VIII Commissione
Ambiente, territorio e lavori pubblici
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
Commissione VIII (Ambiente)
Comm. VIII
Audizioni, nell'ambito dell'esame in sede referente delle proposte di legge C. 52 Daga e C. 773 Braga recanti «Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque», di rappresentanti di Alto Calore Servizi SpA e di Acquedotto Lucano – Servizio Idrico Integrato ... 212
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (per le parti di competenza). C. 1334 Governo (Parere alla V Commissione) (Seguito esame e rinvio) ... 212
Variazione nella composizione della Commissione ... 213
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (per le parti di competenza). C. 1334 Governo (Parere alla V Commissione) (Seguito esame e conclusione – Relazione favorevole con condizione e osservazioni) ... 217
ALLEGATO 1 (Relazione approvata dalla Commissione) ... 219
ALLEGATO 2 (Relazione di minoranza del gruppo del Partito Democratico) ... 221
AUDIZIONI INFORMALI
Mercoledì 14 novembre 2018.
Audizioni, nell'ambito dell'esame in sede referente delle proposte di legge C. 52 Daga e C. 773 Braga recanti «Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque», di rappresentanti di Alto Calore Servizi SpA e di Acquedotto Lucano – Servizio Idrico Integrato.
Le audizioni informali si sono svolte dalle 10.20 alle 11.15.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 14 novembre 2018. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO. — Interviene il Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, on. Salvatore Micillo.
La seduta comincia alle 14.50.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (per le parti di competenza).
C. 1334 Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito esame e rinvio).
Variazione nella composizione della Commissione.
Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, comunica che l'onorevole Maurizio FUGATTI, essendo cessato il suo incarico governativo, rientra a far parte della Commissione in sostituzione dell'onorevole Diego BINELLI.
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo rinviato nella seduta del 13 novembre scorso.
Alessio BUTTI (FdI) sottolinea la debolezza dell'azione che il Governo attua nel suo primo e quindi più significativo disegno di legge di bilancio, con riferimento agli interventi di sviluppo e rilancio del Paese nelle materie di competenza della Commissione, in contrasto con i roboanti annunci fatti in passato dai rappresentanti dei Ministeri di riferimento.
Riguardo alle misure recate dagli articoli 11 e 12, relative agli incentivi per l'efficienza energetica, le ristrutturazioni e le aree verdi, osserva che si proroga, peraltro a suo giudizio in modo insufficiente, una misura già esistente e al riguardo invita il Governo a fornire anche in questo caso, cosa che sarebbe più utile rispetto ad altri, l'analisi costi/benefici dell'intervento, che potrebbe produrre risultati interessanti.
Quanto al Fondo per gli investimenti delle amministrazioni centrali di cui all'articolo 15, che ha una importante dotazione che si aggira complessivamente introno ai 50 miliardi, chiede al relatore chiarimenti, essendo vigente un Fondo con caratteristiche analoghe e con una dotazione dello stesso ordine di grandezza. Ritiene inoltre opportuno che si preveda il parere delle Commissioni parlamentari sui decreti di riparto del Fondo di cui all'articolo 15, così come anche sui decreti di riparto del Fondo per gli investimenti delle amministrazioni locali, di cui all'articolo 16 parimenti a quanto accade per il Fondo già esistente e invita pertanto il relatore ad evidenziare tale questione nella proposta di relazione.
Riguardo al Fondo di cui all'articolo 16 chiede al relatore chiarimenti sugli effettivi stanziamenti. Infatti, lo stesso disegno di legge prevede che essi vengano decurtati per l'attuazione di interventi che perseguono altre finalità che, seppur importanti, sottraggono risorse, rendendo meno chiara l'entità delle stesse. Con riguardo ai compiti affidati dall'articolo 16 agli uffici tecnici provinciali, evidenzia come questi non siano a suo giudizio nelle condizioni di esercitarli.
Nota con dispiacere come il Governo si sia appropriato del contenuto di alcuni emendamenti presentati dal proprio gruppo al decreto-legge «Genova» e allora respinti, trasfondendolo nell'articolo 17, che istituisce la Centrale per la progettazione delle opere pubbliche, peraltro prevedendo assunzioni corpose per la quali sarebbe opportuno predeterminarne i criteri.
Non concorda sulla istituzione della struttura di missione InvestItalia, un ulteriore staff a disposizione del Presidente del Consiglio, che costa 25 milioni annui e che costituisce l'ennesimo carrozzone con competenze opache.
In ultimo, sottolinea con sfavore l'assunzione massiccia di personale al Ministero dell'Ambiente, per la verità preannunciata dal Ministro Costa, ma con un perimetro che appariva assai più contenuto. Invita, pertanto, il relatore e il Governo a fare tesoro delle considerazioni riportate a nome del proprio gruppo, che non ha presentato emendamenti al disegno di legge nell'auspicio di vedere accolti i propri suggerimenti nella proposta di relazione del relatore.
Vincenza LABRIOLA (FI) condivide quanto esposto dal collega che l'ha preceduta, soprattutto in ordine alle assunzioni e alla inopportuna istituzione della struttura di missione InvestItalia. Il disegno di legge inoltre non affronta in maniera adeguata le questioni ambientali, a partire dall'ecobonus, fino alla mobilità sostenibile, ai cambiamenti climatici, che non vengono proprio affrontati, al dissesto idrogeologico, che sta causando ingenti danni anche in termini di vite umane, agli incendi boschivi e alla sistemazione della rete idrica. Trattandosi del primo disegno di legge di bilancio del Governo in carica, si sarebbe aspettata una programmazione serrata degli interventi, con un cronoprogramma definito e l'avvio di un percorso serio sui temi di maggior rilievo per il Paese, in linea con la direzione che il Ministro tiene nei consessi europei e che non trova alcun riscontro nella politica nazionale. Al di là della misura su Acerra che risponde a promesse elettorali, nulla c’è nel disegno di legge sulle altre terre dei fuochi, tra le quali ricorda Taranto, un territorio che paga un prezzo molto alto e al quale non vengono date risposte adeguate.
Tommaso FOTI (FdI), pur non essendo pregiudizialmente contrario alla visione politica del Governo di agire sul deficit nel presupposto dell'aumento del PIL, rileva come nel disegno di legge di bilancio non siano presenti interventi che possano concorrere a tale aumento. Richiama l'attenzione della maggioranza e del Governo sulla attuale tassazione degli immobili, la medesima stabilita dal Governo Monti e osserva che tale aumento della fiscalità unito con la pesante diminuzione del valore della proprietà immobiliare, che nel suo complesso è passata dal valore di 6 mila miliardi di qualche anno fa a quello attuale di 4 mila miliardi, costituisce di fatto una sorta di patrimoniale che blocca del tutto, come il relatore sa bene, il mercato immobiliare.
Anche il tema dell'edilizia residenziale pubblica non viene adeguatamente affrontato dal disegno di legge, se non prevedendo l'obbligatorietà per le province di diventare stazioni appaltanti per i comuni non capoluogo di provincia, senza dare a questi ultimi, come a suo giudizio opportuno, la facoltà di farlo. Esprime perplessità anche sulla Centrale unica, il cui personale dovrà recarsi sui luoghi oggetto degli interventi di progettazione, non essendo possibile a suo avviso progettare da Roma su territori che non si conoscono. Pur non essendo la TAV una competenza della Commissione, gli corre l'obbligo di sottolineare l'assenza di risposte alle domande che vengono dai territori e dalla società. Riguardo all'istituzione di Fondi la cui destinazione è demandata a successivi decreti del presidente del Consiglio, rammenta la forte polemica del MoVimento 5 Stelle nella scorsa legislatura riguardo ad interventi simili, che tuttavia vengono ricalcati nel provvedimento in esame.
Condivide le considerazioni del collega Butti sulla necessità di un intervento delle Commissioni parlamentari competenti che pur potendosi esprimere solo in sede consultiva devono essere messe nelle condizioni di conoscere l'entità delle risorse stanziate e la loro finalità.
In ultimo evidenzia come la provvisorietà di alcune misure contenute nel disegno di legge, come per esempio gli incentivi alla ristrutturazione o i bonus che vengono previsti, confliggono con l'ottica triennale che il provvedimento deve avere e non costituiscono la giusta premessa di un intervento programmatorio di ampio respiro.
Stefania PEZZOPANE (PD) esprime forte delusione, non essendo presenti nel provvedimento le misure che erano state richieste durante le audizioni e quindi annunciate dal Governo nel corso dell'esame del decreto-legge «Genova».
Nel preannunciare la presentazione di una proposta alternativa di relazione da parte del proprio gruppo, giudica improprio aver prorogato solo alcuni degli strumenti di incentivo messi in campo dai governi precedenti, vanificando in parte l'organicità delle misure proposte e assegnando ad esse minore efficacia.
Rileva inoltre una contraddizione tra la soppressione della struttura CasaItalia, ritenuta un carrozzone dall'attuale Governo, e l'istituzione di nuove strutture, che prevedono peraltro assunzioni con deroga alle procedure di mobilità e concorsuali, del tutto in contrasto con la politica di trasparenza sbandierata dal Governo e che la scorsa legislatura avrebbero fatto gridare alla vergogna i colleghi che ora siedono sui banchi della maggioranza.
Riguardo agli interventi contenuti nell'articolo 79, stigmatizza l'assenza di misure per i territori colpiti dal terremoto del 2009, nei quali la situazione è bloccata, fortunatamente non a causa della mancanza di risorse assegnate dai precedenti Esecutivi, ma per la mancata nomina di due dirigenti degli uffici tecnici, già segnalata – ma ignorata dal Governo – anche in occasione dell'esame del decreto-legge «Genova».
Evidenzia che poco si prevede per i territori colpiti dal sisma del centro-Italia e dell'Emilia e che già si stanno cambiando le disposizioni recentemente previste a favore di Genova e di Ischia, confermandone la inadeguatezza. Osserva che la pochezza degli interventi contenuti nel disegno di legge non corrisponde alle promesse fatte dal sottosegretario Crimi nel corso dell'esame del decreto-legge «Genova» e in conclusione, sottolinea, in via generale, la inconcludenza dell'azione di Governo e la scarsa attenzione prestata alle problematiche evidenziate, sulle quali si dovrà a suo giudizio intervenire.
Daniela RUFFINO (FI) rileva una incongruenza tra i proclami elettorali della maggioranza e segnatamente del MoVimento 5 Stelle in ordine alla risoluzione delle problematiche ambientali e la scarsità delle misure al riguardo contenute nel disegno di legge in esame.
Ritiene che le emergenze dovrebbero essere affrontate in un'ottica di prevenzione, al fine di evitare i disastri ambientali che sempre più spesso investono il Paese.
Ricorda che gli amministratori locali hanno speso l'estate a redigere schede tecniche sulle opere infrastrutturali dei loro territori, rispondendo ad una richiesta del Ministro Toninelli, che tuttavia non ha dato alcuna informazione riguardo alle decisioni assunte a seguito di quel monitoraggio.
Sottolinea che i territori soffrono della mancanza decennale di interventi sulle infrastrutture e auspica che si metta mano ad un corposo intervento che metta fine ai continui eventi franosi e alle anomalie ambientali che si stanno generando, come ad esempio l'erosione degli argini dei fiumi, dando precise risposte.
Invita infine il Governo a non prendere in giro i cittadini facendo credere che sia possibile barattare la TAV con le altre opere necessarie sui territori, trattandosi di interventi del tutto diversi.
Roberto MORASSUT (PD) ricorda che alla base dell'intervento che il Governo intende fare con la manovra di bilancio c’è il fatto che la maggiore esposizione debitoria, che crea conflitti con l'Unione europea, sia operata sul presupposto di una crescita del PIL, per la quale tuttavia non vengono messe in campo misure adeguate. Osserva, infatti, che le proposte di dettaglio contenute nel disegno di legge di bilancio e che dovrebbero essere rivolte a questa finalità appaiono assai deboli, non agendo il provvedimento sulle leve che potrebbero far ripartire l'economia.
In termini di investimenti, infrastrutture e interventi a favore dell'edilizia gli strumenti definiti dal disegno di legge appaiono confusi, con sovrapposizioni di competenze, nuovi pletorici organismi a carattere centralizzato fortemente burocratizzati, che rischiano solo di bloccare ancora di più le procedure.
Ricorda che i dati sulla realizzazione delle infrastrutture strategiche presentati dal CRESME alla Commissione, alla presenza anche del presidente dell'Autorità anticorruzione, hanno evidenziato negli ultimi anni un andamento tendenziale crescente per gli investimenti e questo grazie alla riforma del codice dei contratti e all'implementazione delle attività del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sul quale a suo giudizio si dovrebbe investire di più.
Non concorda con l'istituzione di ben tre nuovi organismi, alcuni di stampo sovietico, che spezzano il processo unitario che deve caratterizzare le infrastrutture, dalla progettazione alla realizzazione e che inficiano il ruolo dei provveditorati alle opere pubbliche e del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Avrebbe ritenuto preferibile valorizzare le eccellenze già presenti nel Paese, passando attraverso una semplificazione degli interventi e non una loro complicazione, che rischia di compromettere i risultati faticosamente raggiunti negli scorsi anni e di non permettere la crescita del PIL necessaria alla sostenibilità finanziaria della manovra di bilancio.
Quanto all'edilizia pubblica, da sempre considerata una leva keynesiana per lo sviluppo dell'economia, ben poco è previsto nella manovra all'esame e soprattutto nulla a favore delle fasce deboli, che ben più che del discutibile reddito di cittadinanza avrebbero bisogno di sostegno per gli affitti e le morosità incolpevoli.
Nessun riferimento infine è presente sull'utilizzo del patrimonio pubblico, sul quale è opportuno invece fare una riflessione in termini di riutilizzo, anche per minimizzare il consumo di suolo, ma questo tema pare non rientrare nella strategia di rilancio pensata dal Governo.
In conclusione, ritiene che la manovra sia foriera di apportare solo danni al Paese, senza l'auspicato effetto di rilancio del PIL, a suo giudizio impossibile con gli interventi di scarsa prospettiva messi in campo dal Governo.
Erica MAZZETTI (FI) si associa a quanto esposto dalle colleghe del suo gruppo che l'hanno preceduta e alla necessità evidenziata di dare una forte scossa per il rilancio dell'edilizia, da accompagnare ad una decisa riduzione delle tasse sugli immobili, trattandosi di un settore che costituisce un motore trainante del Paese. Chiede con preoccupazione al sottosegretario conferma della decisione del Governo di voler accorpare IMU e TASI con aumento della relativa aliquota, evidenziando che sarebbe l'ultimo e definitivo colpo ad un settore in crisi da molti anni.
Nulla è previsto nella manovra sulla bioedilizia, sul fotovoltaico e sull'edilizia innovativa. Osserva che anche la misura del sismabonus, contenuta nella manovra e pienamente condivisa, presenta forti criticità nella sua attuazione dal momento che la progettazione viene pagata con un ritardo che risulta insostenibile per le società e gli studi tecnici incaricati e fa presente di aver già rappresentato la questione nel corso dell'esame del decreto-legge «Genova», senza tuttavia ricevere ascolto dal Governo.
Rileva l'assenza di risorse per il settore idroelettrico, per affrontare il dissesto idrogeologico del territorio, a favore dei territori colpiti da eventi meteorologici avversi e a favore dei fabbricati che presentano forti criticità sismiche, sulle quali il proprio gruppo ha presentato una proposta di legge che auspica possa essere valutata favorevolmente dal Governo. Ricorda infine di aver presentato un emendamento nel corso dell'esame del decreto-legge «Genova» relativo ad un incendio a Pisa che ha comportato danni assai rilevanti sia sotto il profilo ambientale che per l'agricoltura e chiede quindi che tale questione venga considerata nella manovra finanziaria anche nell'ottica della prevenzione sui territori.
In ultimo chiede che il Governo possa rendere noti i risultati dell'analisi costi/benefici che sta operando su tutte le opere infrastrutturali e le conseguenti decisioni che saranno assunte dal Governo in termini di realizzazione delle stesse.
Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad una seduta che sarà convocata al termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea.
La sospesa termina alle 15.50.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 14 novembre 2018.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 15.55.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 14 novembre 2018. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO. — Interviene il Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, on. Salvatore Micillo.
La seduta comincia alle 17.30.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (per le parti di competenza).
C. 1334 Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito esame e conclusione – Relazione favorevole con condizione e osservazioni).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo rinviato nella seduta odierna.
Ugo PAROLO (Lega), relatore, ringrazia i commissari intervenuti nel dibattito per gli spunti forniti, dei quali molti condivisibili. Sottolinea che la manovra consente un'azione espansiva, come dimostrano i due Fondi di cui agli articoli 15 e 16, che complessivamente recano risorse per quasi 100 miliardi di euro, cui si devono sommare gli stanziamenti recati dal Fondo già esistente per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, istituito dall'articolo 1, comma 140 della legge 232 del 2016. Quanto all'entità del Fondo di cui all'articolo 16, conferma che alcuni interventi recati da altri articoli della sezione I trovano copertura in esso, ma sottolinea l'utilità di tali interventi volti ad alleggerire le regioni dal carico che queste hanno a seguito delle manovre regressive degli ultimi anni, e in particolare il contributo di 250 milioni di euro assegnati alle province per la manutenzione di strade e scuole.
Presenta quindi una proposta di relazione (vedi allegato 1), nella quale ha ritenuto di inserire una condizione volta a prevedere che il criterio della diminuzione della spesa di manutenzione di strade e scuole nell'anno 2017 rispetto alla spesa media con riferimento al triennio 2010-2012, in applicazione del quale è ripartito il 50 per cento del contributo alle province, debba considerarsi al netto delle eventuali spese sostenute a valere su contributi già erogati da altri enti. Ritiene infatti distorsivo penalizzare e province che negli anni scorsi abbiano ricevuto contributi dalle regioni.
Illustra altresì le due osservazioni in essa contenuta, la prima, che viene incontro alle considerazioni svolte da molti colleghi nel corso del dibattito, relativa alla possibilità per i comuni non capoluogo di non ricorrere alla stazione unica appaltante costituita presso le province e la seconda inerente all'articolo 17, che istituisce la Centrale per la progettazione delle opere pubbliche, per far sì che operi nel rispetto dei principi di proporzionalità, adeguatezza e di tutela della concorrenza. Ritiene altresì opportuno che si chiarisca la sua relazione funzionale con l'Agenzia del demanio, atteso che le risorse vengono assegnate a quest'ultima ma, a quanto gli risulta, la Centrale dovrebbe invece essere incardinata nell'ambito della Presidenza del Consiglio.
Il Sottosegretario Salvatore MICILLO concorda con la proposta di relazione.
Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, avverte che è stata presentata una proposta alternativa di relazione da parte del Partito democratico (vedi allegato 2).
Stefania PEZZOPANE (PD) preannuncia il voto contrario del gruppo del partito democratico sulla proposta di relazione formulata dal relatore, che, con atteggiamento chiuso e arrogante, non ha preso in considerazione nessuna delle questioni poste dal proprio gruppo, che sollecitavano il Governo a rispettare gli impegni presi solo qualche giorno fa in occasione dell'esame del decreto-legge «Genova»:
Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, pone in votazione la proposta di relazione del relatore sul disegno di legge di bilancio 2019, per le parti di competenza, avvertendo che in caso di sua approvazione risulterà preclusa la proposta alternativa di relazione.
La Commissione approva la proposta di relazione favorevole con condizione e osservazioni del relatore (vedi allegato 1).
La Commissione delibera altresì di nominare, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, il deputato Parolo quale relatore presso la V Commissione, per l'esame delle parti di competenza della VIII Commissione del disegno di legge di bilancio 2019.
Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, avverte che la relazione approvata dalla Commissione nonché la relazione di minoranza saranno trasmesse alla V Commissione Bilancio, ai sensi dell'articolo 120, comma 3 del Regolamento.
La seduta termina alle 17.40.
ALLEGATO 1
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (per le parti di competenza). C. 1334 Governo.
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La VIII Commissione,
esaminato, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, il disegno di legge C. 1334 Governo, recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021, per le parti di propria competenza;
esaminati gli stati di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella n. 2), limitatamente alle parti di competenza, del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (Tabella n. 9) e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Tabella n. 10), limitatamente alle parti di competenza;
valutato favorevolmente l'impianto complessivo del disegno di legge, le cui misure delineano un quadro generale di azioni volte a stimolare la crescita economica attraverso il rilancio degli investimenti pubblici in infrastrutture materiali ed immateriali, sulla base di nuovi e più efficaci strumenti di programmazione in grado di massimizzare le capacità progettuali e di spesa delle pubbliche amministrazioni;
ritenuta l'opportunità che in occasione della riforma del Codice dei contratti pubblici si provveda ad una azione di risistemazione, coordinamento e semplificazione delle varie strutture, ivi incluse quelle di cui agli articoli 17 e 18 del disegno di legge in esame, alle quali, a diverso titolo, sono attribuite funzioni in materia di programmazione, progettazione e monitoraggio di opere infrastrutturali, anche prevedendo l'accorpamento di quelle che svolgono funzioni identiche o assimilabili e stabilendone, ove necessario, l'articolazione su base territoriale al fine di tener conto delle peculiarità locali e delle diversità delle singole realtà amministrative,
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE
con la seguente condizione:
all'articolo 64, comma 1, al fine di garantire condizioni di accesso ai contributi che non penalizzino eccessivamente le province che abbiano già adottato e realizzato piani di messa in sicurezza, sia previsto che il criterio della diminuzione della spesa di manutenzione di strade e scuole nell'anno 2017 rispetto alla spesa media con riferimento al triennio 2010-2012, in applicazione del quale è ripartito il 50 per cento del contributo alle province, debba considerarsi al netto delle eventuali spese sostenute a valere su contributi già erogati da altri enti;
e con le seguenti osservazioni:
all'articolo 16, comma 4, valuti la Commissione di merito l'opportunità di prevedere la possibilità per i comuni non capoluogo di non ricorrere alla stazione unica appaltante costituita presso le province qualora, in relazione alla insufficienza delle dotazioni organiche, strumentali e tecniche di cui dispone, la provincia non risulti in condizione di garantire il rispetto dei tempi delle procedure di appalto di interesse dei singoli comuni;
all'articolo 17:
valuti la Commissione di merito l'opportunità di prevedere che la Centrale per la progettazione delle opere pubbliche operi nel rispetto dei principi di proporzionalità, adeguatezza e di tutela della concorrenza e che la richiesta delle amministrazioni centrali e degli enti territoriali interessati di avvalersi delle sue prestazioni debba recare idonea motivazione in relazione all'impossibilità di esperire le attività di progettazione, di valutazione economico-finanziaria dell'intervento e di gestione della procedura di appalto in applicazione delle ordinarie disposizioni di cui agli articoli 23 e 24 del decreto legislativo n. 50 del 2016 (Codice dei contratti pubblici);
valuti la Commissione di merito l'opportunità di chiarire la portata normativa del rinvio effettuato dall'articolo 17, comma 8 all'articolo 15, comma 5, ove si prevede che la spesa per le finalità di cui all'articolo 17 sia autorizzata a favore dell'Agenzia del demanio e non della Centrale per la progettazione delle opere pubbliche, tenuto conto che non risultano nel disegno di legge specifiche disposizioni le quali prevedano che la Centrale sia istituita presso la predetta Agenzia o sia ad essa funzionalmente collegata.
ALLEGATO 2
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (per le parti di competenza). C. 1334 Governo.
RELAZIONE DI MINORANZA DEL GRUPPO DEL PARTITO DEMOCRATICO
La VIII Commissione Ambiente,
esaminato, per le parti di competenza, il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e il bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (C. 1334 Governo);
premesso che,
l'esame del disegno di legge di bilancio per il 2019 si inserisce in un contesto macroeconomico che desta forti preoccupazioni: nel trimestre luglio-settembre 2018 il prodotto interno lordo italiano ha ristagnato, per la prima volta dopo ben 14 trimestri consecutivi di crescita;
nonostante il primo arresto alla crescita nazionale da tre anni e mezzo a questa parte, le riforme attuate nel corso della precedente legislatura hanno proseguito a segnare risultati positivi, particolarmente significativi nel mercato del lavoro – il numero degli occupati ha raggiunto un massimo storico e il tasso di partecipazione delle donne e delle classi di età più elevate si è finalmente innalzato – e proseguire in questa direzione di riforma strutturale del sistema-Paese costituisce l'unica via per aumentare in prospettiva il potenziale di crescita e liberare risorse pubbliche per combattere la povertà e sostenere le fasce più deboli della popolazione;
alcune delle misure previste in questa legge di bilancio costituiscono un pericoloso passo indietro rispetto al processo di riforma strutturale che, con il contributo del Paese tutto, si è portato avanti, e i loro effetti potrebbero rendere ancor più incisivi i rischi al ribasso sull'andamento dell'economia prefigurati dall'Ufficio parlamentare di bilancio, con un deterioramento dei conti pubblici a partire già dal 2019 che rischia di mettere in serio pericolo la solidità dei fondamentali dell'economia Italiana;
l'evidenza empirica, in particolare riferita agli anni precedenti alla crisi finanziaria globale, ci insegna che l'espansione del bilancio non si traduce automaticamente in un sostenuto aumento del prodotto, se le misure non sono adeguate a favorire la crescita potenziale nel lungo periodo;
con questa manovra di bilancio il Governo accresce l'indebitamento netto, rispetto ai suoi valori tendenziali, in media di 1,3 punti percentuali del PIL all'anno nel triennio 2019-2021 e per il prossimo anno programma di attuare interventi espansivi per circa 34 miliardi, coperti da aumenti delle entrate e riduzioni della spesa per poco più di un terzo, con un aumento del disavanzo di quasi 22 miliardi, ponendosi degli obiettivi di crescita particolarmente ambiziosi, definiti nei fatti più che ottimistici dai più autorevoli osservatori nazionali e internazionali;
un'espansione di bilancio come quella delineata del DDL all'esame, non determinata principalmente dalle spese per investimento, ma piuttosto da voci di spesa corrente, non garantisce la crescita nel medio termine e può anzi metterla in pericolo a lungo andare, e con essa la stabilità del Paese, quando ci si troverà a dover fronteggiare fasi cicliche avverse;
gli effetti della politica di bilancio non possono infatti essere valutati come se essa fosse isolata, dal momento che risentono delle condizioni finanziarie, particolarmente determinanti se in rapporto al Pil il debito pubblico è elevato: dopo soli sei mesi di Governo i segnali di indebolimento dell'economia sono allarmanti, la volatilità sui mercati finanziari è tornata ad aumentare e i tassi di interesse sul debito pubblico sono divenuti molto elevati;
l'aumento dello spread si ripercuote sull'intera economia, ossia su famiglie, imprese e istituzioni finanziarie che detengono il risparmio nazionale, e rispetto ad aprile è già costato al contribuente quasi 1,5 miliardi di euro di interessi in più e, ipotizzando tassi coerenti con le attuali aspettative dei mercati, costerebbe oltre 5 miliardi di euro nel 2019 e circa 9 nel 2020 dalle stime della Banca d'Italia;
gli effetti della protratta incertezza degli investitori sugli orientamenti del Governo, in costante conflitto con le istituzioni europee, e sulla credibilità dell'impegno a conseguire i risultati di crescita annunciati, hanno determinato una crescita dei tassi di interesse sul debito pubblico che rischia dunque di vanificare tutto l'impulso espansivo atteso dall'Esecutivo con l'approvazione della Legge di bilancio;
il quadro di finanza pubblica che si delinea è imprudente e difficilmente sostenibile, anche perché corredato da strumenti di politica economica, finanziati in deficit nonostante siano stati presentati per anni come dotati di adeguata copertura finanziaria, che non solo non sembrano in grado di garantire i previsti risultati di crescita, ma che, per alcune misure qualificanti del programma di Governo, non sono neanche ancora stati definiti nel dettaglio, come nel caso del reddito di cittadinanza e del pensionamento anticipato, per cui il provvedimento si limita unicamente a istituire due fondi, mentre interventi, messi in campo nella precedente legislatura, di fondamentale impulso per la crescita attraverso il sostegno agli investimenti delle imprese e il rafforzamento del tessuto industriale, sono stati depotenziati, come nel caso dell'iperammortamento e del credito di imposta per la ricerca;
rilevato che, per quanto concerne le materie di competenza della Commissione:
gli interventi previsti nella Sezione 1 in materia di Ambiente e green economy risultano poco sviluppati con una assoluta assenza di contenuti importanti per proseguire sulla strada del cambiamento ecologico e dello sviluppo sostenibile in cui è stato avviato in questi anni il Paese;
ci si limita a disporre una mera proroga per l'anno 2019, delle detrazioni spettanti per le spese sostenute per gli interventi di efficienza energetica, ristrutturazione edilizia e per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, la cui disciplina è contenuta, rispettivamente, negli articoli 14 e 16 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, senza rendere strutturali le misure e senza prevederne l'estensione ad altri interventi, prima di tutto alle operazioni di bonifica dall'amianto che partendo dalle scuole intervenga per la rimozione e lo smaltimento presso siti idonei;
il provvedimento non propone quindi una fiscalità di vantaggio per chi produce beni riciclabili e riutilizzabili, né misure per favorire la realizzazione di centri per la riparazione ed il recupero dei beni. Queste iniziative già impostate nella precedente legislatura, sia nell'ultima legge di bilancio sia nel collegato ambientale, restano quindi prive di un successivo sviluppo;
«per contrastare il rischio idrogeologico sono necessarie azioni di prevenzione che comportino interventi diffusi di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo su aree ad alto rischio, oltre ad una necessaria attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico». A tale affermazione contenuta nel programma del Governo Lega-M5S non sono corrisposti atti conseguenti. Al contrario, sono state annullate, in maniera miope e controproducente per gli interessi dei cittadini, le esperienze di coordinamento, pianificazione e programmazione che hanno consentito l'investimento di 2.260 milioni di euro in 1.781 opere di cui 891 già portate a termine in opere per la prevenzione ed il contrasto del dissesto idrogeologico;
le iniziative da ultimo ipotizzate dal Governo individuano risorse scarse per affrontare questa strutturale criticità. Infatti l'articolo 16 in cui si istituisce un Fondo destinato al rilancio degli investimenti degli enti territoriali tra le cui finalità è ricompreso il dissesto idrogeologico, presenta una disponibilità finanziaria pari a 253,8 milioni per l'anno 2019, 250 milioni per l'anno 2020 e di 989 milioni per l'anno 2021. Tale cifra dovrà essere ripartita tra interventi per l'edilizia pubblica, inclusa manutenzione e sicurezza; la manutenzione della rete viaria; il dissesto idrogeologico; la prevenzione del rischio sismico e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali;
del tutto assente il tema della casa e della rigenerazione urbana da favorire mediante azioni coordinate di sostegno per rilanciare il patrimonio edilizio esistente e il finanziamento di progetti immateriali finalizzati a migliorare la qualità della vita nelle periferie urbane quali: il miglioramento del decoro urbano, i progetti di ri-funzionalizzazione di strutture e aree già esistenti, la messa in sicurezza del territorio, il potenziamento dei servizi e del welfare, gli investimenti sulla mobilità sostenibile;
questa rilevante assenza di progettualità e prospettiva di sviluppo sostenibile è resa ancora più evidente dal profluvio di norme organizzative che si mettono in campo in materia di investimenti. Al posto di una gestione strutturata e ormai ben avviata si realizzano ben tre «task force» per gli investimenti pubblici: la Cabina di regia Strategia Italia, Investitalia, la Centrale di progettazione unica. Peccato che continui a mancare l'unica cosa che serve realmente per far partire gli investimenti, ossia un coordinamento degli interventi urgenti, in primis in materia di dissesto idrogeologico, di difesa e messa in sicurezza del suolo, di sviluppo delle infrastrutture idriche e di sviluppo sostenibile in modo da assicurare l'integrazione delle fasi relative alla programmazione e alla realizzazione concreta degli interventi in tali materie attribuite ai diversi livelli di governo, centrale, periferico, territoriale e locale, agli enti pubblici nazionali e territoriali, ad ogni altro soggetto pubblico e privato competente che opera sul territorio nazionale ed il razionale ed efficace utilizzo delle risorse disponibili;
restano inattuati tutti gli impegni presi dal Governo con l'approvazione di ordini del giorno al decreto-legge 55/2018, al decreto-legge 91/2018 e al decreto-legge n. 109 del 2018 in relazione ai sismi de L'Aquila, del Centro Italia e, soprattutto, alla catastrofe della città di Genova;
rilevato che la Sezione 2 conferma la marginalità delle politiche di sviluppo sostenibile nel programma di Governo;
infatti, rispetto alla legge di bilancio 2018, il disegno di legge di bilancio 2019-2021 espone per il MATTM, nel triennio di riferimento, un andamento della spesa decrescente. Le previsioni di spesa per il 2019 risultano in diminuzione rispetto al 2018, in termini assoluti, di 39 milioni di euro (4,5 per cento), attribuibile per lo più alla riduzione che si registra nelle spese in conto capitale, passando da 869,7 milioni di euro a 830,7 milioni di euro;
si evidenzia un definanziamento della Missione «Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente (18)», rispetto alla dotazione a legislazione vigente, di 4 milioni di euro e di 36 milioni di euro rispetto alla legge di bilancio 2018;
relativamente alla missione 14 «Infrastrutture pubbliche e logistica», si ha una riduzione di circa 1.882,7 milioni di euro rispetto al dato a legislazione vigente, dovuto principalmente ad una rimodulazione, nell'ambito del programma 14.11 «Sistemi stradali, autostradali ed intermodali, per 1.827,4 milioni sulle risorse destinate all'ANAS», e di 15 milioni di euro per la realizzazione dell'asse viario Marche – Umbria (entrambe le risorse vengono spostate dal 2019 agli anni 2020 e 2021), nonché da uno spostamento di 40 milioni di euro per la realizzazione di itinerari turistici ciclo-pedonali (tali ultime risorse vengono spostate dal 2019 al 2021);
preso atto che:
la manovra non consente di far progredire l'Italia sul percorso di sviluppo sostenibile in cui è stata con grande impegno portata fino ad ora e non contiene quegli investimenti che ne consentirebbero la transizione ecologica per realizzare un modello di sviluppo sostenibile; al posto di una visione integrata e strategica degli investimenti si propongono una pluralità di proposte, tra l'altro, tutte da coordinare tra di loro;
mancando, in questa manovra, un qualsiasi rilievo ed integrazione per le politiche del territorio quali misure per le città (periferie, mobilità sostenibile, infrastrutture, smart city, tecnologia intelligente, economia circolare) per l'energia (cambiamenti climatici, sostenibilità ambientale, ricerca, innovazione, materiali, green economy) per la produzione di cibo (agricoltura/ambiente, alimentazione, plastica biodegradabile e rifiuti dell'alimentare, Made in Italy);
tutto ciò premesso
DELIBERA DI RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO.