Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Comm. bicam. Vigilanza RAI
Comm. bicam. Vigilanza RAI
Comunicazioni del Presidente ... 134
Sulla pubblicazione dei quesiti ... 134
ALLEGATO (Quesiti per i quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (dal n. 14/148 al n. 30/205) ... 136
Sulla pubblicità dei lavori ... 134
Audizione dell'Amministratore delegato del Consiglio di amministrazione della RAI, Fabrizio Salini ... 135
Giovedì 15 novembre 2018. — Presidenza del presidente Alberto BARACHINI.
La seduta comincia alle 14.05.
Comunicazioni del Presidente.
Il Presidente Alberto BARACHINI comunica che da parte della dottoressa Rita Borioni, consigliere di amministrazione della RAI, è stato presentato davanti al TAR del Lazio un ricorso contro, tra gli altri, la Commissione, per l'impugnazione e l'annullamento della delibera della Commissione del 19 settembre scorso e del parere reso il 26 settembre scorso sulla nomina del dottor Marcello Foa alla carica di Presidente del CDA RAI.
Informa la Commissione che, come avvenuto in altri casi analoghi, affiderà la propria rappresentanza e difesa all'Avvocatura dello Stato.
La Commissione prende atto.
Sulla pubblicazione dei quesiti.
Il PRESIDENTE comunica che sono pubblicati in allegato, ai sensi della risoluzione relativa all'esercizio della potestà di vigilanza della Commissione sulla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, approvata dalla Commissione il 18 marzo del 2015, i quesiti dal numero 14/148 al numero 30/205 per i quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (vedi allegato).
Sulla pubblicità dei lavori.
Il PRESIDENTE comunica che ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori, con riferimento all'audizione all'ordine del giorno, sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso, la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e, successivamente, sul canale satellitare della Camera dei deputati.
Avverte che della audizione odierna verrà redatto anche il resoconto stenografico.
Audizione dell'Amministratore delegato del Consiglio di amministrazione della RAI, Fabrizio Salini.
Il PRESIDENTE dichiara aperta l'audizione in titolo, ringraziando il dottor Salini per la disponibilità. Comunica che il dottor Salini è accompagnato dai dottori Fabrizio Ferragni, Nicola Claudio, Giovanni Parapini, Giuseppe Pasciucco e Stefano Luppi.
Ricorda quindi che, nella riunione del 25 ottobre scorso dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, si è stabilita all'unanimità l'organizzazione dei lavori: il dottor Salini avrà a disposizione circa venti minuti per un intervento introduttivo. Seguiranno i quesiti da parte dei Gruppi che avranno a disposizione un'ora complessiva di tempo, così ripartita: dieci minuti ciascuno per Movimento 5 Stelle, Lega, Partito Democratico e Forza Italia; cinque minuti ciascuno per Fratelli d'Italia, Autonomie, Misto Senato e LEU Camera. Successivamente il dottor Salini avrà la possibilità di replicare ai quesiti.
L'amministratore delegato del Consiglio di amministrazione della RAI, dottor SALINI, svolge una relazione introduttiva.
Intervengono quindi per svolgere considerazioni e formulare quesiti i senatori Salvatore MARGIOTTA (PD), Daniela GARNERO SANTANCHÈ (FdI), Pier Ferdinando CASINI (Aut (SVP-PATT, UV)) e Loredana DE PETRIS (Misto-LeU), i deputati Federico FORNARO (LEU), Antonello GIACOMELLI (PD) e Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), il senatore Francesco VERDUCCI (PD), i deputati Federico MOLLICONE (FDI) e Paolo TIRAMANI (Lega), il senatore Maurizio GASPARRI (FI-BP), il deputato Andrea RUGGIERI (FI), la senatrice Maria Alessandra GALLONE (FI-BP), i deputati Giorgio MULÈ (FI) e Massimiliano CAPITANIO (Lega) e i senatori Alberto AIROLA (M5S), Primo DI NICOLA (M5S) e Gianluigi PARAGONE (M5S).
Il dottor SALINI replica ai quesiti.
Il PRESIDENTE ringrazia l'amministratore delegato del Consiglio di amministrazione della RAI, dottor Salini e dichiara chiusa l'audizione.
La seduta termina alle 16.20.
ALLEGATO
QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (dal n. 14/148 al n. 30/205)
PERGREFFI, BELOTTI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
premesso che::
da notizie di stampa si apprende che la Rai ha concesso il patrocinio alla manifestazione «Sabir – festival diffuso delle culture mediteranee» in programma a Palermo dall'11 al 14 ottobre;
il festival, giunto alla sua quarta edizione, è promosso dall'ARCI insieme a Caritas Italiana, ACLI e CGIL, con la collaborazione di Asgi, A Buon Diritto e Carta di Roma;
il festival, oltre alla promozione delle culture maghrebine, subsahariane e del Corno d'Africa, prevede come tema centrale il fenomeno della migrazione con particolare attenzione alla «criminalizzazione della solidarietà e la deriva delle politiche di esternalizzazione»;
il programma prevede numerosi convegni, spettacoli teatrali e musicali, proiezioni filmati;
tra i dibattiti e i corsi di formazioni ve ne sono alcuni dal carattere fortemente politico con posizioni dichiaratamente avverse alla linea dell'attuale governo;
Visto che:
nella presentazione di un corso di formazione, promosso da Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione), si analizzeranno «i profili di illegittimità e gli strumenti di contrasto» riguardo «gli hotspot nella esperienza italiana»;
nell'introduzione dell'incontro internazionale «Intoeurope, out of stereotypes», a cura di Arci Nazionale, si legge: «la diffusione del sentimento anti-europeo è alimentata dal circolo vizioso di insicurezza e paura, prodotte dalla crisi economica e sociale e dalla creazione della cosiddetta «crisi migratoria». La paura sociale e la mancanza di fiducia nella democrazia stanno spingendo molti cittadini a unirsi ai movimenti populisti, razzisti e regressivi antieuropei», etichettando come razzisti, populisti e regressivi milioni di elettori che danno il loro sostegno a determinate forze politiche che contrastano l'immigrazione clandestina ma che sono democraticamente elette;
pure nella presentazione dell'Atlante dei Migranti non si risparmiano parole pesanti nei confronti degli «Stati membri della UE che si sono richiusi, rafforzando la sola politica valida ai loro occhi, il rafforzamento delle frontiere esterne: moltiplicazione dei muri e delle barriere per “regolare i flussi”, apertura di nuovi campi, esternalizzazione dell'accoglienza, militarizzazione crescente della sorveglianza e della repressione»;
il corso di formazione giuridica a cura di Asgi in collaborazione con Migreurop dal titolo «Il ruolo dei c.d. hotspot nell'attuale esperienza europea e il contrasto delle politiche di esternalizzazione» prevede «l'analisi critica delle proposte di riforma in tema di procedure accelerate, procedure di frontiera e procedure di ammissibilità: lo stato di avanzamento delle proposte» nonché lo studio degli «strumenti giuridici di contrasto dei c.d. respingimenti indiretti verso la Libia: dai ricorsi alla Cedu alle possibili responsabilità penali dei vertici del Governo italiano», quindi si analizza come denunciare penalmente i ministri del governo italiano;
nell'incontro «Solidarietà in Europa – la alternativa al mercato e all'oscurantismo» si legge che interverranno «le associazioni e i movimenti che in Europa, in particolare ad est, resistono ai governi e ai movimenti reazionari e oscurantisti, difendendo lo spazio pubblico democratico dagli attacchi ai diritti e alla solidarietà. Il 2019 sarà l'anno delle elezioni europee, e intanto il progetto europeo rischia l'implosione. Alla politica, che ha diffuso a piene mani diseguaglianze e insicurezza di cui hanno approfittato per la loro propaganda i movimenti regressivi, chiediamo un cambio radicale e urgente. Alla società civile chiediamo un impegno di solidarietà reciproca e permanente per difenderci e darci più forza ovunque siamo sotto attacco, per abbattere le frontiere che sempre di più rischiano di dividere l'Europa e, di nuovo, l'est dall'ovest», quindi facendo palese campagna elettorale politica per le prossime elezioni europee;
considerato che:
è anomalo che un ente come la Rai, che dovrebbe svolgere un servizio pubblico imparziale, offra il proprio patrocinio a una manifestazione in cui si analizzano forme per denunciare i vertici del Governo, si promuovono strumenti di contrasto alle politiche degli hot spot istituiti dal Governo italiano legittimamente eletto, vengono definiti razzisti e populisti milioni di elettori che in Europa sostengono determinate forze politiche, vengono definiti governi di paesi europei democraticamente eletti come «reazionari e oscurantisti»;
a questo festival è previsto anche un convegno, in previsione del 2019 che «sarà l'anno delle elezioni europee, dove il progetto europeo rischia l'implosione», in cui verrà chiesto «un cambio radicale e urgente alla politica, che ha diffuso a piene mani diseguaglianze e insicurezza di cui hanno approfittato per la loro propaganda i movimenti regressivi,» e «alla società civile un impegno di solidarietà reciproca e permanente per difenderci e darci più forza ovunque siamo sotto attacco, per abbattere le frontiere che sempre di più rischiano di dividere l'Europa e, di nuovo, l'est dall'ovest», facendo quindi palese campagna elettorale per le prossime elezioni europee.
La presente, per chiedere, ricordando che trattasi di servizio pubblico
venga ritirato il patrocinio della Rai a una manifestazione chiaramente di parte in cui vengono demonizzate le politiche di alcuni governi europei, compreso e soprattutto quello italiano e in cui viene palesemente promossa una campagna elettorale per le prossime elezioni europee.
(14/148)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
Il «Sabir – festival diffuso delle culture mediterranee», gode del Patrocinio Rai sin dalla sua prima edizione avvenuta quattro anni fa. L'iniziativa è promossa da varie associazioni di diversa natura come evidenzia l'accostamento fra ACLI e Caritas. Quest'anno l'evento è stato organizzato a Palermo, capitale italiana della Cultura e crocevia naturale del Mediterraneo.
Nella richiesta pervenuta e nella bozza di programma, si evincono i temi trattati e le iniziative di carattere sociale e culturali caratterizzanti la manifestazione. Il tutto ha ruotato su un dibattito aperto su una materia di grande attualità come la circolazione delle idee, della cultura e delle persone.
Giudizi e orientamenti politici emersi nel frattempo non possono essere in alcun modo considerati come espressione della Rai.
MULÈ, NISSOLI FITZGERALD. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
premesso che:
recentemente, dal 4 ottobre scorso, i cittadini italiani residenti negli USA hanno avuto l'amara sorpresa della cancellazione dei programmi Rai dai palinsesti delle piattaforme satellitari che offrivano tali servizi negli USA;
ora, per continuare a vedere i programmi Rai, bisogna rivolgersi ad altre piattaforme, e si rischiano aumenti del costo percentualmente altissimi;
si tratta di un costo ingiustificabile per una emittente pubblica che è chiamata ad informare anche i cittadini italiani che vivono all'estero;
l'informazione verso le nostre Comunità all'estero non è solo un dovere ma rappresenta anche un investimento strategico volto a mantenere vivo il legame di connazionali all'estero con la Madrepatria e ad integrarli nella rete del Sistema Italia nel mondo.
Per sapere
quali provvedimenti intende adottare l'Azienda radiotelevisiva pubblica italiana per permettere ai connazionali residenti all'estero di continuare a seguire i programmi Rai a costi ragionevoli. (15/149)
RISPOSTA – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
La questione afferisce al mancato rinnovo del contratto con l'operatore satellitare Dish, scaduto il 3 ottobre: pur a seguito di una lunga e complessa negoziazione, infatti, la trattativa non ha portato a un esito positivo principalmente in relazione alla richiesta di mantenimento di esclusiva da parte dell'operatore statunitense, il cui accoglimento si sarebbe posto in contrasto all'obiettivo di servizio pubblico della Rai di assicurare la massima distribuzione possibile della propria offerta, su tutte le piattaforme.
In tale quadro sono state comunque chiuse positivamente le trattative con due nuovi operatori: Directv – leader del mercato – attivo sia sulla tecnologia distributiva satellitare che su quella OTT, e Fubo TV, attivo sulla tecnologia OTT. In parallelo sono state fornite al pubblico tutte le necessarie informazioni sulla situazione in essere con l'obiettivo di minimizzarne i disagi.
Ad oggi, in conclusione, i canali Rai negli Stati Uniti sono diffusi da 18 operatori (i cui dettagli sono riscontrabili su http://raitalia.us/getrai/).
GARNERO SANTANCHÈ. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
premesso che:
Il professor Carlo Cottarelli è ospite fisso alla trasmissione "Che tempo che fa" in onda su Rai Uno.
Si chiede di sapere:
Quali criteri siano alla base della scelta di invitare costantemente il professor Cottarelli a prendere parte alla trasmissione;
Se tale partecipazione sia a titolo oneroso e, in caso affermativo, a quanto ammonti il compenso. (16/152)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
La scelta di invitare il professor Cottarelli in qualità di ospite fisso nel programma «Che Tempo che fa» è stata effettuata alla luce della vasta esperienza acquisita dallo stesso in ambito internazionale (con ruoli di vertice al Fondo Monetario Internazionale dal 1988); tale know how rappresenta un elemento chiave per fornire in modo semplice al grande pubblico dei telespettatori della rete ammiraglia della Rai un'informazione accurata su temi di grande rilievo ma di tutt'altro che agevole comprensione.
La Rai ha un accordo-quadro di appalto parziale con la società Officina, controllata al 50 per cento da Fabio Fazio, per la realizzazione delle puntate di «Che Tempo Che Fa», approvato a giugno 2017 dal precedente Consiglio di Amministrazione; all'interno di tale contratto è previsto un valore forfettario a puntata per la presenza degli ospiti e per le relative spese; in tale quadro è pertanto Officina che stipula direttamente i contratti con gli ospiti. A tale riguardo la società ha specificato che il prof. Cottarelli ha sottoscritto una liberatoria con relativa cessione di diritti di immagine relativa alla partecipazione al programma a titolo gratuito:
l'Università Cattolica ha sottoscritto un contratto per la fornitura dei contenuti per l'intervento del prof. Cottarelli nel Programma e per garantirne la partecipazione nel programma per illustrare i suddetti contenuti;
a fronte di tale consulenza l'Università Cattolica riceve la somma di euro 6.500,00 a puntata;
Officina ha tracciato un perimetro per l'esclusiva della partecipazione del Prof. Cottarelli a programmi tv; restano fuori da tale esclusiva tre deroghe (mai nella giornata di domenica e lunedì), l'intervento in Telegiornali e la trasmissione di una intervista già registrata per il programma Report.
VERDUCCI, FARAONE, MARGIOTTA. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
premesso che:
i lavoratori atipici della Rai sono professionisti con partita Iva che da molti anni svolgono una funzione fondamentale che concorre alla crescita e all'innovazione dell'Azienda. Questa tipologia di lavoratori opera quotidianamente con orari uguali o superiori a quelli dei lavoratori dipendenti, configurando, di fatto, un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato. A tale condizione di subordinazione, tuttavia, corrisponde una mancanza di diritti e garanzie fondamentali di cui, invece, dispongono i lavoratori a tempo determinato e indeterminato;
la prima fase concorsuale del 2015, basata sull'accordo sindacale del 23 dicembre 2014 che puntava alla stabilizzazione di una parte di atipici, ha portato ad un numero esiguo di assunzioni: intorno alle 170 unità tra assistenti ai programmi e programmisti registi. Nella stragrande maggioranza i concorsisti sono stati assunti dalla Rai con contratto a tempo determinato anziché a tempo indeterminato, peraltro senza usufruire dei vantaggi fiscali introdotti dal Governo per le assunzioni a tempo indeterminato, e lasciando fuori dal processo di stabilizzazione una moltitudine di lavoratori rimasti senza diritti;
il 28 febbraio 2018 la Rai ha sottoscritto un accordo con le parti sociali che prevede, fra l'altro, che tra i mesi di maggio e settembre 2018: «Le parti, con l'obiettivo di non disperdere ed acquisire competenze professionali consolidate attraverso collaborazioni reiterate negli anni, effettueranno una disamina delle esigenze di personale in ambito editoriale, verificando in particolare i criteri selettivi da utilizzare per individuare il personale che sia stato utilizzato dalla Rai in modo costante con contratti di lavoro autonomo e che abbia requisiti di professionalità e competenza, al fine di individuare percorsi di stabilizzazione»;
qualora si continuasse a non dare seguito a quanto previsto dall'accordo del 28 febbraio 2018 sulla stabilizzazione dei lavoratori atipici nel quadro delle politiche attive concordate tra Rai e Sindacati, le associazioni che rappresentano i parasubordinati atipici hanno manifestato l'intenzione di ricorrere alle vie legali per ottenere il riconoscimento giudiziale della condizione di lavoratori subordinati;
si chiede di sapere
quale posizione intenda assumere la Rai nei confronti dei lavoratori atipici sopra descritti;
in particolare, se l'Azienda intenda procedere – come da accordo sottoscritto – con la realizzazione di una nuova fase concorsuale finalizzata alla stabilizzazione di un congruo numero di atipici sulla base di criteri di selezione ben definiti con le parti sindacali, tenuto conto del ricambio generazionale alimentato dalle uscite pensionistiche, e in considerazione del fatto che le cause giudiziali rischiano di gravare pesantemente sui bilanci della Rai più di quanto non possa incidere un eventuale percorso di stabilizzazione di detto personale. (17/154)
RISPOSTA – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
In primo luogo appare opportuno mettere in evidenza come il tema della stabilizzazione del personale atipici debba essere inquadrato all'interno dello scenario che si verrà a determinare nei prossimi mesi con la definizione – ai sensi del Contratto di servizio – del piano industriale, del piano editoriale e degli altri progetti di carattere strategico. In merito, si segnala come la convenzione decennale di servizio pubblico impegni la Rai, tra l'altro, a presentare un Piano Editoriale che «può prevedere la rimodulazione del numero dei canali non generalisti» e un Piano di Riorganizzazione dell'Offerta Informativa «che può prevedere anche la ridefinizione del numero delle testate giornalistiche».
Ciò premesso, con riferimento alla selezione del 2015, per le 345 risorse in possesso dei requisiti previsti dall'accordo sindacale, si sono determinati i seguenti sviluppi: 170 hanno ritenuto di ritirare la propria candidatura i rimanenti 175 sono stati ammessi alle prove selettive, con i seguenti esiti:- 51 sono stati stabilizzati nel 2015;- 24 si sono ritirati dalla procedura; -100 sono stati inseriti in appositi bacini con assunzione prevista entro il 2021 ma, in relazione agli effetti prodotti dal «Decreto Dignità» è intervenuto un accordo con i Sindacati che ne prevede il sostanziale assorbimento nel corso del 2019;
Sempre con riferimento al tema del personale assunto con contratti di Lavoro Autonomo è in corso con i Sindacati firmatari del CCL per i «Quadri, Impiegati ed Operai» un confronto sulle «Politiche Attive» nel cui ambito viene discussa la possibilità di effettuare una iniziativa selettiva finalizzata a percorsi di stabilizzazione rivolta agli «atipici», che siano stati utilizzati con sufficiente continuità presso la Rai negli ultimi anni e che abbiano retribuzioni di livello non elevato. Inoltre è in corso con l'Usigrai e la FNSI una trattativa, di identico contenuto della precedente, riguardante i lavoratori «atipici» che svolgono al di fuori delle testate radiofoniche e televisive attività qualificabili come giornalistiche.
MOLLICONE, RIZZETTO. — All'Amministratore delegato della Rai.
premesso che:
il 4 novembre 1918 l'Italia vinceva la prima guerra mondiale, dopo 42 mesi di combattimenti che portarono a oltre seicentomila morti soltanto tra i soldati, senza contare i civili, il cui numero di vittime fu di poco inferiore;
si tratta di un'immane tragedia, come tutte le guerre, ma anche di una grande vittoria, frutto dell'eroismo dei nostri soldati che, accorsi da tutta Italia, dalle terre irredente e perfino da oltre mare, fecero sì che uno Stato appena formato diventasse davvero nazione;
il passato è parte integrante dell'identità di un popolo e, in questo spirito e per tenere viva la memoria collettiva, nel giugno 2013 è stato istituito il Comitato interministeriale per il centenario della prima guerra mondiale e la legge di stabilità per il 2014, legge 27 dicembre 2013, n. 147, ai commi 308 e 309 dell'articolo 1, ha stanziato fondi per la messa in sicurezza, il restauro dei «luoghi della memoria» e per promuovere la conoscenza degli eventi dalla prima guerra mondiale, preservarne la memoria in favore delle future generazioni, attraverso la realizzazione di manifestazioni, convegni, mostre, itinerari, anche con il coinvolgimento attivo delle scuole;
nonostante le intenzioni lodevoli, gli interventi previsti non sembrano aver raggiunto il loro scopo;
proprio i lavori di ristrutturazione dei monumenti, certamente necessari, paradossalmente rendono difficoltosa e talvolta impossibile la fruizione dei sacrari, proprio nell'anno della celebrazione del centenario della vittoria;
tutta l'attività celebrativa è praticamente concentrata nel restauro, mentre risulta assolutamente trascurato l'aspetto culturale e informativo, cosicché questo anniversario, fondamentale per la nostra storia, sta, di fatto, passando in sordina;
sul sito ufficiale del centenario le attività del Governo sono ferme agli anni scorsi e le attività patrocinate, gratuitamente, sono pochissime spesso e frutto dell'impegno di meritorie ma piccole associazioni, generalmente dedicate agli specialisti, mentre manca completamente la diffusione verso il grande pubblico;
il calendario delle attività di ottobre e novembre 2018 presenta solo sette eventi, mentre le attività più importanti, quelle cioè per le scuole, sono ferme al 2015;
fondamentale, per la formazione dei giovani, è comprendere il significato di quella vittoria, non sotto il profilo militare, ma soprattutto sotto quello culturale, perché essa rappresentò il compimento del processo risorgimentale, facendo sentire per la prima volta gli italiani come un vero popolo sotto la stessa bandiera;
a parere dei firmatari del presente atto vi è stata una sorta di rimozione dell'evento della vittoria, frutto di un clima culturale che, purtroppo, deprezza valori fondamentali, come l'orgoglio e l'amore patrio, condannando apoditticamente i valori militari in nome di una malintesa ideologia «pacifista», in ragione della quale ci si dovrebbe quasi vergognare di aver combattuto e persino vinto una guerra, tanto è che, in Italia, il 4 novembre (giorno in cui fu firmato l'armistizio siglato con l'impero austro-ungarico) non è più un giorno festivo, e tantomeno una festa della vittoria, quanto la giornata dedicata alle forze armate;
i soldati sul Carso e sul Piave, i marinai nell'Adriatico e nei sommergibili, gli avventurosi pionieri dell'aviazione meritano l'attenzione, il riconoscimento e la celebrazione di tutti gli italiani.
Si chiede
di rendere noto il palinsesto dedicato al centenario della grande guerra su tutte le reti Rai e ad aumentare gli spazi dedicati alle celebrazioni del 4 novembre prossimo.
(18/157)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
La Rai, d'intesa con il Ministero della Difesa, dedica ogni anno ampi spazi del proprio palinsesto alle celebrazioni della Festa delle Forze Armate. Quest'anno, in particolare, in coincidenza con il Centenario della Grande Guerra, la programmazione televisiva dedicata alla ricorrenza sarà arricchita da ulteriori iniziative editoriali.
Di seguito si riepiloga quanto pianificato fino ad oggi riportato – per comodità di esposizione – per rete. Ulteriori iniziative saranno progressivamente definite con l'approssimarsi della ricorrenza.
Rai1
Giovedì 1o novembre – Uno Mattina (dalle ore 06:30): spazio in diretta con rappresentanti delle Forze Armate. – Porta a Porta (ore 23:40): la puntata sarà dedicata alle celebrazioni del 4 novembre e vedrà, tra gli ospiti, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, esponenti delle forze armate e storici.
Venerdì 2 novembre – Uno Mattina (dalle ore 06:30): spazio all'anniversario con un collegamento con un Contingente di Forze Italiane dislocate all'estero. Inoltre, Franco Di Mare dedicherà il suo editoriale all'anniversario, registrato nei luoghi ove si sono svolte le fasi conclusive della Grande Guerra. – La Vita in diretta (16:35): approfondimento all'anniversario (ospiti in corso di definizione).
Sabato 3 novembre – Linea verde life (12:20): la trasmissione dedicherà uno spazio alla città di Trento per ricordare e celebrare la ricorrenza. – Linea Blu (14:00): la trasmissione riserverà una puntata speciale alla Grande Guerra.
Domenica 4 novembre – Uno Mattina in famiglia (dalle ore 06:30): spazio di approfondimento alla ricorrenza.
Rai2
Venerdì 2 novembre – I Fatti Vostri (11:00): spazio in corso di definizione.
Domenica 4 novembre – Trieste. Diretta della Cerimonia della Giornata delle Forze Armate e dell'Unita Nazionale (11:45-12:55) alla presenza del Presidente della Repubblica e a cura del Tg 2.
Rai 3
Da lunedì 29 ottobre sino a venerdì 2 novembre – Passato e Presente (13:15 su Rai 3 e alle 20:30 su Rai Storia): Paolo Mieli e i giovani studenti di storia in studio dialogheranno con alcuni dei massimi esperti della Grande Guerra su questi temi: il prof. Alessandro Barbero e l'odissea dei prigionieri; il prof. Marco Mondini e Re Vittorio Emanuele III e il Generale Armando Diaz; il prof. Antonio Gibelli e la liberazione di Trento e Trieste; la Prof.ssa Barbara Bracco e i mutilati nel corpo e nell'anima; il Prof. Giovanni Sabbatucci e il mito del combattente.
Sabato 3 novembre – Le Parole della Settimana (20:15): spazio in corso di definizione.
Domenica 4 novembre – Documentario La Grande Storia (ore 10:30): La Grande Guerra a colori: da Caporetto a Versailles.
Testate: tutte dedicheranno ampia copertura informativa all'anniversario. Più in particolare: – TGR: seguirà, nelle sue diverse articolazioni regionali, le iniziative previste sul territorio. – RaiNews 24 (sabato 3 e Domenica 4 novembre): seguirà in diretta le celebrazioni e si collegherà con i luoghi simbolo della guerra.
Rai Storia – Sabato 27 ottobre: Italia, viaggio nella Bellezza (21:10), dedicata al racconto dei beni culturali, della loro tutela e valorizzazione: Il patrimonio in divisa da guerra. Un racconto delle imprese di Ugo Ojetti e dei suoi monument man, impegnati nella difesa delle opere d'arte in zona di guerra. È il racconto della scoperta del valore del patrimonio per il nostro paese, una storia che inizia il 24 maggio 1915, primo giorno di guerra e bombardamento austriaco su Venezia. – Lunedì 29 ottobre-venerdì 2 novembre (in replica da sabato 3 a lunedì 5 novembre): Passato e Presente (vedi sopra).
Rai Storia (’14 –’18 La Grande Guerra) – Tutti i mercoledì dal 4 luglio, 20 puntate in prima serata, con la narrazione di Carlo Lucarelli e la consulenza scientifica di Antonio Gibelli e Mario Isnenghi. – Sabato 3 novembre (21:10): L'armistizio, la vittoria e gli sconfitti della Grande Guerra, un documentario che, partendo dalla Battaglia del Solstizio nel giugno del 1918, racconta gli ultimi mesi di conflitto con la resistenza sul Piave e sul Monte Grappa che si trasforma nell'avanzata vittoriosa su Vittorio Veneto e nella liberazione di Trento e Trieste. – Sabato 3 novembre (22:10): Italiani–Armando Diaz, una biografia sul Duca della Vittoria, il Generale Armando Diaz. – Domenica 4 novembre (18:30): 4 novembre 1918 un programma realizzato da Vittorio Calvino nel 1955, dedicato al giorno dell'armistizio e alla battaglia di Vittorio Veneto che precedette tale evento. – Domenica 4 novembre (19:30): 4 novembre. Frammenti dalle celebrazioni, frammenti dalle celebrazioni un percorso nel tempo composto da cinegiornali militari e da filmati dell'archivio Rai.
Rai Cultura Web e Social: Rai Cultura Web e Social promuoverà sui portali e sui social le iniziative editoriali dedicate all'anniversario delle Forze Armate e Centenario della Vittoria nella Grande Guerra.
TIRAMANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
premesso che:
negli Stati Uniti, a partire dal 4 ottobre u.s. — come risultante da comunicazione ufficiale — Rai Italia, Rai World Premium e Rai News 24 non sono più disponibili sulle piattaforme satellitari Dish e Sling, rimanendo fruibili soltanto su altre piattaforme (come DirecTV e Fubo);
lo switch off dei tre canali sulle piattaforme suddette è avvenuto senza preavviso per i tanti cittadini abbonati, italiani e non, residenti negli Stati Uniti, che da un giorno all'altro si sono trovati impossibilitati a vedere i canali RAI distribuiti all'estero; il disservizio ha interessato un numero cospicuo di soggetti: basti pensare che gli abbonati al bundle di canali in lingua italiana della sola piattaforma Dish sono più di 30.000;
considerato che
responsabile della diffusione dei canali RAI nel mondo è Rai Com, società facente ovviamente parte del gruppo Rai;
a partire dal 1o giugno 2015 — stando ai piani allora elaborati da Rai Com — ia distribuzione dei canali Rai World nel Nord America (e quindi anche negli Stati Uniti) è affidata alla società Condista;
ritenuta imprescindibile la necessità di garantire ai cittadini italiani residenti negli Stati Uniti la fruizione agevole dei canali Rai mediante le piattaforme satellitari più diffuse.
si chiede di sapere
quali siano le ragioni per le quali, dal 4 ottobre, i canali di Rai World non sono più disponibili sulle piattaforme satellitari statunitensi Dish e Sling, e a chi debba attribuirsi la responsabilità di questa scelta;
se a tutt'oggi la distribuzione dei canali Rai World negli Stati Uniti sia affidata a Condista e, se sì, quali siano i dettagli dell'accordo commerciale (soprattutto in termini di costi e ricavi). (19/163)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
Per quanto attiene al tema del mancato rinnovo del contratto con l'operatore satellitare Dish (scaduto il 3 ottobre), si mette in evidenza come pur a seguito di una lunga e complessa negoziazione, la trattativa non ha portato a un esito positivo principalmente in relazione alla richiesta di mantenimento di esclusiva da parte dell'operatore statunitense, il cui accoglimento si sarebbe posto in contrasto all'obiettivo di servizio pubblico della Rai di assicurare la massima distribuzione possibile della propria offerta, su tutte le piattaforme.
In tale quadro sono state comunque chiuse positivamente le trattative con due nuovi operatori: Directv – leader del mercato – attivo sia sulla tecnologia distributiva satellitare che su quella OTT, e Fubo TV, attivo sulla tecnologia OTT. In parallelo sono state fornite al pubblico tutte le necessarie informazioni sulla situazione in essere con l'obiettivo di minimizzarne i disagi.
Ad oggi, in conclusione, i canali Rai negli Stati Uniti sono diffusi da 18 operatori (i cui dettagli sono riscontrabili su http://raitalia.us/getrai/).
Per quanto riguarda la tematica della distribuzione commerciale dei canali del Gruppo Rai presso il territorio statunitense, questa è affidata alla società Content Distribution Associates LLC (in breve Condista). L'accordo commerciale – di durata quinquennale – lega la società a Rai Com (società del Gruppo Rai che si occupa della distribuzione dei canali all'estero) e si basa su un classico modello di condivisione dei ricavi da distribuzione nel territorio considerato fra licensor (mandante: Rai Com) e licensee (mandatario: Content Distribution Associates LLC).
ANZALDI. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
premesso che:
Secondo quanto la Rai sostiene nella risposta all'interrogazione del senatore Maurizio Gasparri, il professor Cottarelli ha sottoscritto con la società «L'Officina» una liberatoria con relativa cessione di diritti di immagine relativa alla partecipazione al programma a titolo gratuito;
l'Università Cattolica ha sottoscritto un contratto per la fornitura dei contenuti per l'intervento del professor Cottarelli nel Programma e per garantire la partecipazione del Prof. Cottarelli nel Programma per illustrare i suddetti contenuti. A fronte di tale consulenza l'Università Cattolica riceve la somma di 6.500 euro a puntata;
l'Officina ha tracciato un perimetro per l'esclusiva della partecipazione del Professor Cottarelli a programmi tv: restano fuori da tale esclusiva tre deroghe (mai nella giornata di domenica e lunedì), l'intervento in Telegiornali e la trasmissione dì una intervista già registrata per il programma Report.
risulta evidente che la partecipazione di Cottarelli a «Che Tempo che fa» non è la semplice ospitata di un uomo pubblico, ma è dettagliatamente regolata da un contratto che è stato evidentemente curato da un agente;
secondo indiscrezioni giornalistiche l'agente in questione sarebbe Beppe Caschetto, già agente di Fazio e di gran parte di collaboratori e ospiti della trasmissione «Che Tempo che fa»;
se la Risoluzione contro i conflitti di interessi di agenti, autori e conduttori, approvata un anno fa all'unanimità dalla commissione di Vigilanza, fosse stata applicata dalla Rai, il contratto con l'Officina non esisterebbe e a "Che tempo che fa" non potrebbero esserci più di 3 artisti contrattualizzati con lo stesso agente, tetto che la trasmissione di Fazio sfora sistematicamente;
Si chiede di sapere
se risponde al vero che il contratto del professor Cottarelli con la trasmissione «Che Tempo che fa», che prevede un compenso da 6.500 euro a puntata per l'Università Cattolica di Milano, sia stato curato dall'agente Beppe Caschetto, già curatore degli interessi del conduttore Fazio e di svariati ospiti e collaboratori della trasmissione;
se risponde al vero che la Cattolica sia cliente di Caschetto e quanto del compenso che la società di Fazio "L'Officina" gira all'Università per Cottarelli vada a Caschetto;
se il contratto della Rai con «L'Officina» sia stato già rinnovato dal Cda, che non prende decisioni da luglio, e in che data, o se l'azienda posseduta al 50% dal conduttore Fazio stia lavorando in deroga e senza alcun contratto formalizzato;
se l'azienda non ritenga doveroso applicare al più presto la Risoluzione contro i conflitti di interessi di agenti, autori e conduttori, approvata all'unanimità un anno dalla commissione di Vigilanza Rai. (20/165)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
Con riferimento al presunto rapporto tra il prof. Cottarelli e l'agente Caschetto, riportato da alcuni organi di stampa, si segnala che lo stesso Cottarelli ne ha smentito l'esistenza.
Per quanto attiene all'edizione 2018/2019 del programma «Che tempo che fa», si segnala che a settembre l'Amministratore Delegato ha provveduto alla sottoscrizione del contratto di appalto parziale con la società L'Officina (posseduta al 50%, da Fabio Fazio e Magnolia) in qualità di procuratore competente per valore; di tale contratto – che rientra nell'ambito del «Contratto preliminare» con Fazio di durata quadriennale approvato a giugno 2017 dal precedente Consiglio di Amministrazione – è stata fornita preventiva e idonea informativa al Consiglio, evidenziando tra l'altro l'avvenuta presentazione del programma (giugno 2018) nei palinsesti della stagione autunnale agli investitori pubblicitari, a seguito della relativa approvazione consiliare.
Con riferimento, invece, al tema dell'applicazione da parte di Rai della «Risoluzione sull'adozione da parte della Rai di procedure aziendali volte a evitare possibili conflitti di interesse da parte degli agenti di spettacolo», si segnala un rilevante cambiamento nel quadro normativo di riferimento: l'art. 34 della legge 14 novembre 2016, n. 220 (c.d. «decreto Franceschini»), infatti, ha attribuito all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni il compito di emanare uno specifico regolamento per stabilire quali debbano essere «le misure finalizzate a rafforzare meccanismi di mercato funzionali a una maggiore concorrenza, anche mediante l'adozione di specifiche regole dirette a evitare situazioni di conflitto di interessi tra produttori e agenti che rappresentino artisti e a incentivare la pluralità di linee editoriali». In tale quadro l'Autorità ha quindi provveduto a definire uno specifico schema di regolamento, sottoponendolo – come da prassi – a consultazione pubblica prima di pervenire all'approvazione definitiva del testo.
L'intervento dell'Autorità, peraltro, rientra nello spirito della stessa Risoluzione che, nelle premesse, auspica «un intervento del legislatore che, anche al fine di rendere più trasparente il ruolo di ciascun operatore, possa favorire un riequilibrio nel ruolo degli agenti di spettacolo».
PARAGONE, DI NICOLA. — All'Amministratore delegato della Rai.
premesso che:
il 24 febbraio 2014 la Rai ha indetto un concorso per il reclutamento di 100 giornalisti professionisti da destinare al servizio pubblico;
hanno completato le prove 392 giornalisti. I primi cento più gli ex aequo sono inseriti nella graduatoria A, gli altri idonei nella graduatoria B. La Rai ha avviato le assunzioni nell'ottobre 2016;
l'articolo 7 del bando di concorso sopracitato prevedeva che: «[...]« Al termine della procedura selettiva verrà formata una graduatoria finale relativa ai primi 100 candidati (al netto di eventuali ex aequo) che avrà validità per 3 anni dalla pubblicazione. [...]»;
nel marzo 2017 la Rai eleva il numero dei chiamati a 200, giudicando così superata la distinzione tra graduatorie A e B;
il numero dei chiamati per contratti di un anno rinnovabili è fermo per ora a 179 (196 comprendendo i giornalisti chiamati per sostituzioni estive e di maternità);
considerato che
nella XVII legislatura la sorte degli idonei Rai 2015 è stata già oggetto di interrogazioni ed interventi in Vigilanza;
l'articolo 1, comma 1096, della legge 205/2017 (legge di Bilancio 2018) «Al fine di assicurare il pieno ed efficace svolgimento delle attività funzionali al raggiungimento degli obiettivi istituzionali e societari attribuiti alla società concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, nonché di garantire gli equilibri concorrenziali nel mercato radiotelevisivo» esenta la Rai dalle misure di contenimento-della spesa previste per le pubbliche amministrazioni e, nelle righe immediatamente successive, afferma che l'azienda può avviare, in un'ottica virtuosa di risparmio a medio-lungo termine, immissioni in organico di figure al livello retributivo più basso, attingendo in primis al personale idoneo inserito nelle graduatorie 2013 e 2015 di giornalisti professionisti riconosciuti idonei»;
tenuto conto che
il 19 ottobre la graduatoria scadrà.
si chiede di sapere
quali iniziative la Commissione ritenga opportuno adottare affinché si richiami l'attenzione della Rai sulla situazione sovraesposta ed in particolare chiedere di sapere se intenda esaurire la graduatoria degli idonei o di indire un nuovo concorso. (21/166)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
Per quanto attiene alla procedura selettiva richiamata nell'interrogazione di cui sopra, la Rai ha sin qui proceduto, avvalendosi della c.d. «graduatoria B», (che include, come noto, tutti i partecipanti che si sono presentati alla commissione esaminatrice che hanno conseguito un punteggio inferiore a quello dei primi 100 in graduatoria) all'assunzione fino al numero 196 (201 per effetto degli «ex aequo»). È attualmente in fase di valutazione l'opportunità di procedere a una proroga della validità della scadenza della graduatoria di cui sopra – attualmente prevista al corrente mese di ottobre – ai fini della copertura di esigenze di organico.
Tale iniziativa sarà portata avanti nell'ambito del più ampio quadro strategico di riferimento che si verrà a determinare nei prossimi mesi in funzione della definizione (come previsto all'articolo 25 del Contratto di servizio) di: «un piano industriale di durata triennale che, sulla base della definizione di adeguate risorse, rese disponibili dalle quote di canone destinate al servizio pubblico, per lo svolgimento delle attività di cui al Contratto, preveda – in coerenza con le previsioni della Convenzione – interventi finalizzati a conseguire obiettivi di efficientamento e razionalizzazione attinenti agli assetti industriali, finanziari e di produttività aziendale anche al fine di recuperare risorse...»; «un piano editoriale che....possa prevedere la rimodulazione del numero dei canali non generalisti, l'eventuale rimodulazione della comunicazione commerciale nell'ambito dei medesimi canali nonché ridefinizione della missione dei canali generalisti»; «un piano di riorganizzazione dell'informazione che può prevedere anche la ridefinizione del numero delle testate giornalistiche».
MOLLICONE, RIZZETTO. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
premesso che:
si lamenta un progressivo depauperamento della sede del Tgr di Udine, con graduale venir meno della presenza giornalistica nelle varie edizioni dei telegiornali e radiogiornali, a causa della mancanza di risorse e mezzi idonei;
oltre a ciò, si evidenzia l'abbandono da parte del servizio informativo di interi territori del Friuli, in particolare, della provincia di Udine, la più vasta e popolosa della regione, che risulta essere oggetto di soli servizi contingenti e non delle reali esigenze e criticità del territorio;
elemento indispensabile della specialità e autonomia del Friuli-Venezia Giulia è il mantenimento dell'informazione regionale e delle conseguenti strutture, adottando iniziative a tutela della sede Rai di Udine per riparare all'attuale squilibrio informativo; bisogna promuovere tutte le azioni necessarie per salvaguardare l'articolazione regionale del servizio radiotelevisivo pubblico Rai e la sede Rai del Friuli-Venezia Giulia quale Centro di produzione decentrato, per la necessaria promozione e tutela delle culture e delle minoranze linguistiche presenti in regione, anche in conformità alla convenzione stipulata tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l'informazione e Rai Com S.p.a. per la trasmissione di programmi radiofonici e televisivi in lingua. francese nella Regione Valle d'Aosta e di programmi radiofonici. e televisivi in lingua slovena nonché radiofonici in lingua italiana e friulana nella Regione Friuli-Venezia Giulia;
Per sapere
quali siano gli orientamenti su quanto esposto in premessa e se e quali provvedimenti si intenda adottare per riparare alle criticità emerse della sede Rai di Udine, rafforzandola nel suo ruolo di presidio territoriale e garantendole personale e dotazione tecnologica adeguati, in attuazione della normativa italiana ed europea di tutela delle minoranze linguistiche nelle zone di appartenenza. (22/176)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
Il tema della Rai a Udine rientra nel più ampio ambito della presenza del servizio pubblico sul territorio, che costituisce uno degli elementi caratterizzanti della missione.
In tale quadro, l'organico di Udine è composto da un vice caporedattore e due capiservizio impegnati nelle line, due redattori ordinari a copertura del territorio, un telecineoperatore e una segretaria di redazione, e garantisce servizi radio e TV realizzati quotidianamente sul territorio; a tale attività si aggiunge da luglio anche la gestione del sito web quale strumento a integrazione dell'informazione regionale della TGR in Friuli.
Sotto il profilo dell'ascolto (relativo, ovviamente, alla TGR Friuli) si segnalano, in particolare, i seguenti risultati: + 7,3 per cento per Buongiorno Regione che è passata dal 19,9 per cento di share del 2016/17 al 27,2 per cento della stagione 2017/2018; + 3,93 per cento per il Tg delle 14 che nel periodo gennaio-agosto 2018 ottiene il 35,39 per cento di share rispetto al 31,46 per cento dello stesso periodo del 2017; + 5,74 per cento per il Tg delle 19,30 che nel periodo gennaio-agosto 2018 raggiunge il 28,71 per cento di share, contro il 22,97 per cento dello stesso periodo del 2017, un risultato che, nel periodo analizzato, fa del Tg della TGR del Friuli il primo telegiornale regionale d'Italia per ascolti nella fascia delle 19,30.
Ciò premesso, per quanto concerne la valutazione prospettica della presenza Rai in Friuli (e, quindi, anche a Udine) si segnala che un elemento di rilievo è rappresentato da quanto previsto dal Contratto di servizio 2018-2022 che, all'articolo 25, comma 1, lett. k) impegna la Rai a «presentare al Ministero, per le determinazioni di competenza, un progetto operativo di tutela delle minoranze linguistiche concordato con le regioni interessate»; tale progetto, per quanto concerne la lingua friulana, dovrà prevedere «la produzione e distribuzione di trasmissioni radiofoniche e televisive, nonché di contenuti audiovisivi».
FUSCO. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
premesso che:
numerosi soggetti, privati e in particolar modo aziende, hanno manifestato allo scrivente difficoltà nel mettersi in contatto con l'Azienda, attraverso il numero verde dedicato, per questioni relative al canone di abbonamento al servizio pubblico radiotelevisivo;
che spesso si tratta di aziende che, pur avendo cessato l'attività, si vedono tuttora recapitare l'avviso di pagamento e non riescono così a evitare l'ingenerarsi di una situazione debitoria;
che, nell'ottica del rafforzamento del rapporto di fiducia tra l'Azienda e i cittadini sarebbe opportuno garantire risposte in tempo reale a tali problematiche.
Si chiede di sapere
se all'Azienda risultino segnalazioni riguardo a carenze nel funzionamento del numero verde dedicato agli abbonati;
come sia attualmente organizzato il servizio e, in particolare, quali e quanti siano gli operatori dedicati al servizio per ogni turno;
se siano in programma iniziative per potenziare il servizio e, in particolare, se sia prevista l'istituzione di sportelli territoriali presso i quali l'utenza possa recarsi per dirimere contestualmente le questioni concernenti il canone di abbonamento.
(23/178)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
Il numero verde 800.938.362 «Risponde Rai» fornisce informazioni gratuite, in italiano e in tedesco, in materia di canone televisivo e di raccolta di opinioni e partecipazione ai programmi della Rai. Il servizio è attivo per il canone televisivo dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle ore 21 ed è raggiungibile da telefoni fissi e mobili; è accessibile a tutti i paesi fuori dall'Italia con la tariffa a pagamento applicata dal proprio gestore telefonico per le chiamate verso l'Italia. Il servizio è affidato in outsourcing – a seguito di procedura ad evidenza pubblica – alla società Numero Blu servizi S.p.A.
Il numero degli operatori dedicati al servizio viene determinato in funzione del traffico telefonico in arrivo al fine di stabilire automaticamente il dimensionamento del numero di postazioni operatore da impiegare in modo da garantire il rispetto dei livelli di servizio fissati.
In caso di telefonate aventi per oggetto problematiche particolarmente complesse la chiamata viene trasferita dall'operatore di Call Center di primo livello a personale Rai specializzato disponibile presso le 21 sedi regionali che gestirà il quesito.
Tutto ciò premesso, si segnala che ad oggi non risultano particolari segnalazioni di carenze per il servizio in questione.
Da ultimo, infine sono già a disposizione dell'utenza gli sportelli delle 21 Sedi Regionali Rai unitamente a diversi Punti di contatto con il pubblico distribuiti sul territorio nazionale. Tutte queste informazioni sono reperibili sul sito www.canone.rai.it.
DI LAURO. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
premesso che:
Michele Diomà è un produttore cinematografico indipendente, che nel 2016 ha co-prodotto e diretto il film-lungometraggio «Sweet Democracy» al quale ha preso parte anche il premio Nobel per la letteratura Dario Luigi Angelo Fo;
l'opera in questione, affronta temi quali l'immigrazione, la libertà di stampa e la finanza speculativa;
il progetto ha suscitato l'interesse della stampa di primo piano ed è stato selezionato in diversi Festival del cinema Internazionali e nell'ottobre del 2017 è stato presentato presso la New York University ottenendo riscontri positivi;
per quanto appreso dall'interrogante, l'opera è stata più volte proposta a vari canali Rai ma è sempre stata respinta;
in risposta ad una precedente interrogazione avente per oggetto quanto già sopra esposto, di cui è stato dato conto in data 26 febbraio 2018 in sede di Commissione di vigilanza Rai, indirizzata al Presidente e al Direttore Generale della Rai, gli stessi avrebbero dichiarato: «La proposta [...] non risulta essere pervenuta a Rai Cinema, società cui è stato affidato il ruolo di unica centrale di acquisto per tutto il Gruppo Rai con l'obiettivo di soddisfare i fabbisogni di programmazione di tutti i canali/piattaforme su cui è presente la capogruppo»;
tuttavia, all'interrogante è stata fornita copia dello scambio di mail tra il produttore Diomà e diversi rappresentanti del gruppo Rai, in cui si evince che le diverse emittenti hanno effettivamente avuto un'interlocuzione con il regista; nello specifico rappresentanti di Rai Cinema, Rai 2, Rai 5 e Rai Storia;
in «Sweet Democracy» essendoci l'ultima apparizione cinematografica dell'attore Dario Fo, secondo l'interrogante, sarebbe di grande rilevanza artistica e culturale la trasmissione del suddetto film dalle emittenti del servizio pubblico;
di quali precise informazioni disponga a riguardo e per quali ragioni il film è stato rigettato dalle varie emittenti;
se non ritenga opportuno valutare la possibile trasmissione del film in argomento in un contesto adeguato che riconosca i grandi meriti dell'opera intellettuale e di difesa della democrazia del maestro Dario Fo. (24/179)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
A seguito di specifiche verifiche effettuate all'interno di Rai Cinema – società che svolge il ruolo di centrale di acquisto per tutto il Gruppo Rai con l'obiettivo di soddisfare i fabbisogni di programmazione di tutti i canali/piattaforme su cui è presente la capogruppo – si riconferma che non risultano essere pervenute alla società proposte formali di acquisizione del prodotto, o almeno non risultano pervenute alle strutture competenti a valutare e fornire risposte ufficiali, nel caso specifico la struttura acquisto diritti per la tv.
Si segnala che nel corso degli ultimi giorni a fronte di una comunicazione diretta del produttore è stata avviata una interlocuzione con Rai Cinema, che provvederà, in linea con le procedure aziendali, ad inoltrare il film alla Direzione Palinsesto della Rai per avere valutazioni. Solo dopo una valutazione positiva con indicazione di una Rete/collocazione in palinsesto, Rai Cinema potrebbe avviare una negoziazione con l'avente diritto.
Una volta che a esito di tale interlocuzione seguirà una proposta formale di acquisizione dei diritti del prodotto, la società – in linea con le procedure aziendali – porterà il tema all'attenzione delle diverse strutture editoriali.
Da ultimo, si segnala che il tema «Sweet Democracy» è stato invece trattato in modo informale dal produttore Michele Diomà nei confronti di un funzionario di Rai Cinema nell'ambito di un incontro programmato su un progetto diverso; nell'occasione è stata anche segnalata la disponibilità del film-documentario in questione su alcuni siti liberamente accessibili da pubblico (tra i quali Youtube); tale situazione rende di fatto non praticabile l'ipotesi di acquisizione di diritti free, essendo gli stessi già sfruttati.
MOLLICONE. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
premesso che:
nella puntata di domenica 21 ottobre della trasmissione «Che tempo che fa», condotta su Rai 1 da Fabio Fazio, è stato ospite Mimmo Lucano, sindaco di Riace noto alle cronache degli ultimi giorni perché indagato dalla magistratura per reati quali «favoreggiamento dell'immigrazione clandestina» e «illeciti nell'affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti»;
nel corso della puntata Fabio Fazio ha intervistato il suo ospite senza alcun contraddittorio, lasciando quindi spazio alle considerazioni di una persona indagata che, proprio sulle questioni oggetto di indagine, ha argomentato con chiari intendimenti di propaganda politica;
tale intento si è reso evidente in diversi momenti della trasmissione ma, in particolare, quando l'intervistato ha palesemente invitato a non rispettare le leggi sull'immigrazione reato per il quale lo stesso Lucano è stato posto agli arresti;
nemmeno nell'occasione di un palese invito alla disobbedienza, propagandato su un canale del servizio pubblico, il conduttore ha rilevato l'opportunità di intervenire, dando così una nuova veste alla Rai, trasformata in palcoscenico per comizi politici e tribuna per indagati;
è quanto mai evidente che un tale atteggiamento, oltre a manifestare uno spregiudicato utilizzo del mezzo televisivo pubblico, rappresenta un chiaro impedimento al normale e sereno svolgimento del lavoro della magistratura che, evidentemente, non necessita della ribalta delle telecamere;
l'intervista a Mimmo Lucano è stata condotta non da un giornalista, qualificato a sostenerla e capace di rispettare le regole e le tutele che si impongono nel caso, ma da un condutture che ha rinnovato il suo contratto con la Rai catalogando il suo programma come "intrattenimento", al solo scopo di eludere il tetto dei trattamenti economici determinati dall'azienda, e strappando ai precedenti vertici Rai un rinnovo di contratto assolutamente fuori mercato;
la trasmissione in oggetto oltretutto, nonostante gli esorbitanti costi e la gestione disinvolta spesso al di fuori del perimetro delle regole, non garantisce alla Rai una costante supremazia negli ascolti rispetto alla concorrenza (come dimostrano ad esempio i dati rilevati nel corso dell'intervista a Mimmo Lucano, quando Canale 5 ha avuto uno share del 15.3 e Rai 1 del 14.6), creando così un rilevante danno all'azienda, sulla sua rete principale e in una fascia oraria determinante, per la divulgazione di contenuti e financo per la raccolta pubblicitaria;
risulta quanto mai evidente che tutta la vicenda si rileva come una chiara violazione degli obblighi del servizio pubblico, ridotto a salotto privato a spese degli italiani;
Si chiede di sapere
se i vertici aziendali ritengano sia stato opportuno ospitare e intervistare un cittadino inquisito, appena uscito dagli arresti domiciliari per i reati di cui in premessa, lasciando oltretutto che oggetto dell'intervista fossero proprio i reati contestati dalla magistratura, ad indagine ancora in corso;
se non intendano intervenire con Fabio Fazio e con la trasmissione «Che tempo che fa», anche a tutela della professionalità della testata giornalistica della rete, scavalcata nelle sue funzioni da un conduttore di programmi di intrattenimento;
se i risultati della trasmissione siano consoni alle aspettative della RAI in considerazione degli enormi costi e del posizionamento strategico all'interno del palinsesto del servizio pubblico.
(25/192)
GASPARRI. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
premesso che:
il sindaco di Riace, Domenico Lucano, è stato ospite, lo scorso 21 ottobre, nella trasmissione di Fabio Fazio «Che tempo che fa»;
nel corso della trasmissione Lucano, commentando la sua vicenda giudiziaria, ha paragonato le normative vigenti in Italia a quelle del nazismo ed ha potuto impunemente fare l'apologia della sua condotta;
su tale condotta i magistrati stanno da tempo indagando e sarebbero emerse numerose illegalità nella rendicontazione e in altre vicende ancora più gravi riguardanti matrimoni tra immigrati e alcuni anziani di Riace; illegalità che avevano portato anche all'arresto dello stesso Lucano;
il presentatore della trasmissione non ha replicato in alcun modo alle dichiarazioni di Lucano;
l'interrogante chiede di sapere
in che modo la trasmissione, andata in onda domenica, si concili con le garanzie di pluralismo e obiettività per le quali il presidente Foa si era impegnato in vista della sua elezione;
se i vertici Rai non ritengano di dover riferire sulla vicenda alla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.
(26/193)
TIRAMANI, BERGESIO, CAPITANIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
premesso che:
domenica 21 ottobre, nel corso della trasmissione «Che tempo che fa», trasmessa in prima serata su Rai 1, è stato invitato come ospite il sig. Domenico Lucano, per un'intervista realizzata dal conduttore della trasmissione, dott. Fabio Fazio;
considerato che
il sig. Lucano è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Locri (RC) con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e illeciti nell'affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti, quali reati compiuti nello svolgimento delle sue funzioni di sindaco del piccolo comune di Riace (RC);
in ragione delle accuse di cui sopra, il Giudice per le indagini preliminari ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari per il Lucano, in seguito revocata dal Tribunale del Riesame di Reggio Calabria e sostituita con la misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Riace (RC);
Si chiede di sapere:
quale sia la valutazione compiuta in merito all'opportunità di invitare come ospite il sig. Lucano, in ragione di quanto esposto in premessa, pur nell'ambito della libertà editoriale garantita a ciascuna trasmissione;
se non si condivida con gli interroganti che la scelta di invitare il sig. Lucano, al momento coinvolto in un procedimento giudiziario particolarmente delicato, possa costituire un pericoloso precedente rispetto al verificarsi, in futuro, di analoghe situazioni;
se il sig. Lucano, per la partecipazione alla trasmissione «Che tempo che fa», abbia percepito un compenso, anche sotto forma di rimborso spese.
(27/197)
RISPOSTA. – In merito alle interrogazioni in oggetto si informa di quanto segue.
«Che tempo che fa» ha un format che prevede interviste singole «one to one» e non dibattiti o confronti. In tale quadro gli autori del programma hanno ritenuto di intervistare il sindaco Lucano per la stretta attualità della sua vicenda personale e giudiziaria: nel corso dell'intervista, partendo dalla sua esperienza personale che risale ai primi sbarchi di immigrati provenienti dal Kurdistan sulla costa calabra nel 1998, Lucano ha ripercorso le iniziative che nel corso di questi vent'anni ha aiutato a favorire, riferendosi a scelte di tipo umanitario, assimilabili ad accoglienza spontanea, sfruttando le abitazioni disabitate disponibili nei paesi dell'entroterra che si sono spopolati a causa dell'emigrazione.
Il vertice aziendale si è interrogato sull'opportunità, anche sotto il profilo legale, di tale scelta e ha pertanto proceduto alla valutazione della situazione giudiziaria di Lucano: la struttura legale aziendale ha verificato in primo luogo la inesistenza di una policy aziendale che impedisca di ospitare e intervistare persone inquisite e, in secondo luogo, dopo aver visionato la prescrizione fatta a Mimmo Lucano, non ha ravvisato incompatibilità alla sua presenza in studio.
Sotto il profilo della dinamica degli ascolti nel corso dell'intervista (iniziata alle 21.02 e finita alle 21.26) si segnalano i seguenti dati: Rai 1 con il 15.9 per cento vince su Canale 5 (con il 15.4 per cento) dello 0.5 per cento; nel corso dell'intervista l'ascolto di Rai 1 cresce di +656.650 spettatori, dai 3.667.842 delle 21.02 ai 4.324.492 delle 21.26. In termini percentuali, Rai 1 cresce dal 14.3 per cento delle 21.02 al 16.8 per cento delle 21:26.
Da ultimo, Lucano non ha percepito alcun compenso nemmeno sotto forma di rimborso spese, tenuto conto del fatto che il viaggio e l'albergo sono stati prepagati direttamente dalla società come abitualmente avviene per gli ospiti che intervengono a titolo gratuito.
DE GIORGI, ANGIOLA. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
premesso che:
con la presente si segnala che nella puntata del 7 ottobre 2018 della trasmissione «Che tempo che fa», condotta da Fabio Fazio con Luciana Littizzetto si è perpetrato un episodio che noi giudichiamo in modo assolutamente negativo;
sono stati, infatti, ospiti in trasmissione 3 personaggi, uno dei quali impersonava, quale attore, il noto personaggio pubblicitario «Capitan Findus». Il fatto di aver nominato più volte il noto marchio del settore food e surgelati, costituisce sicuramente un danno nei confronti dei marchi concorrenti oltre a costituire pubblicità occulta;
vieppiù grave il siparietto con gli altri 2 ospiti, in quanto, mentre «Capitan Findus» non era impersonato dall'attore che abitualmente viene raffigurato in pubblicità, questi ultimi sono i signori Andrea Guidi e Bruno Briganti, i quali asseriscono di essere gli «Artigiani della qualità», testimonial nella pubblicità della società Poltronesofà spa;
in questo caso, si è trattato di un vero e proprio, oltre che incisivo, spot pubblicitario in favore della società Poltronesofà spa, in quanto:
1) i personaggi sono proprio quelli originali delle pubblicità della società del settore arredamento, ovvero i sigg.ri Guidi e Briganti;
2) il dr. Fazio afferma: «vi vedo sempre in televisione»;
3) la sig.ra Littizzetto afferma «sono già in pubblicità per natale», di fatto citando lo slogan dell'ultima campagna pubblicitaria della società Poltronesofà spa (Poltronesofà – Prezzi Outlet – Buon Natale – 30 (23-9-2018));
4) la sig.ra Littizzetto accarezza la pelle dei due testimonial, esprimendo apprezzamento (la qualità della pelle è, infatti, un requisito che il divano di qualità deve necessariamente possedere;
5) il dr. Fazio fa chiaramente cenno ai divani, mentre la sig.ra Littizzetto esclama che sono di Forlì. La società Poltronesofà nasce a Forlì nel 1995 (http://www.poltronesofa.com/it-IT/ChiSiamo );
6) si ascoltano altri riferimenti, conditi di ironia e sarcasmo, comunque idonei a rafforzare l'idea positiva dei due marchi tra i consumatori;
trattasi quindi di un vero e proprio spot pubblicitario, con riferimenti puntuali e concordanti, in diretta su Rai Uno, in una trasmissione che ha fatto registrare altissimi ascolti (dati Auditel: 3.674.000 spettatori – share 15,52 per cento) e che ha avuto anche risonanza su numerose testate giornalistiche che, ad esempio, titolano sarcasticamente:
«Fazio e Littizzetto oltre ogni limite: fanno anche pubblicità occulta», Secolo d'Italia 12/10/2018;
«Lo strano caso della Littizzetto artigiana della qualità», Libero quotidiano 12/10/2018; oltre a numerosi altri;
tutto quanto premesso, si chiede:
se la Rai sia a conoscenza dei fatti esposti e in particolare se ritiene che si sia trattato di pubblicità occulta nei confronti dei 2 marchi, oltre che di un indebito utilizzo della televisione di Stato, per tacere dei gravissimi danni nei confronti delle aziende concorrenti del settore food ed arredamento;
quali iniziative, anche di tipo ispettivo, la Rai, alla luce degli accadimenti, intenda adottare al fine di individuare le responsabilità dell'accaduto e impedire il ripetersi di eventi simili.
(28/199)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
In primo luogo si mette in evidenza come alcuni marchi o prodotti siano diventati parte integrante della nostra quotidianità il cui significato prescinde dal significante e i comici, in particolare, adoperano i paradossi pubblicitari come eccellente possibilità di satira o ironia. Cosa diversa è la pubblicità occulta, che ha l'obiettivo (in modo non palese) di spingere all'acquisto di un prodotto.
Nel caso specifico dell'episodio riportato nell'interrogazione di cui sopra, l'intervento comico della Littizzetto era la rappresentazione dell'uomo nella pubblicità e in particolare in alcuni spot televisivi e non dei prodotti pubblicizzati: infatti, nel corso della puntata di Che tempo che fa del 30 settembre la Littizzetto aveva lanciato una campagna ironica alla ricerca del suo uomo ideale con l'hastag #chemaritochefa; nel corso del suo intervento comico della successiva puntata del 7 ottobre la Littizzetto si riferisce ai protagonisti degli spot pubblicitari come suoi possibili ideali maschili. Facendo il ritratto di un suo possibile uomo ideale, infatti, lo descrive come forte e capace di usare strumenti utili a casa per piccoli lavori domestici, per tale ragione ironizzando presenta capitan Findus (in realtà un figurante somigliante all'attore dello spot) come uomo forte e in grado di proteggerla nelle tempeste e i due protagonisti dello spot «Poltrone e sofà» (marchio peraltro mai citato nel corso dell'intervento della Littizzetto) come esperti artigiani utili per ogni necessità casalinga. Dall'intervento della Littizzetto, pertanto, sembrerebbe emergere una sottolineatura ironica, oltre che un riferimento non ai prodotti ma alla tipologia di uomo rappresentato negli spot.
Ciò premesso, si ritiene che l'episodio in questione non contenga elementi di pubblicità occulta.
FARAONE. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
premesso che:
il 19 ottobre u.s., il Presidente della RAI, Marcello Foa, nel corso di una intervista al quotidiano israeliano Haaretz, ripresa dalla stampa nazionale ed internazionale, citando un rapporto in proposito, affermava che un «numero enorme» di eurodeputati, fra cui «l'intera delegazione del Pd» ha ricevuto finanziamenti dal miliardario George Soros;
nella stessa intervista, afferma ancora Foa, che gli attacchi contro Soros, preso di mira sia dal presidente americano Donald Trump che dal primo ministro ungherese Viktor Orban, non possono essere considerati antisemiti perché si basano sulle sue azioni. E che «Se fosse attaccato in quanto ebreo sarebbe antisemitismo, ma non è quello che accade e ritengo sia offensivo usare l'antisemitismo come alibi per soffocare questo dibattito», e che mentre le attuali diffidenze nei confronti dei migranti o delle minoranze «si basano sulla diretta esperienza sociale», la persecuzione degli ebrei durante la seconda guerra mondiale era invece «incentrata su una ideologia razzista»;
rispondendo ad una domanda sul termine «sovranismo», il Presidente Foa rispondeva spiegando che «in molti Paesi occidentali la gente non si sente più padrona a casa sua ed io penso che sia un legittimo sentire. Ci sono molte organizzazioni internazionali che hanno enormi poteri e nessuno sa di loro. E così quello che chiamiamo sovranismo è un meccanismo di autodifesa ... non abbiate paura dei nuovi populismi d'Europa»;
tali affermazioni, contravvengono a quel ruolo di garanzia nei confronti di tutte le posizioni culturali e politiche che il Presidente della RAI ha il dovere, per funzione, di assicurare sempre, garantendo autonomia e pluralismo dell'informazione pubblica;
la situazione determinatasi è assai grave e necessita di essere affrontata con massima urgenza;
si chiede di sapere:
quali interventi si ritiene di promuovere, al fine di assicurare all'informazione pubblica autonomia e pluralismo di posizioni culturali e politiche, a garanzia delle libertà di tutti i cittadini, e quali azioni si intende intraprendere nei confronti del Presidente della RAI, per le dichiarazioni lesive della dignità di esponenti istituzionali del nostro Paese.
(29/203)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
In primo luogo si ritiene opportuno mettere in evidenza quanto segue:
il Presidente della Rai, dottor Marcello Foa, era stato invitato in Israele dall'Istituto italiano di Cultura, in occasione della XVIII Edizione della rassegna «Lingua Italiana nel mondo» dal titolo «L'italiano e la rete, le reti per l'italiano», svolta sotto l'Alto patronato del Presidente della Repubblica, per svolgere una conferenza sul tema «Manipolazione dei media e fake news: la democrazia è in pericolo ?»;
in quella occasione il Presidente ha illustrato la sua visione dell'etica giornalistica e il suo impegno, in linea con gli obiettivi di Servizio Pubblico della Rai, nel difendere e nel promuovere un pluralismo autentico, autorevole, capace di contrastare la disinformazione in tutte le sue forme;
il messaggio che il presidente Foa ha inteso portare è riassunto dall'ANSA del 16 ottobre u.s. nel virgolettato: «Io come presidente della Rai... farò di tutto per ristabilire il rapporto di fiducia tra cittadini e media. La mia moral suasion è per una Rai più autorevole perché una stampa autorevole è la migliore risposta alle fake news»;
Tutto ciò premesso si precisa quanto segue:
a margine della visita in Israele, il Presidente Foa ha rilasciato due interviste: una al quotidiano «Haaretz», l'altra a «Israel Hayom», il giornale più diffuso in Israele. Mentre quest'ultimo, come consuetudine e come d'accordo, ha consentito al Presidente Foa di verificare il testo delle sue dichiarazioni prima della pubblicazione, i giornalisti di «Haaretz», nonostante le sollecitazioni, non hanno inviato la registrazione dell'intervista prima della pubblicazione al Presidente Foa per eventuali precisazioni e correzioni. Il quotidiano ha effettuato una selezione che deviava dall'ambito originario di un'intervista di carattere culturale concessa sui temi della conferenza;
il Presidente Foa ha appreso solo dall'agenzia Ansa che l'intervista era stata pubblicata, con imprecisioni che non sarebbero sfuggite alla consueta rilettura garantita agli intervistati che rivestono cariche istituzionali;
il giorno stesso il Presidente Foa, coerentemente con i principi di quel giornalismo intellettualmente onesto di cui si fa portatore, ha precisato e corretto, attraverso la sua pagina Facebook, le dichiarazioni a lui attribuite: «Quanto alla vicinanza di alcuni esponenti politici italiani alla Open Society di Soros, non sono io a dirlo ma la stessa Open Society in un suo rapporto interno che, chi vuole, può leggere qui» (segue l'indicazione dalla fonte). E prosegue: «Naturalmente essere considerati vicini, come scriveva quel rapporto, è cosa ben diversa dall'essere finanziati». Parole con le quali evidentemente il presidente Foa ha di fatto precisato di non aver voluto accreditare l'idea di finanziamenti dalla Open Society ad alcun europarlamentare del PD. Peraltro – come sottolineato anche dal Presidente Foa – non ci sarebbe comunque nulla di male e, soprattutto, nulla di illecito, a essere ritenuti europarlamentari «affidabili» per una Fondazione quale Open Society, essendo il ruolo di quest'ultima pubblico.
Il contesto dell'intervista ad Haaretz era quello di un discorso su Israele, sull'antisemitismo e sul razzismo. In questo ambito il Presidente Foa ha espresso chiaramente la sua grande vicinanza alla terra e al popolo d'Israele, terra nella quale ha dichiarato di ritrovare alcune delle sue radici familiari. Ed è in virtù di questa personale sensibilità nei confronti della ignominia dell'antisemitismo che il presidente Foa, rispondendo a una specifica domanda sul trattamento critico riservato da alcuni media e leader politici a Soros, ha inteso lanciare un monito sulla grande attenzione che bisogna sempre avere nel non confondere l'antisemitismo con legittime prese di posizione politiche. Ovviamente, anche in questo caso si trattava di osservazioni espresse nel contesto di un dibattito squisitamente culturale e non di parte. Il senso è che l'accusa di antisemitismo non deve essere banalizzata, né deve essere evocata con disinvoltura nel normale dibattito politico, ma va formulata con estrema cautela per preservarne l'efficacia etica e civile di denuncia a fronte di episodi o minacce concrete.
In conclusione, si intende infine confermare anche in questa sede quanto già espresso dal Presidente Foa in più occasioni circa il suo impegno e la sua ferma determinazione ad esercitare il suo ruolo di Presidente del Consiglio di Amministrazione della Rai nella direzione del migliore contributo al pluralismo ed all'autonomia del servizio pubblico radiotelevisivo.
GASPARRI, MALLEGNI. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai.
premesso che:
in data 29 ottobre 2018 la trasmissione «Report», in onda su Rai Tre in prima serata, ha diffuso un servizio dal titolo «Gli ostiaggi», dedicata alla gestione degli arenili e delle concessioni in genere nel nostro paese, a cura del giornalista Giorgio Mottola;
a prescindere dal merito della linea editoriale del programma e dalla inesattezza di gran parte delle informazioni fornite ai telespettatori, complice anche le boutade propagandistiche e prive di aderenza alla realtà di taluni soggetti intervistati a proposito del Piano di Utilizzazione degli Arenili, il conduttore, al minuto 9.53 del servizio (tra l'altro diffuso anche tramite la piattaforma Rai Play), si è lasciato andare alla seguente affermazione: «Chi avrebbe dovuto vigilare sulle spiagge è il senatore di Forza Italia Massimo Mallegni, è stato anche Sindaco a Pietrasanta dal 2000 al 2010 e oggi è assessore al turismo con delega alle spiagge. Ecco, lui di balneazione se ne intende, la sua famiglia ha lo stabilimento più antico della zona, lido Felice, e tutti i balneari lì abbiamo visto hanno vissuto in questi anni felici e contenti perché si sono potuti allargare [...]»;
al senatore Massimo Mallegni, pertanto, è stata attribuita una dolosa condotta di omesso controllo, giustificata – secondo il servizio – dai suoi rapporti di parentela con il titolare di una concessione balneare;
considerato che
il senatore Massimo Mallegni ricopre la carica di assessore del Comune di Pietrasanta giusta decreto n. 77 emesso dal Sindaco in data 27 giugno 2018, talché non si comprende il senso della sua «presenza» nel servizio rispetto a fatti inesistenti e frutto della fantasia del giornalista;
le determinazioni in tema di utilizzazione degli arenili, come noto, non sono di competenza né degli assessori, né tantomeno del Sindaco, e il Piano di Utilizzazione degli Arenili è stato approvato dal Consiglio comunale di Pietrasanta con deliberazione n. 20 del 19 aprile 2002 e modificato con deliberazione n. 33 del 4 aprile 2007, senza che alcuno sollevasse questioni di legittimità di sorta; – peraltro, ancorché per ragioni di pura opportunità e senza che vi fosse alcun obbligo, il senatore Massimo Mallegni non ha mai partecipato a delibere di Giunta o di Consiglio sull'argomento;
il servizio televisivo, al contrario, non solo adombra dubbi sull'operato del senatore Massimo Mallegni, ma gli attribuisce – lo si ripete, nell'ambito di numerose e ripetute inesattezze – addirittura condotte costituenti reato, ricordandone l'appartenenza a Forza Italia, additandolo all'opinione pubblica come colui il quale «avrebbe dovuto vigilare sulle spiagge», e ciò al di fuori di ogni logica e previsione normativa;
tale condotta integra senza dubbio gli estremi del delitto di diffamazione aggravata dall'attribuzione di fatti determinati, in ragione delle numerose falsità propagate;
rispetto a tali fatti, in virtù del rapporto organico intercorrente, RAI –Radio Televisione Italiana S.p.A., assume la veste di responsabile civile ed è obbligata in solido al risarcimento dei danni cagionati;
si chiede di sapere
quali interventi si ritenga di promuovere per assicurare che il servizio pubblico radiotelevisivo non si trasformi in una tribuna privilegiata per aggressioni gratuite a personalità politiche e per attacchi diffamatori a forze politiche, per giunta a spese dei contribuenti onesti che corrispondono il canone radiotelevisivo sicuramente per finalità diverse da quelle di risarcire danni cagionati da spregiudicati giornalisti.
(30/205)
RISPOSTA – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
Con riferimento al servizio «Gli Ostiaggi» andato in onda nel corso della trasmissione Report del 29 ottobre 2018 si riportano di seguito gli elementi predisposti dalla redazione del programma.
Il servizio si è limitato a raccontare con dati di fatto oggettivi e circostanziati come dal 2000 (anno di inizio del mandato del senatore Mallegni quale sindaco di Pietrasanta), la linea degli stabilimenti sia sensibilmente avanzata (dato desumibile tra l'altro dalle disposizione del Piano di Utilizzazione degli Arenili (PUA), come di seguito più puntualmente specificato) e come siano comparse sulle aree date in concessione agli stabilimenti balneari nuove costruzioni. È inoltre in capo al Comune (allora guidato dal senatore Mallegni) la vigilanza sugli arenili dati in concessione accertandone gli abusi. Abusi che sono stati in molti casi persino sanati dall'amministrazione comunale retta allora dal senatore Massimo Mallegni. Ad esempio, rispetto al Twiga, il caso di cui è stato dato conto nel servizio, stando a quanto dichiarato dallo stesso concessionario nell'atto di compravendita del ramo d'azienda della Gardenia srl alla società Mammamia, il concessionario fa riferimento a sanatorie concesse dal Comune di Pietrasanta quando sindaco era Massimo Mallegni. Nello specifico scrive il concessionario in questo atto ufficiale: «per opere realizzate in difformità da prescrizioni edilizie e/o urbanistiche è stata rilasciata dal Comune di Pietrasanta concessione edilizia in sanatoria in data 8 agosto 2008 n. 3040».
Più in particolare, il senatore Massimo Mallegni, attuale assessore del Comune di Pietrasanta con delega al turismo, è stato citato da Report rispetto all'incarico di sindaco e, dunque capo della giunta comunale di Pietrasanta. Tale incarico è stato ricoperto dal 2000 al 2010 e dal 2015 al 2017. Sui fatti definiti «inesistenti e frutto della fantasia del giornalista» è stato invece realizzato un documentato e particolareggiato dossier che sulla base di elementi oggettivi e dell'analisi di fotogrammetrie satellitari del geoportale dell'Aeronautica militare e della Regione Toscana, dimostra come negli ultimi trent'anni, e soprattutto a partire dagli anni 2000 (dunque in concomitanza con l'inizio del mandato da primo cittadino del comune di Pietrasanta del senatore Massimo Mallegni), la cementificazione sia avanzata sul litorale di Marina di Pietrasanta e siano state modificate le preesistenze degli arenili. A tal proposito vanno qui ricordati i divieti espliciti di modifica delle preesistenze degli arenili sanciti dalla cosiddetta legge Galasso (legge 431 del 1985).
Ai sensi della legge regionale toscana 88/1998, a decorrere dal 1 gennaio 2001 le competenze sul demanio marittimo sono passate dalle Regioni ai Comuni. Il PUA è lo strumento normativo che regola l'uso degli arenili da parte dei concessionari. Viene approvato attraverso una deliberazione del Consiglio comunale, sotto la Giunta Mallegni. Si tratta di un atto politico non tecnico. Tanto è vero che il PUA in questione è stato approvato con il voto a favore della maggioranza consiliare che faceva riferimento all'allora sindaco Massimo Mallegni e il voto contrario delle opposizioni. Nello specifico, il PUA deliberato dall'amministrazione Mallegni ha disposto l'ampliamento delle edificazioni sugli arenili e dunque l'espansione delle volumetrie sulla spiaggia, passate da 50 metri dalla linea di spiaggia a 75 metri, come si può desumere dall'articolo 9 della Normativa tecnica di attuazione del PUA, «è consentita l'addizione volumetrica dei manufatti e delle attrezzature esistenti anche mediante la loro demolizione e ricostruzione, anche con diversa articolazione e collocazione, fino al raggiungimento del Rapporto massimo di Copertura (R.C.) del 35 per cento della superficie della fascia di 75 metri destinata ai Servizi di Spiaggia».
Nel servizio, da ultimo, emerge che la famiglia del senatore Massimo Mallegni è proprietaria di uno stabilimento balneare di Marina di Pietrasanta che è dunque sottoposto alle regole stabilite dal PUA.