooperazione internazionale che ne assicurano la praticabilità in relazione alla sicurezza.
  Rileva che l'Accordo in esame, che ricalca analoghi provvedimenti esaminati in passato, si compone di un preambolo e di 7 articoli ed è finalizzato a fissare la cornice giuridica entro cui consolidare la collaborazione bilaterale in materia di sicurezza e difesa tra i due Paesi, in particolare per agevolare e sviluppare la realizzazione di progetti di ricerca e produzione congiunta, anche a beneficio delle industrie nazionali di difesa, nel quadro del comune impegno per contribuire alla pace ed alla stabilità internazionale.
  Osserva che il testo, dopo aver enunciato gli scopi dell'intesa (articolo 1), istituisce un Comitato congiunto preposto a definire la natura degli equipaggiamenti e della tecnologia di difesa oggetto di eventuali trasferimenti (articolo 2) e dispone l'obbligo per le Parti di utilizzo delle dotazioni scambiate nel rigoroso rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite, vietandone altresì il trasferimento a terzi senza previo consenso della Parte che ha originato il trasferimento (articolo 3). I successivi articoli disciplinano, quindi, il trattamento di informazioni e documenti classificati (articolo 4), precisano che le misure dell'Accordo e di quelle da esso derivanti saranno attuate nel rispetto degli ordinamenti nazionali e degli stanziamenti di bilancio di ciascuna Parte (articolo 5), definiscono le modalità di risoluzione delle eventuali controversie interpretative o applicative (articolo 6), ed enunciano le disposizioni relative all'entrata in vigore, all'eventuale modifica ed alla denuncia del testo (articolo 7).
  Sottolinea che il progetto di legge di ratifica, approvato dal Senato il 20 novembre scorso, si compone di 5 articoli che dispongono, rispettivamente, in merito all'autorizzazione alla ratifica (articolo 1), all'ordine di esecuzione (articolo 2), alle disposizioni finanziarie (articolo 3), alla clausola di invarianza di finanziaria (articolo 4) ed all'entrata in vigore (articolo 5).
  Con riferimento agli oneri economici, il disegno di legge li quantifica in 4.529 euro ad anni alterni a decorrere dal 2018, imputabili alle sole spese di missione dei rappresentanti della Difesa per la loro partecipazione alle riunioni del Comitato congiunto in Giappone.
  Segnala che il provvedimento in esame riproduce i contenuti dell'Atto Senato 2971, di iniziativa governativa, presentato al Senato il 10 novembre 2017, del quale la Commissione esteri aveva avviato l'esame nella seduta del 7 dicembre 2017. L'iter del disegno di legge non è ulteriormente proseguito in seguito alla conclusione della XVII Legislatura.
  In conclusione, evidenzia la particolare valenza politica dell'Accordo, il cui intento è dichiaratamente quello di rafforzare i legami di cooperazione e amicizia tra i due Paesi. Sottolinea inoltre l'importanza che assume tale accordo di collaborazione
su progetti di alto valore tecnologico con uno dei Paesi più avanzati al mondo in ambito IT (Information Technology).

  Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, comunica che si intende rinunciato il termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sui lavori della Commissione.

  Laura BOLDRINI (LeU), intervenendo sul calendario dei lavori della Commissione, chiede che il Governo venga urgentemente a riferire in merito alle recenti tensioni tra Federazione Russa e Ucraina.

  Marta GRANDE, presidente, si impegna a farsi portavoce con il Governo della richiesta della collega Boldrini.

  La Commissione prende atto.

  La seduta termina alle 9.30.

INTERROGAZIONI

  Mercoledì 28 novembre 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale Manlio Di Stefano.

  La seduta comincia alle 14.10.

5-00776 Siragusa: Sulla carenza di un regime sanzionatorio in caso di violazione dell'obbligo di iscrizione all'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (AIRE).

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Elisa SIRAGUSA (M5S), replicando, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo, sottolineando che, allo stato attuale, solo una minoranza di concittadini che risiedono all'estero risulta iscritta all'AIRE: a titolo di esempio, segnala che circa 700 mila italiani vivono e lavorano nel Regno Unito, a fronte di poco più di 300 mila iscritti all'AIRE. Occorre dunque moltiplicare gli sforzi per sensibilizzare i connazionali ad iscriversi, non solo perché si tratta di un obbligo previsto dalla legge n. 470 del 1988, ma anche perché l'iscrizione comporta vantaggi concreti, in termini di facilità di accesso ai servizi consolari, voto all'estero e rispetto degli adempimenti fiscali.

5-00952 Scalfarotto: Sulla tutela della comunità LGBT in Egitto.

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2), precisando di aver usato la formula «azioni di sensibilizzazione discreta nei confronti delle autorità egiziane» perché la tutela dei diritti umani rientra nella sfera di sovranità dei singoli Stati, e dunque azioni troppo decise da parte del Governo italiano potrebbero essere interpretate dalla controparte egiziana come un'interferenza indebita negli affari interni.

  Ivan SCALFAROTTO (PD), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta del Governo e chiede di essere informato sull'esito dell'annunciato incontro tra l'Ambasciatore d'Italia in Egitto e l’Assistant Foreign Minister per gli affari consolari dell'Egitto. Solleva inoltre riserve sul fatto che la tutela dei diritti umani, in particolare della comunità LGBT, rientri tra le priorità del Governo, come testimonia l'elezione della senatrice Stefania Pucciarelli a presidente della Commissione straordinaria diritti umani del Senato, nonché le recenti dichiarazioni del Ministro della famiglia, Lorenzo Fontana, e del senatore Simone Pillon, che hanno usato espressioni particolarmente offensive nei confronti delle unioni civili. Esprime altresì grave preoccupazione per l'intervista rilasciata dal Sottosegretario Spadafora al quotidiano «La Repubblica», dalla quale emerge la profonda distanza programmatica, sui questi temi, tra i due partiti di maggioranza.

  Marta GRANDE, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni in titolo.

  La seduta termina alle 14.20.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Mercoledì 28 novembre 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale Manlio Di Stefano.

  La seduta comincia alle 14.20.

  Marta GRANDE, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del Regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-01011 Boldrini: Sulla posizione del Governo italiano in merito al Global compact for safe, orderly and regular migration.

  Laura BOLDRINI (LeU) illustra l'interrogazione in titolo, sottolineando che, nel corso del dibattito in Aula sul «decreto sicurezza», il Vicepresidente del Consiglio dei ministri e Ministro dell'interno, Matteo Salvini, ha dichiarato che l'Italia non parteciperà alla Conferenza di Marrakech, che dovrebbe portare all'approvazione del Global Compact on Migration: si tratta di una decisione grave, del tutto contraddittoria rispetto alla reiterata richiesta del Governo italiano di inserire la gestione del fenomeno migratorio in un contesto di cooperazione multilaterale, a partire dal livello europeo. Ricorda, inoltre, che sia il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a margine dell'Assemblea Generale ONU dello scorso settembre, sia il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, in un recente intervento in Aula, avevano assunto impegni rispetto alla partecipazione italiana ad un evento promosso dalle Nazioni Unite, che pone al centro del dibattito temi di fondamentale interesse per l'Italia: la lotta contro la xenofobia, il contrasto alla tratta di esseri umani; il potenziamento dei sistemi di integrazione; il rispetto della Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati. Peraltro, la palese contraddizione tra gli impegni assunti dal Presidente Conte e dal Ministro Moavero Milanesi e le odierne dichiarazioni del Ministro Salvini pone seri interrogativi sulla effettiva titolarità delle funzioni di indirizzo politico all'interno della compagine di Governo.

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3), sottolineando la piena sintonia politica tra il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i due Vicepresidenti del Consiglio, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Evidenzia che, considerata la vastità e la delicatezza dei temi contenuti nel Global Compact on Migration, il Governo, con un atto di grande responsabilità, ritiene opportuno sottoporre la materia al vaglio del Parlamento, al fine di definire una posizione forte e condivisa. Sottolineando che l'Italia ha partecipato attivamente ai negoziati per la definizione del testo finale che sarà sottoposto alla Conferenza di Marrakech, ricorda che il Global Compact on Migration non ha in ogni caso carattere giuridicamente vincolante, e dunque non inciderà sugli ordinamenti interni dei singoli Stati.

  Laura BOLDRINI (LeU), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta del rappresentante del Governo, rilevando che la scelta dell'Esecutivo è politicamente suicida: da un lato si chiede di affrontare il fenomeno migratorio in un quadro globale, con un'assunzione di responsabilità condivisa; dall'altro, rinunciando alla partecipazione alla Conferenza intergovernativa di Marrakech, si condanna il Paese ad una posizione di isolamento all'interno della stessa Unione europea, omologandosi alle posizioni assunte dai Paesi del cosiddetto gruppo di Visegrád.

5-01012 Suriano: Sulla proposta avanzata dal Governo russo di rilancio del negoziato per la risoluzione del conflitto arabo-israeliano.

  Simona SURIANO (M5S) rinuncia ad illustrare l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato n. 4), precisando che il Governo italiano esperirà ogni tentativo per riportare al centro del dibattito europeo la necessità di rilanciare il negoziato per la risoluzione del conflitto arabo-israeliano.

  Simona SURIANO (M5S) replicando, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo e auspica che l'Italia possa svolgere un ruolo di primo piano per la ripresa del dialogo tra le parti.

5-01013 Quartapelle Procopio: Sulla posizione del Governo italiano sui recenti sviluppi della crisi tra Ucraina e Russia.

  Piero FASSINO (PD), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, rinuncia ad illustrarne il contenuto.

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Piero FASSINO (PD), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta del Governo, sottolineando la necessità di ribadire l'ancoraggio al rispetto degli Accordi di Minsk, tanto più di fronte ai ripetuti atti di ostilità reciproca di russi e ucraini, che mettono a repentaglio l'applicazione di tali accordi e dunque la convivenza pacifica tra le due comunità, in Crimea come nel Donbass. Nell'esprimere apprezzamento per la decisione del Governo di prorogare il mandato della missione di monitoraggio speciale OSCE, auspica che l'Esecutivo sostenga la proposta contenuta in una risoluzione del Parlamento europeo, approvata il 25 ottobre scorso con il voto favorevole dei cinque gruppi politici principali del Parlamento europeo, nella quale si chiede la nomina di un inviato speciale dell'UE per la Crimea e la regione del Donbass, le cui responsabilità includerebbero il Mar d'Azov.

  Marta GRANDE, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.35.

III Commissione - mercoledì 28 novembre 2018

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00776 Siragusa: Sulla carenza di un regime sanzionatorio in caso di violazione dell'obbligo di iscrizione all'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (AIRE).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Al fine di promuovere l'iscrizione all'AIRE, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha lanciato una campagna informativa per sensibilizzare i connazionali residenti all'estero sull'importanza dell'iscrizione e dell'aggiornamento dei propri dati anagrafici presso gli Uffici consolari. Con tale iniziativa si è inteso comunicare che iscriversi all'AIRE non è soltanto un obbligo previsto dalla legge n. 470 del 1988, ma presenta anche vantaggi concreti, in termini di conoscenza e facilità di accesso ai servizi consolari, voto all'estero, rispetto degli adempimenti fiscali.
  Al di là degli aspetti positivi per i connazionali che si iscrivono, disporre di dati anagrafici aggiornati sui residenti all'estero consente, inoltre, di disporre di una più realistica fotografia delle nostre collettività all'estero, utile anche per agevolare una più efficace prestazione dei servizi consolari.
  Tale campagna di comunicazione, intitolata «6 buoni motivi per iscriversi all'AIRE», è stata veicolata sia in versione digitale, su web e social, sia in forma cartacea. Lanciata sul sito esteri.it e sugli account Twitter e Facebook della Farnesina, la campagna – valorizzata anche presso i media italiani con una nota stampa – è stata ripresa dai rispettivi siti web istituzionali delle Ambasciate e dei Consolati italiani. A dieci giorni dall'avvio, più di 161.000 utenti attraverso Facebook e 33.604 attraverso Twitter avevano già visualizzato la campagna. Per quanto riguarda le modalità per effettuare l'iscrizione all'AIRE, la campagna invitava i connazionali a individuare sul sito esteri.it il proprio Consolato e quindi a contattarlo.
  Poco dopo l'avvio della campagna è stato anche lanciato il nuovo portale «Fast It» (Farnesina Servizi Telematici per Italiani all'estero), che consente di inoltrare la richiesta di iscrizione all'AIRE e di variazione dell'indirizzo on-line. Ad oggi, sono circa 100 le Sedi all'estero che utilizzano il portale, con una copertura di oltre il 90 per cento del totale degli iscritti negli schedari consolari mondiali. La piattaforma ha già permesso di trattare sino a oggi oltre 126.200 pratiche.
  Dall'inizio dell'anno ad oggi, Fast It ha registrato 137.800 utenti e 385.000 visitatori, che hanno generato 8.500.000 visualizzazioni di pagina.
  Per quanto concerne le sanzioni in caso di violazione dell'obbligo di iscrizione all'AIRE, si precisa che la normativa nazionale già prevede sanzioni di tipo amministrativo per chi non ottempera agli obblighi anagrafici. Tuttavia, applicare sanzioni pecuniarie all'estero significa anche – nel caso di mancato pagamento – considerare la necessità di meccanismi per la riscossione coatta dei crediti, nient'affatto semplice da individuare nel contesto extra nazionale dove i poteri di ispezione e coercizione sono attenuati.

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00952 Scalfarotto: Sulla tutela della comunità LGBT in Egitto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Governo italiano, assieme ai partner dell'Unione europea, segue con estrema attenzione le questioni inerenti alla tutela dei diritti umani e alle condizioni dei componenti della comunità LGBTI in Egitto, e porta avanti azioni di sensibilizzazione discreta nei confronti delle autorità egiziane, al fine di aiutare il Paese a superare le criticità che vengono ancora riscontrate in questo ambito. L'Italia è fortemente impegnata nella promozione e tutela dei diritti umani e nella lotta contro ogni forma di discriminazione, incluse quelle basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere. L'impegno italiano in favore dei diritti delle persone LGBTI è inoltre confermato, oltre che dal recente ingresso nel «LGBTI Core Group», un gruppo interregionale di Paesi e organizzazioni che promuove questi temi in ambito Nazioni Unite, anche dalla partecipazione all’«Equal Rights Coalition» (ERC), piattaforma di cooperazione tra Paesi che mira allo scambio di informazioni e buone pratiche e al coordinamento dell'azione globale in tema di diritti LGBTI.
  In Egitto, benché l'omosessualità non sia esplicitamente punita dal codice penale, si sono registrati in passato episodi di discriminazione ai danni della comunità LGBTI. L'ultima ondata di arresti, seguita all'esposizione di una bandiera arcobaleno ad un concerto musicale nel settembre 2017 e conclusasi con un bilancio di 67 persone fermate, risulta ormai esaurita, mentre continuerebbero a registrarsi episodi di molestie subite in stazioni di polizia e carceri.
  Occorre tener presente che la normativa egiziana in materia di respingimenti alla frontiera presenta margini di opacità e solitamente le motivazioni della decisione di respingimento non vengono rese note, come riscontrato anche nel caso del Sig. Cossolo. La prassi osservata negli ultimi anni conferma che le Autorità di sicurezza – laddove dispongano di informazioni su posizioni da parte di specifici individui contrarie all'Egitto su qualsiasi tema - possono disporre il respingimento alla frontiera, a prescindere dall'ottenimento del visto prima della partenza o all'arrivo in aeroporto.
  L'Ambasciata italiana a Il Cairo e il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale sono stati informati della vicenda del connazionale Felice «Felix» Cossolo, solo dopo che questi era rientrato in Italia, tramite una comunicazione del suo legale contenente una richiesta di chiarimenti e di intervento presso le Autorità egiziane. A seguito di tale comunicazione, la nostra Rappresentanza diplomatica a Il Cairo ha chiesto formalmente al Ministero degli esteri egiziano di poter conoscere le motivazioni del respingimento in frontiera del Signor Cossolo. Al momento le autorità egiziane non hanno ancora fornito un riscontro a tale richiesta. Nei prossimi giorni è in programma un incontro dell'Ambasciatore d'Italia con l’Assistant Foreign Minister per gli Affari Consolari, durante il quale potrà essere sollevata e approfondita la vicenda in questione.

ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-01011 Boldrini: sulla posizione del Governo italiano in merito al Global compact for safe, orderly and regular migration.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Global Compact sulla migrazione sicura, ordinata e regolare rappresenta, insieme al separato Global Compact per i rifugiati, il principale seguito della Dichiarazione di New York sui migranti e sui rifugiati del settembre 2016.
  Il documento, che non è giuridicamente vincolante e che non contiene alcun impegno finanziario obbligatorio, sarà adottato in occasione della Conferenza Intergovernativa di Marrakech del 10 e 11 dicembre. Il Global compact rappresenta una piattaforma di cooperazione tra i Paesi partecipanti per la gestione delle migrazioni a livello internazionale secondo un approccio multidimensionale.
  L'Italia, in virtù della centralità delle tematiche migratorie per gli interessi nazionali, ha partecipato attivamente nel corso dei negoziati, contribuendo all'inclusione nel testo finale delle principali priorità italiane, a partire dal principio della condivisione degli oneri nella gestione dei fenomeni migratori e della rafforzata cooperazione tra Paesi di origine, transito e destinazione.
  Nel documento sono recepiti questi princìpi di responsabilità condivisa, principi di partenariato con i Paesi di origine e di transito e la necessità di contrasto ai trafficanti di esseri umani; c'è anche l'obbligo per gli Stati di origine di riammettere i propri cittadini. Sono una serie di elementi che noi cerchiamo di portare avanti, anche nell'ambito del confronto in sede di Unione europea.
  Durante la seduta di question time della scorsa settimana in Aula Camera, in risposta ad un quesito circa questo accordo, il Ministro Moavero Milanesi ha annunciato un approfondimento in sede di Governo, prima di procedere alla conclusione eventuale dell'accordo stesso, tenendo conto, anche, degli stimoli parlamentari.
  Come ha oggi stesso precisato il Presidente del Consiglio, il Global Migration Compact è un documento che pone temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini: il Governo ritiene quindi opportuno parlamentarizzare il dibattito e rimettere le scelte definitive all'esito di tale discussione, come pure è stato deciso dalla Svizzera. A Marrakech, quindi, il Governo non parteciperà, riservandosi di aderire o meno al documento solo quando il Parlamento si sarà pronunciato.

ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-01012 Suriano: Sulla proposta avanzata dal Governo russo di rilancio del negoziato per la risoluzione del conflitto arabo-israeliano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  È ferma convinzione del Governo italiano che non potrà esservi stabilizzazione nel Medio Oriente senza una soluzione del contenzioso israelo-palestinese. In quest'ottica, costante è il nostro impegno per far sì che il tema rimanga prioritario nell'agenda internazionale.
  Il Governo ritiene che sia essenziale rilanciare un efficace processo negoziale tra israeliani e palestinesi ed incoraggia tutte le parti in causa a recuperare lo spirito e la visione degli accordi di Oslo, per la realizzazione di due Stati che convivono in un contesto di reciproco riconoscimento, pace e sicurezza.
  L'Italia sostiene con determinazione l'esigenza di operare affinché tale prospettiva resti concreta, in piena aderenza con la posizione europea e al consenso internazionale maturato nell'ambito delle Nazioni Unite, incluso con riferimento a Gerusalemme il cui status andrà concordato tra le Parti attraverso i negoziati.
  Coerentemente con questa posizione, il Governo invita entrambe le Parti ad evitare qualsiasi atto o provocazione che possa alimentare tensioni sul terreno, e ad agire per costruire un clima di fiducia reciproca.
  Per tali ragioni, l'Italia guarda con favore a ogni iniziativa diplomatica, inclusa l'azione del Quartetto le cui raccomandazioni contenute nel Rapporto pubblicato nel luglio 2016 rimangono pienamente valide, volta e propiziare la ripresa del dialogo tra le Parti finalizzata a trovare una soluzione della questione palestinese sulla base del diritto internazionale e delle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite.

ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-01013 Quartapelle Procopio: Sulla posizione del Governo italiano sui recenti sviluppi della crisi tra Ucraina e Russia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Italia – anche nelle sue vesti di Presidenza OSCE – ha rivolto sin da subito attenzione ed espresso preoccupazione in merito ai recenti sviluppi nell'area del Mare di Azov e dello Stretto di Kerch. Abbiamo infatti provveduto, su richiesta ucraina, alla convocazione di un Consiglio Permanente OSCE straordinario, che si è tenuto il 26 novembre a Vienna. Il Ministro Moavero Milanesi inoltre, attraverso una dichiarazione congiunta con il Segretario Generale dell'OSCE Thomas Greminger, ha invitato le parti coinvolte a profondere ogni sforzo diplomatico e politico per evitare una ulteriore escalation della situazione con rischi di ulteriore destabilizzazione dell'intera regione. Il Ministro ha in particolare rivolto a Mosca e Kiev un appello ad astenersi dall'uso della forza e a comporre le controversie mediante il ricorso a mezzi pacifici, nel pieno rispetto del diritto internazionale, dei princìpi e degli impegni in ambito OSCE e nel pieno rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dei Paesi.
  Sulla vicenda restiamo strettamente coordinati con i nostri partner UE, NATO e G7, nonché con i membri europei del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Desidero in particolare ricordare che l'Italia, alla stregua dei suoi alleati e della comunità internazionale tutta, non riconosce la sovranità russa sulla Crimea ovvero sugli Stretti di Kerch.
  Ferma restando la nostra posizione sull'illegalità delle azioni russe, il nostro principale obiettivo è trasmettere alle parti coinvolte un appello forte e coeso alla de-escalation, evitando scelte o attività che possano ulteriormente esacerbare i rapporti fra le parti, e soprattutto compromettere il nostro dialogo con le stesse, essenziale ai fini del raggiungimento di una soluzione concreta e condivisa.
  Quanto alla missione di Monitoraggio Speciale OSCE – il cui mandato è stato rinnovato nel marzo 2018 per la durata di un anno –, essa sin dallo scorso aprile riferisce sulle conseguenze (economiche e di sicurezza) derivanti dall'attuale stato di tensione nel mare di Azov sulle regioni ucraine più direttamente interessate, e sulle quali è in grado di raccogliere dirette informazioni. Tale attività di monitoraggio, di cui abbiamo a più riprese ribadito l'importanza per la riduzione delle tensioni sul terreno, avviene quotidianamente, mediante rapporti pubblici ed è quindi destinata a continuare.